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lunedì 12 dicembre 2016

Aleppo respira! Aleppo è libera!


Aleppo liberata. Vicario apostolico: “Questo Natale avrà un altro profumo”

Mons. Abou Khazen, felice per l’ingresso dell’esercito siriano nei quartieri occupati, considera “motivo di speranza” la lettera del Papa ad Assad. Ma accusa: “L’embargo colpisce solo i civili”

ZENIT, 13 dicembre 2016
di Federico Cenci

“La città di Aleppo finalmente sta per essere completamente liberata e unificata dopo quattro lunghi anni di divisione e di morte seminata da diversi gruppi armati siriani e non”. La testimonianza diretta giunge a ZENIT da mons. Georges Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino.

Mentre lui parla, di sottofondo è nitido il suono dei colpi di mortaio. Stavolta però, rispetto ai mesi scorsi, è un sibilo di speranza, giacché testimonia l’assedio da parte dell’esercito siriano nella parte orientale della città, fino a poche settimane fa una roccaforte dei gruppi cosiddetti “ribelli”.

Durante l’occupazione – racconta mons. Abou Khazen, che ha avuto modo di parlare con persone fuggite dalla parte est di Aleppo – “la vita non era affatto facile, specialmente negli ultimi mesi di combattimenti, perché i ‘ribelli’ impedivano di far arrivare viveri e medicinali, mentre i loro depositi era riforniti”.

Questi gruppi – ribadisce il vicario apostolico – appartengono tutti alla galassia del fondamentalismo islamico e – aggiunge – “imponevano alla popolazione dei precetti e dei modi di vita all’insegna del fanatismo, totalmente estranei alla tradizione del popolo siriano”.

L’Onu riferisce che la situazione umanitaria è “catastrofica”: si registrano difficoltà logistiche per curare i feriti, l’igiene è scarsissima e la gran parte degli edifici è distrutta.
“Ora che la città è quasi interamente in mano all’esercito regolare – spiega tuttavia mons. Abou Khazen – molti profughi stanno tornando e questo è comunque un simbolo di rinascita”. Il vicario apostolico sottolinea che molti cittadini di Aleppo si erano allontanati recentemente, “durante l’ultima operazione dell’esercito per liberare i quartieri est della città”.
Una volta ripreso il controllo di queste zone, è stato necessario “pulire questi quartieri dalle mine, riaprire le strade e far funzionare tutte le altre infrastrutture”. Quasi concluse queste attività, la gente sta tornando indietro, dove spesso al posto della propria casa trova però un luogo spettrale. Presto dovrà avvenire la ricostruzione.

“Il clima che si respira tra la gente è di gioia, ottimismo e speranza”, racconta il vicario apostolico. Il quale però rileva che c’è anche tanta prudenza, perché il popolo siriano ormai è abituato alle “brutte sorprese”.

Prudenza – o forse sano realismo – che traspare anche dalle parole di mons. Abou Khazen. “Purtroppo non sono fiducioso per niente riguardo a un aspetto!”, esclama. 
E rivolge un’esplicita accusa nei confronti della comunità internazionale: “Tutte le scuse sono buone per lasciare le sanzioni e l’embargo contro la Siria!”.

Ad avviso del rappresentante cattolico, l’embargo sembra riguardare “solo gli aiuti umanitari, il gasolio, i medicinali” e dunque “chi ne paga le conseguenze è la povera gente”. E invece le armi – “ogni genere di armi”, dice – continuano ad entrare nel Paese.

L’8 dicembre scorso, del resto, il Governo Usa ha concesso una deroga alle esportazioni di armi a “forze irregolari, gruppi o individui impegnati nel sostenere o agevolare le operazioni militari degli Stati Uniti per contrastare il terrorismo in Siria”.

Non da Washington, ma dalla Città del Vaticano arrivano concreti segni per un avvenire migliore per il popolo siriano. La lettera inviata da Papa Francesco al presidente Assad “è un altro motivo di speranza per tutti noi, cristiani e non”, commenta mons. Abou Khazen. Che definisce inoltre “un gesto speciale” la nomina a cardinale da parte del Pontefice del nunzio apostolico in Siria, Mario Zenari.

Da qui bisogna ripartire per il futuro della Siria. “Questo Natale – spiega il vicario apostolico – avrà un altro profumo alla luce della liberazione della città, alcune strade saranno adornate per la festa anche se non c’è l’elettricità. Ma come abbiamo fatto lungo questi anni di guerra, cerchiamo di seminare la vera gioia e speranza cristiana nell’animo dei fedeli”.

venerdì 9 dicembre 2016

Gli abitanti di Aleppo attendono il Natale con trepidazione e speranza


ZENIT, 7 dicembre 2016
di Pascal Bedros

Per la prima volta ho assistito ad un concerto di musica classica in mezzo ad una battaglia. Solo ad Aleppo succede che, in mezzo alla morte, una voce di pace si alzi in mezzo a tutte le altre che annunciano la guerra, per sollevare gli animi e dimenticare per qualche istante la morte e il freddo.
È come un capitolo di una tragedia moderna che ricorda la mitologia greca.
 Con pochi mezzi Padre Elias Janji con il coro Naregatsi e la pianista, hanno cantato e suonato brani di Verdi, Mozart, Vivaldi e Karl Orf in una chiesa gremita, nonostante il freddo polare che invade Aleppo in questi giorni, elevando i nostri spiriti in un altro cielo.

E pensare che non tanto distante da qui la tragedia continua, con missili lanciati da Aleppo Est sulla parte Ovest, uccidendo bambini nelle scuole e persone innocenti, mentre nella parte Est della città continua l’attacco dell’esercito siriano.
Nonostante questo migliaia di persone (si parla di 60mila fino ad ora) sono riuscite a scappare da Aleppo Est arrivando nella zona Ovest. 
Raccontano di come molti erano presi in ostaggio, che a parecchi, mentre scappavano, hanno sparato alle spalle e alcuni hanno trovato la morte, che altri hanno portato la nonna sulle spalle correndo in mezzo alla battaglia… Sono stati accolti; hanno trovato da bere e da mangiare, ripreso il fiato; alcuni sono tornati nelle loro case liberate in questi giorni.

La gente è contenta anche perché finalmente l’esercito ha liberato la stazione di pompaggio dell’acqua di tutta la città, che le milizie, dopo averla minata, non erano riusciti a far saltare prima di scappare. Le previsioni dicono che in un mese l’acqua tornerà normale nella città, dopo che i tecnici hanno cominciato il lavoro di riabilitazione. Con questo finirà un capitolo della tragedia ma sicuramente, penso, ce ne saranno altri.

Il 4 dicembre si ricorda santa Barbara, la giovane martire dei primi secoli del cristianesimo messa a morte con la spada dal padre perché, credendo in Gesù, non aveva accettato di adorare un altro Dio. Una grande festa per i cristiani d’Oriente, per cui, nonostante la guerra, adulti e bambini si sono radunati per festeggiarla, mascherati e cantando la sua storia che – nonostante i secoli trascorsi -, da queste parti è cambiata poco, purtroppo. Viene da domandarsi, cos’è rimasto dell’uomo e della sua dignità?

Cosa succederà adesso? Finirà la guerra ad Aleppo ridando tranquillità alla gente che ha tanto sofferto, anche se si ritroverà con una gran parte della città distrutta?
La popolazione è stanca e vuole che il conflitto finisca, ma i gruppi armati non si danno per vinti e vogliono combattere fino in fondo. Nonostante l’appello dell’inviato speciale dell’ONU, Staffan De Mistura, a tutti i gruppi a lasciare la città e a risparmiare la vita della gente che, altrimenti, pagherà con un numero di vittime molto alto. Questa è la logica della guerra!
Ma come dimenticare che alla fine è l’Uomo che muore, poiché ciascuno, buono o cattivo, è ad immagine di Dio, seppure sepolta sotto mille vizi e cattiverie.

Con il Natale che bussa alle porte, chiediamo allora che non sia solo ricordare un fatto passato con i soliti festeggiamenti, ma che l’arrivo del Principe della Pace cambi qualcosa nei cuori e nei gesti di noi tutti, e che diventino delle piccole pietre nella costruzione di un mondo migliore, che tutti sogniamo.

testimonianza di un focolarino libanese, trasferitosi ad Aleppo pochi anni prima dello scoppio della guerra.

mercoledì 7 dicembre 2016

Ringraziamento a Maria S.S. Immacolata


Efrem il Siro
(Nisibis 306- Edessa373)
«Dialogo tra i Magi e Maria»

I magi: «A noi una stella ha annunciato
che Colui che è nato è il re dei cieli.

Tuo figlio ha il potere sugli astri,
essi sorgono soltanto al suo ordine».

Maria: «E io vi dirò un altro segreto,
perché siate convinti:

restando vergine,  io ho partorito mio figlio.
Egli è il figlio di Dio. Andate, e annunciatelo!»

I magi: «Anche la stella ce l'aveva fatto conoscere,
che figlio di Dio e Signore è il tuo figlio».

Maria: «Altezze e abissi ne rendono testimonianza;
tutti gli angeli e tutte le stelle:

Egli è il figlio di Dio e il Signore.
Portate l'annuncio nelle vostre contrade,
che la pace si moltiplichi nel vostro paese».

I magi: «Che la pace del tuo figlio
ci conduca nel nostro paese,

con sicurezza, come noi siamo venuti,
e quando il suo potere dominerà il mondo,
che Egli visiti e santifichi la nostra terra».

Maria: «Esulti la Chiesa e canti la gloria,
per la nascita del figlio dell'Altissimo,

la cui aurora ha rischiarato cielo e terra.
Benedetto Colui la cui nascita rallegra l'universo!».

domenica 4 dicembre 2016

Proposta francescana: la prima domenica di ogni mese, bambini in preghiera per la pace

 Lettera del Ministro generale e Custode di Terra Santa

Aleppo, 27 novembre 2016
Domenica I di Avvento

A tutti i frati dell’Ordine dei Frati Minori
alle sorelle Clarisse,
alle sorelle a ai fratelli dell’Ordine Francescano Secolare
a tutte le donne e gli uomini di buona volontà
“Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”. Mt 18,10
Cari fratelli e sorelle,
il Signore vi dia pace!
Da tanto tempo, come Frati Minori, siamo preoccupati per la situazione che stanno vivendo i nostri confratelli assieme ai cristiani e a tutta la popolazione della Siria. Non molto tempo fa abbiamo lanciato un appello alla comunità internazionale perché intensifichi gli sforzi per far cessare la guerra e le sofferenze della popolazione civile e perché si faccia ogni sforzo per raggiungere la pace. 


Ora all’inizio dell’Avvento, tempo nel quale il Signore Gesù ci invita con insistenza a vegliare e pregare, desideriamo proporre a tutte le nostre comunità l’iniziativa “bambini in preghiera per la pace”. Nata da un’intuizione di “Aiuto alla Chiesa che Soffre” vogliamo aderirvi come Ordine dei Frati Minori e vogliamo rilanciarla a livello internazionale con una periodicità mensile. È un’iniziativa che nasce dalla consapevolezza che il Re dell’universo, il Re della pace, è la Fonte vera di ogni pace. Vi ha già aderito la nostra Parrocchia di san Francesco ad Aleppo, fortemente provata dalla tragedia della guerra e tenacemente ancorata alla speranza della pace. Da Aleppo idealmente lanciamo ora il nostro invito al mondo intero. A partire dell’Avvento 2016 desideriamo aderire a questa iniziativa come Ordine dei Frati Minori e la proponiamo a tutte le nostre comunità, alle parrocchie e scuole affidate alla nostra cura pastorale e a tutte le realtà a noi vicine, invitando a diffonderla anche presso le altre realtà ecclesiali e religiose presenti sul territorio nel quale come Frati Minori ci troviamo a vivere e operare. Siamo convinti che il Signore ascolterà il grido dei suoi “piccoli” e che la preghiera dei “piccoli” del mondo diventerà occasione di riflessione e conversione anche per i “grandi”.
Chiediamo ad ogni comunità, di dedicare la Messa dei bambini, o la Messa più frequentata dai bambini, la prima domenica di ogni mese, alla preghiera per la pace, secondo le possibilità locali. Si potrà fare la stessa cosa in una celebrazione all’Oratorio o coinvolgendo le scuole, cercando di dare in questi casi un respiro ecumenico ed interreligioso all’iniziativa.
Se si tratta di una Comunità che non celebra la Messa dei bambini o non ha una pastorale degli Oratori o delle scuole, si potrà fare il gesto durante le Lodi o i Vespri comunitari, o in un’occasione creata apposta per questa iniziativa.


Ecco alcune proposte pratiche per unificare la forma di celebrare questo momento, prendendo esempio da come viene fatta ad Aleppo: dopo il saluto iniziale e l’introduzione della celebrazione da parte del sacerdote, alcuni bambini porteranno in processione una candela accesa, che sarà deposta vicino all’Altare, in un luogo visibile, mentre tutti cantano, o recitano, la “Preghiera semplice” per la pace. Oltre a questo, diverse intenzioni della Preghiera dei fedeli saranno dedicate per la pace, sia nei cuori sia nelle famiglie sia anche ad Aleppo e in tutto il mondo. Anche i canti è bene che siano dedicati al tema della pace.
Se la preghiera viene fatta al di fuori della celebrazione eucaristica, si potrà sempre adattare la celebrazione, conservando il segno di accendere la candela, con la preghiera semplice e con dei canti per la pace (spiegando ai bambini sempre che questa preghiera si fa in comunione con tutti i bambini del mondo per la pace in Siria, in modo speciale ad Aleppo e per la pace in tutto il mondo). 


Preghiera semplice per la pace 
O Signore, fa' di me uno strumento della tua Pace:
dove è odio, fa' ch'io porti l'Amore,
dove è offesa, ch'io porti il Perdono,
dove è discordia, ch'io porti l'Unione,
dove è dubbio, ch'io porti la Fede,
dove è errore, ch'io porti la Verità,
dove è disperazione, ch'io porti la Speranza,
dove è tristezza, ch'io porti la Gioia,
dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.
O Maestro, fa' ch'io non cerchi tanto:
di essere consolato, quanto di consolare,
di essere compreso, quanto comprendere,
di essere amato, quanto amare.
Poiché è dando, che si riceve;
perdonando, che si è perdonati;
è morendo, che si risuscita a Vita Eterna.
Amen.


Chiediamo a coloro che aderiscono a questa nostra proposta di segnalarlo all’apposita pagina Facebook  Children-in-prayer-for-peace..
Il Signore benedica ogni sforzo per la pace e ascolti il grido e la preghiera dei suoi piccoli.


Fraternamente,
Fr. Michael A. Perry OFM
Ministro generale


http://it.custodia.org/default.asp?id=4&id_n=32299


venerdì 2 dicembre 2016

Aleppo, il sollievo della gente e la pressione mediatica


Dopo l'ultimo pediatra di Aleppo, dopo l'ultimo ospedale di Aleppo, dopo un numero incalcolabile di White Helmets, adesso è morto l'ultimo clown di Aleppo (ma esiste un registro dei clown ad Aleppo?): 'Anas al Basha era il suo nome e intratteneva i bambini di Aleppo tra un bombardamento e l'altro cercando di far loro dimenticare il terrore e la fame'.
Voglio fortemente credere che questa persona sia davvero esistita, benchè fino a ieri di questo ragazzo nessuno sapesse nulla nonostante la sua opera davvero meritoria... Con i tempi che corrono l'informazione ha SEMPRE un fine, che molto spesso ai più sfugge, e il confine tra informazione e disinformazione/propaganda è labilissimo. Non basta che una notizia sia sui maggiori media italiani e internazionali perché sia automaticamente vera: di bufale ne abbiamo viste scorrazzare dovunque durante questa guerra Siriana (e in molte altre occasioni)... Così come mi pare quella bimba che twitta...
Diciamo che comunque, ci voglio credere... Ma perché, al di là del dolore umanamente doveroso, che comunque ho per tutte le persone uccise in questo conflitto (compresi i giovani soldati che combattono per il proprio Paese) non riesco ad unirmi al coro di condanna e di criminalizzazione a cui anche stavolta l'aviazione siriana e russa insieme all'esercito di Assad sono sottoposti? Non posso! Non posso, semplicemente perché voglio fortemente che questa guerra finisca!

Leggo su Fides la coraggiosa dichiarazione del Vescovo Latino di Aleppo : “Altre 70mila sono rimaste nelle zone appena riconquistate dalle forze armate del governo, che hanno distribuito viveri e favorito il potenziamento dei soccorsi sanitari.  Tra tutti questi si registra il sollievo per la fine di una pressione che durava da anni . Nelle zone ancora in mano ai ribelli, quelli di al Nusra non vogliono fare uscire la popolazione civile. In alcuni casi lo hanno impedito usando le armi. “
Quello che i media fingono di non vedere è che questa guerra è tutto fuorché una guerra civile nata per portare in Siria una maggiore libertà e tanta democrazia in più . Chiediamolo ai civili che a migliaia, in questi ultimi giorni, finalmente possono abbracciare e festeggiare i loro liberatori e raccontare come fossero trattenuti contro la loro volontà da formazioni terroriste che in questi anni li han costretti al ruolo di scudi umani! Guardiamoli questi filmati! Diciamolo, che Al Nusra e altre sigle, oltre che non tollerare un verbo diverso dalla propria fanatica dottrina, hanno sempre avuto questa arma in più: le persone inermi. Hanno sempre sistemato i loro comandi, raggruppamenti, depositi di armi, in prossimità di luoghi fortemente abitati e spesso vicino a scuole o strutture sanitarie di fortuna (non segnalate), per poi farle passare, quando fossero colpite, per 'l'ultimo ospedale di Aleppo'.
Queste formazioni dalle loro postazioni da anni hanno martellato, e continuano a farlo, la parte ovest della città con centinaia di "cannoni dell'inferno" (mortai che lanciano bombole micidiali piene di esplosivo), mirando alle aree più popolate.
Tutto questo va fermato. In questi giorni, con grande sacrificio di uomini, molti i soldati di leva, è iniziata la battaglia per la riconquista della parte orientale della città di Aleppo ancora occupata dai terroristi. Molti progressi sono stati fatti e circa la metà della sacca è stata liberata nel nord e migliaia di persone sono state fatte uscire sotto la protezione dell'esercito, curate e rifocillate nella parte ovest della città sotto il controllo dei governativi, si sfogano raccontando tutto quello che hanno dovuto subire in questi 4 anni di cattività Islamista.
Purtroppo non è ancora finita ed altre persone aspettano questa liberazione (eccezion fatta per i famigliari e gli amici dei terroristi) nella porzione sud orientale della città. Questa battaglia costerà ancora molto sangue ma va fatta, come non può essere interrotta un'operazione a cuore aperto.  Tutto questo non è gradito a quanti in questi anni hanno creato, foraggiato, armato questi fanatici, in vista di un cambiamento di regime con un altro più manipolabile e di una parcellizzazione della Siria, sicché ognuno degli sponsor dei "ribelli" ne potesse prendere una fetta.
(E, diciamolo esplicitamente: l'affermarsi delle formazioni jihadiste è a costo della sparizione della cristianità della regione: questo dovrebbe essere chiaro anche ai nostri media cattolici … ).  
E allora che si fa? Si fa ricorso alle emozioni, alla pietà della gente. Si tenta di impressionarla con tutti i mezzi per costringere i vincenti all'ennesima tregua che ad altro non serve che a riarmare i protetti degli occulti sponsor. Tutto è utilizzabile: basta presentare un 'angelo' che soccombe per mano dei cattivi e l'effetto è garantito. La grancassa mediatica parte, filmati e immagini diventano virali in rete, su TV e giornaloni. Il risultato qual è? La guerra si mette in pausa (ma si prolunga), si rifocillano e riarmano i terroristi, ma solo loro, non i civili, che delle derrate e delle medicine non vedono neanche quelle promesse da ONU...
Occorre quindi sempre chiedersi: a chi giova? Chi trae beneficio da questa notizia?
Se vogliamo davvero un po' di bene a quelle migliaia di persone, facciamo in modo che di questa guerra si inizi a vedere la fine e il solo modo perché accada e possa iniziare un percorso negoziale è l'eliminazione o la resa della congerie jihadista.
  Gb. P.


Agenzia Fides, 2/12/2016

Nei quartieri di Aleppo ancora in mano ai ribelli e ai gruppi jihadisti sono stati nominati cinque rappresentanti che dovrebbero trattare con l'esercito siriano una sorta di accordo. Speriamo e preghiamo affinchè attraverso questa strada si possa arrivare a una soluzione che risparmi altre sofferenze e distruzioni per tutti”. Così il Vescovo Georges Abou Khazen OFM, Vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino, riferisce all'Agenzia Fides gli sviluppi più recenti delle operazioni militari in atto presso la martoriata metropoli siriana, dove l'esercito governativo sta progressivamente riconquistando i quartieri dell'enclave orientale che da anni erano controllati dalle formazioni paramilitari ribelli, comprese le milizie jihadiste come Jabhat al Nusra.
Riguardo alla situazione di Aleppo, il Vescovo francescano riferisce all'Agenzia Fides informazioni che si fa fatica a trovare nei report del mainstream mediatico internazionale. “Almeno 20mila persone sono fuggite dai quartieri controllati dai ribelli e sono state accolte dall'esercito siriano e dalle organizzazioni di assistenza. Altre 70mila sono rimaste nelle zone appena riconquistate dalle forze armate del governo, che hanno distribuito viveri e favorito il potenziamento dei soccorsi sanitari. Tra tutti questi si registra il sollievo per la fine di una pressione che durava da anni. Nelle zone ancora in mano ai ribelli, quelli di al Nusra non vogliono fare uscire la popolazione civile. In alcuni casi lo hanno impedito usando le armi. Sappiamo che in alcuni casi ci sono state manifestazioni popolari per chiedere alle milizie dell'opposizione di ritirarsi. Adesso speriamo tutti in una trattativa per arrivare a un accordo, e possibilmente anche a una riconciliazione, attraverso i negoziatori che ovviamente sono stati scelti con il consenso dei gruppi armati”. 


http://www.fides.org/it/news/61297-ASIA_SIRIA_Il_Vescovo_Abou_Khazen_cinque_rappresentanti_di_Aleppo_est_scelti_per_trattare_un_accordo_con_l_esercito#.WEHshLLhCM8