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giovedì 19 marzo 2015

Patriarca Gregorios: "Se si vuole veramente porre fine alla tragedia del popolo siriano, c'è un solo modo..."

Il Patriarca Gregoire III: è da sconsiderati invocare interventi militari esterni per difendere i cristiani in Medio Oriente


Agenzia Fides, 18/3/2015

“E' da sconsiderati parlare di interventi militari condotti dall'esterno per difendere i cristiani della Siria e del Medio Oriente. Siamo un Paese sovrano, con un governo legittimo, a cui spetta il compito di tutelare i suoi cittadini. Se davvero si vuole mettere fine alla tragedia del popolo siriano, c'è una sola strada: basta guerre, basta armi, soldi e stratagemmi usati per attaccare la Siria”. 
Così il Patriarca di Antiochia dei greco-melchiti, S.B. Grégoire III, conversando con l'Agenzia Fides, respinge senza appello l'idea – prospettata in maniera ricorrente nel dibattito mediatico – che le sofferenze inflitte alle comunità cristiane e ad altre componenti delle popolazioni mediorientali da parte dei jihadisti vengano evocate per giustificare un intervento militare sotto egida internazionale. 

Il Primate della Chiesa cattolica orientale con più fedeli in Siria ha presieduto lunedì 16 marzo un'affollata Veglia di preghiera per la pace nella Cattedrale dell'Assunzione di Maria, a Damasco, a cui hanno preso parte rappresentanti e delegazioni di tutte le comunità cattoliche e ortodosse damascene. “Abbiamo condiviso canti e preghiere di penitenza e di pace” riferisce il Patriarca, “mostrando a tutti, anche in questo modo, che i cristiani sono i veri promotori della pace in Siria”. A giudizio di S. B. Grégoire III, la via per favorire la pace che la Chiesa deve indicare costantemente “a tutti gli uomini di buona volontà” è quella della preghiera e del sostegno offerto a tutto ciò che può contribuire a interrompere il flusso di armi che insanguinano il Medio Oriente. 

“Il 7 settembre del 2013” ricorda il Patriarca melchita “Papa Francesco chiamò il mondo alla grande preghiera per la pace, e le navi di guerra che erano già partite fecero marcia indietro. Nei giorni scorsi, mentre noi eravamo in preghiera, si sono diffuse le notizie che Paesi occidentali riaprono alle trattative con Assad. Questa adesso è la via realista da seguire, se davvero si vuole la pace. I gruppi che terrorizzano il nostro popolo non avrebbero avuto tanta forza senza gli aiuti e le armi arrivati loro da altre nazioni e gruppi di potere.
 Per questo – prosegue il Patriarca Grégoire - faccio appello a Papa Francesco e a tutte le Chiese e le comunità cristiane, affinché i due miliardi di cristiani di tutto il mondo, parlando con una sola voce, si facciano promotori di una road map concreta e realista per chiedere a tutte le forze in campo di mettere da parte i propri calcoli di potere e tutte le cause che alimentano la guerra. Solo così le sofferenze del nostro popolo potranno avere fine”.




I Vescovi cattolici si incontrano a Homs, dove presto torneranno a suonare le campane


Agenzia Fides,   18/3/2015

Nella giornata di martedì 17 marzo i Vescovi cattolici della Siria si sono incontrati nella città di Homs, in occasione della periodica assemblea che li vede riuniti due volte l'anno allo scopo di riflettere insieme sull'opera pastorale e caritativa condotta dalle singole diocesi e eparchie, in un Paese entrato nel quinto anno di conflitto. 
All'incontro, oltre al Patriarca greco-melchita Grégoire III, al Patriarca siro cattolico Ignace Youssif III e a quattordici Vescovi appartenenti a diverse Chiese cattoliche sui iuris, ha preso parte anche il Nunzio apostolico S.E. Mons. Mario Zenari. In questa occasione, la vicinanza del Papa e della Chiesa di Roma ai fratelli Vescovi siriani è stata testimoniata anche dalla presenza dell'Arcivescovo Cyril Vasil' SJ, Segretario della Congregazione per le Chiese orientali, e di mons. Massimo Cappabianca OP, officiale del medesimo dicastero vaticano. 
Gli interventi pronunciati dai Vescovi presenti hanno fatto emergere le sofferenze e le ferite che marcano la vita ordinaria di tutte le comunità cattoliche siriane, ma hanno anche reso testimonianza del miracolo della carità che fiorisce nella rete delle diocesi e delle parrocchie, a vantaggio di tutto il popolo siriano. 
“La Chiesa di Siria - dichiara all'Agenzia Fides il Patriarca Grégoire III - è davvero gloriosa: nonostante tanto dolore e sofferenza, grazie anche al sostegno dei nostri fratelli in tutto il mondo, siamo riusciti a soccorrere direttamente più di 300mila siriani, soprattutto attraverso la Caritas, sostenendo progetti emergenziali per almeno 5 milioni di dollari”. 

Durante l'incontro, il Vescovo caldeo di Aleppo Antoine Audo SJ è stato confermato alla guida di Caritas Syria, e tutti hanno avuto parole di apprezzamento per la dedizione e l'efficacia con cui ha finora assolto il suo compito per far fronte alle emergenze umanitarie che fanno soffrire milioni di siriani. 

La scelta di tenere ad Homs l'incontro dei Vescovi cattolici ha assunto un evidente valore simbolico: “Aleppo è da anni sotto assedio - sottolinea il Patriarca Grégoire III - ma Homs forse è la città che è stata più martoriata. Per questo, da quando lì è terminato il conflitto, i capi delle Chiese cristiane di Siria l'hanno visitata tante volte. Vogliamo manifestare una particolare cura per quella gente ferita e accompagnare il loro desiderio di ricominciare. Ho saputo che forse presto arriveranno le nuove campane, dopo che quelle che c'erano prima del conflitto sono state rubate. 

Noi proviamo pena nel vedere il dolore del popolo - conclude il Patriarca - e vediamo che tanti vanno via, perchè non ne possono più della paura e delle sofferenze. Ma siamo anche fieri dei nostri preti, dei religiosi e delle religiose, che sono tutti rimasti al loro posto, per camminare insieme con il popolo nella fede in Gesù, anche in questo tempo così difficile”. 



martedì 17 marzo 2015

Gli Usa “aprono” alle trattative con Assad. L'Arcivescovo Hindo: scelta obbligata, no a condizioni-capestro

 Agenzia Fides.  16/3/2015

Hassakè  – La disponibilità dell'Amministrazione Usa a trattare con il regime siriano di Bashar al Assad è una “opzione che si doveva imboccare già da tempo” e a questo punto rappresenta “una scelta obbligata, se davvero si vuole cercare una via d'uscita da questa tragedia iniziata quattro anni fa”. Così l'Arcivescovo Jacques Behnan Hindo, a capo dell'arcieparchia siro-cattolica di Hassakè-Nisibi, commenta con l'Agenzia Fides le dichiarazioni rilasciate dal Segretario di Stato Usa, John Kerry, il quale in un'intervista televisiva ha ammesso che gli Usa “alla fine” dovranno negoziare con Bashar al Assad per porre fine al conflitto in Siria entrato nel quinto anno. Secondo l'Arcivescovo siro-cattolico, tutto potrà dipendere dal modo con cui verrà prospettata la via negoziale da parte degli Usa e degli altri attori geopolitici. 
“Prima di tutto - sottolinea Mons. Hindo - una proposta concreta di negoziato deve essere posta sul tavolo in tempi brevi. In caso contrario, vorrà dire che si sta prendendo solo tempo, credendo così di favorire l'ulteriore indebolimento dell'esercito siriano, che in realtà sta guadagnando terreno su tutti i vari fronti”. 
Inoltre, a giudizio dell'Arcivescovo Hindo, eventuali trattative potranno partire “solo se si eviterà di porre pre-condizioni stupide e provocatorie all'interlocutore. In questo senso - aggiunge Mons. Hindo - non mi tranquillizzano le voci che prefigurano offensive militari nelle aree di conflitto autorizzate a non tenere in nessun conto i confini tra Stati sovrani. Non mi sembra un modo corretto di iniziare. Chi vuole il bene del popolo siriano e di quello iracheno, non può continuare a approfittare delle crisi per perseguire propri interessi geopolitici. E deve farla finita anche di accreditare l'esistenza di fantomatici 'ribelli moderati' . Perchè col passare del tempo tutte le fazioni armate contro Assad si sono omologate all'ideologia jihadista”.

http://www.fides.org/it/news/57216-ASIA_SIRIA_Gli_Usa_aprono_alle_trattative_con_Assad_L_Arcivescovo_Hindo_scelta_obbligata_no_a_condizioni_capestro#.VQcGHo6G92V





foto diffuse dagli jihadisti sulla distruzione delle statue , icone, pietre tombali e croci dalle chiese in Iraq











Basta frottole

di Fulvio Scaglione