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lunedì 8 aprile 2013

In Africa c’è la piaga dei ‘bambini soldato’, ad Aleppo li chiamano ‘combattenti’


Amhed, il combattente siriano di 8 anni

da La Perfetta Letizia, 6.4.13

di Patrizio Ricci

Il quotidiano britannico ‘The Telegraph’ ha diffuso, come tutte le principali testati on line, un video in cui, tra le rovine di Aleppo, nel quartiere Salahedddin, un bambino parla, seduto tra due ribelli siriani armati (uno è suo zio): un colpo di mortaio ha ucciso suo padre (combattente a seguito dell’Esercito Siriano Libero) e tutto il resto della famiglia. Amhed ha 8 anni; sigaretta in bocca e fucile AK7 in braccio, risponde alle domande e spiega: "Ho finito per aiutare mio zio ed i suoi compagni perché non ho altra scelta, non c'è scuola, la mia famiglia è morta, che scelta ho?".

Di fronte a questa vicenda i media italiani (compresi quelli cattolici) si sono mostrati come rassegnati  all’ineluttabilità dei fatti: i commenti sono stati univoci e in quelle immagini di bambino ‘combattente’ hanno visto solo la ‘spavalderia della giovinezza, la vulnerabilità giovanile e la tristezza delle guerre che costringe i bambini a crescere troppo presto’. E’ una spiegazione che non convince e alla quale, come uomini, non possiamo rassegnarci. 

Ci vuole un giudizio chiaro: bisogna dire forte che esiste una terza via ed è quella del bene. Papa Francesco l’ha gridato forte nel messaggio pasquale rivolto alla Siria: “Quanto sangue è stato versato! E quante sofferenze dovranno essere ancora inflitte prima che si riesca a trovare una soluzione politica alla crisi?”. Il messaggio del Santo Padre non è rivolto ai soli religiosi: è l’unico criterio ragionevolmente valido per la salvezza di Amhed e per la Siria. Per quel paese oltraggiato si dovrebbe usare la stessa tenerezza che si usa per un bambino, anzi per un bambino orfano (a chi ha visto solo brutture ed ha perso entrambi i genitori non metti in mano una granata come nel filmato e non dici di sparare ad altri uomini). 

Si tratta di cose semplici da comprendere, persino banali: è possibile allora che il Thelegraph e gran parte dei principali media italiani si siano dimenticati di come ci si prende cura di un bambino e si siano allineati alle giustificazioni della guerriglia? Improponibile riportare di ‘sana pianta’ esclusivamente le giustificazioni fornite dai ribelli: “I bambini sono usati solo per fare il tè, per i rifornimenti, per contrabbando e compiti logistici”. E’ noto che i dati sono di altro segno: secondo un recente rapporto di Human Right Watch, sono centinaia i bambini al di sotto dei 14 anni addestrati dall’opposizione armata e inviati a combattere. E’ prassi conosciuta, ma ‘silenziata’: la guerra non si combatte solo sul campo di battaglia ma purtroppo coinvolge (consapevolmente o inconsapevolmente) anche l’informazione, spesso usata per formare un’opinione pubblica favorevole alle decisioni dei governi.

Non è stato detto, ma bisogna dirlo e chiaramente: usare i bambini sul capo di battaglia è un crimine di guerra. Usare bambini al di sotto dei 18 anni è proibito dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, nonché dalla risoluzione 1261 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che accoglie interamente lo Statuto della Corte Penale Internazionale, secondo cui “è un crimine di guerra la coscrizione e l’arruolamento di bambini di età inferiore di 15 anni o la loro utilizzazione per la partecipazione attiva alle ostilità, sia in conflitti armati interni che internazionali e sia che essi vengano impiegati da eserciti regolari o da milizie armate”. Questo vuol dire che di fronte alla legge internazionale chi ha messo le armi in mano ad un bambino ha compiuto un reato perseguito severamente dalla giustizia internazionale. Al cospetto di un bimbo che di fronte alla violenza ed all’omicidio dice ‘non ho scelta’ un uomo adulto che tace, o addirittura insegna solo la via della vendetta , è colpevole di ‘disumanità’.

In Siria esempi di pace e metri di terra redenta e riconciliata ci sono ancora e sono esempi a cui guardare (come i maristi e le suore di Aleppo); sono tutte quelle realtà che offrono, pur con sempre con maggiore difficoltà, aiuto e sostegno ai profughi ed ai bambini come Amhed. Informati direttamente dal Vicariato cattolico di Aleppo abbiamo appreso che nella città la ‘Casa di Gesù operaio’ accoglie molti orfani e vittime di questa guerra fratricida; sono realtà che i governi occidentali (presi soprattutto a fomentare ulteriormente la guerra) dovrebbero sostenere direttamente e che dimostrano che un’altra via è sempre possibile. Abbiamo bisogno di simili esempi di carità e umanità nuova: non è vero che lo scempio e la rovina siano inevitabili. Anche un bambino orfano può trovare nuovi padri, se questi padri guardano ad una speranza più grande della vendetta e della sopraffazione. A molti, anche qui da noi, sembra essere sfuggito.


http://www.laperfettaletizia.com/2013/04/amhed-il-combattente-siriano-di-8-anni.html

sabato 6 aprile 2013

Festa della Divina Misericordia: invito alla preghiera per la Siria

"Ultima tavola di salvezza" 


http://www.gloria.tv/?media=149641
Gesù a Santa Faustina: "Desidero concedere grazie inimmaginabili alle anime che hanno fiducia nella Mia Misericordia.
La mia Misericordia è più grande delle tue miserie e di quelle del mondo intero."

La Misericordia Divina è davvero come l’ultimo grido di allarme della sentinella che veglia sulla città, “l’ultima tavola di salvezza”, appunto. In questo giorno, ha promesso Gesù, infinite saranno le grazie concesse, e non bisogna aver timore di chiederne tante.


“Ci appelliamo al mondo intero perché si blocchi l’invio di armi in Siria”: è l’appello lanciato da Sua Beatitudine il Patriarca greco cattolico Gregorio III Laham.
“Chiediamo alla comunità internazionale e ai Paesi più importanti del mondo di sostenere la Siria negli sforzi di dialogo, per arrivare ad una soluzione diplomatica della crisi”.
“Lanciamo dal profondo del nostro cuore, un grido alla coscienza del mondo intero, ai dirigenti degli Stati, in particolare dei Paesi arabi, e delle istituzioni internazionali, ai militanti pacifisti, a Sua Santità il Papa e agli Episcopati del mondo cristiano. Li supplichiamo di ascoltare la nostra voce e le sofferenze del popolo siriano. Nessuno ha il diritto di discolparsi e di negare la sua responsabilità di fronte al massacro, alle distruzioni, alle esplosioni, alle violenze, né di fronte all’odio e al rancore tra i figli della stessa patria”.

      LA LETTERA di PASQUA delle SUORE di St. Joseph de l’Apparition, OSPEDALE St Louis, ALEPPO

giovedì 4 aprile 2013

Cristiani di Aleppo: quando loro, dalla sciagura, ci insegnano una fede più grande

Da sei giorni seguiamo con apprensione gli eventi in corso nei quartieri di Aleppo che fino ad ora erano stati risparmiati dalle violenze. Abbiamo pubblicato le testimonianze  giunte nei giorni scorsi dai Fratelli Maristi e via via  aggravate da terribili notizie  ed  orrori 


Dai Frati della Custodia di Aleppo (notizia agenzia SIR):


"E’ stata una reale Settimana di passione quella appena trascorsa dalle comunità cristiane di Aleppo, città martire della Siria, al centro da mesi di violenti scontri tra forze fedeli al regime di Assad e quelle dell’opposizione armata e dei ribelli. La Custodia di Terra Santa ha da poco diffuso la testimonianza delle due fraternità francescane di Aleppo relativa alla Pasqua appena trascorsa. “Ad Aleppo - si legge nel testo che riporta le parole di padre Giorgio - abbiamo potuto celebrare tutte le funzioni della Settimana Santa, Vigilia Pasquale e Domenica di Pasqua con grande afflusso di gente. Ma è stata una settimana di Passione per la comunità cristiana della città: i dissidenti hanno occupato, il Venerdì Santo, il quartiere confinante con i nostri cimiteri cristiani, mettendo a ferro e fuoco il quartiere!
 La gente è fuggita solo con i vestiti che avevano addosso, tra questi le 350 trecento cinquanta famiglie cristiane del quartiere; anche gli abitanti di altri due quartieri a maggioranza cristiana, hanno dovuto abbandonare le loro case perché esposte a mortai, razzi e cecchini. Sabato Santo il guardiano del nostro cimitero latino è stato colpito da un cecchino ed è morto sul colpo”. I morti, secondo la testimonianza non trovano sepoltura adeguata dal momento che non si può arrivare ai cimiteri. “Il governatore ci ha messo a disposizione momentaneamente un pezzo di terreno per seppellire i nostri morti. Da Sabato Santo siamo senza luce, poca acqua, i telefoni possono funzionare alle volte come pure internet. 
I nostri frati stanno bene, cerchiamo di fare il nostro meglio e essere un segno di speranza per la gente che ora per paura vuole fuggire”.



"Sento che dobbiamo cercare di amare come Gesù farebbe al nostro posto in Siria, per questo stiamo cercando di aiutare come possiamo; magari riusciamo a fare solo dei piccoli gesti.."


Le ragazze di Aleppo
29 marzo 2013 - Posta dalla Siria, da alcune giovanissime dei Focolari.


«Un giorno, ad Aleppo sono entrati i ribelli nel quartiere dove tante di noi abitiamo. In quel momento eravamo su Facebook chattando tra noi. Preoccupazione, rabbia…, diversi i sentimenti di ciascuna. C’è chi, preso dalla paura scrive: «Si vede che anche Dio è contro di noi»; «No, Lui sta piangendo con noi»; «Ma questi qui ci hanno rovinato la vita»; «Cerchiamo di amare anche loro»; «Ma come?»; «Pregando che trovino anche loro l’amore».
Alla fine abbiamo accettato la sfida di amare anche chi ci sta facendo del male.
A dire la verità – scrive Mira da Aleppo – non sempre sto riuscendo a vivere l’ideale dell’unità come vorrei; l’odio che c’è attorno a me è riuscito quasi ad entrare nel mio cuore, ma non riuscirà a vincermi. Sono arrivata al punto che il mio sguardo verso la vita è diventato pessimista. Mi sono chiesta: come ha potuto Chiara Lubich vivere la situazione della guerra quando è iniziato il Movimento? Ma poi mi sono risposta: se lei ci è riuscita, vuol dire che magari anche io potrò farlo. Questo mi dà una spinta in avanti, una spinta per ricominciare. Alle volte sento che dobbiamo cercare di amare come Gesù farebbe al nostro posto in Siria, per questo stiamo cercando di aiutare come possiamo; magari riusciamo a fare solo dei piccoli gesti.
Vorrei chiedere a tutti di pregare perché, credetemi, le vostre preghiere ci daranno una grande forza. Spero che nessuno di voi viva questi momenti neri che noi viviamo o veda quello che noi vediamo. Scusatemi se ho scritto poco, cercavo di scrivere velocemente prima che stacchino l’elettricità. Chiediamo al Signore di dare la pace ai nostri cuori».

http://www.focolare.org/it/news/2013/03/29/le-ragazze-di-aleppo/





 « Se vuoi la pace prepara uomini nuovi, mi verrebbe da dire, che ragionino in termini di fraternità, giustizia, condivisione dei beni, amore, libertà vera».


 « Parlando del più e del meno con un amico, mi viene confermata una notizia sconcertante, già espressa a bassa voce da altre persone anche autorevoli: a Yabroud, grande villaggio nell’entroterra montagnoso sull’asse Damasco-Homs, ogni mese i cristiani devono pagare all’esercito libero 1.800.000 LS (circa 18 mila €) , una specie di salatissima tangente usata presumibilmente per l’acquisto di armi. Questa cifra iniqua ricorda inevitabilmente ai cristiani di queste terre la tassa che i loro antenati, a partire dal primo millennio, dovettero cominciare a pagare in quanto non musulmani. Fa impressione constatare un altro frutto insano della guerra, in antitesi con ogni sollecitazione alla fiducia reciproca e alla rispettosa convivenza tra persone di fedi e culture diverse.
«Il vescovo latino parla di almeno due generazioni a suo avviso necessarie prima di poter risanare le ferite di questa guerra (se però si riuscirà a fermarla in fretta!) che lacera il Paese e la cui motivazione, tanti anche qui ne sono convinti, è primariamente di natura economica e politica. La gente non è stupida. 
Parlando con molti ci si rende conto che sono ben coscienti che il gioco che si sta facendo sulla loro testa è enorme, mosso e fomentato da potenze che per avidità e sete di potere appoggiano la politica di morte dei produttori di armi e ne sono appoggiate.
«Vorrebbe fare qualche cosa, tanta gente, per finirla con questi progetti insensati e maligni, che da decenni generano soltanto dolori su dolori, qui come altrove, convinta che la convivenza pacifica e il dialogo siano le strade più intelligenti e davvero a misura d’uomo, di oggi e di sempre. 
C’è anche chi, invece, preme per una conclusione drastica e violenta: da una parte o dall’altra, “mors tua vita mea”. Altri, e non sono pochi, si riuniscono per pregare o lo fanno in silenzio tante volte al giorno, e non solo alle 12 per il time-out per la pace lanciato dal Movimento dei Focolari, che si cerca anche qui di divulgare parlandone a conoscenti, amici, gente incontrata magari per caso, uomini di tutte le religioni.
«Viene da chiederci: ce la faremo a ottenerla? “Sarà fatto secondo la vostra fede”. Ancora oggi ce la mettiamo tutta per credere nel miracolo ma tu, Dio, aiutaci. Conferma e irrobustisci la nostra fede. Rendila incrollabile. La prova è sempre più dura da sostenere».
«Quanta menzogna in quel: “Si vis pacem para bellum” (se vuoi la pace prepara la guerra)! imparato a scuola. Se vuoi la pace prepara uomini nuovi, mi verrebbe da dire, che ragionino in termini di fraternità, giustizia, condivisione dei beni, amore, libertà vera».

http://www.cittanuova.it/c/425420/Diario_dalla_Siria13.html


mercoledì 3 aprile 2013

Messaggio di Pasqua dei Capi delle Chiese di Gerusalemme

Firmato da 12 fra patriarchi e capi delle Chiese cristiane cattoliche, ortodosse e protestanti, il messaggio per la Pasqua è un invito ai fedeli di tutto il mondo a ricordare tutte le vittime delle violenze. Il Sepolcro vuoto di Gerusalemme "faro per un mondo pieno di falsi idoli che separano le persone da Cristo e dalla verità del Vangelo".


 “Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era depostoˮ (Mt 28,6)


Noi, Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, benediciamo i nostri fedeli in questa regione ed il popolo di Dio ovunque, nel nome del Signore risorto e Salvatore, Gesù Cristo.
Ogni anno la Chiesa ci invita a celebrare la morte e la risurrezione di Gesù Cristo attraverso le Divine Liturgie e le cerimonie e riunioni pasquali. La Chiesa in Terra Santa offre ciò che nessun’altra chiesa nel mondo può offrire – il Pellegrinaggio nella terra dove tutto ciò è accaduto. Attraverso molte preghiere, digiuni, e viaggi sacri, questa terra che chiamiamo Santa è divenuta un quinto Vangelo. In effetti, i nostri auguri di Pasqua vengono dal cuore della Città della Speranza, della Resurrezione e della Tomba Vuota.
Come Capi delle Chiese di Gerusalemme, facciamo appello a tutti i cristiani di tutto il mondo ecumenico a venire a visitare le nostre chiese e a camminare con le pietre vive della Terra Santa sulle orme del nostro Signore risorto. E a coloro che non possono fare il loro pellegrinaggio in Terra Santa facciamo appello affinché i popoli di questa terra siano presenti nelle loro preghiere, in modo particolare la presenza cristiana che continua a diminuire e affronta sfide esistenziali in tutto il Medio Oriente.
Il fuoco santo del Sabato Santo e la Veglia Pasquale ricordano, a noi e al mondo intero, ‘la luce del Signore risorto’ che illumina il mondo intero, anche nei luoghi più oscuri della terra. Il nostro mondo oggi è pieno di falsi idoli che separano le persone dalla luce di Cristo e dalla verità del suo Vangelo. La presenza cristiana qui nella Città Madre della nostra fede continua a servire come un faro di luce del Cristo risorto, che i primi discepoli testimoniarono qui al sepolcro vuoto di Gerusalemme.

Come un testimone costante della resurrezione, la Chiesa in Terra Santa esorta tutti gli uomini di fede e di buona volontà in tutto il mondo, in particolare quelli in posizioni d’autorità, ad adoperarsi per la giustizia e la pace tra le nazioni. In particolare pregate con noi per la situazione in Siria, in Libano, in Palestina e Israele, in Egitto, in Iraq, e ovunque vi sia mancanza di pace politica. Pregate per tutte le vittime della violenza e dell’oppressione, per i prigionieri, per chi vive nella mancanza di sicurezza, e per coloro che sono sfollati e rifugiati, specialmente qui nella nostra terra.
Che la luce del Signore risorto risplenda su di tutto il mondo e nella nostra regione e che tutti noi possiamo risorgere con Cristo nella vita vittoriosa. Alleluia, Cristo è risorto! Egli è veramente risorto. Alleluia!

http://it.lpj.org/2013/03/27/messaggio-di-pasqua-dei-capi-delle-chiese-di-gerusalemme-2013/

martedì 2 aprile 2013

Lettera a Papa Francesco da S.B. Gregorios III

"LA SIRIA LA IMPLORA"




Damasco 29/03/2013

Nel  Grande Venerdì Santo



Beatissimo Padre

 Questa lettera giunge a Lei il Venerdì Santo, chiamato Grande e Santo nella nostra tradizione orientale, mentre si sta celebrando la prima Via della Croce del Suo pontificato, come Vescovo della Chiesa di Roma che presiede nella carità!

Sto scrivendo questa lettera in Damasco, mentre stiamo vivendo una dura, sanguinosa, dolorosa, lunga Via Crucis che si estende su tutte le strade della Siria e che tutti i Siriani hanno sperimentato e vissuto da più di due anni!

Come Gesù, che cadde tre volte sotto il peso della Santa Croce e che Simone di Cirene è stato chiamato ad aiutare, anche noi abbiamo bisogno di un Simone, e ancora di più di Gesù, per portare la Croce insieme con noi e portare al termine, senza indugio , il nostro duro cammino della Croce, per raggiungere  la gioia finale della Risurrezione!

Santità! Voi siete Simone, siete il Vicario di Gesù! Ci rivolgiamo a Lei ! Abbiamo bisogno del Suo aiuto! La Siria La sta implorando! Tutti i nostri fedeli, anzi tutti i cittadini Siriani contano su  Vostra Santità, aspettandosi una iniziativa da Vostra Santità, dal Vaticano, dalla Chiesa Cattolica, dal miliardo e un quarto di cattolici del mondo ! Un'iniziativa che traccerebbe una tabella di marcia per portare la crisi a termine, fermare l'accumulo di armi, la violenza, il terrore, la presa di ostaggi, riscatti, il caos e la morte! ...

Questa è la via della riconciliazione, del perdono reciproco, del dialogo, della sicurezza, della fratellanza e della pace.

 Il Suo aiuto è infinitamente prezioso per tutti noi e per tutti i popoli del Medio Oriente, perché la crisi siriana ha iniziato a colpire i paesi vicini, in particolare il Libano, così come la Palestina, l'Iraq, la Giordania e l'Egitto -  tutto il Medio Oriente di fatto.

Siamo in attesa di un'iniziativa da Vostra Santità, un gesto e una parola come Gesù: '"Misereor!" Per noi Lei è un San Francesco, amico dei poveri, un Simone o un Buon Samaritano! Lei è il Santo Padre, il nostro Santo Padre!

Grazie, Santo Padre! Stiamo pregando per Lei come ci ha chiesto! Preghiamo  il nostro Salvatore Risorto per aiutarLa a portare gioia, entusiasmo e speranza della Risurrezione attraverso il Suo sacro ministero Petrino.

 + Gregorios III
 Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente, Di Alessandria e di Gerusalemme
 Presidente dell'Assemblea della Gerarchia Cattolica in Siria

http://www.pgc-lb.org/eng/gregorios/view/Letter-to-Pope-Francis

lunedì 1 aprile 2013

Aleppo, grida forte al Cielo!

ALEPPO'S VOLCANO


 Sabato santo

Ieri Venerdì Santo, i ribelli hanno invaso il quartiere di Sheikh Maksoud, dove si trovano gli sfollati che già avevamo in carico e anche le 300 famiglie cristiane più povere di Aleppo che abbiamo in cura. Una breve battaglia, ed eccoli padroni di queste posizioni. Ci sono alcuni morti e feriti tra le persone a cui diamo soccorso. Questa mattina, hanno obbligato tutte le famiglie cristiane a lasciare le case. Molti sono venuti a rifugiarsi nel convento di noi Fratelli. Per quanto riguarda i nostri sfollati ospitati nelle scuole, molti sono fuggiti, sfollati  una seconda volta, e il resto sono rimasti, assegnati ad altre scuole. Furti, atti vandalici sono seguiti. Un nuovo dramma che si aggiunge a tutto il resto. Con noi, famiglia Antaki, abbiamo accolto la nostra cameriera e la sua grande famiglia (15 persone) musulmana che ha anch'essa lasciato i combattimenti del quartiere Sheikh Maksoud. Un regalo di Pasqua per tutti questi nuovi sfollati. Fortunatamente, il calore dell'accoglienza e la disponibilità dei fratelli Maristi e laici sono là. ad alleviare alcune delle sofferenze dei nostri fratelli.

 
Domenica 31
Buona Pasqua, Christos Anesti.

Oggi, le  famiglie cristiane di Sheikh Maksoud / Jabal Al Sayde sono state in grado di fuggire dalla zona e sono venute a rifugiarsi nella Casa dei Fratelli Maristi aumentando il numero di sfollati. Tutti piangono, erano molto spaventati perchè hanno perso quel poco che avevano. Abbiamo dovuto fornire tutto e ricominciare di nuovo per gli 
sfollati  ... da zero: materassi, coperte, pigiami, biancheria intima, asciugamani, sapone, ecc ... .. e naturalmente il cibo.

Per la Pasqua abbiamo organizzato una preghiera tra di noi , non avendo trovato un prete per dire la Messa a disposizione ( non si può spostarsi da un quartiere all'altro).
Nel pomeriggio, l'esercito ha iniziato a bombardare il quartiere, e dagli ultimi fuggitivi della zona abbiamo appreso che alcuni degli edifici dei cristiani di Djabal sono stati distrutti.
Sentiamo fino a questo momento (ore 22:00) il rombo di bombardamenti.
Terribile notizia per noi: lo Sheikh Jamili, un notabile del quartiere , padre di 11 figli che è stato il nostro partner nella gestione delle nostre tre scuole e degli sfollati e che era stato arrestato dai ribelli ieri è stato trovato morto e mutilato. Era un uomo coraggioso, un leader, molto impegnato. Leyla, i fratelli e io siamo turbati e addolorati per questa triste notizia.
Il generatore dei Fratelli si fermerà tra 10 minuti e la nostra nuova compagnia di sfollati (dai 4 mesi ai 70 anni) andrà a dormire su materassi sul pavimento.




ADDIO.. 
Io non sapevo che giovedì scorso, 28 marzo 2013, sarebbe stato il nostro ultimo incontro. Sei lì , in piedi come al solito, contando in inglese, quattro, cinque, sei... Tu eri là in piedi davanti a me al momento della distribuzione dei pasti. Li conoscevi tutti, conoscevi le famiglie,  i giovani, i bambini. Tutto venivano da te, si riferivano a te, eri il loro punto di riferimento... E quante volte ti ho detto: "Ti ammiro".. Quante volte abbiamo discusso, quante volte mi hai detto: mi chiamano "fratello Sheikh"...  Chi sarà ora il loro "Sheikh"?  Chi ci dirà la sofferenza di Zeinab e Loulou e di tutti i tuoi figli... Chi ci dirà come si sente "OUM MOHAMAD"? 
ADDIO AMICO... 
Tutti i tuoi protetti si sono dispersi... e noi con loro... 
ADDIO AMICO... 
Ma dall'alto nel cielo, canta a Dio, grande e misericordioso, Clemente ed Eterno Signore, canta un inno d'amore che non finisce mai:
 tu il bardo di Dio su questa terra!
Frére  Georges e  fratelli Maristi di Aleppo 




Aleppo, Lunedì dell'Angelo

Da 12 giorni senza acqua nè elettricità!
Abbiamo accolto nella "Casa di Gesù Operaio" del Vicariato apostolico , orfani e disabili vittime di questa iniqua guerra fratricida. 
Pregate per noi, amici, in queste ore buie!
Monsignor Nazzaro





Padre Santo, Tu sei benedetto  in questo  bel paese della Siria, che fu la culla della fede Cristiana. Tu che sei il Creatore di ogni vita, fa’ risplendere  il tuo sole  sul popolo siriano, che fino ad ora per tutto il mondo arabo è stato un esempio di libertà, di tolleranza e reciproca benevolenza. Rafforza la generosità di questo popolo, che fino ad ora si è rifiutato di combattere gli uni contro gli altri , nonostante i crescenti attacchi dall'esterno. Proteggi con la tua misericordia  questo popolo. Aiutalo ad andare da sé al proprio cammino di pace.

Signore Gesù, Tu sei benedetto, Signore del tempo e dell'eternità.  Tu  rimani anche il Signore di questa terra, che ora è in agonia. Tu ti sei fatto uomo per condividere la nostra vita. Sei morto sulla croce per tutti i nostri peccati e cancellare tutto il male . Porta via  i peccati di divisione e di odio . " Perché le nazioni si agitano e i popoli tramano cose vane? Si sollevarono i re della terra e i prìncipi si allearono insieme contro il Signore e contro il suo Cristo " (At 4, 25-26). Placa i dominatori di questo mondo e metti nel loro cuore il desiderio di riconciliazione e di vita fraterna nel Tuo nome.

Spirito Santo, tu sei la vera fonte di vita e di amore, Tu sei il fuoco divino in questo mondo, in ogni persona e in noi stessi. Riversa  il tuo amore nei nostri cuori e apri i nostri occhi alla tua pace in Siria, per aiutare a raggiungerla con tutti gli uomini di buona volontà. Conduci le autorità religiose e civili sulla via della riconciliazione. Sventa i piani di guerra dei governanti di questo mondo. Accetta il sacrificio di coloro che già sono caduti vittime di questa  guerra senza senso. Proteggi il tuo popolo e lascia che sia il nuovo popolo  in cui venga il Tuo Regno. Amen.

Père Daniel Maes o.praem, . Monasterium Mar Yakub, l'Ordre de l'unité d'Antioche, Qara,