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sabato 13 agosto 2022

Lettera di Aleppo n. 44 : Tutto questo per niente!

 

Il dottor Nabil Antaki, uno dei due autori del libro ‘’Lettere da Aleppo’’ - cronaca straordinaria sui drammatici anni in cui la sua amata città è stata sconvolta da una guerra iniqua e devastante https://oraprosiria.blogspot.com/2020/10/la-follia-dei-guerrafondai-e-il-senno.html - continua a raccontare dopo undici anni la situazione drammatica in cui versano i suoi concittadini e l’intero Paese.

La 44a lettera da Aleppo, di cui offriamo la traduzione ai nostri lettori, oltre ad informarci sulle attività che egli insieme alla sua associazione, i Maristi Blu, portano indefessamente avanti, è un atto di accusa veemente contro la cinica crudeltà inflitta a una popolazione innocente con le sanzioni e la spoliazione delle materie prime, quali petrolio, gas o grano, ma anche contro la sottrazione della èlite intellettuale e professionale, la cui formazione nelle scuole e nelle Università siriane durante la guerra è costata sacrifici enormi a tutta la società. 

Maria Antonietta Carta


Lettera di Aleppo n. 44

Tutto questo per niente!

Il mondo non ha mai visto tanta solidarietà quanto quella verso il popolo ucraino. Stati, in particolare occidentali, associazioni internazionali, agenzie delle Nazioni Unite, ONG e persone comuni hanno agito rapidamente e con estrema generosità per alleviare le sofferenze dei profughi, degli sfollati e dei feriti. I corrispondenti dei media mainstream sin dai primi giorni del conflitto hanno riferito di aver incontrato in Ucraina “persone come noi, che si vestono come noi, che vivono in città che somigliano alle nostre...". Come se alleviare la sofferenza dipendesse da tali criteri. Senza entrare in una polemica politica, possiamo ancora affermare che questa guerra avrebbe potuto essere evitata, come d’altronde la guerra in Afghanistan terminata ignominiosamente con il ritiro delle truppe statunitensi dopo aver causato centinaia di migliaia di morti e costata trilioni di dollari. "Tutto questo per niente", ha scritto un editorialista. Come si sarebbe potuto evitare la guerra senza fine innescata in Siria ormai oltre undici anni fa, che insieme alle inique sanzioni hanno rovinato il Paese e immiserito la popolazione, conseguenze sicuramente messe in conto. La guerra ha causato sinora la morte di 500.000 persone e le sofferenze di centinaia di migliaia di feriti e amputati, ha spinto 5 milioni di persone a rifugiarsi nei Paesi circostanti, 1 milione a emigrare in Occidente e 8 milioni di sfollati ad abbandonare le loro abitazioni. Tre guerre che si sarebbero dovute evitare e intraprese dietro i falsi alibi e i falsi pretesti per iniziarle, ragioni geopolitiche inaccettabili, machiavellismi, cinismo riprovevole e vergognoso. Non c'è ormai quasi nessun combattimento in Siria da diversi anni, ma questo stato di “né guerra né pace” è insostenibile. La guerra ha distrutto e l'assenza di pace impedisce la ricostruzione e la riconciliazione. Come ha detto qualcuno: ‘’I conflitti congelati, che spesso sono conflitti insolubili, finiscono inesorabilmente per riscaldarsi ".

La situazione economica in Siria è catastrofica. L'82% della popolazione vive sotto la soglia di povertà; il 60% è denutrita; il tasso di disoccupazione è impressionante; l'inflazione sta galoppando; la maggior parte delle famiglie non riesce a sbarcare il lunario; la valuta siriana ha perso il 90% del suo valore; i prezzi aumentano ogni giorno. La scarsità aggrava la povertà: razionamento del pane, benzina, elettricità e molti altri prodotti essenziali. Di fronte a questo aggravarsi dei patimenti dei nostri concittadini, la nostra missione di Maristi Blu è ancora più indispensabile. Siamo supportati da tante associazioni internazionali e da tanti amici a cui sono infinitamente grato. Grazie al loro supporto morale e finanziario, siamo in grado di mantenere tutti i nostri progetti di aiuto e soccorso, educativi e di sviluppo. Ci sono ancora molte famiglie sfollate nella stessa Aleppo. Continuiamo a distribuire 832 ceste alimentari mensili alle famiglie più vulnerabili e a pagare l'affitto per 200 famiglie che ancora non possono tornare a casa. Centocinquanta persone beneficiano ogni mese del nostro programma medico, paghiamo per interventi chirurgici, prescrizioni per malattie croniche o per scanner molto costosi. Il progetto “Goccia di latte” continua la distribuzione mensile a 3.000 bambini con il latte necessario per la loro crescita. Il progetto “Pane Condiviso” offre un pasto caldo quotidiano a 230 anziani ultraottantenni che vivono da soli e non hanno più nessuno a sostenerli. Vogliamo che i giovani rimangano in Siria e non emigrino. Il Paese e la società hanno bisogno di loro. Siamo rattristati di sapere che migliaia di medici siriani siano emigrati in Germania e Francia. Ieri ho ricevuto un messaggio da un amico e collega gastroenterologo ed endoscopista che mi informava di essere emigrato in Francia pochi mesi fa. Eppure aveva una buona reputazione, era molto ben informato e non aveva perso il lavoro. A una mia domanda ha risposto che pensava al futuro dei suoi figli. A causa della guerra, la Siria ha perso la sua élite: accademici, ingegneri, informatici e medici, che si sono formati gratuitamente nelle Università siriane e che avrebbero potuto partecipare alla ricostruzione del Paese ora si sono stabiliti nei Paesi del Golfo o in Europa; Paesi che beneficeranno gratuitamente di questa forza lavoro qualificata formata da noi ma che, ipocritamente, si lamentano di questa immigrazione che è essenziale per la loro economia e il loro benessere. Quest'estate, molti Siriani che avevano lasciato il Paese per stabilirsi altrove sono tornati a trascorrere le loro “vacanze” in Siria. Venivano a ispezionare le loro case lasciate in fretta e furia, a sistemare i loro affari, a espletare formalità amministrative, poi ahimè sono ripartiti. Come dice la filastrocca: “tre giri e poi vai via”. Purtroppo, sono pochi quelli che ritornano definitivamente. Affinché i nostri giovani rimangano, devono avere un lavoro e tre dei nostri programmi sono destinati a questo scopo. Il Centro di Formazione Marista "MIT" aiuta gli adulti ad acquisire competenze in diversi campi. Il programma Micro-progetti incoraggia iniziative sostenibili. In 6 anni abbiamo finanziato più di 200 progetti. Purtroppo, nonostante la formazione offerta ai candidati e l'accompagnamento e il follow-up dei mentori Maristi Blu, il successo di questi micro-progetti non è scontato. La crisi economica, l'inflazione e l'alto costo degli affitti e dei prodotti stanno causando il fallimento di alcuni progetti che all'inizio erano promettenti. Dall’altra parte, molti grandi successi. Penso a T.J. che ha aperto un'officina meccanica, ad A.B. che fa piccole scale a pioli, a S.A. e ad A.C. che ora hanno una barberia.

Papa Francesco, nell'intenzione di preghiera del mese di agosto, salutando il coraggio, la creatività e l'impegno dei piccoli imprenditori, ha chiesto di pregare per loro affinché «trovino i mezzi necessari per continuare la loro attività al servizio delle comunità in cui vivono”. Il programma di Formazione Professionale ci permette di coinvolgere i nostri giovani con dei professionisti per imparare un mestiere. Venti hanno già completato la loro formazione e altri 20 sono in fase di apprendimento. Il giovane R.E. ha imparato in un anno (mentre il suo apprendistato sarebbe dovuto durare 18 mesi) la riparazione e la manutenzione dei cellulari e il suo capo ci ha detto che non aveva più niente da insegnargli e che ora potrà essere il capo di se stesso e volare da solo. Heartmade continua a sviluppare la sua attività e moltiplica i prodotti per arrivare all'autofinanziamento. Sedici donne trovano lavoro lì creando abiti femminili con i tessuti avanzati. Fin dall'inizio della nostra missione, creiamo un progetto quando sentiamo che ce n'è bisogno e lo chiudiamo quando il suo scopo si è esaurito. È così che abbiamo appena interrotto il progetto “Imparare a crescere”. Invece, "Voglio imparare" continua la sua missione di educazione e istruzione per 120 bambini dai 3 ai 6 anni. Alla fine dell'anno scolastico, sono subentrati i centri estivi con le attività di animazione per seminare un po' di gioia nel cuore di questi bambini provenienti da famiglie sfollate. Il nostro programma di sostegno psico-sociale “Semi” continua a fare miracoli con i 450 bambini. Per quanto riguarda i progetti “Sviluppo delle donne”, “Taglio e cucito” e “Speranza”, si concatenano sessioni di 3 mesi per soddisfare tutte le esigenze e tutte le richieste. Dopo 11 anni di sofferenze, drammi, migrazioni e privazioni, facciamo fatica a vivere e ad irradiare intorno a noi il nostro motto marista: “Semina speranza”. Eppure, è così necessario! Le persone intorno a noi ne hanno bisogno. Non vediamo ancora la fine del tunnel. Le grandi potenze hanno altro pesce da friggere e la questione siriana non è più una priorità per loro. La Siria è diventato “un Paese dimenticato”. Per quanto riguarda le potenze regionali, stanno usando il conflitto siriano per far avanzare le loro pedine nella regione. Fortunatamente, alcuni Paesi arabi e altri hanno superato il ragionamento manicheo secondo cui ci sono buoni da una parte e cattivi dall'altra, e hanno ristabilito le loro relazioni con la Siria. A condizione che i Paesi occidentali facciano lo stesso affinché un dialogo inizi e sia il preludio alla ricomposizione del conflitto e alla pace.

Dottor Nabil Antaki per i Maristi Blu. 

Aleppo, 10 agosto 2022

giovedì 7 aprile 2022

Camminare insieme. Lettera da Aleppo


Lettera da Aleppo n. 43 (4 aprile 2022), dai Maristi Blu

traduzione di Maria Antonietta Carta


Il Santo Padre ci invita a vivere un tempo di sinodalità a livello di Chiesa universale. Questo termine significa “camminare insieme”. Dopo l’ invito, i rappresentanti della Chiesa cattolica di Siria (3 Patriarchi, 17 vescovi, esponenti di tutte le congregazioni religiose e di tutte le associazioni caritatevoli della Siria) si sono trovati uniti nella volontà di vivere una dimensione particolare di questo cammino sotto il tema "La Chiesa, casa di carità, sinodalità e coordinamento”.

La Conferenza si è tenuta a Damasco dal 15 al 17 marzo 2022 e ha riunito più di 200 partecipanti siriani provenienti da tutte le regioni del Paese e delegati della Curia Romana e della ROACO (le varie organizzazioni cattoliche internazionali per l'aiuto alle Chiese Orientali). Hanno partecipato anche quattro Maristi Blu.

Nel suo discorso di apertura, il cardinale Sandri, Prefetto del Dicastero delle Chiese Orientali, ha definito gli obiettivi: Pensare, riflettere, condividere, coordinare “prendere anche i pesi dell'uno e dell'altro”. Egli ha trasmesso un messaggio di Papa Francesco in cui il Santo Padre ci invita a essere “con le nostre iniziative, un segno tangibile della carità della Chiesa alimentata dal Vangelo.”,  In questo momento di grave crisi economica per la Siria, è stato importante incontrarsi, condividere, coordinare le nostre attività presenti e soprattutto cercare di prevedere il futuro. 

Come se le conseguenze della guerra e le sanzioni economiche occidentali non bastassero a gettare la popolazione siriana nella miseria e nella precarietà, la guerra tra Russia e Ucraina è arrivata ad aggravare le carenze e la crisi economica, moltiplicando le nostre disgrazie e le nostre preoccupazioni quotidiane. Da un giorno all'altro, i prezzi salgono vertiginosamente. Faccio alcuni esempi: poiché l'elettricità è ancora razionata (ne abbiamo due ore al giorno), l'abbonamento settimanale a un ampere da un generatore privato per accendere due lampadine e un mini-frigo è passato, in 15 giorni, da 12.000 a 18.000 Lire Siriane. Facendo i conti, sono 72.000 Lire Siriane al mese, quindi più di tre quarti di uno stipendio mensile medio. Rassegnate e prive di mezzi economici, molte famiglie sono costrette a rimanere all'oscuro dopo il tramonto. I prezzi del cibo salgono alle stelle. Un litro di olio vegetale è aumentato in una settimana da 13.000 a 17.000 Lire Siriane. 

Viviamo in tempi difficili e la luce non si vede all'orizzonte. Come Maristi Blu, nelle nostre attività quotidiane traduciamo il messaggio che il Santo Padre ha rivolto ai partecipanti al Convegno di Damasco, ricordando l'immagine usata da san Paolo nella sua lettera ai Corinzi dei membri della Chiesa che formano un corpo unico: "Tra le membra di questo corpo c'è l'ascolto, la condivisione dell'amore, il sostegno reciproco e soprattutto la consapevolezza del ruolo che ciascuno è chiamato a svolgere".

Prosegue il nostro programma di distribuzione di un paniere alimentare mensile a più di 850 famiglie tra le più povere. Non possiamo permetterci di fermarlo, vista l'estrema povertà che incontriamo ogni giorno. Continua anche il progetto “Pane condiviso”, per offrire un pasto caldo quotidiano a 210 persone ultra ottantenni che vivono spesso in grande solitudine ed estrema povertà. Vediamo quanto queste persone abbiano bisogno di una presenza tenera e amorevole, di dialogare e raccontarsi. Per questo, e nell'ambito della formazione di tutti i nostri volontari maristi e in occasione della Quaresima, abbiamo offerto loro l'opportunità di incontrare questi anziani. A due a due li hanno visitati per vivere un momento di ascolto e condivisione. Molti hanno chiesto loro di tornare.  Oltre al pasto caldo giornaliero, abbiamo scelto di abbonare per un ampere chi è senza elettricità. 

Il 21 marzo, i bambini dei progetti educativi “Voglio imparare” e “Imparare a crescere” hanno potuto celebrare la festa della mamma. Non lo facevano da due anni a causa della pandemia Covid 19.  I progetti “Sviluppo delle donne” e “Taglio e cucito” hanno completato le loro sessioni di formazione. Ne hanno usufruito oltre 60 donne. Altre trarranno beneficio dalle prossime sessioni che avranno inizio in questi giorni. 

Il progetto medico continua a portare sollievo a molti pazienti. Questo è uno dei progetti più cari da portare avanti, dato il costo esorbitante delle cure e dei farmaci attualmente in Siria. Stiamo scoprendo sempre più violenza nei nostri bambini e adolescenti. Il progetto di sostegno psicologico “Semi” fornisce una risposta educativa a questa esplosione di violenza (verbale e gestuale), con un sostegno spesso personalizzato. 

Crediamo profondamente che il modo migliore per aiutare i nostri concittadini e i nostri correligionari a sopravvivere e a guardare al futuro con un po' di serenità sia quello di consentire loro un lavoro e un mezzo di sussistenza per essere indipendenti dagli aiuti forniti dalle ONG. Questo è il motivo per cui stiamo portando avanti il nostro programma MIT (per la formazione degli adulti in varie abilità e per insegnargli come gestire i propri progetti). Il nostro programma di microprogetti li finanzia e li sostiene per tre anni. Il programma di formazione professionale permette ad altri adulti di imparare un mestiere in due anni, facendo l'apprendista presso un professionista. 

Nei nostri vari progetti, come Maristi Blu non facciamo né elemosina né beneficenza. “Camminare insieme” in un percorso di solidarietà è stato il nostro carisma fin dall'inizio. Camminare insieme significa anche vivere con altri che non condividono le nostre convinzioni religiose o culturali. È cercare di risolvere le nostre divergenze con mezzi pacifici. Camminare insieme è una scelta di vita. E come dice la canzone di Jean Claude Giannada: “Basta una lacrima perché il mondo pianga, una sola canzone per farlo ballare, una mano nella mia mano per iniziare il giro e se siamo in due, perché non migliaia? Vieni, apri la tua porta, esci dal profondo di te, vieni, ciò che porti può dare gioia. Vieni, continua la storia del libro dell'Amore, Vieni, questa notte oscura può diventare giorno! ‘’

Vi auguro una felice e santa Pasqua. Fr. Georges Sabé , Per i Maristi Blu

venerdì 5 novembre 2021

Consolare volti tristi: i semi di bene dei Maristi di Aleppo

Lettera da Aleppo n. 42  (2 novembre 2021)

trad. Gb.P. OraproSiria

VOLTI TRISTI

Gli Aleppini non dimenticheranno mai gli anni dal 2012 al 2016 in cui infuriava la guerra ad Aleppo.

Ricordano vividamente le bombe e le bombole di gas piene di esplosivo e chiodi lanciati dai gruppi armati ribelli ad Aleppo Est nei loro quartieri, uccidendo ogni giorno molti civili.

Ricordano le ore di ansia e paura in attesa che i loro cari tornassero a casa.

Ricordano le sofferenze che hanno sopportato, il freddo invernale per mancanza di gasolio per il riscaldamento e le serate trascorse, per anni, al buio per mancanza di elettricità (le centrali elettriche erano in mano ai terroristi).

Non possono dimenticare gli anni in cui sono stati senza acqua corrente (i terroristi hanno interrotto l'approvvigionamento idrico di un'intera città) e le ore di attesa del proprio turno, davanti a pozzi scavati frettolosamente in qualsiasi parte della città, per riempire le loro taniche d'acqua. .

Ricorderanno sempre i ripetuti blocchi della città quando nessuno poteva entrare o uscire, isolando Aleppo e la sua gente e causando penuria di tutto l'essenziale.

Il 2 novembre, si recheranno nei cimiteri a pregare sulle tombe dei loro genitori, parenti e amici uccisi durante gli anni della guerra.

Vivono sempre nella nostalgia dei giorni felici in cui tutti i membri della loro famiglia vivevano ad Aleppo prima di essere dispersi in tutto il mondo.

Nonostante tutta questa sofferenza degli ultimi anni, gli Aleppini ripetono ora in coro "vivevamo meglio negli anni della guerra che adesso", "rimpiangiamo il tempo delle bombe che era più sopportabile della miseria che ora soffriamo".

In effetti, è la bomba della povertà che ora è esplosa in Siria lasciando l'80% della popolazione al di sotto della soglia di povertà e il 60% nell'insicurezza alimentare.

Ora che i combattimenti sono quasi cessati da circa due anni e la situazione militare è congelata, la situazione economica è disastrosa. I prezzi dei beni di prima necessità sono aumentati vertiginosamente, provocando un aumento del costo degli affitti e del costo della vita. La penuria ha preso piede stabilmente con il razionamento della benzina, del pane, dello zucchero, del riso... I salari, invece, non sono stati adeguati proporzionalmente causando un aumento della povertà. La maggior parte delle famiglie non riesce più a sbarcare il lunario e fa affidamento su cibo, assistenza medica e denaro delle ONG per sopravvivere.

Questa situazione è il risultato di diverse cause tra cui la distruzione delle infrastrutture del Paese e le devastazioni della guerra, la crisi finanziaria in Libano dove molti Siriani hanno perso i loro capitali da investire e i loro risparmi per la pensione ,ma anche delle sanzioni ingiuste imposte dai Paesi Europei e dagli Stati Uniti che bloccano le transazioni finanziarie, impediscono le importazioni e vietano gli investimenti in Siria. Inoltre, la pandemia di Covid19 ha peggiorato la situazione per i decessi che ha causato e le misure preventive che hanno rallentato l'attività economica già morente.

Molti dei nostri connazionali ci raccontano di rammaricarsi per la loro decisione di rimanere nel Paese quando l'emigrazione era facile, e molti sognano di stabilirsi altrove. Solo nell'agosto di quest'anno, diciassettemila giovani aleppini hanno lasciato il Paese per stabilirsi e lavorare altrove, soprattutto in Egitto. Stiamo sopportando il contrappeso della partenza di ciò che era rimasto come manodopera specializzata e artigiani. Le piccole imprese che si prendono il rischio di aprire non trovano più lavoratori qualificati per far funzionare le loro macchine; e sono gli altri paesi che beneficiano dei nostri medici, ingegneri, artigiani, operai e altri professionisti che sono stati formati a casa in Siria e che ora partecipano alla crescita economica o al riempimento delle carenze di personale di alcune professioni in altri Paesi.

Quest'estate abbiamo visto aggirarsi per Aleppo decine di persone che erano fuggite dalla guerra ed erano emigrate altrove. Sono tornate in visita per rivedere i parenti, riordinare la casa che avevano lasciato con urgenza e sbarazzarsi di vestiti e altri oggetti che non servivano più, per rinnovare i passaporti e per sbrigare le formalità amministrative rimaste irrisolte da allora per la loro partenza.

Alla domanda su come hanno trovato Aleppo, molte di queste persone hanno usato la stessa formula: "abbiamo trovato FACCE TRISTI". Questi Aleppini che sono tornati ad Aleppo dopo diversi anni di assenza hanno raccontato ad alta voce quello che noi sentiamo da tempo. Le persone sono tristi, i loro volti tristi, le loro menti tristi e i loro cuori ancora più tristi. Come ci si può aspettare che sia diversamente quando si è vissuto, per 10 anni, tra le bombe militari e la bomba della povertà?

È in questo contesto che noi, Maristi Blu, continuiamo a lavorare per seminare un po' di gioia nel cuore dei bambini e un po' di speranza nello spirito degli adulti, per aiutare le persone ad avere un lavoro e le famiglie a far quadrare i conti, per educare i bambini e anche gli adulti.

Il nostro progetto “Colibri”, che si prende cura delle famiglie sfollate dal campo di Shahba, continua le sue attività educative e mediche e fornisce supporto materiale alle famiglie in termini di cibo e igiene. Tuttavia, questo progetto è minacciato; l'esercito turco che occupa la regione siriana di Afrin sta bombardando i dintorni del campo e ha lanciato volantini in aereo alla popolazione della regione per avvertirla dell'imminente operazione militare "per liberare la regione dai terroristi"( sic!).

Il progetto “Pane Condiviso” è molto apprezzato dagli Aleppini. Dodici donne cucinano ogni giorno nei nostri locali per preparare un piatto caldo quotidiano (con frutta e pane) che i nostri 25 volontari distribuiscono (con un sorriso e pronti all'ascolto) a mezzogiorno a più di 200 anziani che vivono soli senza famiglia e senza risorse.

Abbiamo iniziato una seconda fase del nostro programma di "Formazione professionale" con 20 giovani adulti che abbiamo collocato come apprendisti presso un artigiano esperto per imparare un mestiere e diventare idraulici, falegnami, elettricisti, meccanici, pittori, sarti ecc.

Il programma "Micro-progetti" continua con la formazione di adulti per guidarli alla formulazione di progetti e il finanziamento di progetti con possibilità di successo. Sfortunatamente, la crisi economica riduce le possibilità di successo.

"Imparare a crescere” e “Voglio imparare”, i nostri due progetti educativi per bambini dai 3 ai 6 anni provenienti rispettivamente da famiglie povere o da quelle sfollate, non hanno potuto accettare tutte le domande di iscrizione e si sono trovati nel rammarico di rifiutare dei bambini che tuttavia avevano bisogno di noi. I nostri locali sono utilizzati al massimo della loro capienza e non possono ospitare più di 210 bambini e le 31 educatrici che li accompagnano.

Seeds, (Semi) il progetto di supporto psicologico, sta crescendo enormemente: Trenta volontari sotto la direzione del nostro capo psicologo si prendono cura di 450 bambini dai 3 ai 16 anni attraverso il programma Lotus per i più piccoli e Bamboo per i più grandi senza dimenticare il sostegno agli adulti.

Heartmade (fatto col cuore) continua a impiegare 13 donne per riciclare resti di tessuti e renderli pezzi unici per le signore. Combattere gli sprechi, proteggere l'ambiente e dare lavoro alle donne, questi i principi del progetto. 

Le candidate si stanno affrettando a registrarsi per il progetto "Sviluppo della Donna". Vengono organizzati due gruppi di 20 donne per sessioni di tre mesi. Laboratori di cultura generale, di istruzioni sanitarie, personal training e visita archeologica arricchiscono il progetto che offre anche uno spazio di convivialità e libertà alle partecipanti.

Il nostro centro di formazione per adulti, il nostro "MIT", organizza workshop di 12h, 20h e 56 ore di formazione su vari argomenti utili. Possiamo accettare solo 20 partecipanti per workshop guidati dai migliori esperti di Aleppo.

Il progetto "Hope" prevede l'insegnamento dell'inglese alle madri.

Continuiamo a distribuire latte ai bambini sotto gli 11 anni “Goccia di Latte”, a contribuire ai costi delle cure mediche per i bisognosi (più di 150 supporti sanitari al mese), a pagare l'affitto di 200 famiglie sfollate che non possono permettersi di pagarlo e a donare, ogni mese, soldi in contanti a 450 famiglie di Aleppo finanziate da famiglie polacche nell'ambito di un programma organizzato da una ONG polacca.

Il numero dei Maristi Blu è in aumento; ora siamo 170 volontari e dipendenti. I nuovi membri devono partecipare alle sessioni di formazione umana e marista prima di essere ammessi definitivamente. Inoltre, un programma di formazione regolare è obbligatorio per tutti i membri.

Siamo persuasi che la situazione non migliorerà fino alla revoca delle sanzioni; per questo gridiamo perchè abbiano fine e chiediamo a voi, cari amici, di fare pressione sui vostri rappresentanti eletti e sulle autorità dei vostri paesi affinché pongano fine alle sanzioni.

Ci rendiamo conto che tutto ciò che facciamo è solo una goccia nell'oceano del bisogno; ma questa goccia è indispensabile per il benessere di migliaia di famiglie.

Cerchiamo di rendere un po' meno Tristi i Volti dei nostri compatrioti e non è facile.

Contiamo sulla vostra solidarietà e sulle vostre preghiere.

Aleppo il 2 novembre 2021

Il dottor Nabil Antaki , per i Maristi Blu.

mercoledì 17 marzo 2021

Cronaca dei 10 anni di guerra contro la Siria. Di Nabil Antaki.

Le sanzioni impinguano le mafie nazionali e sovranazionali, riunendole intorno al banchetto abominevole dell'olocausto siriano.

    Maria Antonietta Carta 


Lettera da Aleppo n. 41 (15 marzo 2021)


Dieci anni fa, il 15 marzo 2011, ebbero inizio gli eventi in Siria. Molte proteste sfociarono rapidamente in un conflitto armato.

I ribelli raccontarono di voler stabilire uno Stato di diritto, uno Stato democratico che avrebbe rispettato i diritti umani e combattuto la corruzione, ma ben presto tutti si resero conto che questi ribelli non erano per niente moderati. Si trattava di  islamisti estremisti (Daesh, al-Nusra e altri) che intendevano abbattere l'unico Stato laico della regione per realizzare ‘’uno Stato islamista con più democrazia e diritti umani’’ (sic!). Erano armati e finanziati dai Paesi più arretrati del mondo, dove non esistono  democrazia o diritti umani, e supportati dai Paesi occidentali intenzionati ad abbattere l'unico governo della regione che osava dire no alla loro egemonia. Dopo essersi sbarazzati dei governanti iracheni e libici, pensavano che sarebbe stato facile: "Questione di poche settimane e voilà". 

A partire dalla ‘’primavera araba’’, tanto lodata dai media occidentali, i Siriani hanno vissuto in un lungo e tremendo inverno (10 anni) che ha distrutto il Paese, le sue infrastrutture, un patrimonio archeologico straordinario, scuole, fabbriche, ospedali; che ha ucciso più di 400.000 persone, causato 5 milioni di rifugiati nei Paesi limitrofi, 8 milioni di persone sradicate - gli sfollati interni che hanno dovuto abbandonare le loro case – e ha spinto un milione di esseri umani sulle rotte migratorie verso l'Europa e altri Paesi occidentali. 

Da 10 anni viviamo in guerra. Sì, 10 lunghi anni. Un tempo superiore alla durata complessiva dei due conflitti mondiali del secolo scorso. Sofferenze, lutti, povertà, miseria sono diventati il nostro destino. Una vita quotidiana che è un incubo. 

L'infanzia dei nostri figli è stata rubata, i loro sogni adolescenziali sono svaniti ed è distrutto il futuro dei nostri giovani. Vivevamo molto bene, prima dell'inizio degli eventi. Il nostro Paese era sicuro, stabile, secolare e prospero. Certo, eravamo ben lontani dalla perfezione, ma nessuna ingiustizia, nessuna violazione dei diritti umani, nessuna riforma mancata può giustificare la distruzione della nostra patria e il sacrificio di generazioni di nostri connazionali.

Sebbene da un anno non ci siano stati quasi combattimenti in Siria, nella nostra vita non esistono altro che prove e patimenti. Attraversiamo una tremenda crisi economica generata da 10 anni di guerra, dalla crisi finanziaria in Libano e dalle sanzioni che Stati Uniti e Paesi europei ci hanno inflitto. Il dollaro si cambia attualmente a 4.000 LireSiriane, mentre valeva 50 LS 10 anni fa e 1000 LS l’anno scorso. L'inflazione è dilagante, l'aumento del costo della vita sbalorditivo, Il 70% delle famiglie vive al di sotto della soglia di povertà. Senza cibo, prodotti per l’igiene e assistenza sanitaria. Per sopravvivere non restano che le ONG.

Confrontando i prezzi dei 10 prodotti più indispensabili, dallo scorso ottobre al 1 ° marzo, ci rendiamo conto che  sono aumentati del 70% in 5 mesi, mentre il reddito non è aumentato. Tutti diventano più poveri e sono sempre a corto di soldi.

Anche se i miei connazionali meritano il titolo di campioni del mondo di resistenza, hanno raggiunto il limite di sopportazione e aspirano soltanto a vivere normalmente e con dignità, come tutti i popoli della Terra.

La pandemia Covid19 ha peggiorato una situazione già gravissima. Tra dicembre e gennaio, abbiamo subito una seconda ondata della malattia. Anche noi Maristi Blu abbiamo pagato un prezzo altissimo con moltissimi i casi tra i nostri volontari o i loro genitori e anche decessi. Abbiamo sofferto molto per la morte del fratello marista Georges Hakim, uno dei nostri pilastri, dopo 15 giorni di ventilazione assistita in terapia intensiva; Margo, la nostra  decana, ha trascorso dieci giorni in ospedale con l’ossigenoterapia. Anche mia moglie Leyla a dicembre e io il mese scorso abbiamo contratto la malattia. Grazie a Dio ora siamo completamente guariti.

In questo contesto di crisi e miseria noi Maristi Blu continuiamo a vivere la compassione e ad agire in solidarietà con i più svantaggiati e gli sfollati. 

Dal 2012 al 2018, sei lunghi e bui anni di guerra, abbiamo mensilmente distribuito cesti alimentari a oltre 1000 famiglie per aiutarle a sopravvivere. Decidemmo di interrompere questo progetto all'inizio del 2019 perché eravamo convinti che fosse giunto il momento per le famiglie di non dipendere più dagli aiuti delle ONG e cominciare a vivere con il frutto del loro lavoro. Purtroppo, la situazione economica attuale è talmente catastrofica che non sono più in grado di sbarcare il lunario e ci hanno implorato di aiutarle nuovamente con i pacchi di cibo.

Secondo gli ultimi dati del Programma alimentare mondiale, "circa il 60% della popolazione siriana non ha accesso a cibo sano e nutriente in quantità sufficiente. Quattro milioni e mezzo di persone sono entrate in questa categoria nel 2020”. Lo scorso novembre, abbiamo quindi ripreso la distribuzione mensile dei pacchi alimentari a circa 1000 famiglie. Ogni cesto del valore di $ 15 può sfamare 4 persone per dieci giorni ed è equivalente all'80% della retribuzione mensile media di un lavoratore. 

Quando decidemmo di interrompere la distribuzione dei cesti alimentari alla fine del 2018, convinti che fosse giunto il tempo per i nostri assistiti di guadagnarsi da vivere con il sudore della fronte, già da diversi anni  avevamo avviato un programma di "micro-progetti ”, il MIT, per insegnare ai giovani del nostro centro di formazione come creare la propria impresa e per finanziare i migliori. È così che, negli ultimi 5 anni, abbiamo finanziato 188 microprogetti e creato un progetto di apprendistato per giovani che, con l’aiuto di professionisti, imparano un mestiere: falegname, meccanico, elettricista, idraulico, parrucchiere, ecc. L'obiettivo di questi due programmi,  micro-progetti e formazione professionale, è la creazione di posti di lavoro per aiutare i giovani a guadagnarsi da vivere del proprio lavoro, a rinunciare all'emigrazione e a non "mendicare" dalle ONG. 

Il nostro progetto "Pane condiviso" continua a offrire a 190 persone molto anziane che vivono da sole un pasto caldo giornaliero, cucinato nella nostra sede da 10 signore e distribuito ogni giorno tra le 13:00 e le 14:00 da una ventina di nostri volontari. Visitandole ci siamo resi conto che alcune avevano anche bisogno di aiuto per la pulizia, il bagno, il cambio del pannolone o l’assunzione dei farmaci.

"Pane Condiviso" ora ha un figlio: il progetto "Assistenza agli anziani".


I volontari del progetto Colibrì continuano a prendersi cura degli sfollati nel campo Al Shahba, che si trova a 40 km da Aleppo. Le nostre due visite settimanali al campo permettono di organizzare attività educative per bambini e adolescenti, curare i malati e distribuire cibo, prodotti igienici e tutto ciò che è necessario per rendere la vita di queste famiglie sfollate un po’ meno penosa. La gioia dei bambini quando arriviamo al campo è pari solo alla gratitudine dei loro genitori nei nostri confronti.

I progetti educativi per bambini dai 3 ai 6 anni "Voglio imparare" e "Imparare a crescere" hanno ripreso le proprie attività a pieno ritmo dopo parecchie interruzioni dovute alla pandemia; interruzioni utilizzate dagli istruttori per rivedere i programmi e aggiornarsi.

Continuano l’attività anche:

- SEEDS, con 25 volontari, che offre un supporto psicologico a bambini, adolescenti e adulti con tre programmi differenti.

- Heartmade, che riciclando vecchi vestiti o scarti di tessuto crea meravigliosi abiti femminili che sono modelli unici.

- Taglio e cucito, per ragazze e madri.

-  Hope, per l’insegnamento dell'inglese.

- Sviluppo della donna, offre uno spazio di convivialità e formazione per le donne.

- Goccia di latte, fornisce una razione mensile di latte a bambini e neonati.  Continuiamo anche ad accogliere gli sfollati e a curare a nostre spese i malati indigenti.

Dall'inizio del conflitto, noi Maristi Blu abbiamo cercato di fare del nostro meglio per alleviare le sofferenze, permettere alle famiglie di vivere dignitosamente, trovargli lavoro, per lo sviluppo umano, per seminare speranza, lavorare per la riconciliazione e preparare la Pace.

 

I Siriani sono stanchi di aspettare la fine del tunnel e poter vivere normalmente. Dieci anni. Quando è troppo è troppo! Chiediamo, a breve termine, la revoca delle sanzioni imposte dagli USA e dall'Unione Europea e, a medio termine, l'instaurazione della pace che dovrebbe essere raggiunta attraverso il dialogo tra Siriani.

Strangolata da sanzioni europee e americane ingiuste e illegali, l'economia non si riavvia. Affermano che le sanzioni non colpiscono l’assistenza  umanitaria. Però, esse impediscono il commercio e l'importazione di prodotti, bloccano tutte le transazioni finanziarie da parte di tutti i cittadini siriani e tutti i progetti di ricostruzione. I funzionari europei raccontano cinicamente che le sanzioni sono mirate per colpire soltanto chi è al potere e i profittatori di guerra, e non riguardano farmaci, attrezzature sanitarie  o prodotti alimentari. Pura ipocrisia. Se i conti bancari di tutti i Siriani sono congelati e nessun cittadino siriano può eseguire transazioni finanziarie quali trasferimenti di denaro, come possiamo acquistare i prodotti esenti? Se conoscete aziende occidentali che accettano di fornirci prodotti gratuitamente, noi saremo acquirenti!

Invece, molti prodotti sono contrabbandati dalla Turchia o dal Libano e venduti sul mercato nero a prezzi esorbitanti, impoverendo la popolazione e arricchendo i profittatori di guerra; cioè avviene esattamente il contrario di quello che sostiene pretestuosamente chi ha decretato le sanzioni. 

Come se non bastasse, gli USA hanno peggiorato le cose con il ‘’Caesar Act" che mette sotto sanzione qualsiasi azienda al mondo osi fare affari con la Siria. In realtà, si tratta di una  punizione collettiva contro la popolazione civile, che la Convenzione di Ginevra definisce crimine contro l'umanità. Le sanzioni servono soltanto per martirizzare la popolazione e  sono assolutamente irrilevanti  per la fine della guerra o la soluzione politica del conflitto.

Da anni, collaboriamo con vari sostenitori per sollecitare la revoca delle sanzioni. Di recente, con i nostri amici svizzeri, francesi e inglesi abbiamo scritto e firmato una lettera aperta al presidente Biden, in occasione della sua investitura il 20 gennaio, chiedendogli di revocare la sanzioni contro la popolazione siriana. Lettere simili sono state inviate al presidente Macron, alla cancelliera Merkel, al primo ministro Johnson e al Presidente della Svizzera. Queste lettere sono state firmate da 95 personalità eminenti: tre patriarchi, due ex arcivescovi di Canterbury, senatori, membri della Camera dei Lord, deputati, vescovi, sindaci, ex ambasciatori e direttori di ONG, poi fatte circolare nei media. Crediamo che potrebbero aiutare a ridefinire la strategia dei vari attori presenti nel conflitto siriano e ad abbandonare lo strumento di sanzioni inumane e illegali. 

A sostegno delle lettere, abbiamo anche lanciato una petizione online e chiediamo a tutti i nostri amici di firmarla per chiedere la revoca delle sanzioni che infliggono sofferenze alla popolazione civile della Siria. Per firmare occorrono 30 secondi, andando sul sito: http://chng.it/2mbTFzm2Dp

 

Papa Francesco ha appena concluso una storica visita in Iraq che, come la Siria sua vicina, ha pagato un caro prezzo per l'invasione, l'occupazione e la partizione organizzate con falso pretesto da chi impone sanzioni e pretende di dare ad altri lezioni sui diritti umani.

Papa Francesco continua a ripetere che siamo "Tutti Fratelli". Dovrebbe  essere ascoltato da coloro che trattano la Siria e i Siriani come nemici.

 

Dr Nabil Antaki a nome dei Maristi Blu di Aleppo

 

Trad. Maria Antonietta Carta


Vi ricordiamo di acquistare il prezioso libro che raccoglie le testimonianze dei Maristi  "LETTERE DA ALEPPO. TESTIMONIANZE DALLA SIRIA IN GUERRA"