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lunedì 22 settembre 2014

La vera ragione della guerra alla Siria : intervento del Vescovo Nazzaro

Il 16 settembre 2014, i capi delle Chiese del Medio Oriente, riunitisi a Ginevra, hanno fatto appello alle Nazioni Unite affinché vengano tutelate le minoranze in Iraq e in Siria, denunciando i «massacri e le atrocità, insieme ai crimini contro l'umanità» commessi dallo Stato islamico che «sta rovinando l’intero sistema dei diritti umani».
Qui il testo dell'intervento di Monsignor Giuseppe Nazzaro , Vicario Apostolico emerito di Aleppo , relativo alla situazione siriana




Sulla guerra in Siria è stato detto e scritto molto, anzi moltissimo. Mai nessuno, a mio avviso, ha detto o scritto circa il perché di questa guerra fratricida. Sono stati gettati fiumi di inchiostro dicendo che si doveva 'eliminare un dittatore', il che, sempre a mio avviso, è tutto da provare, perché, guardandomi attorno onestamente, faccio molta fatica a trovare nello scacchiere medio orientale un paese dove non esista dittatura. Chiamateli con tutti i nomi che volete e, alla fine, siete costretti ad ammettere che, in quello scacchiere, tutti a modo loro sono dei dittatori.
La ragione di questa guerra è da ricercarsi nell’interpretazione della legge predominante in quei paesi. Il Signor Bashar El Assad aveva instaurato nel suo paese un governo a carattere laico, che è in netto contrasto con il sistema di quelle regioni.
Una guerra la si fa almeno per due motivi: difensiva od offensiva. In Siria non è stato così perché il paese viveva in pace, il progresso economico era in continuo aumento, il rispetto dei valori umani esisteva. Certo, vi saranno anche state cose che forse sfuggono ad un comune schema sociale-politico, ma in quale paese di questo mondo tutto fila liscio come l’olio? Ogni paese ha i propri scheletri nascosti. È inutile proclamarsi fautori di 'libertà' e di tante belle cose che si attribuiscono a questo termine e che, nella maggior parte dei casi, stridono col profondo senso della libertà stessa.
La guerra in Siria è stata iniziata, sostenuta e finanziata, non in nome di una libertà che, proprio con la guerra, è stata tolta al paese ed ai suoi cittadini; non in nome di un benessere che già esisteva e si espandeva continuamente. Guardiamo per esempio: quante sono state le fabbriche saccheggiate dei loro macchinari dalla regione di Aleppo e trasportate in Turchia, e non dai padroni siriani perché magari volevano evadere le tasse locali, come avviene altrove. (Le stime parlano di circa 2.000 fabbriche saccheggiate e svuotate dei propri macchinari). Il turismo era in continuo aumento, sia quello religioso che veniva per scoprire, conoscere e venerare le vestigia del primo cristianesimo, sia il semplice turismo a carattere culturale o, se vogliamo, di curiosità, per conoscere altri popoli, usi e costume locali ecc…. La guerra in Siria ha avuto ed ha un solo scopo: il commercio di armi per l’Occidente e  l' ideologia religiosa per i fautori locali. E così siamo finiti nelle mani di un terrorismo di carattere internazionale, ma sempre pagato e sostenuto da chi ha soffiato sul fuoco della cosiddetta 'dittatura' (gli stessi terroristi hanno fatto il nome dei paesi medio orientali che li finanziavano), dei cosiddetti 'diritti umani' e tutti hanno seguito questo coro. 
Nessuno s’è posto il problema: ma questi che puntano il dito contro la Siria con la scusa che è governata da una dittatura, che non rispetta i diritti umani, chi sono?: come governano i loro paesi, presso di loro i diritti umani sono rispettati? Un attimo di riflessione signore e signori, è d’obbligo! Questi che puntano il dito contro la Siria ed il suo governo: cosa intendono per diritti umani? Veramente loro intendono i diritti umani di cui ci parla la “Carta delle Nazioni Unite?” Oppure, loro parlano di “diritti umani” che corrispondono soltanto al loro credo religioso?
La conseguenza di tutto ciò è che siamo caduti in mano a varie categorie di terroristi che si potrebbero semplicemente definire mercenari seminatori di morte. Perché la presenza di giovani occidentali in mezzo alle bande armate dell’ISIS non si può spiegare soltanto per le loro convinzioni religiose. Ormai è risaputo che nell’ISIS vi sono anche individui annoiati della vita in Occidente e che sotto l’effetto della droga vanno per il mondo a sperimentare altri stimoli alla loro bestialità. L’ISIS tagliando la testa ai malcapitati che non la pensano come loro, fornisce a questi sbandati un senso di ebbrezza.
L’Occidente s’è svegliato soltanto ora dal proprio letargo perché quei banditi hanno eseguito in diretta due decapitazioni di due occidentali. E le migliaia di morti degli ultimi due anni, appartenenti a qualsiasi credo religioso, compresi sunniti? perché "non erano abbastanza feroci da uccidere un loro fratello, non sono dei duri, quindi non meritano di vivere e noi li eliminiamo" ?
L’Occidente ha mai saputo che da due anni ISIS recluta ragazzini ed impartisce loro lezioni pratiche come si deve tagliare la testa ad un infedele? L’Occidente ha mai saputo che le mamme profughe in Giordania hanno venduto e vendono le proprie bambine agli sceicchi del golfo? Sono cose che accadono alla luce del giorno da qualche anno. Noi dinanzi a queste terribili situazioni rispondiamo con noncuranza: non ci interessa. E perché? perché non sono toccati i nostri interessi. I due decapitati che il mondo intero ha visto tramite la TV erano dei nostri; perciò, dobbiamo intervenire! Altrimenti che fine faremo? .. . E, tutti gli altri decapitati? Iniziando dai 120 poliziotti siriani che furono decapitati a Gisser Choughour il 2 giugno 2012? Chi sono? Cosa sono? Sono esseri umani come noi o noi li consideriamo semplicemente come animali che non hanno valore e non ci interessano? Non erano pure quelli uomini come noi? Perché abbiamo permesso tutto questo? Quale è stato il motivo? Il motivo è stato ed è sempre lo stesso: vendere armi, sfruttare i più deboli, portando via ciò che possiedono. Per fortuna non si riesce a portare via la loro dignità di uomini, di esseri umani, di creature figli di Dio.
L’assedio alla città di Aleppo, ha privato milioni di persone di acqua potabile per mesi, e questa situazione continua ancora oggi; lo sa l’Occidente che la maggior parte degli aleppini si disseta con acque inquinate o dai pozzi che esistono nelle moschee e nelle chiese. L’aver interrotto l’erogazione dell’elettricità, del gas da cucina, ha costretto gli aleppini a spogliare i loro bei giardini pubblici. Aleppo aveva degli splendidi giardini, oggi sono quasi tutti spogli di alberi, la gente li taglia per cuocere il cibo, per riscaldarsi d’inverno, il gasolio da riscaldamento non esiste più e se si trova costa enormemente e non tutti possono acquistarne.
Aleppo, una volta città opulenta per le sue fabbriche e per il suo commercio, oggi è prostrata, ridotta ad un cumulo di macerie. La gente è affamata. Gli unici che dispongono di qualche soldo sono coloro che ancora lavorano impiegati dal Governo, tutto il settore privato è morto.
Tutto ciò perché l’asino dal minareto tiene tutti sotto tiro. Chi si muove è passibile di morte.

Chi ha portato l’asino sul minareto conosce il modo per farlo scendere”.
È un proverbio della sapienza popolare orientale. Esso ci insegna che: l’uomo è capace di fare tante cose: le buone e le meno buone, e qualche volta, le seconde si trasformano in pessime.
Chi ha creato ISIS? Un personaggio che fino ad un paio d’anni addietro era l’incontrastato dominatore in Medio Oriente oggi ha il coraggio di scrivere che: purtroppo la creatura che abbiamo messo al mondo ci è sfuggita di mano e la dobbiamo combattere...   E chi aspettano a far scendere l’asino dal minareto? Questa persona col suo governo assieme agli sceicchi l’hanno fatto salire, che lo facciano scendere immediatamente, se vogliono realmente fare del bene all’umanità.
"Sì, l’asino deve scendere dal minareto, ma non saremo noi a farlo. Noi creeremo un' altra creatura che farà scendere l’asino".   Poveri illusi! Non si vuole comprendere che non siamo all’altezza di nulla. Siamo capaci soltanto di creare altri guai. Si vuol far credere al mondo che armando la cosiddetta opposizione moderata siriana, questa farà scendere l’asino dal minareto? Niente di più stupido. Anche un ragazzino comprende che ISIS fa tutto questo non solo per crearsi il proprio califfato, ma anche per spodestare il presidente Assad, e questo è l’obiettivo della cosiddetta opposizione al Regime (che la chiamiate opposizione moderata o fondamentalista, tutti vogliono la stessa cosa), e in conseguenza di tutto ciò avremo che le file di Isis si ingrosseranno anche degli ultimi arrivati, preparati ed armati da 40 Stati della cosiddetta Coalizione. 
(Eppure la storia del Medio Oriente degli ultimi 20 anni ci dovrebbe illuminare, perché già vi è stato qualche altro che ha creato un asino simile per combattere una sigla nella zona, ed ora questo asino combatte chi l’ha creato). Siamo troppo intelligenti per impegolarci in una guerriglia in Medio Oriente. Perciò, in barba a tutti gli appelli di persone di buona volontà e raziocinio, continuiamo ad armarli pur di star bene noi e sfruttare, poi, i poveri malcapitati che furbescamente abbiamo armati...

 + Giuseppe Nazzaro 




I leader religiosi del Medio Oriente alle Nazioni Unite

Traduzione del testo integrale dell’Appello presentato alle Nazioni Unite a Ginevra
Noi, Patriarchi e Vescovi delle Chiese del Medio Oriente, compreso l’Iraq e la Siria, invitati dalla Missione permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, siamo venuti a testimoniare la drammatica situazione di questi paesi, che colpisce le nostre comunità e l’intera popolazione.
Per quasi 2.000 anni, le comunità cristiane hanno vissuto nella zona con continuità. Ma ora, soprattutto in Iraq e in Siria, siamo il bersaglio dei criminali dello Stato islamico che ci perseguita “in nome di Dio” per il nostro credo religioso: una flagrante violazione del diritto fondamentale alla libertà religiosa. L’ideologia sulla quale lo Stato islamico giustifica la sua aggressività è fondamentalmente contraria ai diritti umani, perché conduce al genocidio, alla morte di persone innocenti, e ad altri abusi gravi.
Così, lo Stato islamico è una minaccia non solo per i cristiani e per gli altri gruppi etnici e religiosi, ma per l’intera società, in Medio Oriente, e verso tutta la comunità internazionale. Se non viene fermamente condannato ed efficacemente spazzato via, questa ideologia porterà alla rovina dell’intero sistema dei diritti umani, creando un pericoloso precedente di indifferenza per la protezione delle persone vulnerabili.
I massacri e le atrocità commesse dallo Stato Islamico in Iraq e Siria, che attualmente restano impuniti, costituiscono anche crimini contro l’umanità.
Di conseguenza, sulla base del diritto umanitario internazionale, la comunità internazionale ha il dovere di intervenire e la responsabilità di proteggere le comunità  e gli individui colpiti, come indicato nelle definizioni stabilite dall’Assemblea Generale nel corso degli ultimi anni. La responsabilità di proteggere si applica quando lo Stato – come è il caso dell’Iraq – non è in grado di proteggere i propri cittadini.
I cristiani in Iraq non dovrebbero essere privati ​​dei loro diritti in quanto comunità religiosa, come definito nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. I cristiani devono essere riconosciuti e trattati come cittadini uguali. Loro hanno il diritto di rimanere in sicurezza nel loro paese d’origine ed essere protetti dal loro governo secondo un sistema giuridico conforme ai Diritti dell’Uomo.
Chiediamo fortemente che sia fornito alle nostre comunità un sostegno umanitario, finanziario e sociale e sia garantita la loro sicurezza. È urgente, soprattutto con l’arrivo dell’inverno, che si garantisca un riparo per gli sfollati, insieme a delle adeguate condizioni di vita, ad appropriate cure mediche, e alla scolarizzazione per i bambini.
Se tali disposizioni sono necessarie e molto urgenti, il giusto ritorno di queste persone nelle loro case e nelle loro proprietà dovrebbe essere agevolato dalla comunità internazionale e garantito dall’azione delle Nazioni Unite, fino a quando le autorità nazionali potranno esercitare la loro responsabilità su tutto il territorio del paese.
La priorità è ora la necessità di sconfiggere lo Stato islamico e di ripristinare la possibilità di coesistenza pacifica, in cui la dignità e i diritti e i doveri di ogni cittadino siano applicati e rispettati.

Ginevra, 16 settembre 2014

S.B. Louis Raphael I Sako, Patriarca della Chiesa cattolica caldea
S.B. Ignace III Yousif Yunan, Patriarca della Chiesa siro-cattolica d’Antiochia
S.E. mons. Nicodemo Daoud Sharaf, Arcivescovo di Mosul (Chiesa siro-ortodossa d’Antiochia e di tutto l’Oriente)
S.E. Ignazio Alhoshi, Metropolita di Francia e dell’Europa meridionale e occidentale (Arcidiocesi di Francia ortodossa d’Antiochia, Chiesa greco-ortodossa)
Mons. Cyrille Salim Bustros, Arcivescovo di Beirut (Chiesa melkita greco-cattolica)
S.E. Anba Louka E-Baramoussi, Arcivescovo della Svizzera occidentale e della Francia meridionale (Chiesa copto-ortodossa)
S.E. Giuseppe Nazzaro, Custode di Terra Santa emerito, vicario apostolico emerito di Aleppo (Chiesa cattolica romana)
Mons. Ghossan Aljanian, Luogotenente della diocesi della Svizzera (Chiesa armena ortodossa)

Traduzione italiana del Patriarcato latino di Gerusalemme

Fonte: Radio Vaticana

giovedì 21 agosto 2014

Alziamo al Cielo la nostra voce: 7 settembre per la Siria



Cari amici,


mancano soltanto pochi giorni per la commemorazione del primo anniversario di quella fatidica e storica giornata di preghiera mondiale indetta dal nostro Padre Francesco.

Quel giorno memorabile è servito certamente a scongiurare una guerra di invasione che poteva rivelarsi una catastrofe mondiale. Vi erano parecchi interessi in gioco,  non tutti avrebbero accettato di far tacere le proprie armi permettendo di fare scempio di quello che restava ancora in piedi nella nostra amata terra siriana: patria del cristianesimo nascente in cui si radicò e si sviluppò e da qui poi si propagò nel mondo intero.

La preghiera voluta dal Padre di tutti, alla quale aderirono uomini e donne di ogni religione, evitò la guerra. L'effetto immediato di quell'accorato appello al Padre celeste ed alla Beata Vergine Maria, probabilmente ci ha illusi. Difatti, sempre meno i mass media ci parlano della tragedia del popolo siriano, specialmente dei nostri fratelli di fede, e delle città costrette a vivere sotto assedio, di popolazioni che per mesi non hanno acqua, non hanno energia elettrica, perchè i nemici di ogni civiltà e diritto umano hanno interrotto le erogazioni, hanno fatto saltare le condotte, l'acqua è inquinata, molta gente è finita in ormai fatiscenti ospedali che, costretti a subire un embargo, non dispongono più di materiale sanitario. 
Immaginate voi una città di oltre tre milioni di abitanti come Aleppo, come è stata ridotta. Ai mass media tutto questo non dice più nulla. Si danno le notizie che fanno scalpore al momento, poi anche quelle si lasciano cadere nel silenzio. 
Noi non possiamo restare muti, diventando così conniventi, dinanzi a quanto laggiù sta accadendo. 
Ci si era illusi, dopo quella giornata di preghiera, che tutto fosse finito. Invece, quel grido non ha fatto altro che far aumentare l'odio vendicativo contro tutti coloro che aspiravano ed aspirano ad una pace e ad una condivisione umana e civile. 
Invece no! le bande armate nere hanno iniziato a mettere in pratica ciò che hanno sempre minacciato di fare: tutti devono seguire il loro credo infarcito di rivendicazioni fanatiche, di astio e odio contro tutto e tutti. Da qui, genocidi, massacri di inermi, soprattutto di donne e bambini. 
Dinanzi a questa recrudescenza inaudita di odio, soprattutto contro gli innocenti e gli inermi soltanto perchè non sono del loro stesso credo, ho dovuto ricredermi. Questa volta non sono più i belligeranti che si fanno schermo degli innocenti, abbiamo a che fare con gente che al posto del cuore porta un masso di granito. Non si fermano neppure dinanzi alle cose più sacre, tutto ammantato come volontà di Dio clemente e misericordioso, come essi lo invocano iniziando qualsiasi azione.

 Cari amici, il 7 settembre si avvicina e forse neppure ce ne stiamo rendendo conto. Invece non possiamo far cadere nell'oblio questa data, storica per noi figli di Dio che vogliamo realmente che la Misericordia del Padre celeste getti uno sguardo su tutti coloro che stanno soffrendo nello spirito e nel corpo. 
Che Dio Padre abbia misericordia di quanti sono stati uccisi a causa del Vangelo o, semplicemente, perchè non condividevano e non condividono lo stesso credo dei loro persecutori.
Alziamo al Cielo la nostra voce perchè dia forza e coraggio a quanti ancora si trovano nel pericolo di perdere la vita, i beni materiali, la loro terra ... 
Alziamo al Cielo la nostra voce perchè il Padre di misericordia e di bontà getti uno sguardo su coloro che, in suo nome, si sono dichiarati carnefici dei propri fratelli ed abbia pietà anche di loro, perchè "non sanno quello che fanno".

Uniamo i nostri sforzi a quelli di quel gruppo di persone di buona volontà che si propongono la creazione di un movimento per la pace in Siria e che non vogliono che la giornata del 7 settembre di quest'anno 2014 passi sotto silenzio, affinchè il seme gettato dal Padre Francesco l'anno scorso, allora accolto con entusiasmo ed amore, provochi quest'anno lo stesso entusiasmo dandoci i frutti che noi tutti ci auguriamo: Amore, Pace e Fratellanza nel Signore Gesù e nella Vergine Maria. 
Siano Loro a benedirci tutti senza alcuna distinzione.  

Padre Giuseppe Nazzaro ofm, Vicario Apostolico emerito di Aleppo 



“Sconfitta anche la preghiera?" No, rinnoviamo il gesto di pace del 7 settembre scorso


QUI IL MATERIALE E LA PROPOSTA DI PREGHIERA DEL 7 SETTEMBRE

http://oraprosiria.blogspot.it/p/blog-page_2.html

http://www.undicesimaora.net/BLOG/Coordinamento%20Nazionale%20per%20la%20Pace%20in%20Siria.pdf

sabato 10 maggio 2014

Un grido dal cuore di Aleppo

" Bisogna che tu dica..."

Il popolo di Aleppo ripete le parole di Cristo sulla Croce: "Ho sete..." 

Mercoledì, 30 aprile :

" L'elettricità è finalmente tornata ad Aleppo . Ho potuto caricare il telefono e raggiungere  i nostri figli per rassicurarli . Siamo vivi ! Ma per quanto tempo ? Si dovrebbe chiederlo a tutti coloro che speculano sulle nostre spalle,  per non dire sui nostri cadaveri ! Inoltre, da dove siamo, vediamo il cortile dell’ospedale “ al-... " [ Intenzionalmente oscurato ] ... mucchi di cadaveri ... civili e anche soldati apparentemente. Non possiamo nemmeno attraversare la strada per vedere di chi si tratta.

Per quanto riguarda l'acqua , evviva , un filo ! Passo sopra i dettagli delle sfide che mi sono prefissata per cavarmi l’ idea che "loro" alla fine riusciranno a farmi vivere in una casa sporca ... mi dico che le nostre nonne conoscevano questa miseria ... salvo che loro disponevano di  bacinelle adatte all'età della pietra ... e soprattutto l’olio . Settecento lire siriane al litro ! Centocinquanta  £ un mazzo di prezzemolo ... Andiamo , passo così sulla lista della spesa .

Chi ? Ma i profittatori di guerra naturalmente. E ' bella la  rivoluzione!  Trabocca di fantasia un rivoluzionario !  La loro ultima scoperta : organizzarsi  per vendere uno stock incredibile di "generatori " ad un prezzo fissato sulla testa del cliente;  questo spiega ... penso che tu mi capisci .

Sì , l'ultima volta che ho parlato con te , ho concluso su una nota di speranza [ * ] . Ma oggi , devo confessarti che dopo aver vissuto gli orrori delle ultime due settimane , abbiamo sicuramente la sensazione che Aleppo è abbandonata ... E’ forse ingiusto parlare di abbandono quando tanti dei nostri soldati sono caduti . Rimane tuttavia che Aleppo è " sgranocchiata " . Noi lo vediamo bene!

Ma io non ti chiamo per questo . Volevo dirti che ti leggo . No ... non hai tradito né le mie parole né il mio pensiero . Pensi che la gente ti leggerà ? Cosa si può fare ? Qui , nessuno si aspetta di essere ascoltato. Più nessuno pensa di risvegliare le coscienze . Anche i nostri media , quando riusciamo ad ascoltarli , non rispecchiano la realtà delle tragedie che ci uccidono . Vien da chiedersi se sono consapevoli del fatto che nelle ultime due settimane è la " m .... " !
Mio Dio ! Hai sentito ? Un rumore terribile ... " .

Comunicazione interrotta... Niente da fare! E poi infine, va, poi taglia, poi riprende: 

"Non preoccuparti ... solo le finestre! E’ stata una granata. Dico granata, mentre io non so cosa  veramente fosse. L'esplosione ha scosso tutti gli edifici del quartiere. E continua ...

Ho sentito che ci sono persone colpite nella nostra strada. Ciò significa che, entro  cinque minuti, vedremo arrivare i taxi gialli trasformati in  ambulanze per l'occasione ; le cabine servono per il trasporto  dei feriti ; i cofani sono riservati ai cadaveri senza vita . Si dirigeranno agli ospedali , almeno quello che ne è rimasto, per essere curati o identificati dai loro parenti ... un'ultima volta per tutte .


Le notizie che ci arrivano si riassumono nel  dire che nessuna soluzione si profila all’orizzonte . Aleppo è un disastro , e ora ecco che ci viene predetto che nei prossimi giorni sarà peggio! Ci viene detto che Erdogan ha deciso di demolire la Cittadella per rialzare il morale delle sue truppe di  sanguinari ... Dopo la conferma della tenuta delle  presidenziali alla data prevista , sembra che egli sia riuscito ad aprire tutte le porte dell’ inferno . Gira una voce che il nostro esercito è determinato a finirla , che non è lontano e che si mette male più che mai . Quindi, ci si consiglia di prepararci. Prepararci?!?

Giovedì, 1 maggio:

"L'elettricità è tagliata di nuovo, e quindi niente acqua, in quanto è necessaria per  pompare. "Loro" stanno giungendo al loro scopo ... Siamo circondati!
No, non siamo armati. Difenderci? Contro dei cecchini? Contro mine sotterranee che esplodono ovunque? Contro  bombe che polverizzano  interi edifici? La prova che Erdogan e la sua banda intendono entrare in Aleppo svuotata dei suoi abitanti. Sì ... ne siamo convinti. D’altro canto, tutti coloro che potevano andarsene se ne sono andati . Dove? Alcuni ancora in direzione di Latakia, ma la maggioranza va in Libano e in Turchia. Sì ... in Turchia. Potete immaginare!

Tu puoi  capire che ormai il nostro unico modo per difenderci è la preghiera, lo sprezzo del pericolo, così come il disprezzo per questo avido Occidente che ci gioca la sua partizione umanitaria?

Bisogna che tu dica tutto il disgusto che i vostri dirigenti  ci ispirano, essendo l’ "errore" dei nostri non aver immaginato fino a che punto essi avrebbero potuto dimostrare ancora la loro infamia ; infamia, senz’altro più elegante e sofisticata di quella di Erdogan e dei despoti ignoranti dei paesi del Golfo, ma comunque infamia inconcepibile !

Bisogna che tu dica ai vostri "diritto-umanitaristi" corrotti e che si presentano come  "liberatori" del popolo siriano , che oggi grazie alla loro preoccupazione ignobile tutti i civili siriani hanno uguali diritti sotto le bombe ! Tutti i civili : Mohamad,  suo cugino  Hussein, e suo fratello Georges, non  dispiacciano loro ! essi saranno senz’altro felici di sapere che le vittime nelle zone "controllate dal regime" sono per il 99 % popolazione civile; vittime innocenti che, se fossero cadute nelle zone apparentemente " liberate dai ribelli " avrebbero attirato l' attenzione dei vostri media bugiardi che accusano  "il regime di accanirsi , per via aerea , sui suoi cittadini innocenti ".

Bisogna che tu dica che i loro cosiddetti "ribelli" non sprecano il loro tempo e fanno  il massimo uso delle elargizioni di questo Occidente che passa sotto silenzio i loro misfatti, e i propri!

   Abbiamo bisogno che tu dica ... ".
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No ... non posso dirti che la gente mi legge. Sono così pochi in grado di sfuggire alla doxa dominante. E se mi leggono, ciò è probabilmente con la punta degli occhi e la mente altrove! Ma ti prometto, lo dirò. Abbi cura di te e dei tuoi! E perdonami  per non essere in grado di fare nulla ... 

Mouna Alno-Nakhal
1 maggio, 2014 

http://www.mondialisation.ca/cri-du-coeur-dalep-temoignage-il-faut-que-tu-dises/5380236




9 Maggio  
Un crimine contro  l'umanità è in corso ad ALEPPO : 

per il quinto giorno consecutivo, l'acqua è tagliata in Aleppo.

L'estate scorsa, Aleppo ha subito un blocco completo di persone e merci per settimane e nessuno ha detto niente.

Il mese scorso, Aleppo ha subito un taglio di elettricità per 11 giorni consecutivi e nessuno ha protestato.
E ora, 'loro'  hanno tagliato l'acqua per 5 giorni e voi state zitti!
Una città di 2,5 o 3 milioni di abitanti privi di acqua per 5 giorni e voi non scendete per le strade!
Quelli che sanno e che non protestano sono complici di questo crimine. Per molto meno, avete manifestato,  gridato la vostra rabbia, scritto sui forum, avete fatto reportages e chiesto le sanzioni.
Per meno di questo, i vostri ministri degli affari esteri e i vostri presidenti hanno alzato la voce, hanno fatto riunioni, hanno sostenuto le sanzioni, hanno minacciato di accusare davanti alla Corte penale internazionale.
Ma per loro e per voi, le vittime sono i colpevoli; in quanto al  popolo di Aleppo che soffre la sete, non è un fatto vostro.
Il vostro atteggiamento è una vergogna.
Voi dovreste essere perseguiti per crimini di guerra e contro l'umanità per complicità passiva. 

Nabil Antaki, volontario Marista di Aleppo 


Esplosione distrugge albergo di Aleppo.  Ginevra, conferenza delle Chiese cristiane di Siria




Radio Vaticana , 8 maggio 2014

Il Fronte Islamico ha fatto esplodere ieri il famoso hotel Carlton ad Aleppo, provocando 14 morti tra i soldati e i miliziani pro-regime. Ma secondo altre fonti, i morti sarebbero molti di più: almeno 40. La città è spaccata in due: il sud controllato dai lealisti, mentre i ribelli sono asserragliati nel nord. E intanto ieri a Homs si è conclusa anche l’evacuazione degli ultimi ribelli che, dopo aver firmato un accordo con il regime, hanno lasciato la città. Secondo l’Osservatorio Siriano per i diritti umani, tuttavia, alcuni gruppi islamisti che non facevano parte dell’accordo con il regime, hanno ostacolato l’evacuazione, cercando di limitare l’ingresso dei viveri a Zahra e Nabul, due villaggi controllati dai ribelli....

Intanto a Ginevra prende il via stasera la conferenza internazionale dal titolo: “I cristiani in Siria, la sfida di parlare con una sola voce”. All’evento prendono parte rappresentati delle comunità cristiane del Paese, per portare la loro testimonianza sulle sofferenze delle comunità locali, dopo oltre tre anni di guerra. Presenti ai lavori, esponenti delle Chiese greco ortodossa, siriaco ortodossa, greco melkita e cattolica, oltre all'osservatore permanente della Santa Sede presso l'Ufficio Onu della città elvetica, mons. Silvano Maria Tomasi. L’incontro è organizzato, tra gli altri, dal Consiglio mondiale dei Siri e dal Centro cattolico di studi di Ginevra. Durante la sessione di domani, in cui una delegazione incontrerà pure una rappresentanza delle Nazioni Unite, i partecipanti elaboreranno un documento per una comune strategia volta a invocare pace e stabilità in Siria. 

Ad intervenire, anche l’arcivescovo Dionysius Jean Kawak, responsabile dell’ufficio patriarcale a Damasco della Chiesa siriaco ortodossa. Giada Aquilino lo ha intervistato:RealAudioMP3 

R. - Non mi piace parlare soltanto della situazione dei cristiani. Tutti in Siria, inclusi i cristiani, stanno soffrendo per la situazione di poca stabilità del Paese. Comunque, non posso negare che i cristiani stiano soffrendo un po’ di più, perché sono una minoranza. E non posso negare che stiano soffrendo perché c’è un aumento dell’estremismo islamico. 
Maalula, Kessab, Homs sono città dove c’è una presenza cristiana e sono state attaccate proprio per questo motivo. 
Nei giorni scorsi, i radicali prima di ritirarsi dalla città di Homs hanno bruciato una delle più antiche chiese cristiane, la chiesa della Vergine Madre della Cintura, la cattedrale siro-ortodossa.




D. – Queste violenze colpiscono dunque tutte le comunità, indistintamente?

R. - Tutte le comunità, tutta la gente della Siria, tutto il popolo siriano. Stanno soffrendo tutti. Per questo è importante chiedere alla comunità internazionale di intervenire, ma non mandando armi: noi non vogliamo più armi per la Siria, vogliamo un altro tipo di aiuto.

D. – Di quale aiuto avete bisogno?

R. - Aiutare a metterci d’accordo per parlare e dialogare. Ci sono sempre altri mezzi, ha detto Papa Francesco, per ristabilire la pace.

D. - La via della pace, allora, per dove può passare?

R. - Attraverso il popolo siriano. L’intervento internazionale deve essere diretto ad aiutarci a sedere intorno ad una tavola rotonda, senza però intervenire nel nostro destino e nel dialogo. Deve solo aiutarci a far dialogare le due parti, i ribelli ed il governo.
D. - Quanto è importante in questo momento il dialogo ecumenico, ma anche interreligioso per il futuro della Siria?

R. - Penso che in Siria non abbiamo avuto questo problema interreligioso: la Siria è stata sempre conosciuta per la coesistenza. Mi sembra ci sia qualcuno al di fuori della Siria che ha tentato di rovinare questo modo di vivere insieme. Perciò è necessario sedere ancora insieme e promuovere il dialogo interreligioso. 

D. - Qual è il messaggio che porta alla conferenza di Ginevra per il futuro della Siria?

R. - Parlerò tra l’altro dei diritti delle minoranze, cercherò di richiamare l’attenzione sul fatto che la comunità cristiana sta diminuendo molto: prima si parlava del 10% - circa due milioni di persone - adesso è un po’ difficile dire quanti sono i cristiani, forse un terzo. Al termine del mio intervento chiederò alla comunità internazionale di aiutarci appunto nel dialogo, ma anche dal punto di vista umanitario. Dobbiamo aiutare coloro che si trovano fuori dalla Siria, ma anche coloro che si trovano all’interno del Paese, specialmente i cristiani: perché se non aiutiamo coloro che si trovano all’interno, forse cercheranno un modo per uscire.




All’appuntamento di Ginevra prende parte anche mons. Giuseppe Nazzaro, già vicario apostolico di Aleppo. 
Al microfono, parla della situazione dei cristiani siriani oggi:RealAudioMP3 



R. – E’ gente che ormai non ha più nulla, gente che ha perso tutto, a cui restano solo le lacrime per piangere. E’ questa la situazione che posso testimoniare. Se si aggiunge poi ciò che succede quotidianamente… bombe, missili che cadono, tutti che sparano, nessuno che tiene conto del fatto che così si porta distruzione e morte.

D. – Lei conosce bene Aleppo: questa mattina c’è stata una potente esplosione che ha distrutto un albergo nella città vecchia. Queste continue esplosioni, questi attacchi cosa provocano tra la gente, oltre alla violenza e al dolore?

R. – Provocano panico e voglia di scappar via: ma dove possono scappare? Ormai la gente non ha più nulla, non ha più neanche i mezzi per poter fuggire: le strade sono chiuse. Si cerca di sopravvivere! E chi riesce a sopravvivere, si affida alla Provvidenza per poter campare. Purtroppo non sempre si pensa a questi fratelli che soffrono e questo per me è il peccato più grande dell’Occidente. La gente soffre, la gente muore e noi continuiamo a vendere armi, continuiamo a distribuire armi, da una parte e dall’altra. 

D. – Le violenze in corso in Siria colpiscono poi indistintamente tutte le comunità…

R. – Sì, tutte le comunità. Non possiamo dire che siano soltanto i cristiani a soffrire: una bomba cade su tutto. E queste bombe, dove cadono, portano morte e distruzione. 

D. – Qual è l’appello della Chiesa cristiana di Siria?

R. – L’appello della Chiesa cristiana di Siria è che tutti quelli che sono costituiti in qualsiasi modo in responsabilità gridino contro lo scempio che sta succedendo in Siria. 

D. – Il Papa, più volte, ha pregato per la Siria e ha voluto una giornata di preghiera e digiuno nel settembre scorso. Qual è il messaggio che è arrivato in Siria?

R. – E’ stato molto positivo. La gente è stata contenta di sapere che il Papa pensa e prega per la Siria. Ma il Santo Padre è il solo che grida? E gli altri che fanno? Tutti dobbiamo domandarci cosa facciamo per quei cristiani, nostri fratelli di fede, e per quella gente, per quei figli di Dio, perché tutti sono stati creati ad immagine di Dio.

http://it.radiovaticana.va/news/2014/05/08/esplosione_distrugge_albergo_di_aleppo._a_ginevra,_conferenza_delle/it1-797488

sabato 28 dicembre 2013

I CRISTIANI IN SIRIA

Conferenza di Monsignor Giuseppe Nazzaro, Vicario apostolico emerito di Aleppo, a l'AIA - dicembre 2013



Chi sono i cristiani in Siria?
Sono i diretti discendenti di quei giudeo-cristiani che scapparono dalla persecuzione contro i seguaci di Gesù che scoppiò a Gerusalemme dopo la morte di Stefano.
La Chiesa siriana risale, perciò, al primo secolo della nostra era. Saulo di Tarso, divenuto poi Paolo, a Damasco abbraccia la fede in Gesù. Ad Antiochia di Siria, oggi in Turchia, i discepoli di Gesù ricevettero il titolo di cristiani.

Situazione sociale e cambiamenti: 
Regime del terrore. Alla fine degli anni 60 quasi tutti i religiosi stranieri che vivevano in Siria avevano alle costole un poliziotto.
Nel 1967 ad Aleppo eravamo 400.000 cristiani su un milione di abitanti. Oggi siamo 4.000.000 di abitanti e solo 200 mila cristiani.
1968 : a causa della nazionalizzazione delle scuole, oltre un migliaio di siriani si spostano  in Libano.
1971: assume il potere Hafez Al-Assad – Inizialmente segue quanto hanno fatto i predecessori. Col tempo cambia tattica e inizia ad allentare i controlli. Alla sua morte è eletto Presidente il figlio attuale, mentre avrebbe dovuto essere Presidente il fratello maggiore Basel morto in un incidente d’auto.
Bachar inizia ad allentare le redini, il popolo comincia a respirare, la Siria ad aprirsi all’occidente. Il benessere entra nel paese: tutti ne usufruiscono; il turismo aumenta continuamente; la gente viaggia all’estero con facilità. Le fabbriche lavorano, il Commercio si sviluppa. Gli stranieri vengono ad investire in Siria. Tutte le comunità etniche sono libere di esercitare la propria religione.
Tutte le anime che compongono il popolo siriano : Sunniti, Alawiti, Cristiani, Sciiti ed altri, vivono in pace tra loro, sono associati nel commercio; nelle differenti relazioni sociali non vi è distinzione tra gli appartenenti ad un gruppo o l’altro. Nello stesso Governo vi sono almeno tre Ministri cristiani, non esiste pregiudizio alcuno per la nomina di un Direttore di Banca cristiano, nell’esercito i più alti gradi sono accessibili a tutti. Ogni comunità è libera di praticare pubblicamente il proprio credo, per esempio noi cristiani non solo non abbiamo mai avuto problemi nelle chiese ma si era liberi anche di fare le nostre processioni per le strade della città.
Per le festività maggiori, per noi Natale e Pasqua, per l’Islam la festa della fine del Ramadan e quella del Sacrificio, ci scambiavamo gli auguri liberamente, gli islamici venivano da noi e noi andavamo da loro. Le visite di cortesia tra famiglie musulmane e cristiane erano molto frequenti senza alcun pregiudizio. Tutti si sentivano a casa propria, tutti erano siriani, figli di una stessa patria anche se con tradizioni storiche diverse.
Dall’anno 1968 all’anno 2011, i cristiani in Aleppo si riducono a circa 200 mila unità. Possiamo dire che in quarantatre anni i cristiani perdono circa 100-150 mila unità. Oggi quanti sono?
Oggi quanti cristiani sono rimasti? Solo Iddio lo sa. Il primo esodo, in tutta la Siria, lo abbiamo avuto con una massiccia emigrazione verso il Libano, i paesi europei, il Canada; il secondo lo abbiamo avuto con il disloco sul territorio, dalle città verso la zona costiera e verso la così detta “Valle dei Cristiani”.



Ad Aleppo, la nostra Comunità cattolica latina che contava circa  6000 fedeli si è ridotta di quasi la metà per il duplice effetto emigratorio di cui abbiamo accennato sopra. Possiamo dire che forse è stata la Comunità meno penalizzata perché, essendo la più povera, i suoi membri non sanno dove andare e così sono rimasti in città, confidando nell’aiuto di Dio e  di quanti vogliono dar loro una mano per sopravvivere.  Naturalmente il peso materiale cade quasi tutto sul Vescovo e sui  Francescani   responsabili pastorali della Comunità.
Un aiuto consistente lo danno i Padri Gesuiti che, con il loro confratello P. Mourad Abou Seif, hanno creato una mensa per i poveri dove distribuiscono circa 8000 pasti caldi al giorno. I Padri Salesiani continuano a tenere aperto l’oratorio per dare ai giovani la possibilità di avere un momento di libertà e di spensieratezza in cui farli uscire  dall’incubo della guerra che li sovrasta. A loro volta i fratelli Maristi di Champagnat si interessano dei quartieri difficili dove i cristiani sono stati aggrediti e costretti ad abbandonare le loro case rifugiandosi presso il loro Iistituto. Fino a quando si potrà andare avanti? Si continuerà finché arriveranno gli aiuti, quando questi verranno a mancare sarà la fine.
Veramente noi lo vogliamo? La comunità cristiana mondiale realmente desidera che avvenga questo? Dobbiamo dare una risposta chiara, sincera ed onesta a queste domande.

Nei  giorni 21 – 22 marzo 2013, accompagnato dal Padre Parroco di Kanayè, il francescano P. Hanna JALLOUF, ho visitato i villaggi cristiani sul fiume Oronte.  
Questo è ciò che ho visto con i miei occhi della Comunità di rito Latino a me affidata in quanto Vicario Apostolico in Siria  :
1- Ghassanieh – villaggio di circa 1000 abitanti tutti cristiani e, che lo scorso 23 giugno 2013, ha avuto il martirio di Padre François Mourad, religioso Siro cattolico trucidato dalle masnade di Jabhat  El – Nousra nel Convento dei Padri. Francescani di Ghassanieh. Questo villaggio da oltre un anno ha visto l’esodo di tutti gli abitanti, tutti i cristiani, sia cattolici latini che ortodossi: i ribelli dello Jabhat el-Nousra sono entrati notte tempo nel villaggio e con gli altoparlanti li hanno fatti fuggire minacciandoli tutti di morte.
2- Yacoubie – villaggio di circa 900 anime, per metà armeno-ortodossi e metà cattolici latini. Gli armeni con il loro sacerdote scappano ad Aleppo, abbandonando tutto. Restano sul posto il Parroco Latino Francescano e le Religiose Francescane del CIM con circa 80 famiglie cattoliche latine ed alcune famiglie armene ortodosse. Subiscono continue vessazioni da parte dei ribelli, visite inaspettate nel convento, nella chiesa perché, secondo loro, il parroco e le suore nascondono i soldati dell’esercito regolare.
La Chiesa Armena è ridotta ad una stalla. Dentro vi fanno di tutto.
3 - Jedeideh – Gli abitanti erano un totale di circa 1000 cristiani, tutti ortodossi con alcune famiglie latine. Il prete ortodosso è fuggito, il Padre Francescano del villaggio di Kanayè assiste  sia i latini sia gli ortodossi. La chiesa parrocchiale greca ortodossa ha subìto la stessa sorte di quella di Yacoubié.
4 - Knayé – è il villaggio principale della zona, conta circa 2000 anime tutte latine e qualche famiglia alawita. Il Padre deve fare miracoli per tenere la gente legata al villaggio perché sa che una volta usciti non vi torneranno più, i ribelli saccheggeranno tutto e bruceranno tutto, come è accaduto a Ghassanieh. Kanayé è il centro di raccolta dei profughi di Jisser Es-Choughour che lasciarono le cittadine al momento dell’eccidio che si è consumato il 2 giugno del 2012. Da allora il Convento francescano di Kanayé ospita Cristiani, Alawiti e Sunniti.
( *Ndr: in seguito, Monsignor Nazzaro stesso ha lanciato l'allarme per la comunità di Kanayè, il cui villaggio il 15 dicembre è stato invaso da miliziani islamisti che terrorizzano la popolazione, minacciano una strage e hanno imposto la legge islamica.Non si conosce a tutt'oggi la sorte neppure di Padre Hanna : http://www.ilgiornale.it/news/esteri/duemila-cristiani-ostaggi-dei-tagliagole-caccia-ai-credenti-977172.html ) 
5 - Ghisser Es-Choughour – è la cittadina della tragedia di Giugno 2012 quando i ribelli trucidarono 120 poliziotti. La gente delle tre confessioni (cristiani, sunniti ad alawiti) temendo di subìre la stessa sorte dopo questo massacro  scappa e si rifugia nel convento francescano di Knayé. Essendo questa gente scappata da casa portando con sè soltanto ciò che aveva addosso, Il Padre francescano di Kanayé, che è ancora responsabile della comunità cattolica latina di Jisser Es-Choughour, ora deve provvedere per loro dando da mangiare e sistemandoli separatamente secondo le confessioni religiose, onde evitare che si azzuffino l’uno contro l’altro. La cittadina conta circa 25.000 abitanti, i cristiani ortodossi e latini si aggiravano intorno alle 2000 anime.
6 – Lattakieh – la città è relativamente tranquilla, la comunità cristiana che ha visto arrivare da vari villaggi parenti fuggiti alla persecuzione degli estremisti ribelli ha i suoi problemi di sopravvivenza, sempre più spesso va a bussare alla porta del Convento per aiuto. Quest’aiuto può essere per comperare cibo, vestiti, affitto di casa, medicine. La stessa popolazione della città si trova a disagio, tutto aumenta, gli affitti delle case aumentano, non parliamo di voler acquistare una casa, il che è quasi impossibile.
La popolazione di Lattakié è per la maggior parte alawita, ma ha una buona percentuale di cristiani appartenente a vari riti quali: Maroniti, Greco-Ortodossi, Latini e Greco-Cattolici; i cristiani appartenenti ad altri riti cattolici eccetto maroniti e greci, sono sotto la responsabilità pastorale del Parroco Latino.
7 – Deir Ez-Zor – la prima cosa che hanno fatto i ribelli è stata quella di dare alle fiamme la Chiesa del Sacro Cuore dei Padri Cappuccini. Questi avevano la cura pastorale di quasi tutta la comunità cristiana della cittadina.
      E’ una città di oltre 150.000 abitanti quasi tutti sunniti, con una minoranza di curdi e cristiani. I Cristiani non superano le 500 unità e, come detto, i Padri Cappuccini erano responsabili della loro cura pastorale.
      Le religiose di Madre Teresa di Calcutta che gestivano una casa per persone anziane, sono state costrette a partire in maniera rocambolesca, prendendo con loro anche i degenti. Si sono rifugiate a Damasco. I Padri Cappuccini si sono rifugiati al Libano.
8 -  Homs – Il padre gesuita olandese, P. Franz Van der Lught, parroco della comunità cattolica latina, resta prigioniero a Homs per oltre un anno, senza mai poter uscire dal suo convento e poter conoscere le sorti della sua comunità.
La Comunità Latina di Homs era molto ridotta: vi erano  circa 400 fedeli curati dai Padri Gesuiti.
Oggi quanti sono rimasti e chi vi è rimasto?

La zona costiera è ed è restata relativamente tranquilla perché abitata in stragrande maggioranza dagli Alawiti. I ribelli salafiti, che già da Aprile 2011 attaccarono la città costiera di Banias usando le armi, anche semipesanti, in un secondo momento si sono ritirati lasciando la zona relativamente calma.

Del sud e dell’est del paese le mie notizie risalgono a maggio dello scorso anno quando feci il giro completo del paese e fino a quel momento (maggio 2012) non si lamentavano persecuzioni particolari contro i cristiani, eccetto i malcapitati che viaggiavano.

 L’ultima di tutte queste tragedie è stata la conquista di Maaloula, la cittadina in cui tutti, cristiani e musulmani, parlano la lingua del Signore Gesù, l’Aramaico. Essa dista da Damasco una sessantina di Km. Ha subìto la tragedia che tutti conosciamo con dovizia di particolari che, questa volta, i Mass media ci hanno fornito.
Gli abitanti di Maaloula risultavano al 70% cristiani ed al 30% islamici sunniti. La convivenza tra loro è stata sempre esemplare. Non vi sono mai stati problemi di xenofobia contro questa o quella comunità.

 – Damasco – pur avendo subìto grossi attentati sia contro le caserme, sia nei punti nevralgici della città, non vi sono stati specifici atti contro chiese e cristiani, eccetto il sabato 5 ottobre scorso in cui i terroristi hanno sparato colpi di mortaio sulla Chiesa di Santa Croce dei Greci ortodossi facendo otto morti di cui un musulmano.

Come Vescovo della Comunità Latina di Siria devo rendere onore a tutti i religiosi Francescani, Gesuiti e Cappuccini per la loro fedeltà al mandato ricevuto di pascere il gregge nella buona e nella cattiva sorte. Tutti sono rimasti al loro posto condividendo lo stesso destino dei loro fedeli. Il sacrificio della vita offerto dal Padre François Mourad che, sebbene Siro cattolico, viveva nel convento Francescano condividendo la stessa responsabilità col Parroco del villaggio, ci deve far riflettere sul coraggio e la fedeltà di questi uomini di Dio, attaccati al loro dovere pur sapendo che restando mettono in pericolo la  propria vita. P. François, prima di intraprendere la nuova via religiosa che voleva far rinascere in Siria, era stato Figlio di Francesco d’Assisi vestendo l’abito religioso francescano.
Una parola di elogio mi è d’obbligo spendere anche per i religiosi delle altre Congregazioni che operano sul territorio Siriano e sono sotto l’Obbedienza del Vicario Apostolico di Aleppo. Dinanzi a questi autentici eroi della testimonianza cristiana per amore a Cristo ed al proprio dovere, ci dobbiamo inchinare e pregare per loro perchè il Signore li benedica e li fortifichi nel lavoro immane che stanno compiendo.
Questi sono, oltre quelli già ricordati sopra,  i Padri Lazaristi, i Padri Cappuccini, i Sacerdoti del Verbo Incarnato, le oltre 200 Religiose di diverse Congregazioni e che sono sparse per tutto il territorio siriano in aiuto a chi soffre.


Tra queste non possiamo dimenticare la sorella Dorotea Suor Rima Nasri, che ha perduto la vita durante lo scoppio di due bombe lo scorso 15 gennaio 2013, soltanto a 15 metri dall’Istituto per Universitarie “Gesù Operaio” che assieme alle sue consorelle dirigeva. Di lei non s’è trovato più nulla!
Queste due bombe sono scoppiate a soli 50 metri dalla sede del Vicario Apostolico causando danni ingenti non solo al Vicariato Apostolico ma anche alla Cattedrale e a tutte le case attorno.

Che il Signore accolga Suor Rima e Padre François  nella Sua gloria. 



Dopo l'esposizione del Vescovo , alcune domande sono state poste dal pubblico. 

Mons. Nazzaro si è mostrato critico sulla politica occidentale verso la Siria , che ha definito di  "neo-colonialismo" : L'Occidente sta facendo anzitutto profitti con la vendita di armi ai militanti siriani . Poi l'Occidente intende di nuovo fare profitti nel concedere crediti (con gli interessi e le condizioni del caso) per ricostruire il paese distrutto , il tutto nascosto dietro parole piene di umanesimo. Ancora , l'Occidente avrà ulteriori profitti da  un governo fantoccio installato , o almeno un governo che faccia concessioni sostanziali .
La libertà relativa in Siria, rispetto ad altri paesi arabi, è una minaccia per i leader religiosi delle monarchie del Golfo come l'Arabia Saudita , quindi si tenta di istallare un governo confessionale e meno tollerante in Siria .
Non c'è speranza di efficaci colloqui di pace in Ginevra II per risolvere il conflitto in Siria , finchè i terroristi sono sostenuti dai governi occidentali e dei loro alleati in Medio Oriente . 
Mons. Nazzaro ha avuto parole di elogio per il leader religioso sunnita in Siria , Gran Mufti Hassoun .

Damasco, Natale 2013



domenica 15 dicembre 2013

Cronaca da Aleppo ... che sopravvive stringendo i denti. Allarme per il villaggio cristiano di Kanayé!


La Chiesa di Aleppo si sta preparando ad accogliere il suo nuovo Pastore, Mons. Georges Abou Khazen, che ora si trova a Roma per accingersi ad assumere  l'incarico di Vicario Apostolico di Aleppo dei Latini che gli ha affidato il Santo Padre Francesco. 
Mi viene spontanea una considerazione: Aleppo come l'accoglierà? La gente cosi' provata ha voglia di far festa? Penso proprio di sì': la gente accoglierà il suo nuovo Pastore col calore e l'affetto caratteristico degli aleppini. 
Mons. Georges questo lo sa, e saprà essere all'altezza della situazione, del resto da lui  ben conosciuta perche' è succeduto a Mons. Nazzaro già  Amministratore Apostolico. 

Abbiamo saputo che Mons. Georges sara' ordinato Vescovo a Beirut il prossimo  11 Gennaio. Sarebbe stato molto più  commovente se fosse stato ordinato ad Aleppo, nella sua Cattedrale ed in mezzo al suo popolo. 
Invece, anche egli - data la situazione - e' stato costretto a riparare in Libano per essere ordinato Vescovo e poi alla chetichella entrare in diocesi. Sia fatta la volonta' di Dio.
 
Quasi ai margini di quanto abbiamo detto, è di questa mattina la notizia che ho ascoltato dal mio studio aleppino alle ore 8:00 AM,  seguendo il TG1 che annunziava il comunicato delle Nazioni Unite circa il risultato degli esperti sulle armi chimiche usate in Siria. Stando a quanto annunziato dalla RAI, l'ONU s'è guardato bene dal dire chi realmente le abbia usate,  dobbiamo essere contenti perche' la stessa ONU probabilmente ha compreso che le suddette armi non portavano la firma di chi le ha usate, mentre noi abbiamo avuto più di una testimonianza che siano state usate dai terroristi. 

Quasi come un corollario a questa notizia, sempre la Rai , nel TG1 delle ore 8:00, comunicava che il signor Obama avrebbe deciso di non fornire più armi ai terroristi siriani  perche' si sarebbe reso conto che stava favorendo l'impianto fondamentalista islamico in Siria che sarebbe stato pericoloso non solo per la Siria ma per tutta la regione. Finalmente!!! si aprono gli occhi, anche se e' già tardi, ma, come dice il detto popolare: "meglio tardi che mai". 
 
L'ONU a mio parere non ha potuto scagliare i suoi strali contro il Presidente Bachar per il seguente motivo: 1) sapeva che secondo fonti della CIA il presidente gode dell'oltre 70% del favore popolare e quindi sarebbe stato da parte sua un suicidarsi se avesse gettato le bombe chimiche ben sapendo chi lo vuole e lo sostiene come Presidente. 

2) L'ONU si deve essere reso conto che nel colpevolizzare sempre e soltanto il Governo negli eccidi di civili, quali donne e bambini, ormai nessuno più vi crede. Perchè e' risaputo da tutti che i terroristi, e ne abbiamo avuto varie prove, pur di far colpo sull'opinione pubblica, dopo aver commesso un eccidio lo fanno passare come esecuzioni dell'esercito regolare. 


 
Da qualche giorno  la città di Aleppo l'abbiamo vista rivestita di una coltre di neve, naturalmente la temperatura è scesa ulteriormente, e' arrivata di notte a meno 8 gradi centigradi.

 Immaginate le sofferenze della gente priva di riscaldamento, denutrita per mancanza di vettovaglie ed anche perche' mancano di mezzi per potersele procurare essendo i prezzi impossibili : pensate che un kg di pomodori costa oggi qualcosa come 10 dollari, il Kg di pane 6 dollari, ecc....
Nonostante tutto si sopravvive. 

La Chiesa con le sue Istituzioni cerca di rendere la situazione meno difficile, aiuta come può e per quanto può,  fino a quando avra' la possibilita' di sostenere questa situazione...
 La porta del convento dei Padri Francescani è sempre aperta e distribuisce pacchi di viveri a chiunque si presenta. Mi chiedo fino a quando questi Frati potranno andare avanti cosi'? Loro stessi si debbono procurare le vettovaglie con i prezzi del mercato.  
 
Noi da queste note intendiamo lanciare un ulteriore appello agli uomini e donne di buona volonta': 

  Non permettete che la comunita' Cristiana sia sradicata dalla Siria perche' qui è nata, fin dalla predicazione apostolica. 
Non permettete che la Siria sia distrutta completamente. La Siria e' stata la culla della civilta' e tale deve restare. 
E' patrimonio di tutta l'umanita' e l'umanita' la deve preservare e conservare. 
 
L'Osservatore di Aleppo  







Ci giunge direttamente da Monsignor Nazzaro, Vescovo emerito di Aleppo, questo allarme ricevuto dai suoi fedeli  : 



Da un paio d'ore ho ricevuto notizia che i salafiti e i terroristi di Jabhat al-Nousra sono penetrati nel villaggio cristiano di Kanayé ed hanno imposto al Parroco di non suonare più le campane. Le donne non devono più uscire per strada a capo scoperto, devono essere velate. Nel caso non ottemperassero a questi ordini, passerebbero dalle minacce ai fatti col massacrarli tutti. 
In pratica ci troviamo dinanzi a  quanto hanno già fatto nel villaggio vicino di Ghassanieh da oltre un anno. La differenza è che a Ghassanieh intimarono loro di lasciare subito il villaggio, altrimenti li avrebbero tutti uccisi, ed ottennero il risultato che volevano, cioè occupare il villaggio con quanto i cristiani possedevano. Qui, a Kanayé, non li hanno minacciati di lasciare il villaggio, ma di vivere secondo la legge islamica. 
Questo è il primo passo, domani li costringeranno a convertirsi all'islam.

Vescovo Giuseppe Nazzaro 

giovedì 14 novembre 2013

MONS. NAZZARO (ALEPPO): "STIAMO FACENDO SOFFRIRE UN POPOLO INTERO"



“Le ultime notizie di cui sono in possesso risalgono a quattro giorni fa. Ad Aleppo mancano acqua, luce, gasolio, benzina. La popolazione si sta preparando a trascorrere un altro inverno con il freddo o il gelo, perché la temperatura scende sotto lo zero”. 

Monsignor Giuseppe Nazzaro, vescovo emerito di Aleppo, ospite in questi giorni della parrocchia della cattedrale di Crema, racconta così al Sir la situazione nella città siriana, tra le più martoriate in questo conflitto. Il motivo? “I terroristi impediscono che gli approvvigionamenti arrivino in città”. 

Non usa mezzi termini il presule per denunciare questo stato di cose: “Mi domando chi ha voluto e continua a volere che si arrivasse a ciò. Tutto il mondo si deve porre la questione e dare una risposta. Stiamo facendo soffrire un popolo intero; le famiglie sono sradicate dalle proprie case. E i profughi aumentano: per quanto ne so, fino a novembre 2012 a Lampedusa o sulle spiagge della Sicilia non arrivavano profughi siriani. Siamo noi stessi che abbiamo creato i profughi, con le armi vendute ai terroristi”. 

Mons. Nazzaro punta l’indice anche contro la propaganda dei media: “Trovo inammissibile che ci accontentiamo delle fandonie che ci propinano certe televisioni e certi giornali, la realtà è un’altra. Si stanno ammazzando due fronti, l’opposizione che aveva chiesto le riforme non esiste più. Oggi in Siria ci sono terroristi che provengono da 80 Paesi. A questi interessa vendere le armi e lasciano che avvenga la distruzione”. 

“Finita la tragedia - aggiunge il vescovo - dopo aver svuotato gli arsenali e dato lavoro alle proprie industrie, si presenteranno per ricostruire la Nazione. Con la fattura da pagare: se il denaro non sarà disponibile, sistemeranno i conti portando via quello che troveranno, petrolio o gas che sia. Se non ci sarà nessuna risorsa, il popolo lavorerà come schiavo. Questa - conclude - io la chiamo neocolonizzazione”.

da : S.I. R.  13 Novembre 13

http://www.agensir.it/sir/documenti/2013/11/00274295_siria_mons_nazzaro_aleppo_stiamo_facendo_.html

Pioggia di proiettili su Aleppo: 13 novembre 2013


 Due giorni fa i terroristi hanno preso di mira le scuole e i quartieri cristiani a Damasco,  oggi tre  missili anti-aerei Hawn  hanno colpito i quartieri cristiani di Aleppo .

Due missili caduti su al- Filat una zona vicino alla Chiesa del Santo Profeta Elia e l'altro di fronte alla Chiesa caldea .
Il terzo missile è esploso sulla stazione di Baghdad , vicino al fiume, all' angolo di via Albissat ... si registrano vari feriti e martiri .... 

E via di seguito per tutto il giorno... 

http://www.leveilleurdeninive.com/2013/11/pluie-dobus-sur-alep.html


APPELLO DI PAPA FRANCESCO A "COMBATTERE LE VERE BATTAGLIE : PER LA VITA! MAI PER LA MORTE!".  IL RICORDO DEI BAMBINI UCCISI A DAMASCO DAI MORTAI DEI TERRORISTI SULLE SCUOLE CRISTIANE 


UDIENZA .13 NOVEMBRE 2013
"Ho appreso con grande dolore che due giorni fa, a Damasco, colpi di mortaio hanno ucciso alcuni bambini che tornavano da scuola e l’autista dell’autobus. Altri bambini sono rimasti feriti. Per favore che queste tragedie non accadano mai ! Preghiamo fortemente ! In questi giorni stiamo pregando e unendo le forze per aiutare i nostri fratelli e sorelle delle Filippine, colpiti dal tifone. Queste sono le vere battaglie da combattere. Per la vita! Mai per la morte!"