Mons. Zenari: la sofferenza dei bambini mette alla prova la nostra fede
Il Sussidiario, venerdì
25 dicembre 2015
intervista
di Pietro Vernizzi
“Aprendo
l’Anno Santo, il Papa ci ha invitato a praticare le opere di
misericordia corporale. Qui in Siria non ne manca nessuna”. Sono le
parole dell’arcivescovo Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco,
che le ricorda una a una.
Dare da mangiare agli affamati: in Siria ci
sono 13 milioni di persone senza più niente. Dare da bere agli
assetati: il 72% della popolazione non ha accesso all’acqua
potabile. Assistere gli ammalati: i bambini con arti amputati non si
contano più. Seppellire i morti: in Siria si sono contate 300mila
vittime, e spesso per celebrare i funerali i familiari rischiano a
loro volta la vita.
Il
Natale è la nascita di Gesù. Come ci raggiunge il Mistero di Dio
nella Damasco in guerra di oggi? Da questo punto di vista
ritengo emblematica la canzone “Tu scendi dalle stelle”, la cui
strofa recita “Tu vieni in una grotta al freddo e al gelo”.
Ancora oggi viviamo il Mistero della nascita di Cristo in queste
condizioni. Nonostante la grave povertà in cui si trovano, le
famiglie cristiane a Damasco non hanno perso la fede e la speranza.
Pensiamo a centinaia o migliaia di bambini nati lontani dalle loro
case, nei campi profughi, a temperature proibitive. E’ questo il
Mistero del Natale che viviamo qui a Damasco: Cristo si è unito alla
natura umana di tutti i secoli e di tutte le latitudini.
Il
Papa ha da poco aperto l’Anno Santo. Che cos’è per lei la
misericordia? Il Papa ci invita a praticare le opere di
misericordia corporali e spirituali, e l’esercizio delle opere di
misericordia qui a Damasco è a 360 gradi.
Vediamole
una a una. Dare da mangiare agli affamati … In Siria
sono più di 13 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza
umanitaria. In quest’opera di misericordia sono uniti cristiani,
musulmani e non credenti.
Dare
da bere agli assetati … Secondo le statistiche il 72% della
popolazione siriana non ha accesso all’acqua potabile, perché sono
state danneggiate le infrastrutture.
Assistere
gli ammalati … Qui ci sono un milione di feriti, e i bambini
con gli arti amputati non si contano.
Seppellire
i morti … In Siria si sono contate 300mila vittime. Ancora
all’inizio del conflitto ho assistito al funerale di un papà
ucciso mentre stava accompagnando la figlia all’università, ma
hanno dovuto aspettare una settimana perché non riuscivano a trovare
i brandelli di carne. Per non parlare di quanti hanno rischiato la
vita per raccogliere i cadaveri dei loro familiari lasciati per
strada, mentre i cecchini sparavano all’impazzata. In Italia quando
c’è un funerale si va all’agenzia delle onoranze funebri, mentre
in Siria ogni volta si rischia la vita.
Lei
per che cosa prega in questo Natale, monsignor Zenari? Pregherò
perché sia l’ultimo vissuto in queste condizioni, e perché il
prossimo sia celebrato in mezzo agli ulivi. Nelle ultime settimane
c’è già qualche segno di germoglio di primavera: spero che
germoglino gli ulivi.
Papa
Francesco ha detto: “A Dio importa dell’umanità, Dio non
l’abbandona”. Come può essere vero di fronte alle sofferenze del
popolo siriano? Qui la fede è veramente messa alla prova:
pensiamo soprattutto alla sofferenza dei bambini. Ci è messo tutti i
giorni di fronte il mistero di Gesù Cristo in croce, e occorre un
bel salto di fede per starci di fronte. Questo è soprattutto vero
per la terribile tragedia della sofferenza delle persone innocenti.
Lei
che risposte si dà di fronte a tutto questo? Il 28 dicembre
celebreremo la festa dei Santi Innocenti, dedicata a qualche decina
di bambini uccisi dal Re Erode. In Siria invece la strage degli
innocenti ha fatto 100mila vittime tra bambini e ragazzi. Accettare
questa sofferenza è una sfida per l’intelligenza e per la nostra
fede. Arrestare questa strage di innocenti è il primo dovere per
tutti.
http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2015/12/25/NATALE-A-DAMASCO-Mons-Zenari-la-sofferenza-dei-bambini-mette-alla-prova-la-nostra-fede/665890/
Urbi et Orbi. Papa Francesco: dove nasce Dio, nascono pace e misericordia
Fermare guerre e atrocità, essere vicini ai cristiani perseguitati
Al Signore, Francesco chiede che “l’intesa raggiunta” all’Onu “riesca quanto prima a far tacere il fragore delle armi in Siria e a rimediare alla gravissima situazione umanitaria della popolazione stremata”. È altrettanto “urgente”, prosegue, che “l’accordo sulla Libia trovi il sostegno di tutti, affinché si superino le gravi divisioni e violenze che affliggono il Paese”. Ancora, il Papa chiede alla comunità internazionale di “far cessare le atrocità che, sia in quei Paesi come pure in Iraq, Yemen e nell’Africa sub-sahariana, tuttora mietono numerose vittime, causano immani sofferenze e non risparmiano neppure il patrimonio storico e culturale di interi popoli” ... “Il mio pensiero va pure a quanti sono stati colpiti da efferate azioni terroristiche, particolarmente nelle recenti stragi avvenute sui cieli d’Egitto, a Beirut, Parigi, Bamako e Tunisi. Ai nostri fratelli, perseguitati in tante parti del mondo a causa della fede, il Bambino Gesù doni consolazione e forza. Sono i nostri martiri di oggi”. ... http://it.radiovaticana.va/news/2015/12/25/urbi_et_orbi_francesco_dove_nasce_dio,_nasce_la_pace/1196835
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