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martedì 3 novembre 2015

Viaggio in Siria (2): Homs, ya Rabb!



    "Ya Rabb! = mio Dio!"
Davanti ai mozziconi di palazzi testimoni verso il Cielo di mesi e mesi di bombardamenti incrociati, atti terroristici e sofferenze immani, non trovo che questa parola, delle dieci che ho imparato: 'mio Dio!'
I due terzi di Homs sono ridotti così.



    Ci rechiamo alla casa dei Gesuiti dove riposa il caro padre Frans per pregare sulla sua tomba, affidargli l'intercessione per la pace in Siria e salutare i suoi confratelli. E qui comprendo un po' meglio le parole del Vangelo  "era necessario che il Figlio dell'uomo soffrisse molte cose ..." .
  Grata di raccogliere la testimonianza di padre Nouras Sammour, questo è il suo racconto:

    “Tutto è cominciato nel giugno 2012 con l'assedio, c'erano persone che volevano andarsene e altre che volevano restare; sono rimasti circa 90 cristiani, tra questi nel corso dei mesi diversi sono morti a causa di malattie, non direttamente per la guerra. Poi, nel febbraio 2014 ci fu un accordo tra lo Stato siriano e gli uomini armati che stavano qui, infine si concluse che quelli che volevano uscire potevano farlo.
Dunque molti della comunità cristiana sono usciti ma un piccolo resto di cristiani si è fermato, padre Frans ha voluto restare con loro, perché non c'era nessun altro che potesse prendersene cura.
Ne sono rimasti una ventina; era il 7 aprile 2014; un mese dopo Frans è morto.
Durante questo tempo egli era diventato un simbolo; era lui che teneva insieme questa gente.
Egli aveva delle provviste, farina, cibo, mentre in generale approvvigionarsi qui era assai difficile. Frans aveva qualcosa, ma soprattutto era il pastore: visitava i malati, portava conforto, faceva i funerali e celebrava la messa la domenica; nei pomeriggi si riunivano per la preghiera e la cena. La domenica dopo la messa si radunavano qui.  Ci sono video e registrazioni di questo, perché con il 3G riuscivano a inviare le comunicazioni. C'è chi ha trascritto le sue omelie, le sue riflessioni, e ce le ha comunicate. Di tanto in tanto riuscivamo a sentirci al telefono, l'ultima comunicazione che avremmo fu due giorni prima del suo assassinio. Ogni tanto io venivo a Homs ma dalla parte della nostra residenza;  ma pur essendo a 1 km di distanza non si riusciva a giungere fin qui.

   La ragione del suo assassinio?
Sì, lui era un simbolo, tutta la sua vita è stata per l'incontro e la riconciliazione, questo è chiaro,
Che lui sia stato assassinato proprio perché egli era questo simbolo, può essere, non lo so, né so chi lo ha ucciso, non lo conosco personalmente. Ma senza dubbio è qualcuno che ha fatto un atto di male contro il bene, semplicemente IL MALE: questo è certo. Non si tratta di condannare la persona, non spetta a me giudicarla. Ma l'atto in sé è un atto di male contro una figura di bene, contro una testimonianza del Vangelo.
E oggi la sua presenza continua. Certo, noi vorremmo vederlo ancora in mezzo a noi , così come allora avremmo voluto avere il suo corpo, per fare i funerali … Ma in quel momento era molto difficile, questo quartiere che era sotto assedio: mi ero messo in contatto con alcuni ufficiali che mi dissero che erano pronti a inviare l'ambulanza per recuperare il suo corpo se l'altra parte che stava qui avesse accettato. Allora quando interpellai questa parte dissero: “Si, ma noi ci dobbiamo sentire anche con altri...“. E allora io ho detto: “ se non c'è risposta io lo seppellirò lì".  
Non arrivando risposta, io ho sentito che bisognava seppellirlo qui, dove lui aveva donato la sua vita.
E dunque lo abbiamo seppellito qui, e questa ora è una consolazione: è qui il suo posto. È una consolazione, la comunicazione misteriosa della fede che continua.
carboncino di Layla Orfali

Può essere un mio pensiero personale, ma forse il ritorno delle persone che sono rientrate nel quartiere, nelle loro case, non sarebbe stato così facile se Frans non avesse donato la sua vita.
È il chicco di grano che dona la sua vita perché la moltitudine possa vivere.
Questa è la mia lettura.

Nella città di Homs c'erano circa 150,000 cristiani. Oggi ne sono rientrati la metà."


    Poco distante, la chiesa della Santa Cintura: la ricordo bene prima della guerra,  santuario di devozione alla reliquia della Madonna: oggi è il simbolo della devastazione ma anche  della volontà ostinata dei cristiani di ricostruire, di riprendere la vita, la presenza, la speranza che 2000 anni di storia hanno radicato qui.  Qui è passata la Vergine Maria : 2000 anni fa, alla radice della storia cristiana.

    Allo stesso modo, negli scantinati della parrocchia greco-ortodossa della Madonna dell'Annunciazione ammiro le preziose antichissime icone del Monastero di san Georges qui custodite, salvate per l'amore dei fedeli consapevoli di un patrimonio molto più grande del valore economico di queste opere d'arte:
 'una questione di vita o di morte' , come mi dicono con semplicità.

Nella via di fronte alla chiesa rimbalzano i richiami dei bambini che escono a frotte dalla scuola, voci di un popolo che domanda solamente di poter avere un futuro nella propria terra.


  Fiorenza 
  (segue)




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il documentario di Anastasia Popova:

giovedì 29 ottobre 2015

Viaggio in Siria (1)

  Dal 17 al 26 ottobre mi sono recata in Siria, ospite delle monache Trappiste di Azeir, un villaggio cristiano affacciato sulla valle verdeggiante in cui scorre il fiume che separa la Siria dal Libano, non lontano da Tartous.
Su questa collina boscosa cinque suore italiane (a cui presto si uniranno due postulanti locali) stanno costruendo un luogo bellissimo e semplice dedicato alla preghiera, al silenzio, all'incontro personale con Dio, che offra agli ospiti l'occasione di incontro con un'esperienza che ogni giorno vive nell'orizzonte della libertà, cioè della coscienza di chi è l'uomo e per quale ragione sta al mondo.

   Tra gli ospiti, incontro Layla, insegnante e poetessa di Aleppo che tra queste mura silenziose cerca di curare la ferita profonda della devastazione della sua città. Mi racconta dei palazzi sventrati, tra le cui macerie, con le mani, lei e i suoi famigliari cercavano i corpi dei vicini. Layla parla italiano e mi aiuta a comunicare con i cristiani del luogo e a superare la barriera insormontabile della lingua araba; con lei vado a visitare e portare un messaggio di amicizia ai bambini della scuola statale del villaggio, a cui dono del cioccolato che ho portato con me. Il giorno successivo, l'autista del taxi che mi conduce nella Valle dei Cristiani e papà di due alunni della scuola mi racconta che i suoi due bimbi sono tornati trionfanti tenendo come una reliquia la barretta di cioccolato che non vogliono che nessuno mangi perché “l'hanno portato dall'Italia proprio per me!”...   La scuola è povera ma dignitosa e organizzata con ordine; il maestro George mi dice con uno sguardo luminoso: “noi cerchiamo di rendere la vita più bella con tutti gli strumenti che abbiamo”.

   'Rendere la vita più bella' è veramente la sfida di oggi: scopro con sconcerto che proprio tutti se ne vogliono andare. Il ritornello comune è: “non c'è più niente per me, non c'è possibilità per il mio futuro”.    Nell'incontro con una famiglia cristiana di Bayda emerge tutto il dramma degli sfollati da Aleppo: la mamma rimasta vedova si reca tre volte alla settimana a lavorare a Latakia, la figlia Miriam di 16 anni frequenta con impegno il liceo artistico, il piccolo Daoud va alla scuola elementare, deve restare lunghe ore in casa da solo ma si comporta con piena responsabilità; poche frasi dicono la durezza della condizione di sfollati: “eravamo benestanti ora siamo quasi dei miserabili … Non siamo né vivi né morti...”. E Miriam si domanda: “per cosa restare qui? Restiamo per morire?”.

   La difficoltà principale a cui tutti devono far fronte è l'aumento spropositato del costo della vita: gli alimenti, le medicine, qualsiasi servizio costa 10 volte più di quanto era prima della guerra. Tutti vogliono andare in Germania, convinti che come rifugiati avranno il servizio sanitario, la previdenza, la sovvenzione da parte dello Stato e la certezza di ottenere prima o poi un lavoro dignitoso. Anche la prospettiva di finire in fondo al mare non è così terribile dopo aver vissuto i bombardamenti giorno e notte ad Aleppo o a Homs: “se muoio in mare sarà lo stesso che morire sotto le bombe” ... “viviamo nella paura: adesso arrivano! Ed ogni uomo armato che viene nella nostra direzione ci fa sussultare”.
Le sanzioni internazionali strangolano ogni impresa locale e favoriscono il proliferare delle mafie  e dei profittatori di tutti generi, sulla pelle degli sfollati e della gente comune.
Anche il vescovo di Tartous mons. Antoine Shbeir mi conferma che, pur essendo la cittadina di mare al riparo da bombardamenti, i giovani e le famiglie se ne vanno perché non reggono il costo della vita: lo stipendio mensile ormai basta solo a malapena a pagare l'affitto. Ma, aggiunge: “ora con l'intervento dei russi hanno ripreso un po' di speranza e alcuni che erano decisi ad andarsene stanno ripensandoci”.

   Il lavoro della ricostruzione umana sarà enorme, si è davvero rotta la convivenza e si è instaurata la sfiducia e il sospetto, Quello che prima della guerra era normale - stare fianco a fianco sunniti, alawiti, cristiani- ora è diventato tremendamente difficile: la ferita di tanta violenza, dei tradimenti, delazioni, di inimmaginabili vendette, lascia un rancore e una diffidenza che ai più pare impossibile sanare. Tra i bambini della scuoletta di Azeir,  ci sono gli orfani di due panettieri locali che si erano trasferiti a Homs per fare funzionare il forno ogni giorno e sono stati uccisi dai 'musallaheen', cioè i ribelli, solo perché ogni giorno lavoravano e quindi erano considerati sostenitori del governo. E gli abitanti delle cittadine cristiane situate sotto il Castello (il Crack des Chevaliers) ricordano con raccapriccio i massacri efferati che tra quelle mura sono stati compiuti dalle bande e il tormento dei proiettili che piovevano su di loro notte e dì.
I cristiani che prima erano l'elemento di moderazione nella società ora sono considerati, dai seguaci del Califfato, dei kuffar: infedeli; un 'Califfato' il cui sogno alberga nei pensieri di molti più sunniti di quanto si pensi ... Come del resto 'infedeli' sono considerati anche i sunniti 'laici' come il Mufti Hassoun o il ministro al Moallem..   I cristiani mi parlano con sdegno della devastazione e sfacelo operato da quelli che noi ora chiamiamo 'ribelli moderati' nelle chiese di Rableh e di Qaryatayn, da cui tutte le antiche bellissime sacre immagini sono state rubate prima della distruzione..
Lo slogan scandito nei primi giorni della 'rivoluzione' “alawiti nella tomba, cristiani a Beirut” si è rivelato realtà, e ormai non vi sono più remore nel ribadirne l'intento.


  Su ogni casa campeggia almeno un poster con la foto del 'martire': non c'è famiglia in cui manchi un figlio, o fratello, o marito, morto tra le fila dell'esercito siriano.  All'entrata di Tartous sussulto passando sotto interi muri tappezzati da questi volti, soprattutto di ragazzi, che rappresentano il tributo del popolo a questa guerra che non ha voluto, e di cui 'non ne può più'.

   Eppure piccoli segni  di speranza col passare dei giorni si presentano (e concordiamo di promuovere in Italia il modo per supportarli) :  gente che ancora osa credere nella possibilità di guardare l'altro con rispetto, di rinnovare in sé la speranza e la decisione della convivenza sperimentata in passato e da affermare ancora nel futuro:
- l'insegnante cristiana di musica che ogni mattina va a a fare lezione nel vicino villaggio sciita e anche nel villaggio sunnita
- i cristiani di Homs che tornano nel quartiere al Hamidiyah e il pellegrinaggio di musulmani e cristiani al convento gesuita in cui riposa padre Frans Van der Lugt
- le suore che gestiscono egregiamente la scuola 'al Amal' ( La Speranza) di Marmarita aperte agli sfollati provenienti da ogni parte di Siria
- i cooperanti salesiani sfollati da Aleppo che vogliono rimettere in piedi piccole attività lavorative: l'inizio di possibili attività di promozione della donna, laboratori di cucito, stamperie …
- la professoressa sfollata che non vuole vedere i suoi figli emigrare e vorrebbe allestire un salone vicino alla Parrocchia come biblioteca e centro di incontro giovanile 

  Percorriamo l'incantevole valle di Myssiaf (come sarà bella la Siria senza guerra!), ad  uno degli innumerevoli posti di controllo il militare restituisce alle suore e a me i documenti con questo saluto: "La Siria è illuminata dalla vostra presenza".


Aiutateci a restare. Questo grande compito , ridestare la speranza dei cristiani per trovare le ragioni per restare e radicare la speranza in un fondo umano più vero, è l'impegno che si assumono le Monache: perchè tutto ricomincia da una testimonianza che rimette in moto il riconoscimento della ragione per cui val la pena rimanere e sperare che ci sia un futuro. O come dice suor Marta: “Adesso basta piangerci addosso, muoviamoci! Anche qui , dove non c'è certamente l'ottimo delle condizioni, puoi dare un senso alla tua vita, sostenendo gli altri, operando per la dignità della vita e per la bellezza, che è dono gratuito!”.

Fiorenza
(segue)

sabato 21 marzo 2015

Per salvare le generazioni future




Nord Iraq -  Father Douglas

"Non è solamente tempo per il perdono
non è tempo per le parole.
E' il tempo per lavorare.
Devo al mio Signore il non chiudere questa opportunità.

Una volta è esplosa la mia chiesa,
una volta l'attacco  fu durante la messa con razzi.
Un giorno mi hanno sparato nella gamba, le pallottole sono ancora nella mia gamba sinistra.
E sono stato sequestrato per nove giorni
mi hanno quasi spezzato i denti, il naso
e tutto questo lo hanno fatto in nome di Allah.

Devo perdonarli.

Non perché sia obbligato a farlo, perché sia un ordine...
ma dobbiamo perdonare 
per lasciare che la Grazia si trasmetta
di generazione in generazione.
Non farlo, significa dolore e odio,
dove chiudiamo la strada alla grazia di Dio.

Allora, continuare in questo Paese
come cristiano

continuiamo come sale e luce...

Non importa ciò che succeda a me o alla gente della mia generazione
però dobbiamo aver cura dei bambini,
essi sono il futuro.

Se non abbiamo cura dei nostri bambini adesso
la futura generazione di ISIS
 non sarà dalla nostra parte."





APPROFONDIMENTI:

1- ISIS IN ITALIA. Gli studenti di terza media: " Se arriva ci convertiamo subito"
  http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2015/3/16/ISIS-IN-ITALIA-Gli-studenti-di-terza-media-Se-arriva-ci-convertiamo-subito-/591126/

2- SE ARRIVA L'ISIS: Test choc in una classe: il 90% dei nostri ragazzi pronta a cedere ai prepotenti
http://www.ilgiornale.it/news/politica/se-arriva-lisis-23-studenti-su-25-si-convertono-1106371.html?mobile_detect=false 

lunedì 9 febbraio 2015

9 febbraio: memoria di San Marone, monaco di Siria

foto: le rovine della basilica maronita (561 D.C.) a Barad - Nord Siria


San Marone ("piccolo Signore" in aramaico) è nato intorno al 350 d.C. a Cirro, una cittadina nei pressi di Antiochia.
Fu ordinato sacerdote e successivamente si ritirò come eremita per una montagna di Taurus, vicino ad Antiochia, sopra le rive del fiume Oronte. Trascorse il suo tempo pregando in solitudine, digiuno e lavorando.
Il grande arcivescovo di Costantinopoli, S. Giovanni Chrysostomo era suo amico. 

San Marone ha attratto molti discepoli: Giacomo di Cirro, Limnaeus, Domnina, Cyra, Marana, Abraham l'eremita, l'apostolo del Monte Libano e molti altri.
San Marone morì nel 410, dopo la sua morte sopra la sua tomba fu edificata una chiesa. 




All'intercessione di San Marone affidiamo oggi la pace di tutta la regione siro-libanese e la sorte dei due sacerdoti Michel Kayyal (armeno cattolico) e Maher Mahfouz (greco ortodosso) rapiti il 9 febbraio 2013 ad Aleppo

BREVE STORIA DELLA CHIESA E DELLA COMUNITA’ MARONITA




giovedì 5 febbraio 2015

"Oggi gli angeli della morte volavano sopra il cielo di Damasco".

Una telefonata da Damasco,  5 febbraio 2015



"Ciao...eccoci qui vivi... 
Alle 7:30 di stamattina, ci siamo svegliati per grossi rimbombi. .. sono colpi di mortaio e missile lanciati da parte dei gruppi Jihadisti che si trovano nella zona di AlGuta est.Subito ho detto ai miei figli di non uscire da casa, perchè stavano uscendo per andare a scuola. Siccome abito non tanto lontano dalla zona di Jobar ho sentito la partenza dei missili ed i colpi di mortaio, la prima scarica era più di 25 tra missile e mortaio. 
Questi gruppi radicali hanno scelto l'ora più critica, infatti è l'ora dell'entrata nelle scuole e di andare al lavoro.

Il risultato di questo attacco che è durato fino alle ore 17:00 è di 9 martiri, e più di 35 civili feriti. Sono stati lanciati più di 130 missili, razzi Katyusha e colpi di mortaio su tutta Damasco. 
L'università di Damasco e' stata colpita... fortunatamente mio nipote che era lì è stato salvato. 
Uno di questi colpi ha preso il tetto della scuola di mio figlio maggiore. 
Una bimba di 9 anni (Gazal  Jaburi) è stata colpita mentre era dentro casa sua ed ha perso le sue gambe. 
I colpi hanno toccato il centro storico di Damasco (moschea degli Umayadi), il centro Cristiano (Bab Tuma) e tanti quartieri poveri (Mezeh 86), alcuni colpi hanno colpito la zona di Al-Mazraa e la zona intorno all'ospedale Italiano…L'oratorio dei Salesiani sarà chiuso (è vicino all'ospedale italiano) per oggi e domani. 

Oggi è stata una giornata di grande paura, Damasco era quasi vuota.

Non sappiamo cosa fare... abbiamo tanta paura di mandare i nostri figli a scuola…
Oggi gli angeli della morte volavano sopra il cielo di Damasco". 

INTEGRAZIONE notizia:  Agenzia Fides 6/2/2015

Giornata di bombardamenti a Damasco, colpito il convento francescano nel quartiere di Bab Touma

Damasco (Agenzia Fides)
........ 
Tra gli edifici colpiti c'è anche il convento francescano collegato alla parrocchia cattolica latina dedicata alla Conversione di San Paolo, nel quartiere di Bab Touma, la parte della città vecchia di Damasco, dove sono concentrate molte chiese cristiane. 

“Fin dalle prime ore del giorno - riferisce all'Agenzia Fides il parroco Raimondo Girgis, OFM - era iniziato lo scambio di razzi e di colpi di mortaio. Verso le 7,30 un colpo proveniente dai ribelli ha centrato e devastato il soffitto della stanza dove dorme p. Simon Pietro Herro (attuale ministro della Regione San Paolo della Custodia di Terra Santa, ndr).  In quel momento - fa notare il parroco siriano - ci trovavamo nell'ufficio parrocchiale, al piano di sotto, e p. Simone stava per salire nella sua stanza a prendere il breviario, come fa tutti i giorni dopo la messa e la colazione, per recitare la preghiera del mattino”. Il colpo di mortaio non ha causato danni alla chiesa. 
“E' stata una giornata pesante - commenta p. Raimondo - ma in quasi quattro anni di conflitto, abbiamo vissuto tante volte momenti del genere. La paura e la tensione fanno parte della quotidianità. E tutti continuano a pregare per chiedere di tornare presto a una vita normale”.

“L'escalation di attacchi indiscriminati registrati ad Aleppo e a Damasco nei giorni scorsi – scrive il Jesuit Refugee Service in un comunicato pervenuto all'Agenzia Fides - ha preso di mira intenzionalmente aree civili in cui moltissimi sfollati interni vivono fianco a fianco con i residenti. Non solo gli attacchi hanno creato panico e paura, causando danni alle infrastrutture e perdite di vite umane, ma contribuiscono anche ad alimentare le tensioni tra i gruppi" e “ostacolano l'assistenza umanitaria, costringendo le Ong a evacuare il proprio personale e a sospendere o interrompere le attività”.

venerdì 2 agosto 2013

Sul rapimento Dall'Oglio

  La questione ci sembra delicata e spinosa. Riceviamo da un nostro lettore questo commento, con cui concordiamo e che pubblichiamo in evidenza


“Ciò che appare in queste ore sui siti di informazione cattolici ( cfr, ad es, i peraltro sempre utili Vaticaninsider, o Missionline) a proposito di Padre Dall’Oglio è abbastanza sconcertante.
Forse, per salvaguardare la giusta carità di fronte alla preoccupazione per la sua sorte, e la giusta verità di fronte alle sue posizioni fuori dall’ insegnamento del Vangelo e della Chiesa , sarebbe meglio tacere.
O almeno praticare un discernimento più attento, prima di canonizzarlo mediaticamente, anche pensando alle sue più recenti affermazioni.  
Il religioso è arrivato giusto qualche giorno fa, fra le altre cose, (http://www.huffingtonpost.it/padre-paolo-dalloglio/la-morale-cristiana-e-larma-chimica-siriana_b_3622154.html?utm_hp_ref=italy) , ad elogiare l’uso di armi chimiche come uno strumento legittimo per risvegliare le coscienze, e lottare per la pace.
Non solo, ma anche ad identificarsi pienamente , attraverso un “noi” ripetuto ad oltranza, con la militanza armata. Fino alla minaccia.

Su questo, stranamente, ahimè, nessun segno di reazione; eppure ci si sarebbe aspettati qualche presa di posizione chiarificatrice, in ambito cattolico, su questo atteggiamento di Padre Paolo e sulla prassi non violenta della Chiesa.
P. Paolo ovviamente è libero di agire e pensare come crede ( lasciando però liberi gli altri di dissentire dal suo profetismo visionario).
Ma, in questo momento del suo percorso politico, associare alla figura di Charles de Foucauld (che per Cristo si è fatto mite e disarmato) l’immagine di Dall’Oglio e il suo impegno nella lotta; fare di lui l’unico ed autentico interprete del desiderio di pace e giustizia dei Siriani; esaltare il suo interventismo come amore di un prete per il dialogo islamo-cristiano, è l’elogio dell’assurdità.

Preoccupiamoci per lui, per la sua incolumità. Rattristiamoci per le tante vittime della violenza, per quelli che la subiscono e anche per quelli che la scelgono.
Ma non dimentichiamo che P. dall’Oglio è rientrato clandestinamente in Siria, sotto la protezione delle armi, con un progetto preciso, e non come un qualsiasi civile inerme; non assocerei la sua scomparsa di questi giorni alla vicenda dei Vescovi , dei sacerdoti o di altri civili rapiti, se non altro per il disprezzo con cui P. Paolo si esprime a proposito dei cristiani siriani, specie se in qualche posizione di autorità nella Chiesa.
Questo non per togliere qualcosa alla compassione per lui, ma per restare almeno un po’ nella realtà.”  
Giovanni     

domenica 31 marzo 2013

BUONA E SANTA PASQUA ! CRISTO LUCE DEL MONDO ILLUMINI LE TENEBRE CHE REGNANO SU VASTA PARTE DELLA TERRA !


MESSAGGIO PASQUALE DI PAPA FRANCESCO: 

"E così domandiamo a Gesù risorto, che trasforma la morte in vita, di mutare l’odio in amore, la vendetta in perdono, la guerra in pace. Sì, Cristo è la nostra pace e attraverso di Lui imploriamo pace per il mondo intero. Pace per il Medio Oriente, in particolare tra Israeliani e Palestinesi, che faticano a trovare la strada della concordia, affinché riprendano con coraggio e disponibilità i negoziati per porre fine a un conflitto che dura ormai da troppo tempo. 

Pace in Iraq, perché cessi definitivamente ogni violenza, e, soprattutto, per l’amata Siria, per la sua popolazione ferita dal conflitto e per i numerosi profughi, che attendono aiuto e consolazione. Quanto sangue è stato versato! E quante sofferenze dovranno essere ancora inflitte prima che si riesca a trovare una soluzione politica alla crisi? "



Le quattro sorelle italiane Trappiste di Siria, con il loro cappellano, anche stanotte hanno celebrato la liturgia della veglia pasquale, accendendo con il fuoco nuovo il cero pasquale, e cantando "CRISTO LUCE DEL MONDO.”

Questa piccolissima comunità, protetta dalla sua stessa piccolezza e dal suo isolamento, e la comunità monastica di Mar Yacub di Qara, sono state forse le uniche che hanno iniziato la liturgia Pasquale alle 22 fino a notte inoltrata, in questo angolo di Siria alle porte di Homs, poiché in tutto il territorio siriano ormai più nessuno si azzarda ad uscire quando fa buio.

E' bello pensare che la luce di questo cero illumini idealmente tutta la Siria. Gesù, uscito dal cenacolo dopo l’Ultima Cena con i suoi Apostoli, donando loro gli ultimi ammaestramenti, dice: IO SONO LA VIALA VERITA’, LA VITA.

Ed allora confidiamo in Lui, perché l’umanità si lasci condurre alla verità per avere la vita vera. Lo chiediamo al Risorto, perché coloro che hanno in mano il destino del popolo siriano escano dalle tenebre, nelle quali sono immersi, e tutti i siriani possano passare da un Venerdì Santo che non finisce ad una Pasqua di Resurrezione e di Pace! Che le parole del Papa facciano breccia nei cuori!


BUONA PASQUA! dagli amici di ORA PRO SIRIA

domenica 17 febbraio 2013

Annullata l' iniziativa "Riscatta un cristiano"


Cari amici,

nei giorni precedenti avevamo lanciato una raccolta per riscattare i sacerdoti rapiti, e altri cristiani di Aleppo.

Adesso dalla Siria ci dicono che non è una iniziativa opportuna, in quanto rischia di esporre altri cristiani a pericoli di estorsioni.

L’iniziativa è revocata, tutto quello che è già stato o sarà versato sarà dato ai poveri e ai rifugiati.

 Ringraziamo tutti coloro che hanno aderito e i vari siti web che hanno rilanciato l'iniziativa.

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Ringraziamo tutti gli esponenti ecclesiastici che  hanno corretto la nostra "imprudente" iniziativa RISCATTA UN CRISTIANO che, nell'impeto di una buona opera di carità, ci era parsa trovare sintonie. Si è trattato di un equivoco. 
Riportiamo sotto il comunicato dell'Agenzia FIDES.

Inoltre, nel ringraziare sentitamente  www.fides.org che pochi giorni fa ha dato rilievo all'iniziativa con un ampio articolo, segnaliamo ai lettori e corrispondenti che da sempre questo Blog nasce come iniziativa cristiana e laica dei siti Fraternità Maria Gabriella e Undicesima Ora.
Ora pro Siria non è gestito dalle Sorelle Trappiste, né vuole rappresentare alcuna comunità monastica in particolare, ma è una libera iniziativa di cristiani laici, amici di diverse comunità monastiche in Italia e in Siria, che agiscono solo ed esclusivamente in nome proprio e non delle Monache le quali non sono da ritenere responsabili, autrici o ispiratrici delle nostre iniziative.
Fraternità Maria Gabriella e Undicesima Ora




Per i sequestrati la Chiesa non paga riscatti, ma offre preghiere

Aleppo - Agenzia Fides- 18/2/2013 – 
La Chiesa siriana, in tutte le sue articolazioni e comunità, non ha mai pagato e mai pagherà riscatti per i cristiani sequestrati. I fedeli chiedono alla comunità internazionale un sostegno per fermare la disumana pratica dei sequestri, verso tutti i cittadini siriani, e invitano i confratelli cristiani del mondo a offrire preghiere e sacrifici spirituali per le vittime. E’ quanto riferiscono all’Agenzia Fides autorevoli fonti nella Chiesa cattolica in Siria, specificando che qualsiasi campagna di “redenzione” dei rapiti (attualmente sono due i sacerdoti in mano a bande di sequestratori) è una campagna di natura del tutto spirituale e non implica alcuna raccolta di fondi. Padre Alberto Barattero, dei Missionari del Verbo Incarnato, in una nota pervenuta a Fides, rimarca che i religiosi della sua fraternità non si adoperano nella “raccolta di denaro” per i sequestrati, ma che proseguono l’impegno di solidarietà verso famiglie, cristiane e non, che soffrono povertà e sfollamento a causa del conflitto.

http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=41032&lan=ita

domenica 3 febbraio 2013

"Sorgete, o popolo nuovo di vergini nate dal sangue ..."

Destini  simili di giovani cristiane martiri di questa guerra insensata



Questa è la storia:  un corteo nuziale, e mentre la sposa giunge come passeggero su una moto (come succede spesso in quella zona), i militanti ribelli prendono di mira la processione e sparano sul gruppo. La sposa muore e  viene seppellita con il suo abito da sposa bianco e i piccoli segni augurali consueti per le nozze. Questo è accaduto ad al-Hasakah.

http://www.liveleak.com/view?i=e19_1359791076




Secondo il sito web assiro ankawa.com, un autobus di proprietà della Società assira Bus Ezla,   è stato attaccato con armi da fuoco giovedi nei pressi della capitale siriana  Damasco. Diverse persone sono state uccise.
Qamishli è la città più grande della provincia di Hasakah.
L'autobus era sulla via da Qamishli a Beirut quando è stato attaccato sulla strada Alnabuk Yabroud a Damasco.

Tra le persone uccise vi era una ragazza assira  poco più che ventenne, di nome Nina Jamil Oshana.


http://www.aina.org/news/20130131161233.htm






Pascal Zerez, capo-coro della Chiesa Sainte-Thérèse di Aleppo, uccisa nell'attacco dei ribelli al bus che la trasportava da Lattakia ad Aleppo. Il padre Claude,  conosciuto prima della guerra come guida di pellegrinaggi cristiani in Siria, scrisse un'accorata lettera al Presidente Hollande , pubblicata sul nostro Blog : 

http://oraprosiria.blogspot.it/2012/10/appello-per-pascal-e-per-tutte-le.html#more


venerdì 25 gennaio 2013

Un “Osservatorio sulle comunità cristiane nel Medio Oriente”

Prende il via un'iniziativa che appare, oggi, semplicemente doverosa



 Primo incontro a Milano il 9 Febbraio, alle ore 15,30

Si apre anche il Sito Internet  "Osservatorio sulle Comunità  Cristiane in Medio Oriente"

Malgrado la scarsa, incompleta e talvolta faziosa copertura delle notizie offerta dai media sulla situazione mediorientale un dato appare emergere con certezza: la situazione delle antiche comunità cristiane radicate in paesi come la Siria, il Libano, l'Egitto, l'Iraq diventa di giorno in giorno più difficile. Gli atti di violenza si moltiplicano, con uccisioni di sacerdoti e fedeli, assalti alle chiese o, comunque, con la continua diffusione di un clima di odio e intolleranza da parte delle fazioni estremiste del mondo islamico in particolare sunnita. Persino paesi che, come la Siria, possono vantare una secolare tradizione di pacifica coesistenza tra diverse religioni, oggi sono sconvolte da una violenza cieca e brutale che ha già fatto migliaia di vittime e costretto gli abitanti di interi villaggi a fuggire per cercare luoghi più sicuri dove continuare a sperare di poter riprendere una vita normale. A fronte di una tragedia di dimensioni epocali non corrisponde in Europa, ed in particolare in Italia, un'attenzione adeguata. Al contrario, persino molti media cattolici, preferiscono ignorare quanto avviene sull'altra sponda del Mediterraneo, negando persino lo spazio alle continue, pressanti dichiarazioni che vengono dalle Gerarchie delle Chiese locali. L'opinione pubblica viene così privata delle informazioni e delle conoscenze necessarie per potersi formare delle opinioni fondate e agire, quando possibile, di conseguenza.

Termini come Maroniti, Siriaci, Melchiti sono praticamente sconosciuti alla grande maggioranza delle persone, ivi comprese molte che pure si professano vicino alla Chiesa. Per questa ragione è facilissimo vedere anche persone di buon orientamento cadere nelle trappole tese da una propaganda che ormai è divenuta una vera e propria arma di guerra. Le vicende della tragedia in Siria, che su questo sito abbiamo più volte documentato, ne sono una prova lampante.

Questa è la ragione per cui abbiamo proposto ad alcuni amici di costituire un Osservatorio sulle comunità cristiane in Medio Oriente il cui scopo principale sarà quello di far conoscere la storia, le tradizioni, le specifiche peculiarità, ma anche i drammatici problemi attuali di quei nostri fratelli che vivono sull'altra sponda del Mediterraneo.

L'Osservatorio sarà composto da un gruppo di studio che raccoglierà dati e informazioni elaborandoli e successivamente diffondendoli, e da amici e corrispondenti sul territorio che si occuperanno di organizzare (ovviamente quando possibile) incontri e conferenze in particolare (ma non esclusivamente) in ambienti cattolici. Al fine di favorire la circolazione delle notizie è già in avanzato stato di elaborazione un sito Internet il cui indirizzo sarà: http://osservatorioccmo.altervista.org/site/ ( NB: il sito è in allestimento).

L'Osservatorio, che avrà una struttura estremamente leggera e quanto mai poco “burocratica”, potrà anche favorire o addirittura promuovere iniziative umanitarie come, solo per fare un esempio, la raccolta di aiuti per le famiglie cristiane che in Siria hanno dovuto abbandonare le loro case. Ovviamente in questi casi dovrà agire in stretto concerto con le Chiese locali. Non è esclusa neppure l'organizzazione di viaggi al fine di incontrare, direttamente sul territorio, esponenti delle Gerarchie Ecclesiastiche o gruppi di fedeli.

L'Osservatorio sarà una realtà completamente indipendente da qualunque movimento o associazione ed avrà come unico obbiettivo l'aiuto ai Cristiani in Medio Oriente. Proprio per salvaguardare questa caratteristica le adesioni all'Osservatorio saranno solo individuali, mentre associazioni e siti che condividono i suoi scopi potranno aiutarlo contribuendo alla diffusione del materiale elaborato sui loro mezzi di comunicazione.

Il 9 febbraio terremo una riunione informale a Milano, durante la quale tracciare un programma di lavoro e dare un minimo di struttura organizzativa al gruppo. Gli amici che abitano lontano potranno mantenere i contatti attraverso internet, come indicato sul sito dell'Osservatorio. Chi condivide gli scopi dell'Osservatorio, ma non ha il tempo materiale di fornire la propria collaborazione, potrà aderire comunque, semplicemente assicurando il conforto della Preghiera ed in particolare rivolgendosi a San Charbel, il grande santo ed eremita libanese sotto la cui protezione osiamo porre la nostra iniziativa.

Chiunque sia interessato all'iniziativa e non abbia segnalato in precedenza la propria disponibilità potrà farlo mandando una mail all'indirizzo : osservatorio.ccmo@gmail.com
Direttore Responsabile: Mario Villani

domenica 30 dicembre 2012

Te Deum laudamus 2: Per i compagni di cammino

 
 
Ringraziamo tutti i Siti, i Gruppi e i Circoli Culturali con cui in questi dieci mesi dall'inizio di OraProSiria abbiamo condiviso la passione sulla sorte dei Cristiani siriani e che contribuiscono a far conoscere la verità su quel che accade in Siria.

Ringraziamo Marco Tosatti che su http://vaticaninsider.lastampa.it/ in un recente articolo sulla Siria - che vi consigliamo di leggere ((Siria, ormai è guerra ai cristiani, del 1/12/2012 ) - ci cita come « il sito web che in Italia si fa voce di alcune comunità monastiche cristiane in Siria, e che svolge una preziosa opera di informazione sulla situazione religiosa nel conflitto in corso ».

Come lui, ringraziamo i molti amici che in questi mesi hanno sfidato i luoghi comuni sulle vicende drammatiche in Siria e che , ciò facendo, ci hanno aiutato direttamente o indirettamente a far emergere un giudizio più realistico sulla situazione siriana, seppure sempre confusa e ingarbugliata, e così lontana da una soluzione pacifica.
Senza voler fare alcuna battaglia contro chi sobilla discordia, guerra e violenza, qui o in Siria o in qualsiasi altra parte del mondo, in questi mesi abbiamo cercato di far emergere e diffondere notizie e voci che i media - per diversi motivi - non avevano interesse a far conoscere. Le voci dei testimoni: le suppliche inascoltate dei Pastori di un gregge in fuga; quelle dei giganti di carità e di coraggio che sono i Missionari, come le voci di dolore dei semplici cristiani nel loro esodo dall'amata Terra di Anania, di Paolo e Tecla ....
 
Abbiamo iniziato questo Blog sentendoci "formichine" davanti a dei giganti.
Accorgerci ora che le "formichine"  sono state ascoltate almeno da qualcuno di quei "giganti" ci incoraggia a proseguire in questo lavoro da "formichine" (che  più di questo non siamo); ma, sapendo che tante voci insieme possono fare molto anche se forse non potranno fermare bombe e proiettili, continuiamo....
«Animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: " Ho creduto, perciò ho parlato", anche noi crediamo e perciò parliamo...».

Che l'anno 2013 porti alla Siria il dono della Riconciliazione e della Pace.
Grazie
 
 
 
 

 

mercoledì 26 dicembre 2012

Dalla Siria, con Amore

 










 
 

INCONTRO ECUMENICO


S.B. GREGORIOS incontra PAPA TAWADROS II dei Copti



La neve è arrivata a Deir Mar Yakub!



"For unto us a child is born, to us a son is given; and the government shall be upon his shoulder, and his name shall be called Wonderful Counselor, Mighty God, Everlasting Father, Prince of Peace." (Is 9:6)


The joy of Christmas fill your ...heart - whether or not you believe, for weare all made rich in the light of the SON. May that light, streaming from the grotto in Bethlehem, touch your heart, and may Jesus continue to heal the deepest wounds in the heart of mankind. For we are all Children of the King!










Dai Fratelli Maristi di Aleppo:

 
Aujourd'hui dimanche 23 decembre 2012, 300 familles ont beneficie' de la distribution mensuelle de denrees alimentaires. A l'occasion de Noel, du fromage (Mechallale, de la viande, du cafe et des livres de lecture spirituelle ont ete distribues. Merci aux bienfaiteurs, merci aux benevoles.
Samedi 22 decembre 2012, 70 familles profitant du projet "Oreille de Dieu" ont recu une distribution consistante de denrees alimentaires. Avec eux et en leur nom, nous disons a tous nos amis et bienfaiteurs : "MERCI!"



 
Les enfants du projet Apprendre a Grandir (AAG) ont vecu une journee extraordinaire. Ils veulent la partager avec vous.
Merci a tous les amis qui nous ont aides pour que chaque enfant puisse recevoir un soulier neuf!
 





 
 
 
Inno Bizantino della Natività (da ascoltare e vedere!)
 
 
 

venerdì 30 novembre 2012

"Qui l'Emirato Islamico di Aleppo..."


Un  "democratico oppositore"  percorre le "zone liberate" di Aleppo, richiamando alla preghiera e ribadendo alla popolazione i doveri dei buoni musulmani.
 
 
 
 
 
La fatwa emessa dai battaglioni jihadisti contro "l'immorale usanza di permettere alle donne di guidare l'automobile".
Promessa di rappresaglie sulle disobbedienti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Nella parrocchia di San Dimitri molti cristiani si ritrovano ridotti alla fame e alla miseria più nera: benefattori musulmani offrono alle famiglie cristiane tra €600 e €1200, per ogni membro che si converte all'Islam