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lunedì 22 febbraio 2016

LA RUSSIA E GLI USA HANNO CONCORDATO UN PIANO DI CESSATE IL FUOCO IN SIRIA.

Un passo importantissimo per la pace in Siria

182 morti, in  maggioranza donne e bambini, negli attentati di Homs e Damasco ieri

PUTIN:   "Cari amici, ho appena avuto una conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. l'iniziativa è partita da parte nostra. Ma l'interesse è stato chiaramente reciproco.
Durante l'incontro di oggi , abbiamo approvato una dichiarazione congiunta di Russia e Stati Uniti come co-presidenti del gruppo internazionale di sostegno della Siria a cessare le ostilità nel paese. L'adozione della dichiarazione è stata preceduta da un intenso lavoro di squadre di esperti russi e statunitensi. La positiva esperienza maturata nel corso della cooperazione in materia di distruzione delle armi chimiche in Siria ha aiutato molto anche oggi.
I nostri negoziatori hanno tenuto numerose consultazioni a porte chiuse. Alla fine siamo riusciti a raggiungere un importante risultato concreto. E' stato raggiunto un accordo sulla cessazione del fuoco in Siria dalle ore 24 ( mezzanotte orario Damasco) - del 27 febbraio 2016 sulle condizioni, che sono parte integrante dell'accordo russo-americano.
L'essenza di queste condizioni.   Prima di mezzogiorno del 26 febbraio 2016 tutte le parti in conflitto in Siria devono dichiarare a noi o ai nostri partner americani il loro impegno per il cessate il fuoco. I militari russi ed americani insieme sulle mappe individueranno le aree in cui ci sono tali gruppi. Contro questi NON saranno effettuati operazioni militari delle Forze Armate della Repubblica araba siriana ,le forze armate russe e la coalizione guidata dagli Stati Uniti. L'opposizione siriana, a sua volta, fermerà tutte le operazioni militari contro le forze armate della Repubblica araba siriana e dei gruppi che li sostengono.
Per quanto riguarda i gruppi dell'ISIS , di "Jabhat al-Nusra" e di altre organizzazioni terroristiche riconosciute come tali dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il regime del cessate il fuoco non sarà applicato. Contro di essi continueranno le operazione militari..
E' essenziale che i co-presidenti del Gruppo internazionale di sostegno della Siria, russi e statunitensi, sono pronti a creare un meccanismo efficace per l'attuazione e il monitoraggio del cessate il fuoco sia da parte del governo siriano e sia da parte dei gruppi armati di opposizione.
A questo scopo verrà creata una comunicazione "hot line", e - se necessario - un gruppo di lavoro per lo scambio di informazioni. Russia condurrà il lavoro necessario a Damasco - con la guida del governo legittimo della Siria. Speriamo che gli Stati Uniti faranno lo stesso con i loro alleati e gruppi che loro sostengono.
Sono convinto che con la partecipazione è possibile cambiare radicalmente la crisi in Siria. C'è, finalmente , una vera e propria possibilità di porre fine ad anni di spargimenti di sangue e violenza. Come risultato dovrebbe essere un sollievo per la situazione umanitaria per tutti cittadini siriani.
La cosa principale - è creare le condizioni per avviare un processo politico vero e proprio attraverso un ampio dialogo inter siriano a Ginevra sotto la guida delle Nazioni Unite.
La storia recente, purtroppo, è piena di esempi di azioni unilaterali , senza sanzioni delle Nazioni Unite, a favore degli interessi politici o opportunistiche a breve scadenza che portano a risultati drammatici. Questi esempi sono sulla bocca di tutti: la Somalia, Iraq, Libia, Yemen.
In questo contesto, l'accordo russo-americano su un cessate il fuoco in Siria, e la sua attuazione congiunta, in coordinamento con tutti i paesi - i partecipanti del gruppo internazionale di sostegno siriano può essere un grande esempio di responsabilità, sulla base del diritto internazionale e dei principi delle Nazioni Unite, contro la minaccia del terrorismo.
Vorrei sperare che la leadership siriana, e tutti i nostri partner nella regione e oltre sosteranno l'algoritmo scelto dai rappresentanti della Russia e degli Stati Uniti."
Pandora TV , 22 /02/ 2016

venerdì 19 febbraio 2016

Adesso appoggiamo Al Qaeda?



La Bussola quotidiana, 19-02-2016di Gianandrea Gaiani

Le truppe siriane e curde avanzano in tutto il nord  e Ankara perde il controllo mostrando il suo vero volto e soprattutto il suo vero ruolo nel sostenere da ormai cinque anni i movimenti armati contro il regime di Bashar Assad, inclusi quelli jihadisti.
Sembrano confermarlo i bombardamenti aerei e d’artiglieria turchi che da cinque giorni cercano di fermare l’avanzata delle milizie di difesa popolare curde (Ypg), armate e appoggiate dai russi e alleate di Damasco che stanno strappando ai qaedisti di al.-Nusra e dello Stato Islamico gli ultimi tratti di confine. Nonostante dichiari di combattere l’Isis e abbia reso noto di aver ucciso almeno 200 combattenti del Califfato nelle ultime settimane, Ankara preferisce evidentemente condividere i 900 chilometri di frontiera con la Siria con i jihadisti piuttosto che con i curdi dell’Ypg, che considera alleati dei curdi turchi del Pkk e accusa dell’attentato che mercoledì ha ucciso una trentina di soldati turchi.

L’Ypg nega ogni coinvolgimento in un attentato che sembra voler regalare al presidente Recep Tayyp Erdogan il pretesto per un “casus belli” ma del resto il timore del governo turco ha radici antiche ed è legato al rischio che venga proclamato uno Stato indipendente curdo anche se le intese tra Ypg e Damasco prevedono solo una larga autonomia. Promessa da Bashar Assad e accettata dai curdi, consapevoli che l’alternativa, cioè la caduta del regime e l’avvento al potere dei movimenti jihadisti, non li vedrebbe cancellati con l’imposizione della sharia.

I turchi, nostri alleati nella NATO, non si sono limitati ad aiutare Isis e i qaedisti del Fronte al-Nusra con i bombardamenti ma per cercare di respingere i curdi che si avvicinano alla città di confine di Azaz hanno fatto entrare in Siria tra i 500 e i 2mila combattenti islamisti che combattono sotto le bandiere di al Qaeda che a quanto pare erano ospitati in Turchia,  probabilmente nei campi di addestramento protetti dai servizi segreti di Ankara. I rinforzi jihadisti disporrebbero di armi pesanti e mezzi blindati, come riferiscono media locali, a conferma del peso rappresentato dal supporto turco.

Contemporaneamente il Califfato ha lanciato però una controffensiva contro i curdi nell’area di Ayn Issa, tra Raqqa e il confine turco a conferma dei sospetti che esista un coordinamento tra qaedisti, Isis e Turchia. La rabbia di Ankara è legata anche al fatto che i curdi stanno occupando quel settore del nord siriano, tra Marea e Jarablus in cui i turchi premono da tempo sugli alleati per poter istituire una “zona cuscinetto” protetta da una no-fly zone in cui schierare 10 mila militari e trasferire 2 milioni di profughi siriani attualmente ospitati in Turchia.


Una proposta che porterebbe la Turchia a schierare forze militari in Siria creando i presupposti per trascinare nel conflitto l’Alleanza Atlantica e che, ciò nonostante, viene oggi sostenuta con forza anche dalla Germania, ormai appiattita sulle posizioni turche nel timore che Erdogan apra le frontiere dell’Europa ad altri due milioni di profughi e immigrati clandestini. Il Cremlino ha ovviamente bocciato l’ipotesi di no-fly zone precisando  che intende continuare a colpire i “terroristi” (termine con cui Mosca definisce tutti i gruppi islamisti dell’opposizione a Bashar Assad) nell’area di Aleppo e lungo il confine turco.

Quello che dovrebbe indurre a serie riflessioni sul ruolo strategico dell’Europa non è solo il sostegno della Merkel a Erdogan che aiuta ambiguamente lo Stato Islamico oltre ad ospitare, addestrare e alimentare le forze qaediste di al-Nusra e le milizie islamiste alleate dell’Esercito della Conquista, ma soprattutto il fatto che il Consiglio europeo ha deciso di chiedere alla Russia e al regime siriano di interrompere subito gli "attacchi contro i gruppi dell'opposizione moderata, che minacciano le prospettive di pace, avvantaggiano l'Isis e provocano la crisi dei rifugiati". Espressione sibillina che non tiene ambiguamente conto della realtà. 
L’avanzata delle truppe siriane appoggiate dai russi sta travolgendo le difese dei qaedisti, delle milizie salafite, dei fratelli musulmani e dello Stato Islamico: tutti movimenti che si pongono l’obiettivo di instaurare la sharia in Siria.

Sono questi i “moderati” che l’Europa vuole salvare dalle bombe russe?  Al Consiglio d’Europa fingono di non sapere che i ribelli cosiddetti “moderati” ormai non esistono più o sono ridotti a piccole milizie di nessuna importanza militare e politica con l’esclusione  delle Forze Democratiche Siriane guidate dai curdi e appoggiate dagli USA che però non vengono attaccate dallo schieramento russo-siriano.
Allora i casi sono due: o alla Ue la politica estera continua ad essere un optional affidata a improvvisati che non sanno ciò che dicono oppure a Bruxelles qualcuno ha deciso che in Siria siamo schierati al fianco dei jihadisti, alleati di al- Qaeda e Califfato. Forse con la speranza che se li aiutiamo contro Assad smetteranno di compiere attentati a casa nostra.


mercoledì 17 febbraio 2016

AIUTATECI A RESTARE. Concluso il Progetto 'Fabbrica di Cioccolato'

la "Fabbrica di cioccolato"
.... Poi Fiorenza ha detto che l’Isis non può uccidere noi perché noi amiamo la vita, loro amano la morte, ma se noi amiamo la vita allora vogliamo viverla fino in fondo.”
“ Mi ha colpito quando Fiorenza ha raccontato che in Siria l’Isis sta distruggendo tutte le opere sante e per questo i cristiani devono fuggire. Ma i cristiani scappano anche perché l’Isis vuole far convertire le persone dalla vita alla morte e distruggere tutte le loro case. I cristiani riusciranno a respingere l’Isis così: credendo in Dio, pregando e cercando di convertire la morte alla vita.”


Questi sono due brani tratti dai testi scritti dagli alunni di una scuola di Lecco che ha invitato Fiorenza a parlare del suo viaggio in Siria e ha poi promosso una raccolta di fondi, in occasione delle feste natalizie, per questo scopo.

All'appello per sostenere il progetto di micro-credito ideato a partire dall'incontro con l'ingegner Joni Ghezzi , cooperatore salesiano aleppino oggi rifugiato a Kafroun (nella Valle dei Cristiani), hanno risposto moltissimi privati, Parrocchie, gruppi e Associazioni: nel giro di due mesi siamo riusciti a raccogliere 9.098 euro  tramite il supporto di AIULAS-Aiutiamo la Siria e la campagna promossa da Piccole Note attraverso San Callisto ONLUS.  

Abbiamo così potuto rispondere pienamente ai bisogni indicati da Joni, che aveva ricevuto un primo acconto con cui ha fatto le spese iniziali ed ora potrà completare gli acquisti necessari ad avviare il lavoro.





Joni il 7 febbraio ci scrive :
Grazie per la vostra generosità per questa piccola nostra intrapresa. Dio vi dia la salute, pace e gioia. Per l'avanzamento del progetto ho avuto qualche difficoltà nel garantire il reperimento del cioccolato e trovare i materiali dalla fabbrica, quindi mi dispiace per il ritardo, però oggi ho ricevuto la prima quantità di cioccolato. Ho comprato tutti gli stampi per cioccolatini di cui avremo bisogno, sono 163 in varie forme.  Ho anche ho comprato un primo frigorifero.  Ecco i costi: 
163 Kg di cioccolato: 1073 €  
          165 modelli : 1304 euro
          Frigo: 488 €   
Dopo queste prime spese, comprerò: .un secondo frigo.carta per imballaggio cioccolatini.attrezzature per il lavoro.generatore di energia elettrica, necessario a causa della carenza e dei frequenti tagli di corrente elettrica fornita dallo Stato.Inoltre l'affitto di un paio di locali per il lavoro.
State sicuri che i preparativi vanno avanti bene, nonostante le difficoltà con i materiali e l'elettricità, ed ho già fatto un buon cioccolato. 
Quindi grazie e pregate sempre per la Siria!




A tutti voi amici sostenitori, grazie di cuore!
Che il Signore nella sua generosità vi renda il centuplo e che questo piccolo seme di speranza sia l'inizio di un futuro migliore per la nostra coraggiosa 'amata Siria'

da Fiorenza e staff Ora pro Siria