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mercoledì 22 luglio 2015

Ancora nessuna notizia di padre Antoine Boutros, rapito una settimana fa


Terrasanta.net | 20 luglio 2015


Si trepida da giorni, in Siria, per il rapimento di un altro sacerdote cattolico, di cui non si hanno notizie da ormai una settimana: si tratta di padre Antoine Boutros, scomparso insieme a un laico, di nome Said Al-Abdun, mentre in auto si recavano da Shahba verso la città di Sama Hinadat, dove il sacerdote cattolico di rito melchita avrebbe dovuto celebrare la messa domenicale il 12 luglio.

Inizialmente la scomparsa dei due uomini era stata trattata con molta cautela, ma nei giorni scorsi l'arcivescovo melchita di Bosra e Hauran, mons. Nicolas Antiba, ha rotto gli indugi e confermato all'agenzia Fides che si pensa a un rapimento da parte di una banda di uomini armati dei quali è ignota l'appartenenza.

Nel clima di anarchia che vige in varie zone anche del sud della Siria le azioni di criminali comuni si assommano a quelle delle milizie armate che militano nella composita galassia dell'insurrezione antigovernativa.

Padre Boutros, analogamente ad altri esponenti del clero diocesano, è molto impegnato sul fronte dell'assistenza umanitaria alla popolazione più colpita dal conflitto in corso in territorio siriano. Il gestire le risorse finanziarie, più o meno grandi, destinate alla solidarietà, espone religiosi e sacerdoti anche al rischio di estorsioni.
Padre Boutros ha 50 anni e, come molti membri del clero cattolico melchita, è sposato. Oltre alla moglie, a casa lo attende, in ansia, una figlia.


Lo scorso 4 luglio, nel villaggio di Yacoubieh (provincia di Idlib, distretto di Jisr al-Chougour) era stato rapito padre Dhiya Azziz, francescano nella Custodia di Terra Santa (vedi Fides 7/7/2015). In un primo momento il sequestro era stato attribuito al gruppo jihadista Jabhat al-Nusra, ma poi quella fazione aveva negato ogni coinvolgimento nel rapimento del frate, caduto invece vittima di uno dei tanti gruppi di miliziani che infestano la regione e realizzano rapimenti per ottenere riscatti. La vicenda di padre Dhiya si è conclusa positivamente con la sua liberazione, avvenuta lo scorso 10 luglio. 
 (Agenzia Fides 16/7/2015).

lunedì 20 luglio 2015

Aleppo muore di sete: un appello urgente

acqua siria
Piccole Note, 20 luglio

Dal 26 giu­gno Alep­po è senza acqua cor­ren­te. Un dram­ma che va ad ag­giun­ger­si al tor­men­to quo­ti­dia­no fatto di bom­bar­da­men­ti con­ti­nui e scon­tri a fuoco. 
Una sic­ci­tà che non è un ac­ci­den­te na­tu­ra­le della guer­ra, bensì vi ap­par­tie­ne: 
a chiu­de­re le con­dut­tu­re idri­che ai quar­tie­ri an­co­ra sotto il con­trol­lo del go­ver­no di Da­ma­sco sono stati i mi­li­zia­ni di al Nusra, rei­te­ran­do un cri­mi­ne già per­pe­tra­to in pas­sa­to. Non è la prima volta, in­fat­ti, che gli ji­ha­di­sti ri­cor­ro­no a que­sto me­to­do bel­li­co, un’ar­ma di de­va­sta­zio­ne di massa che col­pi­sce in­di­scri­mi­na­ta­men­te tutta la po­po­la­zio­ne di Alep­po.

Da gior­ni i ci­vi­li sono co­stret­ti a file este­nuan­ti pres­so i pochi pozzi an­co­ra in uso, chi con qual­che latta, chi con bi­do­ni, chi con qual­che raf­faz­zo­na­ta bot­ti­glia di pla­sti­ca. A di­stri­bui­re loro l’ac­qua sono i fra­tel­li Ma­ri­sti e la par­roc­chia ar­me­no-cat­to­li­ca della San­tis­si­ma Tri­ni­tà, gra­zie ai pochi pozzi an­co­ra fun­zio­nan­ti. 
In que­sti gior­ni sem­bra­va che qual­co­sa si fosse sbloc­ca­to, dopo un ac­cor­do tra Da­ma­sco e ji­ha­di­sti. Ma era solo pro­pa­gan­da: l’Os­ser­va­to­rio per i di­rit­ti umani in Siria (sem­pre pron­to a de­nun­cia­re ma­le­fat­te – vere o pre­sun­te – del re­gi­me e al­quan­to re­ti­cen­te sui cri­mi­ni com­piu­ti dal­l’al­tra parte) ha an­nun­cia­to il ri­tor­no del­l’ac­qua per il 18 lu­glio, vero, ma in se­ra­ta tutto è tor­na­to come prima, peg­gio di prima.
Nota  a mar­gi­ne. I Ma­ri­sti hanno de­nun­cia­to pub­bli­ca­men­te l’en­ne­si­mo cri­mi­ne com­piu­to con­tro la po­po­la­zio­ne ci­vi­le e hanno in­di­ca­to una ne­ces­si­tà ur­gen­te. Serve ga­so­lio per far fun­zio­na­re il pozzo della chie­sa della San­tis­si­ma Tri­ni­tà e so­prat­tut­to per ac­qui­sta­re due fur­go­ni-ci­ster­ne (e il ga­so­lio ne­ces­sa­rio) per poter por­ta­re l’ac­qua alle per­so­ne che non pos­so­no spo­star­si per ri­for­nir­si: an­zia­ni, fa­mi­glie lon­ta­ne, am­ma­la­ti. L’ap­pel­lo dei Ma­ri­sti è stato ri­lan­cia­to dall’as­so­cia­zio­ne Aiu­tia­mo la Siria! Onlus (Aiu­las) che sta rac­co­glien­do fondi per com­pra­re tali fur­go­ni.
Chiun­que vo­glia con­tri­bui­re, può farlo in­vian­do una do­na­zio­ne al conto indicato qui, sotto alla descrizione del Progetto :
foto R. Casadei
Il racconto di Samaan Daoud :

Aleppo muore di sete, le parrocchie continuano a essere “fari di speranza”