Lettera di padre Daniel Maes
Qara, 3 marzo 2017
Dalla
vita della Comunità
Durante
la
prima metà della settimana scorsa abbiamo ancora sofferto per la
grande ondata di freddo con il brutto risultato che i tubi dell’
acqua si sono congelati nel nuovo edificio. Per voi notizie consuete,
ma per noi ogni volta una brutta sorpresa. Un ospite dal Libano che
soggiornava per due giorni con noi, prima di trasferirsi a Aleppo per
portare aiuto, abbiamo dovuto farlo dormire nel refettorio vicino
alla stufa a legna, per evitare che partisse congelato. La seconda
metà della settimana il tempo si è fatto più clemente con
mattinate soleggiate. Abbiamo avuto un altro ospite, un giovane
francese che è venuto una settimana per prepararsi al battesimo.
Abbiamo fatto con lui i primi passi nella fede. Per noi, che abbiamo
ricevuto la fede cristiana dalla nascita era una situazione
sconosciuta: un semplice uomo dell’occidente, senza nessuna
resistenza contro la fede cristiana ma anche senza alcuna conoscenza,
né dai suoi genitori, né dalla sua educazione, né dal suo
ambiente. Lui stesso risponde in modo laconico: "c'est la
France". Ma la Francia non era "la
figlia maggiore della Chiesa"
? Infine, l’ultima sera prima della sua partenza l’ abbiamo
festeggiato con affetto. Volevamo fare “les crèpes” con i frati
su un fuoco di legna. Già la preparazione era un grande divertimento
come anche la cena stessa: les crèpes erano abbastanza bruciate ma
...commestibili.
Durante
la seconda parte della settimana, il tempo era molto piacevole e cosi
abbiamo lavorato nelle mattinate sul nostro terreno. Il sole ci
scaldava gratuitamente. Il tardo pomeriggio, la sera, la notte e la
mattina è davvero freddo. Per quello abbiamo il nostra stufa a
legna, ma la legna è da cercare sul nostro terreno e da segare. Nel
frattempo ci stiamo preparando per la grande Quaresima.
La
grande vergogna della stampa Americana e dell’Occidente
Secondo
Stephen Kinzer la copertura dei giornalisti sulla guerra in Siria
passerà alla storia come "uno
degli episodi più vergognosi nella storia della stampa Americana,
cito
l’articolo “The
media are misleading the public on Syria”
nel giornale Boston Globe, del 18 febbraio 2017. No, questo uomo non
fa parte di un movimento anti-americano e neanche è un
rappresentante di una stampa alternativa, ma si tratta di un
giornalista molto conosciuto del The
New York Times.
Stephen Kinzer insegna giornalismo e politica estera alla
Northwestern University di Chicago. Egli è un esempio di un
giornalista normale e buono, cioè un giornalista critico. Il modo
selettivo in cui la stampa americano e occidentale scrive è molto
inquietante, secondo Stephen Kinzer.
"I media ingannano il pubblico sulla situazione in Siria".
Egli è molto critico circa le notizie su Aleppo. "I
ribelli moderati"
che hanno “liberato”
Aleppo sono in realtà degli assassini, che terrorizzavano la
popolazione, in modo arrogante e senza scrupoli, con il risultato che
la popolazione ha accolto l'esercito Siriano come i veri liberatori.
La maggior parte della stampa americana (e occidentale) dà news
esattamente opposte a ciò che sta realmente accadendo. Secondo essa,
le persone dovrebbero sperare nella vittoria di una coalizione
sincera di americani, sauditi, turchi, curdi e “dell'opposizione
moderata”.
Stephen Kinzer
trova tutto questo assurdo. Egli comunque è mite verso il popolo
americano, che non ha conoscenza. La colpa di queste bugie è la
stampa. Gli articoli sono scritti negli edifici editoriali di
Washington dove i giornalisti vanno a cercare l’informazione nel
Pentagono, nei dipartimento degli affari esteri, nella Casa Bianca e
dagli "esperti" del think-tanks. Es: di al-Nosra dicono che
sono ribelli e "moderati"
ma non dicono che loro appartengono ad al-Qaida. Arabia Saudita
avrebbe sostenuto "combattenti
per la libertà",
quando in realtà è lo sponsor principale del IS. Nel frattempo si
scrive solo in modo negativo sulla Russia, sull'Iran o sulla Siria. E
di fatto sono esattamente queste notizie ufficiali mendaci che
peggiorano la situazione in Medio Oriente. L'ignoranza del popolo
americano non è superiore a quella di altre nazioni, ma è più
pericolosa, perché ha conseguenze per un intervento militare.
Quando un uomo con un tale autorità scrive in questo modo, possiamo
supporre e sperare che il gap tra la verità e i reports dei
giornalisti sulla Siria nella stampa mainstream sia diventato così
grande che alla fine sarà insostenibile. Il riconoscimento della
verità aiuterà la Siria nel suo cammino verso la pace.
Fuorviante
sensibilità
Nel
pensiero”corretto” occidentale sul livello
sociale e politico emerge una grande sensibilità. Una riguarda il
presidente Siriano e l'esercito siriano. Si dovrebbe soprattutto
evitare ogni parola positiva nella loro direzione. Anche i
giornalisti che ora a malincuore riconoscono lentamente gli orrori
dei terroristi, sentono ancora il dovere di aggiungere che "il
regime siriano" è una dittatura terribile. Se non aggiungono
questo, tutto il loro articolo diventa incredibile, perché "tutti
lo sanno"
(tranne la popolazione siriana stessa!). I media sono riusciti ad
dipingere il presidente siriano come il vero capro espiatorio, senza
esaminare in modo critico la verità. Un capro espiatorio è qualcuno
che è odiato e isolato da tutti.
Per
mantenere viva questo idea politica corretta riguardante il
presidente Siriano, otteniamo in momenti cruciali falsi rapporti come
recentemente quello di Amnesty
International sulla
prigione che si trova qui vicino a noi. Diventa una delizia per un
giornalista fare una caricatura di qualcuno che ammira in modo
sincero il presidente siriano. Quell'uomo è poi bruciato per sempre.
Qui non ci vuole nessun commento ulteriore....
Durante
la visita della delegazione belga con parlamentari e giornalisti in
Siria, si è svolta anche una visita al nostro monastero. Per caso
era una mattina piena di sole. Il nostro giornalista VRT voleva
un'intervista. E quale fu la prima domanda? Ascolta:
tu sei un fan di Assad? Io ho risposto così, per esemplificare quello che volevo dire: “Se io
dico apertamente che sono contrario al fatto che il nostro primo
ministro (premier) del Belgio Michel sarà assassinato dai terroristi,
allora voi mi chiamate un fan di Michel o un agente segreto del
"regime belga"?. Io sono un cristiano e i cristiani sono
sempre stati i cittadini più leali nella società, anche nell'Impero
Romano, ma non sono mai stati ricompensati per quello. Al contrario
erano
sempre incolpati di tutto ciò che andava storto nella società, solo
perché i cristiani non volevano adorare gli dei dei pagani. Il
governo siriano infatti è un governo eletto in modo legittimo e il
presidente è ampiamente sostenuto da tutti gli strati della
popolazione. Che problema c’è, se uno riconosce e difende
l'autorità legale, anche se l’autorità ha difetti e imperfezioni?
La seconda domanda era sulla guerra civile siriana, in cui ho cercato
di rispiegare che c’è mai stata una guerra civile interna e che
non arriverà mai. Dall'esterno invece si tenta di provocare una
cosiddetta guerra civile. In breve, per la televisione fiamminga
(VRT) sarà probabilmente un'intervista "inutilizzabile".
Non mi sembra che la abbiano mai trasmessa.
Perchè
i cristiani non rispondono
L'Occidente
trova la sua origine nella civiltà giudaico-cristiana e
greco-romana. La Chiesa ha visto nascere tutti i paesi e
probabilmente li vedrà anche scomparire. Tutte le principali
università e ospedali derivano da istituzioni ecclesiastiche. Questa
fede cristiana è in gran parte scomparsa. Gruppi musulmani hanno
invaso i nostri paesi, si sono infiltrati in tutti gli strati e
istituzioni, solitamente senza adattarsi e ora sono già pronti in
tante città europee a far dominare la dittatura della sharia. Una
strategia in tre fasi: migrazione, infiltrazione e installazione. E
dove questo non è ancora in atto, loro stanno facendo i preparativi
necessari in modo prudente. L'islam è modesto e sottomesso fino a
quando si manifesta l’occasione di prendere il potere. Il problema
qui non sono i musulmani ma l'islam come organizzazione globale di
guerra e di conquista. Gli Stati del Golfo e grandi organizzazioni
islamiche spendono miliardi per la propaganda dell'islam in tutto il
mondo. Secondo loro tutta la popolazione mondiale deve essere sotto
un califfato islamico. Le popolazioni che vivono già sotto l'islam,
sono chiamate "il mondo della pace", gli altri invece
vivono ancora nel "mondo della guerra". L'islam non si
adatta, al contrario la vita di tutte le popolazioni deve essere
adattata all'islam. I musulmani conoscono la pace, l’islam invece
non conosce la pace. L’islam conosce solo la guerra e la
sottomissione. E questa forte islamizzazione è promossa dalle
nostre leggi "democratiche", dal nostro sistema di
multiculturalismo, dalla nostra grande tolleranza e dalla paura
gonfia di islamofobia e anti-razzismo. Anime “Illuminate” ci
stimolano a scoprire in Europa radici arabo-islamiche non-esistenti e
gli apostoli dell' islam ci propongono una civiltà islamica
moderata, adattata all’occidente. Nel frattempo, spariscono sempre
più simboli cristiani, feste ed usanze cristiane dalla vita
pubblica, per far posto ad una cultura islamica forzata con i loro
eventi, la loro alimentazione halal, le loro pratiche di ramadan ecc.
Campanili sono abbattuti e scompaiono, mentre cresce il numero di
minareti. Chiunque creda che non c’è da preoccuparsi, potrà
trovare la realtà schiacciante nel libro che abbiamo accennato in
passato di Philippe de Villiers, Les
cloches sonneront-elles encore demain?
Albin
Michel, 2016. Il nostro vuoto spirituale vacuo è ora riempito in
modo accelerato dalla strategia di conquista dell'islam. Se si
iniziasse già ad applicare le regole più elementari di uguaglianza
e di anti-razzismo, risolverebbe già grande cose; musulmani
provenienti da paesi dove i cristiani non sono autorizzati a vivere
la loro fede, non possono neanche farlo qui e paesi musulmani che non
consentono la costruzione delle chiese non possono neanche costruire
moschee qui. Questi principi purtroppo non sono nemmeno stati
applicati. Sono proprio le nostre leggi "democratiche" che
ci portano alla colonizzazione dell'islam nel nostro proprio paese. Il
vero problema è che noi neghiamo le nostre radici e civiltà
cristiane. O dobbiamo aspettare finchè le nostre Cappelle di Maria e
del Calvario saranno rimosse per legge dalla strada perché
infastidiscono (noi stessi? lo riteniamo) musulmani che vogliono
sedersi sul loro tappeto su piazze pubbliche? Noi cristiani dovremmo
essere incoraggiati ad esplorare la profonda ricchezza della fede e
dell'esperienza cristiana. I musulmani dovrebbero essere aiutati a
essere liberati dagli elementi umani indegni dell'Islam.
Il
digiuno infatti è una buona occasione per iniziare un movimento
contrario.
(traduzione di A. Wilking)