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lunedì 2 marzo 2020

Tutti parlano di 'crisi umanitaria', ma non di chi la provoca


Lettera da Mar Yakub di P. Daniel 
 venerdì 28 febbraio 2020

Cari amici,
   tutta la stampa occidentale è improvvisamente molto preoccupata per la crisi umanitaria della popolazione nel Nord Siria e soprattutto per l'orrore causato dall'esercito siriano e russo. Organizzazioni internazionali richiedono un immediato cessate-il-fuoco. Anche il mio paese, il Belgio, per un mese presidente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sembra non avere la minima idea né un interesse per la causa di tale miseria.

La Russia, fortunatamente, ricorda alle “Eccellenze” la semplice verità : la Siria ha tutto il diritto e il dovere di combattere i terroristi sul suo territorio (e se fra i terroristi ci sono anche soldati turchi, quello è colpa loro). Delle centinaia di migliaia di terroristi che per 9 anni hanno massacrato e martirizzato il popolo siriano e che hanno saccheggiato tutti i beni e distrutto il paese, sembra che i nostri media non sono al corrente. Questi giornalisti non si ricordano neanche la situazione della Siria prima che l'Occidente la invadesse con i suoi "aiuto umanitario, libertà e democrazia”. L’analfabetismo, che mezzo secolo fa era ancora molto alto, è rapidamente calato con la venuta del ‘riformista’ Bachar al-Assad, con la prospettiva della totale scomparsa entro il 2015. I diritti delle donne possono reggere il paragone coi paesi occidentali in modo più che sufficiente. Il paese produceva quello che era necessario, con un surplus di 20% per gli alimenti. La Siria era anche in grado di esportare energia elettrica al Libano, mentre oggi la Siria si trova per 2/3 del tempo senza energia elettrica.

Il paese non aveva nessun debito, e l'economia era ben equilibrata e differenziata ( l'agricoltura, l'industria, le miniere, il commercio delle piccole e medie imprese e il turismo). Il bilancio dello Stato si basava sul reddito delle imposte e del petrolio. Le riserve della banca centrale erano pari a 36 miliardi di dollari e nel 2012 erano già discese a 2 miliardi. L'industria farmaceutica siriana forniva del 90% dei bisogni interni e esportava in 54 paesi. 

Le università e gli ospedali statali erano e sono ancora oggi gratis. Questa settimana è venuto a vivere con noi per qualche giorno uno studente da Damasco: il prossimo anno completerà i suoi studi di medicina generale e tutto è stato gratis. Ieri il nostro esuberante bambino Yacub (che vive nel monastero sotto la cura delle Monache) ha rotto il braccio. Lo hanno curato molto bene nell’ospedale statale a Deir Atieh e gli hanno messo un gesso, tutto gratuitamente. E questo mentre i prezzi di quasi tutto sono andati alle stelle a causa delle sanzioni e della guerra, che l'Occidente continua ad incoraggiare. 

Se gli Stati Uniti, Israele, Turchia, gli Stati del Golfo e la NATO - con i loro servizi segreti e cacciatori di teste - smettono il loro lavoro satanico e vanno via della Siria e riconoscono la sua sovranità e integrità territoriale, invece di comportarsi come stati canaglia che agiscono contro ogni dritto internazionale e contro la Carta delle Nazioni Unite, allora i siriani molto rapidamente potranno di nuovo vivere in pace, prosperità e armonia, come abbiamo sperimentato quasi un decennio fa. Sono infatti proprio loro che hanno decisamente pianificato ed attuato il disastro umanitario senza precedenti per il popolo siriano, solo perché il popolo siriano non voleva sottomettersi al dominio anglosassone.

Speriamo e preghiamo che il linguaggio minaccioso di guerra della Turchia rimanga un bluff e che la NATO non colga l’occasione per aggiungere ancora più miseria alla Siria e al mondo intero.


Padre Daniel
 Trad. A. Wilking





La Turchia sta mandando i combattenti mercenari della Siria in Europa

1 marzo 2020
di Sonja van den Ende,
giornalista indipendente.
I cosiddetti rifugiati al confine turco-greco, per la maggior parte sono afgani, iracheni, combattenti ceceni, combattenti uiguri e forse una esigua minoranza è siriana. Da dove vengono? Da tutta la provincia siriana di Idlib, dalla Turchia e dai campi profughi all'interno della Turchia, che sono un luogo sicuro per i jihadisti di tutto il mondo. Inoltre, ci sono i restanti terroristi che sono sopravvissuti e fuggiti con le loro famiglie dall'Esercito siriano dopo essere stati cacciati dalla Siria e dalla Russia.
Il presidente Erdogan lo sta facendo di nuovo, giocando una doppia partita sia con la Russia che con l'UE-USA. Questa volta si tratta di quelli che chiama rifugiati. Ma sono davvero rifugiati siriani? No, certo che no, dopo aver indagato su vari video su canali diversi, dai media russi a quelli occidentali, è molto chiaro che sono un mucchio di "tutto", la maggioranza al confine erano dei giovani mascherati. Nelle prime 24 ore della cosiddetta crisi delle frontiere, secondo il governo greco, a 4000 persone è stato impedito di attraversare il territorio greco. Le riprese della scena mostrano grandi folle di uomini mascherati che camminano e corrono vicino alla barriera cantando "Turchia, Turchia, Takbir e Allah Akbar ", di solito il jihadista dice queste parole, specialmente Takbir. Si possono anche vedere nuvole di gas lacrimogeni, i Greci stanno facendo il possibile per fermare un altro flusso di cosiddetti migranti che entrano nel loro paese.
Un video mostra chiaramente cosa sta succedendo a Evros , il confine tra Turchia e Grecia, durante le prime ore di apertura del confine dalla parte turca. Gruppi costituiti da dozzine o centinaia di immigranti disperati, principalmente dall'Asia centrale, guidati in modo accurato e metodico dai media turchi e dai sindaci delle città turche, cercando di "rompere" il confine ed entrare nel territorio greco, cantando " Allah Akhbar e Takbir ". Combattevano contro i soldati greci dietro il confine e con la polizia greca o tentavano di attaccare i veicoli dell'esercito greco.
Una dichiarazione del ministero degli Esteri greco:
NON CONSENTIAMO DI PARLARE IN TURCO CON PASSAPORTI TURCHI PER ENTRARE IN GRECIA. Per favore, non siamo razzisti. Abbiamo molti musulmani all'interno della Grecia, ma osserviamo questa guerra da quasi un decennio. I takfiris di Idlib sono estremamente pericolosi. Le isole greche sono a un punto di rottura, in particolare Lesbo e Samo . Abbiamo evitato oltre 4.000 tentativi di attraversare illegalmente i nostri confini nelle ultime 24 ore. I rinforzi sono stati inviati alle frontiere terrestri e marittime.

Uiguri e ceceni Takfiri
L'esercito siriano è nelle ultime fasi della liberazione della provincia di Idlib in Siria. Idlib è l'ultimo "bastione" di combattenti jihadisti di tutto il mondo, tra cui europei, afgani, iracheni, marocchini, algerini, tunisini, ma soprattutto i combattenti ceceni e uiguri della provincia cinese dello Xinjiang , che sono una minoranza di lingua turca in Cina e Turchia e in grandi gruppi sono andati in Siria, principalmente a Idlib per condurre la Jihad. La Turchia è stata una destinazione di scelta per i cosiddetti rifugiati uiguri in fuga dalla Cina dagli anni '50 ed è ora sede di una considerevole popolazione della diaspora uigura (le stime indicano che il numero è compreso tra 15.000 e 50.000). Molti di loro si sono uniti anche alla Jihad e sono supportati dal regime turco, tanto che si può ben definire un vero esercito! Il gruppo "fresco" dalla Cina sono i combattenti più feroci, sanno che la Cina darà loro la pena di morte se vi tornassero. C'è per loro la possibilità di migrare verso l'Europa, perché la Turchia sta aprendo il confine con la Grecia.
L'immagine può contenere: 4 persone
Combattenti ceceni o del Caucaso
Ceceni, Daghestani e altri combattenti stranieri provenienti dalla Russia settentrionale del Caucaso (dalla Georgia e dalla Cecenia) hanno formato alcuni dei più formidabili gruppi terroristici nel conflitto siriano. Questo è uno dei motivi per cui la Russia è andata ad aiutare la Siria nella lotta ai terroristi, che provengono da ex repubbliche russe. Il leader più famoso e brutale fu Abu Omar al-Shishani, poi ucciso in Siria. Inoltre, la connessione recente con la brutale uccisione in Germania, che è stata nascosta sotto il tappeto dai Tedeschi che hanno incolpato la Russia per aver ucciso questi terroristi sul suolo tedesco, è stata il risultato del conflitto siriano. Il 19 settembre 2019, vari mass-media occidentali hanno pubblicato un'indagine sulle circostanze dell'omicidio di Khangoshvili. Khangoshvili, di etnia cecena in possesso di un passaporto georgiano, che era un veterano della seconda guerra cecena e molto probabilmente ha combattuto in Siria sotto Abu Omar al-Shishani, è stato assassinato il 23 agosto 2019, nel centro di Berlino. Il numero di questi combattenti temibili è sconosciuto, le stime sono comprese tra 1.000 e 5.000 mila. Con la guerra persa, i sopravvissuti cercheranno di emigrare in Europa e stanno aspettando al confine greco.
Conclusione
Se l'UE e la NATO non cambieranno la loro politica nei confronti della Turchia e del suo pericoloso Presidente, una nuova crisi migratoria è imminente. Ma questa volta non arrivano i siriani, ma i mercenari turchi che hanno combattuto una feroce guerra in Siria e ucciso molti soldati siriani e cittadini siriani. Inoltre, se l'UE non cambia le sue politiche nei confronti dei migranti e soprattutto verso la Siria, la Turchia e la Russia, l'Europa sarà, ancora una volta, un porto per tutti i tipi di terroristi, affrontando attacchi terroristici ovunque e il continente perduto potrebbe persino vedere una guerra sul suo stesso suolo. Le condizioni sono lì: una popolazione totalmente ignara che è occupata da questioni relative alla LGTB, alla plastica e al clima, troppo cieca per vedere arrivare il pericolo e, d'altra parte, gli estremisti di destra, specialmente in Germania. Una scintilla e avremo un'esplosione totale.

  Trad. Gb.P.

https://oneworld.press/?module=articles&action=view&id=1342

mercoledì 17 luglio 2019

Padre Daniel: dalla Siria, una riflessione sulla 'buona morte'


Qara, giugno 2019

Piacere di vacanza
La nostra giornata di solito termina con una o un' ora e mezza di ricreazione in comune, che finisce con una breve preghiera nella cripta o nella cappella del nuovo edificio per ringraziare Dio per questo giorno, per chiedere perdono per ciò che era sbagliato e per chiedere la benedizione. In estate è meraviglioso sedersi all'aperto. I nostri due posti preferiti sono in cima alle scale del nuovo edificio e sul dondolo all'ingresso. 

Qualche sera lasciamo la parola ai  nostri ospiti. La giovane giornalista svedese qui ospite di passaggio ritiene che il suo paese sia tra i paesi più decadenti (in termini di lobby omosessuale, aborto, suicidio, eutanasia, ideologia del gender, ecc.). Anche le comunità cristiane (principalmente luterane) sono purtroppo completamente "socialmente corrette", a parte alcuni nuclei etichettati come "conservatori". A Malmö, la terza città più grande del paese, vivrebbe solo il 10% di nativi svedesi. Si parlano 140 lingue diverse! Già da ragazza era interessata alla Siria, la culla della fede cristiana. All'età di 15 anni sentì il bisogno di resistere alla degenerazione morale e alle menzogne ​​dei media e iniziò il suo proprio giornale. La "stampa alternativa" è finanziata in Svezia, anche se scrive cose che non sono generalmente accettate. Ha perseverato nonostante le ripetute minacce e ora nota che la stampa regolare ha sempre meno credibilità e che la stampa alternativa sta ottenendo sempre più attenzione. Possiamo solo incoraggiare il suo coraggio giovanile e il suo entusiasmo. 
Una coppia di giornalisti olandesi mi ha riferito che si è tenuto un dibattito in Olanda sul finanziamento dato ad alcuni gruppi ribelli in Siria. Mentre tutto questo è vagamente sorvolato dai media, questa coppia ha cercato i nomi di quei gruppi con i loro leader accompagnati di una serie di foto delle atrocità che hanno commesso e hanno mandato questa informazione ad alcuni politici.

Domenica pomeriggio siamo andati ai piedi dei monti Antilibano per fare una passeggiata e finalmente sederci attorno al fuoco improvvisato per fare un tè, raccontare e cantare. Ogni lunedì alcuni giovani di SOS Chrétiens d'Orient vengono ad aiutarci. Il gruppo sta diventando sempre più internazionale: un ragazzo e una ragazza francesi, un italiano e un siriano. Questa volta c'era "il loro cappellano". È un giovane sacerdote, P. Augustin-Marie Aubry, della Fraternità Saint-Vincent-Ferrier, fondata 40 anni fa da P. Louis-Marie de Blignières nello spirito del sacerdote spagnolo Vincent Ferrier (+ 1419), fervente predicatore, e di San Domenico (+ 1221). È una nuova comunità con il fuoco dei primi domenicani. Padre Aubry ci ha anche parlato dell'ultimo pellegrinaggio da Parigi a Chartres e degli incontri e delle conversioni meravigliose che accadono in quei tre giorni. Finalmente, molte comunità religiose europee dovranno anche scegliere tra l'organizzazione di un funerale senza problemi o una dolorosa rinascita radicale piena di speranza.

  Il generale francese Dominique Delaware dimostra quanto la politica occidentale (Stati Uniti, Regno Unito, Francia + Israele, Arabia Saudita) sia dominata da una forte lobby pro Israele. La politica degli altri è una contro-reazione (Russia, Iran, Turchia + Siria, Iraq, Hezbollah, Yemen, con l'approvazione della Cina). Il generale crede che il tempo giochi a favore del secondo gruppo e conclude: "migrazioni forzate/dislocazioni di popoli senza precedenti nella storia scuoteranno il nostro pianeta e destabilizzeranno intere regioni. Anche in questo caso, l'UE, indebolita dalla crisi e dalla sua divisione, sarà nella linea di fuoco. Non c'è alcun motivo di rallegrarsi per questa prospettiva, ma cambieranno totalmente il volto della geopolitica globale. Dobbiamo prepararci” ( https://www.mondialisation.ca/pour-mieux-comprendre-les-politiques-de-defense-et-la-diplomatie-au-proche-et-moyen-orient/5634780 ).

Raccolto estivo.
Le ultime ciliegie sono state raccolte e anche l'aglio. La raccolta delle albicocche è iniziata. Per ora, vengono raccolte solo le albicocche cadute. Anche i gelsi sono maturi. Devi indossare vestiti di plastica perché durante il raccolto queste bacche danno molto succo rosso e ti sporca dappertutto. Nel frattempo è iniziata anche la raccolta delle erbe, dell'eccellente melissa.

  Qui ci sono anche costantemente persone in cerca di quiete. Una vedova con due bambini, che è rimasta con noi a lungo durante il suo periodo di difficoltà e ora vuole prendersi qualche giorno di riposo per i bambini. Anche una vedova con tre bambini piccoli di Ma'aloula che ha perso tutto a causa dei terroristi. E le ragazze vogliono includere quei bambini nel loro gioco o nel loro lavoro.

La terza via per una "buona morte"
Fino al recente passato, la medicina moderna era in grado di allungare la vita di un malato incurabile quasi indefinitamente attraverso operazioni, interventi e trattamenti costantemente nuovi. Questo viene chiamato "accanimento terapeutico" o l'uso di risorse che impongono un enorme peso sulla persona morente e proporzionalmente non producono un risultato benefico. Si estende solo la vita del morente. Questo è ora giustamente generalmente respinto.
 Nel frattempo ora si fa strada la possibilità legale dell'eutanasia. È iniziato con l' Oregon Death with Dignity Act negli Stati Uniti nel 1997. I Paesi Bassi hanno seguito nel 2001 e il Belgio nel 2002: sotto certe condizioni è legalmente permesso aiutare qualcuno che vuole morire con il suo suicidio. Dovrebbe essere ampiamente controllato se le condizioni rigorose sono rispettate e, in particolare, come non vengono osservate nella pratica. Inoltre, verificare in quale misura il controllo funziona in modo efficiente e, in particolare, quando non funziona. 
Tuttavia, in questo scritto vogliamo concentrare la nostra attenzione su una domanda più essenziale: la nostra civiltà, con le sue vaste possibilità mediche, non è capace di offrire niente di meglio ai morenti e agli ammalati incurabili che queste due soluzioni disumane? Ci manca veramente la creatività e il coraggio per dare una guida di qualità reale alle persone che sono arrivate al momento importante in cui chiudono per sempre le loro vite terrene?

 Questo mese di giugno è stata pubblicata una raccolta di testimonianze preziose e professionali che l'editore, il professor Timothy Devos (ematologia KUL, Università Cattolica di Leuven) mi ha inviato personalmente e che ho ricevuto prima di tornare dal Belgio in Siria: Timothy DEVOS e altri, Eutanasie, l ' envers du décor. Reflexions et expériences de soignants, Prefaces de Jacques Ricot e Herman De Dijn, Edizioni Mols, 2019 (con un piccolo lessico alla fine che spiega il significato dei diversi termini). È un libro profetico, scritto da persone che dedicano le loro vite al servizio dei morenti. Sono persone che non fuggono quando sta morendo il loro paziente. Hanno il coraggio e la creatività di accompagnare il morente alla fine del viaggio terreno. Mettono anche in evidenza ciò che è rimasto troppo nascosto fino ad oggi, cioè i numerosi inaccettabili "effetti collaterali" dell'attuale eutanasia.
 La pratica dell'eutanasia assomiglia a un flusso che va sempre più oltre le sue sponde. Questa pratica viene offerta troppo precocemente, anche quando è illegale (pagina 31 del libro sopra menzionato). I suoi difensori invocano volentieri il diritto assoluto all’ autodeterminazione del paziente. Tuttavia, questo è un mito che non ha alcun supporto nella realtà. Chiunque lo domandi, deve chiedersi per un momento quale partecipazione abbia avuto nelle questioni più importanti della sua vita: tempo, luogo e circostanze della sua stessa origine. Se siamo fisicamente forti o deboli, intellettualmente dotati o meno, esperto musicale, tecnico, pratico o meno, ricchi o poveri ... non avevamo nessuna voce in capitolo, nemmeno nel fatto della nostra esistenza. Chi prende questo seriamente in considerazione e poi richiede un diritto assoluto di autodeterminazione, non può che diventare o completamente confuso o accettare con gratitudine la sua vita come un dono, un mistero affidatogli da altrove. 
 E la fede cristiana ci illumina in modo preziosissimo. Siamo tutti creati come una persona unica, a immagine e somiglianza di Dio, che è l'Amore. Per questo, abbiamo tutti la stessa dignità umana che nulla o nessuno può toglierci. C'è limitazione, male e peccato nella vita di tutti. Troviamo la nostra redenzione e il nostro compimento in Gesù Cristo attraverso la partecipazione alla sofferenza e morendo come Lui e così trasformati poter partecipare alla vita eterna e alla felicità di Dio stesso. Non possiamo mai perdere l'immagine di Dio, invece abbiamo perso la somiglianza di Dio attraverso il peccato. Attraverso la nostra trasformazione della sofferenza e morte con Cristo, riconquistiamo la somiglianza di Cristo, chi è l'icona del Padre. In questo modo possiamo finalmente partecipare all'infinita felicità di Dio, per la quale siamo creati e per la quale tutti abbiamo un desiderio nel profondo del nostro essere. Dopotutto, come esseri umani siamo un flusso insaziabile di desideri (mai pienamente soddisfatti sulla terra). Vivere, soffrire e morire sono un grande mistero per noi, ma non sono irrazionali.
 Nei primi anni dopo la legalizzazione, "i suicidi assistiti" in Oregon si sono eseguiti sostanzialmente per questi tre motivi: voler prendere da se stesso il controllo delle circostanze della propria morte, considerarsi pronti a morire, e considerare la propria vita senza senso (pp. 114-115). Questo dimostra la difficoltà di vedere la propria vita come un dono di 'più alto'. Queste persone pensano che dovrebbero e possono prendere tutto nelle loro mani, il che è un'illusione. Così la vecchiaia, le imperfezioni, la sofferenza e il morire saranno sempre meno accettati. E così la nostra società diventa sempre più accecata dal successo personale e esteriore e così un aspetto importante del nostro essere è respinto. La sofferenza, la croce e la morte fanno parte della nostra esistenza umana. Ogni sofferenza è “umana" e una vita senza sofferenza non può nemmeno essere chiamata umana. Quindi "la sofferenza disumana" in realtà non esiste. Ci sono atti inumani che fanno soffrire gli altri ingiustamente, ma anche questa sofferenza non è inumana.  Infine, la nascita e la morte appartengono alla vita come le due sponde dello stesso flusso. Dobbiamo, naturalmente, fare tutto il possibile per alleviare, togliere ed evitare la sofferenza. Chiunque creda che la sofferenza e la morte possano e debbano essere completamente rimossi dalla vita umana, commette un errore pericoloso. Dobbiamo fare tutto il possibile per alleviare o eliminare la sofferenza e circondare ciò che rimane con la più amorevole cura possibile. Attraverso la nostra sofferenza e la nostra morte insieme a Cristo, saremo trasformati nell' 'uomo nuovo' e nella Vita del Signore Risorto, come ci insegna la nostra fede cristiana.
 Con nostra lieta sorpresa, le idee di Viktor Frankl (+ 1997) ricevono ampia attenzione. È il fondatore della terza scuola viennese, la logoterapia, che non vuole perdersi in qualsiasi terapia, ma vuole offrire una terapia del senso della vita. Nel campo di concentramento arrivò alla convinzione che ogni vita ha un significato incondizionato. Ama il pensiero di Dostoevskij, cioè che bisogna essere degni della propria sofferenza. È anche un maestro del relativo e dell’umorismo. Secondo lui, la psicologia dell’ inconscio ha bisogno principalmente della coscienza . Per lui, la dignità dell'azione umana risiede nella responsabilità delle proprie azioni. Per questo Frankl propone che gli USA erigano sulla costa occidentale una statua della “responsabilità” di fronte alle statua della “libertà” della costa orientale.
 L'originalità del libro suddetto sta nelle scintillanti testimonianze di medici e badanti fedeli che si rendono conto che la questione dell'eutanasia dei loro pazienti nasconde molti altri bisogni che non possono essere ignorati. Non si tratta solo di sofferenza fisica, ma anche di sofferenza psicologica, spirituale e sociale. La questione dell'eutanasia è spesso un grido: fammi sentire che sono ancora prezioso. "Chi soffre vuole essere guidato, anche se vuole morire". Questi coscienziosi assistenti resistono all'eutanasia e si assumono tutta la loro responsabilità offrendo qualcosa di molto meglio: cure palliative. Vogliono investire in assistenza di qualità. Mettono in chiaro che rimarranno vicino al paziente fino alla fine, che la sua vita rimarrà preziosa, che possono alleviare un sacco di sofferenza e vogliono prendere al cuore di tutte le altre preoccupazioni. " Più naturale è la morte, più naturale sarà il processo di lutto ". Le cure palliative non sono affatto finalizzate ad accorciare o prolungare la vita, ma un modo di vivere con dignità e umanità fino alla fine. "Il medico c’è a volte per guarire, spesso per alleviare e sempre per confortare". Il suo compito è: dare speranza e proteggere la vita anche di coloro che chiedono l'eutanasia. Sono soprattutto i risultati di questa attitudine alla vita che sono così impressionanti. Un paziente chiede l'eutanasia, ma riceve invece cure palliative estese e vive per altri tre anni. Questo paziente dice di essere felice che non hanno risposto alla sua richiesta di eutanasia in quel momento. Una signora di 50 anni, prendendo 32 medicine al giorno e dopo 4 tentativi di suicidio, chiede l'eutanasia sostenuta dal marito. Dall'altra parte, riceve le necessarie cure palliative. Dopo iniziali forti proteste, accettano ciò che viene loro offerto. Alla fine, la donna muore pacificamente tra le braccia del marito. Una settimana dopo l'uomo viene a ringraziare il dottore con una scatola di cioccolatini e gli chiede se, quando arriverà il suo momento, può anche lui essere accompagnato in questo modo. Questo terzo percorso di cure palliative include anche la sedazione palliativa, che riduce la coscienza e allevia il dolore. Questa sedazione è regolata di volta in volta e di solito è di natura temporanea. Non è affatto mirata ad accorciare la vita. Sia le cure palliative che la sedazione palliativa sono incompatibili con l'eutanasia.
 I medici che praticano l'eutanasia sono spesso elogiati nell'opinione pubblica. Si può facilmente sostenere che mostrano pietà per il loro paziente, che rispettano la sua opinione, che sono tolleranti ... È proprio vero? Un medico che pratica l'eutanasia non è piuttosto un disertore che fugge dai suoi doveri come assistente medico e accompagnatore fino alla fine? O un tecnico che adempie la domanda pratica del suo cliente, o un ufficiale al servizio di una legge umanamente indegna? Non osa affrontare il mistero della vita, della sofferenza e della morte. Sfugge alla sua responsabilità personale come custode della vita. Inoltre, si tratta qui di una nuova forma di paternalismo nel campo della medicina... Questo paternalismo non è qualcosa che la gente vuole evitare nel nostro tempo? Si uccide il paziente perché non si può riconoscere la propria impotenza nei confronti del morente. Quando il medico accetta la domanda di eutanasia, non dice nei fatti al paziente: in effetti, tu non vali più nulla? Ci sono anche dottori che sono a favore dell'eutanasia, ma non vogliono eseguirla. Perché? 
 Ci sono anche altre domande significative. Perché in seguito all'eutanasia viene scritto nel dossier medico "morte naturale" e perché il nome del medico che esegue l'eutanasia può rimanere anonimo? Se eutanasia fosse un atto medico così buono, perché dovrebbe rimanere nascosto? Il legislatore, che ha reso l'uccisione "legale", dimostra dei dubbi o dei rimorsi da qualche parte? 
 E poi, le inaspettate testimonianze di medici che commettono l'eutanasia! Un medico ha familiarizzato con la pratica dell'eutanasia fin da giovane, ma ogni volta che ha praticato l'eutanasia è stata malata per tre giorni. Un altro medico che ha praticato l'eutanasia confessa con le lacrime agli occhi che a volte si sveglia la notte con il sudore e vede il volto di quelli che ha ucciso (pagina 193). E quanto macabra può essere l'atmosfera nell'eutanasia (pagina 195). C'è davvero un'enorme differenza tra uccidere qualcuno e lasciarlo morire. "Dopo l'eutanasia c'è un silenzio gelido nel dipartimento "(pagina 184).

"Qualunque cosa pensiamo, tutti portiamo in noi un seme di eternità"(pp. 171-172). Vorrei commentarlo.  Ho trascorso otto anni con persone morenti nel primo ospizio palliativo nelle Fiandre. Non ero un dipendente e neanche un volontario. Una volta sono stato chiamato da un moribondo perché mi trovavo nelle vicinanze. Allora ho dato la mia disponibilità che potevano chiamarmi ogni volta che avevano bisogno. È così che sono stato chiamato (in latino: ad-vocatus). Ogni volta gli infermieri descrivevano la situazione del moribondo per il quale era stato chiamato. Questo è stato di grande aiuto. Una volta sono stato chiamato con urgenza e quando sono arrivato non c'era un'infermiera nella zona. La donna delle pulizie mi ha indicato l'ultima persona arrivata che stava morendo, ma questa persona aveva esplicitamente detto che non voleva un prete nella sua stanza. Ovviamente nè io né la donna delle pulizie lo sapevamo. Ho notato sì una resistenza molto forte, ma ho parlato con lei con molta pazienza. Ero convinto che lei potesse avere grandi sbalzi d'umore e che tuttavia aveva chiesto l'unzione degli ammalati. Alla fine ho chiesto se era d’accordo che pregavo un po' e lei era d’accordo. Questo ha cambiato il suo atteggiamento e ho continuato fino a quando ho amministrato l'unzione degli ammalati. Ci siamo salutati in un'atmosfera molto serena. Nei giorni seguenti volevo sentire dalle infermiere come questa donna aveva risposto alla mia visita, ma tutti tenevano le labbra serrate. Senza incolparmi di nulla, tutti erano molto preoccupati perché la donna aveva esplicitamente detto che non voleva un prete. Solo dopo la sua morte qualcuno ha osato confidarmi che dopo la mia visita questa donna ha detto che io avrei potuto visitarla ancora ogni momento! Questa contraddizione nell'atteggiamento della gestione di questo ospizio è indicativa del nostro tempo liberale. Da un lato, vogliono fare di tutto per soddisfare i desideri dei morenti, ma un bisogno religioso si estingue con un pezzo di carta obsoleto. Infatti, il tempo sia della “ostinazione terapeutica” che della eutanasia è già passato. Entrambe sono soluzioni inadatte, obsolete e disumane per i morenti e gli incurabili. Il libro citato dimostra un percorso molto migliore con molti esempi pratici: cure palliative e sedazione palliativa. L'eutanasia è incompatibile con questo. L'eutanasia è una maledizione per l'umanità, per la civiltà, per le cure mediche e per il giuramento di Ippocrate (460-377). Questo vecchio dottore del V secolo a.C, senza i mezzi infiniti della medicina moderna, sapeva che la vita umana è sacra fin dal grembo materno e che la vita umana merita ogni cura fino alla sua morte naturale. I medici dei tempi antichi potevano, senza i mezzi della medicina attuale, assistere le persone alla fine della loro vita. È giunto il momento di collegare questa antica saggezza con le moderne cure mediche per offrire assistenza creativa e umana. Dall'eutanasia moderna come suicidio programmato con assistenza, dobbiamo urgentemente passare al significato originale della etimologia della parola “eutanasia” come "buona morte": cosi le persone saranno in grado di lasciare la vita che hanno ricevuto a suo tempo e nel modo naturale.
 
Padre Daniel
 traduzione : A. Wilking

martedì 24 aprile 2018

Padre Daniel: Nessuno parla più degli sfollati della Ghouta, ma il nostro monastero è tra loro!


Qara, 14 aprile 2018

Come promesso, ricevete ora un rapporto dal campo in cui 25.000 persone vivono, dopo essere state liberate dalla Ghouta orientale, ma non possono ancora ritornare alle loro case. È proprio per loro che voi avete contribuito così generosamente. Grazie grazie!. 

Come un campeggio sovraffollato
 
Come giovane prete ho avuto l’incarico di servire e celebrare l'Eucaristia durante il weekend in due diversi campeggi del comune di Mol (Belgio). Era la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70. Un bel lavoro di vacanza per un giovane sacerdote. 

Martedì scorso ho potuto accompagnare Zaki a Dwayr, a Nord di Damasco, dove la gente rifugiata dalla Ghouta orientale viene accudita dalla nostra comunità di Mar Yakub. Infatti noi ci siamo assunti la responsabilità di prenderci cura di 25.000 rifugiati. 

Ho avuto immediatamente l'impressione, come mezzo secolo fa, di girovagare nuovamente per la provincia dello Zilvermeer (Belgio) anche se le differenze sono enormi.

L'ingresso qui è controllato dai soldati. Per dir le cose in modo semplice, facevo parte della squadra di Mar Yakub e indossavo (per l'occasione) la giacca con il distintivo del monastero (una croce con quattro palline che simboleggiano le quattro direzioni del globo, cioè il mondo intero) e il segno dell'UNHCR, l'organizzazione dei rifugiati delle Nazioni Unite. Il sole splendeva fino al pomeriggio quando ha iniziato a piovere: la pioggia è sempre considerata come una benedizione eccezionale. Ovunque molte persone, molti giovani e molti bambini. Ci sono grandi edifici in pietra e all'esterno è possibile vedere la biancheria appesa a un filo tra due pile di cemento.

Tra gli ulivi si vedono caserme di legno con o senza telo. Tra gli alberi si vede il bucato appeso. Qua e là i bambini si siedono per strada con delle caramelle, sperando di poter vendere qualcosa. Davanti alle caserme ci sono anche delle tende, dove una famiglia sta intorno al fuoco cucinando. Ci sono anche grandi tende, dove dormono donne e bambini. Si vedono anche molti grandi serbatoi rossi che forniscono l’acqua necessaria.  Ho alzato il pollice al camion della spazzatura e ai tre uomini a bordo, che mi hanno sorriso e salutato con gratitudine. Un po’ dovunque si vedono uomini responsabili della pulizia della spazzatura dentro e fuori dagli edifici. Le donne puliscono i dormitori delle loro famiglie.

Prima siamo andati alla nostra piccola caserma "barakske" accanto alla nostra "clinica mobile" (con la croce della nostra comunità in collaborazione con la Mezzaluna Rossa) e siamo stati accolti molto calorosamente dalla "équipe di “Mar Yakub", che vediamo ogni settimana al nostro monastero. Inoltre, quasi tutta l’équipe (oltre 30 persone) è qui, con la conseguenza che i quattro centri di servizio a Qara funzionano temporaneamente al minimo. Questi ragazzi sono molto felici per la mia visita. Sono anche molto orgogliosi di poter aiutare qui. Più in là c'è il vero "hospitainer" di cui potete vedere qui l’interno. Dopo facciamo una passeggiata sul terreno. In generale c’è un'atmosfera rilassata.
Da lì siamo andati in cucina, che adesso fornisce ogni giorno cibo a circa 10.000 persone, ma questo servizio dovrà essere esteso ancora ad un numero maggiore. Qui c'è un’operosità piacevole e allegra. Ci sono grandi bollitori in cui il riso è mescolato con verdure per mezzo di una vera pala (molto pulita).  In altri bollitori si fa la zuppa. C’è un buon profumo in cucina. Altri stanno stanno cuocendo il pane su una piastra calda. Il pane viene tagliato a fette sottili e condito con formaggio, zatar e rimesso sulla piastra. Vogliono che io mangi e mi offrono una sedia. Ha davvero un buon sapore. Un giovane uomo, un cristiano, il cui matrimonio abbiamo consacrato e che ora è padre di un bel bambino, è con la nostra squadra e allo stesso tempo ci fa anche da fotografo. Anche se non mi piace il giornalismo selfie, il giovanotto fa tante (anche troppe) foto con me. Le sue foto sono anche migliori perché quella fatta in cucina non era così chiara, a motivo di tutto il vapore. Di solito le persone amano essere fotografate, anche se le donne musulmane sono sempre un po’ riluttanti.  
Alcune donne si prendono cura di mantenere puliti i diversi luoghi.

Quando siamo arrivati ​​in cucina, il camion che avevamo caricato la mattina presto prima di partire (con sedie a rotelle, attrezzature mediche e altri materiali), era appena arrivato. Questo camion infatti serve di solito anche per trasportare e distribuire il cibo alle famiglie che non possono ancora prendersi cura di se stesse. L'autista mi ha invitato ad accompagnarlo presso le persone a cui sa che deve essere consegnato. Alcuni uomini assicurano una distribuzione ordinata. Uomini e donne stanno aspettando in file separate con una loro pentola o un secchiello. Riso e yogurt (o qualcosa di proveniente dal nostro caseificio) vengono distribuiti. È sorprendente che ciò avvenga ordinatamente in tutta tranquillità, questo è in contrasto con ciò che hanno sperimentato i nostri fratelli alla prima distribuzione in Deir Ezzor, che era stata appena liberata il giorno precedente: la gente di Deir Ezzor era così affamata che la distribuzione diventò così caotica che alla fine l'esercito dovette intervenire. Qui a Dwayr la situazione è come l’avevo vissuta a Qousseir: ordinata e tranquilla.


Ritornando verso la cucina, un uomo della Equipe della Mezzaluna Rossa ci indicò una serie di caserme piene di ammalati. Ho chiesto di poterli visitare, se mi era concesso. Per discrezione non ho fatto alcuna foto. Tuttavia, sono stato più che benvenuto ovunque, anche se potevo solo pregare un Padre Nostro e un'Ave Maria in arabo, e anche imporre loro le mani e benedirli nel nome di Gesù. 
Nella prima baracca c’erano tutti bambini piccoli ammalati. Dopo aver preso in braccio un bambino e pregato sopra di lui, sono venute anche altre madri con i loro bambini. In una delle caserme, le infermiere stavano lavorando. Nell'ultima caserma giaceva una vecchia donna, che mi prese la mano e continuò a baciarmi. 
Signore Gesù, ti prego, benedici tutti questi malati. 

Abbiamo già speso 18.000 €. per materiale necessario di pubblica utilità (acqua, elettricità, ecc.) e di igiene (bagni, ecc). I soldi che arriveranno, saranno spesi adesso per la cucina, per espandere questo progetto e per mantenerlo, perché quest’attività purtroppo sarà ancora necessaria per molto tempo. 
L’ accoglienza calorosa infatti non era per me, ma per voi che avete aperto il vostro cuore e il vostro portafoglio in modo tanto generoso.
Che Dio vi benedica tutti generosamente, come voi siete stati generosi donatori!

     Padre Daniel 

PER CHI VOLESSE INVIARE CONTRIBUTI INDICHIAMO DI NUOVO LE COORDINATE BANCARIE : 
IBAN: BE32 0682 0832 4402/BIC: GKCC BEBB(da Belfius, Pachecoln 44, Bruxelles; con il nostro nome Herman Victor MAES
indirizzo: Abdijlaan 16 B-2400 MOL-POSTEL, con riferimento: Damasco).  
IMPORTANTE: sul bonifico, nella casella “comunicazione” non si può indicare 'Causale Siria' o il bonifico viene rifiutato dalle banche, a causa delle sanzioni. E’ meglio scrivere: “Monastero di San Giacomo”.

mercoledì 28 marzo 2018

Lettera di padre Daniel: chiediamo aiuto per assistere gli sventurati sfollati dalla Ghouta


 Qara,  23 marzo 2018



Cari e buoni amici,

la condizione delle decine di migliaia di persone che sono state liberate da parte dell’esercito da Ghouta Est è straziante, mentre gli attacchi dei terroristi continuano la comunità internazionale rimane in silenzio o continua a incolpare la Siria. Il giorno della "festa della mamma" c’è stato un attacco in un mercato a Damasco che ha causato più di 60 morti, che non è stato mostrato né dai "Caschi Bianchi" e neanche dall’ "Osservatorio" dei ribelli a Londra e cosi questo attentato rimane nascosto ai media.
Con la nostra Comunità, volontari e collaboratori, vogliamo occuparci dell’accoglienza d’emergenza di 25 000 persone che arrivano sfinite da Est Ghouta in Damasco, come descritto dettagliatamente nel nostro rapporto. Le numerose foto e video ci danno un quadro della tragica situazione .Ora abbiamo davvero bisogno di aiuto. Siamo stati aiutati molte volte ad alleviare la sofferenza. Ora possiamo solo gridare che abbiamo un urgentissimo bisogno di aiuto finanziario per acquedotti, servizi igienici mobili, prodotti igienici, punti di pronto soccorso e tante cose inaspettate ..... per una moltitudine di gente sofferente e priva di tutto. Grazie a
tutti coloro che vogliono aiutarci in questo momento. Che il Signore Gesù Cristo benedica e ricompensi tutti i benefattori:
IBAN: BE32 0682 0832 4402/BIC: GKCC BEBB (da Belfius, Pachecoln 44, Bruxelles; con il nostro nome: Herman Victor MAES
indirizzo: Abdijlaan 16 B-2400 MOL-POSTEL, con riferimento: Damasco).

Addendum non irrelevante: Sul bonifico, nella casella “comunicazione” non si può parlare delle condizioni della Siria altrimenti il bonifico viene rifiutato dalle banche. E’ meglio scrivere: “Monastero di San Giacomo”.

Commovente
Questa settimana molte decine di migliaia di persone sono state liberate da Ghouta orientale, un gruppo di circa 30 volontari della Mezzaluna rossa e della nostra comunità sono andati sabato a Damasco per aiutare. Domenica mattina uno di loro ci ha dato le sue prime impressioni, prima di ritornare a Damasco. È un libanese, registrato come collaboratore presso la
coalizione d’amore Preemptive ( lo potete trovare su internet). Questa organizzazione (che assiste fra altro anche la nostra mega cucina in Aleppo) si concentra - soprattutto in Iraq e in Siria – sul dare aiuto alle vittime di guerra per re-integrarle nella società civile e cosi ricostruire la loro vita. Il nostro amico ci ha anche mostrato le immagini dei flussi di persone. Alcuni di loro sono crollati dallo sfinimento. Acqua e cibo sono stati distribuiti. La gente raccontava in quali condizioni terribili dovevano sopravvivere. Molti terroristi cercano di fuggire insieme con i cittadini, ma sono spesso riconosciuti e arrestati. I più grandi capi ISIS sono stati misteriosamente portati in salvo con elicotteri statunitensi. E oltre alla minaccia di morte, tortura, sofferenza e esaurimento per la popolazione civile, c’è anche stato l'abuso sessuale. Praticamente tutte le giovani donne e ragazze sono incinte. È un deliberato crollo mentale della società da parte dei terroristi, con il sostegno delle potenze occidentali che sono venute per portare la cosiddetta “democrazia e libertà”.
Domenica, un punto luminoso: il presidente siriano è venuto a visitare i soldati e civili per congratularli e incoraggiarli. E' stato accolto con entusiasmo e calore.

Mercoledì sera siamo andati a congratularci con la moglie di Zaki seguendo la tradizionale "giornata della mamma", all'inizio della primavera. La famiglia Zaki abita nella nuova costruzione del nostro monastero Mar Yakub e appartiene alla nostra comunità. Il signor Zaki è il responsabile di tutti i collaboratori qui e della Mezzaluna rossa nella regione. Il signor Zaki e i collaboratori presenti ci hanno mostrato molte foto. Sono scoraggiati perché possono fare così poco per quella che viene definita una catastrofe umanitaria. Tra le decine di migliaia di persone ci sono molti gravemente feriti e hanno urgentemente bisogno di un intervento chirurgico, mentre finora è solo possibile essere vicini a loro. La gente è contenta di essere fuggita dall'inferno dei terroristi, ma sembra ora quasi un’ impresa impossibile dare un' accoglienza provvisoria per più di 80.000 persone indigenti. Dormono a terra in massa. Ma nel più grande bisogno, nasce sempre la grande generosità. Due bambini sono seduti a terra cercando l’uno per l’altro le briciole da un pacchetto vuoto di patatine. Un medico decide di lavorare gratuitamente una giornata ininterrottamente. I volontari che arrivano per dare aiuto da ogni villaggio...

Siamo tutti profondamente colpiti dall’attuale immenso bisogno di Damasco e preghiamo ancor più per queste persone che hanno grandi necessità e stiamo già lavorando per preparare gli aiuti umanitari disponibili in loco. Il modo di concretizzare l’aiuto è al momento non ancora del tutto definito. La nostra comunità si occuperà di 25.000 persone. Queste persone sono divise in 4 gruppi, alcuni sistemati in un edificio in cemento, altri hanno tende, altri caserme di legno e altri teli di plastica. Fortunatamente, il freddo dell’inverno è finito. Secondo il nostro responsabile, la massima preoccupazione è l’igiene. Per ogni 100 persone, una persona deve essere risponsabile per la pulizia ( tantissimi bidoni della spazzatura e servizi igienici mobili....). C'è urgentemente bisogno di acqua corrente.

Eccoci alla Settimana Santa, in tutta la storia dell’umanità nessuna notizia è importante quanto la morte di Gesù sulla Croce, seguita dalla sua Risurrezione. Quest’evento ha diviso la storia dell’uomo per sempre in due: un’era antica di sacrifici distruttivi e violenti e una nuova era dell’auto-sacrificio liberatore della riconciliazione e dell’amore. Con la morte sulla croce, Gesù ha attirato a sé tutte le vittime innocenti, dalla fondazione del mondo alla fine dei tempi. Sfortunatamente, siamo rimasti bloccati per gran parte nell’era antica.

Vi auguro una Settimana Santa e Benedetta e una Gioiosa Pasqua.
P. Daniel

lunedì 4 dicembre 2017

Padre Daniel: le menzogne crollano, la realtà rimane



Lettera di padre Daniel Maes
da Mar Yakub
novembre 2017

 Soffocare la verità con ridondanti bugie sembra oggi più che mai la linea-guida della stampa occidentale, riguardo alla Siria. Da diverse parti ho ricevuto articoli sull'Esercito Siriano che presumibilmente costringeva la popolazione a partire o morire, dopo averle affamate naturalmente. La Siria e l'Iraq hanno completamente pulito il loro Paese dai terroristi in pochi giorni, ma di questo non si trova alcuna notizia nella stampa occidentale. La nostra stampa infatti non ci parla neanche dell'eroismo dei soldati Siriani, o dei sacrifici del popolo Siriano, o dei grandi sforzi di fornire tutti i possibili aiuti umanitari ai bisognosi, o dell’inferno, dell'orrore, della distruzione da parte dei terroristi, o dei massacri effettuati dalla nostra Coalizione su civili innocenti, o sul modo in cui proprio gli USA portano in salvo i leader prominenti dell’IS, o sull'entusiasmo dei Siriani al momento della liberazione da parte dell'Esercito, o sulla ricostruzione a cui partecipa oggi tutto il Paese, o sui 440.000 Siriani che sono già ritornati dall'inizio dell'anno , e sui paesi che cercano di ristabilire relazioni con Damasco... No, questa verità deve rimanere nascosta e sepolta sotto le bugie perchè la nostra stampa non può perdere la faccia e deve continuare il suo “lavoro”. Una follia che continua a trascinarsi, sorretta da una folla di “drogati” che diminuisce ogni giorno.

 Qui alcune dichiarazioni toccanti che illustrano in modo preciso la realtà che noi sperimentiamo qui in prima persona:
 "La vera guerra contro il terrore è nascosta dalla stampa occidentale. Ciò non è sorprendente. Dopo tutto, la vera guerra contro il terrore è stata compiuta da Damasco, Russia, Hezbollah, i consiglieri militari di Iran, Baghdad, le milizie Shiite, cioè dai 4 + 1 e non da questi pupazzi-coalizione guidata dagli USA, tra cui la casa dei Wahabiti e gli Emirati Arabi Uniti. Si tratta di azioni che hanno schiacciato le storielle laconiche di Washington" (Pepe Escobar, 12 novembre 2017, https://www.mondialisation.ca/leiil-vaincu-en-syrie-et-en-irak-mais-les-medias-de-masse-lignore-totalement/5617947)

 Sì, la Siria è il vincitore. "La Siria ha ampiamente meritato di vincere questa battaglia! Che popolo ammirevole e che esercito eccezionale, nonostante tutte le bugie deformative. E si cederà alla tentazione di dire: se c’è uno statista che merita la sua presenza sulla terra è proprio il presidente Bachar-al-Assad, che ha sempre dato speranza al suo popolo ed è anche rimasto fedele ai suoi doveri e ha condotto il suo paese verso la vittoria. Secondo tutti gli auspici, la Siria ha vinto la guerra. Ora la Siria deve ancora vincere la pace. Questo paese coraggioso ha combattuto per noi. La Siria dispone di tutti i requisiti necessari per conquistare con successo la nuova sfida della pace in modo che questa guerra non sia stata invano. Che Dio ci aiuti! Sarà la ricompensa che - molto meglio che la vendetta – ripagherà tutti i sacrifici delle innumerevoli vittime, dei morti e dei vivi. "(Michel Raimbaud, 7 novembre 2017: https://www.mondialisation.ca/la-benediction-syrienne/5616995.).
 Vale veramente la pena di leggere questo articolo toccante. Michel Raimbaud fu ambasciatore di Francia in diversi paesi. Il suo ultimo libro: "Tempête sur le Grand Moyen-Orient", Edizioni Ellipses, Parigi 2017).

Cinismo occidentale per le catastrofi umanitarie
L’attuale disordine mondiale deve servire ad imporre un Nuovo Ordine Mondiale. E questo disordine è niente meno che un disastro umanitario per diversi popoli per tanti decenni. Tra poco IS sarà sradicata. Come ratti, i quadri superiori dei terroristi hanno lasciato la loro nave che affondava o sono stati portati in sicurezza dagli USA. I capi terroristi israeliani sono ritornati in Israele. I francesi di al-Nusra e successivamente Fath al Sham in Francia, gli inglesi in Inghilterra, i soldati americani appositamente addestrati verso le loro basi illegali, i consiglieri militari della NATO alle loro basi, i Wahabiti in Arabia Saudita, i Qatari al Qatar, e i curdi di Barzani, sottoposti al Mossad israeliano, non sanno dove andare dopo la loro delusione di una nuova patria.
 Il popolo siriano sanguina ma rimane in piedi in un paese che è stato devastato dalla coalizione occidentale criminale, che ha creato IS per i suoi propri interessi. E che cosa fa l’Occidente e l'UE? Stanno zitti o fanno grande chiasso perchè da qualche parte in una rivista russa hanno trovato un’immagine sbagliata. Cosa fanno USA e la Francia in questa situazione catastrofica? Ad alta voce i politici prominenti dichiarano che Bachar-al-Assad non era degno di vivere sulla terra. Nel frattempo il presidente Bachar-al-Assas è stimato e amato e sostenuto dal suo stesso popolo. Questi politici superano tutti i confini della decenza umana: prima hanno armato, pagato e sostenuto i terroristi. I combattenti siriani sono stati incoraggiati in modo implicito con l' informazione dei servizi segreti. Adesso questi politici provano a conquistare l’opinione pubblica dicendo apertamente che sarebbe meglio che i terroristi rimasti crepino in Siria. Nel frattempo restano migliaia di donne e bambini dei combattenti IS, abusati dagli USA.

 L’Occidente ha – come progettato – seminato il caos e ha – come sperato – raccolto catastrofe. I terroristi traditi, che non hanno più nulla da perdere, ora organizzeranno di propria iniziativa gli attacchi in Occidente. E' il boomerang del terrore che ritornerà verso le sue origini. E ancora una volta sarà la gente comune che pagherà il prezzo pesante e sarà la vittima, mentre i politici prominenti (cioè l’elite) che hanno seminato fuoco e sangue , pensano solo ai propri interessi.



Ideologia e realtà
 L'attuale evoluzione in Siria sta costringendo i politici e i giornalisti occidentali a riconoscere la realtà sempre di più, ma non sono ancora pronti a rinunciare alle loro false ideologie. È come se volessero fare un giro nel loro percorso, ma poi provare tutto per andare nella direzione sbagliata. Fortunatamente, le ideologie crollano, la realtà rimane. L'ideologia viene dall'idea greca (idea, rappresentazione) e logos (dottrina), la dottrina della performance. Puoi andare in molti modi con questo. Con ciò intendiamo un'esecuzione che non corrisponde alla realtà. Per giustificare una guerra contro la Siria, l'Occidente aveva bisogno di pretesti. Forti ideologie sono state per questo sviluppate e martellate nell'opinione pubblica. 
Ciò ha avuto successo per sedici anni, per essere in grado di fare la guerra (contro l'Afghanistan, l'Iraq, la Libia ...). Per la Siria la narrativa era di una dittatura terribile sotto un macabro dittatore. In effetti, la Siria non è uno Stato ideale con un governo ideale. C'era molta mancanza di comprensione sulle libertà politiche personali. Ora c'è un sistema multipartitico. C'è ingiustizia, corruzione a tutti i livelli, ma quale Paese europeo può dimostrare di esserlo molto meno? Ogni turista ha potuto sperimentare la società armoniosa prima della guerra, prosperità e sicurezza che non esiste in nessun altro paese occidentale.  Un oftalmologo amichevole a Londra che a causa della morte di suo fratello doveva diventare presidente, non era conosciuto da nessuno. All'inizio della guerra improvvisamente piccoli e grandi in Occidente pensavano tutti di sapere che cosa l'uomo stava facendo tutto il giorno: torturare persone fino alla morte, usare bombe e armi chimiche per uccidere la sua stessa gente. Ora sappiamo qual è l'obiettivo di una tale diabolizzazione. Saddam Hussein fu impiccato tra gli applausi e Khadafi fu massacrato come un animale. Non un giornalista del mainstream è andato alla ricerca della verità dietro questa immagine di questo presidente che, sebbene alawita, era sostenuto dalla grande maggioranza della popolazione e ora ottiene ancora più apprezzamento grazie ai suoi sforzi determinati.

 Un'altra ideologia riguarda la pacifica rivolta disarmata, che è stata brutalmente repressa dal "regime", da cui sarebbe scaturita una "guerra civile". Abbiamo visto qui come bande armate provenienti dall'esterno hanno devastato e sparato ai servizi di sicurezza, cosa che ha peggiorato la violenza. I siriani sono stati in grado di attestare la stessa cosa in tutto il paese.
Un'altra ideologia era il National Syrian Council   o Coalition . È stato riconosciuto in Occidente come un rispettabile governo legittimo invece del cosiddetto regime totalmente corrotto e inaccettabile. In una conferenza stampa a Bruxelles fui attaccato bruscamente da un gentiluomo in nero, perché presumibilmente insieme ai cristiani ho impedito la liberazione e la democrazia del popolo siriano sostenendo un macabro dittatore. Immediatamente una vecchia si alzò e disse: " Padre, questo ragazzo è il mio vicino di casa, lo conosco da quando non era in grado di camminare, non è stato in Siria da 30 anni e ora è pagato dal Qatar per perturbare il suo stesso paese.". Era un membro del Consiglio nazionale siriano. 

 Altre ideologie riguardavano le imprese della "liberazione" del cosiddetto Esercito Libero Siriano , che in realtà non era né libero né siriano né esercito. D'altra parte, si diffondevano le storie circa l'esercito siriano che bombarda gli ospedali, bombarda villaggi e affama la sua stessa gente ... La realtà si è rivelata un tentativo dell'Occidente di ripudiare i propri crimini.
  E poi quell'intera comicità isterica sugli attacchi chimici, con conseguenze purtroppo tragiche per la popolazione. Dalle infermiere ospedaliere abbiamo appreso sin dall'inizio che i terroristi stavano bombardando civili innocenti con gas velenoso. I siriani sapevano bene che il loro esercito non li usava. Tuttavia, il mulino continuò a funzionare. A Lattakia, un gran numero di bambini sono stati rapiti (all'inizio di agosto 2013) per diventare vittima di un massiccio attacco di gas velenoso a Ghouta il 23 agosto 2013, proprio nel momento più alto dell'esposizione mediatica. E non un giornalista del mainstream ha fatto una domanda critica.

 A proposito dell'attacco con gas velenoso del 4 aprile 2017, una commissione ha prodotto un rapporto, in Turchia! Nessuno di questi ricercatori è stato sul posto, ma senza alcuna prova dicono con certezza che la Siria è colpevole. Ogni proposta dalla Siria e dalla Russia per condurre un'indagine indipendente e venire sul posto è stata continuamente affossata. Non ci sono ancora prove dell'uso di armi chimiche da parte dell'esercito siriano. Inoltre, come l'esercito siriano sarebbe così stupido quando è dalla parte dei vincitori, da lanciare il mondo e i suoi alleati leali contro se stessi con l'uso di tali sostanze pericolose?
 In Turchia, un membro dell'opposizione ha dimostrato che il governo turco ha contribuito a garantire la fornitura di materiale chimico ai terroristi in Siria. L'uomo è stato condannato, non per aver mentito ma per alto tradimento!

 Quando sono state trovate nei covi dei terroristi fabbriche per la produzione di armi chimiche e gas, fornite dalle compagnie statali americane e britanniche (Federal Laboratories e Chemring Defense) , anche il più esausto giornalista mainstream non ne ha sentito parlare.  E anche le proteste contro i "rapporti ufficiali" dell'esperto professor Theodore Postol del prestigioso MIT e l'ampia relazione della madre Agnes-Mariam de la Croix si dimostrano a loro sconosciute. Non c'è un giornalista libero con un po' di cervello?
    
padre Daniel Maes 
    (trad.  A. Wilking)

martedì 12 settembre 2017

Padre Daniel da Qara: un nuovo coraggio, come mai prima


Lettera di Padre Daniel
Mar Yakub, 8 settembre 2017

Uno strano senso di sicurezza  
  La catena montuosa dei Monti anti-Libano, i nostri vicini incrollabili e impressionanti, è sempre stata testimone silenziosa della nostra vita quotidiana. Ai piedi dei Monti i nostri compaesani avevano i loro alberi da frutto. Le ciliegie di Qara erano conosciute in tutto il Medio Oriente per la loro qualità superiore. Questo paradiso è andato subito perduto appena i terroristi vi hanno fatto la loro tana. Tutto è stato distrutto, e da allora la nostra vita quotidiana minacciata. Infatti da quel momento il ritornello quotidiano era: "oggi non si può andare al campo grande", "oggi non si può lavorare in giardino", "oggi per la sicurezza è meglio non mangiare fuori”... Dalla scorsa settimana, i terroristi e ISIS provenienti dalla regione di confine e in tutto il Qalamoun sono stati cacciati via. Ci sono alcuni soldati presenti per togliere le mine e per controllare le frontiere, ma sono finite le sparatorie, i colpi di cannone, nelle vicinanze o nelle lontananze, e sono finiti anche i movimenti di truppe. Uno strano silenzio. È come ci mancasse qualcosa. Invece no, dobbiamo adattarci di nuovo a quella deliziosa pace e armonia siriana che abbiamo conosciuto prima della guerra.
   E all'improvviso la situazione è di nuovo come prima della guerra. Già due gruppi vogliono visitarci durante il weekend. Sono 70 persone, uomini e donne. Solo che al momento non ci sono camere disponibili nel nuovo edificio, tutto è pieno di aiuti umanitari che escono ed entrano continuamente. E' vero che abbiamo ampi spazi e che abbiamo tanti materassi e possiamo liberare qualche camera. Possiamo provarci, tutti sono benvenuti se accettano le limitazioni della situazione. Tutto è preparato al meglio. All'ultimo momento tuttavia i 2 gruppi decidono di aspettare e di rimandare la loro visita. Accipicchia.
   Nel frattempo, in Deir Ezzor c’è già un'atmosfera di festa dopo la liberazione repentina, ma allo stesso tempo c'è un urgente bisogno di aiuto. Viene caricato un camion con aiuti umanitari e i nostri due confratelli partono mercoledì mattina per diversi giorni per aiutare la popolazione martirizzata di Deir Ezzor.
  Allo stesso tempo, si lavora non-stop nelle piccole “imprese” di Qâra. Le 35 donne che hanno iniziato lavoretti con l’uncinetto e la maglia, producono oggi vestiti creativi. I loro prodotti sono distribuiti all’estero. Anch'io porto ogni volta una borsa piena, quando possibile. Alcuni dicono che è stupido perché ci sono tanti negozi con bei capi a buon prezzo. Eppure noi continuiamo la distribuzione in modo legale. Infatti regaliamo tutto ai nostri amici e benefattori, e loro ci donano liberamente un po’ di soldi: alla fine abbiamo abbastanza soldi per poter pagare queste donne. La prossima volta potrete leggere sul nostro sito internet commoventi testimonianze di donne che hanno perso tutto e talvolta anche i loro mariti e che ora vivono in Qâra con i loro genitori o suoceri, e possono sopravvivere solo grazie a questo loro lavoro a maglia creativo.

Il convoglio di primo soccorso a Deir Ezzor    I nostri due fratelli sono partiti mercoledì mattina verso Deir Ezzor con un convoglio di aiuti umanitari e un equipaggio di Mar Yakub: cinque camion e due ambulanze. Erano anche accompagnati da due medici, due infermieri e un gruppo di ragazzi e ragazze, che indossavano una giacca rossa con il segno della nostra comunità. Venerdì sera sono ritornati esausti. Per due ore abbiamo ascoltato senza fiato ciò che hanno visto e sperimentato. Hanno guidato le macchine per ore nel deserto ardente. Avvicinandosi al Deir Ezzor, la strada, appena liberata, era piena di profonde buche. Lungo la strada c’erano alcuni cadaveri dei terroristi. C’erano anche grandi bossoli vuoti di mine disseminate. Un camion ha bucato una gomma e un altro ha avuto altri problemi e cosi sono stati costretti a trasbordare tutto in un'altra vettura. Tutti hanno aiutato, anche i due medici e le due infermiere che erano sulle ambulanze. Alla fine, quando il convoglio è arrivato davanti alle porta della città, ha dovuto aspettare: Asmaa al-Assad, la moglie del presidente, aveva provveduto a inviare decine di camion di aiuti umanitari ed era inteso che questi camion dovevano entrare per primi in città. Dopo un tempo di attesa e di informazioni avanti e indietro, al nostro convoglio era finalmente consentito di entrare fino al centro della città. La popolazione e i soldati, che erano da tre anni assediati da IS, per tutto questo tempo erano stati riforniti solo via aerea. La Mezzaluna Rossa aveva fornito cibo attraverso paracadute. Nonostante questi aiuti, tanti sono morti, soprattutto bambini, a causa di sottoalimentazione o infezioni.  Il primo soccorso è stato caotico. Migliaia di persone, molte di loro visibilmente affamate, si spingevano fra loro mendicando per cibo e bevanda. Infine l'esercito è dovuto intervenire per riportare l'ordine. Così ad ognuno è stato consegnata una borsa con dieci patate, cinque uova, una scatola di latte in polvere, acqua ... Le decine di camion della moglie del presidente hanno provveduto che finalmente ogni persona fosse in grado di mangiare e bere. Inizialmente c'era una tanica di acqua e una sola tazza per dissetare una decina di persone. Nonostante il fatto che tante case ed edifici sono stati distrutti, la ricchezza che aveva questa regione è visibile nelle numerose ville e case belle, circondate da palme.  
  La miseria in cui queste persone sono sopravvissute per anni ci fa porre la domanda: perche’ noi ci preoccupiamo di tante cose così futili?
    (trad. A Wilking )