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giovedì 10 gennaio 2013

L’Arcivescovo Nassar: “A Damasco profughi palestinesi costretti all'esodo, come la Sacra Famiglia”

In questi giorni del tempo di Natale “non è insolito vedere famiglie palestinesi aggirarsi per le strade di Damasco. Genitori con in braccio i bambini, seguiti da altri figli più grandi che si portano dietro pacchi e bagagli. Lacrime negli occhi delle donne, rabbia negli occhi degli uomini, tristezza negli occhi dei bambini”.


Agenzia Fides 8/1/2013

Damasco -  In un messaggio inviato all'Agenzia Fides, l'Arcivescovo di Damasco dei Maroniti, Samir Nassar, delinea il doppio dramma dei profughi palestinesi travolti dalla guerra civile siriana, paragonando il loro penoso vagare a quello vissuto da Gesù, Giuseppe e Maria. “Migliaia di palestinesi - riferisce l'Arcivescovo - hanno dovuto lasciare i campi nei quali vivevano dal 1948”. Alcuni cercano di raggiungere il Libano. Ma per la gran parte, il secondo esodo si trasforma presto nell'angosciosa ricerca di un qualsiasi rifugio di emergenza nei centri urbani, a partire da Damasco.
Nella desolazione del momento, l'Arcivescovo Nassar descrive con commossa gratitudine l'arrivo nella capitale siriana del nuovo Patriarca greco ortodosso, Ioann X Yazigi: “in un tempo in cui tutti stanno lasciando la città, il nuovo Patriarca greco ortodosso Yohanna X è arrivato a Damasco il 20 dicembre, giorno della festa di Sant'Ignazio di Antiochia, del quale lui è successore... I suoni delle campane si mischiavano con le esplosioni dei bombardamenti”. In mezzo a segni così contraddittori, il Patriarca – fa notare monsignor Nassar “è accorso per essere in mezzo al suo popolo che vive nel tumulto da 22 mesi, per confermare la loro fede, la loro missione, la loro identità e testimonianza, invitando nel tempo di Natale tutti al perdono, alla riconciliazione e al dialogo, unici strumenti di pace in un Paese straziato dalla violenza”.

http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40706&lan=ita


Il direttore della Caritas Giordania: rivolta nel campo di Zaatari, devastato dalla tormenta; per fuggire i profughi scelgono di tornare in Siria


Agenzia Fides 9/1/2013
Le tempeste di neve, vento e pioggia gelida abbattutesi sul Regno hashemita hanno avuto effetti devastanti sul campo profughi di Zaatari, nel deserto giordano, dove vivono ammassati in una situazione sempre più intollerabile 50mila dei rifugiati fuggiti dalla guerra civile siriana. “Le tormente - riferisce all'Agenzia Fides Wael Suleiman, direttore di Caritas Giordania - hanno distrutto almeno 500 tende del campo. In mezzo al deserto, i profughi vivono una condizione ormai insostenibile, in cui c'è da diventare pazzi. Non abbiamo ancora notizie di morti, ma certo in molti si sentiranno male e avranno bisogno di essere curati. Alcuni hanno ripreso la via della Siria. Preferiscono i rischi di un Paese dilaniato della guerra alla prospettiva di veder morire i propri bambini nell'inferno del campo profughi”.
Dopo tre giorni di pioggia e neve, il fango ha travolto le tende che ospitano i rifugiati, comprese quelle dove vivevano bambini e donne incinte. Nel pomeriggio di martedì 8 gennaio, alcuni profughi esasperati hanno attaccato con pietre e bastoni il personale dell'Onu e delle organizzazioni locali coinvolto nella gestione del campo. “La situazione è esplosiva. Da tempo sosteniamo che il campo di Zaatari andrebbe chiuso. Ma l'apertura di una nuova struttura nell'area di Zarqa, data sempre per imminente, viene di volta in volta rinviata” spiega a Fides Suleiman.

La Caritas, che non è coinvolta nella gestione diretta del campo di Zaatari, davanti alla drammatica situazione climatica ha distribuito negli ultimi giorni coperte, stufe e cibo caldo a 30mila famiglie di profughi. Ma le iniziative di soccorso messe in campo in Giordania appaiono in affanno davanti a un'emergenza umanitaria che si dilata di giorno in giorno. “Se parliamo con quelli del governo - racconta a Fides il direttore di Caritas Giordania - ci dicono che la questione dei rifugiati non è di loro competenza diretta. Se andiamo dai funzionari dell'Onu, ci dicono che le risorse sono limitate e non si può operare meglio di così. Intanto le cose peggiorano, e rischia di saltare tutto”. I siriani espatriati in Giordania sono più di 280mila. E la cronicizzazione del conflitto lascia prevedere un nuovo afflusso massiccio di profughi nei primi mesi del 2013 appena iniziato

http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40725&lan=ita

lunedì 22 ottobre 2012

Damasco: colpito il luogo-simbolo della cristianità siriana

L'Arcivescovo maronita di Damasco: domande, paure e le preghiere dei cristiani di Siria dopo la strage di Bab Touma
Agenzia Fides 22/10/2012
 
la casa di Anania

L'attentato stragista perpetrato domenica 21 ottobre nel quartiere di Bab-Touma, alla vigilia della missione di pace che porterà in Siria Cardinali e Vescovi delegati del Sinodo dei Vescovi, rinnova per i cristiani siriani angosce e domande a cui solo “i giorni che verranno potranno portare una risposta”. Ma intanto “molti hanno già preso la via dell'esodo. Altri si preparano all'eventualità di una partenza precipitosa”. E una Chiesa senza fedeli è destinata a diventare come “un testimone muto”. Così, in una nota fatta pervenire all'Agenzia Fides, l'Arcivescovo maronita di Damasco, Samir Nassar, racconta a caldo le prime reazioni registrate tra i cristiani della capitale siriana dopo che un'auto-bomba fatta esplodere nella zona cristiana della Città Vecchia ha lasciato sul terreno 13 vittime e decine di feriti. 
L'Arcivescovo Nassar descrive le scene di panico di cui è stato testimone, con i genitori che corrono angosciati “a cercare i loro piccoli nelle scuole del quartiere”, mentre le sirene delle ambulanze accentuano la sensazione insostenibile di vivere in un tempo apocalittico. “Alcuni fedeli – racconta - si sono messi in ginocchio per recitare il rosario implorando Nostra Signora della Pace, prima della Messa, che è iniziata con 20 minuti di ritardo... Io ho celebrato la Messa solenne di domenica alle ore 18, per 23 persone soltanto, pregando per le vittime della mattina e per i musulmani che in Siria si preparano a celebrare la festività di Eid al Adha, il prossimo 26 ottobre, nel dolore e nel silenzio”.
Il quartiere di Bab -Touma è un luogo-simbolo anche per il martirologio della cristianità siriana. Qui – ricorda l'Arcivescovo Nassar -, negli stessi vicoli che San Paolo ha dovuto percorrere al tempo della sua conversione e del battesimo ricevuto da Anania, “11 mila martiri nel 1860 hanno arrossato col loro sangue ogni centimetro quadrato”. Finora Bab-Touma era stato risparmiato dalle violenze che sconvolgono la Siria dal 15 marzo 2011. Adesso – si chiede Nassar – quale messaggio si è voluto dare con una strage programmata di domenica, proprio nella parte della Città Vecchia dove sono concentrate le chiese cristiane? “E' la violenza gratuita che bussa alla porta per terrorizzare gli ultimi cristiani già prostrati?”
Davanti al terrore e alla violenza – conclude l'Arcivescovo maronita – l'annuncio cristiano si manifesta più che mai come quello “della Croce redentrice, dell'amore e del perdono”. E i cristiani di Damasco e della Siria hanno bisogno dell'amicizia e della preghiera di tutti per farsi carico di una condizione segnata da una “solitudine caotica e amara”.

http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40144&lan=ita

giovedì 27 settembre 2012

"Riconciliazione con la totalità della Nazione, vivendo piena cittadinanza nel rispetto delle altre religioni, lavorando per costruire una Patria pluralista che rispetti la libertà religiosa, vertice di tutte le libertà"

 
LE PENE  E  LE GIOIE DI  MONS. SAMIR NASSAR
Ecco il messaggio che ci rivolge oggi l'arcivescovo Samir Nassar, arcivescovo maronita di Damasco. Condividiamo la sua gioia (ordinazione diaconale in vista del sacerdozio di Maroun, avvenuta a Damasco il 23 settembre) e la sua sofferenza.
Trascriviamo il messaggio così come è giunto.


BENOIT XVI est venu au Liban le 14-16 septembre 2012 pour remettre aux Chrétiens d’Orient l’Exhortation Apostolique : Ecclesia in Medio Oriente, fruit du Synode tenu à Rome « en Octobre 2010…
Cette visite fut une réussite populaire, officielle, médiatique et ecclésiale à tout niveau.. Et ceci malgré le film sur le prophète MOHAMMAD lancé le 11 septembre et qui a embrasé le monde islamique à la veille de la visite papale. Les musulmans libanais ont participé à l’apaisement et au succès de l’accueil du Saint Père.
MESSAGE OU SIMPLE HASARD ?
Le 3 Juin 2010 SS BENOIT XVI remet à Chypre « l’instrument du travail » du Synode aux patriarches et évêques orientaux. La veille Mgr PADOVESE, évêque latin de Turquie eut la tête décapitée.
Clôture du Synode à Rome Dimanche 24 Octobre 2010…Le 31 Octobre la Cathédrale Notre Dame de la Délivrance à Bagdad voit le Sang du Christ pendant la messe épouser le sang des martyrs innocents dont deux jeunes prêtres…
Vendredi 14 Septembre 2012, fête de la Croix Glorieuse, BENOIT XVI signe l’Exhortation Apostolique à St Paul Harissa (LIBAN), pendant que plus d’un tiers des chrétiens de Syrie sont devenus des réfugiés dans leur propre pays, cherchant un visa ou un asile…
UNE FEUILLE DE ROUTE
Depuis les événements de 1860, les Chrétiens d’Orient ont perdu 70% de leur nombre. Hémorragie continuelle et fatale…Devant ces perspectives alarmantes l’Esprit inspire l’Eglise qui invite à un Synode Spécial pour les Eglises du Moyen Orient..
Ce Synode » Communion et Témoignage » de 2010 et son couronnement dans l’Exhortation Apostolique de 2012 viennent proposer à cette situation dramatique, une vision de Renouveau de Réconciliation.
Renouveau des Eglises locales affaiblies les invitant à redécouvrir la splendeur de la première communauté (Ac 4,32) en commençant par se convertir et vivre le pardon.
La Réconciliation avec le milieu national en vivant la pleine citoyenneté dans le respect des autres religions oeuvrant à l’édification d’une patrie plurielle qui respecte la liberté religieuse, sommet de toutes libertés.
L’Exhortation Apostolique accorde une grande place aux jeunes et aux familles, gages d’avenir.
Une feuille de route et une charte pour redécouvrir le renouveau pastoral, ecclésial et social afin de mieux vivre la vocation de communion, de témoignage, de dialogue loin de la violence et du fondamentalisme de tout genre..
VIVRE L’ESPERANCE
En signe de confiance en l’avenir de l’Eglise en Syrie, Maroun fut ordonné diacre en vue du sacerdoce le 23 septembre 2012, premier dimanche après la visite de SS BENOIT XVI.. Maroun fut ordonné en la Cathédrale Maronite à Bab Touma Damas, sous les bombes devant une petite assemblée remplie d’espérance.

Devant le drame syrien qui dure depuis la mi-mars 2011, notre petite Eglise de Damas, fidèle à ses racines et à sa vocation, reçoit dans l’action de grâce l’Exhortation Apostolique confiant la Syrie qui saigne au Cœur Immaculé de Marie selon le souhait du Saint Père qui dit au n’100:
Marie saura une nouvelle fois présenter nos nécessités à son Fils Divin
Ecoutons-la qui nous ouvre à l’espérance « tout ce qu’il vous dira, faites le.. »Jn 2,5
Damas le 27 septembre 2012, en la fête de l’apôtre des pauvres St Vincent de Paul.
+ Samir NASSAR
Archevêque Maronite de Damas

http://www.aed-france.org/actualite/syrie-les-peines-et-les-joies-de-mgr-samir-nassar/#.UGRKWZ82sCk.facebook

SIRIA: NO A UN'ALTRA LIBIA.
Appello di Madre Agnès-Mariam de la Croix