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mercoledì 22 maggio 2019

Armi chimiche e 'false flag'


Ulteriori prove che l'attacco USA 'per armi chimiche' fu basato su una 'false flag'
    di Tony Cartalucci*

Ulteriori prove sono emerse che indicano che il presunto attacco chimico in Douma del 2018, in Siria, fu messo in scena dai miliziani sostenuti dagli Stati Uniti, non dal governo siriano.

Recenti rivelazioni indicano che gli Stati Uniti non solo hanno falsamente accusato Damasco di aver effettuato l'attacco, ma hanno eseguito bombardamenti contro la Siria basati su un falso pretesto. A tutt'oggi, gli Stati Uniti hanno categoricamente omesso di produrre alcuna convincente prova a sostegno delle loro affermazioni iniziali.
Al contrario, una successiva indagine condotta dall'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) ha prodotto prove schiaccianti che dimostrano che un evento 'falso flag' è stato condotto da militanti appoggiati dagli Stati Uniti. Questo includeva una bombola di gas di cloro trovata in un deposito di armi dei militanti ispezionato da investigatori dell'OPCW, che combaciava esattamente con i due cilindri usati pretestuosamente nello stesso attacco di Douma del 2018.
Mentre i militanti sostenuti dagli Stati Uniti hanno insistito nel sostenere che due bombole di gas sono state sganciate da elicotteri governativi su Douma, l'OPCW ha osservato che i presunti crateri causati dall'impatto dei cilindri corrispondevano a quelli degli edifici vicini chiaramente provocati da ordigni esplosivi.
La relazione finale dell'OPCW riguardante l'incidente di Douma ha affermato: Il team [della missione OPCW in Siria] ha osservato che un simile cratere era presente su un vicino stabile in costruzione.
L'implicazione è che i cilindri non potrebbero aver creato i crateri a loro attribuiti dai militanti (sostenuti dagli Stati Uniti) mentre i media occidentali sostengono questa versione della storia. Invece, implica che i cilindri sono stati posizionati manualmente vicino ai crateri preesistenti creati da ordigni convenzionali.
Mentre il rapporto finale dell'OPCW includeva fotografie di danni sull'edificio adiacente, non ha ulteriormente elaborato o considerate le ovvie implicazioni di crateri simili, visti esplicitamente nelle vicinanze.
Tuttavia, più recentemente, un rapporto inedito dell'OPCW intitolato "Valutazione dell'ingegneria di due cilindri osservati nell'incidente di Douma - Sintesi" (PDF), è stato elaborato: Gli esperti sono stati consultati per valutare l'aspetto del cratere osservato nella posizione 2, in particolare la sua parte inferiore.ù

L'opinione degli esperti è che il cratere osservato sia più coerente con quello risultante da una esplosione potente (come quella da un mortaio HE o da un razzo di artiglieria) piuttosto che un risultato di impatto di un oggetto che cade. Ciò è stato confermato anche dall'osservazione del tondino deformato rivolto all'esterno nella parte inferiore del cratere, che non si spiega con l'apparente non penetrazione e il danno minimo del cilindro. La probabilità che il cratere sia stato creato da un bombardamento da mortaio/artiglieria o simile, è supportato anche dalla presenza di più crateri molto simili di aspetto, in lastre di cemento in cima a edifici vicini, da un (insolitamente elevato, ma possibile) modello di frammentazione sulle pareti superiori, con le indicazioni di scheggiatura del calcestruzzo sotto il cratere, e (mentre si osservava che sono stati creati nell'angolo della stanza) bruciature nere sul fondo e sulla sommità del cratere.
La valutazione ingegneristica concluderebbe: In sintesi, l'osservazione sulla scena dei due luoghi, insieme alla successiva analisi, suggerisce che c'è una maggiore probabilità che entrambi i cilindri siano stati posizionati manualmente in quelle due posizioni piuttosto che essere lanciate dagli aerei.
La valutazione aggiunge ulteriore importanza a ciò che molti analisti hanno concluso all'epoca in cui l'OPCW ha pubblicato il suo rapporto finale ufficiale sull'incidente - che l'evento è stato organizzato.

A ben vedere, Damasco non aveva alcuna motivazione per portare a termine l'attacco del 2018. Questo si è verificato alla vigilia della vittoria totale delle forze siriane sui militanti appoggiati dagli Stati Uniti trincerati nei tunnel attorno alla capitale siriana. L'esercito siriano aveva usato un'ampia forza convenzionale per superare le posizioni dei militanti e anche se Damasco avesse creduto che l'uso di armi chimiche avrebbe accelerato la vittoria, è improbabile che a quello scopo avrebbe lanciato solo 2 bombole di gas contenenti una quantità trascurabile di cloro.
Viceversa, i militanti sostenuti dagli Stati Uniti stavano per affrontare una sconfitta inevitabile e completa, insieme a un governo degli Stati Uniti con un disperato bisogno di un pretesto per usare la forza militare per rallentare o fermare l'avanzata delle truppe siriane - avevano tutte le motivazioni per mettere in scena l'attacco chimico, per dare la colpa a Damasco, mentendo fin dall'inizio.

Se l'analisi politica del presunto attacco che ha considerato le possibili motivazioni di entrambe le parti per attuare l'attacco, non fossero ancora abbastanza esaustive, questo recente studio di ricercatori dell'OPCW ha ulteriormente sollevato la questione.
Perché il false flag di Douma è ancora importante?
La propensione di Washington ad inscenare provocazioni come pretesto per una guerra più ampia, non è connessa alla sola Douma, o alla sola Siria.
Il pretesto che portò all'invasione americana dell'Iraq del 2003 era basato interamente su una menzogna deliberatamente costruita su prove fabbricate.
E gli Stati Uniti cercano ancora di provocare la guerra in Ucraina, in Venezuela, contro l'Iran, e probabilmente ancora in Siria, nel momento in cui le forze governative (e i suoi alleati NDT) cominciano a riprendersi Idlib.

Capire come i militanti appoggiati dagli Stati Uniti hanno messo in scena l'attacco di Douma nel 2018; come i media occidentali abbiano mentito al mondo intero in seguito, per vendere il successivo intervento militare occidentale, e come gli investigatori hanno esposto prove che rivelano questo attacco come una falsa operazione (false flag), servirà a tutti per smorzare l'impatto politico delle future false provocazioni.

*Tony Cartalucci, ricercatore e scrittore geopolitico di Bangkok, in particolare per la rivista online "New Eastern Outlook".
   trad . Gb.P.  OraproSiria 

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