Ahmad al-Chareh, ex numero due di Daesh e attuale presidente autoproclamato della Siria, il 9 marzo ha dichiarato: «Dobbiamo salvaguardare l’unità nazionale e la pace civile, per quanto possibile, e, se Dio vuole, saremo così in grado di vivere insieme, per quanto possibile, in questo Paese».
Il nuovo regime moltiplica le umiliazioni degli alauiti (nusairi). Vengono cacciati dai posti di lavoro senza essere pagati. Gli jihadisti li arrestano per strada e li costringono a ragliare come asini o ad abbaiare come cani prima di picchiarli in pubblico. In tre giorni tra mille e tremila alauiti sono stati uccisi in pogrom, prima sulla costa mediterranea poi in tutto il Paese.
Migliaia di alauiti si sono rifugiati nelle basi militari russe di Tartus e di Hmeimin, ove sono stati accolti. Poiché tutti gli jihadisti sono ora concentrati sulla costa e a Damasco, il resto della Siria è sguarnito. L’esercito turco ne sta approfittando per attaccare le città del nord.
– I gruppi takfiristi (cioè coloro che vanno a caccia di eretici per ucciderli), espulsi da Idlib durante la guerra contro la Repubblica araba siriana, sono tornati nella “Siria utile”: sono riusciti a superare senza problemi gli sbarramenti delle forze del nuovo governo e ad arrivare alla costa per massacrarvi gli “eretici”.
Quando il presidente Bashar al-Assad è caduto, la popolazione siriana ha consegnato le armi e ora si trova indifesa, in quanto l’esercito e le forze dell’ordine attuali sono composte da ex jihadisti, in genere turcofoni, spesso ceceni, uzbeki e tagiki, inquadrati da ufficiali turchi.
Storicamente, ai massacri degli alauiti hanno sempre fatto seguito massacri di cristiani.
– La comunità alauita è nata nel IX secolo attorno alla figura di Muhammad Ibn Nussair al Namiri.
Gli alauiti considerano Dio il genero di Maometto, Ali Ibn Abi Talib, e Gesù e Maometto suoi profeti. Tuttavia, secondo René Dussaud, già curatore del Dipartimento di Antichità Orientali del museo del Louvre, nonché segretario privato di Anatole France, questa comunità non è sorta dal nulla: si sarebbe formata in tempi antichi e si sarebbe convertita prima al cristianesimo poi all’islam, senza tuttavia abbandonare aspetti della fede precedente, come la credenza nella reincarnazione. Ricercatori israeliani hanno esplorato e sviluppato questa teoria francese.
Gli alauiti non praticano il culto in pubblico; hanno tre libri di riferimento: il loro Fatihat al-Kitab (catechismo), i Vangeli (non la Bibbia) e il Corano; credono che solo i principi enunciati in ognuno di questi tre libri possano essere considerati rivelazioni.
Per secoli sono stati schiavizzati, fino a quando l’ayatollah Khomeini li ha riconosciuti mussulmani e li ha posti su un piano di uguaglianza.
Oggi sono il gruppo confessionale più vicino culturalmente agli europei, soprattutto rispetto ai diritti delle donne.
– La famiglia Assad è alauita. I presidenti Hafez e Bashar al-Assad hanno spesso scelto i consiglieri tra i loro amici più stretti, quindi all’interno di questa comunità, ma non gli alti funzionari, che sono stati sistematicamente nominati rispettando un equilibrio comunitario. Gli alauiti si sono massicciamente arruolati nell’esercito, una professione mal pagata e pericolosa che le altre comunità disdegnavano.
– Ahmad al-Chareh, sostenendo l’esistenza di un’insurrezione orchestrata dal Generale Ghiath Dalla, ex braccio destro di Maher al-Assad (oggi in esilio in Iraq con diverse migliaia di suoi uomini), ha stigmatizzato questi pogrom come una vendetta politica priva di senso, perché la comunità alauita non ha mai legato il proprio destino a quello degli Assad. Secondo Dalla, si tratta di una menzogna per mascherare il riaccendersi delle guerre di religione che imperversano in tutto il Medio Oriente da quando gli anglosassoni si affidarono alla confraternita dei Fratelli Mussulmani per combattere i sovietici in Afghanistan. È bene ricordare che i nazisti saccheggiarono attività commerciali ebraiche e uccisero molti ebrei durante la Notte dei Cristalli, sostenendo che si trattava della vendetta per l’uccisione di un diplomatico, che tuttavia non aveva alcun legame con le vittime.
– Il gennaio scorso il generale Ghiath Dalla ha fondato Awli el-Bas (Fronte della resistenza islamica in Siria), una milizia vicina ai Guardiani della Rivoluzione iraniani. Non è in alcun modo il rappresentante della comunità alauita, ma del regime deposto. È riuscito a mobilitare un gran numero di sostenitori di uno Stato laico ed egalitario, nonché ad attaccare con successo diverse stazioni di polizia e caserme di jihadisti.
– Come non porsi domande sulla notevole quantità di armi e munizioni oggi a disposizione dei takfiristi? E come possiamo ignorare che Daesh sta ricostituendo le proprie forze al confine tra la Siria e l’Iraq?