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mercoledì 7 dicembre 2016

Ringraziamento a Maria S.S. Immacolata


Efrem il Siro
(Nisibis 306- Edessa373)
«Dialogo tra i Magi e Maria»

I magi: «A noi una stella ha annunciato
che Colui che è nato è il re dei cieli.

Tuo figlio ha il potere sugli astri,
essi sorgono soltanto al suo ordine».

Maria: «E io vi dirò un altro segreto,
perché siate convinti:

restando vergine,  io ho partorito mio figlio.
Egli è il figlio di Dio. Andate, e annunciatelo!»

I magi: «Anche la stella ce l'aveva fatto conoscere,
che figlio di Dio e Signore è il tuo figlio».

Maria: «Altezze e abissi ne rendono testimonianza;
tutti gli angeli e tutte le stelle:

Egli è il figlio di Dio e il Signore.
Portate l'annuncio nelle vostre contrade,
che la pace si moltiplichi nel vostro paese».

I magi: «Che la pace del tuo figlio
ci conduca nel nostro paese,

con sicurezza, come noi siamo venuti,
e quando il suo potere dominerà il mondo,
che Egli visiti e santifichi la nostra terra».

Maria: «Esulti la Chiesa e canti la gloria,
per la nascita del figlio dell'Altissimo,

la cui aurora ha rischiarato cielo e terra.
Benedetto Colui la cui nascita rallegra l'universo!».

domenica 4 dicembre 2016

Proposta francescana: la prima domenica di ogni mese, bambini in preghiera per la pace

 Lettera del Ministro generale e Custode di Terra Santa

Aleppo, 27 novembre 2016
Domenica I di Avvento

A tutti i frati dell’Ordine dei Frati Minori
alle sorelle Clarisse,
alle sorelle a ai fratelli dell’Ordine Francescano Secolare
a tutte le donne e gli uomini di buona volontà
“Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”. Mt 18,10
Cari fratelli e sorelle,
il Signore vi dia pace!
Da tanto tempo, come Frati Minori, siamo preoccupati per la situazione che stanno vivendo i nostri confratelli assieme ai cristiani e a tutta la popolazione della Siria. Non molto tempo fa abbiamo lanciato un appello alla comunità internazionale perché intensifichi gli sforzi per far cessare la guerra e le sofferenze della popolazione civile e perché si faccia ogni sforzo per raggiungere la pace. 


Ora all’inizio dell’Avvento, tempo nel quale il Signore Gesù ci invita con insistenza a vegliare e pregare, desideriamo proporre a tutte le nostre comunità l’iniziativa “bambini in preghiera per la pace”. Nata da un’intuizione di “Aiuto alla Chiesa che Soffre” vogliamo aderirvi come Ordine dei Frati Minori e vogliamo rilanciarla a livello internazionale con una periodicità mensile. È un’iniziativa che nasce dalla consapevolezza che il Re dell’universo, il Re della pace, è la Fonte vera di ogni pace. Vi ha già aderito la nostra Parrocchia di san Francesco ad Aleppo, fortemente provata dalla tragedia della guerra e tenacemente ancorata alla speranza della pace. Da Aleppo idealmente lanciamo ora il nostro invito al mondo intero. A partire dell’Avvento 2016 desideriamo aderire a questa iniziativa come Ordine dei Frati Minori e la proponiamo a tutte le nostre comunità, alle parrocchie e scuole affidate alla nostra cura pastorale e a tutte le realtà a noi vicine, invitando a diffonderla anche presso le altre realtà ecclesiali e religiose presenti sul territorio nel quale come Frati Minori ci troviamo a vivere e operare. Siamo convinti che il Signore ascolterà il grido dei suoi “piccoli” e che la preghiera dei “piccoli” del mondo diventerà occasione di riflessione e conversione anche per i “grandi”.
Chiediamo ad ogni comunità, di dedicare la Messa dei bambini, o la Messa più frequentata dai bambini, la prima domenica di ogni mese, alla preghiera per la pace, secondo le possibilità locali. Si potrà fare la stessa cosa in una celebrazione all’Oratorio o coinvolgendo le scuole, cercando di dare in questi casi un respiro ecumenico ed interreligioso all’iniziativa.
Se si tratta di una Comunità che non celebra la Messa dei bambini o non ha una pastorale degli Oratori o delle scuole, si potrà fare il gesto durante le Lodi o i Vespri comunitari, o in un’occasione creata apposta per questa iniziativa.


Ecco alcune proposte pratiche per unificare la forma di celebrare questo momento, prendendo esempio da come viene fatta ad Aleppo: dopo il saluto iniziale e l’introduzione della celebrazione da parte del sacerdote, alcuni bambini porteranno in processione una candela accesa, che sarà deposta vicino all’Altare, in un luogo visibile, mentre tutti cantano, o recitano, la “Preghiera semplice” per la pace. Oltre a questo, diverse intenzioni della Preghiera dei fedeli saranno dedicate per la pace, sia nei cuori sia nelle famiglie sia anche ad Aleppo e in tutto il mondo. Anche i canti è bene che siano dedicati al tema della pace.
Se la preghiera viene fatta al di fuori della celebrazione eucaristica, si potrà sempre adattare la celebrazione, conservando il segno di accendere la candela, con la preghiera semplice e con dei canti per la pace (spiegando ai bambini sempre che questa preghiera si fa in comunione con tutti i bambini del mondo per la pace in Siria, in modo speciale ad Aleppo e per la pace in tutto il mondo). 


Preghiera semplice per la pace 
O Signore, fa' di me uno strumento della tua Pace:
dove è odio, fa' ch'io porti l'Amore,
dove è offesa, ch'io porti il Perdono,
dove è discordia, ch'io porti l'Unione,
dove è dubbio, ch'io porti la Fede,
dove è errore, ch'io porti la Verità,
dove è disperazione, ch'io porti la Speranza,
dove è tristezza, ch'io porti la Gioia,
dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.
O Maestro, fa' ch'io non cerchi tanto:
di essere consolato, quanto di consolare,
di essere compreso, quanto comprendere,
di essere amato, quanto amare.
Poiché è dando, che si riceve;
perdonando, che si è perdonati;
è morendo, che si risuscita a Vita Eterna.
Amen.


Chiediamo a coloro che aderiscono a questa nostra proposta di segnalarlo all’apposita pagina Facebook  Children-in-prayer-for-peace..
Il Signore benedica ogni sforzo per la pace e ascolti il grido e la preghiera dei suoi piccoli.


Fraternamente,
Fr. Michael A. Perry OFM
Ministro generale


http://it.custodia.org/default.asp?id=4&id_n=32299


venerdì 2 dicembre 2016

Aleppo, il sollievo della gente e la pressione mediatica


Dopo l'ultimo pediatra di Aleppo, dopo l'ultimo ospedale di Aleppo, dopo un numero incalcolabile di White Helmets, adesso è morto l'ultimo clown di Aleppo (ma esiste un registro dei clown ad Aleppo?): 'Anas al Basha era il suo nome e intratteneva i bambini di Aleppo tra un bombardamento e l'altro cercando di far loro dimenticare il terrore e la fame'.
Voglio fortemente credere che questa persona sia davvero esistita, benchè fino a ieri di questo ragazzo nessuno sapesse nulla nonostante la sua opera davvero meritoria... Con i tempi che corrono l'informazione ha SEMPRE un fine, che molto spesso ai più sfugge, e il confine tra informazione e disinformazione/propaganda è labilissimo. Non basta che una notizia sia sui maggiori media italiani e internazionali perché sia automaticamente vera: di bufale ne abbiamo viste scorrazzare dovunque durante questa guerra Siriana (e in molte altre occasioni)... Così come mi pare quella bimba che twitta...
Diciamo che comunque, ci voglio credere... Ma perché, al di là del dolore umanamente doveroso, che comunque ho per tutte le persone uccise in questo conflitto (compresi i giovani soldati che combattono per il proprio Paese) non riesco ad unirmi al coro di condanna e di criminalizzazione a cui anche stavolta l'aviazione siriana e russa insieme all'esercito di Assad sono sottoposti? Non posso! Non posso, semplicemente perché voglio fortemente che questa guerra finisca!

Leggo su Fides la coraggiosa dichiarazione del Vescovo Latino di Aleppo : “Altre 70mila sono rimaste nelle zone appena riconquistate dalle forze armate del governo, che hanno distribuito viveri e favorito il potenziamento dei soccorsi sanitari.  Tra tutti questi si registra il sollievo per la fine di una pressione che durava da anni . Nelle zone ancora in mano ai ribelli, quelli di al Nusra non vogliono fare uscire la popolazione civile. In alcuni casi lo hanno impedito usando le armi. “
Quello che i media fingono di non vedere è che questa guerra è tutto fuorché una guerra civile nata per portare in Siria una maggiore libertà e tanta democrazia in più . Chiediamolo ai civili che a migliaia, in questi ultimi giorni, finalmente possono abbracciare e festeggiare i loro liberatori e raccontare come fossero trattenuti contro la loro volontà da formazioni terroriste che in questi anni li han costretti al ruolo di scudi umani! Guardiamoli questi filmati! Diciamolo, che Al Nusra e altre sigle, oltre che non tollerare un verbo diverso dalla propria fanatica dottrina, hanno sempre avuto questa arma in più: le persone inermi. Hanno sempre sistemato i loro comandi, raggruppamenti, depositi di armi, in prossimità di luoghi fortemente abitati e spesso vicino a scuole o strutture sanitarie di fortuna (non segnalate), per poi farle passare, quando fossero colpite, per 'l'ultimo ospedale di Aleppo'.
Queste formazioni dalle loro postazioni da anni hanno martellato, e continuano a farlo, la parte ovest della città con centinaia di "cannoni dell'inferno" (mortai che lanciano bombole micidiali piene di esplosivo), mirando alle aree più popolate.
Tutto questo va fermato. In questi giorni, con grande sacrificio di uomini, molti i soldati di leva, è iniziata la battaglia per la riconquista della parte orientale della città di Aleppo ancora occupata dai terroristi. Molti progressi sono stati fatti e circa la metà della sacca è stata liberata nel nord e migliaia di persone sono state fatte uscire sotto la protezione dell'esercito, curate e rifocillate nella parte ovest della città sotto il controllo dei governativi, si sfogano raccontando tutto quello che hanno dovuto subire in questi 4 anni di cattività Islamista.
Purtroppo non è ancora finita ed altre persone aspettano questa liberazione (eccezion fatta per i famigliari e gli amici dei terroristi) nella porzione sud orientale della città. Questa battaglia costerà ancora molto sangue ma va fatta, come non può essere interrotta un'operazione a cuore aperto.  Tutto questo non è gradito a quanti in questi anni hanno creato, foraggiato, armato questi fanatici, in vista di un cambiamento di regime con un altro più manipolabile e di una parcellizzazione della Siria, sicché ognuno degli sponsor dei "ribelli" ne potesse prendere una fetta.
(E, diciamolo esplicitamente: l'affermarsi delle formazioni jihadiste è a costo della sparizione della cristianità della regione: questo dovrebbe essere chiaro anche ai nostri media cattolici … ).  
E allora che si fa? Si fa ricorso alle emozioni, alla pietà della gente. Si tenta di impressionarla con tutti i mezzi per costringere i vincenti all'ennesima tregua che ad altro non serve che a riarmare i protetti degli occulti sponsor. Tutto è utilizzabile: basta presentare un 'angelo' che soccombe per mano dei cattivi e l'effetto è garantito. La grancassa mediatica parte, filmati e immagini diventano virali in rete, su TV e giornaloni. Il risultato qual è? La guerra si mette in pausa (ma si prolunga), si rifocillano e riarmano i terroristi, ma solo loro, non i civili, che delle derrate e delle medicine non vedono neanche quelle promesse da ONU...
Occorre quindi sempre chiedersi: a chi giova? Chi trae beneficio da questa notizia?
Se vogliamo davvero un po' di bene a quelle migliaia di persone, facciamo in modo che di questa guerra si inizi a vedere la fine e il solo modo perché accada e possa iniziare un percorso negoziale è l'eliminazione o la resa della congerie jihadista.
  Gb. P.


Agenzia Fides, 2/12/2016

Nei quartieri di Aleppo ancora in mano ai ribelli e ai gruppi jihadisti sono stati nominati cinque rappresentanti che dovrebbero trattare con l'esercito siriano una sorta di accordo. Speriamo e preghiamo affinchè attraverso questa strada si possa arrivare a una soluzione che risparmi altre sofferenze e distruzioni per tutti”. Così il Vescovo Georges Abou Khazen OFM, Vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino, riferisce all'Agenzia Fides gli sviluppi più recenti delle operazioni militari in atto presso la martoriata metropoli siriana, dove l'esercito governativo sta progressivamente riconquistando i quartieri dell'enclave orientale che da anni erano controllati dalle formazioni paramilitari ribelli, comprese le milizie jihadiste come Jabhat al Nusra.
Riguardo alla situazione di Aleppo, il Vescovo francescano riferisce all'Agenzia Fides informazioni che si fa fatica a trovare nei report del mainstream mediatico internazionale. “Almeno 20mila persone sono fuggite dai quartieri controllati dai ribelli e sono state accolte dall'esercito siriano e dalle organizzazioni di assistenza. Altre 70mila sono rimaste nelle zone appena riconquistate dalle forze armate del governo, che hanno distribuito viveri e favorito il potenziamento dei soccorsi sanitari. Tra tutti questi si registra il sollievo per la fine di una pressione che durava da anni. Nelle zone ancora in mano ai ribelli, quelli di al Nusra non vogliono fare uscire la popolazione civile. In alcuni casi lo hanno impedito usando le armi. Sappiamo che in alcuni casi ci sono state manifestazioni popolari per chiedere alle milizie dell'opposizione di ritirarsi. Adesso speriamo tutti in una trattativa per arrivare a un accordo, e possibilmente anche a una riconciliazione, attraverso i negoziatori che ovviamente sono stati scelti con il consenso dei gruppi armati”. 


http://www.fides.org/it/news/61297-ASIA_SIRIA_Il_Vescovo_Abou_Khazen_cinque_rappresentanti_di_Aleppo_est_scelti_per_trattare_un_accordo_con_l_esercito#.WEHshLLhCM8

giovedì 1 dicembre 2016

Suor Guadalupe:“Vi testimonio la mia grazia: vivere al fianco dei martiri cristiani in Siria”


ZENIT, 30 novembre 2016

Tra le varie immagini che scorrono sullo schermo dietro di lei, ce n’è una che ritrae un gruppo di famiglie durante un pic-nic che sembra svolgersi in un parco di una pacifica città occidentale. Gli abbracci amichevoli, i volti distesi e sorridenti, gli abiti dignitosi suggeriscono che siano persone spensierate. Stupisce sapere invece che quella foto è stata scattata a un gruppo di cristiani di Aleppo, in Siria, non molti mesi fa. È gente, quella che sorride e che mantiene la schiena dritta, che convive quotidianamente con la morte, consapevole che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo di vita.  Questa immagine racchiude il senso delle parole pronunciate da suor Maria Guadalupe de Rodrigo, missionaria argentina dell’Istituto del Verbo Incarnato (Ive), nel corso della conferenza che ha tenuto ieri all’Università Europea di Roma a proposito della sua esperienza in Siria.
La suora dell’Ive non esita a definire “una grazia” il poter vivere al fianco di questi nuovi martiri della fede cristiana: persone d’ogni età e censo, che affrontano la spada degli estremisti islamici come un premio del Signore.
L’esperienza di suor Maria Guadalupe in Siria ha inizio nel gennaio 2011, a seguito di un periodo in Egitto. Dopo aver sperimentato la discriminazione che vivono i cristiani nel Paese delle sfingi, la giovane vede come un’occasione per rilassarsi il trasferimento ad Aleppo, un vero e proprio crogiolo inter-religioso, ove regna la pace, la convivenza, la prosperità.  Passano appena due mesi dal suo arrivo, tuttavia, e la situazione del Paese precipita inopinatamente. A marzo iniziano le prime manifestazioni di protesta contro il Governo di Assad. “I media occidentali parlavano di dimostrazioni pacifiche svolte da cittadini siriani per chiedere democrazia, ma noi che eravamo lì possiamo testimoniare tutt’altro”, spiega la suora.
La fase embrionale dei tumulti si è sviluppata a Dar’a, nell’estremo sud del Paese. Alcune ragazze originarie di quel villaggio, ospiti nel centro d’accoglienza per studentesse dell’Ive ad Aleppo, testimoniano a suor Maria Guadalupe e alle sue consorelle che “gruppi di stranieri, lo si notava dall’accento, entravano nei villaggi armati fino ai denti per uccidere i cristiani”.
Fin da subito l’elemento religioso si configura quindi come determinante. Eppure la stampa sembra non volersene accorgersene. Anzi, suor Maria Guadalupe ravvede una precisa volontà a disinformare l’opinione pubblica su quanto sta avvenendo in Siria.  Quando le proteste si estendono in tutto il Paese e giungono anche ad Aleppo, spiega la religiosa, “abbiamo visto dalle nostre finestre, con i nostri occhi, migliaia di persone scendere in strada per manifestare solidarietà ad Assad. Ebbene, dopo poche ore quelle stesse immagini nei media venivano fatte passare come sommosse contro il regime”.
Le accuse della suora sono rivolte a una stampa connivente con la comunità internazionale, vera responsabile della mattanza siriana. “La Siria era indipendente e ricca, per questo gente in giacca e cravatta ha voluto servirsi di gruppi armati per disgregarla”, denuncia. E lamenta inoltre che le sanzioni nei confronti di Damasco sono servite soltanto a sfinire la popolazione, aggiungendo un dettaglio spinoso: “Nel 2012 è stato rimosso l’embargo al petrolio, quando i pozzi erano in mano ai ribelli, anche all’Isis. Forse è stato fatto per permettere a questi gruppi di finanziarsi?”.
È una domanda che appare tristemente retorica dinanzi alla realtà descritta subito dopo da suor Maria Guadalupe. La coalizione a guida statunitense “ha fatto solo scena – accusa -, gli aerei passavano sopra le postazioni dell’Isis ma non bombardavano”. E questo – incalza – “vuol dire che li appoggiavano”.  Il terrorismo – spiega la religiosa – “è sostenuto da chi ci parla di democrazia e diritti umani”. E poi – si domanda – “perché dovremmo imporre la democrazia ai siriani? Perché dovremmo far cadere un Governo che loro stessi hanno scelto e che garantisce convivenza e pace?”.   La riposta è presto detta: per interessi economici e politici delle potenze occidentali. Questi scopi, per inciso, “vanno a coniugarsi con gli interessi religiosi dei fondamentalisti islamici, che vogliono eliminare tutti coloro che il Corano definisce come infedeli”.
Nel buio di una feroce persecuzione, si agita però un bagliore di luce che dona speranza. È quello della moltitudine di martiri che rafforza la fede cristiana. Si illuminano gli occhi di suor Maria Guadalupe, quando descrive la determinazione dei siriani fedeli a Cristo nel non rinnegare la propria fede dinanzi ai loro boia.
La religiosa parla di “miracoli” che stanno avvenendo nella Siria falcidiata dal conflitto.  Spiega che “prima della guerra, molta gente di Aleppo, città del divertimento e degli eccessi, viveva una fede un po’ superficiale, mondana. E la decisione, la disponibilità al martirio di quegli stessi cristiani oggi, è veramente un miracolo”. Si tratta – soggiunge – “di una grazia che il Signore sta dando loro”.
Considerare la morte come una possibilità concreta, di ogni giorno, “ci fa tornare all’essenziale”. Suor Maria Guadalupe spiega che i cristiani siriani investono la gioia non più su qualcosa che chiunque può toglier loro, bensì “nella vita eterna”.  “Questo spirito – prosegue – ci contagia, possiamo partecipare stando lì alla grazia dei martiri e non abbiamo paura, nonostante siamo ormai abituati ad ascoltare costantemente il suono delle bombe”.  Un contagio che dovremmo auspicare anche noi, per reagire . “Loro subiscono una persecuzione cruenta – osserva -, ma ce n’è una incruenta, che vivono i cristiani in Occidente, a causa di leggi contro la vita, il matrimonio, la famiglia, la libertà di esprimere la propria fede”.
A tal proposito suor Maria Guadalupe racconta che un cristiano siriano, profugo in Spagna con moglie e figli, lo scorso anno è rimasto impressionato dal fatto che l’amministrazione comunale di Madrid volesse vietare l’esposizione in pubblico di presepi. “Se questa è la vostra democrazia, meglio il nostro dittatore”, le parole dell’uomo.
E forse non è un caso che – come ha ribadito la religiosa – in Siria i cristiani li stanno difendendo non i Paesi europei, ma la Russia e l’esercito siriano. Questi ultimi stanno strappando Aleppo ai jihadisti proprio nelle ultime ore.