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martedì 7 febbraio 2023

Siria, una tragedia senza fine

 

di Salima Karroum e Maria Antonietta Carta

Abbiamo assistito, da vicino nei primi mesi della guerra e poi soprattutto da lontano, allo svolgersi delle vicissitudini che ormai da oltre undici anni affliggono il popolo siriano. Un popolo fiero, coraggioso, paziente che, pur subendo una guerra iniqua e feroce, era riuscito a conservare la speranza. Ma durante queste ore tremende in cui oltre alla malvagità degli umani si trova ad affrontare le forze inesorabili della natura è smarrito, è disperato, è attonito.

6 febbraio. Abbiamo ascoltato voci e letto racconti che lasciano senza respiro.

Le parole più frequenti, ripetute con urgenza sono: ‘’kanat leila mur’ibah, è stata una notte terrificante’’. Con molte persone care non siamo ancora riuscite a parlare. Da altre riceviamo brevi messaggi in cui ci comunicano di aver dovuto abbandonare le loro abitazioni e quindi non hanno internet per rispondere alle telefonate. Altre ancora ci dicono del suolo che continua a tremare, anche mentre siamo al telefono, e delle decine di migliaia di abitanti allo scoperto nei parchi, nelle piazze e nelle strade.

Arrivano sui social le prime testimonianze.

Ad Aleppo poche ore prima del terremoto era caduto un po’ di nevischio, e verso la fine di una notte glaciale Pierre Le Corf scrive:  ‘’Aleppo di notte. Tutti fuori, tutte le famiglie per strada sotto la pioggia con detriti che cadono e palazzi che crollano. È spaventoso... Già segnalati oltre 250 morti, 25 edifici crollati e più di 700 feriti finora. Dopo 11 anni di guerra e sanzioni internazionali contro la popolazione ormai stremata.’’  https://www.facebook.com/pierrelecorf 

  Già! Le stramaledette sanzioni illegali di Usa e Ue. L’infame assedio di governi criminali. La piaga che, insieme alle bombe, ai terroristi prezzolati e alla razzia delle materie prime essenziali quali gas, petrolio e grano, condanna al freddo, all’inedia, all’impossibilità di curarsi per l’assenza di farmaci grazie al bombardamento delle industrie farmaceutiche nei primi anni del conflitto, e alla morte. Perciò, la solidarietà alla Siria deve iniziare con la cancellazione del "Caesar Act" e la levata dell’assedio.

- Salvato il vescovo di Aleppo Mr Jeanbart. Resta sotto le macerie dell'arcivescovado padre Imad Daher che purtroppo morirà ore dopo.

- Nel pomeriggio, il bilancio delle vittime del terremoto è di oltre 780 e di 2280 feriti. Alcune ore dopo, si contano oltre 800 vittime.

- Sempre a causa dell’embargo, gli ospedali sono ridotti al collasso e la protezione civile impegnata a sottrarre le persone intrappolate sotto le macerie opera senza equipaggiamenti.



Nella notte, Georges Sabe dei Fratelli Maristi di Aleppo scrive:

‘’Buona serata ad Aleppo, la nostra città. Tu sei devastata e la tua gente è affranta. Le sirene delle ambulanze continuano ad avvertire che c’è un'altra emergenza.  Sono trascorse 20 ore e sembra sia trascorsa un'eternità di tristezza, paura e dolore. Il cielo piange. La terra è triste per quanto ha freddo. Gli edifici hanno ballato con la morte e la morte li ha abbattuti.  La mia gente e i miei cari, i vostri occhi mentre entravate nel monastero mi hanno detto tanto. La vostra paura, il vostro panico, la ricerca di un posto sicuro vi hanno condotto qui.  E le parole mi hanno abbandonato.  Non oso ringraziare Dio per la mia salvezza.  Apro il mio cuore prima di aprire le porte del monastero ... ‘’ https://www.facebook.com/profile.php?id=589880634 


Il grande poeta e pittore siriano Nazìh Abu Afash, di Marmarita (Homs), a poche ore dal terremoto scrive:

"Il Siriano è niente e nessuno

Quando il Siriano è sopraffatto dalla tristezza, nessuno si addolora per la sua tristezza.

Quando il Siriano piange, non traspare neppure l’ombra di una lacrima nell'occhio di qualcuno. Quando il Siriano sanguina, neppure un sospiro di dolore esce dalla gola di qualcuno.

E quando il Siriano muore a nessuno interessa il suo cadavere. Nessuno fa caso al suo cadavere.

Lo lasciano disteso nel nulla cosmico per non riconoscerlo in quanto ‘’umano" e per non essere testimoni della morte di una persona. Una persona che hanno ucciso o della cui uccisione sono complici...’’  https://www.facebook.com/profile.php?id=100002090927261 

Parole che estrinsecano perfettamente un sentimento di profondo abbandono perché più che mai in questi giorni i Siriani si sentono dolorosamente soli.


Ahmad Safi, un giovanissimo medico specializzando presso l’Ospedale Universitario Tishrin di Latakia, scrive:

‘’Tu hai sentito parlare della sconfitta degli uomini... Io l'ho vissuta in queste ore. Stanno arrivando decine di corpi. Cadaveri per cui non possiamo fare nulla ormai. Membri di famiglie morti insieme. Il pianto e lo sconforto di chi li accompagna. Il pallore dei medici che, traumatizzati, impietriti, impotenti, contano i morti. Cerco rifugio in te, Signore, dalla sconfitta degli uomini. Che i morti riposino in pace...” https://www.facebook.com/profile.php?id=100002090927261




Oggi, 7 febbraio. Ci dicono che a Latakia e Jable sono numerosi i casi in cui membri della stessa famiglia sono morti sotto le macerie. Ai muri delle città, i necrologi con volti di genitori e dei loro bambini o giovani fratelli abbracciati e ancora numerosi medici, studenti, bimbi e persone di ogni età. Edifici crollati e un gran numero inagibili perché a rischio di crollo.

- Nonostante l’immensa pena, la generosità dei Siriani non viene meno. Abbiamo notizia di soccorritori che da Talkalakh e altre località, muniti di poveri mezzi quali le pale, si dirigono ad Aleppo per aiutare a salvare vite intrappolate sotto le macerie. 

- ‘’Alle 8 del mattino e alle ore 13, la terra e gli edifici hanno tremato ancora’’ ci sta raccontando al telefono in questo momento Aida (ore 14,30), una parente di Latakia che siamo riuscite a raggiungere solo ora. 

‘’I vetri cadono in frantumi. I muri si crepano. I negozi sono tutti chiusi. Latakia muore. Gli abitanti abbandonano le case, si riuniscono nelle chiese e nelle moschee, in altri luoghi pubblici, nei parchi o fuggono in campagna.’’

- Ad Aleppo, la situazione è ancora peggiore. E tutto il nord della Siria è in agonia.


Chi può, faccia qualcosa per alleviare le sofferenze inaudite di questi nostri fratelli. Non lasciamoli soli.    

sabato 4 febbraio 2023

Letture: la leggenda siriana del pozzo miracoloso

pozzo del monastero di S.Tecla a Maaloula
 

Leggenda siriana sull'Epifania
Il miracolo del pozzo

Alla vigilia dell'Epifania, una donna e la figlia prepararono il pane azzimo per leggervi i pronostici del nuovo anno. (1)
Dopo aver impastato la farina con acqua e sale, fecero piccole pagnotte, vi incisero una croce, le disposero in un vassoio, accanto a ciascuna misero un biglietto con il nome di un familiare, le coprirono con un panno e le sistemarono vicino alla finestra aperta perché il cielo doveva vederle. Poi riempirono grossi bacili d'acqua profumata con petali di fiori per il bagno rituale del giorno dopo. (2) Finalmente, potevano andare a letto contente.
palazzo Al-Azm a Damasco

L'indomani, aprendo la porta che dava sul patio, alla ragazza si presentò uno spettacolo straordinario: l'acqua, dal fondo del pozzo, era salita fino al bordo e zampillava riversandosi tutt'intorno! Lei corse a bagnarsi. «Cosa ti è accaduto?!» le chiesero, vedendola tutta fradicia.
«Mi sono bagnata con l'acqua che è zampillata dal pozzo» rispose.
Anche sua madre e sua nonna andarono a bagnarsi in quell'acqua benedetta.
La notizia del prodigio si diffuse e arrivarono tanti curiosi, ma nel frattempo l'acqua era tornata in fondo al pozzo.
Nel quartiere abitava una donna sterile, che aveva sofferto molto per non poter avere figli.
Appena sentì parlare del pozzo miracoloso, le rinacque la speranza e andò dalle vicine.
«Fatemi entrare, forse Dio vorrà concedermi la grazia di un figlio» disse. E la sua fede fu così grande che l'acqua tornò a zampillare. Dopo nove mesi partorì un figlio maschio.
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Le storie prodigiose sui pozzi si trovano in tutte le tradizioni. Esse hanno sovente un carattere sacro esplicito (Il pozzo miracoloso) e sono comuni all'islam, al cristianesimo e all'ebraismo. Sin dai tempi remoti i pozzi hanno rappresentato la sintesi dei tre ordini cosmici: terra, cielo, acqua. Erano anche simbolo di sorgente di vita e abbondanza.
Note
1. È una credenza dei cristiani ortodossi: il giorno dell'Epifania, chi trova gonfio il pane azzimo confezionato alla vigilia ne trae l'augurio di un anno fausto.
2. Nel giorno dell'Epifania tutta l'acqua della terra è sacra. In Siria, chi può si reca al mare, ai fiumi, alle sorgenti per commemorare il battesimo di Gesù Cristo nel fiume Giordano.

Da "Fiabe Siriane" a cura di Maria Antonietta Carta. Ed. Mondadori, 1997.

lunedì 12 dicembre 2022

Lettera da Aleppo n. 45: la dinamica del provvisorio.


 

Il fr. marista George Sabe, autore con il dottor Nabil Antaki del libro ‘’Lettere da Aleppo’’  - https://oraprosiria.blogspot.com/2020/10/la-follia-dei-guerrafondai-e-il-senno.htmlcontinua a raccontare con parole intense, da cui traspaiono sensibilità e fragilità umane ma anche coraggio, commovente passione e grandezza d’animo, la situazione drammatica in cui versano da oltre undici anni i suoi concittadini e l’intero Paese.

Per me, è sempre un grande privilegio tradurre e contribuire a diffondere i messaggi di queste due persone eccezionali che si prodigano, instancabili, nel soccorso materiale e morale ai diseredati, vittime innocenti della guerra iniqua che sta distruggendo la Siria.

Offriamo sostegno e solidarietà, per spezzare il cerchio dell'ingiustizia che schiaccia il popolo siriano umiliato, derubato, martirizzato e dimenticato, diventando almeno voci che parlano nel suo nome, come ci invita a fare fr. George, e magari anche diffondendo il loro libro ‘’ Lettere da Aleppo’’ in occasione del Natale. Grazie.  Maria Antonietta Carta 


La dinamica del provvisorio.

Lettera da Aleppo n. 45 (4 dicembre 2022)


In questi giorni, gli occhi di tutto il mondo sono puntati sui mondiali di calcio. Questo è l'argomento che occupa quasi tutte le pagine dei social network. I canali televisivi ci offrono di assistere alle partite durante un mese e i media di commentarle, per distoglierci, come d’abitudine, dalle cose importanti. Mentre scrivo questa lettera, è il Black Friday che ci invita a consumare e a non smettere di consumare. Le notizie sulle guerre in Ucraina e in Siria [per non parlare del disgraziato Yemen n.d.t.] passano in secondo piano e la situazione economica dei Paesi più poveri non interessa a nessuno, ma sono stati spesi 200 miliardi di dollari USA per organizzare il Mondiale 2022.

Tra meno di un mese, si volterà pagina e i media occidentali si concentreranno sulle festività di Natale e Capodanno.

Il nostro mondo sta procedendo con la dinamica del provvisorio? Siamo costretti a vivere il momento presente senza pensare al futuro? dovremmo accettare senza filtri tutto ciò che i media ci offrono? Chi decide il fatto del giorno? Naturalmente, il nostro Paese è ignorato dai media.

Uno dei principi che abbiamo per aiutare le famiglie è stabilire una relazione con loro. Perciò, si inizia rendendogli visita per capire la loro situazione. Condivido con voi delle esperienze recenti:

1. Una famiglia composta dalla nonna, che non ha notizie del marito scomparso da diversi anni, dal figlio disoccupato e sua moglie incinta e dalla figlia con il marito che fa lo straccivendolo e il loro quattro figli, tre maschi e una femmina. Una stanza di 9 mq per dieci persone che vanno da 0 a 65 anni. La ragazza ha dovuto interrompere gli studi perché non poteva permettersi neppure il trasporto per l'università. Una batteria alimenta una lampada a LED. Durante la guerra e anche dopo, si sono spostati più volte. La casa non è loro. Gliela hanno prestata degli amici. Hanno bisogno di tutto: di tutto ciò che li aiuterebbe a vivere dignitosamente (vestiti, pannolini e latte per il bambino, generi alimentari, medicinali, ecc.). Di fronte a questa miseria, noi non possiamo stare a guardare, dobbiamo agire.

2. Un'altra famiglia che abbiamo visitato di recente, durante una notte di pioggia, vive in un altro quartiere molto povero di Aleppo. L'ingresso e la cucina erano coperti da un telone che lasciava passare l'acqua. In una stanza invece ben riscaldata, un giovane di 17 anni anni paraplegico era steso a terra. Alla domanda su come si tenevano al caldo, il papà ci mostrò un grosso sacco colmo di pezzi di stoffa e ci disse: Non c'è gasolio. Il governo ha promesso di distribuirne 50 litri all'anno per famiglia, ma cosa possono fare 50 litri di gasolio in un inverno rigido? Come riscaldare la casa e l'acqua per fare un bagno? Le famiglie bruciano plastica, pezzi di stoffa... qualsiasi cosa. Le stanze sono umide e fredde. Tutto ciò può causare problemi molto seri alla salute. Sappiamo che la carenza è dovuta alle sanzioni imposte al Paese e ci rassegniamo.

Di fronte alla situazione di estrema povertà denunciata dalle agenzie delle Nazioni Unite, molti dei nostri concittadini vivono nella rassegnazione. Quindi, la domanda diventa urgente: Stiamo vivendo una dinamica del provvisorio che potrebbe un giorno cambiare o stiamo vivendo situazioni che si perpetueranno?

Potreste essere la nostra voce? Parlare per noi della situazione del popolo siriano dimenticato? Contiamo sul vostro sostegno e solidarietà per rompere le strutture dell'ingiustizia che ci schiaccia!

Noi Maristi blu non vogliamo stare a guardare. Agiamo, ci spostiamo verso la frontiera della miseria per cercare di raggiungere l'altro, per risollevarlo e restituirgli la sua dignità.

Una giovane donna è venuta a trovarmi e mi ha detto: È vero che siamo persone semplici, abbattute e senza speranza, ma ci aiuti ad alzarci, a osare e a continuare il cammino.

In questi mesi, abbiamo ricevuto diversi amici stranieri. Alcuni vengono a nome delle loro organizzazioni e altri per cercare più verità sulla realtà della vita quotidiana del popolo siriano. La scorsa settimana abbiamo ricevuto la visita del fr. Aureliano Garcia, Provinciale dei Fratelli Maristi, accompagnato dal fr. Manuel Jorgues. Abbiamo avuto tanto tempo per discutere e riflettere sulla realtà dei Maristi Blu e sul futuro. Sono state sollevate questioni importanti che toccano il peso della presenza dei Maristi ad Aleppo e della continuità dell'opera al servizio del popolo siriano che soffre. Fr. Aureliano ha appena pubblicato una lettera, inviata a tutti i Maristi della Provincia. Copio, con il suo permesso, queste poche parole: La vostra presenza è la presenza della Chiesa accanto a chi soffre. La vostra missione rende visibili i discepoli di Gesù nella terra delle prime comunità cristiane all'inizio della nostra storia. Anche la vostra vita quotidiana è, senza dubbio, un impegno al dialogo e alla fratellanza con il mondo musulmano. Grazie!

Sul dialogo e fratellanza con il mondo musulmano, una signora musulmana, volontaria marista, mi ha chiesto di pregare per lei e per la sua famiglia che sta attraversando un momento difficile: So che la domenica vai a Messa e preghi, tienimi presente nella tua preghiera.

I nostri vari progetti sono ben avviati. I giovani che distribuiscono i pasti caldi del progetto “Pane Condiviso”, offrono a 250 anziani e vulnerabili un rapporto umano che va molto al di là della semplice consegna di un piatto caldo quotidiano.

In questi giorni, le signore in cucina preparano del buon cibo per la tradizionale festa di Santa Barbara e cominciano a fornire i pasti del periodo natalizio.

I bambini del progetto educativo “Voglio imparare” e quelli dei progetti di sostegno psicosociale "Lotus and Bamboo", riempiono di vita tutta la casa. Sono qui dalle 9 del mattino. Supervisionati da animatori esperti, si sentono felici di vivere con noi. Abbiamo celebrato con loro la Giornata Mondiale dei "diritti dei bambini". I loro genitori hanno già partecipato a due incontri formativi su temi essenziali per l'educazione dei propri figli. La lista d'attesa per questi tre progetti è molto lunga e purtroppo non possiamo rispondere a tutte le richieste.

Ramo” è un progetto di supporto psicologico per le donne. Due volte alla settimana, 24 donne divise in due gruppi si incontrano per parlare e condividere.

Il progetto "Crescita delle donne" riunisce, due volte a settimana, 60 donne, in due gruppi che si confrontano su temi a loro utili con relatori di qualità: medici, psicologi, esperti di storia del nostro Paese e della nostra città, formatori in scienze sociali e religiose, formatori nelle arti culinarie e lavoro manuale.

Venti donne partecipano alla sessione “Taglio e cucito”. Sono tutte motivate a imparare a cucire e poter così mantenere le proprie famiglie. Per quattro mesi, matita alla mano, disegnano i modelli poi tagliano, ritagliano e cuciono gonne e camicie sotto la guida di un esperto.

Il centro "MIT" continua a offrire formazione su vari argomenti; agli ultimi, su “Le basi dello sviluppo personale”, hanno partecipato 22 giovani.

Attualmente, oltre 45 adulti stanno beneficiando dei programmi “Training Professionale” e “Microprogetti”. Imparare un mestiere permette ai giovani di costruirsi un futuro di dignità. Allo stesso modo, lanciare il proprio progetto è un'opportunità per non cadere nell'accattonaggio e nella dipendenza.

Le sarte di "Heartmade" lavorano con il cuore. Natale e il nuovo anno che si avvicina sono un'opportunità per partecipare a mostre per vendere la maggior parte della loro produzione. Si tratta sempre di pezzi unici, molto belli e di ottima qualità.

Più di 800 famiglie attendono mensilmente il nostro ‘’Paniere Alimentare’’. Questa è un'opportunità per ascoltare quanto sia essenziale per loro il paniere, in questi tempi in cui i prezzi dei generi di prima necessità sono alle stelle.

Anche quest'anno e grazie agli amici abbiamo rilanciato il progetto di sostegno per studenti delle scuole e universitari. Aiutiamo i genitori a pagare le spese delle rette, che hanno subito un notevole incremento. Alcuni genitori non possono nemmeno coprire il costo del materiale scolastico e del trasporto. Noi crediamo fermamente che l'educazione e l'istruzione sono la via per la pace e per il futuro.

Il latte in polvere continua ad aumentare di prezzo diventando merce rara. Eppure è essenziale per lo sviluppo dei bambini. Stiamo cercando in tutti i modi di fornirlo a circa 3.000 bambini sotto gli 11 anni attraverso il progetto “Goccia di latte”.

E che dire del progetto sanitario? La realtà è catastrofica. Spese per un ricovero ospedaliero o per le cure ammontano a cifre insostenibili. Noi partecipiamo con altre organizzazioni cattoliche al sostegno dei malati e delle loro famiglie.

In cammino verso il Natale, condivido con voi questo testo di meditazione e preghiera:

Signore, aiutami a mettermi in cammino. Il cammino dell'uomo, di ogni uomo. Il cammino dell’umanità. Signore, aiutami ad ascoltare le grida che salgono verso di te. Le grida degli affamati e dei senza voce. Signore aiutami a sorridere. Un sorriso che viene dal mio cuore.


Buon Natale e Felice Anno nuovo da fratello George Sabe per i Maristi Blu.

Aleppo, 4 dicembre 2022.

trad. Maria Antonietta Carta

martedì 6 dicembre 2022

Il popolo siriano sta morendo di fame. Basta sanzioni!

L’azione deliberata di schiacciare la Siria attraverso le sanzioni è un atroce crimine di guerra.

Il popolo siriano, che patisce indicibili tormenti da oltre undici anni a causa di una guerra iniqua ed efferata, è anche vittima di una vile e crudele coercizione morale e fisica attraverso il ricatto delle sanzioni che impediscono il soddisfacimento dei bisogni essenziali: salute, istruzione, cultura e nutrimento. Infatti, il cinico ''Caesar Syria Civilian Protection Act'', un vero e proprio strumento genocidiale,  fa parte degli strumenti di tortura, insieme all’occupazione USA dei campi petroliferi, agli incendi di campi di grano o al furto dei raccolti, che sta condannando al supplizio un intero popolo civile e valoroso.

Oltre 17 milioni di Siriani in questi giorni patiscono il freddo e la fame; gli ammalati non trovano farmaci; negli ospedali non c'è elettricità sufficiente; genitori non trovano latte per nutrire i loro bambini. E la situazione diventa sempre più disperata, come riporta da Damasco la giornalista Vanessa Beeley nel messaggio sottostante. 

Maria Antonietta Carta


Gli occidentali si lamentano dei propri problemi, ma pensiamo a ciò che la Siria sta attraversando in questo momento. 

1. Elettricità. Nella maggior parte di Damasco e della regione circostante è erogata solo 30 minuti - un'ora nelle 24 ore. Nel resto della Siria, soprattutto nelle zone rurali, niente elettricità per almeno 3 giorni.

2. Scarse prestazioni della rete telefonica fissa e di Internet terrestre a causa della mancanza di carburante per far funzionare i generatori durante il periodo di interruzione di corrente, e persino le torri alimentate dall'energia solare sono quasi spente a causa del tempo nuvoloso.

3. La maggior parte delle grandi fabbriche ha ridotto la distribuzione perché i loro mezzi di trasporto non hanno carburante, Molte terranno chiusi i battenti fino alla prossima settimana, paralizzando molte industrie e catene di distribuzione.

4. Alcune istituzioni governative non hanno potuto effettuare transazioni elettroniche mercoledì e giovedì per l’assenza di elettricità o di internet.

5. Negozi e mercati in tutta Damasco chiudono al tramonto perché non c'è combustibile per i loro generatori.

6. I panifici privati hanno ridotto la produzione di pane perché non possono far funzionare macchine e forni.

7. I ristoranti hanno ridotto la produzione e servono solo cibi freddi o barbecue per gli stessi motivi.

8. Il gasolio e il carburante sono scomparsi anche dal mercato nero, dove 20 litri di carburante B costavano 200.000 sterline siriane (lo stipendio medio è di 150.000, ma la maggior parte guadagna molto meno).

9. Quasi tutte le stazioni di servizio sovvenzionate dal governo sono chiuse.

10. Le code alle restanti stazioni di rifornimento durano più di 24 ore. Le quantità che arrivano non sono sufficienti per la domanda. C'è comunque una limitazione di 30 litri al mese.

11. Esiste un sistema per inviare un messaggio ai proprietari di auto affinché vengano a prendere la loro razione di carburante - ora ci sono ritardi di tre settimane per la ricezione dell'SMS. Prima era di pochi giorni.

12. Non c’è il gas domestico (bombole) e quando è disponibile al mercato nero una bombola, per altro di pessima qualità e pericolosa, costa 150.000 Lire siriane e oltre. Prezzo proibitivo per la maggior parte delle persone.

13. Fermi i trasporti pubblici. Le strade sono letteralmente vuote. Ciò rappresenta un enorme problema per dipendenti e datori di lavoro perché il personale non può raggiungere il posto di lavoro, ecc.

11 anni di guerra devastante e sanzioni barbare, disorganizzazione postbellica e confini insicuri. Le sanzioni del Caesar Act puniscono qualsiasi nazione disposta ad aiutare la Siria.

Il popolo siriano sta morendo di fame. Basta sanzioni! Gli Stati Uniti smettano di rubare il petrolio siriano e vadano via dalla Siria. La Turchia vada fuori.

 fonte: pagina Fb di Vanessa Beeley

domenica 11 settembre 2022

Perché il mondo arabo chiama Aleppo ‘’ Umm al-Tarab”?

 

Aleppo - straordinario crocevia plurimillenario, dove confluirono genti, tradizioni e civiltà, e centro mercantile formidabile tra l’Europa e l’Asia sull’antica Via della seta – ha custodito e tramandato attraverso i secoli una splendida cultura musicale e poetica. Essa si mantiene viva fino a oggi a dispetto dei missili israeliani che continuano a colpire il suo aeroporto internazionale e dei vili guerrafondai imperiali, che si sono arrogati il diritto di trasformare questa città effervescente (e tutta la radiosa Siria) in un mondo tenebroso e retrivo per mezzo di fanatici scellerati e di mercenari sanguinari; volendo convincere l’intero universo che lo fanno per magnanimità!

Maria Antonietta Carta 

Umm al-Tarab, significa la madre del Tarab.

Di Nada Chouaib

Traduz. Maria Antonietta Carta 

La parola tarab in arabo deriva dal verbo tariba (scuotere), nel senso di essere scossi emotivamente o commossi da una bella poesia o musica. È uno stato psicologico complesso che colpisce lo spettatore durante l'ascolto di un brano musicale o di un componimento poetico. Gli autori classici lo descrivono come il punto d'incontro di gioia e tristezza e raccontano di svenimenti, perdita della ragione e persino morte causati da questa estasi (l’effetto estatico sarebbe dovuto alla combinazione tra il suono degli strumenti e i versi cantati, soprattutto di antiche poesie chiamate muwashahat  n.d.t.).

Il tarab, quintessenza della musica araba, è diventato sinonimo di canto classico in molti Paesi e, per estensione, è definito uno stile musicale. Come attesta la letteratura antica, già prima delle dinastie arabe in Siria, Aleppo era rinomata per le sue grandi voci e per il pubblico esperto; e lo è ancora oggi.

Ad Aleppo, esiste un gruppo di esperti ascoltatori chiamato Sammi'ah, nome che deriva da samāʿ (ascoltare). Sono gli appassionati di musica più informati e più apprezzati; gli arbitri del buon gusto che hanno il potere di decidere il successo o il fallimento di un artista. Un famoso aneddoto racconta i primi passi del leggendario artista Mohamed Abdel Wahab. Quando nei primi anni ‘30 del secolo scorso iniziava a diventare noto in Egitto, fu scritturato per tenere due concerti ad Aleppo. Era la prima volta che si esibiva nella città di Umm al-Tarab. Il giorno della sua prima esibizione rimase molto deluso perché pochissimi posti erano occupati, forse sette spettatori in un teatro che poteva contenerne 2.000. Nonostante tutto, tenne un grande concerto. La seconda sera invece fu sbalordito perché i 2.000 posti del teatro erano occupati e altre 2.000 persone erano rimaste fuori senza biglietto. Abdel Wahab chiese all'organizzatore una spiegazione su quel cambiamento drastico. “Quelli che sono venuti ad ascoltarti ieri fanno parte della Sammi'ah; nessuno ad Aleppo assisterebbe a un concerto senza la loro approvazione. Poiché li hai impressionati, oggi tutta la città è venuta a sentirti cantare. Successivamente, Abdel Wahab fece la carriera per la quale è noto, diventando uno dei più importanti compositori del XX secolo, non solo ad Aleppo e in Egitto, ma in tutto il mondo arabo. Questa storia ci insegna che nel mondo della musica araba nessuno può raggiungere la gloria senza l'approvazione della Sammi'ah di Aleppo. Dall'antichità ai giorni nostri, Aleppo è il punto di riferimento per il buon gusto musicale e per il Tarab in tutto il mondo arabo.




Aleppo custode della tradizione e punto di riferimento dell’arte musicale araba 

Un altro interessante aneddoto su Abdel Wahab narra del suo incontro con il leggendario compositore Omar Al-Batch (1885-1950), creatore di opere che oggi fanno parte del corpus classico aleppino. Abdel Wahab si era recato ad Aleppo in cerca di informazioni sulle muwashahat. Una sera, durante un ricevimento che aveva radunato tutti i migliori musicisti della città, chiese se qualcuno fosse a conoscenza di qualche muwashah (singolare di muwashahat) in Maqam al-Sikah (una particolare modalità / scala del sistema musicale arabo classico). Essa non solo era poco conosciuta, ma fu a lungo considerata scomparsa in Egitto. Omar Al Batch rispose: “Non solo abbiamo una muwashah di quel genere, ma tutta una serie di waslat (melodie). Però, adesso non possiamo eseguirle perché a quest'ora della notte le stelle non sono allineate correttamente" e gli suggerì di tornare la mattina seguente. Quando Abdel Wahab andò via, i musicisti chiesero perplessi ad al-Batch “Perché hai detto questo? Non abbiamo nessuna muwashah con quella modalità, ora cosa faremo?" Al Batch rispose: “Non è conveniente per una città come Aleppo non avere muwashahat con quella modalità, quindi ne comporrò alcune”; e quella stessa notte compose non una ma tre muwashahat in quella modalità poi le mostrò ai musicisti e ai coristi; e la mattina dopo suonarono unintera Wasla in Maqam Sikah per tutto il pubblico, compreso Abdel Wahab che ne fu sbalordito. Questa storia ci dice che nel XX secolo ad Aleppo esisteva ancora un compositore capace di creare musica nuova e complessa con qualsiasi tecnica musicale tradizionale, seguendo le regole classiche, e anche musicisti capaci di apprendere ed eseguire tale musica in una sola notte. Evidenzia inoltre il ruolo di primo piano degli artisti di Aleppo come punto di riferimento assoluto e custodi delle tradizioni dell'arte musicale nel mondo arabo.

Oggi, Abdel Wahab e Umm Kalthum sono considerati dalla maggior parte degli estimatori i più autentici rappresentanti della musica classica araba. Trionfarono nei media e nel cinema dell'età d'oro con canzoni indimenticabili e ispirarono molte generazioni di artisti. Abdel Wahab, Baligh Hamdi e gli altri grandi compositori dell'epoca apportarono numerose innovazioni e le incorporarono nella tradizione, creando così un nuovo stile capace di raggiungere a sua volta il Tarab, come i loro predecessori classici.

I seguaci adottarono questo nuovo stile e la forma delle canzoni lunghe senza conoscere il vero stile classico, la wasla, che si è persa nella maggior parte del mondo arabo ma non ad Aleppo. Come la Nawba andalusa, ma a differenza del brano lungo la wasla è un insieme di melodie strumentali e vocali composte da parti molto diverse che sviluppano grandi energie ed emozioni. La sua finezza e la sua raffinatezza ci ispirano e la sua grande diversità può arricchire notevolmente la nostra danza. Inoltre, la Wasla di Aleppo ha la particolarità di mettere sempre fine ai qudud (improvvisazioni), canti allegri tipici di Aleppo, che invitano il pubblico alla danza. Per noi ballerini, è un bellissimo repertorio da esplorare!

Tarab non è solo una forma di musica, ma un modo dell'essere

La musica di Aleppo ha molto da insegnarci sul Tarab e di conseguenza su noi stessi. Purtroppo, a causa della guerra, molti artisti di Aleppo hanno dovuto lasciare la città, portando con sé la loro arte in giro per il mondo.

Anche così, Aleppo continua e continuerà a essere Umm al-Tarab, la madre del Tarab.

Grandi voci aleppine: Omar al Batch, Sabri Moudallal, Sabah Fakhri, Mohammad Khayri, Hamam Khayri, Mayada al Hinnawi.


https://www.youtube.com/watch?v=UiWAEe8bf_c : In questo link, il concerto che il 1/8/2019 Mayada al Hinnawi tenne nella Cittadella di Aleppo finalmente liberata dai terroristi e restituita ai suoi abitanti. I volti intensi dei musicisti e di Mayada, come la splendida voce della cantante, raccontano il dolore e i patimenti dei Siriani durante questi terribili anni di guerra, ma anche la loro straordinaria dignità e resistenza.


Bibliografia: Jonathan H. Shannon "Tra gli alberi di gelsomino" - Christian Poche: «Dictionnaire des musiques et des danses traditionalnelles de la Méditerranée» - Amani: "I temperamenti musicali e le loro influenze sul pubblico e la coreografia di danza" - Arte di Aleppo:  http://www.aleppoart.com

https://www.facebook.com/nada.chouaib.9/videos/1900393306719818 The Divas

In questo link, Nada Chouaib, autrice dell’articolo, danza la musica Tarab di Aleppo

sabato 13 agosto 2022

Lettera di Aleppo n. 44 : Tutto questo per niente!

 

Il dottor Nabil Antaki, uno dei due autori del libro ‘’Lettere da Aleppo’’ - cronaca straordinaria sui drammatici anni in cui la sua amata città è stata sconvolta da una guerra iniqua e devastante https://oraprosiria.blogspot.com/2020/10/la-follia-dei-guerrafondai-e-il-senno.html - continua a raccontare dopo undici anni la situazione drammatica in cui versano i suoi concittadini e l’intero Paese.

La 44a lettera da Aleppo, di cui offriamo la traduzione ai nostri lettori, oltre ad informarci sulle attività che egli insieme alla sua associazione, i Maristi Blu, portano indefessamente avanti, è un atto di accusa veemente contro la cinica crudeltà inflitta a una popolazione innocente con le sanzioni e la spoliazione delle materie prime, quali petrolio, gas o grano, ma anche contro la sottrazione della èlite intellettuale e professionale, la cui formazione nelle scuole e nelle Università siriane durante la guerra è costata sacrifici enormi a tutta la società. 

Maria Antonietta Carta


Lettera di Aleppo n. 44

Tutto questo per niente!

Il mondo non ha mai visto tanta solidarietà quanto quella verso il popolo ucraino. Stati, in particolare occidentali, associazioni internazionali, agenzie delle Nazioni Unite, ONG e persone comuni hanno agito rapidamente e con estrema generosità per alleviare le sofferenze dei profughi, degli sfollati e dei feriti. I corrispondenti dei media mainstream sin dai primi giorni del conflitto hanno riferito di aver incontrato in Ucraina “persone come noi, che si vestono come noi, che vivono in città che somigliano alle nostre...". Come se alleviare la sofferenza dipendesse da tali criteri. Senza entrare in una polemica politica, possiamo ancora affermare che questa guerra avrebbe potuto essere evitata, come d’altronde la guerra in Afghanistan terminata ignominiosamente con il ritiro delle truppe statunitensi dopo aver causato centinaia di migliaia di morti e costata trilioni di dollari. "Tutto questo per niente", ha scritto un editorialista. Come si sarebbe potuto evitare la guerra senza fine innescata in Siria ormai oltre undici anni fa, che insieme alle inique sanzioni hanno rovinato il Paese e immiserito la popolazione, conseguenze sicuramente messe in conto. La guerra ha causato sinora la morte di 500.000 persone e le sofferenze di centinaia di migliaia di feriti e amputati, ha spinto 5 milioni di persone a rifugiarsi nei Paesi circostanti, 1 milione a emigrare in Occidente e 8 milioni di sfollati ad abbandonare le loro abitazioni. Tre guerre che si sarebbero dovute evitare e intraprese dietro i falsi alibi e i falsi pretesti per iniziarle, ragioni geopolitiche inaccettabili, machiavellismi, cinismo riprovevole e vergognoso. Non c'è ormai quasi nessun combattimento in Siria da diversi anni, ma questo stato di “né guerra né pace” è insostenibile. La guerra ha distrutto e l'assenza di pace impedisce la ricostruzione e la riconciliazione. Come ha detto qualcuno: ‘’I conflitti congelati, che spesso sono conflitti insolubili, finiscono inesorabilmente per riscaldarsi ".

La situazione economica in Siria è catastrofica. L'82% della popolazione vive sotto la soglia di povertà; il 60% è denutrita; il tasso di disoccupazione è impressionante; l'inflazione sta galoppando; la maggior parte delle famiglie non riesce a sbarcare il lunario; la valuta siriana ha perso il 90% del suo valore; i prezzi aumentano ogni giorno. La scarsità aggrava la povertà: razionamento del pane, benzina, elettricità e molti altri prodotti essenziali. Di fronte a questo aggravarsi dei patimenti dei nostri concittadini, la nostra missione di Maristi Blu è ancora più indispensabile. Siamo supportati da tante associazioni internazionali e da tanti amici a cui sono infinitamente grato. Grazie al loro supporto morale e finanziario, siamo in grado di mantenere tutti i nostri progetti di aiuto e soccorso, educativi e di sviluppo. Ci sono ancora molte famiglie sfollate nella stessa Aleppo. Continuiamo a distribuire 832 ceste alimentari mensili alle famiglie più vulnerabili e a pagare l'affitto per 200 famiglie che ancora non possono tornare a casa. Centocinquanta persone beneficiano ogni mese del nostro programma medico, paghiamo per interventi chirurgici, prescrizioni per malattie croniche o per scanner molto costosi. Il progetto “Goccia di latte” continua la distribuzione mensile a 3.000 bambini con il latte necessario per la loro crescita. Il progetto “Pane Condiviso” offre un pasto caldo quotidiano a 230 anziani ultraottantenni che vivono da soli e non hanno più nessuno a sostenerli. Vogliamo che i giovani rimangano in Siria e non emigrino. Il Paese e la società hanno bisogno di loro. Siamo rattristati di sapere che migliaia di medici siriani siano emigrati in Germania e Francia. Ieri ho ricevuto un messaggio da un amico e collega gastroenterologo ed endoscopista che mi informava di essere emigrato in Francia pochi mesi fa. Eppure aveva una buona reputazione, era molto ben informato e non aveva perso il lavoro. A una mia domanda ha risposto che pensava al futuro dei suoi figli. A causa della guerra, la Siria ha perso la sua élite: accademici, ingegneri, informatici e medici, che si sono formati gratuitamente nelle Università siriane e che avrebbero potuto partecipare alla ricostruzione del Paese ora si sono stabiliti nei Paesi del Golfo o in Europa; Paesi che beneficeranno gratuitamente di questa forza lavoro qualificata formata da noi ma che, ipocritamente, si lamentano di questa immigrazione che è essenziale per la loro economia e il loro benessere. Quest'estate, molti Siriani che avevano lasciato il Paese per stabilirsi altrove sono tornati a trascorrere le loro “vacanze” in Siria. Venivano a ispezionare le loro case lasciate in fretta e furia, a sistemare i loro affari, a espletare formalità amministrative, poi ahimè sono ripartiti. Come dice la filastrocca: “tre giri e poi vai via”. Purtroppo, sono pochi quelli che ritornano definitivamente. Affinché i nostri giovani rimangano, devono avere un lavoro e tre dei nostri programmi sono destinati a questo scopo. Il Centro di Formazione Marista "MIT" aiuta gli adulti ad acquisire competenze in diversi campi. Il programma Micro-progetti incoraggia iniziative sostenibili. In 6 anni abbiamo finanziato più di 200 progetti. Purtroppo, nonostante la formazione offerta ai candidati e l'accompagnamento e il follow-up dei mentori Maristi Blu, il successo di questi micro-progetti non è scontato. La crisi economica, l'inflazione e l'alto costo degli affitti e dei prodotti stanno causando il fallimento di alcuni progetti che all'inizio erano promettenti. Dall’altra parte, molti grandi successi. Penso a T.J. che ha aperto un'officina meccanica, ad A.B. che fa piccole scale a pioli, a S.A. e ad A.C. che ora hanno una barberia.

Papa Francesco, nell'intenzione di preghiera del mese di agosto, salutando il coraggio, la creatività e l'impegno dei piccoli imprenditori, ha chiesto di pregare per loro affinché «trovino i mezzi necessari per continuare la loro attività al servizio delle comunità in cui vivono”. Il programma di Formazione Professionale ci permette di coinvolgere i nostri giovani con dei professionisti per imparare un mestiere. Venti hanno già completato la loro formazione e altri 20 sono in fase di apprendimento. Il giovane R.E. ha imparato in un anno (mentre il suo apprendistato sarebbe dovuto durare 18 mesi) la riparazione e la manutenzione dei cellulari e il suo capo ci ha detto che non aveva più niente da insegnargli e che ora potrà essere il capo di se stesso e volare da solo. Heartmade continua a sviluppare la sua attività e moltiplica i prodotti per arrivare all'autofinanziamento. Sedici donne trovano lavoro lì creando abiti femminili con i tessuti avanzati. Fin dall'inizio della nostra missione, creiamo un progetto quando sentiamo che ce n'è bisogno e lo chiudiamo quando il suo scopo si è esaurito. È così che abbiamo appena interrotto il progetto “Imparare a crescere”. Invece, "Voglio imparare" continua la sua missione di educazione e istruzione per 120 bambini dai 3 ai 6 anni. Alla fine dell'anno scolastico, sono subentrati i centri estivi con le attività di animazione per seminare un po' di gioia nel cuore di questi bambini provenienti da famiglie sfollate. Il nostro programma di sostegno psico-sociale “Semi” continua a fare miracoli con i 450 bambini. Per quanto riguarda i progetti “Sviluppo delle donne”, “Taglio e cucito” e “Speranza”, si concatenano sessioni di 3 mesi per soddisfare tutte le esigenze e tutte le richieste. Dopo 11 anni di sofferenze, drammi, migrazioni e privazioni, facciamo fatica a vivere e ad irradiare intorno a noi il nostro motto marista: “Semina speranza”. Eppure, è così necessario! Le persone intorno a noi ne hanno bisogno. Non vediamo ancora la fine del tunnel. Le grandi potenze hanno altro pesce da friggere e la questione siriana non è più una priorità per loro. La Siria è diventato “un Paese dimenticato”. Per quanto riguarda le potenze regionali, stanno usando il conflitto siriano per far avanzare le loro pedine nella regione. Fortunatamente, alcuni Paesi arabi e altri hanno superato il ragionamento manicheo secondo cui ci sono buoni da una parte e cattivi dall'altra, e hanno ristabilito le loro relazioni con la Siria. A condizione che i Paesi occidentali facciano lo stesso affinché un dialogo inizi e sia il preludio alla ricomposizione del conflitto e alla pace.

Dottor Nabil Antaki per i Maristi Blu. 

Aleppo, 10 agosto 2022