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venerdì 31 agosto 2012

Cristiani al lavoro per la costruzione tenace e paziente di una nuova Siria

COSTRUIRE OPERE CHE SIANO "FORME DI CIVILTA' NUOVA" (GIOV.PAOLO II): ECCO L'IMPEGNO DELLA CHIESA PER LA SALVEZZA ED IL FUTURO DELLA SIRIA
I SALESIANI AD ALEPPO
Una scuola per salvare Homs

Gli Scouts de Cluses in France in Haute-Savoie  consegnano aiuti umanitari  a Mère Agnès Mariam de la Croix


 


Contributo socio-educativo dell'Ispettoria Salesiana nelle città siriane di Aleppo, Kafroun e Damasco
di Eugenio Fizzotti
ROMA, venerdì, 31 agosto 2012 (ZENIT.org).- L’Ispettoria Salesiana del Medio Oriente, con sede ispettoriale a Betlemme, ha due comunità in Libano, tre in Egitto, cinque in Israele, una in Turchia, una in Iran e tre (di cui una però con attività religiosa sospesa) in Siria. Volendo informare i confratelli salesiani di tutto il mondo sulla situazione della Siria, sulla tragica situazione degli sfollati e dei profughi, e in modo particolare sulla presenza salesiana a Damasco, Aleppo e Kafroun, l’Ispettore Don Munir El Rai ha inviato un comunicato particolarmente apprezzato e fonte di preghiera oltre che di solidarietà.
Partendo dalla considerazione, nota a livello mondiale, che «la situazione del paese sta peggiorando e le ultime notizie riferiscono cheAleppo e Damasco e dintorni sono attaccate e bombardate», Don Munir informa che «la carenza di carburante, elettricità, acqua, pane, gas, benzina e auto, oltre alle paralisi dei mercati e alla disoccupazione, si aggiunge alla mancanza di sicurezza e al caos», con la conseguenza che, essendo diventate difficili le comunicazioni elettroniche, «la situazione economica generale peggiora a vista d’occhio, a causa della chiusura di fabbriche e attività e della conseguente dilagante disoccupazione».

venerdì 17 agosto 2012

“Chiedo alla comunità internazionale, chiedo ai cristiani d’Europa, d’America e di tutto il mondo, chiedo ai governi di avere pietà di questo popolo siriano e di fare tutto il possibile per spingere tutti quanti a sedersi attorno ad un tavolo per dialogare, trovare una riconciliazione e risolvere questo problema in modo civile, umano. La guerra non fa che distruggere, non fa che uccidere: è una guerra fratricida."

Syrian Archbishop of Aleppo appeals for dialogue, peace

Listen to Tracey McClure's full-length interview with Archbishop Jeanbart: RealAudioMP3
http://www.radiovaticana.org/EN1/Articolo.asp?c=613395




INTERVISTA A MERE MARIE AGNES :
Free" "Syrian" "Army" Terrorists are killing Christians, burning and destroying Christian Churches 






Bartolomeo I: Pace in Siria e nel mondo intero
di NAT da Polis
Istanbul (AsiaNews) - In occasione della Festa della Dormizione della Vergine (in occidente: l'Assunzione di Maria al Cielo), il Patriarca ecumenico di Costantinopoli ha diffuso un comunicato in cui egli esprime "profonda preoccupazione" per la situazione della Siria e delle comunità cristiane di quel luogo. Il patriarca non dimentica altre zone di tensione in tutto il Medio oriente, la Nigeria e il Sudan e domanda la fine dell'uso politico del fondamentalismo religioso.
Ieri, per il terzo anno consecutivo, Bartolomeo si è recato a celebrare la festa mariana al monastero della Madonna di Sumela, sul Mar Nero. Dal 2009 il governo turco ha dato il permesso per celebrare una messa il 15 agosto, dopo 80 anni di divieti e dopo la trasformazione dell'antico monastero in museo.
Il patriarca ha focalizzato il suo intervento sulla crisi che sta colpendo l'umanità intera e la conseguente diffussione della violenza nel mondo.
"Il Patriarcato Ecumenico - dice il comunicato - è profondamente preoccupato per la diffusione della violenza in tutto il mondo d'oggi. Ci troviamo di fronte a fenomeni di intolleranza che non solo indeboliscono la pace globale, ma costituiscono una negazione della dignità umana. Fenomeni come omicidi, atti di razzismo, genocidi, pulizie etniche, antisemitismo, distruzioni di luoghi di culto, sono espressioni di barbarie, e devono essere condannati in modo categorico e inequivocabile, in particolare quando [tali atti] sono perpetrati in nome della religione".
"Il Patriarcato ecumenico - prosegue il comunicato - esprime le sue particolalori preoccupazioni soprattutto per la situazione creatasi in Medio Oriente , Nigeria e Sudan. Gli scontri e i conflitti tra cristiani e musulmani in questi luoghi, devono e possono essere superati soltanto con il rafforzamento dell'amor verso il prossimo, in quanto espressione di legame di pacifica coesistenza".
"Il Patriarcato Ecumenico - si aggiunge - è anche molto preoccupato per il futuro del popolo siriano e il futuro del cristianesimo su quella terra e rivolge un appello a tutti i protagonisti del conflitto, per far tacere immediatamente le armi, per urgenti motivi umanitari".
"La soluzione di tutti questi conflitti - continua - passa principalmente attraverso il dialogo. Perché, il dialogo è l'unico e miglior strumento di comprensione e di riappacificazione delle nostre differenze, e costituisce un agente di cambiamento e di riconciliazione. Pertanto, i capi religiosi di tutto il mondo, hanno il dovere e l'obbligo morale di opporsi ai conflitti e promuovere la pace come l'unica necessità. La religione non deve essere stumentalizzata ed utilizzata come pretesto per i vari conflitti, facendo leva sul fondamentalismo per uso politico. Il crimine commesso in nome della religione, è un crimine contro la religione".
http://www.asianews.it/notizie-it/Bartolomeo-I:-Pace-in-Siria-e-nel-mondo-intero-25557.html

domenica 13 maggio 2012

QUELLO CHE SUCCEDE IN SIRIA: Madre Marie Agnes de la Croix ci scrive

Qara, provincia di Damasco, 11 maggio 2012
traduzione dal francese di Mario Villani

I Cristiani di Qara sono tra i fondatori del paese e sono circa 500 su una popolazione di 25.000 (gli altri sono sunniti). Malgrado siano una minoranza godono di notevole rispetto ed hanno sempre vissuto in armonia con i loro fratelli musulmani anche in forza del fatto che molte famiglie musulmane derivano da famiglie cristiane che hanno abbracciato l'Islam ai tempi dei Mamelucchi.

Dopo la caduta di Bab Amro e di altri quartieri di Homs e della sua provincia, molte famiglie di confessione sunnita si sono rifugiate a Qara dove gli elementi rivoluzionari le hanno alloggiate nei locali pubblici (scuole, moschee o centri culturali) o in abitazioni private. L'Igumena del Monastero di San Giacomo il Mutilato ha visitato queste famiglie e ne ha censite almeno seicento, almeno un terzo delle quali conta dei combattenti all'interno dell'“ Esercito Libero siriano”.

La presenza di queste famiglie “combattenti” ha rapidamente cambiato la gradevole quotidianità del villaggio di Qara. Sono stati commessi furti ed addirittura rapimenti per ottenere un riscatto, una “moda” che si sta diffondendo in tutta la Siria sia per rimpinguare le casse vuote della “rivoluzione” si per riempire le tasche di ex contrabbandieri che attualmente non possono proseguire i loro traffici illeciti a causa della vigilanza dell'esercito regolare. Questo è il caso dei villaggi che circondano quello dove ci troviamo: Yabrud, Nebek, Deir Attieh. Bande armate rapiscono i cittadini e voglio un riscatto per liberarli. Sono i capi dell'opposizione locale che fanno da intermediari tra i rapitori ed i famigliari delle vittime. Il riscatto varia da molti milioni di lire siriane (tra i venti e i quarantamila dollari) per i cristiani ad alcune centinaia di migliaia di lire siriane (tra i mille e i cinquemila dollari) per i musulmani. I rapitori appartengono a tribù bellicose dei villaggi di Flitta, Baqaa, Maret Yabrud o Yabrud. Spesso scoppiano risse armate tra di loro per la divisione del bottino o per conquistare la supremazia nella zona.

Noi abbiamo inoltre rilevato la presenza di persone straniere con un comportamento sospetto a Qara. Automobili con i vetri oscurati e senza targa circolano sia di notte che di giorno. I responsabili dell'opposizione sono divenuti più autoritari. Sembrano ormai armati ed hanno ricevuto divise nuove fiammanti dell'”Esercito Libero siriano”. Fanno il bello ed il brutto tempo. Dichiarano scioperi, decidono il coprifuoco o l'organizzazione di manifestazioni. Guai a quelli che non collaborano. Possono decidere di ucciderli come è successo ad un colonnello sunnita che è stato abbattuto a sangue freddo e di cui hanno proibito i funerali. Dicono che agiscono per proteggere la popolazione civile, come se fossero forze dell'ordine. In realtà creano un vuoto nella sicurezza che lascia spazio a banditi e terroristi.

Nonostante le dichiarazioni tranquillizzanti dei capi dell'opposizione locale abbiamo dovuto fronteggiare più volte dei tentativi di rubare i nostri raccolti o di far penetrare abusivamente delle mandrie nei terreni del convento per approfittare dei nostri pascoli. Ogni volta le risposte fornite dagli autori di queste prepotenze erano: “le cose non sono più come prima” o “le forze dell'ordine non possono darvi alcun aiuto, noi possiamo fare quello che vogliamo”. Molte discussioni sono state necessarie per dissuaderli dalle loro velleità. Un giorno però è arrivata la vendetta messa in atto per dispetto.  La nostra coltivazione di pioppi è stata completamente distrutta. Una mattina queste grandi e belle piante erano a terra tagliate. Dopo qualche mese la stessa sorte è stata riservata agli alberi della riserva naturale di cui noi ci occupiamo con il Ministero dell'Agricoltura. La ragione di questi gesti fornita dall'opposizione è stata: “il popolo non vuole che piantiate alberi dove deve portare a pascolare le greggi. Ora, la pianura intorno al paese ha milioni di ettari liberi per tutti.

Non abbiamo detto niente ed abbiamo pensato: “altri soffrono ben peggio di noi” .

Tuttavia la confusione in materia di sicurezza è arrivata al colmo proprio oggi. Appena ripresi dalla notizia dell'orribile attentato del 10 maggio che è costata la vita a decine di cittadini ed ha fatto centinaia di feriti ( il nostro fratello Jean Badouin che si recava proprio quel giorno all'aeroporto è passato sul posto appena prima dell'attentato e l'autobus della scuola greco-cattolica qualche minuto dopo) ecco che ci è arrivata la grave notizia dell'aggressione al caro Padre Georges Luis, parroco della Parrocchia greco cattolica di san Michele, nel centro di Qara.

All'alba dell'11 maggio uomini armati con il volto coperto sono entrati dal Padre Louis che dormiva in parrocchia. lo hanno minacciato con le pistole ed hanno chiesto le chiavi per ispezionare il luogo. Temendo che volessero introdursi nella chiesa il sacerdote ha cercato di negoziare pacificamente. Lo hanno legato e gli hanno ordinato di consegnare le chiavi. Di fronte alle sue esitazioni uno degli aggressori lo ha colpito alla testa con una bottiglia di vetro che si è rotta provocando a Padre Louis un grande taglio che sanguinava copiosamente. Uno degli aggressori lo ha deriso dicendo: “ti abbiamo impresso una croce sulla testa!”. La ferita infatti aveva la forma di una croce. Il sacerdote ha cercato di ragionare, ma ha ottenuto solo un violento pugno che gli ha spezzato un dente. Dopo aver rubato la cassa della Chiesa e il portafogli del prete, i banditi lo hanno obbligato con disprezzo a entrare nella stanza da bagno dove lo hanno bloccato sulla tavola del WC, gli hanno chiuso la bocca con nastro adesivo ed hanno cercato di strangolarlo con una canna per l'acqua, ma, come rispondendo ad un segnale, si sono allontanati prima di terminare l'opera. Il Padre ha impiegato più di due ore a liberarsi, poi, con le mani ancora legate ha potuto chiamare in aiuto uno dei parrocchiani. Questo lo ha portato da un chirurgo che ha suturato la ferita con cinque punti.

Un simile incidente sarebbe stato impensabile qualche mese prima. Gli slogan confessionali lanciati dalle catene televisive saudite e qatariote hanno finito con il trasformare i Cristiani – prima rispettati in forza del diritto alla protezione delle minoranze- in facili bersagli. Povera Siria. Gruppuscoli compaiono un poco dappertutto sapendo che, in forza della congiuntura attuale, le loro azioni resteranno impunite. Quando la notizia dell'aggressione si è diffusa il villaggio si è stretto intorno al Parroco. I responsabili religiosi e civili, cristiani e musulmani, hanno condannato l'aggressione. I capi dell'opposizione sono attesi domani in municipio per un incontro con l'Igumena del monastero. E' necessario evitare la rottura confessionale.

Sua Beatitudine Gregorio III Laham, Patriarca greco melchita d'Antiochia e dell'Oriente ci ha telefonato per esprimerci la sua profonda tristezza e paterna solidarietà. Dopo gli attentati criminali della vigilia che a Damasco hanno fatto una sessantina di morti e quattrocento feriti, sua Beatitudine, già scosso, si è molto emozionato informandosi dei dettagli dell'aggressione subita da Padre Louis. In questa occasione il nostro Patriarca ha dichiarato che “ il dramma nella nostra amata Siria è la dissoluzione della società, il banditismo e la mancanza totale di sicurezza. Questo è il sentimento della grande maggioranza dei cittadini siriani che non sanno più quale è un luogo sicuro per rifugiarsi. La violenza cieca e selvaggia colpisce ovunque. Gli elementi che costituiscono un pericolo per tutti, ma specialmente per i Cristiani e per le altre minoranza, sono il caos insidioso, l'opposizione incontrollabile ed armata fino ai denti e il banditismo. Sono tutti elementi che indeboliscono lo Stato e creano una situazione di paura e di terrore, condizioni psicologiche gravissime,  nella popolazione. In qualunque momento siamo nell'insicurezza totale. Oggi in Siria non è più una questione di rottura tra governo e popolazione. C'è anche un terzo elemento: il banditismo che regna e approfitta della situazione, che si nasconde dietro l'opposizione e sfrutta l'assenza delle forze dell'ordine e degli osservatori delle Nazioni Unite.”

Commentando il dettaglio della croce fatta dai malfattori, Sua Beatitudine ha detto: “Devo dirvi francamente che non ho paura dei musulmani, non ho paura degli islamisti, non ho paura del salafismo. Me la posso cavare con loro perchè so cosa devo fare. Ma davanti al banditismo sono completamente privo di ogni difesa”.

Abbiamo rivelato al Patriarca che le Forze dell'Ordine, contattate da dignitari sia cristiani che musulmani, esitano a venire a Qara perchè, come ogni venerdì c'è una manifestazione davanti alla grande moschea (situata a qualche metro dalla parrocchia), manifestazione inquadrata da uomini armati. Le Forze dell'Ordine non vogliono venire per non provocare uno spargimento di sangue tra la popolazione civile affrontando i miliziani.

Sua Beatitudine ha risposto: “Fin che il governo c'è deve governare: c'è una regola internazionale. Non si può impedire ad un governo di governare. Non si può impedire ad un governo di proteggere i cittadini. E il governo non può rinunciare a questa incombenza. La rivoluzione, mettendo l'opposizione contro il governo lo ha paralizzato. Si dirà che non c'è più un governo. Il governo siriano è legato e imbavagliato a causa della politica internazionale a causa di accuse continue, formulate senza alcuna inchiesta seria, di perpetrare massacri e bombardare la popolazione civile, quando invece gli atti barbari commessi dagli insorti sono passati sotto silenzio. Per questa ragione la gente chiede soccorso. Domandano che qualcuno l'aiuti. C'è un governo, un governo legittimo e deve governare. Si deve aiutare il governo. Se un giorno cadesse il governo non ci sarebbe niente da fare. In quel vuoto ci sarebbe un'alternativa vivibile? Sfortunatamente noi vediamo una volontà internazionale di esacerbare le differenze e provocare conflitti in Siria. Armando e appoggiando in diversi modi delle forze incontrollabili si spinge il paese verso una ancor maggiore violenza, ancor maggiore terrorismo, ancor maggiore spargimento di sangue. Io mi rivolgo alla comunità internazionale: salvate la Siria. Salvate questo esempio di convivenza tra Cristiani e Musulmani. Per quelli a cui essa è preziosa io grido: salvate la presenza cristiana in Siria. I drammatici avvenimenti spingono i Cristiani all'esodo per la paura del caos e del banditismo.”

Sua Beatitudine ha terminato con una preghiera: “Damasco, la più antica capitale del mondo, ha accolto il persecutore Saulo. Tra le sue mura si è trasformato in Paolo, Apostolo delle Nazioni. Damasco è il luogo dell'incontro con la Persecuzione. Con l'aiuto del Cielo, di Colui che è risuscitato dai morti e non ha mai accettato la nostra rovina, Damasco può ridivenire il luogo della conversione, della trasformazione interiore e della grande riconciliazione. Signore guardaci dal Cielo è agisci spinto dalla Misericordia. Tu, l'Amico degli uomini

Questi avvenimenti devono far riflettere tutti gli uomini di buona volontà: un Paese è destabilizzato da insorti che accettano tra le loro fila banditi e terroristi. Essi instaureranno uno Stato di non diritto con conseguenze disastrose e drammatiche per la popolazione civile. Come restare a braccia conserte?

 Centro Cattolico d'Informazione Vox Clamantis Diocesi greco-cattolica di Homs

venerdì 6 aprile 2012

Drammatica testimonianza di Madre Agnes Mariam de la Croix

Ultime notizie da Homs e Kusayr
Da Madre Agnese Maria della Croce

traduzione dal francese di Mario Villani , redattore di "Appunti Attualità Politica Cultura"

testo francese in  ; http://www.maryakub.org/Article_dernieres_nouvelles_de_Homs_et_Qousseir_1_avril_2012.html

Alla vigilia della Settimana Santa, quando noi contempliamo l'Agnello di Dio vergognosamente tradito dal peccato del mondo accettato per la nostra salvezza, vengo a inviarvi notizie recenti sulla nostra Diocesi. E' nostro dovere informarvi sui veri sviluppi della conflitto in Siria. Lo facciamo affinchè l'opinione pubblica faccia ogni pressione per risparmiare sofferenze al popolo siriano.

Notizie da Qara

Più di trecento famiglie sunnite di Bab Amro sono rifugiate nel villaggio ed aiutate dai membri locali dell'opposizione. Anche noi facciamo quello che possiamo per aiutarli. Io sono intervenuta personalmente per la liberazione di 70 militanti incarcerati dopo il passaggio dell'esercito siriano dal nostro villaggio. Ho espresso alta e forte la mia disapprovazione per i metodi impiegati contro certi prigionieri che sono stati maltrattati per far loro confessare dei presunti crimini legati al terrorismo delle bande armate. Noi abbiamo dichiarato il nostro monastero aperto per ricevere i profughi ed i sinistrati. Ci è stato riferito di un centinaio di bambini tra i 2 e i 10 anni che sono stati raccolti tra le macerie di Bab Amro e che non hanno ancora ritrovato i loro genitori. Noi cerchiamo di aiutarli e forse, una volta completati i documenti, ne riceveremo qualcuno tra di noi. Questo dipenderà dal Ministero degli Affari Sociali. Per questo scopo i vostri aiuti sono i benvenuti.

Notizie da Homs

A Homs, città di un milione di abitanti, i due terzi della popolazione sono fuggiti. Più del 90% dei Cristiani sono fuggiti, spesso senza avere il tempo di portare nulla con sé. Centinaia di famiglie cristiane hanno abbandonato Homs e la sua provincia per rifugiarsi nella Valle dei Cristiani, a Damasco o nella sua provincia. I vostri aiuti sono arrivati e sono già stati distribuiti. Tantissime grazie! Quando potremo raggiungere il parroco di Bab Sbah, a Homs, ci darà la lista delle famiglie che ne hanno beneficiato. Questo perchè possiate continuare ad aiutare serenamente, i vostri doni arriveranno tutti a destinazione.
Alcune famiglie sono ritornate per sorvegliare i loro beni. Una di loro racconta questo episodio: “Abbiamo aperto la porta ed ecco!, il salone era pieno di gente. Ci hanno portato i nostri pigiami e hanno mangiato insieme a noi. Gli abbiamo chiesto cosa volessero. Imbarazzato il loro capo ci ha detto: quando volete vi renderemo la vostra casa. Ma la realtà si impone, siamo costretti a lasciarli fare ed arrenderci all'evidenza. La nostra casa non è più nostra.”
Perchè diciamo che la gente è stata “costretta” a partire? Perchè progressivamente, ma efficacemente le fazioni armate dell'opposizione siriana hanno operato quella che può essere definita una “redistribuzione demografica”. Grazie ai franchi tiratori e ad atti di aggressione criminale hanno terrorizzato la popolazione civile non gradita: le minoranze alauita, cristiana, sciita ed anche molti sunniti moderati che non hanno voluto partecipare alle attività dei ribelli. Non è un genocidio massiccio, ma una liquidazione lenta.

A partire da agosto 2011 e più particolarmente da novembre, quando abbiamo potuto verificare la situazione con i nostri occhi, visitando Homs e Kusayr, noi abbiamo informazioni sicure e verificate di atti di barbarie contro la popolazione civile per obbligarla a desistere dalla normale vita civica e paralizzare le Istituzioni e lo Stato.
Dall'inizio dell'anno si sono registrati ripetuti atti di sabotaggio contro gli edifici scolastici, rapimenti di insegnanti e professori, minacce agli studenti e incendi e bombardamenti contro le scuole. Questo ha portato alla progressiva chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Le minoranze che vivono nei quartieri dove agiscono le bande affiliate all'opposizione siriana sono il bersaglio permanente di ogni vessazione: i loro beni sono saccheggiati, le vetture requisite, molti di loro sono presi in ostaggio solo per il fatto di appartenere ad una minoranza religiosa e non vengono rilasciati se non con il pagamento di un riscatto (fatto che ha provocato il fenomeno dei contro-rapimenti, con trattative per la liberazione degli ostaggi).
In particolare tutti i protagonisti della vita civile sono diventati un bersaglio privilegiato del terrorismo camuffato da resistenza armata: conducenti di taxi, mercanti ambulanti, portalettere, e soprattutto funzionari dell'amministrazione civile sono le vittime innocenti di atti che hanno superato il semplice assassinio per assumere gli aspetti più barbari del crimine gratuito: persone sgozzate, mutilate, sventrate, fatte a pezzi e gettate agli angoli delle strade o nell'immondizia. Non si è esitato a sparare su dei bambini per diffondere la disperazione come è stato nel caso del piccolo Sari, nipote del nostro tagliatore di pietre. Questi atti atroci sono stati sfruttati mediaticamente per attribuirne la responsabilità alle forze del Governo.
Noi stessi abbiamo potuto vedere come funziona questo stratagemma in occasione di una visita a Homs. Quel giorno abbiamo potuto contare almeno cento cadaveri arrivati all'ospedale, vittime dell'accanimento gratuito delle bande armate affiliate all'opposizione. Passando per via Wadi Sayeh abbiamo notato una vettura bruciata. Un uomo era stato appena preso di mira dalle bande armate perchè si era rifiutato di chiudere il suo negozio. La sua autovettura era stata fatta esplodere e lui letteralmente fatto a pezzi e gettato davanti alla saracinesca del suo negozio. Nel momento in cui noi siamo passati si erano radunati dei passanti. Ne abbiamo visti molti riprendere la scena con i loro telefonini. Mentre filmavano ne abbiamo sentito uno registrare queste parole indirizzate ad una catena satellitare: “ecco cosa devono sopportare i cittadini siriani da parte degli squadroni della morte di Bashar Assad”. Abbiamo fotografato tutto l'avvenimento e seguito le povere spoglie della vittima fino all'ospedale.

Con la caduta di Baba Amro i combattenti si sono introdotti a Nazihin e Ashiri ed hanno investito i quartieri cristiani di Warcheh e Salibi. Le case dei Cristani sono state requisite. Da Hamidiyeh e dintorni fino a Wadi Sayeh, e più oltre Bustan Diwan, si è ripetuto il medesimo scenario: le bande armate costringono i Cristiani a partire, spesso con la forza, e saccheggiano le loro case, poi le utilizzano per installarvi delle famiglie sunnite profughe o per scopi militari. Ci hanno raccontato che le bande armate hanno bucato i muri divisori che separano le abitazioni per poter circolare attraverso il quartiere senza uscire nella strada. Dei quartieri interi si sono così trasformati in casematte.

ULTIME NOTIZIE DEL 30 MARZO 2012
I quartieri di Bab Sbah, Warcheh e parte di quello di Hamdiyeh sono stati svuotati dei loro abitanti. Bande di islamisti invadono i luoghi e si introducono nelle abitazioni, le saccheggiano e poi le bruciano, facendo credere che le forze governative le hanno bombardate. I terroristi, prima di introdursi nei quartieri abitati dalle minoranze confessionali, li hanno colpiti con mortai, razzi e missili LAU di fabbricazione israeliana. Se la prendono con la popolazione civile non armata e nelle zone dove non c'è la presenza dell'esercito regolare.

E' falso dire che la popolazione civile è presa tra due fuochi. La verità è che in molte zone i quartieri cristiani sono stati il bersaglio di un bombardamento sistematico delle bande armate che hanno voluto vendicarsi perchè i Cristiani non hanno aderito all'opposizione. Ma se l'avessero fatto avrebbero potuto evitare di essere colpiti? Ne dubitiamo.
Secondo l'agenzia cattolica Fides, la manovra delle bande armate è quella di investire i quartieri a maggioranza cristiana per trincerarvisi. Si sta preparando un terribile dramma: le bande armate hanno riempito il quartiere di esplosivo e minacciano di far saltare tutto se l'esercito avanza.
Dobbiamo dire che vi è molta confusione sugli obbiettivi delle fazioni armate dell'opposizione. Essendo divise tra di loro e agendo in modo indipendente, le loro azioni hanno differenti motivazioni. Non bisogna affrettarsi a gettare discredito sulle testimonianze dei Cristiani che, avendo avuto a che fare con queste bande armate, sono stati oggetto di una vera persecuzione. Non è più un mistero per nessuno che dei salafiti sono attivi a Homs in particolare ed in Siria in generale; è tuttavia vero che i Cristiani non sono sotto una persecuzione sistematica e generale in tutto il paese perchè i salafiti non sono dappertutto.

Sto traducendo un articolo che chiarisce molte cose sulla presenza salafita in Siria e Libano.

Notizie dell'ultima ora: il famoso ”curato di Bab Sbah” che era rimasto eroicamente sul posto per servire i suoi parrocchiani a rischio della sua vita si è visto obbligato a partire. La sua automobile è stata rubata, la casa, così come quelle dei suoi parenti, è stata occupata dei miliziani che hanno rubato tutto. Perfino i pacchi di aiuti umanitari destinati dalla Caritas alle famiglie sinistrate sono stati requisiti dei miliziani. Il padre ha raccolto dei video impressionanti di ciò che resta dei quartieri cristiani. Sembrerebbe di essere a Beirut nei peggiori momenti della guerra dei due anni. Inoltre abbiamo appena saputo che i padri gesuiti hanno posto dei giovani armati per difendere i loro conventi e i loro beni. Speriamo che questo sia sufficiente per conservarli sani e salvi.

E infine, una notizia delle peggiori: la ragazzina R. S., una greca - ortodossa che era stata rapita da tre settimane da Bustan Diwan, nel quartiere cristiano di Homs è stata restituita ai suoi genitori in uno stato allarmante. Ella racconta che è stata condotta da uomini armati in una fattoria oltre lo svincolo di Palmira nell'entrata sud di Homs e là una trentina di uomini l'hanno violata. Ella si trova attualmente in un ospedale di Damasco. Le sue condizioni sono terribili ed è in stato di choc. Ella ha sentito gli uomini dirle che lei era stata loro concessa dallo Sceicco Arour come bottino di guerra.
Il fratello del curato greco- ortodosso di Doueir, il padre Tohmeh Haddad, è stato rapito dai ribelli. Essi chiedono un riscatto di € 200.000.

SITUAZIONE A KUSAYR

Kusayr è un grosso centro nei dintorni di Homs, vicino al Libano. La situazione è drammatica. Le minoranze sono il bersaglio di terribili soprusi. Molte persone innocenti sono morte, abbattute a sangue freddo. Andrè Arbache, un giovane marito di trenta anni è stato rapito oggi e non si sa nulla di lui. Alcuni terroristi arrestati dalle forze di sicurezza hanno confessato che sarebbe già stato sgozzato seguendo il rituale “Nahar” che Al Qaeda applica ai rinnegati.
La famiglia cristiana Kasouha, maggioritaria a Kusayr, ha perso molti dei suoi membri, uccisi a sangue freddo. Si parla di vecchi rancori. Bisogna però sapere che molti Cristiani sono stati massacrati dopo aver subito per mesi le angherie di miliziani armati che, tuttavia, sono stati presentati al mondo come combattenti valorosi che cercano di instaurare la democrazia. In realtà queste bande armate hanno applicato la legge della giungla: sia quando hanno cercato di far resuscitare i demoni di vecchi rancori tra comunità, sia quando, come ad Homs, hanno cercato di provocare una guerra confessionale.

Molti Cristiani di Kusayr sono stati assassinati, talvolta fatti a pezzi, per spingere la popolazione alla fuga. Come se questo non bastasse, per sgomberare Kusayr dei Cristiani, i terroristi hanno cominciato ad attaccare apertamente i loro quartieri. Li hanno bombardati con i mortai e i  lanciarazzi, poi li hanno invasi, scacciando gli abitanti e uccidendo quelli che non volevano andarsene. Molte case dei Cristiani sono state bruciate dopo essere state saccheggiate. Nei quartieri più lontani che non sono ancora stati investiti dai terroristi molti Cristiani si sono rifugiati presso dei parenti, ma le loro case sono sotto il tiro dei mortai. Persino la casa del nostro parroco Padre George Louis è stata colpita da quattro proiettili che l'hanno completamente distrutta. E' necessario ricordare che questi bombardamenti non entrano nel quadro di combattimenti con l'esercito regolare, ma costituiscono un'aggressione gratuita contro una popolazione non armata. I Cristiani di Kusayr hanno sentito islamisti affermare a più riprese che i comitati di coordinamento locali hanno già distribuito i beni mobili e immobili dei Cristiani alle famiglie sunnite. Questo progetto è ormai in fase di esecuzione. Un dirigente dell'esposizione a Kusayr , Oum Zahreddine Zhouri,  ha appena annunciato che “i beni dei cristiani erano distribuiti ai musulmani come bottino di guerra” ed in effetti è ciò che sta avvenendo, almeno nelle case e magazzini del quartiere del Suk orientale che è stato interamente investito dalle bande armate. I cristiani sono tutti stati gettati fuori, le loro case sono state spogliate e interamente bruciate. Confermiamo la notizia data dall'agenzia Fides: la maggior parte dei 10.000 cristiani di Kusayr è stata costretta a lasciare le loro case e i loro beni. Essi si sono rifugiati nei dintorni o sono fuggiti verso Damasco, la Valle dei cristiani o verso il Libano dove ci si informa che molti alauiti e cristiani hanno trovato casa nelle città costiere o nella montagna e dove più di 60 famiglie cristiane di Kusayr si sono rifugiate nella città di Zahlè.

QUALCHE ESEMPIO SIGNIFICATIVO DI ATTI SELVAGGI PERPETRATI DALLE BANDE ARMATE AFFILIATE ALL'OPPOSIZIONE

Quando l'esercito regolare è entrato a Baba Amro i terroristi hanno radunato tutti i loro ostaggi alauiti e cristiani in un immobile di Khalidiyeh che hanno fatto saltare con l'esplosivo, commettendo un terribile massacro, che hanno attribuito alle forze regolari. Malgrado che di questo atto siano state accusate le forze governative persino dalla Lega Araba, le prove e le testimonianze sono inconfutabili: si tratta di una manovra delle bande armate affiliate all'opposizione.

La famiglia Al Amoura, del villaggio di Al Durdak, nei dintorni di Homs, è stata sterminata dai terroristi wahabiti. Quarantuno persone d questa famiglia sono state sgozzate lo stesso giorno. Un altro massacro è stato commesso dall'esercito libero della Siria in ritirata da Baba Amro: si sono fermati vicino a Rableh, alla frontiera libanese, e hanno massacrato quattordici membri di una stessa famiglia alauita a Hasibiyeh.

RETROSPETTIVA

Ecco: è da un anno che mi dedico allo studio della situazione in Siria per cercare di comprenderla. Da allora mi sono recata per tre volte sui luoghi caldi della nostra Diocesi e posso dire di essere diventata una testimone oculare. Guardando indietro io vedo che non mi sono ingannata nelle mie previsioni. Con dei giornalisti belgi siamo stati i primi al mondo a fare stato della presenza di “bande armate non identificate”. Oggi queste bande sono state identificate. Possiamo dare loro un nome. Esse sono raggruppate sotto l'etichetta di Esercito Libero della Siria, ma esse sono di matrice salafita o wahabita, vale a dire le formazioni paramilitari degli islamisti ultra radicali.

Noi ringraziamo tutte le realtà che durante l'anno trascorso hanno intimato al regime siriano, anche se spesso a torto e in conseguenza di false informazioni, di fermare le sue violenze contro la popolazione civile. Ma cosa dire delle crudeltà dell'opposizione siriana? O meglio, delle fazioni armate che proclamano di essere l'opposizione? Oggi il male è fatto. Quello che temevamo sta per succedere: l'esodo dei Cristani dalla Siria è cominciato. E' un dramma che condividono con i loro fratelli e sorelle di altre confessioni. Questo ci ricorda l'esodo dei Cristiani dell'Iraq. Speriamo che la tendenza sia arrestata dalla fine delle ostilità e dall'instaurazione di un dialogo tra tutte le componenti del popolo siriano.

Noi siamo tutti per la libertà e la democrazia. Sfortunatamente i nobili obiettivi indicati dall'opposizione siriana sono stati fagocitati dall'islamismo. Esaltando l'opposizione -all'inizio poteva essere a giusto titolo- si è creduto senza verifiche a tutto quello che raccontava l'inattendibile Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo e poi i comitati di coordinamento locale. Ora, sulla base delle loro necessità, questi organismi hanno fatto più disinformazione che informazione. Non solo l'informazione fornita è stata unilaterale e di parte, ma spesso era monca e falsificata. La realtà non era più conforme alle loro fastidiose dichiarazioni. D'altronde gli avvenimenti mi hanno dato ragione e, cosa che mi consola, la comunità internazionale stessa sta accogliendo la tesi di una trasformazione dell'opposizione siriana che è divenuta, all'insaputa di molti dei suoi sostenitori, un paravento per il sunnismo radicale. I grandi mezzi di comunicazione cominciano poco a poco a comprendere la realtà del conflitto in Siria, raccontando alcuni dei suoi aspetti nascosti da troppo tempo: la presenza di fazioni armate l'obiettivo delle quali era quello di creare uno scenario di guerra confessionale simile a quello del Libano. Questo spiega le crudeltà subìte per mesi dagli alauiti da parte delle bande armate. I Cristiani sono stati vittime anche loro ma in misura minore. L'obiettivo di questi gruppi armati era spingere le minoranze ad armarsi per far esplodere una guerra confessionale. Ma questa reazione non c'è stata. A parte dei casi isolati, le minoranze non si sono armate ed hanno atteso pazientemente che le forze dell'ordine venissero a proteggerle. Hanno pagato così un pesante tributo di sangue attendendo la loro liberazione. La storia renderà omaggio alla maturità del popolo siriano che, in forza della sua millenaria saggezza, ha evitato fare la scelta peggiore quando tutto era a sua disposizione per vendicarsi dell'”altro”. E' necessario anche dire che la maggioranza dei Musulmani in Siria non danno credito ai salafiti e prendono le distanze dal wahabismo. Dicono che tutto l'estremismo è una deformazione e che il salafismo, ispirato dal wahabismo, è diventato un'eresia soprattutto quando è ricorso all'eliminazione dei “kuffar” o “rinnegati”, in pratica di tutte le persone che non accettano la sua dottrina.

In definitiva il mondo occidentale, vittima di un'informazione tendenziosa, si inganna applicando a questi eterogenei gruppi islamisti il titolo di Esercito Libero di Siria. Bisogna saper distinguere le cose per non favorire il peggio.

Che dire di più? Human Rights Watch ha scritto una lettera aperta al “Consiglio Nazionale Siriano” per invitarlo a denunciare gli atti di barbarie contro la popolazione civile e le forze dell'ordine. Atti contrari alla Carta dei Diritti dell'Uomo ed alla Convenzione di Ginevra commessi dalle bande armate affiliate all'opposizione. L'ambasciatore degli Stati Uniti a Damasco si è lamentato delle violenze inaccettabili delle bande armate che agiscono in nome dell'opposizione. Le grandi potenze ed i media internazionali parlano apertamente di una deriva confessionale di certi settori armati affiliati all'opposizione siriana tra i quali si scoprono fazioni di Al Qaeda, dei salafiti e dei wahabiti. Pax Christi del Canada ha mandato una lettera a tutti i responsabili degli Stati per domandare loro di non intervenire più in Medio Oriente con mezzi militari. La Francia, da parte sua, ha rifiutato l'ingresso nel suo territorio allo cheikh Qaradawi che incita incessantemente su Al Jazirah araba ad una guerra confessionale. L'affare Merah a Tolosa contribuirà ad aprire gli occhi sui pericoli della catena Al Jazirah, i cui locali  nella torre Montparnasse sono stati perquisiti dalla polizia francese.

Nel momento in cui la comunità internazionale cerca di favorire il dialogo e la pacificazione è divenuto ormai inaccettabile che dei responsabili e dei giornalisti continuino a credere ciecamente alle dichiarazioni di una rete di informazione tendenziosa che copre i crimini di queste bande armate affiliate all'opposizione siriana con suo grande danno. Ignorando i soprusi e i crimini di queste bande armate e approvando la loro lotta si incoraggiano i loro crimini e non si porta aiuto alle persone in pericolo. Solo un'informazione obiettiva e senza partito preso, fedele alla realtà dei fatti, potrà aiutare a fermare la violenza e portare tutte le fazioni a dialogare in vista di un vero processo democratico. Occorre denunciare il male ove di trova, senza preconcetti. Serve un minimo di verifica e di messa a fuoco nella confusione che prevale.

CONCLUSIONE

Noi preghiamo affinchè la Siria esca purificata e pacificata da questa terribile prova e perchè la voce della maggioranza schiacciante del popolo siriano, di tutte le confessioni, sia ascoltata: avviare le riforme necessarie senza rompere il patto nazionale né cadere nella guerra confessionale.

Preghiamo che, in questo glorioso tempo pasquale, il Signore vincitore della morte, ci visiti come ha fatto con sua Madre e i suoi Apostoli e ci evangelizzi con la sua pace basata sulla distruzione del muro dell'odio attraverso il suo corpo sacrificato per noi. Lui solo ci insegna ad amare il prossimo fino a sacrificarsi per lui. Questo è il messaggio che noi ameremmo far capire sulla Siria a quelli che sono vicini e a quelli che sono lontani.

Qara,  1 aprile - domenica degli ulivi - 2012.






sabato 17 marzo 2012

Mère Agnès Mariam de la Croix intervistata alla TV francese Europe 1

IL PUNTO DI VISTA DELLA MADRE SULLA SITUAZIONE IN SIRIA
L'intervista di Jean-Pierre Elkabbach  risale al febbraio 2012, ma è ancora di estremo interesse
Traduzione in italiano a cura della Fraternità Maria Gabriella

 Jean-Pierre Elkabbach: Oggi Homs è una città ferita,  insanguinata, ripetutamente colpita ; è bombardata dall’ esercito regolare che sta battendo casa per casa. Perché Homs è tanto presa di mira ?
Madre Agnès-Mariam della Croce : E’ diventata il bastione, il simbolo della resistenza ed è anche divenuta un ghetto dove la comunità internazionale promette tantissimo  ma in realtà è incapace di portare aiuto alle persone in pericolo.
J-P E. : Perché dice ghetto ?
M.A-M : Perché è accerchiata e comincia a mancare tutto.
J-P E. : Dunque dice « il ghetto di Homs »?
M. A-M : Il ghetto di Homs, di Bab Amra più esattamente.
 J-P E. : Vuole dire che non è tutta la città che é colpita, ma i nuovi quartieri. Che ci abita ?
M. A-M : Sono ribelli a maggioranza confessionale sunnita che vi si sono nascosti per portare avanti la resistenza.
 J-P E. : E’ una svolta militare? in che cosa è diverso delle settimane precedenti dove si parlava dell’esercito che era già presente ?
M. A-M : Penso che nel passato si trattava un pò di un gioco come « il gatto e il topolino » ma niente era ancora deciso, ma si lasciava deteriorare la situazione  da entrambe le parti, mentre oggi  il semaforo verde è stato dato per annientare la ribellione.
J-P E. : E dato da chi ?
M. A-M : Penso che sia stato dato dal governo siriano.
J-P E.. : Vuole dire dal présidente Bachar el Assad ?
M. A-M : Si certo, niente si può fare senza di lui.
J-P E. : Vi sono altre città accerchiate dall’ esercito in questo momento ?
M.A-M : L’esercito accerchia città con velleità di resistenza, sia per negoziare, sia per annientare.
J-P E. : Il regime attuale della Siria è denunciato dal mondo intero, tranne che da Russia e Cina. Il regime usa la forza contro una parte del popolo. Può tenere ancora molto tempo così ?
M. A-M :Personalmente credo che il regime fondato da Hafez el Assad è già caduto, dato che il multipartitismo è già in vigore in Siria. I giovani hanno domandato che nuovi  partiti fossero fondati e si può dare la propria opinione senza esser repressi. Perché il presidente Bachar el Assad è spinto ad operare aperture verso la democrazia.
 J-P E. : Sì, è forse l’effetto della primavera araba ; ma il regime non crollerà da solo.
M.M-A : Il regime è già crollato nella sua parte ideologica.
 J-P E. : Oggi lei ritorna in Libano, luogo del suo esilio, e vedremo perché lei è esiliata. Lei ha sempre vissuto a Homs, è vero che alle quindici la città si ferma e cominciano gli spari?
M. A-M : Ho visto questo coi miei propri occhi. Questa cosa ci ricorda lo scenario della guerra civile in Libano. Homs è in gran parte simile a Beyrouth durante gli anni della guerra civile.
J-P E. : Si conosce il quartiere dove Edith Bouvier si rifugia. Il suo fotografo è riuscito a entrare in Libano a 30 chilometri di lì. Come salvare Edith Bouvier ? Come salvarla, come farla evacuare, come farla uscire di lì ? ( Nota dei traduttori : Il 1 marzo ha lasciato la Siria ed è  arrivata all'ambasciata francese a Beirut, in Libano, E. B. la giornalista ferita che era rimasta intrappolata a Homs)
M.A-M :Credo che non ci sia un altro modo che l’intervento della Croce Rossa internazionale con l’accordo della Croce Rossa siriana.
 J-P E. : Ma Damasco rifiuta di lasciare intervenire né la Croce Rossa internazionale né quella locale.
M.A-M : Bisogna veramente insistere perchè vi sia un momento di pace, di stabilità perché si possa entrare.
 J-P E. : Una sorta di cessate il fuoco..
M.A-M : Sì perfettamente.
J-P E.. Questo è ciò che domanda il governo francese e Alain Juppé.
Conosce questo tunnel di cui parlava il giornale Libération ?
M. A-M : Sì. E’ molto famoso. Sono costruzioni sanitarie, che erano usate peraltro per il contrabbando e che oggi sono davvero un mezzo di comunicazione con il mondo esterno, in particolare il Libano nord.
J-P E. : Vuole dire che conduce al Libano. E quali cose passano di lì ?
M.A-M : Allora : prima passa l’alimentazione, i medicinali, ma anche armi.
 J-P E. :.E’ questo il solo tunnel oppure ne esistono altri ?
M. A-M : Ce ne sono altri.
 J-P E. : Si dice, madre Agnès –Mariam che questa guerra è una guerra civile. E’ anche una guerra etnica e religiosa ?
M. A.M : Credo piuttosto che siamo dirigendoci verso una guerra confessionale, poiché si esacerbano da entrambe le parti inimicizie confessionali, e questo è molto male.
 J-P E. :Certo non è tanto semplice. Ma le due comunità esistevano, alaouite e sunnite, coabitavano. Oggi stanno uccidendosi, ma hanno coabitato.
M. A-M : Ecco, il tessuto sociale è stato scosso e la fiducia mutua è stata smussata. Ecco la componente. Non è tutta la popolazione, certo, ma almeno una parte della popolazone ha accettato di entrare in una mentalità di confronto confessionale.
 J-P E. : E sono tutti armati..
M.A-M : Si sono armati. Sì, purtroppo una componente è armata. Quella della resistenza, mentre  per l’altra le armi sono l’esercito del governo.
 J-P E. : E’ vero che vi sono rapimenti in ogni campo e che  si moltiplicano ?
M. A-M : Siamo stati di questo testimoni e a volte abbiamo negoziato tra le comunità religiose che purtroppo sono antagoniste. Ma attualmente quelli che vogliono fare il gioco dell’ antagonismo dico che non è la maggioranza del popolo siriano…
 J-P E. : Ma vi sono rapimenti, me lo raccontava…
M. A-M : Sono rapimenti e antirapimenti.
 J-P E. : Vuole dire…scambi ?
M. M-A : Perfettamente.
 J-P E. :…Prendo tuo padre e io vengo a cercare tuo figlio, tua sorella, la tua famiglia…
M. A-M : Ecco. Per evitare il massacro, oppure evitare una riscatto troppo oneroso.
 J-P E. :  Si mette un prezzo per ogni testa ?
M A-M : Si, tra 20.000 e 40.000 euro.
 J-P E. : Una sola persona ?!
M. A-M : Sì e si svolge nel corso di parecchi mesi e purtroppo non è stato scoperto dalla stampa.
 J-P E. : Lei stessa, ha visto i primi morti negli ospedali di Homs oppure no ?
M. A-M :Sono andata 3 volte a Homs e vi ho anche passato delle notti. Ho visto con i miei propri occhi gli ospedali di Homs pieni di cadaveri che arrivano al ritmo di 3 o 4 per ora. In una sola giornata abbiamo contato 100 cadaveri e non vi era più posto nell’ obitorio.
Erano accatastati fino  fuori. Non vi era nemmeno un posto sulle barelle.
 J-P E. : Li ha visti lei stessa ?
M.A-M :Li ho visti con i miei propri occhi e credo che le cifre che vengono diffuse sono fittizie: vi sono più morti in Siria e ciò non è riportato dalla stampa internazionale che è troppo unilaterale.
 J-P E. : Ma ogni morto ha un volto e un nome ! Si sa l’identità di chi è morto ?  
M.A-M :Ho chiesto alla Croce rossa siriana e agli ospedali sirani, soprattutto della mia diocesi, di darmi i nomi e abbiamo fatto delle liste di nomi, ci sono dei «  veri vivi » che sono divenuti dei «  veri morti », mentre le cifre anonime non dicono niente della situazione reale che prevale in Siria.
 J-P E. : Allora, Madre Agnès-Mariam, dicevo poco fa, lei è un personaggio abbastanza controverso, lei è in esilio in Libano. Il suo nome è su delle liste nere, lei è minacciata di morte, da chi ?
M. A-M :Attualmente credo che la minaccia viene da ogni parte, perché quando si entra nella sfera pubblica, si trova sempre qualcuno che cerca di utilizzarti.
 J-P E. : I ribelli e i rivoltosi di una parte, ma anche il regime di Bachar el Assad ?
M. A-M : Sì certo,  forse non direttamente, ma vi sono sempre manovre che potrebbero essere usate per fare luce su dei cristiani che sono in pericolo e allora potremo essere presi di mira.
 J-P E. : Lei sa che diverse voci circolano a proposito della sua persona ?
M. A-M : Sì
 J-P E. : Si dice che era vicina al regime di Damasco, di Bachar el Assad e di sua moglie.
M. A-M . Purtroppo, mi dispiace.
 J-P E. : Si dice , oppure è la verità ?
M. A-M : No, non è la verità. Si fa di me una caricatura. Non si capisce niente della mia azione e non voglio giustificarmi. I fatti diranno ciò che faccio e perché lo faccio.
 J-P E. : Ma si criticano per esempio, i suoi contatti con i servizi segreti siriani,
M. A-M :…Sa che in Siria con 23 milioni di abitanti, sono ben la metà nei servizi segreti ! Se parlo con il negoziante, lo è forse…e va forse a dare informazioni.
 J-P E. : Ma adesso, lei è favorevole  alla caduta reale di Bachar el Asaad ?
M.A-M :Sono favorevole a questo : che il popolo siriano sia ascoltato nella sua totalità e decida egli stesso del suo avvenire senza che vi siano ingerenze intempestive che non fanno che  aggravare la situazione.
 J-P E. :Ma questo si può fare se Bachar el Assad  rimane al suo posto ?
M. A-M : Io domando che vi sia davvero una posizione responsabile per fermare l’effusione di sangue.
 J-P E. :Su domanda di France2 , lei aveva aiutato Gilles Jaquier e la sua equipe d’ «envoyé spécial » a ottenere dei visti d’ingresso a Damasco e a Homs. Non l’ha accompagnato a Homs. Il governo e l’esercito siriano sapevano dove era la stampa ?
M. A-M : Quel giorno, no. Perché erano entrati senza voler essere accompagnati e sono arrivati al luogo dove sono stati bombardati, dunque da persone armate non identificate, sono arrivati per caso.
 J-P E. : E’ caduto in una trappola ?
M. A-M : No, era una manifestazione pro regime che è stata  bersaglio di un attacco.
 J-P E. : Si sente, lei che l’ha sostenuto ma non accompagnato, in parte responsabile ?
M. A-M : No, no, no, credo che Gilles Jaquier è arrivato lì per caso e poi ha davvero condiviso  il destino di una popolazione che è stata quotidianamente bombardata.
 J-P E. : Spero che la sua famiglia e la Francia conosceranno presto la verità.
Lei pensa che bisogna  consegnare le armi ai ribelli?
M. A-M . No. Sono contro. Alla signora Hillary Clinton, dico che non bisogna consegnare delle armi ma fermare l’effusione di sangue.
 J-P E. : Ma quale è la soluzione ?
M. A-M : La soluzione è il dialogo e il pluralismo in Siria e lasciare il popolo siriano decidere di se stesso.

TRADUZIONE :Fraternità Maria Gabriella