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venerdì 11 aprile 2025

Le Monache Trappiste celebrano 20 anni di presenza in Siria

 

di M.Marta Fagnani

Azer , 10 aprile 2025

Carissimi,

come vi abbiamo già accennato, il 14 marzo 2025 abbiamo compiuto 20 anni dal nostro arrivo in Siria. Vent’anni ricchi di molte cose: di sfide, di grazie, di dolore e di speranza, di distruzione e di bellezza. Come ha detto scherzando una di noi, vent’anni in Siria - di questi tempi - sono come centocinquanta in Italia o in Francia.

Festeggiamo dunque il nostro 150°! 

Abbiamo potuto sentire la mano di Dio che ci ha accompagnato, anzi che ci ha preceduto e ci ha guidato passo dopo passo. E insieme alla presenza di Dio, la vostra preghiera ed amicizia. Allora semplicemente, in cammino verso la Pasqua, condividiamo con voi un po’ di “storia” e qualche foto dall’album dei ricordi.



 






Nel 2004 iniziava la preparazione della Fondazione a Valserena, con un primo viaggio insieme a Md Monica per “esplorare il terreno” e poi decidere e votare la fondazione, ed un secondo viaggio in novembre per cercare una prima sistemazione ad Aleppo.

Il 14 marzo 2005 siamo partite definitivamente in quattro (Sr Marita, sr Mariangela, Sr Adriana, Sr Marta Luisa) per stabilirci nel quartiere di Midan, accolte dal Vicario Apostolico Latino di allora, Mons. Giuseppe Nazzaro. Ad Aleppo siamo rimaste cinque anni e mezzo, conoscendo un po’ la realtà delle chiese e delle genti di Siria, muovendo i primi passi nel mondo arabo e cercando nel frattempo il terreno adatto. Quanti ricordi!
E un grande grazie a tutti coloro che ci hanno accolto ed aiutato, in particolare alle Suore Dorotee, mamme, sorelle ed amiche.
Dal 2006 abbiamo cercato, trovato e comprato il terreno ad Azer, e celebrato nel 2008 il primo atto ufficiale sul luogo dell’installazione, cioè l’impianto della Croce di Fondazione. Sono cominciate anche le prime costruzioni, e i nostri viaggi frequenti sul terreno; le “giornate monastiche”, due giorni di commiato dagli amici di Aleppo culminate nella visita al terreno, con la prima Messa in cappellina, celebrata da Dom Giacomo, e la benedizione della pietra di fondazione.

Fino al trasferimento definitivo nel settembre 2010. Il 14 Settembre, festa dell’Esaltazione della Croce, diventa così la data di inizio della Vita Regolare ad Azer. Pochi mesi dopo, nel marzo 2011, comincerà anche la guerra vera e propria in Siria.
E ci passeremo nel mezzo. Nel frattempo altre sorelle hanno condiviso con noi la
vita di Fons Pacis, chi per qualche mese, chi per più anni! Sr Paola Maria, sr Geertrui, Sr Francesca, Md Virginia, Sr Annunciata, Sr Letizia, sr Veronica. 
Sr Adelaide, angolana, è ormai con noi da più di dieci anni, fondatrice a tutti gli effetti. E in questo momento a Fons Pacis fanno parte della comunità due monache dell’Ecuador, sr Carinia e sr Mikaela, ed anche sr Liliana che invece è Argentina.

Non dimentichiamo le comunità di Blauvac (Francia) e Matutum (Filippine), che ci seguono da vicino, e altre comunità dell’Ordine che ci aiutano materialmente e spiritualmente.

Compresi i fratelli martiri di Tibhirine, che con la loro canonizzazione ci seguono
direttamente dal cielo ! “Due cappellani e mezzo”, P, Jean-Claude, P. Godefroy, e P. Massimo.. E le persone che si sono affacciate per conoscere e qualcuna anche iniziare il  cammino monastico con noi.. Insomma, tanti tanti amici. E sostenitori. Cioè, VOI.
Como, Lecco, Milano, Bergamo, Brescia, Varese, Napoli, Roma, Torino, Toscana...e da fuori Italia. Svizzera, Francia, Libano, ed altri paesi ancora.

Con Alberto & C l’avventura del progetto, del disegnare ciò che Dio sembra voler
realizzare qui... e portarlo avanti, con Charbel e i nostri bravi operai, fino alla presentazione al MEETING di Rimini, e dopo. Insomma, GRAZIE A DIO e proprio a tutti, la continuazione di questa storia la stiamo scrivendo insieme.
Ad Multos Annos...Insh’Allah! 
Portando insieme nel cuore anche l’intercessione e il desiderio di bene per questa nostra povera e sofferente Siria, e le sue genti, sperando contro ogni speranza.



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MonasteroTrappista

Beata Maria Fons Pacis


Azer | Talkalakh, Homs
SYRIA
 

E-mail: newsletterfonspacis@gmail.com
 

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giovedì 3 aprile 2025

In Siria la Notte dei Cristalli contro gli alauiti continua


Ahmad al-Chareh, ex numero due di Daesh e attuale presidente autoproclamato della Siria, il 9 marzo ha dichiarato: «Dobbiamo salvaguardare l’unità nazionale e la pace civile, per quanto possibile, e, se Dio vuole, saremo così in grado di vivere insieme, per quanto possibile, in questo Paese».

Il nuovo regime moltiplica le umiliazioni degli alauiti (nusairi). Vengono cacciati dai posti di lavoro senza essere pagati. Gli jihadisti li arrestano per strada e li costringono a ragliare come asini o ad abbaiare come cani prima di picchiarli in pubblico. In tre giorni tra mille e tremila alauiti sono stati uccisi in pogrom, prima sulla costa mediterranea poi in tutto il Paese.
Migliaia di alauiti si sono rifugiati nelle basi militari russe di Tartus e di Hmeimin, ove sono stati accolti. Poiché tutti gli jihadisti sono ora concentrati sulla costa e a Damasco, il resto della Siria è sguarnito. L’esercito turco ne sta approfittando per attaccare le città del nord.

– I gruppi takfiristi (cioè coloro che vanno a caccia di eretici per ucciderli), espulsi da Idlib durante la guerra contro la Repubblica araba siriana, sono tornati nella “Siria utile”: sono riusciti a superare senza problemi gli sbarramenti delle forze del nuovo governo e ad arrivare alla costa per massacrarvi gli “eretici”.

Quando il presidente Bashar al-Assad è caduto, la popolazione siriana ha consegnato le armi e ora si trova indifesa, in quanto l’esercito e le forze dell’ordine attuali sono composte da ex jihadisti, in genere turcofoni, spesso ceceni, uzbeki e tagiki, inquadrati da ufficiali turchi.
Storicamente, ai massacri degli alauiti hanno sempre fatto seguito massacri di cristiani.

– La comunità alauita è nata nel IX secolo attorno alla figura di Muhammad Ibn Nussair al Namiri.
Gli alauiti considerano Dio il genero di Maometto, Ali Ibn Abi Talib, e Gesù e Maometto suoi profeti. Tuttavia, secondo René Dussaud, già curatore del Dipartimento di Antichità Orientali del museo del Louvre, nonché segretario privato di Anatole France, questa comunità non è sorta dal nulla: si sarebbe formata in tempi antichi e si sarebbe convertita prima al cristianesimo poi all’islam, senza tuttavia abbandonare aspetti della fede precedente, come la credenza nella reincarnazione. Ricercatori israeliani hanno esplorato e sviluppato questa teoria francese.

Gli alauiti non praticano il culto in pubblico; hanno tre libri di riferimento: il loro Fatihat al-Kitab (catechismo), i Vangeli (non la Bibbia) e il Corano; credono che solo i principi enunciati in ognuno di questi tre libri possano essere considerati rivelazioni.
Per secoli sono stati schiavizzati, fino a quando l’ayatollah Khomeini li ha riconosciuti mussulmani e li ha posti su un piano di uguaglianza.

Oggi sono il gruppo confessionale più vicino culturalmente agli europei, soprattutto rispetto ai diritti delle donne.

– La famiglia Assad è alauita. I presidenti Hafez e Bashar al-Assad hanno spesso scelto i consiglieri tra i loro amici più stretti, quindi all’interno di questa comunità, ma non gli alti funzionari, che sono stati sistematicamente nominati rispettando un equilibrio comunitario. Gli alauiti si sono massicciamente arruolati nell’esercito, una professione mal pagata e pericolosa che le altre comunità disdegnavano.

– Ahmad al-Chareh, sostenendo l’esistenza di un’insurrezione orchestrata dal Generale Ghiath Dalla, ex braccio destro di Maher al-Assad (oggi in esilio in Iraq con diverse migliaia di suoi uomini), ha stigmatizzato questi pogrom come una vendetta politica priva di senso, perché la comunità alauita non ha mai legato il proprio destino a quello degli Assad. Secondo Dalla, si tratta di una menzogna per mascherare il riaccendersi delle guerre di religione che imperversano in tutto il Medio Oriente da quando gli anglosassoni si affidarono alla confraternita dei Fratelli Mussulmani per combattere i sovietici in Afghanistan. È bene ricordare che i nazisti saccheggiarono attività commerciali ebraiche e uccisero molti ebrei durante la Notte dei Cristalli, sostenendo che si trattava della vendetta per l’uccisione di un diplomatico, che tuttavia non aveva alcun legame con le vittime.

– Il gennaio scorso il generale Ghiath Dalla ha fondato Awli el-Bas (Fronte della resistenza islamica in Siria), una milizia vicina ai Guardiani della Rivoluzione iraniani. Non è in alcun modo il rappresentante della comunità alauita, ma del regime deposto. È riuscito a mobilitare un gran numero di sostenitori di uno Stato laico ed egalitario, nonché ad attaccare con successo diverse stazioni di polizia e caserme di jihadisti.

– Come non porsi domande sulla notevole quantità di armi e munizioni oggi a disposizione dei takfiristi? E come possiamo ignorare che Daesh sta ricostituendo le proprie forze al confine tra la Siria e l’Iraq?

https://www.voltairenet.org/article221923.html