LETTERA n. 49 (1 ottobre 2024)
Trad. Maria Antonietta Carta
Teniamo accesa la nostra lampada, cari amici.
Verso la fine della primavera, tutte le notizie riguardanti la situazione in Medio Oriente annunciavano un'estate molto calda dal punto di vista climatico, ma soprattutto per un possibile scoppio della guerra nel sud del Libano, di pari passo con la drammatica situazione di Gaza. Israele prometteva di bombardare il Libano e dunque l'aeroporto di Beirut. Per molti immigrati siriani che intendevano visitare il Paese, si trattava di una vera minaccia, e poneva molte domande: “È ragionevole acquistare in anticipo i biglietti per la Siria tramite l’aeroporto di Beirut? ‘’. Ricordiamo che le compagnie aeree non atterrano a Damasco a causa delle sanzioni internazionali; ciò significa che un viaggiatore diretto in Siria deve passare attraverso l’aeroporto di Beirut per poi proseguire il viaggio in taxi. Quindi, qualsiasi minaccia contro l’aeroporto di Beirut rappresenta una preoccupazione molto seria. Avevamo tanto bisogno del dialogo con i nostri amici siriani e i rappresentanti di associazioni internazionali amichevoli che intendevano visitarci, per convincerli ad andare avanti con la loro decisione, ma c’era ancora un’altra minaccia, quella dei bombardamenti effettuati da Israele contro le città siriane. Anche per questo bisognava rassicurarli e invitarli a correre il rischio di venire.
Purtroppo, le operazioni militari della settimana scorsa hanno dato ragione alle previsioni più pessimistiche: un autunno caldo, molto caldo, l'inferno..., che sta cambiando la configurazione del Medio Oriente. Un autunno che ci lascia dentro le sabbie mobili della sofferenza, della paura, della distruzione e soprattutto con l’assillo per il futuro. Un milione di sfollati interni in una settimana, ecco le prime stime dal Libano. Alcuni hanno preferito attraversare il confine con la Siria, altri cercano di raggiungere i loro Paesi di residenza via mare…
Siamo condannati ad essere un popolo in esodo? Siamo condannati a perdere le nostre proprietà, le nostre case, i nostri territori per essere alla mercé degli altri? I nostri figli sono condannati a essere senza dimora, senza scuole, senza amici; condannati a vivere nell’insicurezza? É una domanda che voglio condividere con voi…. Chi decide il nostro destino? Quali sono queste forze del male che decidono la sorte del nostro Medio Oriente? Abbiamo molta difficoltà a pianificare, a stabilire un calendario preciso e fare previsioni a lungo termine. Dobbiamo accogliere gli eventi quotidiani così come si presentano; accettando, se necessario, di modificare i progetti previsti. L’argomento principale per osare prendere decisioni è “Vivere giorno per giorno”. Flessibilità e resistenza sono due elementi fondamentali per chiunque viva in Siria; sforzarsi di adattarsi alle circostanze cercando di vedere il lato positivo delle cose. Talvolta ci lamentiamo, ci stanchiamo e ci chiediamo per quanto ancora potremo sopportare questa situazione senza una via d'uscita e un orizzonte, ma spesso sentiamo ripetere “Nechkor Allah, Hamdullillah, grazie a Dio’’, un'espressione di gratitudine e fiducia... Da dove viene questa forza interiore che permette alle persone di dire grazie quando la propria situazione è critica? Non è rassegnazione, è atto di Fede. Non è indifferenza, è accettazione della realtà con totale fiducia in Dio. Domani sarà, Inshallah, se Dio vuole, migliore. Questa fede incrollabile è un'eredità ricevuta dai nostri genitori, che ci hanno educato a confidare in Dio e ad andare avanti.
Fortunatamente, questa dinamica vitale permette ai Maristi Blu di svolgere tutte le loro attività con serenità ed entusiasmo, contando sulla Provvidenza che ci ricolma delle sue grazie. Crediamo profondamente che il Signore ci abbia sempre preceduto nel cammino della solidarietà. Siamo testimoni che l’amore di Dio, la sua volontà e la sua tenerezza vegliano su di noi e ci benedicono. Possiamo ripetere con Maria, la nostra Buona Madre: “Il Signore ha fatto meraviglie per noi.’’ Quest'anno è stato dedicato alla formazione dei dirigenti e dei futuri dirigenti dei Maristi Blu. Hanno seguito diverse sessioni di formazione, organizzate a livello locale o in collaborazione con i Maristi del Libano. Un gruppo di 7 project manager ha partecipato alla formazione sul tema della leadership, sia in presenza in Libano sia via Internet. Allo stesso modo, pensando al futuro e prendendo le decisioni necessarie per garantire la successione, i responsabili del progetto hanno effettuato un’analisi SWOT della realtà dei Maristi Blu. Garantire la successione è un tema che ha richiesto molta riflessione, condivisione e preghiera. Siamo tutti convinti che la Missione dei Maristi Blu ad Aleppo sia più che mai attuale. I bisogni sono enormi e a tutti i livelli. I Maristi Blu forniscono un servizio esemplare di solidarietà che merita di continuare. Siamo tutti convinti che sia giunto il momento di realizzare questa successione: atto di fede in Dio e nelle nuove generazioni di leader che manterranno lo spirito della Missione Marista Blu e guideranno i vari progetti. È stata una scelta di continuità che richiede una simbiosi tra ieri e domani; il momento di leggere ciò che è stato sperimentato dalla fondazione dei Maristi Blu nel 2012 e di affidare il fututo, con grande serenità e speranza, alle mani di Maria nostra Buona Madre. Questa serenità e speranza ci ha portato a scegliere tre persone per costituire il nuovo gruppo dirigente dei Maristi Blu. Infatti, dal 1 settembre 2024, sono subentrati Adel JANJI, Bahjat AZRIEH e Lina LAWAND. Abbiamo fiducia nel loro spirito marista, nel loro senso di solidarietà e nella loro capacità di agire in squadra. Noi, Leyla, Nabil e io, continueremo a sostenerli per un periodo di transizione.
Alcuni dei nostri programmi sono già iniziati dal 1 settembre. I programmi educativi inizieranno oggi, martedì 1 ottobre. I Maristi Blu continuano così ad essere questo barlume di speranza, scegliendo di mettere tutte le nostre capacità al servizio di una popolazione in totale disordine. Qualche giorno fa ho postato questa preghiera su Facebook: Chi sono io per proteggerti, straniero? Chi sono io, che il mio cuore trabocca di simpatia per la tua condizione umana, straniero? Chi sono io per sprecare il mio tempo prezioso ascoltando i sospiri oscuri della tua vita, straniero? Chi sono io per accettare che tu, lo straniero, condivida con me lo spazio della mia stabilità e della mia tranquillità... Chi sono io, Signore, perché tu debba attraversare la mia vita come uno straniero, un debole, un rifugiato, un oppresso, gettato sul ciglio della strada di questo pazzo mondo? Una voce dentro di me sussurra: "Sei il mio amato figlio..."
È solo un arrivederci.
fratel Georges Sabé per i Maristi Blu
Aleppo il 1 ottobre 2024