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giovedì 27 giugno 2019

Si parla di 400 miliardi per ricostruire la Siria, ma quanto per ricostruire le vite?

Un paese dissanguato: più di 400.000 morti, 13 milioni di sfollati e rifugiati, 2,1 milioni di bambini rimasti fuori dalla scuola e una scuola su tre distrutta. La vita "ordinaria" in Siria? Ecco a cosa assomiglia.
di Diane Antakli , Presidente dell'ONG 'Baroudeurs de l'Espoir'
20 giugno 2019
trad. Gb.P. per OraproSiria
8 anni di guerra, 8 anni di un quotidiano senza prospettiva del futuro, 8 anni di tristezza, disperazione. 8 anni di un'infanzia, di un'adolescenza, di una giovinezza che essi non hanno vissuto; un trauma che pesa sulla vita quotidiana di tutti. La cifra di 400 miliardi di dollari è stata ipotizzata per sperare di ricostruire un giorno la Siria. Ma quanto, per ricostruire le vite?

Ecco la mia cronaca di una settimana "ordinaria" vissuta di recente ad Aleppo con le squadre sul campo, con la nostra ONG 'Baroudeurs de l'Espoir' (Avventurieri della speranza).
Lunedì mattina manca un bambino all'appello. Aya, 5 anni, non è venuta a scuola. Il giorno prima, un ordigno è caduto sul suo edificio, uccidendo e ferendo gravemente i membri di una famiglia nell'appartamento sopra il suo. La paura si diffonde, i suoi genitori chiamano le insegnanti per dire loro che Aya non riesce a uscire dalla sua casa, paralizzata dalla paura. Una macchina viene immediatamente inviata a prenderla e cercare di farle vivere una normale giornata di scuola.
Martedì sera. Una cena è organizzata nel parco giochi. La musica è in pieno svolgimento. Al termine di una canzone, rimbomba tutt'altra musica, quella di bombe, mortai e colpi di fuoco missilistico, e l'aviazione che risponde. Poi la musica riprende, i telefoni squillano. Le famiglie sono preoccupate, il viaggio non è sicuro. Riusciranno a tornare tutti a casa?
Mercoledì. Lo scuolabus ha deciso di cambiare il tragitto, per motivi di sicurezza.
Giovedi. Si esita a cancellare una competizione sportiva che riunisce centinaia di adolescenti: un missile è caduto la settimana prima sulla casa di uno dei responsabili dell'evento, molto vicino al luogo della manifestazione. È lui però che vuole mantenere la competizione. Egli si rifiuta di cedere alla paura.
On parle de 400 milliards pour reconstruire la Syrie, mais combien pour reconstruire les
Venerdì sera. Sono nel piccolo giardino del cortile della scuola, un'esplosione mi fa sobbalzare. Qualche minuto dopo, il suono delle ambulanze molto vicino. Ma ci si abitua, davvero?
Sabato. Una bomba di mortaio cade a poche decine di metri dalla competizione sportiva per gli adolescenti. Quel giorno, il proiettile cade in una sabbiera, limitando gli impatti.
Domenica. Non scordiamolo. Le armi non si prendono un giorno libero.
Ad Aleppo come in tutte le città della Siria, come in tutte le città del mondo, i giovani desiderano vivere, uscire, amare, ascoltare la musica e godersi il silenzio, respirare, sognare. I loro sogni sono immensi, la loro sete di vita infinita. Non dimenticateli. Non dimenticateli perché loro stanno in piedi, non arresi.

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