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giovedì 14 dicembre 2017

Buone Notizie da Aleppo !





In occasione del 5° anniversario dell'inizio del nostro progetto "Civili feriti di guerra", abbiamo proclamato la chiusura del progetto: la ragione della sua esistenza è infatti finita, Aleppo è stata risparmiata, grazie a Dio, da atti di guerra ormai da 11 mesi. 
Durante una cena familiare che ha riunito i 3 partner del progetto: i medici dell'ospedale Saint Louis, le suore dell'Ospedale e i membri della squadra dei Maristi Blu,  il dottor Nabil Antaki ha presentato un power point che riassume la storia del progetto, la sua specificità e scopo, i suoi risultati e il suo finanziamento. Poi tutti i partecipanti hanno ricevuto un certificato di apprezzamento e una medaglia commemorativa in argento su cui compare da un lato il logo del progetto e sull'altro il logo dei Maristi Blu.

Cinque anni di dono gratuito per curare centinaia di feriti colpiti molto gravemente e salvare la vita di decine, una generosità senza limiti in interventi medici e chirurgici gratuiti da parte dei medici, cure infermieristiche esemplari e un amore infinito da parte delle Religiose e dello staff delle infermiere, un finanziamento senza tetto e un'amministrazione limpida da parte dei Maristi Blu.

In conclusione, vogliamo ringraziare Dio per il successo di questo progetto unico e esemplare e per la Sua protezione verso tutte le persone che vi hanno lavorato.

I Maristi Blu di Aleppo 

mercoledì 27 settembre 2017

Né Guerra né Pace: da Aleppo il racconto dei Maristi Blu


Lettera da Aleppo n. 31 (24 settembre 2017)

  Né Guerra né Pace. È così che posso definire la situazione attuale in Siria in questo settembre 2017, sei anni e mezzo dopo gli eventi che hanno causato la morte di più di 350.000 persone, distrutto gran parte del Paese, sfollato un terzo della popolazione, spinto all'esilio oltre 3 milioni di persone e distrutto i sogni e il futuro dei giovani e di più generazioni di Siriani.
Attualmente, tutte le parti (governo siriano e poteri mondiali) hanno un solo obiettivo: sradicare Daech in Siria dopo averlo sconfitto in Iraq. Gli ultimi bastioni di Daech sono due città a Est: Raqqa, la capitale del sedicente Stato Islamico in Siria e Deir El Zor dove metà della città, la sua gente e la sua guarnigione furono circondati dai jihadisti per oltre 3 anni e riforniti dell'essenziale con ponti aerei. La prima è stata per metà liberata dalle truppe kurde sostenute dagli Stati Uniti. La seconda è sul punto di esserlo; l'esercito siriano, nonostante le pesanti perdite, è riuscito a liberare la città e villaggi nella provincia di Deir El Zor e ha rotto l'assedio della città raggiungendo gli abitanti circondati. I Siriani delle altre città siriane hanno prematuramente manifestato la loro gioia per la liberazione di Deir El Zor, che però non lo è ancora del tutto. Tuttavia, quando Daech sarà definitivamente battuto in queste due città e nei villaggi circostanti, sarà la sua fine in Siria.
Nel resto della Siria, non è "né guerra né pace". Sotto l'egida della Russia e della Turchia e dell'Iran, ad Astana dove si sono svolti negoziati per molti mesi, sono stati conclusi diversi accordi per l'evacuazione dei ribelli dalle enclaves da loro occupate in varie regioni e permesso il loro trasporto nella provincia di Idlib, bastione di Al Nosra. Inoltre, diversi accordi di de-escalation hanno consentito di fermare i combattimenti e congelare la situazione in varie regioni: Damasco, Homs, Idlib ...
I Siriani, pur felicitandosi per la cessazione dei combattimenti qua e là, prendono atto che il congelamento della situazione non durerà e porterà a un caos prolungato, alla divisione o alla suddivisione in aree di influenza, se il congelamento non è accompagnato da importanti progressi nei negoziati per raggiungere un accordo politico definitivo del conflitto.
Quello che ci rende un po' ottimisti è che la maggior parte dei governi arabi, occidentali e turco, che fin dall'inizio hanno sostenuto, finanziato e addirittura armato i ribelli, per la maggior parte terroristi, finalmente hanno capito che il governo siriano non sarà rovesciato dalle armi come pensavano e desideravano, e che una soluzione politica può esistere solo confermando al potere il presidente , largamente sostenuto dalla popolazione, dall'esercito siriano e dall'alleato russo. Da qui le mutate dichiarazioni di alcuni leaders del mondo occidentale indicanti la loro priorità a combattere Daech e il terrorismo (cosa sempre ripetuta dal governo siriano da 6 anni a questa parte) e non la caduta del regime.
Ad Aleppo, dalla fine del 2016 (data dell'evacuazione degli ultimi terroristi verso Idlib e della liberazione della città), la situazione a tutti i livelli è notevolmente migliorata. Come prima del luglio 2012, non esistono più una Aleppo Est e una Aleppo Ovest, ma una sola città: l'Aleppo multimillenaria. Alcune parti di Aleppo, quelle più occidentali, continuano purtroppo a ricevere proiettili di mortaio quotidianamente lanciati dai ribelli installati a 10 km dalla città sul lato di Idlib.
Ma la stragrande maggioranza dei quartieri è sicura e gli Aleppini possono circolare e vivere senza la paura di un obice o del proiettile di un cecchino. Uno straniero che avesse seguito gli avvenimenti e il martirio di Aleppo, se venisse a trovarci adesso, sarebbe stupito dalla densità del traffico, dall'illuminazione degli incroci, dai bar affollati, dalle strade prima chiuse e ora riaperte al traffico, dai giardini pubblici pieni di bambini che giocano, dagli autobus per il trasporto scolastico in funzione, dai marciapiedi liberati delle migliaia di bancarelle che funzionavano come negozi e per la riapertura di molti negozi chiusi durante la guerra. L'acqua corrente ci viene nuovamente fornita almeno due giorni alla settimana e l'elettricità è fornita 12 o 15 ore al giorno.
(foto Pierre Le Corf)
Tuttavia, il quadro non è poi così roseo. Questa situazione "né di guerra né di pace" non incoraggia le centinaia di migliaia di Aleppini, rifugiati o sfollati, a tornare. L'Organizzazione Internazionale per la Migrazione (IOM) ha affermato di recente che 600.000 persone, la maggior parte della provincia di Aleppo, sono tornate nelle loro case. Questo numero deve essere un po' sfumato perché la maggior parte di queste persone erano sfollati interni che si erano trasferiti in un'altra zona della città o in un'altra città siriana. Questa situazione non aiuta nemmeno la ricostruzione -perché ricostruire se non c'è pace?- nè la ripresa economica, perchè gli investitori restano in attesa. Il costo della vita e la disoccupazione sono ancora molto alti e perciò la povertà. La maggioranza delle famiglie degli Aleppini ha ancora bisogno di aiuto per sopravvivere.
Di fronte a questa situazione e a questi nuovi sviluppi, noi Maristi Blu vogliamo favorire la ricostruzione, concentrarci sullo sviluppo umano e lavorare per ricostruire il futuro dei Siriani e della Siria. Dall'inizio del conflitto, nei momenti peggiori della guerra di Aleppo, quando i programmi di soccorso assorbivano le nostre risorse umane e materiali, abbiamo mantenuto i nostri progetti educativi e ne abbiamo iniziato di nuovi. E ora, pur continuando i nostri progetti di soccorso, abbiamo deciso di rafforzare i nostri programmi di sviluppo umano. Crediamo fermamente che far crescere l'umano contribuisca ad implementare la pace e a preparare il futuro. Tuttavia, non intendiamo fermare i nostri programmi di soccorso, la gente ne ha ancora bisogno.
In quest'ottica abbiamo iniziato un nuovo progetto che abbiamo chiamato JOB, Job per lavoro in inglese e Job (Giobbe) per il profeta famoso per la sua pazienza, qualità necessaria per il successo del nostro progetto. Esso implica l'individuazione di posti di lavoro per i nostri giovani, favorire la creazione di piccoli progetti e incoraggiare la formazione professionale; ciò per rendere le famiglie finanziariamente indipendenti dagli aiuti ricevuti ormai da più di 5 anni e che un giorno dovranno naturalmente finire, per incoraggiare i giovani a rimanere nel paese e, infine, per partecipare alla ricostruzione della Siria. Un team di volontari è responsabile del progetto. Redige gli elenchi delle offerte e delle richieste di impiego e fa in modo che offerta e richiesta s'incontrino. Aiuta i giovani a immaginare e a realizzare i propri progetti di lavoro e li supporta finanziariamente. Forma altri giovani ai mestieri, inviandoli a nostre spese a centri di apprendistato e infine crea dei workshop di produzione per creare posti di lavoro garantendo la redditività dell'impresa. In questa ottica inizieremo presto una bottega di riciclaggio di abiti usati che fornirà lavoro a una dozzina di donne.
Il nostro centro di istruzione per adulti, M.I.T., inaugurato alla fine del 2013, ha celebrato i suoi 4 anni di esistenza due settimane fa con un incontro a cui abbiamo invitato tutti i responsabili delle associazioni caritative e per lo sviluppo di Aleppo. In 4 anni abbiamo organizzato 77 workshop di 3 giorni ciascuno con 1404 persone guidate da 28 istruttori. Inoltre, abbiamo organizzato due sessioni di 100 ore per insegnare a 35 giovani adulti "come avviare il tuo progetto". Abbiamo sostenuto finanziariamente i 6 migliori progetti in termini di fattibilità e creazione di posti di lavoro. Continueremo queste lunghe sessioni sullo stesso tema per dare al maggior numero possibile di giovani la possibilità di imparare a creare la propria attività e, quando necessario, li finanzieremo.
In collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), apriremo un laboratorio di abbigliamento per bebè e bambini che fornirà lavoro a 24 persone, laboratorio guidato da un Marista Blu. Per due mesi, su richiesta dell'UNDP, condurremo anche tre progetti con l'obiettivo di rinnovare i legami, spesso problematici e tesi e talvolta spezzati dalla guerra, tra le varie parti della popolazione di Aleppo, per guarire le ferite e per riparare il tessuto sociale della Siria di domani.
Tutti gli altri progetti educativi continuano. I due progetti per i bambini dai 3 ai 6 anni "Imparare a crescere" e "Voglio imparare" riprendono le loro attività con i bambini il 2 ottobre, dopo che le 24 insegnanti hanno trascorso tutta l'estate creando i nostri programmi educativi. La squadra di "Skill School" per gli adolescenti ha lavorato duramente per preparare il programma per l'anno. "Taglio e cucito" continua con le mogli, le madri e le figlie, "Lotta contro l'analfabetismo", "Speranza" e "Douroub" riprenderanno presto le loro attività.
Stiamo provando con tutti questi programmi ad emancipare le persone, preparare il loro futuro e dare loro strumenti per avere un'attività professionale che permetterà loro di vivere.
I nostri programmi di soccorso continuano. Riteniamo, dopo una profonda riflessione e un dialogo all'interno del nostro team, che sia sempre necessaria l'assistenza alla popolazione e che il momento per ridurre il volume del nostro aiuto o per fermarlo non sia ancora arrivato. Soprattutto perché molte delle nostre famiglie sono di nuovo senza risorse, perchè il marito è stato richiamato a servire la patria come riservista.
  Continuiamo a distribuire pacchi alimentari e sanitari ogni mese a circa 1000 famiglie. Aiutiamo le famiglie sfollate a pagare l'affitto delle loro case, distribuiamo l'acqua a chi ne ha bisogno. All'inizio dell'anno scolastico, abbiamo dato a tutti i bambini delle nostre famiglie buoni per l'acquisto di materiale scolastico. Il nostro programma "Goccia di latte" è al suo 29°mese di distribuzione del latte ai bambini di età inferiore ai 10 anni.
 Per quanto riguarda i nostri due programmi medici, siamo lieti di annunciare che il progetto "Civili Feriti di Guerra" è, grazie a Dio, rallentato per la diminuzione dei feriti dopo la liberazione di Aleppo.  Viceversa, il nostro programma medico per aiutare i malati finanziariamente incapaci di prendersi cura di se stessi o di farsi operare si amplia moltissimo, visto il numero delle persone in grande difficoltà.   
   [ N.D.R.: A questo proposito, ricordiamo ai lettori italiani che il progetto 'Aiutiamo Mahmoud' promosso dai Maristi di Aleppo ha ottenuto tramite la trasmissione Tv LE IENE pieno successo: il piccolo Mahmoud ha le sue due gambette nuove e un ortopedico gli fa riabilitazione per le protesi 3 giorni alla settimana; da ottobre anche Mahmoud al mattino potrà partecipare al progetto dei Maristi Blu 'Voglio imparare' ed inserirsi in un percorso scolastico]
In estate abbiamo organizzato nel nostro Centro un club estivo dove le famiglie e i loro figli sono venuti nei pomeriggi per rilassarsi, giocare e trascorrere momenti piacevoli sorseggiando un caffè o una bibita con i loro amici.
Negli ultimi 6 anni abbiamo attraversato periodi diversi che abbiamo dovuto gestire con mezzi differenti. La situazione attuale di "Né guerra né pace" è una delle più difficili, perché le nostre risposte alla situazione non sono scontate. E' un momento che richiede a noi riflessione e adattamento costante alle nuove esigenze, e alle famiglie beneficiarie una rieducazione alla pace tanto desiderata. Vogliamo seminare la Speranza tra le persone e vederla espandersi nella fiducia, nella serenità e nell'amore.
I Fratelli Maristi, nostri partner in seno ai Maristi Blu, il cui carisma e spiritualità condividiamo, in Colombia stanno tenendo attualmente il loro 22° Capitolo Generale, durante il quale i fratelli partecipanti definiranno gli orientamenti della congregazione per gli anni a venire ed eleggeranno la nuova dirigenza. La scelta di tenere il Capitolo in Colombia, al posto di tenerlo presso la casa generalizia di Roma dove si è sempre fatto, è significativa della volontà della congregazione di aprirsi verso "nuovi orizzonti" e di sottolineare la pace che si sta preparando in quel Paese, vittima di una guerra che dura da decenni.
Anche noi, i Maristi Blu, sogniamo di andare verso nuovi orizzonti, verso un nuovo inizio di un tempo da costruire, da realizzare nella convivenza, la concordia, la cittadinanza responsabile e la Pace.
"Né guerra né pace" era il titolo di questa lettera da Aleppo n. 31. Che la n. 32 tra 3 mesi vi possa dire: Nessuna guerra ma una pace vera.
Aleppo, 24 settembre 2017
Nabil Antaki,   per i Maristi Blu

    ( trad. dal francese : Gb.P.)
Chi desidera inviare donazioni può contattare:  https://www.facebook.com/MaristesAlep

sabato 24 giugno 2017

"La testimonianza della carità è la via reale dell'evangelizzazione": il servizio dei Maristi Blu


 Il servizio dei « Maristi Blu » - Nabil Antaki / Georges Sabe
Famiglia Cristiana: 13/06/2017 
 - di  Antoine-Marie Izoard
Mentre batte il sole di giugno, le strade di Aleppo sono quasi deserte in questo Venerdì di Ramadan; ma c'è dell'agitazione nel quartiere di Mohafazat: nei pressi del Collegio Champagnat, alcuni minibus vanno e vengono.
Oggi, come accade un venerdì di ogni mese, quasi trecento famiglie di famiglie di Cristiani sfollati vengono a ritirare dai "Maristi Blu" un po' di cose con le quali vivere più dignitosamente. Uno dopo l'altro, padri e madri di famiglia ricevono delle borse di plastica ben riempite: Un "cesto alimentare", con gli spaghetti, del boulgour, dell'olio, del tè, dello zucchero, del formaggio; un "cesto sanitario", contenente sapone, del dentifricio, detersivi per stoviglie e per il bucato e beni di altro tipo. Ricevono anche un buono d'acquisto di 9.000 lire siriane (circa 38 €.) che permetterà loro di procurarsi dei vestiti nuovi, così come denaro contante per potere pagare pochi Kw/h di elettricità per far funzionare una lampadina ed un televisore, alimentati dai grossi generatori che sono sistemati lungo le strade. Per la metà di queste famiglie è la disoccupazione. Per un altro buon numero, il magro stipendio dei genitori basta appena per procurarsi del pane, con un'inflazione galoppante.
Atti di "solidarietà", più che di "carità"
Dietro i tavoli, il Fratello Georges Sabe e il Dott. Nabil Antaki coordinano questa distribuzione condotta da una ventina di volontari in maglietta blu (il colore dell'abito dei primi Fratelli Maristi intorno a Marcellin Champagnat, fondatore della congregazione all'inizio del XIX° secolo). In questa vecchia caserma del tempo dell'occupazione francese, la distribuzione è organizzata minuziosamente, ma i volontari si intrattengono con ciascuno in un'atmosfera di gioiosa accoglienza: "Non si fa la carità, spiega il Dr. Antaki, ma un'opera di solidarietà."
Questa settimana è la volta dei cristiani della collina di Al Saydé, sfollati dal loro quartiere quando questo è stato invaso dai ribelli il Venerdì Santo del 2013. Ogni mese, sono in totale circa un migliaio le famiglie, tra cui un terzo di musulmani, che affollano la sede dei "Maristi Blu".
"Aiutare i musulmani è la testimonianza che si può vivere insieme," spiega il Dott Antaki.
Jonny e Marie hanno ritirato i loro preziosi sacchetti di plastica e si preparano a risalire sul bus per tornare al loro alloggio temporaneo, parzialmente finanziato dai "Maristi Blu." Questa coppia di fedeli greco-ortodossi non sa se potrà tornare un giorno a vivere nel proprio appartamento; ma Maria è entusiasta di portare il latte, il formaggio, e del patè ai suoi due bambini di 4 e 7 anni. "E' la cosa più importante", ci confida.
Curare un rapporto delicato coi musulmani.  

Mentre continua la distribuzione, risa di bambini risuonano in un cortile, dietro l'edificio. Alcuni adolescenti giocano. Mentre si agitano su un'immensa scacchiera colorata, il Fratello Georges spiega che quest'altro progetto dei Maristi è un luogo di educazione alla pace. "Bisogna insegnare loro a crescere insieme. Nella crisi attuale, accompagnare questi giovani che sono segni di speranza, è un investimento sul futuro." La questione del rapporto con l'altro, coi musulmani in particolare, è fondamentale per i Fratelli Maristi. "Abbiamo relazioni molto buone coi musulmani, il problema sono i fanatici", confida il Fratello George, prima di sottolineare l'importanza di curare i rapporti coi fedeli dell'Islam, "una relazione delicata come un merletto.".  Per continuare a tessere dei legami tra i giovani, i maristi preparano i campi estivi che verranno animati dai capi scout.
Nel frattempo, nel centro di Aleppo, le donne si affollano davanti a una piccola finestra aperta sulla strada. Questo è il programma chiamato "la goccia di latte" : Ogni mese, i Maristi offrono alle famiglie cristiane, del latte in polvere per i bambini di età compresa tra 1 e 10 anni, così come scatole di latte per i neonati. Quasi tremila bambini ne traggono beneficio.
L'assistenza fornita dai Maristi Blu comprende anche un programma per la lotta contro l'analfabetismo, un laboratorio di taglio e cucito per aiutare le donne a ritrovare un impiego, e anche altre iniziative per i più giovani. Il programma "voglio apprendere" accoglie un centinaio di bambini tra i 7 e i 13 anni che non frequentano la scuola. Alcuni volontari tengono loro dei corsi per insegnare a leggere, scrivere e far di conto.
Su iniziativa del Dr. Antaki, i Fratelli Maristi curano gratuitamente i civili, di ogni confessione, feriti da arma da fuoco o per schegge di granata, all'ospedale Saint-Louis. Un altro progetto finanzia mensilmente un centinaio di altri atti medici (interventi, visite, esami, cure) per quelli che non hanno i mezzi per pagarsi il costo di un'operazione chirurgica, di un'ospedalizzazione o di un semplice esame. Lungi dal rinunciare, laici e Fratelli Maristi vogliono continuare ad instillare la speranza ad Aleppo. "La testimonianza della carità è la via reale dell'evangelizzazione", ci ripete il Dr. Antaki, citando Papa Francesco.

lunedì 20 marzo 2017

I Maristi di Aleppo... con cauto ottimismo

Lettera da Aleppo N° 29
15 marzo 2017
di Nabil Antaki, per i Maristi Blu.

Per gli abitanti di Aleppo, l’incubo terminò il 23 dicembre 2016. In quel giorno l’ultimo convoglio di ribelli e di terroristi, che occupavano i quartieri est e sud dal luglio 2012, con una supervisione neutrale lasciò la città per una provincia vicina, Idleb, ancora controllata dai terroristi di Al-Nusra. Gli Aleppini esultarono per la liberazione della loro città. Non esisteva più est e ovest. Aleppo era tornata ad essere, come è sempre stata, un’unica città sotto il controllo dello Stato Siriano. Solamente 15.000 abitanti dei quartieri est scelsero di essere evacuati per Idleb insieme ai ribelli. Gli altri, oltre 100.000, che avevano subito  l’occupazione senza averla scelta, ma semplicemente perché le loro abitazioni si trovavano lì, rimasero in Aleppo. Avevano sofferto molto, ma finalmente si sentivano sollevati dopo quattro anni di occupazione terrorista e tre mesi di assedio da parte dell’esercito siriano.
Per il milione e mezzo di abitanti dei quartieri ovest sotto controllo governativo, la liberazione portò un sentimento di sicurezza perso da più di quattro anni: la sicurezza di non ricevere più razzi, bombole del gas trasformate in bombe e tiri di cecchini, ma ottimismo prudente. Bombe continuano a cadere occasionalmente ancora oggi sui quartieri periferici nella zona ovest, lanciate da ribelli tuttora presenti ad alcuni chilometri nella periferia ovest.
Come tutti gli Aleppini, anche noi abbiamo visitato le vecchie linee del fronte, il quartiere storico Jdeideh, la città vecchia intorno alla Cittadella e i quartieri est e sud. La vastità delle distruzioni supera ciò che avevamo immaginato. A Midan, quartiere armeno, a Jdeideh, quartiere storico dei cristiani, a Hanano, à Sukari etc., la realtà supera spesso l’immaginazione. Con la liberazione, la città riprende un aspetto più normale e più civile. Tutte le strade – la maggior parte erano state chiuse da barricate o muri di pietra durante i quattro anni di guerra - sono state riaperte alla circolazione. I pedoni riempiono le vie. La gente cammina serena, senza temere la morte che la spaventava prima della liberazione. Il traffico automobilistico è denso. I semafori e l’illuminazione delle rotonde, alimentati da pannelli solari installati ad ogni crocevia, funzionano di nuovo. È ripresa la raccolta dei rifiuti ed i giardinieri comunali sono tornati al lavoro nei giardini pubblici e nelle aiuole. Le scuole e l’Università funzionano normalmente, ma cauto ottimismo.
La vita quotidiana è ancora molto difficile. L’inverno è stato particolarmente rigido, e per la penuria di oli combustibili e assenza di elettricità è stato quasi impossibile riuscire a scaldarci nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio. Come durante gli ultimi due anni, e malgrado la liberazione, continuiamo ad essere privi di elettricità. La acquistiamo, a prezzi molto alti, da proprietari di generatori privati che abbondano sui marciapiedi della nostra bella città diventata molto brutta con questi generatori che inquinano ed i cavi elettrici che pendono ovunque. Le autorità si sono impegnate moltissimo per collegare nuovamente Aleppo attraverso l’alta tensione al circuito nazionale. Sembra che l’operazione sia riuscita e adesso abbiamo un’ora di elettricità al giorno. L’acqua corrente è ancora tagliata. Durante l'occupazione, l'acqua proveniente dall’Eufrate verso i bacini di trattamento fu bloccata perché la stazione di pompaggio era nelle mani dei ribelli di Aleppo est. Ora, la stazione di pompaggio è di nuovo sotto il controllo del governo siriano, ma l’ISIS, che occupa la piccola città di Khafsa sull'Eufrate, controlla il flusso dell’acqua. L'esercito siriano sta cercando di riconquistare Khafsa, ma cauto ottimismo.
Nel frattempo, un milione e mezzo di Aleppini continuano a utilizzare l'acqua, spesso insalubre, dei 300 pozzi in città. Le infezioni intestinali si sono moltiplicate. Alcune famiglie di sfollati sono rientrate nelle loro case; altre devono fare grandi riparazioni; altre aspettano il completamento dello sminamento e il ripristino delle infrastrutture rovinate; altre ancora, le cui abitazioni sono completamente distrutte, devono attendere la ricostruzione. I progetti di riedificazione della città sono numerosi e molte organizzazioni internazionali e nazionali hanno chiesto i permessi per partecipare al rifacimento di dieci scuole, al ripristino di duecento appartamenti, al restauro della città vecchia, etc. ... ma cauto ottimismo. Nulla è ancora iniziato. Aspettare per vedere.
La crisi economica è molto grave. In sei anni di guerra, la popolazione si è impoverita a causa della disoccupazione, e il costo della vita è aumentato vertiginosamente. Situazione paradossale: gli Aleppini non trovano lavoro, ma le piccole imprese che cominciano a timidamente a riaprire non trovano lavoratori qualificati. La maggior parte dei giovani è arruolata nel servizio militare o come riservista o ha lasciato il Paese per lidi più sicuri. Gli Aleppini hanno, ora più che mai, bisogno di aiuto per sopravvivere.
Nel frattempo, la guerra continua con il coinvolgimento di numerose forze straniere. Una parte del territorio e molti piccoli centri sono stati ripresi all’ISIS. Alcuni si trovano nuovamente sotto il controllo dello Stato siriano, altri sotto il controllo di Curdi, Turchi o islamisti. Negli ultimi due mesi, si sono svolti negoziati inter-siriani sotto gli auspici di Iran e Russia a Astana e sotto l'egida delle Nazioni Unite a Ginevra. Non c’è stato alcun progresso, ma cauto ottimismo. Si è stabilito ed accettato un elenco dei problemi, ed è stata fissata la data per la ripresa dei negoziati.
Nessuna delle centinaia di famiglie sfollate che beneficiavano dei vari programmi dei Maristi Blu è potuta tornare a casa. Abbiamo anzi inserito molte famiglie di nuovi sfollati che vivevano nei quartieri orientali e che sono venuti ad abitare con dei vecchi sfollati loro parenti. Noi, Maristi blu, non abbiamo né i mezzi né le competenze né la missione di partecipare alla ricostruzione fisica della città, ma riteniamo che la ricostruzione dell'uomo sia fondamentale e, per quanto ci è possibile, vi mettiamo tutto il nostro impegno.
Abbiamo ulteriormente sviluppato i nostri progetti educativi e ne abbiamo avviato di nuovi. Il nostro centro di formazione per adulti, "il M.I.T." continua ad organizzare due seminari al mese su tematiche ben definite per persone dai 20 ai 45 anni. Nel mese di febbraio, frère George ha tenuto un seminario su: "il perdono per la riconciliazione" e stiamo prendendo in considerazione, data la sua importanza, di riproporlo ad altri gruppi il prima possibile. Convinti della necessità di aiutare i giovani a lavorare per vivere e sfuggire al circolo vizioso guerra - catastrofica situazione economica - disoccupazione - povertà - assistenzialismo o migrazione, abbiamo organizzato, alla fine del 2016, un seminario di 100 ore in due mesi per i giovani di età compresa tra i 20 e i 35 anni sul tema: "Come realizzare il proprio progetto." Venti partecipanti hanno appreso dai migliori esperti come pensare, creare e sviluppare un progetto. Alla fine del corso, la giuria ha selezionato i quattro migliori, fattibili in termini di redditività e prospettive di successo, e li abbiamo parzialmente finanziati. Dato il buon esito dell’iniziativa, abbiamo appena ricominciato con altri quindici partecipanti. 
Recentemente, hanno preso il via diversi programmi educativi e di consulenza.
  • "Taglia e cuci" insegna ad una trentina di signore a cucire e a confezionare vestiario per la famiglia e anche per trovare un posto di lavoro nelle fabbriche di abbigliamento che riaprono e cercano operaie. Il primo gruppo sta per completare i quattro mesi di apprendimento e le iscrizioni al prossimo corso sono già numerose. Approfittiamo della loro partecipazione a corsi di cucito per offrire anche principi di formazione personale e supporto psicologico.
  • "La speranza" è un progetto che si propone di insegnare una lingua straniera, inglese o francese, a giovani madri con bambini che frequentano la scuola elementare. Infatti, l'insegnamento di una lingua straniera inizia dalla prima elementare. Le madri sono contente, perché oltre alla soddisfazione personale sarà loro possibile seguire l’istruzione dei propri figli.
  • "Douroub" accoglie bambini di 10-11 che sono stati finora trascurati dai nostri vari progetti. Con un team di tre guide, si incontrano per le attività educative e ricreative." ‘’La lotta contro l'analfabetismo" continua su due livelli. Il livello superiore, per coloro che hanno già partecipato alla prima sessione di due mesi per gli insegnamenti della terza elementare: cioè comporre frasi, lettura e scrittura. Il livello per principianti, con un nuovo gruppo di genitori e giovani analfabeti che insegna a scrivere e leggere le parole.
    - "Discipline di crescita personale e professionale" per 75 adolescenti, "Impara a crescere" e "voglio imparare", con 200 bambini dai 3 ai 6 anni, proseguono con entusiasmo i loro bei programmi per educare e sostenere i bambini ed i giovani.
    - I nostri vari programmi di soccorso continuano ad aiutare gli sfollati e i poveri. "I Maristi Blu per gli sfollati" aiuta quasi 1.000 famiglie, cristiane e musulmane, a sopravvivere per mezzo di una congrua distribuzione di panieri alimentari mensili, denaro contante per pagare un ampere di energia elettrica acquistata da generatori privati e un buono al mese per carne o pollo. Aiutiamo anche famiglie sfollate a pagare l'affitto per la loro sistemazione temporanea.
  • Il programma "Feriti civili di guerra" che, per anni, ha curato e salvato migliaia di feriti, per fortuna ha rallentato, grazie alla liberazione di Aleppo, ma continuiamo a curare sia nuovi feriti da mine, lasciate dai ribelli prima della loro partenza, sia vecchie lesioni già curate, ma che richiedono altre cure o un intervento chirurgico. Invece, il ‘’Programma medico Maristi Blu" si è sviluppato in modo significativo a causa dell'aumento della povertà, della disoccupazione e del costo della vita. Per i pazienti che non hanno i mezzi, abbiamo contribuito alle spese di interventi chirurgici, trattamenti in ospedale o per i farmaci (il prezzo dei farmaci di fabbricazione locale è aumentato del 400%) di radiografie, ecografie e test di laboratorio.
  • Il programma "Ho sete" distribuisce ogni giorno, con i nostri quattro camioncini, l'acqua nelle case di 40-45 famiglie. Per la difficoltà di riempire i furgoni ai pozzi scavati ovunque in Aleppo e presi d’assalto dalle 8 del mattino alle 10 di sera con lunghe code d’attesa, abbiamo iniziato la trivellazione dei nostri pozzi. Possiamo quindi riempire rapidamente e distribuire acqua a un maggior numero di famiglie.
  • Infine, il programma "Goccia di latte" è giunto al ventiduesimo mese, con la distribuzione a 3000 bambini. Questo progetto chiave per la crescita e lo sviluppo dei nostri figli non ha smesso un solo giorno, malgrado le difficoltà di approvvigionamento del latte, in particolare quello speciale per neonati, e l'alto costo.
  • Dopo la liberazione di Aleppo e nonostante il nostro cauto ottimismo, il compito diventa ancora più importante di prima. Anzi, enorme! Saremo in grado fisicamente, moralmente e finanziariamente di affrontare le sfide? Di aiutare gli sfollati a tornare a casa quando sarà il momento? I disoccupati a trovare un lavoro? I traumatizzati a guarire le loro ferite? I disperati a ritrovare la speranza? I bambini a vivere la loro infanzia rubata dalla guerra? Le persone a perdonare? A riconciliarsi? Saremo in grado di convincere le persone a non lasciare il Paese? L'esodo continua, e ogni giorno amici, conoscenti, volontari, dipendenti o beneficiati ci dicono un arrivederci che assomiglia di più a un addio. Nonostante tutto, continuiamo a vivere il nostro impegno e, con cauto ottimismo, appoggiamo questo estratto dal bel testo del nostro amico P. Jean Debruynne: "Resistere è ostinarsi a guardare lo stesso pezzo di cielo, anche quando è grigio o nero, anche se è come un fazzoletto imprigionato tra mura troppo alte. Resistere è non rinunciare mai a guardare il sole dall’apertura di un tombino. Resistere è essere abbastanza testardo per vedere sorgere il giorno dietro il filo spinato. Resistere non è cedere all'obbligo di tacere. Resistere è fierezza. Resistere è rifiutare l'intolleranza, l'indifferenza e la negazione delle differenze. Resistere è non mollare mai. Resistere è non accettare mai la tranquillità. Resistere è scegliere di essere responsabili. Resistere è stare in piedi davanti a Dio. In piedi e non proni o in ginocchio. Perché resistere è inventare l'amore. "
Crediamo anche che resistere sia la speranza, come a Pasqua, che dopo la morte c'è resurrezione.
Nabil Antaki | 15 marzo 2017 | Per i Maristi Blu

Traduzione : Maria Antonietta Carta

venerdì 4 novembre 2016

DA ALEPPO OVEST (2°parte): testimonianze dei Fratelli Maristi

Estratti dal Diario :

Il 30 ottobre 2016: l'offensiva dei ribelli armati è al suo terzo giorno. Da una parte, avanzando dal lato ovest, hanno preso la Dahiyet al Assad, e dall'altra parte bombardano con mortai tutte le zone di Aleppo da tutti i lati: quello a ovest, da dove provengono gli assalitori, e da est, dove stanno tutti quelli che sono assediati. Gli abitanti di Aleppo sono molto terrorizzati. Soprattutto quelli che abitano in Hamadaniye e ad Halab al Jadida hanno lasciato le proprie abitazioni.

Da venerdì 28 ottobre, ci sono stati molti morti e feriti tra la popolazione civile e l'esercito siriano. Ci dicono che gli ospedali sono sopraffatti dal numero dei feriti. Le autorità della città hanno decretato la chiusura delle scuole per una settimana.





Oggi abbiamo vissuto la nostra "pausa" (incontro) mensile con la squadra dei Maristi blu. Abbiamo organizzato, Leyla ed io, questa giornata sul tema "Chi è il mio prossimo?". Abbiamo iniziato a leggere la parabola del buon samaritano per mettere in rilievo chi è il "prossimo" secondo la visione cristiana. Con tutto il gruppo, 10 persone: i 2 Fratelli George, Margot, Luma, Mirna, Hadi, Kamel, Aline, Leyla ed io, abbiamo iniziato la visita a 3 famiglie tra quelle che vengono da noi e usufruiscono dei nostri programmi.


La famiglia "S." è composta dalla madre e da due fratelli adulti disabili mentali e il papà, anche lui malato mentale che vive presso le suore di madre Teresa. Già, in tempi normali, le piccole stradine di Midane sono brutte, e ora, a causa della guerra, sono terribili: piccole viuzze sporche, cavi elettrici che pendono dovunque e dagli immobili fatiscenti proviene un odore nauseabondo. Saliamo 5 piani per trovarci da questa famiglia. Un piccolo appartamento: una camera da letto per le tre persone e un soggiorno da 8 mq. La madre è anziana e deve fare tutto da sola, finanche portare le taniche d'acqua fino al quinto piano. Z., il figlio, è malato mentale e anche ipovedente. Ci ha parlato in "straniero", lingua composta da parole di sua invenzione. Suo fratello, disabile mentale come lui ma che si muove, non era a casa.

Poi siamo stati ad Achrafiyé, quartiere popolare dei poveri, bombardato dai ribelli-terroristi di Bani Zeid per 4 anni e considerato, prima della guerra, come il quartiere dei curdi. Una grande folla nelle strade, edifici per metà distrutti dalle bombe ma abitati. 

Facciamo visita ai "Sa." Il papà ha un problema di vista con un restringimento del campo visivo che permane nonostante le 2 operazioni chirurgiche che ha subito e non può lavorare, la mamma deve fare tutto e accudire 5 bambini di cui la maggiore ha 12 anni. Abitano in un appartamento infetto, piuttosto un tugurio, senza rubinetti né acqua. Per fortuna che la "Mezzaluna rossa" ha installato 2 grandi serbatoi alla rotonda. Devono fare la spola tutti i giorni per avere dell'acqua. Quando siamo arrivati, non c'erano in casa che i bambini, i genitori erano al funerale del cugino morto durante i combattimenti.
La nostra terza visita ci ha portato dal lato della rotonda Chihane dove vive la famiglia "H.R." una donna con i suoi 9 figli, l'ultimo di 16 mesi non ha conosciuto suo padre che li ha lasciati da più di un anno per andarsene da solo o con un'altra moglie in Turchia. Questa famiglia viveva prima della guerra a Boustan al Bacha. Nel luglio 2012, quando i ribelli hanno invaso Aleppo-Est, è scappata ed è venuta a stabilirsi in una delle scuole di Cheikh Maksoud dove l'abbiamo conosciuta.

Nel marzo 2013, i ribelli avevano invaso il quartiere, quindi se ne vanno una seconda volta per sistemarsi a "1070" un complesso immobiliare incompiuto (a causa della guerra) con delle carcasse di immobili senza pareti né sanitari. Questa famiglia ha quindi cercato di realizzare lì uno pseudo-appartamento. Nel frattempo, la mamma ha fatto sposare 2 delle sue ragazze piuttosto giovani, 15-16 anni. I ragazzi, tra cui quello di 12 anni , lavorano a rovistare nella spazzatura per raccogliere la plastica e il cartone per venderlo al riciclaggio e guadagnare un po' di lire per far vivere la famiglia. Il lavoro di Hammoudé, 10 anni, il nostro protetto, consisteva nel trasportare le taniche d'acqua dal serbatoio centrale del complesso "1070" a "casa" e veniva ogni giorno a casa nostra per prendere alcune porzioni del pasto caldo che serviamo ogni mezzogiorno a più di 800 persone. Che il tempo fosse bello o brutto, sotto il sole o con la pioggia, camminava per più di un'ora per venire da noi e altrettanti per tornare a casa con i secchi di cibo. È biondo con gli occhi azzurri ma spesso così sporco che stava diventando marrone. Allora, si faceva il bagno a casa nostra e i suoi colori naturali tornavano. Da un mese, il "1070" è stato invaso dai ribelli e per la terza volta, la famiglia H.R. l'ha lasciato per rifugiarsi a casa di una delle ragazze sposate. Poi hanno trovato un rifugio al quinto piano di un edificio per metà distrutto alla rotatoria Chihane. Quando siamo tornati alla loro "casa", siamo rimasti sorpresi nel vedere i pezzi mancanti delle pareti sostituiti con assi di legno non fissati; vale a dire, che possono essere spostati con un dito per poi trovarsi davanti il vuoto.

Ecco alcuni esempi della sofferenza e della miseria di qualche migliaio di famiglie che abbiamo in carico e aiutiamo a sopravvivere.
Al nostro ritorno, ci siamo scambiati le nostre impressioni, discusso su chi è veramente il nostro prossimo, di come trasformare una persona diversa da noi nel prossimo, senonché di avvicinarci noi stessi a lei per farne un prossimo a prescindere da una vicinanza familiare, di clan, religiosa o sociale.

Abbiamo parlato molto di dignità da ridare, di rapporto da pari a pari, di uno sguardo d'amore che non giudica ma trasforma il "diverso" nel prossimo. Tutti questi valori sono alla base del nostro lavoro di solidarietà.

Durante la nostra visita ad Achrafiyé, abbiamo incontrato molte famiglie di Halab al Jadida in fuga dal loro quartiere, recanti fagotti, vagando per le strade alla ricerca di un rifugio, di un appartamento in affitto. Achrafiyé è saturo, anche gli edifici distrutti, le cantine, le terrazze, le scale senza inferriate sono abitate. Questa sera, A-H. D. ha telefonato per chiedere aiuto perché hanno finalmente trovato un rifugio a 30.000 Lire Siriane mensili. Gli abbiamo detto di affittarlo e poi il tempo di arrivare a casa sua con la somma dell'affitto per 6 mesi. Un quarto d'ora più tardi, Leyla e i fratelli Giorgio erano sul posto ma l'appartamento era già stato affittato da altri.

Continuiamo a portare all'ospedale persone ferite da arma da fuoco e da colpi di mortaio lanciati sui quartieri civili di Aleppo ovest dai "gentili ribelli moderati". Oggi la famiglia Ghazal al completo: il papà morto sul colpo, le sue figlie con ferite gravi, la più giovane, 20 anni, muore dopo essere stata operata d'urgenza e la maggiore è ancora in terapia intensiva in condizioni critiche. Il fratello aveva trovato la morte già un mese fa, raggiunto da un cecchino.

  dal dottor Nabil Antaki, Aleppo
    (trad OpS)

martedì 20 settembre 2016

Indignati per tutto quello che stiamo subendo, che vediamo, sentiamo: noi, di Aleppo!


Lettera da Aleppo N. 27
(17 settembre 2016)
Rivolta e Compassione

La tregua negoziata tra i russi e gli americani è entrata in vigore 5 giorni fa. Finora, è abbastanza rispettata. Gli Aleppini di confessione musulmana hanno potuto celebrare l'Eid al Adha (Festa del Sacrificio), nelle strade e nei giardini pubblici, senza il timore dei mortai e delle bombole di gas piene di chiodi e di esplosivi che i ribelli lanciavano su Aleppo da 4 anni e 2 mesi facendo ogni giorno numerose vittime. Finora, non vi è stata nessuna strage, come accadde 70 giorni fa durante la festa del Fitr, quando colpi di mortaio lanciati sui quartieri civili, su strade piene di famiglie in festa hanno fatto decine di morti, soprattutto bambini. Ma gli Aleppini stanno in guardia, essi sono scettici circa il rispetto prolungato della tregua, dal momento che quest'ultima non riguarda i due gruppi riconosciuti come terroristi dalla comunità internazionale, Daech e al-Nusra.

La situazione è recentemente diventata molto complicata. Vi è ora una internazionalizzazione del conflitto sul terreno. Da un lato, la Turchia, che per anni ha sostenuto i terroristi lasciandoli transitare attraverso i suoi confini e armandoli, è diventata un attore diretto sul campo. In effetti, il suo esercito è entrato Siria (senza l'accordo della Siria, che è uno stato sovrano, membro fondatore delle Nazioni Unite) per così dire combattere Daech ma soprattutto per combattere le milizie curde che controllano diverse città e villaggi nella zona di confine, sul lato siriano, dellaTurchia meridionale. Ora queste milizie sono supportate, consigliate e armate dagli Stati Uniti, che sono, in linea di principio, gli alleati della Turchia. Che confusione. D'altra parte, gli Stati Uniti hanno ammesso che essi avevano una base in Siria con dei membri delle forze speciali sul lato di Hasaka, in Siria orientale. Infine, non si evoca più la ripresa dei negoziati e le posizioni rimangono congelate.

Aleppo, la nostra città soffre sempre. I media occidentali ne hanno fatto la vetrina mediatica del conflitto. Gli Aleppini avrebbero fatto a meno di questa reputazione. Soffrono da oltre 4 anni e non vedono l'ora che questo incubo finisca. Essi si ribellano quando i media parlano solo della sofferenza dei civili di alcuni quartieri di Aleppo orientale controllati dai ribelli e terroristi e che contano 250.000 abitanti. Le sofferenze del milione e mezzo di Aleppini dell'ovest di Aleppo vengono ignorate. Sono indignati per le decine di colpi di mortaio, razzi o bombole di gas che cadono quotidianamente sui quartieri civili di Aleppo senza che nessuno protesti. Sono indignati per il taglio totale di energia elettrica da lungo tempo, poiché le centrali elettriche sono nella parte dei ribelli. Sono indignati per il taglio totale dell'acqua durante l'ondata di calore estiva (40 gradi all'ombra), costretti ad utilizzare l'acqua dei 300 pozzi perforati in città negli ultimi 2 anni. Sono indignati per il blocco che subiscono ogni tot di tempo e la penuria conseguente. Essi si ribellano nel vedere, ogni volta che l'esercito siriano avanza un po' o vince una battaglia per allentare la morsa che i terroristi hanno imposto ad Aleppo, i governi e i media gridare al crimine contro l'umanità e chiedere una tregua per fermare l'avanzata dell'esercito siriano.

I drammi che noi viviamo o che vediamo, sono così numerosi che ne siamo continuamente rivoltati. Alcuni esempi:
Mahmoud, un bambino di 6 anni, senza padre, è nato senza braccia. Viveva con la madre, la sorella e lo zio in una piccola città del governatorato di Aleppo sotto il controllo di Daech. Questo gruppo non consente agli abitanti delle città che controlla di emigrare, li tiene come scudi umani. La famiglia, come molti altri, ha deciso di lasciare la città di notte per venire a Aleppo. Mahmoud era portato da suo zio, quando una mina posta da Daech, è esplosa uccidendo lo zio e tranciando le gambe e i piedi di Mahmoud. Abbiamo dovuto amputarlo. E ora Mahmoud è senza braccia e senza gambe. Compassione e rivolta.

Il progetto immobiliare 1070 è composto da decine di edifici incompiuti a causa della guerra, senza pareti, senza bagno, solo il pavimento e il tetto. Essi sono stati occupati da centinaia di famiglie sfollate, che avevano lasciato i loro appartamenti nel luglio 2012, quando i ribelli hanno invaso i loro quartieri, e si sono rifugiate ad Aleppo sotto il controllo dello stato siriano. Erano dapprima state alloggiate in scuole pubbliche poi trasferite al "1070" dove si sono stabilite con teloni come pareti, con taniche per l'acqua e secchi per i servizi igienici. Un mese fa, 1070 è stato il bersaglio, per più giorni consecutivi, di mortai e razzi lanciati da terroristi di Al Nosra prima che invadessero il quartiere. Questi sfollati, per la 3° volta, hanno abbandonato i loro morti e feriti e quel poco che avevano racimolato in 4 anni di miseria per andare a vivere sotto le tende piantate sullo spartitraffico nel bel mezzo della circonvallazione. Compassione e rivolta.
L'esodo degli abitanti di Aleppo, in particolare i cristiani, continua. Dopo Europa e Canada, ora è la volta dell' Australia per il rilascio dei visti ai rifugiati siriani. I cristiani di Aleppo sono solo un quarto rispetto a prima della guerra.

Tra rivolta e compassione, noi Maristi Blu continuiamo i nostri programmi per le famiglie sfollate e per i più poveri.

Il progetto "Maristi Blu per gli sfollati" continua a distribuire cesti alimentari e igienico-sanitari mensili a 850 famiglie. Li aiutiamo anche a pagare il prezzo di sottoscrizione di "1 Ampere" ai generatori privati ​da cui ottenere luce per qualche lampadina di notte. Diamo loro ogni mese un poco di carne o di pollo. Affittiamo per loro piccoli appartamenti in cui alloggiare. Quest'anno, per il rientro a scuola, abbiamo dato materiale scolastico a tutti i bambini che frequentano la scuola in aggiunta al nostro aiuto a pagare le tasse universitarie.


Il progetto "civili feriti di guerra" continua a curare, gratuitamente, i civili di tutte le fedi, feriti da proiettili o da schegge, nell'ospedale St Louis gestito dalle Suore di San Giuseppe dell'Apparizione.

Il "Progetto Medico dei Maristi Blu' finanzia più di 100 azioni mediche al mese per aiutare i pazienti che non possono permettersi il costo di un intervento chirurgico, un ricovero in ospedale, una radiografia o anche una consulenza o le analisi di laboratorio.

Il progetto "Ho sete", continua a distribuire acqua gratuitamente alle famiglie di cui ci prendiamo cura. I nostri 4 furgoni, dotati di serbatoi, fanno la spola per tutto il giorno tra i pozzi e gli appartamenti.

Il progetto "goccia di latte" distribuisce ogni mese a quasi 3000 bambini di età compresa da pochi giorni a 10 anni, i quantitativi di latte sufficienti per un mese.

All'inizio dell'estate, abbiamo attrezzato una parte del nostro cortile per farne un giardino con altalene, scivoli ecc ... Abbiamo così inaugurato il nostro Spazio-Estate di divertimento in cui le famiglie vengono a trascorrere cinque pomeriggi a settimana in un luogo più sicuro che i loro quartieri. I bambini giocano sotto la supervisione di educatori e gli adulti trascorrono un momento piacevole giocando a carte, a backgammon o semplicemente per rilassarsi sorseggiando un caffè, tè o soda e sgranocchiando dei semi. I nostri 2 bus fanno andata e ritorno tra il nostro centro e i quartieri. Questa iniziativa ha portato gioia a tutti ed è stata una buona terapia anti-stress.

La nostra squadra di visite agli sfollati si è ampliata con diversi volontari, vecchi Maristi della Famiglia Champagnat. Visitano regolarmente le famiglie a casa, anche quando abitano nelle periferie più pericolose come la "1070", per costruire solidarietà, informarsi sulle loro esigenze e cercare di porvi rimedio.

I nostri progetti educativi stanno andando bene. Gli insegnanti dei 2 progetti "imparare a crescere" e "voglio imparare" si incontrano, dall'inizio di settembre, ogni mattina per corsi di formazione e programmi di apprendimento in attesa dell'anno scolastico. Questo sarà difficile dato il numero record di domande di ammissione e le domande accolte nonostante lo spazio esiguo.
 Tutti i bambini del "Voglio imparare" e che non frequentavano la scuola per vari motivi, hanno superato questa estate i test di livello del Ministero dell'Educazione Nazionale e si uniranno al programma scolastico, senza partire da zero. Si tratta di una questione di orgoglio per i bambini, i loro genitori e per noi.
 "Skill School", continua a soddisfare gli adolescenti. Il loro numero ha raggiunto 75, che è il massimo della nostra capacità.

Il nostro centro di formazione per adulti, "il M.I.T.", oltre alle sessioni di tre giorni organizzate da 3 anni più volte al mese, introdurrà tra pochi giorni una nuova formula. Una sessione di 100 ore che si sviluppa su 8 settimane, 3 pomeriggi a settimana, per permettere alle persone che lavorano di partecipare. Il tema è "Come intraprendere il proprio progetto?. Abbiamo assunto i migliori esperti di Aleppo per aiutare i giovani adulti ad intraprendere e completare un progetto e guadagnarsi da vivere. Insegneremo, in modo pratico, ai partecipanti come trovare l'idea di un progetto, come raggiungerlo, come valutare il costo del prodotto, come fare un budget, come stabilire un piano d'azione, come ottenere il finanziamento, come fare il marketing e le vendite. Alla fine della sessione, i partecipanti presenteranno i loro progetti alla giuria di esperti e li aiuteremo a finanziare i migliori progetti realizzabili.
 Il nostro progetto "lotta contro l'analfabetismo" ha concluso la sua prima sessione di 40 partecipanti. Tutti hanno passato l'esame del Ministero della Cultura e hanno ricevuto un certificato che attesta che sono di livello 4° anno elementare. Bisogna vedere la felicità di questi grandi adulti che ricevono i loro certificati e tutti orgogliosi di saper leggere e scrivere.

Continuiamo a sostenere le famiglie, ad essere in ascolto, a fornire supporto psicologico, a capire i loro bisogni, a ridare loro la dignità spesso violata, per dare una speranza e far sentire che siamo solidali con loro.

Indignati per tutto ciò che stiamo subendo, vediamo, ascoltiamo e sentiamo, sì, noi Maristi Blu siamo indignati. Non possiamo accettare l'inaccettabile.
La com-passione è uno dei nostri valori. Condividiamo le sofferenze dei nostri fratelli e sorelle, il loro sconforto, la loro disperazione e i loro drammi.

La solidarietà è il nostro modo di vivere la carità e l'amore con loro e per loro.

Aleppo 17 settembre 2016
Nabil Antaki
Per i Maristi Blu

  (traduzione OpS)

sabato 9 luglio 2016

Lettera da Aleppo, a ferro e fuoco

8 luglio '16: 24 civili morti tra cui 12 bambini e più di 140 feriti, per i missili lanciati dai miliziani jihadisti sulle zone governative della città.
Lettera dei Maristi di Aleppo 

La guerra ci invade.
Si siede a tavola con noi, entra nei nostri cuori e spiriti. Si invita nel nostro quotidiano e lo trasforma…
C’è la guerra
Ci annuncia la sofferenza e la morte. Ci annuncia che bisogna odiare, distruggere ponti e relazioni…
C’è la guerra
I suoi motori funzionano a pieno regime, i suoi tamburi hanno un suono forte
Viene a trasformare le nostre notti in un lampo e il calore dei nostri giorni in una fornace…
C’è la guerra
Sporca le nostre mani…
Obbliga tanti ragazzi che erano innocenti a prendere le armi, sparare, bombardare, uccidere e sopprimere l’altro…
C’è la guerra
Si è messa alla guida di marchingegni infernali
Viaggia verso destini di morte
Non si ferma
Vomita la morte e continua a marciare blaterando.
C’è la guerra
Raduna i giovani in camionette, stretti come scatole di sardine, ammucchiati, bruciati dalla voglia di uccidere. Non arriverà loro l’eco delle lacrime delle madri, delle urla dei bambini…
Giocheranno a fare gli eroi
Alcuni festeggeranno nelle ambulanze
Altri faranno festa coricati sulle rovine della non vita.
C’è la guerra.
Viene a dirci: «Non vi lascio, vi amo tanto, ho voglia di voi. Vi invito al mio banchetto, non perdete l’appuntamento.»
Ecco l’indirizzo: Aleppo, via della Vergogna, palazzo della Miseria, piano della Sofferenza.
La guerra è il nostro quotidiano.
Noi rifiutiamo di partecipare al suo banchetto. Scegliamo la vita. Scegliamo l’altro, nella sua miseria e nella sua volontà di vivere e sopravvivere.
Per ogni bambino, ogni donna e ogni uomo, per tutti coloro che soffrono a causa di questa guerra, scegliamo di tendere la nostra mano, costruire un ponte, abbattere un muro di vergogna e di esclusione. Scegliamo di dare, di darci. Scegliamo di essere strumento del dono di Dio. Scegliamo il sentiero che porta alla vita.

Mohammed è un bambino del progetto «Voglio imparare». Dalla fine dell’anno scolastico, lavora. Come tutti i giorni mi ha appena chiamato per avere nostre notizie. 
 Mercoledì 1 giugno 2016 (giornata mondiale di preghiera per i bambini siriani), ho scritto per lui il messaggio che segue.
«Ci hai appena rinfrancati, alla fonte della pace: “Buongiorno, vorrei parlare con frère George!”. Non dimenticherò mai la tua voce. Mi chiamavi per chiedere notizie, per sapere se stavamo bene. In realtà, avrei dovuto farlo io piuttosto. Chiamarti e chiederti: «Come avete passato la notte? Siete stati in cantina? Per caso è caduto un colpo di mortaio vicino alla vostra casa? Come stanno Omar e Doha? Hanno dormito? E tu, piccolo amico di dieci anni, come stai? Hai avuto di che mangiare oggi? Sei andato a prendere l’acqua per lavarvi e pulire la casa? Quanti bidoni hai portato? E il pane, chi è andato a cercarlo? E poi come fate per il gas?
So che stai lavorando. Non mi scandalizzo per questo. So che lavorando, tu e tuo fratello, aiutate la mamma. Lavorare tanto. Più di dieci ore al giorno. Da quando è finito il progetto educativo, tu lavori…Non oso dire niente. Per provvedere ai bisogni minimi della famiglia, dovete lavorare. Il tuo sorriso rimane. Illumini la nostra vita. Vieni a dirci la felicità del mondo. Vieni a rinfrancarci alla fonte della pace.
Buongiorno Mohammad, voglio annunciarti la buona novella: oggi sei presente nella preghiera di tanti amici. Non solo tu, ma tutti i bambini della Siria. Penso a Georges, il piccolo che è stato appena battezzato, a Elias che è stato ucciso da un mortaio, a Hussein che è andato via, lontano dall’inferno di Aleppo. Penso a Israa che era tanto triste quando ha dovuto lasciare la scuola materna dei maristi. Penso ai bambini che tutti i giorni vengono a mangiare da noi, a Moufid, sua mamma mi ha appena confidato che il piccolo ha una fobia che lo paralizza, penso agli uni o agli altri bambini epilettici e a tanti altri i cui genitori vengono a chiedere aiuto…Mohammed, tu e tanti altri, siete il centro del mondo. Molte persone nel mondo stanno pregando per voi in questo momento.
E noi i Maristi, che sogniamo con te un mondo di pace e giustizia, vogliamo dirtelo: per te continueremo il cammino della solidarietà; per te costruiremo un mondo senza guerre, faremo il possibile perché la tua vita sia un canto alla pace!»
Per lui, per i suoi genitori e per tante famiglie, queste scelte si traducono nei nostri diversi progetti.
I panieri alimentari sono regolarmente distribuiti. Ogni famiglia riceve anche un paniere sanitario e 4.000 lire che coprono l’abbonamento per un mese a un generatore di elettricità. All’inizio dell’estate ogni membro delle famiglie che seguiamo ha ricevuto un paio di calzature nuove.
Il progetto «civili feriti di guerra» ha potuto salvare in quest’ultimo mese molte persone colpite dai proiettili di mortaio piovuti in abbondanza.
Malgrado le difficoltà di approvvigionamento riguardo al latte, soprattutto quello per i bambini di meno di un anno, siamo riusciti ad assicurarlo regolarmente ai destinatari del programma «goccia di latte».
Molte famiglie vengono a chiederci un sostegno per trovare una casa in affitto, quando sono obbligate a lasciare il quartiere diventato troppo rischioso.
La città ha subito diverse penurie idriche. Le nostre quattro camionette percorrono i quartieri e distribuiscono periodicamente 500 litri per ogni appartamento.
Dopo un periodo di sosta per il mese del ramadan, il progetto «Mit» lancia un nuovo programma di formazione per i mesi di luglio e agosto.



I bambini di «Voglio imparare» hanno trascorso una settimana di vacanze in colonia. Per la prima volta.
I giovani adolescenti hanno ripreso le attività nel quadro del progetto «Skill School». Una possibilità di «sognare ed essere creativi».

Il 6 giugno abbiamo inaugurato il nostro nuovo Spazio-Estate dove tutti i pomeriggi un centinaio di famiglie viene da noi, a rinfrancarsi. I bambini usano il campo da giochi che abbiamo appena risistemato, gli adulti si ritrovano per respirare un po’ d’aria fresca, prendere un caffè e soprattutto stare in un luogo sicuro.


Voglio terminare con le parole di Frère Emili, il nostro superiore generale, il quale rivolto ai ragazzi della «Skill School» ha detto: 
«Voi, ragazzi, siete chiamati ad ascoltare i vostri cuori per scoprire quale sia il vostro sogno… Avete bisogno di momenti di silenzio. Non lasciate che i signori della guerra rubino i vostri sogni!»
Aleppo,  27 giugno 2016,

Frère Georges SABE
per i Maristi blu