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mercoledì 4 settembre 2013

Un appello che tocca tutti gli uomini di buona volontà: "Si alzi forte in tutta la Terra il grido della pace"

"Vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace " (tweet di Papa Francesco)




 padre Samir Khalil Samir: 
 In realtà, il Papa riassume ciò che ogni persona ragionevole pensa: la guerra porta guerra, la violenza suscita violenza e non finirà mai. Meglio il dialogo anche se faticoso, anche se ognuno deve fare dei passi verso l’altro e deve rinunciare ad una parte di ciò che vede come giusto. 
Meglio questo che una guerra; già ci sono più di 100 mila morti, non si può ancora pianificare più guerra nella speranza che porti pace. È impossibile, perché in Siria adesso le due parti si trovano ad un punto tale di odio reciproco che ognuno teme di poter cedere e così di sparire, essere ucciso insieme alla comunità e i suoi seguaci. Non c’è altra soluzione che la preghiera ed il digiuno, come dice il Vangelo e come ha detto il Santo Padre, nella dimensione dell’umanità che ha un po’ di spiritualità. E dall’altra parte, c’è il dialogo: è stato pianificato per la settimana prossima un dibattito con delle possibili concessioni mutue. Il negoziato è l’unica via. Che sia difficile è cosa certa. L’altra via sarebbe sterminare tutti gli oppositori. L’unica via quindi è il negoziato, ovvero la presenza di un “arbitro”: la Comunità internazionale – rappresentata dall’Onu e da alcuni Paesi non tutti dello stesso “campo” – che propone cose ragionevoli, soluzioni che non vanno totalmente da una parte o dall’altra. Ogni parte sceglie i suoi rappresentanti più “ragionevoli”, più aperti all’altro ed una commissione internazionale fa da guida. Io non conosco altra soluzione. 

Testo proveniente dalla pagina del sito RadioVaticana:  http://it.radiovaticana.va/news/2013/09/03/bombardamenti_a_damasco_mentre_mosca_rileva_missili_nel_mediterraneo:/it1-725152


Il Gran mufti desidera essere a San Pietro a pregare col Papa per la pace in Siria: musulmani e altri gruppi si uniscono all’appello

     leggi suhttp://www.fides.org/it/news/53425-ASIA_SIRIA_Il_Gran_mufti_desidera_essere_a_San_Pietro_a_pregare_col_Papa_per_la_pace_in_Siria_musulmani_e_altri_gruppi_si_uniscono_all_appello#.UiXsSG1H7wo

Lettera del Gran muftì di Damasco al Papa: “Lavoriamo insieme per la pace”

Nel testo della missiva, pervenuto all’Agenzia Fides, il muftì definisce l’appello di Papa Francesco “figlio delle leggi celesti”, lodando l’iniziativa di “pregare per la pace in Siria” come “buona e per il bene per l'umanità”. 
“Sua Santità – recita il testo – la ringraziamo per questo appello di grande umanità, basato sulla fede, a digiunare e pregare insieme Dio Onnipotente perché possa portare pace sulla terra e proteggerci dal potere del male e dell'oppressione”. 




Intellettuale musulmano: Pregheremo con il Papa per la pace in Siria

Ridwan Al-Sayyd, professore di islamistica a Beirut, invita la comunità internazionale ad ascoltare le parole del Papa. La Giornata di preghiera per la pace in Siria "un'occasione per aprire le porte a una soluzione pacifica del conflitto. Un'azione armata in Siria farà esplodere una guerra in tutto il Medio Oriente".

   leggi suhttp://www.asianews.it/notizie-it/Intellettuale-musulmano:-Pregheremo-con-il-Papa-per-la-pace-in-Siria-28911.html



Medico islamico: seguiamo il Papa e alziamo la voce contro la guerra

Per Izzeldin Abuelaisch, famoso in tutto il mondo per il suo libro "Io non odierò", non basta parlare di pace. "Ogni uomo deve agire seguendo l'esempio di papa Francesco. La crisi e l'odio presenti in Medio Oriente sono una conseguenza di un mondo che ha dimenticato i suoi valori".

   leggi suhttp://www.asianews.it/notizie-it/Medico-islamico:-seguiamo-il-papa-e-alziamo-la-voce-contro-la-guerra-28919.html



Il rabbino amico del Papa: le guerre portano altre guerre

«Sono profondamente convinto di una cosa. Quello che non si risolve con il dialogo resta irrisolto. Non ci sono altri mezzi. Le soluzioni raggiunte con la guerre portano nel breve a nuovi conflitti. Perché implicano l’annullamento dell’altro. Il dialogo, invece, crea incontro, attraverso un progressivo arretramento dei due contendenti dalle loro posizioni originarie. La morte genera morte. La parola dà vita. Nella Genesi, il rapporto tra Dio e l’uomo inizia con il “disse” pronunciato dal creatore verso la sua creatura. A nessun’altra, prima, Dio si era rivolto in questo modo». Sono parole di Abraham Skorka, rabbino molto noto nella comunità ebraica argentina e amico personale del Papa, intervistato sull’Avvenire del 4 settembre riguardo alla crisi siriana.
«Sono profondamente convinto di una cosa. Quello che non si risolve con il dialogo resta irrisolto. Non ci sono altri mezzi. Le soluzioni raggiunte con la guerre portano nel breve a nuovi conflitti. Perché implicano l’annullamento dell’altro. Il dialogo, invece, crea incontro, attraverso un progressivo arretramento dei due contendenti dalle loro posizioni originarie. La morte genera morte. La parola dà vita. Nella Genesi, il rapporto tra Dio e l’uomo inizia con il “disse” pronunciato dal creatore verso la sua creatura. A nessun’altra, prima, Dio si era rivolto in questo modo». Sono parole di Abraham Skorka, rabbino molto noto nella comunità ebraica argentina e amico personale del Papa, intervistato sull’Avvenire del 4 settembre riguardo alla crisi siriana.
«Sono profondamente convinto di una cosa. Quello che non si risolve con il dialogo resta irrisolto. Non ci sono altri mezzi. Le soluzioni raggiunte con la guerre portano nel breve a nuovi conflitti. Perché implicano l’annullamento dell’altro. Il dialogo, invece, crea incontro, attraverso un progressivo arretramento dei due contendenti dalle loro posizioni originarie. La morte genera morte. La parola dà vita. Nella Genesi, il rapporto tra Dio e l’uomo inizia con il “disse” pronunciato dal creatore verso la sua creatura. A nessun’altra, prima, Dio si era rivolto in questo modo». Sono parole di Abraham Skorka, rabbino molto noto nella comunità ebraica argentina e amico personale del Papa, intervistato sull’Avvenire del 4 settembre riguardo alla crisi siriana.



Guerra in Siria, Emma Bonino con Papa Francesco: "Probabile digiuno per soluzione politica"

   leggi suhttp://www.huffingtonpost.it/2013/09/02/emma-bonino-siria-digiuno-papa-francesco_n_3855937.html?utm_hp_ref=italy



Fausto Bertinotti: " La fede del Papa è il desiderio di pace del nostro popolo"

“Il grido del Pontefice è qualcosa che muove dal profondo dell’umano e tocca tutti, credenti o non credenti, e coglie un’istanza molto profonda che si leva dalle parti migliori del mondo . Vale dunque per tutti.”




ADESIONE DELLA RETE NO WAR ALL'APPELLO DI PACE DI PAPA FRANCESCO:


La Rete No War, impegnata da due anni e mezzo in iniziative di pace tese ad impedire la guerra, prima in Libia e poi in Siria, iniziative condotte spesso in assoluta solitudine e nel silenzio se non nell'ostilità di molti mass media e forze politiche, trova un grande conforto nelle parole dell'appello di pace del Papa.
Il "grido di pace" ed il motto del Papa "MAI PIU' LA GUERRA", espresso in termini chiari e niente affatto ambigui, e senza ombra di riserve mentali; il suo invito al dialogo ed alla riconciliazione tra le parti nel sanguinoso e tragico conflitto siriano senza accenni a precondizioni, discriminazioni o accuse prive di prove lanciate solo come pretesto da chi vuole la guerra;  il Suo invito ad assistere i profughi e le altre vittime della guerra senza strumentalizzazioni, ci trovano pienamente d'accordo.
Raccogliamo quindi l'appello del Papa ed invitiamo anche altre organizzazioni pacifiste a farlo; ci impegniamo a proseguire con rinnovato vigore nella nostra azione contro la guerra, contro le bugie che alimentano la guerra, ed a favore di un percorso di pace basato sulla trattativa tra le parti senza precondizioni e discriminazioni

LA RETE NO WAR - ROMA

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