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martedì 22 novembre 2022

Una Nuova Luce: un film sulla Madonna di Soufaniyah, nel 40° anniversario delle apparizioni



Per comprendere il contenuto del documentario, tutto in lingua araba, il nostro amico Samaan Daoud qui ne riassume il contenuto, composto da varie interviste che testimoniano la storia meravigliosa di questa apparizione mariana ancora poco conosciuta in Occidente, di cui sul nostro sito avevamo già riportato molte notizie.


L'inizio è situato al Giovedì Santo del 2014,17 aprile: nella casa si svolge la preghiera e Mirna cade in estasi, durante l' estasi profetizza alcune parole: “la causa è uno solo. Le ferite che sono state versate su questa terra di Siria sono le stesse ferite nel mio corpo e la causa è uno, Ma vi assicuro che il suo destino sarà come quello di Giuda”.

In seguito la scena porta al 30 maggio 2014 nella chiesa di Saida in Libano. Mirna domanda: perché Dio ha scelto Damasco? Io non lo so ma quello che so di certo è che dal primo istante ho detto “ Signore prendi la mia volontà e fa' che la mia vita sia tutta nella tua volontà “.

È iniziata una piccola storia ma ora la causa è grande ed è L'UNITA'.

Tutto ebbe inizio quando Mirna al Akhras si sposò nel 1982 con un ortodosso di nome Nicholas, sei mesi dopo, la piccola icona di Kazan che Nicholas le aveva portato in dono da un viaggio cominciò ad emanare olio,

Appare padre Zahlaoui il padre spirituale e custode del segreto di Soufaniyeh e dice: “con l'emanazione dell'olio Rukia è guarito. E da allora le guarigioni continuano, sia tra cristiani e tra musulmani”. 

Il famoso cantante Wadi Al Safi era devoto di Soufaniyeh e cantò un inno da lui composto: “ le pietre della casa si sono rallegrate quando l'olio è uscito, rimani con noi a Madonna, rimani a pregare con noi “.

Il  marito Nicolas testimonia la guarigione di sua sorella e benché egli non volesse credere per non avere complicazioni nella sua vita, dovette arrendersi quando vide la guarigione di un bambino mussulmano che era entrato in casa con i bastoni e ne uscì con i suoi piedi. 

Il 15 dicembre 1982 durante la Quaresima orientale, Mirna preparava l'inno Akathistos e sentì la forza di una mano che la spingeva a salire verso i piani superiori della casa. Erano le 11,30 di sera e fu colpita da una grande luce come in pieno giorno e vide la figura di più di una signora, ebbe paura ed iniziò a urlare,

Si susseguirono dal 1982 al 1983 cinque apparizioni sul tetto della casa, padre Zahlawi affermò: “questa è la prima volta che la Madonna appare nella storia dell'Oriente e parla in lingua araba. Figli miei, ricordatevi del Signore, perché il Signore è con noi e voi sapete tutto e non sapete niente”. 

Dopo quel periodo iniziarono le estasi di Mirna che così racconta: “mentre pregavo sentivo che non potevo tenermi in piedi e cadevo”, i presenti la portavano a distendersi sul letto e Mirna durante le estasi perdeva coscienza e dal viso e dalle mani usciva dell'olio, Sono state registrate 36 estasi, la più corta durò cinque minuti, la più lunga un'ora e mezza, a cui assistettero diversi medici di ogni provenienza anche laici contrari alla religione che facevano prove per accertare che Mirna perdesse veramente tutti i sensi e quindi testimoniavano ciò a cui assistevano. 

Durante le estasi, Mirna riceve un messaggio vede una fortissima luce, e la voce del Signore che dice: “Io sono l'inizio e la fine”. Quando accade che la la data della Pasqua ortodossa e cattolica coincidono ( accadde sei volte) Mirna vede Gesù.

La sesta volta (2004) era presente una psicologa che vide apparire un taglio sul fianco di Mirna, ed erano presenti anche otto medici, Gesù le dà un messaggio da trasmettere,

L'essenza di Soufanieh e il messaggio da trasmettere a tutti si può riassumere con “pregare per l'unità della Chiesa “ e “preservare questo Oriente con la sua diversità”.


Nel video appaiono testimonianze di vari cantanti, poeti, medici e si riportano anche le spiegazioni che vengono ipotizzate da alcuni scettici : 1 che si tratti di una truffa, 2 qualcosa sia nascosto sotto la pelle, 3 che siano tutti complici.

Ma nessuno nella famiglia volle mai qualcosa del genere: Mirna non volle mai essere protagonista, ubbidì sempre alla chiesa con totale umiltà.

L'unità della Chiesa si è manifestata a Soufanieh ed anche l'unità della Siria.


domenica 8 agosto 2021

Le apparizioni di Nostra Signora di Soufanieh a Damasco e la preghiera per l'Unità dei Cristiani

 di Pina Baglioni

Nell’inferno della guerra siriana ha trovato casa un pezzo di Paradiso.  
Ormai dal 22 novembre del 1982. Precisamente a Soufanieh, un modesto quartiere a nord di Damasco, fuori dalle mura della città, presso la porta detta “di Tommaso”.
Qui, in una vecchia e umile abitazione, abita la famiglia Nazzour: Myrna, suo marito Nicolas e i loro due figli, Myriam e John-Emmanuel. E proprio nella loro casetta accadono, da trentatré anni, miracoli straordinari: una piccola icona con la cornicetta in plastica, copia dell’immagine di Nostra Signora di Kazan, veneratissima in Russia – dov’è custodita l’originale – e in tutto il mondo ortodosso, trasuda olio miracoloso che guarisce anime e corpi di ortodossi, cattolici e musulmani.

È ormai venerata in Siria e in tutto il mondo come la Madonna di Soufanieh. Nicolas Nazzour, di fede greco-ortodossa, aveva acquistato l’icona a Sofia nel 1980, che poi aveva conservato  amorevolmente su un piccolo mobile di casa, come accade per tante immagini sacre che i fedeli custodiscono nelle proprie dimore.
Una normalità che presto diventa qualcosa di straordinario: il miracolo dell’olio è solo uno dei mirabili segni di predilezione che il Signore ha accordato a questo angolo della periferia di Damasco: Myrna, la madre di famiglia, cattolica melchita, di media istruzione e di formazione religiosa elementare, è stata fatta oggetto di una serie di grazie che hanno reso la sua umile casa un santuario mariano incastonato in uno dei Paesi più martoriati del mondo.
Myrna aveva diciotto anni quando tutto ebbe inizio. E da trentatrè anni vive sempre alla stessa maniera, umilmente, ricevendo nella sua abitazione – conosciuta ormai come “la casa della Vergine Maria” – un flusso costante di fedeli provenienti da ogni dove: cattolici, ortodossi, protestanti, musulmani, senza distinzioni di sorta.
Da quel giorno le capita di essere invitata a raccontare quanto le accade anche in Paesi lontani, dove sono sorti gruppi di preghiera devoti alla Madonna di Soufanieh.

La vergine Maria trova casa a Soufanieh
Tutto comincia il 22 novembre del 1982, giorno in cui Myrna, sposata da poco, va a trovare, insieme con alcune amiche, sua cognata Laila, seriamente ammalata. Appena le ragazze cominciano a pregare, ecco che le sue mani si ricoprono di olio. Lo sconcerto è immaginabile. Istintivamente, le donne decidono di ungere con quell’olio il volto e le mani della malata. Che, dopo qualche giorno, guarisce.
Il 27 novembre accade dell’altro: anche dall’iconcina raffigurante Nostra Signora di Kazan conservata in casa di Myrna comincia a colare olio. Qualche giorno dopo, Myrna va dalla madre, malata anche lei. Quando cominciano a pregare, ecco che dalle mani della ragazza, esce altro olio. E la madre guarisce.
Paura, sconcerto, meraviglia. Stati d’animo opposti si affollano nelle menti e nei cuori della famiglia Nazzour. Ma non è finita: l’11 dicembre, Samir Hanna, un vicino di casa che soffre di continui attacchi di cuore, ha avuto da poco un’emorragia cerebrale che gli ha provocato una paralisi: appena lo ungono con un po’ di quell’olio, guarisce. E così accade a Ghalya Armouche la quale, paralizzata anche lei, guarisce.
A quel punto, Nicolas, il marito di Myrna, decide di informare il 
Patriarcato ortodosso. Anche perché ormai a Soufanieh s’è sparsa la voce e la gente comincia ad accalcarsi all’uscio di casa per vedere con i propri occhi quanto vi accade.
Da lì a poco si presenta in casa monsignor Boulos Pandéli, vicario patriarcale, accompagnato da due giovani sacerdoti. Tutti constatano la trasudazione di olio dall’icona e dalle mani di Myrna. E ne informano immediatamente il Patriarca, il quale ordina di far analizzare la sostanza. Cosa che accadrà tra il 1984 e il 1985, presso laboratori di Damasco, Germania, Francia e Italia. Alla fine, le analisi chimiche daranno risultato univoco: si tratta di semplice olio d’oliva.
Dopo la visita dei religiosi, si precipitano nella casa di Myrna due agenti dei servizi segreti siriani, che, avvertiti dei fatti, vogliono capire cosa stia avvenendo da quelle parti. I due esaminano accuratamente l’icona, che proprio in quel momento ricomincia a trasudare olio: la smontano, la rimontano. E alla fine, mentre se ne vanno, esclamano ad alta voce: «Dio è grande!» (“Allah Akbar”: il grido che suonerà poi come bestemmia sulla bocca dei terroristi che stanno insanguinando il Paese e il mondo).

Le apparizioni della Madonna, le stimmate e l’unità della Chiesa
Per Myrna, quanto accaduto è solo l’inizio. Nella notte del 15 dicembre dell’82, mentre se ne sta in terrazzo a riposare, vede una luce abbagliante provenire da una pianta di eucalipto vicino ad un piccolo ruscello che scorre proprio accanto alla sua casa. All’interno del globo di luce, ecco una sorta di mezzaluna blu che subito dopo scompare per lasciare spazio ad una donna bellissima che avanza verso di lei. È vestita di bianco, con una cintura blu in vita. In testa indossa un cappuccio e porta sulla spalla destra uno scialle, anche quello di colore blu. In mano tiene un rosario che sembra di cristallo. La signora dice qualcosa, ma Myrna non sente nulla: atterrita, scappa.

Quella sarà la prima delle apparizioni, che si protrarranno fino al 24 marzo del 1983. Myrna, intanto, si è resa conto dell’identità della donna che la viene a trovare: è la vergine Maria, che si rende visibile solo a lei. «Figli miei pensate a Dio»: sono le prime parole che Myrna riesce a sentire nel corso della seconda apparizione, il 18 dicembre 1982.
«Vi ho dato l’olio, e ve ne darò di più di quanto ne avete chiesto – aggiunge Maria – Annunciate mio Figlio, l’Emmanuele. Colui che lo annuncerà sarà salvato, colui che non lo annuncerà, la sua fede sarà vana… non sto chiedendo soldi da dare alla Chiesa. Non vi sto chiedendo di costruirmi una chiesa, ma un luogo di pellegrinaggio. Date con generosità. Non private nessuno di coloro che vi chiedono aiuto».

C’è un messaggio che la Vergine ripeterà più di una volta a Myrna, sottolineato in modo particolare nell’ultima apparizione, avvenuta giovedì 24 marzo del 1983: «Il mio Dio l’ha detto: riunitevi in una sola Chiesa. La Chiesa che Gesù ha fondato è una, perché Gesù è uno. La Chiesa è il regno del cielo sulla terra. Colui che l’ha divisa ha peccato, e colui che gioisce della sua divisione, ha peccato lo stesso. Gesù la costruì: era molto piccola. E quando crebbe fu divisa. Colui che l’ha divisa non ha amore in Lui. Riunitevi. Io vi dico: pregate, pregate, pregate. Come sono belli i miei figli quando implorano inginocchiati. Non abbiate paura, io sono con voi. Non dividetevi come sono divisi i grandi. Pregate per gli abitanti del cielo e della terra».

Che l’unità della Chiesa fosse al centro dei messaggi sarà evidente in relazione a un altro segno divino che Myrna si troverà ad accogliere: le stimmate della passione di Gesù. La prima volta le vede comparire sul suo corpo venerdì 25 dicembre 1983: verso le 16 si aprono ferite sui suoi piedi, alle mani e al costato. I dolori sono lancinanti, ma non c’è effusione di sangue. Alle 23,00 le piaghe si cicatrizzano.
E come nel caso della manifestazione dell’olio, più di un medico e alcuni ufficiali dei servizi segreti vanno a vedere cosa sta succedendo. E anche stavolta non possono che constatare la buona fede di Myrna e l’autenticità di questi fenomeni. Ma c’è un aspetto stupefacente che li collega direttamente alla richiesta dell’unità della Chiesa: le stimmate compaiono esclusivamente quando la Pasqua  ortodossa coincide con la Pasqua cattolica. Accadrà infatti nell’84, nell’87, nel ’90, nel 2001. E il 20 aprile del 2015.

Anche Gesù parla a Myrna
Alle apparizioni sono succedute le visioni di Gesù e della Madonna, che producono in Myrna stati di estasi, durante i quali si accascia priva di forze mentre il suo corpo trasuda olio. Estasi che possono durare cinque minuti come delle ore.
«Figli miei, pregate per la pace e soprattutto per la pace in Oriente», le dirà la Madonna durante una di queste nel giorno della festa dell’Assunzione del 1999, mentre si trova in Belgio.
A maggio del 1984, il Signore le insegna una preghiera: «Beneamato Gesù, accordami di riposarmi in Te, sopra ogni altra cosa, sopra ogni creatura, sopra tutti i tuoi angeli, sopra ogni elogio, sopra ogni gioia di esaltazione, sopra ogni gloria e dignità, sopra tutto l’esercito celeste, perché Tu solo sei l’Altissimo, Tu solo sei potente e buono al sommo grado. Vieni a me e consolami e slega le mie catene, e accordami la libertà. Perché senza di Te la mia gioia è incompleta. Senza di Te la mia tavola è vuota. Allora verrò per dire: “eccomi sono venuto perché mi hai invitato”».
E ancora, il 10 aprile 2004, Sabato santo: «Un comando per voi: tornate ciascuno a casa vostra, portate l’Oriente nei vostri cuori. Di qui una nuova luce ha brillato, voi ne siete i raggi in un mondo dove potere, lussuria e cose materiali attirano così tanto da mettere a rischio l’umanità intera. Quanto a voi, salvaguardate il vostro essere orientali. Non permettete, in Oriente, che vi sia tolta la vostra volontà, la vostra libertà, la vostra fede».

Ogni volta che Myrna vede il Signore ha bisogno di molto tempo per recuperare la vista. Come nella visione del novembre del 1984: ci vollero ben settantadue ore per riacquistarla. Numerosi test sono stati eseguiti sulla donna, soprattutto sulla vista, la sensibilità e i riflessi: esami risultati sempre negativi, come se nulla fosse accaduto.
Oggi, a Soufanieh, è rimasto tutto come quel 27 novembre del 1982 nella casa di Myrna. La gente, di ogni religione, arriva da ogni parte del mondo per implorare la Madonna e ricevere un po’ di quell’olio benedetto. Tra questi, numerosissimi sono i musulmani. Le grazie e le conversioni continuano, nonostante le tante difficoltà che tormentano la martoriata Siria.
L’unica differenza, è che la famiglia Nazzour ha dovuto fare qualche cambiamento per via di tutta la gente che si accalca senza sosta presso la loro casa. Il vecchio patio è stato ricoperto con un tetto, la terrazza rinforzata per evitare che venga giù per il peso delle persone. E nel mezzo del patio è stata messa l’iconcina della Madonna di Soufanieh che continua a donare olio, che viene costantemente raccolto in un piattino di alabastro.  «Scusateci, non accettiamo denaro», recita una scritta ben visibile posta presso l’icona.

Un testimone d’eccezione: padre René Laurentin
«Cos’è quest’olio? Probabilmente è un segno del potere divino. Ma perché avete scelto proprio me? Sono una qualunque, di scarsa istruzione. In migliaia avrebbero meritato tanto privilegio. In ogni caso, sia fatta la Tua volontà. Ti offro le mie azioni, la mia fatica, i miei dolori, la mia gioia. Ho messo tutta la mia speranza in te», sono stati questi i primi pensieri di Myrna nei giorni dei primi miracoli, come ha confidato nel 1987 a padre René Laurentin, forse la più alta autorità in materia di apparizioni mariane che la Chiesa abbia avuto in tempi recenti.
Padre Laurentin si è recato a Soufanieh nel 1982 per vedere con i propri occhi ciò di cui aveva tanto sentito parlare. Il 25 novembre si reca con Myrna, il marito e la piccola Myriam, una dei due figli della coppia, a far visita al nunzio apostolico a Damasco. E nel corso della conversazione, ecco che le mani di Myrna cominciano a coprirsi di olio, tra la meraviglia di tutti; il giorno dopo, la casa di Myrna e di Nicolas si riempie di gente.
Ma, improvvisamente, scatta un blackout, fatto abbastanza abituale in Siria. Quando la luce torna, Myrna è in uno stato di estasi: stesa sul letto, dalle sue mani scorre copiosamente olio benedetto. Ad assistere al fenomeno anche il medico della donna, Gamil Mergy, un ateo convertito grazie ai miracoli di Soufanieh, che prontamente tampona le mani di Myrna perché quella grazia di Dio non vada perduta.
Nei giorni successivi, il grande teologo avrà modo di parlare con i due coniugi e conoscerli meglio. Prima delle visite della vergine Maria e di Gesù erano entrambi fedeli normalissimi, dediti al minimo indispensabile per conservare la fede.
 Nicolas, per esempio, non andava neanche in chiesa. Alla domanda di come la loro vita fosse cambiata e quanto tempo dedicassero alla preghiera, Myrna aveva risposto: «La nostra vita è quella di sempre. È solo più vera, piena di gioia. Un po’ più faticosa, certo, vista tutta la gente che ospitiamo nella nostra casa. Poi, ci sono i tremendi dolori delle stimmate, ancora più intensi di quelli del parto. Ma li accolgo come un grande dono di Dio.
Le preghiere? «Recitiamo semplicemente il santo rosario e le preghiere ordinarie della Chiesa». Tutto semplice, come semplice è la grazia del Signore.

martedì 10 novembre 2020

Una parola ai tempi del Coronavirus, da Soufanieh di Damasco

Padre Elias Zahlaoui nel suo ufficio a  Notre Dame de Damas © Nadine Zelhof

di Padre Elias Zahlaoui - Damasco

Pubblicato da: Arrêt sur info

Traduzione: Gb.P. per OraproSiria


Si parla molto del Coronavirus. Alcuni hanno insistito per avere la mia opinione, nonostante la mia ignoranza di questioni mediche e scientifiche. Alla fine decido di darla, nella speranza di portare a qualcuno un po' di luce e molte certezze.

Qualunque sia l'origine di questo virus, qualunque sia la quantità delle sue vittime e delle sue ricadute, e qualunque sia la verità di ciò che si dice al riguardo, mi sembra che dobbiamo riconoscere che il mondo intero si trova ad affrontare un dilemma senza precedenti. Questo dilemma, nessuno avrebbe potuto immaginarlo. È l'incubo della morte, certa e rapida, che ora incombe sulla testa di ogni persona sulla terra.

Questo è il dilemma! C'è una via d'uscita? 

Certo, prima o poi si troverà una cura. La Cina lo ha già sconfitto. Tuttavia, il rimedio medico non può in alcun modo significare che l'umanità sia sfuggita al grande pericolo che la minaccia nella sua stessa esistenza. Questo pericolo, il virus l'ha brutalmente messo a nudo e in un modo che non è più possibile ignorare.

Da parte mia, devo ammettere che vedo in questa crisi un aspetto luminoso, che molti rischiano di non vedere, o si rifiutano di vedere.

Che la morte ora mostri la sua presenza nella vita di ogni essere umano, ringrazio Dio per questo. Essa sembra dirci: “D'ora in poi, conduci una vita dignitosa, sia per te stesso che per ogni essere umano intorno a te, e fino ai confini della terra. Altrimenti, non meriti di vivere perché la morte è parte integrante della vita. Quindi se non ti insegna come condurre una vita degna di ogni essere umano, significa che non meriti di vivere. "

Qui mi vengono in mente due grandi versetti. Uno è di Cristo che dice: "A che serve all'uomo guadagnare l'universo se perde la sua anima?" L'altro è dal Corano. Eccolo: “Tutto è effimero. Rimane solo il Volto del tuo Signore, tutto in maestà e dignità ”.

Alcuni cercheranno di minimizzare l'importanza di questo grave dilemma e di interpretare questi due versetti in modo tale da eliminare il loro significato profondo. A loro dirò senza mezzi termini che questo dilemma, visto alla luce di questi due versetti, dice a chiunque ascolti, veda e capisca:

La vita è per te e per gli altri ... L'amore è per te e per gli altri ... La dignità è per te e per gli altri ... È lo stesso per la pace, la gioia, la salute, il cibo, la scienza, i soldi, la libertà, la parola ... Tutto questo è per tutti.

Se lo comprendi e agisci di conseguenza, allora e solo allora la tua vita e quella di ogni essere umano diventeranno amore, dignità, gioia e serenità.

Sì, questo è per me l'aspetto luminoso e positivo di questo oscuro dilemma globale.

Qui, naturalmente, sta la grande difficoltà, al punto che può arrivare ai limiti dell'impossibile, per la stragrande maggioranza degli uomini. In effetti, in che cosa è sorprendente che i miliardi di persone lasciate indietro nel mondo dicano: dov'è la vita? Dov'è la speranza? Dov'è la gioia? O… ? O… ? O dov'è Dio?

Sì, questa è la nostra condizione pietosa in tutto il mondo.

Si può immaginare l'esistenza di poche centinaia di milioni, esclusivamente occidentali, sui sette miliardi che riempiono la terra, oltre a poche centinaia di "arricchiti occidentalizzati", provenienti da paesi sottosviluppati? Essi sembrano ignorare completamente, nel concreto della loro vita e delle loro relazioni, la verità della morte, in tutto ciò che questa verità possiede come esigenze capaci di indirizzare gli uomini a condurre una vita di rettitudine, con i loro fratelli umani e con Dio, sulla terra e nell'eternità? Sono arrivatii a condurre uno stile di vita che suggerisce che Dio è davvero morto per loro - nonostante alcune manifestazioni di religiosità nell'uno o nell'altro - e che saranno soli a vivere eternamente sulla terra. Per questo si permettono, consciamente o inconsciamente, di attaccare ogni legittimità e ogni valore, e calpestano tutti gli uomini, tutti i popoli, tutta la natura, senza mai accontentarsi!

Oggi è diventato evidente che il mondo è diviso in due parti, una, numericamente piccola ma di illimitata prepotenza, l'altra, composta dalla stragrande maggioranza della popolazione mondiale, che prova con tutta la sua forza a resistere, per assicurarsi un minimo di vita accettabile.

Quanto a noi, in Siria, lo siamo stati in verità, per più di nove anni, e rimaniamo al centro di questo combattimento cosmico. Abbiamo difeso la sopravvivenza, non solo della Siria, ma di tutta l'umanità. Poi è arrivato il giorno benedetto in cui, nel cuore dell'inferno dei combattimenti, si è formato un fronte di resistenza mondiale, che raggruppava Russia, Cina, Iran e Hezbollah libanese, oltre ad alcuni piccoli Paesi. La Siria è al centro di questo fronte, a causa della sua situazione e della sua leggendaria resistenza.

Ecco perché, in mezzo a questo dilemma del CoronaVirus, dico spontaneamente, senza alcuna affettazione:  Benedetto il giorno in cui, grazie al CoronaVirus, tutti gli uomini, dai "più forte" al "più debole", dal "più ricco" al "più povero", stanno tremando, nei loro "palazzi", o nelle loro immense "haciendas", o nelle loro "case", oppure nei loro bassifondi, o sotto i ponti dei fiumi, o alle fermate delle metropolitane, nelle città dell'Europa, degli Stati Uniti, del Canada, dell'Australia, o nella più totale miseria, ridiventati così tutti uguali nella paura della morte.

D'ora in poi, questa nuova realtà è davvero un evento che non può essere ignorato, e che richiede al mondo intero di farne una linea di demarcazione, a livello di tutta l'umanità, tra presente e futuro, prima che sia troppo tardi.

È evidente che oggi il mondo intero si trova di fronte a un bivio e a un dilemma, e quindi di fronte a una scelta: o è un avvio rapido e onesto, per trovare un Ordine Internazionale Nuovo, che garantisca sicurezza e giustizia, e di conseguenza pace per tutti, oppure l'annientamento totale, prima o poi.

So, naturalmente, che tali parole provocheranno spontaneamente reazioni, che mi accusano di lasciarmi trasportare da sogni "impossibili". Non mancheranno di affermare che l'umanità ha affrontato problemi altrettanto gravi, che ne è uscita e che poi tutto si è ritrovato come in passato.

Questa obiezione può sembrare plausibile a prima vista; ma ignora la differenza essenziale tra la natura dell'attuale crisi del Covid19, e ciò che rischia di causare come nuove crisi, e la natura di tutte le crisi precedenti senza eccezioni.

È che oggi, la morte, presente e imminente, aleggia su tutti. Pone una doppia domanda, che condensa il destino dell'umanità attuale, e che non è mai stata posta da nessuna delle crisi precedenti. Eccola :

Noi umani, vogliamo che la nostra esistenza sulla terra sia limitata alla sola terra, in modo che i forti divorino i deboli all'infinito, o vogliamo tornare alla nostra ragione e al nostro Creatore, che sono il nostro supremo ricorso, per vivere sulla terra la vita che la nostra ragione ci impone, ed essere come Dio ci ha voluto: fratelli uguali in tutto, che cercano di ricostruire la nostra Terra, per piacere a Dio e per rendere felice ogni uomo?

Ora mi sembra che l'immensa Sapienza di Dio abbia preceduto le suppliche degli oppressi, incapaci di cambiare nulla alle loro condizioni. Ci ha sorpreso con un Evento straordinario, sfuggito a tutte le scienze umane. Voleva anche che Damasco fosse, fra tutte le città del mondo, il luogo privilegiato di questo sacro Evento.

Da parte mia, vedo un legame segreto ma reale tra, da un lato, questo straordinario Evento religioso, e la guerra infernale intrapresa contro la Siria, e, dall'altro, l'attuale crisi provocata dal Virus.

All'epoca nessuno, al di fuori dell'amministrazione americana, poteva immaginare la portata di ciò che era stato pianificato contro Damasco, e a partire da Damasco, contro il mondo arabo, infine contro il mondo intero. Lo potevano sapere solo quelli che si nascondevano dietro ciò che pubblicava un articolo di 12 pagine, dal titolo: "Strategie d'Israele negli anni 80" , firmato dallo stratega Oded Yinon nel numero del febbraio 1982 di una rivista israeliana, che porta il nome di "Kévonim" (che significa "orientamento"), e che era diffusa a Gerusalemme.

È necessario ricordare quanto è accaduto da quel giorno, nella realizzazione di questo Piano dichiarato alla luce del sole, a livello dell'intera regione, oltre a quanto già realizzato, ed ancora in corso in Palestina, dalla decisione di spartizione del 1947?

Per quanto riguarda questo Evento religioso, meglio conosciuto con il nome di ʺSoufaniehʺ, è avvenuto negli ultimi giorni di novembre 1982, pochi mesi dopo l'articolo della rivista ʺKévonimʺ.

È per caso?

Pongo questa domanda ʺspontaneaʺ, con la certezza di chi sa che i molteplici aspetti di questo insolito Evento religioso, confermano uno straordinario intervento divino, con dimensioni religiose globali, che ha finito per imporre la sua presenza in quasi tutte le chiese del mondo, soprattutto in Vaticano. Tutti gli scienziati, medici e teologi, che arrivarono pieni di dubbi e alcuni di confutazioni, finirono per adottarlo, insegnandolo anche nelle università, in Germania, in Francia e negli Stati Uniti, difendendolo nei loro scritti, riconoscendone l'autenticità, l'importanza e la delicata puntualità.

Coloro che hanno seguito questo Evento hanno avuto, partendo dall'unità dei molteplici aspetti di questo Evento, l'assoluta convinzione, durante i tanti anni che hanno preceduto la guerra e durante questa guerra, nonostante il suo orrore e la sua durata, che in Siria non eravamo soli ad affrontare quasi il mondo intero, in tutto ciò che aveva di malizia demoniaca, di intelligenza progettuale, di scienza omicida, di armi mostruose, di denaro corruttore e di esseri umani che ci erano stati inviati a centinaia di migliaia, da diverse regioni e carceri di tutto il mondo dopo essere stati proditoriamente privati di ciò che fa un uomo: la ragione!

Sì, lo dico senza ombra di dubbio: in Siria avevamo la prova assoluta che non eravamo soli. Dio era con noi, quando i capi dell'Occidente e tutti i loro servi ribadivano, ebbri di certezza, che la caduta della Siria era imminente, da un giorno all'altro.

Quanto a noi, figli di Soufanieh - tale è il nome del modesto quartiere dove si sono verificati questi fatti straordinari - la nostra certezza della Presenza di Dio in mezzo a noi, poggiava sulla successione di questi fatti stessi, e più particolarmente sui messaggi celesti, che la Vergine ha trasmesso per la prima volta dalla notte del 18/12/1982, e che Cristo ci ha consegnato, dal pomeriggio di giovedì 31/5/1984.

Rimanendo nei limiti del mio argomento, lascio da parte la posizione delle persone a Damasco e altrove, di fronte a questo Evento. Mi attengo ad alcuni dei suoi messaggi, che hanno radicato in noi la certezza della presenza del Cielo con tutti i suoi figli di Siria. Ma trovo utile segnalare una cosa importante, particolare di questo Evento. Con questo intendo il fatto che la Beata Vergine e Cristo, durante questo Evento, hanno usato la lingua araba. E questa è la prima volta nella storia.

Quanto a questi messaggi, mi limito a quelli più importanti che toccano il nostro argomento.

La notte del 18/12/1982, la Beata Vergine iniziò così il suo primo messaggio:

" Figli miei, ricordatevi di Dio, perché Dio è con noi ... "

La mattina di venerdì 11/4/1983 la Beata Vergine disse anche, ma in Arabo dialettale:

“… Il mio cuore era consumato per il mio Figlio Unigenito. Non si esaurirà su tutti i miei figli. ... "

Devo ammettere che in questo giorno abbiamo capito, soffocati dall'angoscia, che qualcosa di terribile si stava preparando contro la Siria e che ciò avrebbe ucciso, come è stato ucciso suo Figlio, un gran numero tra di noi, ma non tutti! Ed ecco, nel suo messaggio abbagliante, Ella proclamava l'uguaglianza tra suo figlio Gesù e coloro che considerava suoi figli, in Siria, quelli che la considerano come loro Madre.

Quel giorno abbiamo avuto la certezza che stavamo camminando verso una prova molto grande, ma che l'avremmo vinta, grazie a Dio, nonostante essa ci sarebbe costata un dolore lancinante, e ad un prezzo altissimo.

Va sottolineato che la Beata Vergine è già apparsa in molti luoghi del mondo, e che ha consegnato lì, nella lingua locale, messaggi importanti, ma che hanno sempre chiamato gli uomini a tornare a Dio, ad amare gli altri, oltre che alla preghiera. Ma non notiamo in nessuna delle sue numerose apparizioni, riconosciute dalle Chiese, sia cattoliche che ortodosse, che abbia pronunciato qualcosa che si avvicina a ciò che ha consegnato in quel breve messaggio a Damasco.

Passammo cinque mesi in preghiera. All'improvviso avvenne la prima manifestazione di Cristo, durante la quale Egli disse in arabo letterario:

Io sono l'Inizio e la Fine.
Sono la Verità, la Libertà e la Pace.
La mia Pace vi do. ... "

Un messaggio del genere ha bisogno di una spiegazione?

Poi i messaggi di Cristo si sono susseguiti, densi e forti, fino al Sabato Santo, 10/4/2004, dove ci ha detto, davanti a un imponente gruppo di medici, teologi e giornalisti, convenuti da tutto il mondo:

"Il mio ultimo Comandamento per voi:
Tornate tutti a casa vostra,
ma portate l'Oriente nei vostri cuori.
Da qui è scaturita di nuovo una luce,
di cui voi siete l'irraggiamento,
per un mondo sedotto dalla materia, dalla sensualità e dalla celebrità, al punto che ha quasi perso i suoi valori.
Quanto a voi,
salvaguardate la vostra orientalità.
Non permettete che la vostra volontà, la vostra libertà e la vostra fede siano alienate, in questo Oriente. "

Sette anni dopo, scoppiò questa orribile guerra.

Tuttavia, dichiaro davanti a Dio e al mondo intero, senza alcuna esitazione ma con l'umiltà del credente:

Eravamo tutti, figli di Soufanieh, perfettamente in pace, di fronte agli orrori che si stavano commettendo, anche se schiacciati dalle sofferenze e dal dolore.

Fu allora, il Giovedì Santo della Settimana Santa, il 17/4/2014, che era il giorno della Festa Nazionale in Siria, che Cristo ci ha consegnato questo messaggio inaspettato:

"Le ferite che hanno sanguinato su questa terra,
sono proprio le stesse che sono nel mio corpo.
Perché la causa e l'autore sono gli stessi.
Ma state certi che il loro destino somiglia a quello di Giuda stesso."

Per duemila anni Cristo non aveva mai usato un linguaggio come questo, né vicino né lontano.

In questo giorno, la nostra serenità raggiunse dentro di noi i limiti dell'impossibile.

Perché colui che parla al mondo in generale, e ai Siriani in particolare, è Cristo Gesù, Figlio della Siria. E Cristo intende esattamente sempre quello che dice. Le Sue parole ci hanno ricordato ciò che disse ai suoi discepoli poche ore prima della sua crocifissione:

Abbiate fiducia: Io ho vinto il mondo! "

Anche qui chiedo: queste parole hanno bisogno di una spiegazione?

Queste parole di Cristo, non significano forse che il mondo è in cammino verso una nuova fase, come quella che ha accompagnato la Sua crocifissione, la Sua morte e che ha seguito la Sua risurrezione?

Non è questo il significato delle Sue ultime parole:

"Ma state certi che il loro destino somiglia a quello di Giuda"?

Sì, fatemi finire.

Dalla Siria, io annuncio ai governanti del mondo che il loro destino è in via di sparire, proprio come il destino di Giuda.

Non ci sono, in quanto sta accadendo a livello mondiale, a causa del Coronavirus, i segni premonitori dell'ascesa di un nuovo mondo?

Ecco questo Occidente, armato di armi finanche nello spazio, annegato nei mari rossi della moneta delle armi, posseduto dalla follia di un'egemonia totale sul mondo, che crolla davanti alla sua scandalosa incapacità medica, in alcuni dei suoi Paesi più influenti, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, ad affrontare un virus che sta decimando i suoi figli a migliaia. Dall'altra parte, i paesi "maledetti", come Cina, Russia e Cuba, stanno affrontando questo virus, sconfiggendolo e correndo in aiuto di questi stessi occidentali dominatori.

Sì, sorgerà inevitabilmente un nuovo ordine mondiale, come risultato dell'epidemia di Coronavirus in espansione, e cambierà totalmente il corso di tutta l'umanità, per porre fine a una precedente ingiustizia e risparmiarsi la catastrofe atomica in divenire.

Certamente non c'è altra scelta per l'umanità oggi, se non la ʺResurrezioneʺ di un ordine mondiale nuovo, che ha avuto inizio con la crocifissione della Siria, e che nulla può fermare la luce della Sua Resurrezione su tutta la Terra.

Padre Elias Zahlaoui

Damasco, 25/03/2020

giovedì 9 agosto 2018

La devozione sincera e visibile dei Siriani alla Vergine Maria


 di Nadine Zelhof - Aleteia- maggio 2018
Traduzione: Gb.P.
Maggio non è un mese come gli altri nelle chiese Orientali. La devozione a Maria è più visibile del solito sia nella preghiera che nella vita quotidiana. In Siria, tutte le sere di maggio, alle ore 17,45, si sentono le campane delle chiese cattoliche di Damasco, Aleppo, Homs e in molte altre città, chiamare alla preghiera mariana. Nelle chiese, gli altari sono adornati con tovaglie bianche e blu e con fiori naturali rinnovati ogni giorno. Le icone di Maria sono rivestite di blu. La fragranza di molte varietà di fiori si diffonde nei santuari decorati con mazzi di gelsomino, rosa damascena e persino gladioli. Si tratta di abbellire la casa e offrire ciò che è più bello alla Vergine Maria. Nelle parrocchie, la preghiera mariana inizia con la meditazione del Rosario. Segue l'acclamazione della Vergine Maria con molte canzoni che le sono dedicate. Qui, Maria è il modello della fede e i fedeli accorrono numerosi a mettersi nelle sue dolci mani. Padre Raafat, pastore della Chiesa di Nostra Signora di Damasco, lo conferma: "La Vergine è la madre di Dio. Lei è per noi uomini più che un'amica, una che ci comprende e comprende la nostra situazione umana, i nostri mali e i nostri problemi. Le nostre lotte tra il bene e il male. Lei è la luce nell'oscurità di questo mondo. In Lei, Dio ha scelto di mettere in moto un nuovo mondo, siamo tutti suoi figli. Così Lei veglia su di noi, come fa ogni madre ".
Padre George, della Chiesa di San Cirillo, aggiunge: "In tutte le preghiere e le messe, la Vergine Maria ha un posto speciale, specialmente nel rito bizantino, adottato dalle chiese cattoliche orientali. Ella trasmette immediatamente le nostre preghiere a Cristo. E sant' Efrem lo espresse bene nell'anno 373, quando disse: "Il giorno in cui Maria accettò la volontà di Dio, Ella divenne il Cielo che porta Dio. In lei si sono compiute tutte le parole dei profeti e dei giusti. Lei è la vite che ha portato il grappolo. ". A maggio, in Siria, l'afflusso nei santuari mariani è considerevole. Molti siti di pellegrinaggio attestano l'antica devozione alla Vergine del popolo siriano.
 Molte cattedrali e chiese sono intitolate alla Vergine Madre di Dio, come la Madonna di Soufanieh a Damasco o di Sednaya, santuario nella regione di Damasco...   Camminando nella città vecchia di Damasco, il passante troverà molte piccole cappellette dedicate a Maria nei vicoli o all'ingresso delle case.
 "La nostra arma per l'unione delle famiglie"
A riprova dell'importanza della Vergine Maria per i cristiani orientali, è frequente vedere un rosario attaccato allo specchietto retrovisore delle macchine o all'ingresso di un appartamento. Molte madri orientali, credenti, recitano il rosario in gruppi. Pregando il Rosario, con la sua semplicità e profondità, i cristiani di Damasco non intendono altro che contemplare con Maria il volto di Cristo. Padre Raafat lo dice ogni giorno nei suoi sermoni: "Chi meglio di Maria può trasmettere le nostre preghiere a Dio?”. Certamente, il rosario è una preghiera ripetitiva. Ma è anche molto popolare.
L'immagine può contenere: 15 persone, persone che sorridono, persone in piedi e spazio al chiuso
 Come padre Amer, parroco della Chiesa siro cattolica di Fatima, sottolinea: "Tutte le azioni ripetute diventano tradizionali. In tutte le liturgie, anche per la Messa, bisogna fare attenzione a non cadere nella routine, e questo è il compito del parroco, dei fedeli, dei parrocchiani, della loro spiritualità, del coro, e di tutto il fervore che si crea durante la preghiera". Nella preghiera del rosario c'è una resistenza e una perseveranza che danno tutta la forza ai fedeli. "Il rosario è un'arma potente per ottenere la pace, è menzionato in tutti i messaggi di Nostra Signora di Fatima", insiste padre Amer, "quindi tanto più in Siria dove i cristiani hanno sofferto per il terrorismo islamico radicale da più di sette anni. È la nostra arma per l'unione delle famiglie, di ogni famiglia siriana che rifiuta lo sradicamento, che vuole rimanere in questo paese, culla di civiltà e luogo di nascita del cristianesimo. È il nostro combustibile spirituale per poter trasformare la nostra anima e il nostro corpo, per cambiare il corso della vita degli uomini, la vita di ogni famiglia che vuol mettere Dio al centro della sua casa".
 Maria ci protegge
In Siria si incontrano molte Myriam, Mariam, Maria, Madonna, Marie, Mariana, Marla e molti altri, tanti nomi con una sola origine: il nome di Maria, madre e santa. Ella rappresenta tutta la maternità, l'amore e l'affetto di cui gli uomini hanno tanto bisogno. Piena di purezza, diventa madre generando alla fede i figli di Dio. È situata in una dimensione che va anche oltre la santità poiché Ella è la più vicina a Dio. Lei veglia sui suoi figli. Li protegge, e dove la Vergine è di casa il diavolo non entra. Ed è in questo spirito che sempre più donne, di qualsiasi età, scelgono di indossare il vestito di Maria nel mese di maggio. Appena la persona interessata lo decide, prenota il suo abito presso la parrocchia alla quale appartiene e l'affitta per un periodo determinato, oppure lo fa confezionare da un sarto. È un abito color celeste, chiaro come il blu del cielo, questo cielo puro e santo lontano dalle tentazioni del mondo terrestre, con una corda bianca in vita, che simboleggia le colombe della pace. Prima di essere indossato, l'abito deve ricevere la benedizione del sacerdote. Marine, 2 mesi, è come un angelo in questo minuscolo vestito, confezionato della sua taglia. Lo indossa affinchè le grazie di Maria la riparino e la proteggano da ogni male. Proprio come Julie, ragazzina di 6 anni. Durante la gravidanza, le rispettive madri videro la Vergine in sogno e le promisero che da allora avrebbero fatto loro indossare il vestito ogni maggio fino a raggiungere la maggiore età. Maria divenne la loro patrona, la loro protettrice.  Per quanto riguarda Nisrine, una signora di cinquant'anni, ha promesso di indossare questo abito per cinque anni per proteggere se stessa e i propri figli, proteggere il suo paese: "La Vergine Maria è la madre di tutti noi, è un onore indossare questo vestito azzurro per essere a sua immagine. È un voto che ho fatto da quando ho recuperato da una lunga malattia. Ella intercede per noi e, come dice la tradizione, il Figlio non rifiuta nulla a sua madre. E contrariamente a quello che si potrebbe pensare, con questo vestito non ho alcun problema. Lo indosso quando esco, quando vado a fare shopping, quando vado a lavorare: io vivo la mia vita normalmente e in più recito il rosario. E nonostante tutti questi anni di guerra, cosiddetta confessionale, ho percepito molta simpatia e comprensione da parte dei miei colleghi di lavoro, sia musulmani che cristiani. Io vengo dalla regione di Hassakeh del nord della Siria, e lì c'erano anche musulmane che hanno fatto questo voto e indossavano "l'abito di Mariam", come lo chiamano loro. Perché bisogna sapere che Maria occupa un posto di rilievo nell'Islam, un'intera sura è dedicata a lei (la Surat di Maryam), perché Maria è il modello perfetto del credente con una serena accettazione del decreto divino, una delle principali virtù di un buon musulmano".
Due passi più in là, all'uscita della chiesa, compaiono due ragazze di 13 anni, Maya e Farah, con lo stesso vestito per aver compiuto il loro voto. Per una era il successo del suo esame di ammissione al collegio, e per l'altra, di aver guarito sua nonna paterna. "Abbiamo visto la nostra amica che indossava il vestito azzurro l'anno scorso e abbiamo parlato molto con lei; lei ci ha spiegato quanto le fosse piaciuta questa esperienza, quindi abbiamo voluto fare lo stesso anche noi quest'anno. In effetti, proviamo un sentimento molto speciale, una soddisfazione difficile da descrivere, una sorta di serenità, una pace interiore e molto meno stress e paura, specialmente con tutte le sofferenze e le lacerazioni che il Paese sta vivendo. Abbiamo intenzione di rifarlo negli anni a venire. I giovani della nostra età adorano imitare il loro idolo, i vestiti, la pettinatura, i tatuaggi; e noi abbiamo scelto il nostro "idolo", abbiamo voluto assomigliare a nostra madre, alla Vergine Maria ". Per tutte queste diverse "marie", la Vergine è il loro riferimento, il loro modello. Per Maha, una madre di 45 anni che ha perso il figlio al fronte, Maria è la madre, sottomessa e paziente: "Ha un posto intermediario tra il Cielo e la terra. Lei ci capisce perché ha dato la vita, lei è di carne. Ha vissuto il parto e la sofferenza, come noi umani. Tutti conoscono la relazione tra madri e figli nelle famiglie orientali. Molto di più quando la loro madre è la Vergine Maria. Quindi se dimentichiamo di pregarla, perdiamo la nostra identità di figli. Inoltre, Ella ha sofferto, come madre, ha accettato di perdere Cristo, suo figlio, accettando la volontà di Dio. Indossare questo vestito mi dà forza e serenità. Mi sento molto più vicina a mio figlio, là dove Gesù e Maria vegliano su di lui. "
Più di sette anni di guerra. Una guerra sanguinosa e assassina, con bombe che non hanno risparmiato il quartiere cristiano di città come Damasco, Aleppo, Homs e tante altre. E, nonostante tutto ciò, l'affluenza dei fedeli alle varie cerimonie religiose è cresciuta costantemente. Molti erano convinti che Dio non li avrebbe abbandonati. Ha solo testato la loro capacità di sopportare la sofferenza. Ha messo alla prova la loro fede.
https://fr.aleteia.org/2018/05/23/la-devotion-sincere-et-visible-des-syriens-a-la-vierge-marie/

domenica 15 luglio 2018

La Vergine di Soufanieh per l'unità dei Cristiani dell'Oriente e dell'Occidente.

Mentre il sangue scorre in Siria da oltre sette anni, l'olio della Vergine Maria di Soufanieh ha continuato a scorrere, da oltre 35 anni a Damasco, la capitale siriana.


di Nadine Zelhof - Aleteia
traduzione: Gb.P.
È una storia relativamente sconosciuta in Occidente. Nel novembre 1982, in un quartiere modesto del nord di Damasco vicino a "La porta di Tommaso" un olio profumato è colato da una piccola icona della Vergine Maria che porta in braccio il bambino Gesù, una riproduzione della Vergine di Kazan. Questo olio è apparso per la prima volta sulle mani della giovane sposa della famiglia, Myrna Nazzour, il 22 novembre di quell'anno. "Non aver paura figlia mia, io sono con te. Apri le porte e non privare nessuno della mia vista!" È in questi termini che la Vergine Maria apparve per la prima volta a Myrna. Con le lacrime agli occhi e molto commossa, la ragazza ha testimoniato: "Sorpresa, paura, gioia o emozione, io non posso descrivere i miei sentimenti, tanto ero confusa, ma la domanda che si ripropone sempre nella mia testa è: perché proprio a me? ".
Soufanieh, è questo olio puro che trasuda dall'immagine della Vergine, ma anche dalle mani, dagli occhi e dalla fronte di Myrna. La ragazza ha avuto anche delle stigmate sulle mani, sui piedi e sulla fronte durante tutta la Settimana Santa, quando la celebrazione della Pasqua delle due comunità cristiane, ortodossa e cattolica, era unificata. Questo è accaduto ben cinque volte: 1984, 1987, 1990, 2001 e 2004.
Soufanieh, sono anche quei messaggi consegnati da Gesù Cristo e dalla Vergine Maria per la prima volta in lingua araba. Messaggi dello stesso spirito del Vangelo e della Santa Chiesa, dei quali Myrna ha confessato di non capire nulla al momento, ma che sono diventati più chiari in seguito, alla luce dei tragici eventi bellici.
Dal dicembre 1982, questi messaggi ricordano la necessità dell'unità delle Chiese. Nel suo ultimo messaggio, la Madonna ha detto a Myrna Nazzour: "Non temere figlia mia, se ti dico che questa è l'ultima volta che mi vedi, fino a che la Pasqua sia unificata . (...) Per quanto riguarda l'olio, continuerà a manifestarsi sulle tue mani per la glorificazione di mio figlio Gesù ".
Nel 2004, ha avuto poi un'apparizione di Gesù Cristo che le diceva: "Questo è il mio ultimo comando, che ognuno ritorni alla propria casa, ma che porti l'Oriente nel suo cuore. Da qui è brillata di nuovo una luce di cui voi siete l'irradiazione per un mondo sedotto dal materialismo, dalla sensualità e dalla celebrità. (..) Quanto a voi, preservate la vostra autenticità orientale, non permettete che siate alienati della vostra volontà, della vostra libertà e della vostra fede in questo Oriente ".
L'anno 2014, dieci anni dopo, mentre i cristiani d'Oriente si ritrovano sprofondati nella disperazione in una Siria completamente distrutta, accade un altro miracolo. Gesù manda un messaggio: "Le ferite che hanno sanguinato su questa terra sono le stesse che sono presenti nel mio corpo. Perché l'autore e la causa sono gli stessi.". Nel 2017, l'anno scorso, le tre Pasque coincidevano: la Pasqua dei cattolici, quella degli ortodossi e quella degli ebrei. Il Sabato Santo l'icona trasudava olio dopo sedici anni di interruzione!
Testimonianze: passato e presente
Non si può parlare di Soufanieh senza menzionare Padre Elias Zahlaoui, fondatore del Coro della Gioia, la corale della Chiesa di Nostra Signora di Damasco e il primo testimone dei miracoli di Soufanieh. Accompagna Myrna ovunque nei suoi spostamenti, nei suoi interventi e nei suoi viaggi, di cui è il principale organizzatore.
"Ho scritto un primo libro su Soufanieh nel 1990 per comunicare agli altri ciò che mi è stato dato di vedere, ascoltare e di vivere. Poi l'ho ristampato e aggiornato nell'ottobre 2008, e l'ultima edizione è della fine del 2013. È mio dovere rendere noti i suoi fatti, i suoi messaggi, la sua spiritualità, il suo movimento di preghiera e i suoi appelli. Ho visto l'olio trasudare più volte dalle mani di Myrna, e specialmente la volta in cui lei ha spalmato con questo strano olio sua madre e sua cognata sofferenti e costrette a letto, e come esse si sono subito ristabilite. E tante altre volte quando io sono accompagnato da semplici civili, cardinali o sacerdoti, come il prete Pierre Boz dell'Arcivescovado di Parigi, e si compiono miracoli ".
Dal novembre 1982, Padre Zahlaoui è diventato un fedele testimone della quotidianità di Soufanieh. Questa casa modesta, trasformata da un giorno all'altro in un luogo di pace e conforto, nella "Casa della Vergine". Inizialmente, le preghiere si svolgevano giorno e notte spontaneamente, affidate all'improvvisazione delle persone. Quindi Padre Zahlaoui ne prese la guida per far uso delle preghiere liturgiche bizantine come pure delle preghiere e dei canti maroniti e latini.
Nel 1992, durante la celebrazione della Messa a Soufanieh del Nunzio Apostolico, l'olio è stillato dalle mani di Myrna durante la comunione. Alla fine della messa, quando il Nunzio annunciò il suo desiderio di vedere un centro ecumenico di Nostra Signora di Soufanieh costruito a Roma, l'olio ricoprì di nuovo le mani di Myrna. Nell'ottobre 1999, quando fu inaugurato il centro, l'olio colò nuovamente dalle sue mani.
Una sola voce con più espressioni
"Già venticinque anni son trascorsi, ma la voce del Signore e della sua Santa Madre continuano a mormorare in noi e rafforzarci. Una singola voce dai molteplici accenti. Una sola voce con più espressioni. Soufanieh è Soufanieh per l'oggi e per domani e realizza ciò che lì abbiamo ascoltato: l'unità della Chiesa ", ha dichiarato il Patriarca melchita greco-cattolico Joseph Absi, all'epoca vicario patriarcale, durante la sua omelia per la messa che celebrava i 25 anni di Soufanieh.
"L'evento Soufanieh si erge in Oriente come un potente faro destinato a rettificare il cammino di un'umanità che è diventata per i suoi progressi scientifici così arrogante che sembra aver perso il suo giusto orientamento", ha detto Zakka Iwaz, il Patriarca siriaco ortodosso di Antiochia. È in questo paese arabo che Gesù e la Vergine Maria hanno scelto per la prima volta di mandarci messaggi universali, spirituali, cristiani e umani in lingua araba, affinché i cristiani approfondiscano la loro fede in questo Oriente arabo e musulmano ".
Il cuore di Soufanieh senza confini
Grazie a Soufanieh, delle petizioni sono state lanciate in tutto il mondo per l'unità dei Cristiani e della festa di Pasqua. Televisioni straniere si sono mosse e continuano ad affluire qui, anche in questi difficili tempi di guerra. Da quando Roma ha riconosciuto questo fenomeno e ha inaugurato il centro "Notre-Dame de Soufanieh" in Vaticano nel 1999, vi sono presenti gruppi provenienti da Russia, Grecia, Germania, Belgio, Canada e paesi scandinavi. In Francia, il professore di teologia Patrick Sbalchiero si era molto interessato a questi eventi, e ha organizzato molti viaggi sul posto considerandoli come veri pellegrinaggi.
"In particolare nella festa di Pasqua del 2004 posta sotto il segno dell'unità dei cristiani. Appena arrivato, ho notato un'immensa fatica sul viso di Myrna, benchè fosse felice di vedere la folla che affluiva per pregare e testimoniare degli eventi futuri. C'era anche un'equipe medica di Oslo venuta per fare un'analisi approfondita su Myrna. Esami del sangue, esami cardiaci, test cutanei, un doppler a risonanza magnetica per comprendere la formazione delle ferite della Passione. Così come altri fedeli da Los Angeles, dalla Francia o dal Libano ", testimonia.
Una preghiera insegnata da Maria a Soufanieh: nel corso della quarta apparizione del 8 gennaio 1983, Myrna vede la Madonna piangere e riceve queste parole "« Je vous demande un mot que vous graverez dans votre mémoire, que vous répéterez toujours : “Dieu me sauve, Jésus m’éclaire, le Saint-Esprit est ma vie, c’est pourquoi je ne crains rien”. »

Soufanieh è oggi un evento che riveste un significato molto speciale in questo Oriente a maggioranza musulmana e in questa Siria a fuoco e sangue dal marzo 2011. Come Myrna ripete instancabilmente: "Il Signore ha fatto irruzione nella mia vita, io non ho paura e sono fiduciosa. Egli mi ha chiesto di pregare affinchè la Sua volontà si realizzi perché una nuova luce brillerà dall'Oriente e noi dobbiamo essere testimoni di questa luce ".
Riferimenti :
bibliografia: E. Zahlaoui, Soufanieh. Chronique des apparitions et manifestations de Jésus et de Marie à Damas (1982-1990), Paris, 1991 ; id.Souvenez-vous de Dieu. Messages de Jésus et de Marie à Soufanieh, Paris, 1991 ; id., « Soufanieh », DMEC, 2002, 738-741 

martedì 4 aprile 2017

Incontri nella Siria dei 6 anni di guerra: (5) San Paolo, il dramma e la promessa


Il mio viaggio si conclude a Tabbalè, al Memoriale della conversione di san Paolo.
Qui, tra una frotta di bambini giocosi, raccolgo l'appello accorato di padre Raimondo, vicario del vescovo latino di Siria a Damasco.

  “Da due mesi abbiamo iniziato un progetto umanitario, che riguarda bambini cristiani e musulmani che sono cresciuti durante la guerra della quale stiamo entrando nel settimo anno.
Il progetto prevede un percorso di assistenza psichica, studiare lo stato psicologico e la condizione mentale del bambino, condotto da nostri ragazzi che sono stati preparati per questo programma. Abbiamo 80 bambini, di cui 22 di famiglie musulmane e abbiamo scoperto che questi bambini ne hanno più bisogno dei bambini cristiani, perché si trovano in un ambiente famigliare dove si ascoltano ripetutamente voci come “ammazzare, jihad, guerra” e hanno perso molti parenti. È un ambiente malato, un bambino di sei anni che quindi è cresciuto sempre lì, potete immaginare come ragioni; abbiamo bambini chiusi, bambini che hanno bisogno di mangiare, bambini senza autostima, pieni di preoccupazioni e di paura.
Con questa iniziativa tentiamo di creare un'apertura: presso di noi giocano e i nostri responsabili cercano di parlare ad ognuno e vedere i problemi di ciascuno, perché non è un progetto di gruppo ma mira a un rapporto personale con i bambini che hanno più bisogno di affetto, assistenza e talvolta anche di un medico.
Ci sembra importante permettere a bambini cristiani e musulmani di vivere insieme in un ambiente protetto: solo questo potrà far tornare come prima la situazione, perché quando un bambino musulmano gioca con uno cristiano lo veda come un amico.
La zona in cui stiamo noi, Tabbale', è una zona molto povera, anche di forte immigrazione da altre zone della Siria, alcuni vengono da Jaramana o Duelah altre due zone povere.
 Gli educatori sono ragazzi cristiani assunti stabilmente, e anche questo è un modo di sostenerli pagando loro un mensile. Le attività si svolgono due volte alla settimana: il venerdì e il sabato dalle nove fino alle due, e fanno una piccola merenda. È importantissimo che i bambini facciano l'esperienza di giocare insieme, gioire insieme e anche soffrire insieme, perché la sofferenza non è per i cristiani o per i musulmani, tutti hanno sofferto: la bomba quando cade, cade su tutti, musulmani e cristiani.
 Questo convento francescano del memoriale di San Paolo, fu voluto dal beato Paolo VI nel 1964 quando incontrò il patriarca Atenagora in Gerusalemme. L'obiettivo di questo convento, come è scritto nella convenzione tra la Santa sede e la Custodia di terra Santa, è di essere un luogo di incontro ecumenico, un centro di studi su San Paolo e anche per ricevere i gruppi che venivano a visitare i luoghi santi in Siria: prima della guerra avevamo sempre molti stranieri, Italiani, Tedeschi, Americani che venivano come turisti; adesso invece riceviamo i Cristiani siriani fuggiti da zone come Hassake, Qamishli, Aleppo. Molti sono di passaggio per andare in Libano aspettando il visto per partire. Riceviamo anche dei malati di cancro: in questo momento abbiamo cinque casi che provengono da Aleppo e non avrebbero un luogo dove stare nel tempo delle cure.
La guerra quindi, ci ha trasformati da luogo di passaggio per pellegrini a un luogo di accoglienza per malati, bisognosi e rifugiati, offrendo loro un'ospitalità fraterna.

Penso che le parole di San Paolo oggi siano attualissime: “Perché mi perseguiti? Perchè ammazzare cristiani?”. I cristiani in Siria sono persone pacifiche, gente che ama il Paese, che qui si sente nella sua casa originaria, ma certamente oggi non si sente tranquilla.
 Abbiamo tanto bisogno di una stabilità, politica ed economica, abbiamo bisogno di lavoro e che le famiglie possano tornare a vivere insieme.
Ogni mese facciamo un incontro tra 20 famiglie; abbiamo notato il loro bisogno di incontrarsi per avere forza, che traggono in larga misura dalla parola di Dio.
 Devo dire che sono davvero stanchi; cercano una via di uscita da questa situazione, sognano di andare via, in Europa, ma noi insistiamo perché restino qui, perché veramente c'è bisogno di ognuno: abbiamo perso tanti dottori, tanti ingegneri, tante persone specializzate, professionisti... La nostra vita pastorale è in crisi perché constatiamo la mancanza di giovani; sentiamo fortemente anche il dispiacere delle ragazze cristiane che non trovano un fidanzato: la proporzione è di 10 ragazze ogni 3 ragazzi. Anche questo fa parte della mancanza di prospettive, insieme al fatto che appena finiscono l'università i ragazzi partono per l'estero. La paura del servizio militare e soprattutto della morte li spinge a fuggire. Quindi assistiamo alla crisi della famiglia, oltre a quella del lavoro: "che futuro avranno qui i nostri bambini?" si domandano.
La Chiesa certo cerca di aiutare dando soldi e aiuti ma non può dare la stabilità, la sicurezza: queste possono venire solo dallo Stato.
  Cosa possiamo fare noi cristiani d'Italia?
Prima di tutto potete, dovete, parlare: anzitutto fare azioni per fermare la guerra, e poi aiutarci nell'educazione. Nelle scuole del nostro paese occorre una riforma del piano educativo e dei contenuti dell'educazione, quindi occorre trovare il modo di aiutare la formazione di una nuova mentalità.
 Vi siamo grati se ci aiutate materialmente, ma ancora di più se incoraggiate i nostri giovani a ritornare nel loro Paese.. dite loro: “ritornate in Siria, nella vostra patria, noi saremo con voi, vi aiutiamo ma restate nella vostra casa, tra la vostra gente; vai a casa tua, nella tua cultura, nel tuo ambiente”. Se voi trattenete i cristiani lì, noi perdiamo cristiani in Oriente, ma se non ci sono più cristiani in Oriente questo colpisce e danneggia l'Occidente. Se noi perdiamo l'Oriente come luce della fede cosa ci resta? Perché perdendo i cristiani dell'Oriente perdiamo i luoghi, le chiese, la cultura, la civiltà cristiana e quella capacità di essere un ponte di pace, di rappresentare una presenza capace di rasserenare e mediare, anche tra i musulmani stessi!
 È importante per l'Occidente non perdere casa nell'Oriente: che rapporto ci può essere per l'Occidente con l'Oriente se non tramite i Cristiani? Se non avete i Cristiani, cos'avete voi qui in Oriente? Avete i soldi, il petrolio, ma non avete il cuore.
E poi non è razionale: voi prendete una famiglia in Italia, pagate 2000 euro al mese per mantenerla, ma molto meglio se voi gli dite: “andate a casa vostra e noi vi diamo la stessa cifra, ma restate a casa vostra in Siria e lavorate e noi saremo contenti.”
 La Chiesa cattolica vive con due polmoni, se ne perde uno non è Chiesa completa, è malata, Questo vale per tutta la Terra Santa. Gli italiani hanno un cuore molto buono, molto umano verso la Terra Santa: anche durante la guerra tanti italiani hanno aiutato, hanno sostenuto la Chiesa siriana, però adesso quello che vi chiedo è di aiutarci a restare in Siria!
Parlate, scrivete la verità: l'Europa deve essere contro la guerra, perché questa guerra è contro l'uomo, contro l'umanità e la civiltà.”


 Il buon padre Raimondo ha ragione: veramente, la Siria sta diventando come una vedova senza figli.
Realmente la gente è al limite del perdere la speranza, per tante ragioni: dalla mancanza di lavoro al caro vita, dall'insicurezza presente e la pesante oppressione delle mafie (incentivate dalle sanzioni) allo stillicidio quotidiano di attentati che fa presumere un infinito instabile futuro, al servizio militare che per taluni è un incubo che si protrae da 6 anni … L'aumento del caro-vita è legato anche alla svalutazione della lira che è giunta da 50 a 500 lire per un dollaro, a sua volta legata ai vincoli bancari e all'embargo. Il nostro amico Joni, di cui sosteniamo il progetto "Fabbrica di cioccolato" ,  mi ha appena raccontato la grande difficoltà a reperire le materie prime per portare avanti un'attività artigianale di auto sussistenza!
 Mi dicono alcuni cristiani che a Qamishli è in atto una emorragia terribile, in alcune zone come nella regione del Jazeere forse non ci sono neanche più cristiani perché i curdi stanno facendo una pulizia etnica.
Del resto, alcuni paesi europei come il Belgio operano la politica di far riunire le famiglie anziché metterle in condizione di rientrare in patria. La gente guarda quindi speranzosa verso il Belgio, la Germania, il Canada, l'Australia, cioè quei paesi che favoriscono il ricongiungimento familiare. Alcuni paesi danno lo status di rifugiato a condizione di restare almeno cinque anni: questo significa che i figli lì crescono, si radicano, magari trovano un lavoro e quindi difficilmente torneranno.
 Sono allibita quando mi raccontano che in Aleppo, dove nel sollievo generale è finito l' incubo dei bombardamenti continui da parte dei ribelli, ci sono state ben 11.226 vittime civili nei quartieri ovest che erano nelle mani del governo: di queste nessuno ha mai raccontato niente. E, finite queste ostilità, si sono scoperti 20.000 bambini con parenti ignoti e ciò, oltre al dramma per i bambini, è anche un problema giuridico perché non essendo registrati non risultano neppure nelle liste come cittadini del governo. E' uno dei frutti terribili del jihad del sesso e anche della mancanza di uomini, lontani per la guerra, per cui le madri adesso non riconoscono il figlio davanti alla legge. Questo è stato appurato in Aleppo, quindi figuriamoci quanti ce ne sono raminghi in giro per la Siria! Ed emerge drammatico anche un altro problema, quello degli anziani che rimangono da soli, con tutti i problemi di un anziano in una situazione come questa.
  I Cristiani comunque hanno le idee chiare su come guardare oggi 'la rivoluzione': riconoscono che su molti punti vi era uno scontento, che il governo non si può definire veramente democratico, ma si chiedono: "forse al Nusra è democratico? Quella che l'Occidente sostiene come 'opposizione democratica' ha a cuore la libertà e il bene delle singole persone? E forse che ISIS porta i diritti umani? L'Occidente insiste sulle minoranze: ma i gruppi jihadisti che l'Occidente foraggia hanno rispetto per le minoranze? Se crolla il governo, dove si va a finire?”. 
 “Si erano iniziati dei passi ma proprio l'apertura del paese non piaceva ai fratelli musulmani e a tutti coloro che hanno una visione cieca coranica. Occorre certamente un'apertura di libertà, ma il modo di appoggiare il cambiamento non poteva essere quello delle armi e della distruzione del paese, nessun cambiamento può essere fatto non riconoscendo un governo e l'integrità della nazione. Questa guerra ci è stata imposta da altri, noi siamo solo terreno di gioco di altri interessi, e di coloro che l'hanno alimentata scatenando il fuoco religioso settario”.  Molti sono convinti che Israele è il maggior responsabile del mantenimento dell'instabilità della Siria. Tutti chiedono di lasciare che la Siria da sola possa prendere le sue decisioni, senza interferire accampando false difese di diritti umani e di processi democratici. Anche tra quelli più critici verso l'attuale governo si guarda alle proposte di nuova costituzione con la speranza di veder affermarsi una Siria moderna, una Siria laica e pluralista, dove tutte le minoranze, tutti i cittadini abbiano gli stessi diritti e gli stessi doveri. Questa sarebbe veramente il realizzarsi di tante aspirazioni e anche il conforto chè tutti i sacrifici che sono stati sopportati infine non saranno andati perduti.

Avevo tanto desiderato pregare davanti all'icona miracolosa di Soufanieh e conoscere Myrna, la veggente; il carissimo abuna dottor Abboud mi accompagna e mi aiuta con l'arabo a porle la domanda che mi ha condotto in questo viaggio: “per quale Mistero proprio alla diletta Siria è toccata tutta questa immane sofferenza?”. Myrna mi risponde che un messaggio della Madonna annunciava: “I giorni duri arriveranno, ci saranno divisioni anche dentro le Chiese”.... “La Madonna sapeva quello che sarebbe accaduto alla Siria e voleva prepararci per avere una fede salda. Anche i responsabili religiosi della Chiesa hanno occhi ma non vedono, hanno orecchi a non sentono. La Madonna ci ha chiesto tanto di essere uniti, ma noi con tutta la crisi che viviamo siamo ancora divisi, non riusciamo ad essere uno accanto all'altro”.  Anche lei mi racconta episodi di conversione e di meravigliosa testimonianza di siriani espatriati nel mondo, diventati fari di luce in angoli della nostra buia Europa.

Prima di partire, riesco a passare qualche momento di preghiera nella Casa di Anania tra pietre testimoni della certezza di Saulo, qui toccato dall'incontro personale con Cristo che non abbandonerà mai la Sua Sposa.

Passando sotto il muro della Grande Moschea degli Omayyadi mi vien fatto notare un frammento di quel tesoro enorme che è la Siria cristiana: un bassorilievo incastonato con l'immagine di Cristo e la scritta in greco “Il tuo regno o Cristo è un regno eterno. E il tuo dominio durerà da generazione a generazione”.

Hayatik yubarek alrrab , Rabna Yahmikum ya A3izai.
    Fiorenza