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domenica 16 marzo 2014

Lettera aperta a tutti gli amici non-arabi di Nostra Signora di Soufanieh in tutto il mondo

E' un prete arabo, un discendente della prima Chiesa in Siria, che vi scrive  


di Padre ‎Elias Zahlawi


DAMASCO, 22 FEBBRAIO 2014





Grazie alla Madonna di Soufanieh , abbiamo avuto il piacere di conoscerci , a Damasco , e poi nei vostri rispettivi paesi: Canada, Stati Uniti, Europa, Australia , Russia, Ucraina e Slovacchia.

Una corrispondenza infinita e una preghiera fraterna hanno nutrito, per molti anni, il nostro rapporto e la nostra amicizia.

Poco a poco, i vostri pellegrini, i vostri sacerdoti, i vostri religiosi, i vostri Vescovi, i vostri giornalisti televisivi, i vostri medici, i vostri teologi, i vostri psicoanalisti e psicologi, hanno finito per diventare i  testimoni, anche gli apostoli di questo fenomeno spirituale .

La Siria, evidentemente, vi stava a cuore. Alcuni di voi non hanno mancato di dichiarare davanti ai vostrI cameramen della televisione,  che vi si sentivano più al sicuro che non nei loro stessi paesi.

Ancor più, alcuni hanno mostrato la loro appartenenza alla Siria come alla loro seconda patria.

Improvvisamente, questa stessa Siria è diventata , ormai da quasi tre anni, la bestia nera universale, che si deve a tutti i costi abbattere.

Improvvisamente, tutti i moderni Erode cospirano contro di essa, ignorando tutte le anomale contraddizioni, presenti e future, che si evidenziano tra loro, antinomie sia politiche che economiche, sociali e culturali.

Un ostracismo universale senza precedenti viene organizzato "spontaneamente" contro di lei da non meno  che 140 paesi!

Tutti i "responsabili" di tutti gli organismi internazionali, originariamente creati per far regnare la giustizia e la pace nel mondo, presto sono  diventati dei "clown da circo" al servizio dei "Maestri dell'Ombra" che solo gli sciocchi ignorano o insistono ad ignorare.

Una guerra mediatica, machiavellica e onnipotente, è orchestrata in tutto il mondo, per la lunghezza di giorni e di anni, per giustificare tutti i tipi di interventi militari e di "jihadisti" immaginabili, contro la Siria, tipo, naturalmente, i famosi  interventi cosiddetti  umanitari, come lo furono ... in Kosovo, Iraq, Somalia, Libia ...

In breve, infine: 150.000 combattenti di 83 Paesi, tra cui non meno di 7.500 "jihadisti" europei, cittadini canadesi, australiani e statunitensi, e per l'ammissione stessa del capo della famosa CIA scorrazzano in Siria arruolati, armati, pagati, addestrati, indottrinati, controllati e teleguidati da chi voi sapete! ...

E tutto questo è, ovviamente, in nome dei diritti umani, come nel nome della democrazia, della libertà e della dignità umana!

Qui, i francesi tra di voi mi permettano di ricordare loro la parola terribile che il loro poeta André Chénier  pronunciò sul patibolo!

Risultati sul terreno: per un paese di 23 milioni di persone, "nulla meno " di 130.000 morti, 6.000.000 di persone sfollate, 2.000.000 di rifugiati nei paesi limitrofi e sparsi nel mondo , oltre a decine di migliaia di scomparsi!

E non continuo, in segno di rispetto per le altre migliaia, vittime di ogni sorta di abuso ignobile, a vergogna di tutti i vostri dirigenti e dei "responsabili" di tutti gli organismi internazionali, che non hanno visto finora altro che i crimini commessi dal "Regime" e quindi un'ulteriore giustificazione per la distruzione programmata del paese!

E quale infernale logica in questa distruzione. Tutto è condannato: semplici persone umane, luminari accademici e scientifici,  funzionari civili e militari, rappresentanti delle due religioni, Islam e cristianesimo: uléma, vescovi, sacerdoti, religiosi, luoghi di culto, moschee, chiese, cimiteri, mausolei, e banche, centri di Informazioni: radio, giornali, televisione, giornalisti, centri universitari, e ancora strade, ferrovie, aeroporti, mezzi di trasporto, ospedali e centri medici, scuole, centri di distribuzione, centri commerciali, complessi industriali,  istituzioni governative, pozzi di gas e oleodotti, silos di grano, centri di produzione, città, villaggi, case private, musei e siti archeologici ...

Per fare questo, tutti i mezzi sono buoni, soprattutto le innumerevoli autobombe e i colpi di mortaio, di cui la sola Damasco è stata "gratificata" per 12.000 obus durante gli ultimi quattro mesi del 2013.

Vi lascio dedurre i danni enormi proprio nella città di Damasco e nei suoi sobborghi, nei campi coltivati, fabbriche, case, scuole, negozi, ospedali, moschee, chiese, ecc .... In quanto al numero delle vittime, supera le decine di migliaia, tra cui intere famiglie, ferite o decimate, decine di piccoli scolari di età inferiore a 10 anni, innumerevoli giovani, tra cui due cantanti del nostro "Coro-Gioia" che voi ben conoscete, un ragazzo e una ragazza che avevano appena superato i vent'anni, che sono stati falciati da un mortaio, a un paio di giorni di distanza alla fine del 2013 ...

In quanto alle ferite inimmaginabili che ogni siriano, rimasto nel paese o all'estero, nasconde in sé, solo Dio e il futuro sarà in grado di dirci qualcosa.

Non ci fossero Russia e Cina! ...

Qui,  amici non arabi, del Canada, di Europa, Stati Uniti, Australia, Ucraina, Slovacchia, mi permetterete di rivolgervi alcune domande:

Durante questo periodo infernale, cosa avete pensato? Cosa avete cercato di sapere? Che cosa avete fatto sul terreno? Che cosa vi è stato detto nelle  vostre rispettive chiese su ciò che  i vostri dirigenti fanno in Siria, sempre che abbiano osato dire qualcosa?

Ma ancora più importante, che cosa siete diventati?
Già, che cosa siete adesso?

Permettetemi di rispondere per voi:

Dalla Francia, solo sette sacerdoti, due suore tra cui la superiora di un convento, un gruppo di preghiera, un ex deputato, due biologi, una coppia, una donna, una giornalista, tre nuovi corrispondenti, ci hanno detto il loro dolore, la loro amicizia, la loro solidarietà e la garanzia della loro preghiera.
Dal Canada, solo una suora e un ex regista televisivo, hanno fatto lo stesso.
Dal Belgio, un giornalista di origine turco-siriana ...
In Svizzera, tre persone amiche: un pastore protestante, un medico e un infermiere.
In tutto, solo una manciata di persone, a livello di tutto quell'Occidente che ha beneficiato tanto delle grazie di Nostra Signora di Soufanieh!



Davanti a una constatazione così desolante, non sono io in diritto, io prete di Siria, di chiedermi - e di invitarvi a chiedervi a vostra volta- che cosa sta accadendo realmente e profondamente, nel mondo occidentale, presumibilmente civile, da un lato, e dall'altro che cosa potrebbe presto accadere  all'Occidente, e anche per colpa sua, al Mondo?

A meno  di aspettare il giusto ritorno delle cose per farvi capire - finalmente! - l'ORRORE di ciò  che TUTTI i vostri dirigenti praticano ATTIVAMENTE, e TUTTI VOI passivamente? Perchè se è vero che Dio perdona, sappiate che è altrettanto vero che la storia non perdona mai!

Mi fermo, lasciandovi alle vostre considerazioni e spero al vostro rimorso. Confido che un soprassalto di coscienza personale, preparerà, per quanto possa essere lieve, per contagio, il soprassalto generale di un Occidente fuorviato, che insiste a sprofondare nella morte certa, e che vi precipita il mondo intero.

Per me, da Damasco io vi invito, da Damasco crocifissa con tutta la Siria, a custodire fermamente  ciò che il Signore e la Vergine Maria hanno voluto dirci IN LINGUA ARABA per ben 22 anni consecutivi. Che è, ovviamente, senza precedenti nella storia del cristianesimo!

Che Gesù e Maria abbiano tenuto a dirlo a Damasco stessa , in questa stessa epoca, è a mio parere una sfida  eclatante a tutto ciò che pensano o pianificano gli ONNIPOTENTI Erode del mondo contro la Siria.

Ancor più, aggrappandomi a questa stessa sfida anche io prendo come testimone il Futuro ... sì il Futuro, e il messaggio che Gesù ha dato al mondo, il Sabato Santo 10 Aprile 2004.

Ammettete che si trattava di un messaggio incredibile!

Voi tutti sapete che è stato consegnato alla presenza di luminari medici e teologici, di Europa e degli Stati Uniti e in presenza di una grande folla venuta dal mondo intero.

Questo messaggio, qui mi limito solo a riprodurlo testualmente. Voi converrete che quanto accade, da diversi anni, nel mondo in generale e in Siria in particolare, è il commento più eloquente.

Eccolo:
"Il mio ultimo comandamento per voi: Tornate ognuno alla propria casa, ma tenete l'Oriente nei vostri cuori.

Da qui è sgorgata  ancora una volta una luce, di cui voi siete l'irradiazione in un mondo sedotto dal materialismo, dalla sensualità e dalla fama, al punto che quasi se ne sono perduti i  valori.

Quanto a voi, preservate la vostra autenticità orientale.
Non lasciate che vi si alieni la vostra volontà, la vostra libertà e la vostra  fede in questo Oriente. "
...
A presto dunque, miei amici, a Damasco!

Sì, a Damasco, ai piedi dell'umile e IMMENSA Icona della Madonna di Soufanieh.

A Damasco, che avrà riacquistato la sua vita, la sua  pace e il suo  amore universale ...

In preghiera per un mondo assetato di dignità e giustizia!

Prof. Elias Zahlaoui
Chiesa di Nostra Signora di Damasco
Koussour - Damasco
21/02/2014

venerdì 3 gennaio 2014

Mesi di sangue per i cristiani da quando la “rivoluzione” è diventata un jihad per il Califfato. Ma noi non ci faremo rubare la libertà, come dice la Madonna di Soufanieh

Te Deum laudamus per la fede in questo Oriente


Dall’inizio dell’anno 2013 la violenza in Siria ha cominciato a prendere una piega abbastanza brutale. In questo anno abbiamo assistito alla nascita di un altro gruppo armato estremista che usa la religione per giustificare la propria azione: Isil, lo “Stato islamico dell’Iraq e del Levante”. Così siamo entrati in una nuova ondata di violenza sempre più spietata, perché questi gruppi armati, che hanno una base religiosa wahabita-salafita e radicale, sfruttano la fede musulmana e la usano come un mezzo per creare uno Stato religioso governato secondo la legge islamica.

Ormai questi ribelli non parlano più né di democrazia né di libertà. Per eliminare gli ostacoli all’instaurazione dello Stato islamico, si sono messi a minacciare tutti quelli che non si sottomettono alla loro ideologia. E i cristiani naturalmente fanno parte di questi “infedeli”, perciò hanno dichiarato una guerra contro di loro.


I cristiani del nord e del nord-est del paese hanno vissuto sulla propria pelle l’autentica persecuzione. Alcuni villagi in quelle regioni sono stati completamente svuotati delle comunità cristiane, fuggite per paura di essere massacrate o perché sono state minacciate. Dalle città di Raqqa, Tel Abiad, Der Ezzor e tante altre i cristiani sono scappati in Libano per poi andare in Europa, altri sono sfollati all’interno del paese, verso zone sicure come la costa e Damasco. Ma questi gruppi armati di fanatici si sono resi responsabili anche di massacri tra le comunità cristiane come Maloula, Sadad, nei sobborghi di Latakia.
Per non parlare di Aleppo e di quanta sofferenza vive la nostra Chiesa là. Aleppo era la capitale dei cristiani della Siria, ma purtroppo è stata assediata per più di un anno dal fronte di Al Nusra (affiliato ad Al Qaeda) e dall’Isil, che hanno causato la distruzione di tante chiese e di interi quartieri cristiani.

 Comandano i Fratelli Musulmani
Tutta questa violenza contro i cristiani è dovuta al fatto che i cristiani non si sono schierati a favore di questa cosiddetta “rivoluzione”. E perché non lo hanno fatto? Perché si sono accorti che la cosiddetta rivoluzione è stata subito “mangiata” sia dagli estremisti che dagli Stati le cui istituzioni sono di ispirazione coranica, come l’Arabia Saudita e il Qatar, o da quelli dove comandano i Fratelli Musulmani, come la Tunisia, la Turchia, la Libia, l’Egitto. E non bisogna certo dimenticare che dietro a tutti quanti ci sono i governi americani ed europei, in modo particolare Francia e Inghilterra.

Ormai i combattenti stranieri penetrati in Siria sono veramente tanti e il loro numero è in continuo aumento: si parla di oltre 30 o 40 mila elementi, e tra essi ci sono anche 1.700 jihadisti europei. Allora la nostra guerra in Siria non è più per sostenere Assad o il suo regime, la nostra guerra adesso è per sostenere la Siria, per salvare lo Stato siriano, per salvare la società siriana, per salvare l’uomo.

Ho visto con i miei occhi che razza di disastro si è abbattuto sulla Siria (Maloula, Jobar, Homs, Qusayr). Ovunque passano, questi fanatici lasciano dietro di sé massacri umani (Sadad, Adra). 
Gli ultimi tre mesi di questo 2013 sono stati i più brutti. In questo periodo abbiamo segnalato tanti attacchi contro i cristiani, che sono presi in particolar modo di mira dai gruppi fanatici. 
Colpi di mortaio sulle scuole cristiane a Damasco, più di cinquecento colpi di mortaio contro la zona di Jaramana (a 6 chilometri da Damasco), dove c’è una grossa comunità cristiana.

Ma noi continuiamo a vivere la vera testimonianza di Gesù Cristo.
La Madonna di Soufanieh ci ha detto durante la sua ultima apparizione nel 2004: voi cristiani di Damasco continuate a conservare la vostra fede orientale, e non lasciate che rubino la vostra volontà, la vostra libertà, e la vostra fede in questo Oriente.

Samaan Daoud

http://www.tempi.it/samaan-dalla-siria-te-deum-laudamus-per-la-fede-in-questo-oriente#.UsAj40aA05s

martedì 22 novembre 2022

Una Nuova Luce: un film sulla Madonna di Soufaniyah, nel 40° anniversario delle apparizioni



Per comprendere il contenuto del documentario, tutto in lingua araba, il nostro amico Samaan Daoud qui ne riassume il contenuto, composto da varie interviste che testimoniano la storia meravigliosa di questa apparizione mariana ancora poco conosciuta in Occidente, di cui sul nostro sito avevamo già riportato molte notizie.


L'inizio è situato al Giovedì Santo del 2014,17 aprile: nella casa si svolge la preghiera e Mirna cade in estasi, durante l' estasi profetizza alcune parole: “la causa è uno solo. Le ferite che sono state versate su questa terra di Siria sono le stesse ferite nel mio corpo e la causa è uno, Ma vi assicuro che il suo destino sarà come quello di Giuda”.

In seguito la scena porta al 30 maggio 2014 nella chiesa di Saida in Libano. Mirna domanda: perché Dio ha scelto Damasco? Io non lo so ma quello che so di certo è che dal primo istante ho detto “ Signore prendi la mia volontà e fa' che la mia vita sia tutta nella tua volontà “.

È iniziata una piccola storia ma ora la causa è grande ed è L'UNITA'.

Tutto ebbe inizio quando Mirna al Akhras si sposò nel 1982 con un ortodosso di nome Nicholas, sei mesi dopo, la piccola icona di Kazan che Nicholas le aveva portato in dono da un viaggio cominciò ad emanare olio,

Appare padre Zahlaoui il padre spirituale e custode del segreto di Soufaniyeh e dice: “con l'emanazione dell'olio Rukia è guarito. E da allora le guarigioni continuano, sia tra cristiani e tra musulmani”. 

Il famoso cantante Wadi Al Safi era devoto di Soufaniyeh e cantò un inno da lui composto: “ le pietre della casa si sono rallegrate quando l'olio è uscito, rimani con noi a Madonna, rimani a pregare con noi “.

Il  marito Nicolas testimonia la guarigione di sua sorella e benché egli non volesse credere per non avere complicazioni nella sua vita, dovette arrendersi quando vide la guarigione di un bambino mussulmano che era entrato in casa con i bastoni e ne uscì con i suoi piedi. 

Il 15 dicembre 1982 durante la Quaresima orientale, Mirna preparava l'inno Akathistos e sentì la forza di una mano che la spingeva a salire verso i piani superiori della casa. Erano le 11,30 di sera e fu colpita da una grande luce come in pieno giorno e vide la figura di più di una signora, ebbe paura ed iniziò a urlare,

Si susseguirono dal 1982 al 1983 cinque apparizioni sul tetto della casa, padre Zahlawi affermò: “questa è la prima volta che la Madonna appare nella storia dell'Oriente e parla in lingua araba. Figli miei, ricordatevi del Signore, perché il Signore è con noi e voi sapete tutto e non sapete niente”. 

Dopo quel periodo iniziarono le estasi di Mirna che così racconta: “mentre pregavo sentivo che non potevo tenermi in piedi e cadevo”, i presenti la portavano a distendersi sul letto e Mirna durante le estasi perdeva coscienza e dal viso e dalle mani usciva dell'olio, Sono state registrate 36 estasi, la più corta durò cinque minuti, la più lunga un'ora e mezza, a cui assistettero diversi medici di ogni provenienza anche laici contrari alla religione che facevano prove per accertare che Mirna perdesse veramente tutti i sensi e quindi testimoniavano ciò a cui assistevano. 

Durante le estasi, Mirna riceve un messaggio vede una fortissima luce, e la voce del Signore che dice: “Io sono l'inizio e la fine”. Quando accade che la la data della Pasqua ortodossa e cattolica coincidono ( accadde sei volte) Mirna vede Gesù.

La sesta volta (2004) era presente una psicologa che vide apparire un taglio sul fianco di Mirna, ed erano presenti anche otto medici, Gesù le dà un messaggio da trasmettere,

L'essenza di Soufanieh e il messaggio da trasmettere a tutti si può riassumere con “pregare per l'unità della Chiesa “ e “preservare questo Oriente con la sua diversità”.


Nel video appaiono testimonianze di vari cantanti, poeti, medici e si riportano anche le spiegazioni che vengono ipotizzate da alcuni scettici : 1 che si tratti di una truffa, 2 qualcosa sia nascosto sotto la pelle, 3 che siano tutti complici.

Ma nessuno nella famiglia volle mai qualcosa del genere: Mirna non volle mai essere protagonista, ubbidì sempre alla chiesa con totale umiltà.

L'unità della Chiesa si è manifestata a Soufanieh ed anche l'unità della Siria.


martedì 4 aprile 2017

Incontri nella Siria dei 6 anni di guerra: (5) San Paolo, il dramma e la promessa


Il mio viaggio si conclude a Tabbalè, al Memoriale della conversione di san Paolo.
Qui, tra una frotta di bambini giocosi, raccolgo l'appello accorato di padre Raimondo, vicario del vescovo latino di Siria a Damasco.

  “Da due mesi abbiamo iniziato un progetto umanitario, che riguarda bambini cristiani e musulmani che sono cresciuti durante la guerra della quale stiamo entrando nel settimo anno.
Il progetto prevede un percorso di assistenza psichica, studiare lo stato psicologico e la condizione mentale del bambino, condotto da nostri ragazzi che sono stati preparati per questo programma. Abbiamo 80 bambini, di cui 22 di famiglie musulmane e abbiamo scoperto che questi bambini ne hanno più bisogno dei bambini cristiani, perché si trovano in un ambiente famigliare dove si ascoltano ripetutamente voci come “ammazzare, jihad, guerra” e hanno perso molti parenti. È un ambiente malato, un bambino di sei anni che quindi è cresciuto sempre lì, potete immaginare come ragioni; abbiamo bambini chiusi, bambini che hanno bisogno di mangiare, bambini senza autostima, pieni di preoccupazioni e di paura.
Con questa iniziativa tentiamo di creare un'apertura: presso di noi giocano e i nostri responsabili cercano di parlare ad ognuno e vedere i problemi di ciascuno, perché non è un progetto di gruppo ma mira a un rapporto personale con i bambini che hanno più bisogno di affetto, assistenza e talvolta anche di un medico.
Ci sembra importante permettere a bambini cristiani e musulmani di vivere insieme in un ambiente protetto: solo questo potrà far tornare come prima la situazione, perché quando un bambino musulmano gioca con uno cristiano lo veda come un amico.
La zona in cui stiamo noi, Tabbale', è una zona molto povera, anche di forte immigrazione da altre zone della Siria, alcuni vengono da Jaramana o Duelah altre due zone povere.
 Gli educatori sono ragazzi cristiani assunti stabilmente, e anche questo è un modo di sostenerli pagando loro un mensile. Le attività si svolgono due volte alla settimana: il venerdì e il sabato dalle nove fino alle due, e fanno una piccola merenda. È importantissimo che i bambini facciano l'esperienza di giocare insieme, gioire insieme e anche soffrire insieme, perché la sofferenza non è per i cristiani o per i musulmani, tutti hanno sofferto: la bomba quando cade, cade su tutti, musulmani e cristiani.
 Questo convento francescano del memoriale di San Paolo, fu voluto dal beato Paolo VI nel 1964 quando incontrò il patriarca Atenagora in Gerusalemme. L'obiettivo di questo convento, come è scritto nella convenzione tra la Santa sede e la Custodia di terra Santa, è di essere un luogo di incontro ecumenico, un centro di studi su San Paolo e anche per ricevere i gruppi che venivano a visitare i luoghi santi in Siria: prima della guerra avevamo sempre molti stranieri, Italiani, Tedeschi, Americani che venivano come turisti; adesso invece riceviamo i Cristiani siriani fuggiti da zone come Hassake, Qamishli, Aleppo. Molti sono di passaggio per andare in Libano aspettando il visto per partire. Riceviamo anche dei malati di cancro: in questo momento abbiamo cinque casi che provengono da Aleppo e non avrebbero un luogo dove stare nel tempo delle cure.
La guerra quindi, ci ha trasformati da luogo di passaggio per pellegrini a un luogo di accoglienza per malati, bisognosi e rifugiati, offrendo loro un'ospitalità fraterna.

Penso che le parole di San Paolo oggi siano attualissime: “Perché mi perseguiti? Perchè ammazzare cristiani?”. I cristiani in Siria sono persone pacifiche, gente che ama il Paese, che qui si sente nella sua casa originaria, ma certamente oggi non si sente tranquilla.
 Abbiamo tanto bisogno di una stabilità, politica ed economica, abbiamo bisogno di lavoro e che le famiglie possano tornare a vivere insieme.
Ogni mese facciamo un incontro tra 20 famiglie; abbiamo notato il loro bisogno di incontrarsi per avere forza, che traggono in larga misura dalla parola di Dio.
 Devo dire che sono davvero stanchi; cercano una via di uscita da questa situazione, sognano di andare via, in Europa, ma noi insistiamo perché restino qui, perché veramente c'è bisogno di ognuno: abbiamo perso tanti dottori, tanti ingegneri, tante persone specializzate, professionisti... La nostra vita pastorale è in crisi perché constatiamo la mancanza di giovani; sentiamo fortemente anche il dispiacere delle ragazze cristiane che non trovano un fidanzato: la proporzione è di 10 ragazze ogni 3 ragazzi. Anche questo fa parte della mancanza di prospettive, insieme al fatto che appena finiscono l'università i ragazzi partono per l'estero. La paura del servizio militare e soprattutto della morte li spinge a fuggire. Quindi assistiamo alla crisi della famiglia, oltre a quella del lavoro: "che futuro avranno qui i nostri bambini?" si domandano.
La Chiesa certo cerca di aiutare dando soldi e aiuti ma non può dare la stabilità, la sicurezza: queste possono venire solo dallo Stato.
  Cosa possiamo fare noi cristiani d'Italia?
Prima di tutto potete, dovete, parlare: anzitutto fare azioni per fermare la guerra, e poi aiutarci nell'educazione. Nelle scuole del nostro paese occorre una riforma del piano educativo e dei contenuti dell'educazione, quindi occorre trovare il modo di aiutare la formazione di una nuova mentalità.
 Vi siamo grati se ci aiutate materialmente, ma ancora di più se incoraggiate i nostri giovani a ritornare nel loro Paese.. dite loro: “ritornate in Siria, nella vostra patria, noi saremo con voi, vi aiutiamo ma restate nella vostra casa, tra la vostra gente; vai a casa tua, nella tua cultura, nel tuo ambiente”. Se voi trattenete i cristiani lì, noi perdiamo cristiani in Oriente, ma se non ci sono più cristiani in Oriente questo colpisce e danneggia l'Occidente. Se noi perdiamo l'Oriente come luce della fede cosa ci resta? Perché perdendo i cristiani dell'Oriente perdiamo i luoghi, le chiese, la cultura, la civiltà cristiana e quella capacità di essere un ponte di pace, di rappresentare una presenza capace di rasserenare e mediare, anche tra i musulmani stessi!
 È importante per l'Occidente non perdere casa nell'Oriente: che rapporto ci può essere per l'Occidente con l'Oriente se non tramite i Cristiani? Se non avete i Cristiani, cos'avete voi qui in Oriente? Avete i soldi, il petrolio, ma non avete il cuore.
E poi non è razionale: voi prendete una famiglia in Italia, pagate 2000 euro al mese per mantenerla, ma molto meglio se voi gli dite: “andate a casa vostra e noi vi diamo la stessa cifra, ma restate a casa vostra in Siria e lavorate e noi saremo contenti.”
 La Chiesa cattolica vive con due polmoni, se ne perde uno non è Chiesa completa, è malata, Questo vale per tutta la Terra Santa. Gli italiani hanno un cuore molto buono, molto umano verso la Terra Santa: anche durante la guerra tanti italiani hanno aiutato, hanno sostenuto la Chiesa siriana, però adesso quello che vi chiedo è di aiutarci a restare in Siria!
Parlate, scrivete la verità: l'Europa deve essere contro la guerra, perché questa guerra è contro l'uomo, contro l'umanità e la civiltà.”


 Il buon padre Raimondo ha ragione: veramente, la Siria sta diventando come una vedova senza figli.
Realmente la gente è al limite del perdere la speranza, per tante ragioni: dalla mancanza di lavoro al caro vita, dall'insicurezza presente e la pesante oppressione delle mafie (incentivate dalle sanzioni) allo stillicidio quotidiano di attentati che fa presumere un infinito instabile futuro, al servizio militare che per taluni è un incubo che si protrae da 6 anni … L'aumento del caro-vita è legato anche alla svalutazione della lira che è giunta da 50 a 500 lire per un dollaro, a sua volta legata ai vincoli bancari e all'embargo. Il nostro amico Joni, di cui sosteniamo il progetto "Fabbrica di cioccolato" ,  mi ha appena raccontato la grande difficoltà a reperire le materie prime per portare avanti un'attività artigianale di auto sussistenza!
 Mi dicono alcuni cristiani che a Qamishli è in atto una emorragia terribile, in alcune zone come nella regione del Jazeere forse non ci sono neanche più cristiani perché i curdi stanno facendo una pulizia etnica.
Del resto, alcuni paesi europei come il Belgio operano la politica di far riunire le famiglie anziché metterle in condizione di rientrare in patria. La gente guarda quindi speranzosa verso il Belgio, la Germania, il Canada, l'Australia, cioè quei paesi che favoriscono il ricongiungimento familiare. Alcuni paesi danno lo status di rifugiato a condizione di restare almeno cinque anni: questo significa che i figli lì crescono, si radicano, magari trovano un lavoro e quindi difficilmente torneranno.
 Sono allibita quando mi raccontano che in Aleppo, dove nel sollievo generale è finito l' incubo dei bombardamenti continui da parte dei ribelli, ci sono state ben 11.226 vittime civili nei quartieri ovest che erano nelle mani del governo: di queste nessuno ha mai raccontato niente. E, finite queste ostilità, si sono scoperti 20.000 bambini con parenti ignoti e ciò, oltre al dramma per i bambini, è anche un problema giuridico perché non essendo registrati non risultano neppure nelle liste come cittadini del governo. E' uno dei frutti terribili del jihad del sesso e anche della mancanza di uomini, lontani per la guerra, per cui le madri adesso non riconoscono il figlio davanti alla legge. Questo è stato appurato in Aleppo, quindi figuriamoci quanti ce ne sono raminghi in giro per la Siria! Ed emerge drammatico anche un altro problema, quello degli anziani che rimangono da soli, con tutti i problemi di un anziano in una situazione come questa.
  I Cristiani comunque hanno le idee chiare su come guardare oggi 'la rivoluzione': riconoscono che su molti punti vi era uno scontento, che il governo non si può definire veramente democratico, ma si chiedono: "forse al Nusra è democratico? Quella che l'Occidente sostiene come 'opposizione democratica' ha a cuore la libertà e il bene delle singole persone? E forse che ISIS porta i diritti umani? L'Occidente insiste sulle minoranze: ma i gruppi jihadisti che l'Occidente foraggia hanno rispetto per le minoranze? Se crolla il governo, dove si va a finire?”. 
 “Si erano iniziati dei passi ma proprio l'apertura del paese non piaceva ai fratelli musulmani e a tutti coloro che hanno una visione cieca coranica. Occorre certamente un'apertura di libertà, ma il modo di appoggiare il cambiamento non poteva essere quello delle armi e della distruzione del paese, nessun cambiamento può essere fatto non riconoscendo un governo e l'integrità della nazione. Questa guerra ci è stata imposta da altri, noi siamo solo terreno di gioco di altri interessi, e di coloro che l'hanno alimentata scatenando il fuoco religioso settario”.  Molti sono convinti che Israele è il maggior responsabile del mantenimento dell'instabilità della Siria. Tutti chiedono di lasciare che la Siria da sola possa prendere le sue decisioni, senza interferire accampando false difese di diritti umani e di processi democratici. Anche tra quelli più critici verso l'attuale governo si guarda alle proposte di nuova costituzione con la speranza di veder affermarsi una Siria moderna, una Siria laica e pluralista, dove tutte le minoranze, tutti i cittadini abbiano gli stessi diritti e gli stessi doveri. Questa sarebbe veramente il realizzarsi di tante aspirazioni e anche il conforto chè tutti i sacrifici che sono stati sopportati infine non saranno andati perduti.

Avevo tanto desiderato pregare davanti all'icona miracolosa di Soufanieh e conoscere Myrna, la veggente; il carissimo abuna dottor Abboud mi accompagna e mi aiuta con l'arabo a porle la domanda che mi ha condotto in questo viaggio: “per quale Mistero proprio alla diletta Siria è toccata tutta questa immane sofferenza?”. Myrna mi risponde che un messaggio della Madonna annunciava: “I giorni duri arriveranno, ci saranno divisioni anche dentro le Chiese”.... “La Madonna sapeva quello che sarebbe accaduto alla Siria e voleva prepararci per avere una fede salda. Anche i responsabili religiosi della Chiesa hanno occhi ma non vedono, hanno orecchi a non sentono. La Madonna ci ha chiesto tanto di essere uniti, ma noi con tutta la crisi che viviamo siamo ancora divisi, non riusciamo ad essere uno accanto all'altro”.  Anche lei mi racconta episodi di conversione e di meravigliosa testimonianza di siriani espatriati nel mondo, diventati fari di luce in angoli della nostra buia Europa.

Prima di partire, riesco a passare qualche momento di preghiera nella Casa di Anania tra pietre testimoni della certezza di Saulo, qui toccato dall'incontro personale con Cristo che non abbandonerà mai la Sua Sposa.

Passando sotto il muro della Grande Moschea degli Omayyadi mi vien fatto notare un frammento di quel tesoro enorme che è la Siria cristiana: un bassorilievo incastonato con l'immagine di Cristo e la scritta in greco “Il tuo regno o Cristo è un regno eterno. E il tuo dominio durerà da generazione a generazione”.

Hayatik yubarek alrrab , Rabna Yahmikum ya A3izai.
    Fiorenza

sabato 31 agosto 2013

Ci scusino i nostri lettori della raffica di articoli .... MA DAVANTI ALL'ORRORE NON SI PUO' TACERE!

I nostri lettori possono immaginare con quale trepidazione seguiamo le dichiarazioni di queste ore da parte di chi potrà scatenare morte e distruzione ulteriore nella amata terra di Siria.
Ma come vorremmo dar voce a tutte le parole accorate che ci giungono dai nostri amici cristiani siriani , frastornati e increduli, che eppure ci testimoniano una fede incrollabile nella Madonna di Soufanieh di Damasco ( ve ne parleremo presto) e nella Regina della Pace, nella certezza che la Chiesa del mondo intero sta pregando per scongiurare la rovina della Siria, del Medio Oriente e forse anche di più....
( pensate a quanto son gravide di conseguenze queste parole: «La Russia non permetterà che un solo missile o una sola bomba si abbattano sul territorio siriano. La Russia è e resta al fianco dello Stato siriano» Vladimir Vladimirovic Putin ) !


Oggi lo facciamo con le parole di Giorgio Bernardelli e di un altro caro amico:

Il grido di dolore dei cristiani in Siria


Chiese di rito latino e ortodosse, personalità cristiane con all'attivo tante prese di posizione contro le derive dell'Islam politico, ma anche figure che non avevano mancato di mettere in risalto le potenzialità delle primavere arabe. Persino monaci e missionari, giunti in Medio Oriente ispirati dal dialogo con i musulmani vissuto fino alla fine dai monaci di Tibhirine, oggi alzano la voce. Questa volta tra i cristiani sono proprio tutti d'accordo: l'intervento internazionale in Siria assolutamente non lo vogliono. E in questi giorni ne stanno denunciando senza peli sulla lingua le ambiguità e i pericoli per l'intera regione.

Certo, che dei leader cristiani non siano entusiasti all'idea di veder piovere missili di per sé non è una gran notizia. Ricordiamo tutti la forza con cui Giovanni Paolo II affermò il suo no alla vigilia del conflitto in Iraq. Ma nelle prese di posizione che si susseguono in questi giorni nelle chiese del Medio Oriente di fronte all'ipotesi dell'intervento internazionale che Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno messo sul tavolo contro il regime di Bashar al Assad, stavolta c'è qualcosa di più rispetto all'abituale invito all'esercizio della virtù della prudenza di fronte all'utilizzo di armi che - nonostante tutte le leggende sugli attacchi “limitati e chirurgici” - seminano sempre morte e distruzione.

Questa volta tra i cristiani del Medio Oriente c'è vera e propria indignazione. Il possibile intervento è stato definito “una sciagura” dal patriarca caldeo Raphael I Sako, uno che gli effetti mirabili dell'interventismo americano in Medio Oriente li ha toccati con mano. Da Damasco il patriarca melkita Gregorio III Laham ha posto le domande scomode che nelle cancellerie si evitano con cura: «Quali sono le parti che hanno condotto la Siria a questa linea rossa? Chi ha portato la Siria a questo punto di non ritorno? Chi ha creato questo inferno in cui vive da mesi la popolazione?».

Il siro-cattolico Youssef III Younan ha parlato di «cristiani siriani traditi e venduti dall'Occidente». «Mi dispiace doverlo dire, ma ci sono dei Paesi, soprattutto occidentali, ma anche dell'Oriente, che stanno fomentando tutti questi conflitti», gli ha fatto eco dal Libano il patriarca maronita Bechara Rai. Persino una voce solitamente pacata come quella del patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal in questi giorni ha tuonato: «Con quale legittimità osano attaccare un Paese? Chi li ha nominati polizia della democrazia in Medio Oriente?».

Di fronte a questo coro c'è chi sbrigativamente se la cava dicendo che i cristiani del Medio Oriente sono collusi con Assad. Del resto - magari aggiungono pure - non avete visto come anche in Egitto il papa copto è corso a sostenere subito il golpe dei militari? I campioni della laicità a casa propria non sanno vedere la negazione del pluralismo religioso che come una macchia d'olio nell'ultimo decennio si è allargata in tutto l'Oriente. Non hanno visto il dramma dei cristiani dell'Iraq: erano un milione e mezzo nel 2003, prima della guerra; si calcola che in dieci anni l'80% abbia lasciato il Paese. Se ne sono andati perché rapiti, attaccati nelle loro chiese, trucidati. Lo stesso è cominciato a succedere in Siria non appena la rivolta contro Assad è degenerata in guerra civile: erano un milione i cristiani siriani, oggi è difficile dire quanti di loro siano nel milione di profughi scappati in Libano, ma si tratta sicuramente di una percentuale significativa. E poi ci sono le migliaia di sfollati interni che hanno lasciato Homs o Aleppo per via delle violenze delle milizie qaediste.

Tragedia nella tragedia quella degli armeni siriani che stanno vivendo la loro secondo diaspora: sì, perché all'inizio del Novecento Aleppo e Dei el Zor erano state l'approdo della marce forzate per fuggire alla pulizia etnica dei giovani turchi. Qui - appena qualche generazione fa - avevano ricostruito le loro comunità. E adesso se ne devono andare di nuovo di fronte alla persecuzione di chi dichiaratamente vuole dare vita allo “Stato islamico dell'Iraq e del Levante”.

Tutto questo per quanti sostengono il raid semplicemente non esiste. Perché le denunce “interessate” dei cristiani nell'Occidente di oggi sono molto meno virali dei video sull'utilizzo delle armi chimiche. Ed è proprio per questo che le Chiese del Medio Oriente, sentendosi tradite, hanno alzato la voce contro un intervento che guarda solo a un aspetto del dramma della Siria, senza peraltro dare, neanche a quello, risposte vere. Le notizie delle ultime ore ci dicono che anche a Londra e negli Stati Uniti i dubbi sull'azione militare crescono (e guarda caso è proprio la laica Francia di Hollande la più decisa ad andare avanti). Se anche all'ultimo momento dovessero fermarsi, l'indignazione dei cristiani del Medio Oriente sarà comunque bene non dimenticarsela. Anche senza missili, il loro dramma sarebbe tutt'altro che finito.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-grido-di-dolore-dei-cristiani-in-siria-7182.htm


I nostri due incubi: Al Qaida in casa, i missili dal cielo

edicola sacra nelle vie di Bab Tuma


Cari amici italiani,
due giorni fa mentre voi ascoltavate le notizie sugli attacchi con le armi chimiche i ribelli e i combattenti di Al Qaida che si trovano accanto a noi qui alla periferia est di Damasco, nella zona di Jobar (la stessa del presunto attacco con i gas, ndr) ci hanno regalato un ennesimo colpo di mortaio caduto molto vicino alla mia abitazione, nella zona di Bab Tuma.
Succede da mesi e io veramente non riesco (...) più a capire perché tanto accanimento nel colpire un quartiere abitato da civili cristiani. In soli 6 giorni ci sono piovute sulla testa più di 20 bombe di mortaio. Alcune sono esplose tra le case, altre sui tetti delle chiese, una in una scuola femminile diretta dalla chiesa cattolica. Ormai è chiaro, questo quartiere abitato da cristiani è un obbiettivo.
A tutto questo ormai ci stavamo abituando, ma ora a terrorizzarci s'è aggiunta la notizia della questione chimica. La minaccia degli Stati Uniti e dei suoi alleati di Francia ed Inghilterra ci lascia impauriti e sgomenti.
Da giorni vedo una grande paura dipinta nei visi dei miei fratelli cristiani. Chi può scappa in Libano. Chi non può farlo abbandona i piani alti e cerca posto negli scantinati. Da ieri abbiamo incominciato a far provviste di pane, grano, formaggio. Ma far la spesa diventa ogni giorno più difficile. In due giorni il valore del dollaro è passato da 200 a 280 lire.


In tutto il nostro quartiere si respirano paura, tristezza e preoccupazione.
Una cupa angoscia s'è insinuata nelle anime di noi cristiani di Damasco. In questa angoscia c'è un'unica domanda: ci sarà un attacco americano su Damasco? E perché l'America vuole colpirci?
Se alla base di tutto c'è la questione delle armi chimiche perché non aspettano i risultati e le prove, non accertano chi l'ha fatto? Fino ad ora non c'è nessuna prova per condannare il governo di Damasco. Qualche tempo fa il giudice svizzero Carla del Ponte, membro di una Commissione Onu ha accusato i ribelli. Medici Senza Frontiere parla di 355 persone morte durante l'attacco in quella zona non lontana dalle nostre case. Noi abbiamo sentito molte testimonianze secondo cui sarebbero stati i «ribelli siriani» ad utilizzare le armi chimiche e non le forze del regime.
Molti dei miei amici cristiani sono convinti che l'America non abbia una sola prova. Molti temono che Obama e l'America vi stiano raccontando una grossa bugia. Siamo convinti che l'attacco non risolverebbe la questione dei siriani, anzi la renderebbe più complessa, perché moltiplicherebbe il numero dei morti innocenti causando maggior povertà e spingendo molti più siriani a cercare la strada della fuga all'estero.


Tutto il mondo ormai pende dalle labbra di Obama. Che democrazia è questa? I siriani ormai possono solo sperare nella sua pietà. Che democrazia è questa? Una persona sola può arrogarsi il diritto di decidere la morte o la salvezza di migliaia di siriani. Che democrazia è questa?
Perché Obama non mostra prima le prove che condannano il regime di Damasco e dimostrano l'uso del gas nervino contro i civili? 


Da qui, dal cuore di Damasco io mi rivolgo a tutti voi italiani e a tutti i vostri politici per chiedervi: «Fermate la guerra».
Noi cristiani d'Oriente, siamo i discepoli di Paolo e Pietro, siamo i figli dei padri della Chiesa, siamo l'essenza della Cristianità. Non abbandonateci, non lasciateci nelle mani dei fanatici di Al Qaida e di chi combatte per reinsediare il Califfato e sogna di arrivare a conquistare Roma.
Cristo ci ha insegnato a non «aver paura» e noi fedeli alle sue parole ci sforziamo di non temere nulla. Ma voi pregate per noi.


Samaan 

(testo raccolto da Gian Micalessin)

http://www.ilgiornale.it/news/interni/i-nostri-due-incubi-qaida-casa-i-missili-cielo-946704.html

giovedì 9 agosto 2018

La devozione sincera e visibile dei Siriani alla Vergine Maria


 di Nadine Zelhof - Aleteia- maggio 2018
Traduzione: Gb.P.
Maggio non è un mese come gli altri nelle chiese Orientali. La devozione a Maria è più visibile del solito sia nella preghiera che nella vita quotidiana. In Siria, tutte le sere di maggio, alle ore 17,45, si sentono le campane delle chiese cattoliche di Damasco, Aleppo, Homs e in molte altre città, chiamare alla preghiera mariana. Nelle chiese, gli altari sono adornati con tovaglie bianche e blu e con fiori naturali rinnovati ogni giorno. Le icone di Maria sono rivestite di blu. La fragranza di molte varietà di fiori si diffonde nei santuari decorati con mazzi di gelsomino, rosa damascena e persino gladioli. Si tratta di abbellire la casa e offrire ciò che è più bello alla Vergine Maria. Nelle parrocchie, la preghiera mariana inizia con la meditazione del Rosario. Segue l'acclamazione della Vergine Maria con molte canzoni che le sono dedicate. Qui, Maria è il modello della fede e i fedeli accorrono numerosi a mettersi nelle sue dolci mani. Padre Raafat, pastore della Chiesa di Nostra Signora di Damasco, lo conferma: "La Vergine è la madre di Dio. Lei è per noi uomini più che un'amica, una che ci comprende e comprende la nostra situazione umana, i nostri mali e i nostri problemi. Le nostre lotte tra il bene e il male. Lei è la luce nell'oscurità di questo mondo. In Lei, Dio ha scelto di mettere in moto un nuovo mondo, siamo tutti suoi figli. Così Lei veglia su di noi, come fa ogni madre ".
Padre George, della Chiesa di San Cirillo, aggiunge: "In tutte le preghiere e le messe, la Vergine Maria ha un posto speciale, specialmente nel rito bizantino, adottato dalle chiese cattoliche orientali. Ella trasmette immediatamente le nostre preghiere a Cristo. E sant' Efrem lo espresse bene nell'anno 373, quando disse: "Il giorno in cui Maria accettò la volontà di Dio, Ella divenne il Cielo che porta Dio. In lei si sono compiute tutte le parole dei profeti e dei giusti. Lei è la vite che ha portato il grappolo. ". A maggio, in Siria, l'afflusso nei santuari mariani è considerevole. Molti siti di pellegrinaggio attestano l'antica devozione alla Vergine del popolo siriano.
 Molte cattedrali e chiese sono intitolate alla Vergine Madre di Dio, come la Madonna di Soufanieh a Damasco o di Sednaya, santuario nella regione di Damasco...   Camminando nella città vecchia di Damasco, il passante troverà molte piccole cappellette dedicate a Maria nei vicoli o all'ingresso delle case.
 "La nostra arma per l'unione delle famiglie"
A riprova dell'importanza della Vergine Maria per i cristiani orientali, è frequente vedere un rosario attaccato allo specchietto retrovisore delle macchine o all'ingresso di un appartamento. Molte madri orientali, credenti, recitano il rosario in gruppi. Pregando il Rosario, con la sua semplicità e profondità, i cristiani di Damasco non intendono altro che contemplare con Maria il volto di Cristo. Padre Raafat lo dice ogni giorno nei suoi sermoni: "Chi meglio di Maria può trasmettere le nostre preghiere a Dio?”. Certamente, il rosario è una preghiera ripetitiva. Ma è anche molto popolare.
L'immagine può contenere: 15 persone, persone che sorridono, persone in piedi e spazio al chiuso
 Come padre Amer, parroco della Chiesa siro cattolica di Fatima, sottolinea: "Tutte le azioni ripetute diventano tradizionali. In tutte le liturgie, anche per la Messa, bisogna fare attenzione a non cadere nella routine, e questo è il compito del parroco, dei fedeli, dei parrocchiani, della loro spiritualità, del coro, e di tutto il fervore che si crea durante la preghiera". Nella preghiera del rosario c'è una resistenza e una perseveranza che danno tutta la forza ai fedeli. "Il rosario è un'arma potente per ottenere la pace, è menzionato in tutti i messaggi di Nostra Signora di Fatima", insiste padre Amer, "quindi tanto più in Siria dove i cristiani hanno sofferto per il terrorismo islamico radicale da più di sette anni. È la nostra arma per l'unione delle famiglie, di ogni famiglia siriana che rifiuta lo sradicamento, che vuole rimanere in questo paese, culla di civiltà e luogo di nascita del cristianesimo. È il nostro combustibile spirituale per poter trasformare la nostra anima e il nostro corpo, per cambiare il corso della vita degli uomini, la vita di ogni famiglia che vuol mettere Dio al centro della sua casa".
 Maria ci protegge
In Siria si incontrano molte Myriam, Mariam, Maria, Madonna, Marie, Mariana, Marla e molti altri, tanti nomi con una sola origine: il nome di Maria, madre e santa. Ella rappresenta tutta la maternità, l'amore e l'affetto di cui gli uomini hanno tanto bisogno. Piena di purezza, diventa madre generando alla fede i figli di Dio. È situata in una dimensione che va anche oltre la santità poiché Ella è la più vicina a Dio. Lei veglia sui suoi figli. Li protegge, e dove la Vergine è di casa il diavolo non entra. Ed è in questo spirito che sempre più donne, di qualsiasi età, scelgono di indossare il vestito di Maria nel mese di maggio. Appena la persona interessata lo decide, prenota il suo abito presso la parrocchia alla quale appartiene e l'affitta per un periodo determinato, oppure lo fa confezionare da un sarto. È un abito color celeste, chiaro come il blu del cielo, questo cielo puro e santo lontano dalle tentazioni del mondo terrestre, con una corda bianca in vita, che simboleggia le colombe della pace. Prima di essere indossato, l'abito deve ricevere la benedizione del sacerdote. Marine, 2 mesi, è come un angelo in questo minuscolo vestito, confezionato della sua taglia. Lo indossa affinchè le grazie di Maria la riparino e la proteggano da ogni male. Proprio come Julie, ragazzina di 6 anni. Durante la gravidanza, le rispettive madri videro la Vergine in sogno e le promisero che da allora avrebbero fatto loro indossare il vestito ogni maggio fino a raggiungere la maggiore età. Maria divenne la loro patrona, la loro protettrice.  Per quanto riguarda Nisrine, una signora di cinquant'anni, ha promesso di indossare questo abito per cinque anni per proteggere se stessa e i propri figli, proteggere il suo paese: "La Vergine Maria è la madre di tutti noi, è un onore indossare questo vestito azzurro per essere a sua immagine. È un voto che ho fatto da quando ho recuperato da una lunga malattia. Ella intercede per noi e, come dice la tradizione, il Figlio non rifiuta nulla a sua madre. E contrariamente a quello che si potrebbe pensare, con questo vestito non ho alcun problema. Lo indosso quando esco, quando vado a fare shopping, quando vado a lavorare: io vivo la mia vita normalmente e in più recito il rosario. E nonostante tutti questi anni di guerra, cosiddetta confessionale, ho percepito molta simpatia e comprensione da parte dei miei colleghi di lavoro, sia musulmani che cristiani. Io vengo dalla regione di Hassakeh del nord della Siria, e lì c'erano anche musulmane che hanno fatto questo voto e indossavano "l'abito di Mariam", come lo chiamano loro. Perché bisogna sapere che Maria occupa un posto di rilievo nell'Islam, un'intera sura è dedicata a lei (la Surat di Maryam), perché Maria è il modello perfetto del credente con una serena accettazione del decreto divino, una delle principali virtù di un buon musulmano".
Due passi più in là, all'uscita della chiesa, compaiono due ragazze di 13 anni, Maya e Farah, con lo stesso vestito per aver compiuto il loro voto. Per una era il successo del suo esame di ammissione al collegio, e per l'altra, di aver guarito sua nonna paterna. "Abbiamo visto la nostra amica che indossava il vestito azzurro l'anno scorso e abbiamo parlato molto con lei; lei ci ha spiegato quanto le fosse piaciuta questa esperienza, quindi abbiamo voluto fare lo stesso anche noi quest'anno. In effetti, proviamo un sentimento molto speciale, una soddisfazione difficile da descrivere, una sorta di serenità, una pace interiore e molto meno stress e paura, specialmente con tutte le sofferenze e le lacerazioni che il Paese sta vivendo. Abbiamo intenzione di rifarlo negli anni a venire. I giovani della nostra età adorano imitare il loro idolo, i vestiti, la pettinatura, i tatuaggi; e noi abbiamo scelto il nostro "idolo", abbiamo voluto assomigliare a nostra madre, alla Vergine Maria ". Per tutte queste diverse "marie", la Vergine è il loro riferimento, il loro modello. Per Maha, una madre di 45 anni che ha perso il figlio al fronte, Maria è la madre, sottomessa e paziente: "Ha un posto intermediario tra il Cielo e la terra. Lei ci capisce perché ha dato la vita, lei è di carne. Ha vissuto il parto e la sofferenza, come noi umani. Tutti conoscono la relazione tra madri e figli nelle famiglie orientali. Molto di più quando la loro madre è la Vergine Maria. Quindi se dimentichiamo di pregarla, perdiamo la nostra identità di figli. Inoltre, Ella ha sofferto, come madre, ha accettato di perdere Cristo, suo figlio, accettando la volontà di Dio. Indossare questo vestito mi dà forza e serenità. Mi sento molto più vicina a mio figlio, là dove Gesù e Maria vegliano su di lui. "
Più di sette anni di guerra. Una guerra sanguinosa e assassina, con bombe che non hanno risparmiato il quartiere cristiano di città come Damasco, Aleppo, Homs e tante altre. E, nonostante tutto ciò, l'affluenza dei fedeli alle varie cerimonie religiose è cresciuta costantemente. Molti erano convinti che Dio non li avrebbe abbandonati. Ha solo testato la loro capacità di sopportare la sofferenza. Ha messo alla prova la loro fede.
https://fr.aleteia.org/2018/05/23/la-devotion-sincere-et-visible-des-syriens-a-la-vierge-marie/

martedì 10 novembre 2020

Una parola ai tempi del Coronavirus, da Soufanieh di Damasco

Padre Elias Zahlaoui nel suo ufficio a  Notre Dame de Damas © Nadine Zelhof

di Padre Elias Zahlaoui - Damasco

Pubblicato da: Arrêt sur info

Traduzione: Gb.P. per OraproSiria


Si parla molto del Coronavirus. Alcuni hanno insistito per avere la mia opinione, nonostante la mia ignoranza di questioni mediche e scientifiche. Alla fine decido di darla, nella speranza di portare a qualcuno un po' di luce e molte certezze.

Qualunque sia l'origine di questo virus, qualunque sia la quantità delle sue vittime e delle sue ricadute, e qualunque sia la verità di ciò che si dice al riguardo, mi sembra che dobbiamo riconoscere che il mondo intero si trova ad affrontare un dilemma senza precedenti. Questo dilemma, nessuno avrebbe potuto immaginarlo. È l'incubo della morte, certa e rapida, che ora incombe sulla testa di ogni persona sulla terra.

Questo è il dilemma! C'è una via d'uscita? 

Certo, prima o poi si troverà una cura. La Cina lo ha già sconfitto. Tuttavia, il rimedio medico non può in alcun modo significare che l'umanità sia sfuggita al grande pericolo che la minaccia nella sua stessa esistenza. Questo pericolo, il virus l'ha brutalmente messo a nudo e in un modo che non è più possibile ignorare.

Da parte mia, devo ammettere che vedo in questa crisi un aspetto luminoso, che molti rischiano di non vedere, o si rifiutano di vedere.

Che la morte ora mostri la sua presenza nella vita di ogni essere umano, ringrazio Dio per questo. Essa sembra dirci: “D'ora in poi, conduci una vita dignitosa, sia per te stesso che per ogni essere umano intorno a te, e fino ai confini della terra. Altrimenti, non meriti di vivere perché la morte è parte integrante della vita. Quindi se non ti insegna come condurre una vita degna di ogni essere umano, significa che non meriti di vivere. "

Qui mi vengono in mente due grandi versetti. Uno è di Cristo che dice: "A che serve all'uomo guadagnare l'universo se perde la sua anima?" L'altro è dal Corano. Eccolo: “Tutto è effimero. Rimane solo il Volto del tuo Signore, tutto in maestà e dignità ”.

Alcuni cercheranno di minimizzare l'importanza di questo grave dilemma e di interpretare questi due versetti in modo tale da eliminare il loro significato profondo. A loro dirò senza mezzi termini che questo dilemma, visto alla luce di questi due versetti, dice a chiunque ascolti, veda e capisca:

La vita è per te e per gli altri ... L'amore è per te e per gli altri ... La dignità è per te e per gli altri ... È lo stesso per la pace, la gioia, la salute, il cibo, la scienza, i soldi, la libertà, la parola ... Tutto questo è per tutti.

Se lo comprendi e agisci di conseguenza, allora e solo allora la tua vita e quella di ogni essere umano diventeranno amore, dignità, gioia e serenità.

Sì, questo è per me l'aspetto luminoso e positivo di questo oscuro dilemma globale.

Qui, naturalmente, sta la grande difficoltà, al punto che può arrivare ai limiti dell'impossibile, per la stragrande maggioranza degli uomini. In effetti, in che cosa è sorprendente che i miliardi di persone lasciate indietro nel mondo dicano: dov'è la vita? Dov'è la speranza? Dov'è la gioia? O… ? O… ? O dov'è Dio?

Sì, questa è la nostra condizione pietosa in tutto il mondo.

Si può immaginare l'esistenza di poche centinaia di milioni, esclusivamente occidentali, sui sette miliardi che riempiono la terra, oltre a poche centinaia di "arricchiti occidentalizzati", provenienti da paesi sottosviluppati? Essi sembrano ignorare completamente, nel concreto della loro vita e delle loro relazioni, la verità della morte, in tutto ciò che questa verità possiede come esigenze capaci di indirizzare gli uomini a condurre una vita di rettitudine, con i loro fratelli umani e con Dio, sulla terra e nell'eternità? Sono arrivatii a condurre uno stile di vita che suggerisce che Dio è davvero morto per loro - nonostante alcune manifestazioni di religiosità nell'uno o nell'altro - e che saranno soli a vivere eternamente sulla terra. Per questo si permettono, consciamente o inconsciamente, di attaccare ogni legittimità e ogni valore, e calpestano tutti gli uomini, tutti i popoli, tutta la natura, senza mai accontentarsi!

Oggi è diventato evidente che il mondo è diviso in due parti, una, numericamente piccola ma di illimitata prepotenza, l'altra, composta dalla stragrande maggioranza della popolazione mondiale, che prova con tutta la sua forza a resistere, per assicurarsi un minimo di vita accettabile.

Quanto a noi, in Siria, lo siamo stati in verità, per più di nove anni, e rimaniamo al centro di questo combattimento cosmico. Abbiamo difeso la sopravvivenza, non solo della Siria, ma di tutta l'umanità. Poi è arrivato il giorno benedetto in cui, nel cuore dell'inferno dei combattimenti, si è formato un fronte di resistenza mondiale, che raggruppava Russia, Cina, Iran e Hezbollah libanese, oltre ad alcuni piccoli Paesi. La Siria è al centro di questo fronte, a causa della sua situazione e della sua leggendaria resistenza.

Ecco perché, in mezzo a questo dilemma del CoronaVirus, dico spontaneamente, senza alcuna affettazione:  Benedetto il giorno in cui, grazie al CoronaVirus, tutti gli uomini, dai "più forte" al "più debole", dal "più ricco" al "più povero", stanno tremando, nei loro "palazzi", o nelle loro immense "haciendas", o nelle loro "case", oppure nei loro bassifondi, o sotto i ponti dei fiumi, o alle fermate delle metropolitane, nelle città dell'Europa, degli Stati Uniti, del Canada, dell'Australia, o nella più totale miseria, ridiventati così tutti uguali nella paura della morte.

D'ora in poi, questa nuova realtà è davvero un evento che non può essere ignorato, e che richiede al mondo intero di farne una linea di demarcazione, a livello di tutta l'umanità, tra presente e futuro, prima che sia troppo tardi.

È evidente che oggi il mondo intero si trova di fronte a un bivio e a un dilemma, e quindi di fronte a una scelta: o è un avvio rapido e onesto, per trovare un Ordine Internazionale Nuovo, che garantisca sicurezza e giustizia, e di conseguenza pace per tutti, oppure l'annientamento totale, prima o poi.

So, naturalmente, che tali parole provocheranno spontaneamente reazioni, che mi accusano di lasciarmi trasportare da sogni "impossibili". Non mancheranno di affermare che l'umanità ha affrontato problemi altrettanto gravi, che ne è uscita e che poi tutto si è ritrovato come in passato.

Questa obiezione può sembrare plausibile a prima vista; ma ignora la differenza essenziale tra la natura dell'attuale crisi del Covid19, e ciò che rischia di causare come nuove crisi, e la natura di tutte le crisi precedenti senza eccezioni.

È che oggi, la morte, presente e imminente, aleggia su tutti. Pone una doppia domanda, che condensa il destino dell'umanità attuale, e che non è mai stata posta da nessuna delle crisi precedenti. Eccola :

Noi umani, vogliamo che la nostra esistenza sulla terra sia limitata alla sola terra, in modo che i forti divorino i deboli all'infinito, o vogliamo tornare alla nostra ragione e al nostro Creatore, che sono il nostro supremo ricorso, per vivere sulla terra la vita che la nostra ragione ci impone, ed essere come Dio ci ha voluto: fratelli uguali in tutto, che cercano di ricostruire la nostra Terra, per piacere a Dio e per rendere felice ogni uomo?

Ora mi sembra che l'immensa Sapienza di Dio abbia preceduto le suppliche degli oppressi, incapaci di cambiare nulla alle loro condizioni. Ci ha sorpreso con un Evento straordinario, sfuggito a tutte le scienze umane. Voleva anche che Damasco fosse, fra tutte le città del mondo, il luogo privilegiato di questo sacro Evento.

Da parte mia, vedo un legame segreto ma reale tra, da un lato, questo straordinario Evento religioso, e la guerra infernale intrapresa contro la Siria, e, dall'altro, l'attuale crisi provocata dal Virus.

All'epoca nessuno, al di fuori dell'amministrazione americana, poteva immaginare la portata di ciò che era stato pianificato contro Damasco, e a partire da Damasco, contro il mondo arabo, infine contro il mondo intero. Lo potevano sapere solo quelli che si nascondevano dietro ciò che pubblicava un articolo di 12 pagine, dal titolo: "Strategie d'Israele negli anni 80" , firmato dallo stratega Oded Yinon nel numero del febbraio 1982 di una rivista israeliana, che porta il nome di "Kévonim" (che significa "orientamento"), e che era diffusa a Gerusalemme.

È necessario ricordare quanto è accaduto da quel giorno, nella realizzazione di questo Piano dichiarato alla luce del sole, a livello dell'intera regione, oltre a quanto già realizzato, ed ancora in corso in Palestina, dalla decisione di spartizione del 1947?

Per quanto riguarda questo Evento religioso, meglio conosciuto con il nome di ʺSoufaniehʺ, è avvenuto negli ultimi giorni di novembre 1982, pochi mesi dopo l'articolo della rivista ʺKévonimʺ.

È per caso?

Pongo questa domanda ʺspontaneaʺ, con la certezza di chi sa che i molteplici aspetti di questo insolito Evento religioso, confermano uno straordinario intervento divino, con dimensioni religiose globali, che ha finito per imporre la sua presenza in quasi tutte le chiese del mondo, soprattutto in Vaticano. Tutti gli scienziati, medici e teologi, che arrivarono pieni di dubbi e alcuni di confutazioni, finirono per adottarlo, insegnandolo anche nelle università, in Germania, in Francia e negli Stati Uniti, difendendolo nei loro scritti, riconoscendone l'autenticità, l'importanza e la delicata puntualità.

Coloro che hanno seguito questo Evento hanno avuto, partendo dall'unità dei molteplici aspetti di questo Evento, l'assoluta convinzione, durante i tanti anni che hanno preceduto la guerra e durante questa guerra, nonostante il suo orrore e la sua durata, che in Siria non eravamo soli ad affrontare quasi il mondo intero, in tutto ciò che aveva di malizia demoniaca, di intelligenza progettuale, di scienza omicida, di armi mostruose, di denaro corruttore e di esseri umani che ci erano stati inviati a centinaia di migliaia, da diverse regioni e carceri di tutto il mondo dopo essere stati proditoriamente privati di ciò che fa un uomo: la ragione!

Sì, lo dico senza ombra di dubbio: in Siria avevamo la prova assoluta che non eravamo soli. Dio era con noi, quando i capi dell'Occidente e tutti i loro servi ribadivano, ebbri di certezza, che la caduta della Siria era imminente, da un giorno all'altro.

Quanto a noi, figli di Soufanieh - tale è il nome del modesto quartiere dove si sono verificati questi fatti straordinari - la nostra certezza della Presenza di Dio in mezzo a noi, poggiava sulla successione di questi fatti stessi, e più particolarmente sui messaggi celesti, che la Vergine ha trasmesso per la prima volta dalla notte del 18/12/1982, e che Cristo ci ha consegnato, dal pomeriggio di giovedì 31/5/1984.

Rimanendo nei limiti del mio argomento, lascio da parte la posizione delle persone a Damasco e altrove, di fronte a questo Evento. Mi attengo ad alcuni dei suoi messaggi, che hanno radicato in noi la certezza della presenza del Cielo con tutti i suoi figli di Siria. Ma trovo utile segnalare una cosa importante, particolare di questo Evento. Con questo intendo il fatto che la Beata Vergine e Cristo, durante questo Evento, hanno usato la lingua araba. E questa è la prima volta nella storia.

Quanto a questi messaggi, mi limito a quelli più importanti che toccano il nostro argomento.

La notte del 18/12/1982, la Beata Vergine iniziò così il suo primo messaggio:

" Figli miei, ricordatevi di Dio, perché Dio è con noi ... "

La mattina di venerdì 11/4/1983 la Beata Vergine disse anche, ma in Arabo dialettale:

“… Il mio cuore era consumato per il mio Figlio Unigenito. Non si esaurirà su tutti i miei figli. ... "

Devo ammettere che in questo giorno abbiamo capito, soffocati dall'angoscia, che qualcosa di terribile si stava preparando contro la Siria e che ciò avrebbe ucciso, come è stato ucciso suo Figlio, un gran numero tra di noi, ma non tutti! Ed ecco, nel suo messaggio abbagliante, Ella proclamava l'uguaglianza tra suo figlio Gesù e coloro che considerava suoi figli, in Siria, quelli che la considerano come loro Madre.

Quel giorno abbiamo avuto la certezza che stavamo camminando verso una prova molto grande, ma che l'avremmo vinta, grazie a Dio, nonostante essa ci sarebbe costata un dolore lancinante, e ad un prezzo altissimo.

Va sottolineato che la Beata Vergine è già apparsa in molti luoghi del mondo, e che ha consegnato lì, nella lingua locale, messaggi importanti, ma che hanno sempre chiamato gli uomini a tornare a Dio, ad amare gli altri, oltre che alla preghiera. Ma non notiamo in nessuna delle sue numerose apparizioni, riconosciute dalle Chiese, sia cattoliche che ortodosse, che abbia pronunciato qualcosa che si avvicina a ciò che ha consegnato in quel breve messaggio a Damasco.

Passammo cinque mesi in preghiera. All'improvviso avvenne la prima manifestazione di Cristo, durante la quale Egli disse in arabo letterario:

Io sono l'Inizio e la Fine.
Sono la Verità, la Libertà e la Pace.
La mia Pace vi do. ... "

Un messaggio del genere ha bisogno di una spiegazione?

Poi i messaggi di Cristo si sono susseguiti, densi e forti, fino al Sabato Santo, 10/4/2004, dove ci ha detto, davanti a un imponente gruppo di medici, teologi e giornalisti, convenuti da tutto il mondo:

"Il mio ultimo Comandamento per voi:
Tornate tutti a casa vostra,
ma portate l'Oriente nei vostri cuori.
Da qui è scaturita di nuovo una luce,
di cui voi siete l'irraggiamento,
per un mondo sedotto dalla materia, dalla sensualità e dalla celebrità, al punto che ha quasi perso i suoi valori.
Quanto a voi,
salvaguardate la vostra orientalità.
Non permettete che la vostra volontà, la vostra libertà e la vostra fede siano alienate, in questo Oriente. "

Sette anni dopo, scoppiò questa orribile guerra.

Tuttavia, dichiaro davanti a Dio e al mondo intero, senza alcuna esitazione ma con l'umiltà del credente:

Eravamo tutti, figli di Soufanieh, perfettamente in pace, di fronte agli orrori che si stavano commettendo, anche se schiacciati dalle sofferenze e dal dolore.

Fu allora, il Giovedì Santo della Settimana Santa, il 17/4/2014, che era il giorno della Festa Nazionale in Siria, che Cristo ci ha consegnato questo messaggio inaspettato:

"Le ferite che hanno sanguinato su questa terra,
sono proprio le stesse che sono nel mio corpo.
Perché la causa e l'autore sono gli stessi.
Ma state certi che il loro destino somiglia a quello di Giuda stesso."

Per duemila anni Cristo non aveva mai usato un linguaggio come questo, né vicino né lontano.

In questo giorno, la nostra serenità raggiunse dentro di noi i limiti dell'impossibile.

Perché colui che parla al mondo in generale, e ai Siriani in particolare, è Cristo Gesù, Figlio della Siria. E Cristo intende esattamente sempre quello che dice. Le Sue parole ci hanno ricordato ciò che disse ai suoi discepoli poche ore prima della sua crocifissione:

Abbiate fiducia: Io ho vinto il mondo! "

Anche qui chiedo: queste parole hanno bisogno di una spiegazione?

Queste parole di Cristo, non significano forse che il mondo è in cammino verso una nuova fase, come quella che ha accompagnato la Sua crocifissione, la Sua morte e che ha seguito la Sua risurrezione?

Non è questo il significato delle Sue ultime parole:

"Ma state certi che il loro destino somiglia a quello di Giuda"?

Sì, fatemi finire.

Dalla Siria, io annuncio ai governanti del mondo che il loro destino è in via di sparire, proprio come il destino di Giuda.

Non ci sono, in quanto sta accadendo a livello mondiale, a causa del Coronavirus, i segni premonitori dell'ascesa di un nuovo mondo?

Ecco questo Occidente, armato di armi finanche nello spazio, annegato nei mari rossi della moneta delle armi, posseduto dalla follia di un'egemonia totale sul mondo, che crolla davanti alla sua scandalosa incapacità medica, in alcuni dei suoi Paesi più influenti, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, ad affrontare un virus che sta decimando i suoi figli a migliaia. Dall'altra parte, i paesi "maledetti", come Cina, Russia e Cuba, stanno affrontando questo virus, sconfiggendolo e correndo in aiuto di questi stessi occidentali dominatori.

Sì, sorgerà inevitabilmente un nuovo ordine mondiale, come risultato dell'epidemia di Coronavirus in espansione, e cambierà totalmente il corso di tutta l'umanità, per porre fine a una precedente ingiustizia e risparmiarsi la catastrofe atomica in divenire.

Certamente non c'è altra scelta per l'umanità oggi, se non la ʺResurrezioneʺ di un ordine mondiale nuovo, che ha avuto inizio con la crocifissione della Siria, e che nulla può fermare la luce della Sua Resurrezione su tutta la Terra.

Padre Elias Zahlaoui

Damasco, 25/03/2020