Lettera da Aleppo n ◦ 10 (aprile 2013)
Dal 30 marzo, gli
eventi si succedono rapidamente nella nostra città di Aleppo.
Infatti, alle 3.30
del mattino del Venerdì Santo 2013, ho ricevuto la prima telefonata che mi dice
che il distretto Jabal al Sayde comincia ad essere invaso dai ribelli che
urlano e gridano, intimando alle persone di rimanere all'interno dei loro
appartamenti.
La minaccia era reale o era un’ incursione sporadica senza alcun
effetto sulla vita del quartiere? Lentamente, le notizie annunciavano una vera
e propria invasione della zona, i negozi venivano distrutti, le auto scassate o
rubate. Le raffiche dei colpi paralizzavano le persone e le costringevano a
rifugiarsi nella tromba delle scale. Grandi e piccoli in pianto. La paura si
diffondeva! Domande angosciose: Dobbiamo lasciare la casa? Cosa fare? Una vera
angoscia! Una vera tragedia si preannunciava ...
Nel corso delle ore,
infuria la lotta, le case sono "visitate" da elementi armati,
l'elettricità viene tagliata, l'acqua anche ...
Le famiglie immaginavano che si
trattasse di una questione di ore, speravano, aspettavano, ma non cambiava nulla!
Al contrario, l'evidenza è tutt'altra.
Gli uomini pesantemente armati si installano ... Scende la notte. Si presta
orecchio al minimo rumore, al minimo grido, a qualsiasi urlo... Non si dorme,
si veglia, si prega, si aspetta il soccorso del cielo ... E’ la loro ultima risorsa
...
Sabato Santo, all'alba, gli edifici cominciano a svuotarsi,
le persone stanno evacuando il quartiere. Esse portano con sé lo stretto necessario: alcuni
documenti importanti, alcuni vestiti, qualche soldo, e niente altro ... Inizia
l'esodo, le persone vagano, in cerca di una possibile uscita dall'inferno. Escono... ma è ancora buio ... Una famiglia
perde il contatto con i suoi due bambini piccoli che dovrebbero essere con i
vicini, ma non ci sono ... Un'altra famiglia cerca con tutti i mezzi di aiutare
il vecchio che non è in grado di camminare ! I vicini si chiamano, decidono di
camminare insieme, protetti dal loro destino.
Le strade si svuotano, le luci si spengono. Si getta un ultimo sguardo sul proprio
appartamento, sull'interno, su tutta una storia, su tutto un sogno, una vita
intera, … come si vorrebbe che quel momento restasse eterno! E prima di
chiudere la porta, ci si fa il segno della croce come a dire al Signore:
"Nelle tue mani, noi ci affidiamo". La porta è chiusa e bloccata,
girando due volte la serratura, la porta viene sigillata da uno sguardo di
speranza. Ma dobbiamo fare in fretta! In caso contrario, la morte può piombare
in qualsiasi momento ...
Un popolo cammina, la gente vaga, un popolo sfolla ... E’
costretto a svuotare il quartiere, il luogo della sua vita perchè diventi un
cimitero di memorie, forse un ammasso di
pietre ... Non abbiamo avuto il tempo di dare un ultimo sguardo al
balcone della casa dove è stesa la
biancheria che non si è ancora asciugata! Un'unica idea in testa: bisogna
fuggire l'inferno, il più presto possibile, a qualsiasi prezzo ... Nessuna
macchina può circolare. Bisogna
camminare, camminare, camminare ... I minuti diventano un'eternità ... La
pagina è girata! Tutto è compiuto!
Sabato verso le 9:00, i più veloci tra i residenti di Jabal el Saydeh arrivano nella
zona sicura: qualcuno suonerà alla porta di un parente, e altri prendono il cammino della nostra
comunità Marista, l’unico luogo di accoglienza ... I Maristi Blue sono lì ...
danno il benvenuto, ascoltano, continuano a ripetere: "Hamdellah ‘al
Salameh" "diamo grazie a Dio
per la vostra sicurezza".
300 famiglie
cristiane e molte altre famiglie del
quartiere l’hanno lasciato nelle mani degli uomini armati ... Neppure noi,
i Maristi, possiamo più tornare alla nostra sede nel quartiere. La preoccupazione
sorge in noi: che ne sarà delle famiglie musulmane di sfollati che si trovavano
nelle scuole? Nessuna risposta ...
La Comunità Marista
diventa un centro di informazione, di scambio di notizie : si chiama per sapere
di una famiglia o di una persona ... In effetti alcune famiglie sono rimaste
nella zona ...
L'ultima famiglia che ha lasciato il 3 aprile ci descrive il
suo esodo: tutti i membri, tra cui la nonna di età avanzata sono usciti attraverso i fori che gli uomini armati hanno
realizzato nelle pareti delle case ... Ci si racconta l'orrore di trovarsi
nell'inferno della guerra, la paura e il terrore ... Molte famiglie vengono a
chiedere dei vestiti, dei materassi, coperte, cuscini, asciugamani, sapone ...
Noi li accogliamo, li sosteniamo e rispondiamo ai loro bisogni ...
Gli spazi vuoti della comunità sono riempiti tutti...
Decidiamo di svuotare i due locali degli Scout per costruire 4 docce e 4 bagni
...
Con la Caritas e i funzionari di Sallet el Jabal, abbiamo
organizzato una celebrazione eucaristica, seguita da una distribuzione di
denaro e di buoni per l’acquisto di biancheria intima e vestiti nuovi. La maggior
parte delle famiglie partecipa
all'Eucaristia, fa la Comunione, prega e accompagna il coro della parrocchia
... Che ne sarà delle due chiese del quartiere?
Sallet el Jabal, il cesto di cibo che abbiamo distribuito
mensilmente fin da agosto 2012, sarà pronto in una settimana ... Le persone ne
hanno bisogno ...
Martedì di Pasqua, una sorpresa: Ghalia, la madre di sette figli, di cui il più
grande ha 9 anni e che si trovava in una scuola, viene da noi ... Ha cercato
di raggiungerci ... le diamo il benvenuto;
... pochi giorni dopo, un'altra famiglia
arriva con 11 bambini ... Tutti saranno ospitati e accolti ...
Compriamo una
lavatrice, aggiungiamo quattro serbatoi d'acqua a quelli esistenti, compriamo vestiti, biancheria, sandali, cuscini,
materassi ...
Il progetto "Imparare a crescere" è anch’esso spostato
... torna nei locali della comunità... I bambini ritornano in gran numero... Hanno bisogno di spazio,
hanno bisogno di disegnare, giocare, raccontare ...
Abbiamo istituito un punto medico ... Un consulto quotidiano
... I farmaci sono gratis ...
E domani?
Tutte le famiglie del
"Jabal al Sayde" pongono questa domanda ... Noi la poniamo con loro ... Non ci stanchiamo mai di ripetere
che è nelle mani di Dio..
Dobbiamo sperare un possibile ritorno nel quartiere? Bisogna
sognare? Molte voci annunciano l'imminente fine della guerra, ma molte volte
queste speranze sono state vane ... E’ vero che dura il provvisorio? E se il
provvisorio diventasse un non-ritorno ?
Quanto a noi Maristi
Blu, noi avremo sempre questa mano protesa
per vivere una solidarietà evangelica, una solidarietà che annuncia e testimonia
l'amore di Dio per ogni uomo e donna ...
Insieme cercheremo di costruire la pace, la pace del mattino
di Pasqua ..
21 Apr 2013