Takla nacque nella città di Antiochia in Turchia, da
famiglia di religione pagana; suo padre era il governatore di Antiochia. La
predicazione dei Santi Paolo e Barnaba nella città "dove per la prima volta i discepoli di Gesù furono chiamati cristiani" la conquistò alla fede ardente
in Gesù Cristo, il Figlio unigenito di Dio. Fu consegnata ai tormenti del
fuoco, legata a due tori che avrebbero dovuto squarciarla, gettata in una buca
piena di serpenti velenosi, ma a tutto sopravvisse, piena di grazia e di
dignità.
Lasciata libera, sfuggita ai persecutori attraverso un percorso
in una stretta gola (un canyon prodotto dall'erosione delle acque) trovò
rifugio in alcune grotte. Lì visse per molti anni, avendo unicamente la Croce come fonte del coraggio e della testimonianza. Il suo corpo giace nel
villaggio di Maaloula, a nord di Damasco, dove ancora oggi si parla l’aramaico,
la lingua di Gesù; il Monastero in cui è sepolta fu costruito accanto alla sua
tomba, è diventato un luogo di pellegrinaggio, frequentato da migliaia e
migliaia di turisti e visitatori provenienti da tutto il mondo.
Non avendo potuto quest'anno essere venerate in Maalula per i minacciosi eventi in corso, in questi giorni le reliquie delle ossa di Santa Tecla sono state trasportate in Libano nel convento di Sant'Eloi, a 30 km da Beirut.
"E' questo il primo segnale di quello che avverrà a tutta la cristianità siriana? No - ha risposto Padre Pavel - i cristiani vivono in Siria da 2000 anni, grazie a loro il mondo ha conosciuto il cristianesimo. Qualunque sia la sorte della loro patria, i cristiani non l'hanno mai lasciata e mai lo faranno. Santa Tecla tornerà a Maalula con le sue ossa e con la sua immagine che incarna lo spirito della libertà, i valori cristiani e il sacrificio in nome della fede. Ora Santa Tecla in Libano sta aiutando il nostro popolo a ritrovare la consolazione e la speranza".
Non avendo potuto quest'anno essere venerate in Maalula per i minacciosi eventi in corso, in questi giorni le reliquie delle ossa di Santa Tecla sono state trasportate in Libano nel convento di Sant'Eloi, a 30 km da Beirut.
"E' questo il primo segnale di quello che avverrà a tutta la cristianità siriana? No - ha risposto Padre Pavel - i cristiani vivono in Siria da 2000 anni, grazie a loro il mondo ha conosciuto il cristianesimo. Qualunque sia la sorte della loro patria, i cristiani non l'hanno mai lasciata e mai lo faranno. Santa Tecla tornerà a Maalula con le sue ossa e con la sua immagine che incarna lo spirito della libertà, i valori cristiani e il sacrificio in nome della fede. Ora Santa Tecla in Libano sta aiutando il nostro popolo a ritrovare la consolazione e la speranza".
Ascolta il Padre Nostro in Aramaico
https://www.youtube.com/watch?v=KejGKjSYD6w
Il Signore che
protesse Tecla, discepola di San Paolo, salvi e consoli le donne siriane rifugiate con i loro figli, indifese
vittime di violenza nei campi profughi; fermi il mercato delle spose bambine, che,
“come denuncia il quotidiano degli
Emirati The National, è la nuova frontiera dell’annichilimento umano nei campi
profughi turchi, libanesi e giordani allestiti per tamponare la crisi siriana. «I
genitori si sentono costretti a maritare le figlie agli stranieri perché è
comunque un’alternativa migliore alla vita nel campo profughi» scrive il
columnist saudita Mohammed al Osaimi. Oggi centinaia di minorenni siriane,
spesso addirittura under 15, vengono di fatto vendute a facoltosi uomini
d’affari arabi ....” (Francesca Paci su LaStampa)
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