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lunedì 25 marzo 2013

LE CONSEGUENZE DELLA GUERRA IN SIRIA

Una documentazione impressionante della realtà




Aleppo 14 marzo 2013

La guerra è un disastro generale.
Riempire un foglio di carta con le miserie della guerra di Siria è singolarmente desolante. La desolazione sarà ancora più grande quando il conflitto finirà. Tutti i protagonisti si dovranno allora porre questa riflessione: “ che vantaggio abbiamo ricavato da questa guerra?” Questa può essere la domanda più temibile, che ciascun dirigente di un grande paese dovrà porsi rapidamente. Se non lo faranno. la domanda li colpirà più avanti come una frustata e allora saranno tutti, colpevoli e innocenti, preda del rimorso e della tristezza di non aver saputo risparmiare al popolo siriano le conseguenze di questa terribile tragedia.

Chi è normalmente dotato ed istruito non può eludere questa domanda che certamente è uno slancio dello spirito ma anche e soprattutto una reazione d’emergenza mentre domina l’indifferenza.
In una guerra, nel breve termine, gli assassini si illudono, non percepiscono le conseguenze dei loro misfatti; i loro amici sequestratori di ostaggi, i loro cugini trafficanti, i loro vicini speculatori e i loro zii che li sponsorizzano si illudono parimenti, ma a lungo termine le conseguenze appaiono ai loro occhi come una fotografia sotto l’azione dello sviluppatore.

La guerra libanese ci ha mostrato lo scacco su tutta la linea di una guerra intestina. Proprio come il Libano, la Siria era bella e si risveglierà sfigurata. L’ambiente migliorava, diventerà irriconoscibile.
 Il vicinato era familiare, diventerà estraneo. Le persone colte che arricchiscono il popolo con il loro sapere ed elevano gli umili con la loro virtù, lasceranno il posto a degli incolti che non conoscono altro se non il maneggio dei soldi .
Quelli che avranno lasciato il paese , nella speranza di trovare una terra di rifugio , si renderanno conto di appartenere ad una minoranza culturale che avranno scelto in luogo della minoranza confessionale a cui appartenevano a casa loro, in Siria; questo paese ormai disorientato e squilibrato per la partenza delle sue minoranze, si ritroverà in mani incolte e disamorate.

A cosa assistiamo dunque, nella realtà quotidiane del calvario siriano?
Naturalmente assistiamo ad una miseria materiale che avanza galoppante. Il passaggio dalla povertà alla miseria ha spinto le ragazze di alcune famiglie alla prostituzione . Per queste famiglie l’affitto dei corpi è l’unica fonte di guadagno possibile. Quale dramma!

Assistiamo all’emigrazione da un paese amato a terre sconosciute, per andare a scoprire un altrove dove lo straniero è tollerato , quando non raccoglie una indifferenza fredda se non glaciale. Si parla già di un milione di profughi siriani, si dice che il Libano sia sommerso da questi profughi...

Assistiamo alla nascita di una casta mediocre e miscredente di trafficanti, di delinquenti in cerca di preda, di elementi armati che dopo un primo crimine divengono criminali professionisti, i cui atti ci vengono presentati come l’espressione di una ricerca di libertà, di una insurrezione contro la dittatura, di una difesa della patria. Ognuno inalberando slogan ideali e astratti, ma nel frattempo, ognuno calpesta la dignità degli altri, vanifica la voglia di vivere e decima famiglie intere.
Che bottino per questi criminali!

Assistiamo alla inquietudine crescente delle famiglie cristiane, che non possono lasciare il paese a causa della loro povertà e forzate a spingere i loro giovani a unirsi ai “comitati popolari” costituiti per difendere le zone a forte popolazione cristiana.
Assistiamo alla reazione di difesa di altri giovani che vanno a rinforzare le “falangi” del partito Baath, per sostenere l’esercito arabo siriano per la modica paga di 12000 lire siriane (100€).
Assistiamo alle conseguenze fatali per questa gioventù cristiana che tutte le settimane vede cadere cinque o sei dei suoi fratelli nei due settori cristiani di Aleppo.

Assistiamo ai suicidi di padri di famiglia che cadono nella disperazione per l’impossibilità di dare un sostentamento ai loro cari. Se ne conoscono già sei casi ad Aleppo. Il deterioramento delle condizioni di vita è tale che la morte diventa per certuni, totalmente privi di risorse, un miraggio di libertà.

Assistiamo all’abuso di alcool, una morte più lenta del suicidio, che si evolve con l’impoverimento dell’anima sotto l’esaltazione dei sensi. Questo succede a dei giovani siriani cristiani che non hanno più il modo di far conoscere la loro angoscia. Si ribellano contro la patria e la religione e poi cadono nel dominio dell’alcool.

Assistiamo all’avventura incosciente e all’annichilimento totale di giovani che hanno preferito imbarcarsi clandestinamente su battelli ormeggiati nei porti turchi nella speranza di raggiungere la Grecia o l’Italia ma la cui sorte non è stata più felice che in Siria poiché la traversata è stata breve, e i veicoli in cui si erano nascosti sono stati gettati in mare.

Assistiamo alla divisione nelle famiglie tra i simpatizzanti del regime e i partigiani dei ribelli.
ragazzini soldato nelle fila dell'ESL


Assistiamo alla divisione tra i coniugi che segue la rovina del padre che perde il lavoro. La fierezza dei Siriani impedisce loro di rivolgersi alle organizzazioni caritative. Certe coppie preferiscono la separazione e il divorzio, piuttosto che rivolgersi ad una associazione caritatevole. In molti casi la morte naturale, per infarto dello sposo risolve la situazione.
La vita sociale siriana che era cosi appassionata delle visite tra famigliari ed amici è crollata in due anni. I combattimenti e i rischi imprevedibili hanno ridotto sensibilmente i movimenti fuori casa degli abitanti. Dopo il pranzo le strade si svuotano e i rari taxi che circolano hanno raddoppiato le tariffe.

Possiamo proseguire con questo rosario di miserie poichè le conseguenze della guerra sono smisurate. Conseguenze psicologiche e patologiche , conseguenze anche di altra natura, ma immaginiamo un paese cui mancano disperatamente medicine e medici. Tale è la Siria oggi che conosce una mortalità infantile drammatica per mancanza di cure, e una speranza di vita in sensibile caduta. Nella sola città di Aleppo il numero di medici specialisti ospedalieri e passato da 240 a 40.

Nella loro voglia di uccidere, i combattenti impediscono anche ai vivi di seppellire i morti.
I musulmani non riescono più a seppellire i loro poiché i cimiteri musulmani sono controllati dall’Esercito Siriano Libero e requisiscono i piccoli parchi di quartiere per seppellirvi i corpi. Quanto ai cristiani, privati dei sacerdoti, che sono stati costretti  a fuggire per evitare le minacce dei terroristi, devono inumare i loro morti senza l’assistenza di un celebrante , un laico recita una semplice preghiera e gli annunci mortuari sono diffusi su Facebook .

Evocando le conseguenze del conflitto siriano abbiamo attraversato un tunnel lugubre di azioni oscure e negative che gli attori di questa tragedia proiettano sugli innocenti e sulla loro cerchia.
Ma la speranza, come si dice, è alla fine del tunnel e in Siria il sorriso viene da quei gesti che stupiscono e commuovono. Famiglie che malgrado la povertà si dimostrano sempre solidali, dalle porte delle case ancora intatte che si aprono, dalla tenerezza e dalle lacrime che vanno a sostegno dei più fragili, dei profughi, dei sofferenti. Il poco che resta è condiviso.

In definitiva la speranza sono gli uomini e le donne che vivono e si nutrono della fede. I preti, i monaci e i laici che mettono in comune le loro energie e i loro beni per soccorrere le famiglie senza pensare ai rischi e senza aspettare risorse importanti.

La speranza per la Siria sono le chiese diventate luoghi di carità e di amore verso i cristiani e i musulmani.

Traduzione M. Granata
http://www.leveilleurdeninive.com/2013/03/guerre-de-syrie-quelles-consequences.html

giovedì 6 dicembre 2012

Aleppo delenda est!


Dei 16 grandi forni statali ad Aleppo, 8 sono stati occupati dall’ Esercito Siriano "Libero", che li ha smantellati e i macchinari sono stati venduti ai turchi. I silos di grano, situati a 20 km ad est della città, sono stati depredati e il prodotto viene venduto dall’ ESL. Il lievito non esiste più, la farina e il “mazout” (petrolio) sono introvabili. Parti di Aleppo sono  alla carestia.

Messaggio da Aleppo - Venerdì 30 novembre, 2012  

Per più di cinque giorni, Internet è stato tagliato, l’elettricità ci raggiunge tre ore al giorno. L'assenza di petrolio, gas ed elettricità ci fa raggiungere i limiti del possibile. Ci sono bambini che muoiono di fame. Per sopravvivere, in Aleppo si è trovato un modo alternativo  per riscaldarsi, utilizzando tamponi elettrici per scaldare i piedi.
Gli elementi armati si mettono anche nel commercio, illegale ovviamente, ma è sempre un commercio. Hanno tagliato gli alberi che si trovano alla periferia della città e vendono la legna. Una Tonnellata ha raggiunto il prezzo di Q.S. 22.000 (€ 250).
Se solo l'energia fosse l'unico problema… I rapimenti di cristiani sono infiniti. Siamo in grado di elencarvi le persone, senza fare nomi, in modo da non ferire le famiglie. Vi informiamo:
 
- Il rapimento del giovane "Mb Antoine" che ha studiato presso Marmarita, a Wadi Al-Nassara [Valle dei Cristiani], vicino al confine libanese. E 'stato rapito direttamente dalla sua casa e siccome suo padre possiede un piccolo hotel nella città vecchia di Aleppo, i rapitori hanno chiesto per rilasciarlo 50 milioni di LS (€ 567.000).
- Il rapimento di "H. H. "- 69 anni - E 'stato portato via con la sua auto e poi successivamente rilasciato contro un riscatto di 5 milioni di LS (€ 57.000).
- Il rapimento di un tassista  cristiano nel percorso Aleppo-Beirut. Il riscatto è 5 milioni di LS (€ 57.000).
- Quanti furti d'auto sono stati commessi in pieno giorno da bande di ladri, l’ ultima è l'auto del "Dr. Sami Ya" ...
 

Aleppo - Domenica 2 dicembre 2012  -

Dopo il restauro temporaneo delle comunicazioni con la Siria, abbiamo ricevuto le seguenti informazioni:
La situazione sta diventando sempre più critica e difficile. L'Esercito Siriano “Libero” ha occupato la diga "Tishreen" che si trova nei pressi di Raqqa, ha tagliato le linee elettriche e sta minacciando di far saltare la diga.
 
Youssef Karme, autista greco-cattolico, padre di tre figli, guidava i pulmini di una scuola armeno-cattolica di Aleppo, e usava spesso la sua auto privata per trasportare i Vescovi e i sacerdoti della metropoli siriana. Nell'ultimo suo viaggio aveva accompagnato all'aeroporto l'Arcivescovo armeno cattolico Boutros Marayati, quello maronita Youssef Anis Abi-Aad e un sacerdote, che dovevano andare in Libano per prendere parte all'Assemblea dei Patriarchi e dei Vescovi cattolici del Medio Oriente, in corso a Harissa. Sulla via del ritorno, è stato ucciso con due colpi di arma da fuoco.
L'Arcivescovo Marayati conferma a Fides che Aleppo è una città sfigurata dal conflitto: “La settimana scorsa un ordigno è stato lanciato sulla nostra scuola. In quel momento, provvidenzialmente, non c'era nessuno. Altrimenti sarebbe stata una strage di bambini”.(A. Fides)
 
Una bambina di Aleppo raccoglie l'acqua della pioggia.
Il freddo uccide soprattutto i bambini

     
 











Lettera da Aleppo - Mercoledì 5 Dicembre 2012  

Sono un cristiano e vi scrivo dall’appartamento  di  uno dei miei vicini di casa, musulmano, che ha un generatore elettrico, per rendervi consapevoli della situazione in Aleppo. Dalla mezzanotte di ieri, l'intera città di Aleppo è senza elettricità dopo l'attacco nella città orientale alla Centrale del Gas.
Ospedali, panifici, impianti frigorifici sono fermi;  i malati, in particolare i bambini stanno morendo nello stesso momento in cui scrivo. All’ ospedale universitario, dove mio fratello chirurgo si prende cura dei feriti dell'esercito e civili, vi è una grave carenza di farmaci, specialisti, elettricità e cibo, soprattutto pane.
La grande prigione di Aleppo situata a 10 km a "Mislimiyah" è sotto assedio e priva di tutto; prigionieri congelati vi muoiono ogni giorno.
Abbiamo appena sentito circa le dichiarazioni del Ministro Fabius, che avrebbe detto di temere che tra i ribelli vi siano dei criminali pieni di risentimento. E’ troppo tardi ... Dopo aver praticato la strada al caos e dato la sua benedizione per i criminali di guerra ... Come  farete a riportare la vita, la pace e la giustizia? Governare non è  scherzare. E’ proteggere vite umane e promuoverle.
http://www.leveilleurdeninive.com/

venerdì 9 novembre 2012

FERMARE LA BARBARIE !

Distrutta con esplosivo la storica chiesa evangelica di Aleppo

http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40281&lan=ita


La piaga dei sequestri, oltre 1.700, nel conflitto siriano: appello per un reporter americano

http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40279&lan=ita


Gli sforzi della Chiesa per liberare i cristiani sequestrati e per assistere gli sfollati

http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40266&lan=ita



Il villaggio cristiano di Ras el-Ain invaso da 1500 mercenari armati.


Venerdì, 9 novembre 2012 - Apprendiamo ora, da persone attualmente in fuga, che il villaggio cristiano di Ras Al-Ain (22.000 ha.), situato alla frontiera turca, è stato occupato questa  mattina da 1500 mercenari armati di obbedienza wahabbita.

Alcune famiglie cristiane sono riuscite a fuggire verso Hassakeh, ma altre sono state prelevate. La Chiesa Siriaco-ortodossa del villaggio è stata saccheggiata e distrutta.

Inoltre ci giunge notizia che nel villaggio cristiano di Ghassanieh, a una  decina di chilometri da Jisr-el-Chougour, le case sono state evacuate a forza e sono ormai occupate dalle bande degli integralisti
http://www.leveilleurdeninive.com/p/special-syrie.html#raselainenvahi
 
 
 Des détails sur le détournement de la liaison par bus Beyrouth-Alep

La bande armée qui a procédé à l'enlèvement visait manifestement les chrétiens ; des éléments de cette bande ont déclaré à notre frère chrétien de rite grec catholique, que "le tour des chrétiens est arrivé ; on va assassiné les prêtres, les moines, violer les religieuses et détruire les églises".
Nous rapportons ces paroles qui ont été clairement exprimées; il ne s'agit pas d'une manipulation ou d'une volonté de semer haine et discorde.
http://www.leveilleurdeninive.com/


Il card. Sarah "un padre" per i profughi siriani musulmani e cristiani

Asia News 09/11/2012

Il presidente del Pontificio consiglio Cor Unum ha visitato ieri i campi profughi della valle della Bekaa. P. Simon Faddoul presidente di Caritas Libano racconta ad AsiaNews la commozione dei rifugiati, in maggioranza musulmani. Una madre con un figlio di quattro mesi ha chiesto al cardinale di adottare il bambino per salvarlo da questa situazione terribile. Nelle tendopoli mancano acqua, elettricità cibo. L'appello agli occidentali :  "Aprite i vostri occhi, le vostre orecchie e il vostro cuore alla sofferenza dei vostri fratelli siriani".

http://www.asianews.it/notizie-it/Il-card.-Sarah-un-padre-per-i-profughi-siriani-musulmani-e-cristiani-26309.html






Aleppo: il dramma della popolazione, vittima del conflitto fra esercito e ribelli

Asia News 09/11/2012
 
AsiaNews presenta una testimonianza sulla situazione nella città siriana.
Scossa dal 20 luglio scorso da combattimenti violenti e intensi fra le forze del regime siriano e le fazioni del Free Syrian Army (Fsa), Aleppo è in una condizione di estrema criticità. Questa guerra ha causato in pochi mesi la morte di molti civili e procurato danni ingenti, minando in modo particolare il notevole patrimonio storico e artistico classificato dall'Unesco.

A oggi la città è divisa in due: da una parte, i quartieri passati sotto il controllo dei ribelli (tra il 55 e il 60% concentrato nelle zone a est, a sud e a nord) e dall'altra, quelli rimasti fedeli al regime di Assad (tra il 45 e il 50%, raggruppati nelle aree a ovest di Aleppo e nel centro). Accedere al cuore della città diventa sempre più difficile: molte strade sono interrotte; i militari siriani e le truppe ribelli hanno creato delle barriere artificiali lungo i percorsi; controlli sempre più serrati regolano il transito, in ingresso e in uscita, fra i due settori "nemici".

L'aeroporto di Aleppo è ancora nelle mani delle forze governative, ma non si può raggiungere la città senza dover fare un lungo giro per evitare le zone teatro di combattimenti. Il rischio è maggiore o minore a seconda che si transiti di giorno o durante la notte, e varia pure in base all'intensità dei combattimenti al momento del passaggio. La zona sotto il controllo dell'Fsa è accessibile attraverso la Turchia e le aree "liberate" nel nord della Siria. Le zone controllate dal regime sono invece accessibili da ovest, attraverso la via di Damasco.

In prima linea, dove infuriano i combattimenti, le condutture idriche e le infrastrutture che forniscono energia elettrica sono andate completamente distrutte. La maggior parte degli edifici è deserta, i danni materiali sembrano assai significativi, anche se non è possibile valutare l'estensione dell'area, essendo ancora molto pericolosa e di conseguenza impraticabile.

Senza riflettere alcuna affiliazione politica pro o contro il regime siriano, la popolazione civile che abitava quelle zone è fuggita spontaneamente nelle zone controllate dall'esercito ribelle o nel settore controllato dai soldati fedeli a Damasco, entrambi considerati "relativamente" più sicuri. Il passaggio da un settore all'altro è molto pericoloso. Qualunque civile cerchi di varcare la linea di confine è subito oggetto di pesanti sospetti: per i ribelli, egli viene considerato subito un funzionario pubblico o un militare in abiti borghesi; dal regime, esso viene bollato come un membro o un sostenitore dell'opposizione.

lunedì 5 novembre 2012

“Preghiere e aiuti concreti per evitare la distruzione della Siria”

“La Chiesa e il monastero di Santa Maria, sulle rive del fiume Eufrate, sono state distrutte da un’esplosione sabato 27 ottobre. E’ un evento che ci ha sconvolto e per questo chiediamo le vostre preghiere e il vostro aiuto per la Siria”

Agenzia Fides 5/11/2012

E' quanto scrive, in un accorato messaggio inviato all’Agenzia Fides, S. Ecc. Mons. Eustathius Matta Roham, Arcivescovo metropolita Siro-ortodosso dell’Arcidiocesi di “Jazirah ed Eufrate”, nella Siria Orientale, dopo l’attentato all’unica chiesa siro-ortodossa della cittadina di Deir Ezzor (vedi Fides 27/10/2012). L’Arcivescovo racconta a Fides: “La comunità cristiana di Deir Ezzor era già fuggita, nella quasi totalità, la scorsa estate, per i pesanti combattimenti in città. Molti cristiani sfollati si sono rifugiati ad Hassake, dove c’è un centro della nostra Arcidiocesi. La comunità cristiana aveva lavorato instancabilmente, e con grandi sacrifici, per dieci anni, dal 1994 al 2004, per costruire la chiesa e la scuola cristiana di ‘Al-wahda’. Dei criminali hanno distrutto questa splendida opera in meno di un minuto. Ci chiediamo: sono forse questi i frutti della Primavera Araba?”. Il messaggio giunto a Fides si conclude con un invito a tutti i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà: l’Arcivescovo chiede “preghiere e azioni concrete per fermare l’inesorabile distruzione della creazione di Dio in Siria”.
 http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40235&lan=ita


La lenta agonia delle comunità cristiane. Il grido di allarme non giunge alla diplomazia mondiale

Vatican Insider, 3/11/2012
  di Marco Tosatti
E’ uno dei tanti esempi di vite spezzate da questa guerra “senza volto”, come qualcuno l’ha definita. E che nel racconto di una piccola famiglia cristiana fuggita in Francia : Fadi, Myriam e Teresa, (sono nomi falsi), esprime tutta la sua tremenda durezza. Sono riusciti a lasciare il Paese, e aspettano che venga loro riconosciuto lo status di rifugiati. “Aide a l’Eglise en detresse” in Francia ha raccolto la loro testimonianza.
Fadi e la sua famiglia abitavano a Bab Touma (la porta di Tommaso) a Damasco; il principale quartiere cristiano della capitale. Bab Touma è un quartiere protetto dai soldati dell’esercito regolare, ma a dispetto di questo la vita è diventata un inferno. “Davanti alle panetterie c’è la coda dalle 6 del mattino - raccontano . Una volta non abbiamo avuto pane per tre giorni”.
 Una parte delle scuole sono ancora aperte, ma per timore di attentati i genitori preferiscono tenere i bambini a casa. “A Jaraman, un quartiere vicino, una mia amica è andata a iscrivere la figlia a scuola, a settembre. Un’auto bomba è esplosa vicino a loro, e le ha uccise”.
 continua a leggere su: http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/siria-syria-siria-cristiani-christians-cristianos-19408/


TESTIMONIANZA da ALEPPO



Aleppo - Lunedi, 5 Novembre 2012 - Giovedi sera 1 novembre, un colpo di mortaio è caduto sulla nostra casa di famiglia in Aleppo, che è stata bruciata e distrutta.
Questo è il luogo dove sono nato e dove erano i ricordi della mia infanzia. La casa della mia adolescenza e la mia giovinezza non esiste più.
Fortunatamente, nessun membro della mia famiglia è stato ferito, erano andati via tutti da Aleppo due mesi e mezzo fa per rifugiarsi in montagna.
Nei giorni scorsi,  niente nella vita  aveva più alcun senso per me. Ma dopo un fine settimana in stato di shock e depressione, ho deciso di affrontare il male per perseguire il bene, ho scelto di affrontare l'ingiustizia per essere più attivo e più al lavoro.
In questo primo giorno della settimana, ho voluto condividere il mio dolore.
D.H.
http://www.leveilleurdeninive.com/p/special-syrie.html


Rosario contro le persecuzioni in Siria

11 Novembre Piazza della Rotonda (davanti al Pantheon) ore 16.30-17.30
Rosario per la persecuzione dei Cristiani in Siria aperto a tutti i gruppi, senza bandiere di partito, ma solo con simboli cristiani.

per contatti info@militiachristi.it
 

martedì 23 ottobre 2012

I cristiani sono usati come oggetti in una sfida al governo. COSA FA IL MONDO CRISTIANO OCCIDENTALE?

Due fedeli rapiti e uccisi. Il Patriarca Laham: “I cristiani sono strumentalizzati nel conflitto”

Agenzia Fides 23/10/2012

Due fedeli cristiani sono stati rapiti e uccisi ieri a Damasco, mentre un’autobomba è esplosa ieri sera nei pressi della chiesa di Sant’Abramo, nel quartiere di Jaramana, nel Nord di Damasco. I due fedeli uccisi sono il fratello e il cugino del giovane sacerdote p. Salami, parroco greco-cattolico di Damasco. Come riferito a Fides, ieri i due stavano viaggiando da Qusair a Damasco. Un gruppo armato li ha fermati e sequestrati, poi ha chiesto un riscatto di circa 30mila dollari alla loro famiglia. Dopo due ore, i sequestratori hanno comunicato di averli uccisi.
Nella tarda serata di ieri il terrore ha sconvolto i cristiani e i drusi residenti nel quartiere di Jaramana, già noto per aver subito circa un mese fa altri attentati dinamitardi. Fonti locali di Fides comunicano che una violenta esplosione è avvenuta nei pressi della chiesa greco-cattolica di Sant’Abramo, danneggiando gli edifici circostanti, ma non è tuttora chiaro se vi siano vittime e feriti.
Interpellato dall’Agenzia Fides, il Patriarca greco cattolico Gregorio III Laham, in Vaticano per il Sinodo sulla nuova evangelizzazione, spiega: “I cristiani sono usati come oggetti in una sfida al governo. Non c’è persecuzione, non sono uccisi per la loro fede, ma sono vulnerabili e vengono strumentalizzati per raggiungere altri obiettivi”. Il Patriarca ricorda con preoccupazione che “anche il fratello del Rettore del nostro Seminario maggiore in Libano è stato rapito dal 15 luglio e non se ne hanno più notizie. Questi episodi creano grande angoscia fra i fedeli”.
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40151&lan=ita

Il vescovo gesuita caldeo Antoine Audo racconta la persecuzione che i cristiani stanno subendo in Siria a opera dei ribelli islamici.

 
di Marco Tosatti
Aleppo in rovina, a Homs tutte le chiese cristiane sono state sconsacrate: è questo il quadro desolante disegnato dal vescovo gesuita caldeo Antoine Audo al Parlamento inglese il 18 ottobre scorso. I vescovi di Aleppo hanno deciso di restare con i cristiani ancora presenti in città. “Non vogliamo lasciarli soli. Se mi allontano dalla città per troppo tempo, la gente si sente sola”. “Non siamo andati in Libano per incontrare il Papa per dirgli che siamo in pericolo” ha aggiunto, riferendosi al viaggio che Benedetto XVI ha compiuto in Libano dal 14 al 16 settembre. “Gli abbiamo scritto una lettera chiedendo il suo appoggio”.
Audo ha accettato di viaggiare per qualche giorno in Gran Bretagna per accrescere la consapevolezza della prova dei cristiani siriani e per chiedere aiuto. Ad Aleppo scuole, ospedali e gli altri servizi pubblici non funzionano. L’80 per cento delle persone non hanno lavoro. La povertà sta diventando un problema molto serio, a causa del rialzo dei prezzi.
“E’ il caos. Non c’è sicurezza, tutto è sporco, non ci sono autobus né taxi”.“Nella città di Homs, che ospitava la seconda più numerosa comunità cristiana del Paese, quasi tutti i cristiani sono stati obbligati a fuggire dopo un’ondata di persecuzione. Tutte le chiese sono state sconsacrate”. I ribelli islamici hanno minacciato di morte la popolazione cristiana della città, obbligandola a lasciare le loro case.

 DONNE, BAMBINI E ANZIANI CRISTIANI RAPITI

 22 ottobre 2012 - Passeggeri  cristiani che si trovavano in un minibus che li portava dai tre villaggi Jdaydeh , Yacoubieh e Qnayeh ad Aleppo, sono stati rapiti quando il loro minibus si trovava a 35 km dalla sua destinazione.

 A bordo del veicolo pubblico vi erano donne, bambini e anziani, perchè gli uomini giovani e maturi non si muovono più, per paura di essere rapiti.

L'autobus avrebbe dovuto giungere alle 11 ad Aleppo. Non vedendolo arrivare, una madre ha preso contatto telefonico con il suo giovane figlio, ed ha così saputo che è stato preso in ostaggio insieme con gli altri passeggeri.

Comment peut-on encore admettre et tolérer ce genre de délits ? Mais qu'attend donc le monde chrétien pour se lever et s'élever contre ce mal que représente la barbarie idéologique et confessionnelle ?
Oui vous avez bien lu...Qu'attend le monde chrétien pour décréter la mobilisation générale de toutes les forces caritatives et spirituelles ?
Que fait-il ? Dort-il ? Ronfle t-il ?
 

Témoignage d’une famille chrétienne de Damas qui a fui le pays


« Il nous reste la foi ».
Pour une raison qu’ils qualifient de « miraculeuse », Fadi, Myriam et Teresa*, un couple de Syriens chrétiens et leur petite fille, ont obtenu leur visa pour l’Europe. Ils attendent aujourd’hui la reconnaissance de leur statut de réfugiés. Anciens résidents de Bab Touma, le principal quartier chrétien de Damas qui vient d’être touché par un attentat sanglant pour la première fois depuis le début de la guerre, ils évoquent douloureusement ce qu’ils viennent de quitter : un pays en guerre certes, mais aussi parents et amis. Nous les avons interrogés quelques heures avant l’attentat du 21 octobre qui a fait 13 morts et des dizaines de blessés dans leur quartier.
Comment se déroulait le quotidien avant votre départ ?
Fadi
: La vie a évidemment beaucoup changé à Bab Touma. Avant, il y avait du monde dans les rues jusqu’à minuit. Aujourd’hui, vers 20h, il n’y a plus un chat. Chacun se terre chez soi. La moitié des restaurants sont fermés, il n’y a plus d’activité. Nous avons souvent des problèmes d’alimentation de pain. Devant les boulangeries, les gens font la queue dès 6h du matin. Une fois, nous n’avons pas eu de pain pendant trois jours. Bab Touma est un quartier protégé par les soldats de l’armée. En revanche, les quartiers voisins sont bombardés. Dès qu’une bombe explosait, c’était toute notre maison qui tremblait.
Mais la vie civile suit son cours ?
Myriam
: A Bab Touma, une partie des écoles sont encore ouvertes, mais les parents y amènent de moins en moins les enfants. A Damas, de manière plus générale, la plupart des institutions sont maintenant fermées. Les hommes armés font pression pour que la vie civile s’arrête. A Jaraman, un quartier voisin, une de mes amies est allée inscrire sa fille à l’école, en septembre. Une voiture piégée a explosé à côté de la mère et la fille et les a tuées toutes les deux.
Fadi : Les opposants disent aux écoles de fermer. Ils veulent mettre fin à toute vie normale. L’armée dit aux gens de continuer à vivre normalement, qu’elle les protège. Les gens sont entre deux feux. Ils doivent obéir aux deux s’ils veulent rester en vie. Ma tante était institutrice à Homs. Elle disait à ses élèves de continuer à venir. Elle militait pour que la vie continue coûte que coûte. Son mari l’a retrouvée égorgée. Sur le mur, ils avaient marqué, avec son sang, « Allah akbar ».
Les chrétiens osent encore aller à la messe ?
Myriam
: En Syrie, une des grandes fêtes de l’année, c’est les Rameaux. Tout le monde va à l’église, on habille les enfants en blanc. Cette année, à Bab Touma, beaucoup ne sont pas allés à la célébration. A la fin, le prêtre a dit aux fidèles de se disperser en petits groupes, silencieusement. Les groupes supérieurs à quatre étaient obligés de se séparer. Evidemment les chrétiens se sentent visés. L’année précédente, pour les rameaux, une des églises avait été taguée avec cette petite phrase : « chrétiens, c’est à votre tour ». Au début dans les manifestions de l’opposition au régime, on entendait : « Les alaouites au tombeau et les chrétiens à Beyrouth ». Maintenant, c’est plutôt « les alaouites et les chrétiens au tombeau ».

giovedì 18 ottobre 2012

APPELLO PER PASCALE E PER TUTTE LE VITTIME DELLA GUERRA SIRIANA

E' apparsa su molti giornali francesi in questi giorni la "Lettera Aperta al Presidente della Repubblica Francese e  al suo Ministro degli Affari Esteri" scritta dal padre di Pascale Zerez, una ragazza cristiana di 20 anni, sposata da soli 3 mesi e uccisa sul bus che la trasportava da Lattakia ad Aleppo nell' attacco delle bande dell'Armata Siriana "Libera".

Di seguito, alcune notizie inviate dagli amici cristiani di Aleppo e la richiesta di preghiere diffuso dal Monastero di Mar Yacub tramite "Vox Clamantis in deserto Damasco".
 

Domenica 14 ottobre 2012

Lettera aperta al Presidente della Repubblica Francese e al Ministro degli Affari Esteri.

Signor Presidente della Repubblica Francese,
Signor Ministro degli Esteri,

Proprio come molti siriani, mi ritrovo padre di una vittima della guerra in atto nel nostro paese. Pascale aveva venti anni quando, il 9 ottobre, il bus pubblico su cui viaggiava è stato oggetto di un attacco in cui è morta, assassinata da una banda armata riconosciuta come parte dell'Esercito Siriano "Libero" a cui Lei dà supporto, incoraggiamento e che Lei alimenta fin dall'inizio del movimento.
Ragioni di Stato forse La spingono a prendere posizione a favore dell'Esercito Siriano "Free" (ASL)  ma non è certo nell’intento di liberare il popolo siriano dalla dittatura. L'attuale regime siriano e il suo apparato politico non è tenero, noi lo sappiamo bene e da molto tempo, ma le "bande" dell’ ASL associano ugualmente la brutalità alla arbitrarietà: il movimento porta con sé i semi di una nuova dittatura che sicuramente ci farà rimpiangere la precedente.
Sotto slogan generosi di libertà, di democrazia e di partecipazione al potere, Lei, con i suoi alleati, ha incoraggiato l'introduzione sul nostro territorio di gruppi estremisti salafiti, e altri elementi del movimento di Al Qaeda che vengono a uccidere e ad essere uccisi qui da noi, distruggendo ciò che possono sulla loro strada; perché dunque averceli inviati? Gli Occidentali non avrebbero avuto il coraggio di affrontarli essi stessi? Se il vostro obiettivo è quello di distruggere la Siria per proteggere Israele, credete veramente che ridurre il popolo siriano alla rovina e alla miseria potrà pacificare e dare sicurezza ad Israele?
I vostri predecessori, tra cui i rivoluzionari del 1789 hanno sempre fornito supporto e protezione per le minoranze cristiane in Siria e in Oriente. Oggi le vostre prese di posizione hanno l'effetto opposto e portano alla loro eliminazione. Credete che sradicare i cristiani porterà la civiltà?
E 'sorprendente come in breve tempo la politica francese sia riuscita a farci dubitare del significato della sua rivoluzione e il suo emblema: "Libertà, Uguaglianza, Fraternità"!
In Siria, la vostra politica nel senso della pratica del potere, ha introdotto l'arbitrarietà; così si può riassumere con un altro slogan: libertà e uguaglianza in Siria, mentre in Qatar oligarchia e privilegi. E circa la fraternità, che regnò da noi in mezzo alla gente, ecco che avete incoraggiato la guerra settaria, ignorando le palesi discriminazioni che vengono praticate in altri paesi arabi, tra cui l'Arabia Saudita.
Ci è stato detto che il cristianesimo non ha più gran credito nel Suo paese, ma al momento non si vede apparire una filosofia  più generosa e più evoluta di quella religione che ha costruito le cattedrali. In pochi mesi, Lei è arrivato con i suoi alleati a trasformare la fratellanza siriana musulmano-cristiana, che dobbiamo a queste due religioni, in una guerra quasi confessionale. E tuttavia, questo accordo religioso è la garanzia di un Islam tollerante che potrebbe diffondersi in tutto il mondo.
In cambio, la guerra che viviamo per volontà dell’ESL e dei suoi alleati sembra trasformare la  convivenza in ostilità, che si diffonderà in tutto il mondo con una maggiore rapidità rispetto al progetto. Può esserne certo: gli sconvolgimenti che ora viviamo noi, li verrete a vivere al più presto pure voi. Che cosa si sente echeggiare per le strade di Aleppo? "Dopo la Siria, l'Europa."

domenica 7 ottobre 2012

L'opposizione siriana moderata dice NO ALL'OPPOSIZIONE ARMATA E A CHI LA SOSTIENE (compreso Padre Dall'Oglio)


Le député indépendant d'Alep, Boutros Merjaneh, appelle la France à réétudier le dossier syrien afin de privilégier davantage le dialogue. Renvoyant dos à dos le régime et l'opposition armée, ce chrétien craint l'éclatement de son pays et l'arrivée en Syrie d'un islamisme violent, illustré par un nombre croissant de djihadistes dans les rangs de l'Armée syrienne libre.
Depuis l'arrivée de l'Armée syrienne libre dans la ville, Alep est le théâtre d'affrontements terribles avec le régime al-Assad qui ont fait des milliers de morts © Manu Brabo / AP / Sipa

Depuis l'arrivée de l'Armée syrienne libre dans la ville, Alep est le théâtre d'affrontements terribles avec le régime al-Assad qui ont fait des milliers de morts © Manu Brabo / AP / Sipa

Les combats font rage à Alep, votre ville, depuis plus de deux mois. Faut-il une intervention internationale ?
Une action militaire internationale aboutirait à une catastrophe encore pire que la situation actuelle. L'armée syrienne est encore très puissante. De surcroît, la Syrie en tant que pays pourrait exploser. Au nord, les Kurdes revendiquent déjà plus d'autonomie. La communauté internationale doit faire pression sur les belligérants pour les obliger à s'asseoir à la table des négociations. C'est seulement ainsi qu'on obtiendra un nouveau régime en Syrie et c'est le souhait de la majorité silencieuse dont je fais partie.

Mais comment obliger le pouvoir syrien à négocier ?
Actuellement, ce sont surtout la Russie et l'Iran, ses alliés les plus proches, qui pourraient le convaincre. C'est sous la pression des Russes que le régime a tenu récemment deux réunions à Damas avec l'opposition non armée. Les Occidentaux, notamment les Français, se contentent d'exiger le départ de Bachar al-Assad tout en soutenant l'opposition. Ils n'ont obtenu que le durcissement du régime, qui s'enfonce dans le jusqu'au-boutisme.

La France s'est-elle trompée d'analyse ?
Je pense que ni l'ancien, ni le nouveau gouvernement français n'a bien étudié ce qui se déroule en Syrie depuis le début du conflit en mars 2011. Ils ont cru que la situation était comparable à celle de la Tunisie, de l'Egypte ou de la Libye. C'était faux. Ils ont gravement sous-estimé la capacité du régime à survivre. Paris aurait dû appuyer davantage les réformes qui allaient dans le sens du pluralisme faites par Bachar al-Assad avant que la guerre éclate. Au lieu de cela, la France a coupé les relations diplomatiques, fermé l'ambassade et commencé à soutenir de facto l'opposition, dont l'Armée syrienne libre.

L'opposition armée semble surtout soutenue par certains pays arabes...
L'Armée syrienne libre est financée et armée par l'Arabie saoudite et le Qatar, les pires ennemis du pouvoir en place. Dans ses rangs, on compte environ 7000 combattants djihadistes venus de l'étranger. Nous les voyons de près. Tenez, la semaine dernière, à Alep, l'armée a tué deux francs-tireurs djihadistes : un était Pakistanais, l'autre Tunisien. Mais que viennent faire ces gens en Syrie ?! J'ai peur qu'on assiste à l'importation d'une forme d'islamisme qui n'avait pas d'assise en Syrie avant ce conflit.

Mais les actions de l'ASL, ne répondent-elles pas à la violence extrême de l'armée, responsable d'innombrables massacres et de torture systématique, même sur les enfants ?
Le régime de Bachar al-Assad est corrompu et son armée commet des crimes. Tout le monde est d'accord sur ce constat. Le régime porte une lourde responsabilité dans le déclenchement du conflit. Il a réagi avec trop de violence face aux premières manifestations de l'opposition en mars 2011. Mais une partie de l'opposition a pris les armes seulement trois mois après le début des manifestations. C'était trop tôt ! Le régime avait commencé à réformer le pays. Une grande partie du peuple syrien le soutenait dans ces efforts-là.

Jusqu'à la mi-juillet, Alep était relativement peu perturbée par le conflit armé. Pourquoi ?
Il y a toujours eu beaucoup de manifestations contre le régime. Et l'armée a réagi non sans violence. Entre le 15 mars 2011 et le 15 juillet 2012, ces affrontements ont fait une centaine de morts. Mais le 15 juillet, l'Armée syrienne libre est entrée à Alep. Depuis ce jour-là, on arrive à plus de 2500 morts. C'est la guerre. La situation est horrible. Et l'armée et l'opposition font comme si c'était la dernière bataille décisive. Aujourd'hui, Alep, capitale économique et industrielle de la Syrie, est une ville morte. Pas moins de 400 000 ouvriers sont au chômage technique. Il n'y a aucune production.

Vous êtes chrétien, à l'instar de beaucoup d'habitants d'Alep. Quelle est la situation de la minorité chrétienne en Syrie?
Les chrétiens (environ 10% des Syriens, ndlr) ne s'affrontent pas en règle générale. Ils n'acceptent pas non plus d'être armés, même quand ils sont contre le régime. Beaucoup ont peur d'un scénario à l'irakienne, c'est-à-dire d'une guerre qui se retourne contre les chrétiens. A Alep et ailleurs, les provocations se multiplient contre les chrétiens pour qu'ils prennent les armes. Les belligérants ont commencé à jeter des obus dans les quartiers chrétiens. Récemment, dans un village chrétien, 280 personnes ont été enlevées par des djihadistes. Ces provocations ne peuvent qu'accélérer l'exode des chrétiens, déjà massif.

Invité par l'ancien député UMP Etienne Pinte, vous avez rencontré plusieurs élus français lors de votre séjour à Paris. Quel est l'objectif ?
J'ai bon espoir que le gouvernement français réétudie le dossier syrien et qu'il soit moins enthousiaste pour l'armement de la Syrie. Il faut promouvoir le dialogue et des initiatives de réconciliation, pas l'opposition armée. L'urgence, c'est l'arrêt des combats.
Beaucoup dans l'opposition syrienne réclament pourtant des aides militaires... En réalité, peu de Syriens le disent. Pensez-vous vraiment que ce peuple veut la poursuite des combats ? Que ceux qui prônent ce message se rendent à Alep !
J'ai assisté, à Paris, à une conférence du père Paolo dall'Oglio, qui a quitté la Syrie l'été dernier après avoir critiqué le régime. Il est très populaire dans certains milieux en France. Je le connais, car il était aumônier scout à Alep à une époque et nous l'avons reçu à la maison. Mais je n'arrive pas à comprendre son attitude. Il est enthousiaste devant l'idée d'armer l'opposition. Cela me fait peur. Est-ce un prêtre ou un homme politique ?
Craignez-vous qu'à terme, un pouvoir sunnite islamiste s'installe au pouvoir ?
Je crains les extrémistes sunnites, car ils importent un fanatisme religieux qui était rare en Syrie. Mais aujourd'hui, ces islamistes sont beaucoup moins nombreux que les sunnites modérés, qui, eux, ont la même position que moi. La Syrie n'est pas l'Egypte. Un des grands paradoxes dans ce conflit est que c'est nous, les modérés, musulmans ou chrétiens, qui constituons la majorité du peuple. Mais on ne nous entend pas. Nous ne sommes pas pour le régime, ni pour l'opposition armée. Nous voulons l'apaisement.

http://www.lavie.fr/actualite/monde/la-france-doit-promouvoir-le-dialogue-en-syrie-pas-l-opposition-armee-04-10-2012-31577_5.php


- Des éléments armées de l'ASL s'en prennent à la maison d'une famille chrétienne.


Alep - Les souks sont incendiés et les antiquités volées.

Alep - Samedi 29 Septembre 2012 - Les souks de la ville d'Alep réputés pour être les plus beaux après ceux d'Istamboul et le Caire dont la longueur atteint 13 Km et datant du XIIème siècle sont incendiés l'un après l'autre par les bandes armés de l'Armée Syrienne Libre. Que fait l'UNESCO ? 

Des voleurs turcs s'en prennent aussi aux antiquités qu'ils volent et ramènent en Turquie. Des icônes du XVIe siècle sont volées et revendues. 

Le Patriarche Gréogoire III Laham : Ce qui nous protège ce n'est pas l'Occident mais notre histoire et notre civilisation.

 Le Patriarche Grégoire III Laham, Patriarche d'Antioche et de tout l'Orient, a renouvelé son refus catégorique de toute ingérence étrangère dans les affaires intérieures de la Syrie, soulignant que ce qui nous [chrétiens] protège ce n'est pas l'Occident, mais notre histoire et notre civilisation.

Le patriarche a indiqué dans une interview donnée à la télévision hier, qu'il priait pour la Syrie demandant à Dieu de protéger ses enfants de toute haine, condamnant les groupes terroristes armés qui commettent des actes criminels et des enlèvements de citoyens innocents dans le but de se procurer des fonds. Il a souligné que deux prêtres étaient détenus depuis plus de 70 jours sans que l'on ne sache ce qu'il est advenu d'eux.

Sa Béatitude le Patriarche a ajouté qu'il avait visité un certain nombre de villes et de régions de Syrie et qu'il était en contact quotidien avec les citoyens syriens qui lui affirment avec certitude la présence de combattants étrangers en grand nombre dans les rangs des groupes terroristes armés. Par ailleurs, le Patriarche a critiqué les positions du Père Paolo da l'Oglio vis à vis de la Syrie rappelant que le Père Paolo ce n'était pas la Syrie.

Dans un autre contexte, le Patriarche a insisté sur le fait que les dirigeants syriens assumaient leur mission officielle et qu'ils n'étaient affiliés à aucune partie contre une autre, travaillant en faveur de tous les syriens.

Il a également souligné l'importance de se consacrer à la réconciliation en Syrie tout en notant l'évolution positive du ministère chargé de la réconciliation nationale entre les diverses factions et tous les enfants de la Syrie.
Il a assuré que cette mesure positive était importante dans les circonstances présentes que traverse la Syrie, appelant au soutien à ce ministère, notamment de la part des autorités religieuses.
http://www.leveilleurdeninive.com/2012_09_01_archive.html

domenica 30 settembre 2012

Aleppo: Il Convento dei Francescani incendiato, i Souk della Città Vecchia dati alle fiamme

Aleppo - Venerdì 28 Settembre, 2012 (10:15) -
Abbiamo appena appreso che il Convento francescano di S. Antonio di Padova di Aleppo (Ghassanieh) è stato attaccato e bruciato da orde di armati dell'esercito siriano "Free". Nel convento era incluso un ambulatorio medico e un reparto di maternità.










VOCI DA ALEPPO
LE SOFFERENZE DEI CRISTIANI. AL CUORE DELLA VIOLENZA, GESTI DI CORAGGIO E DI UMANITA'
Nuit cauchemardesque.
 Alep - Vendredi 28 Septembre 2012 (8h30) - Etant donné le retour de l'électricité et du réseau Internet, nous pouvons à nouveau dire au monde que les gens ici vivent des heures de cauchemar ; la nuit fut indescriptible. La panique des enfants était à son paroxysme ; il a fallu leur administrer des calmants afin de pouvoir dormir. Des sédatifs aux enfants ? Vous rendez-vous compte ? Les femmes quant à elles ont passé la nuit en larmes.
Ce fut sûrement la nuit la plus meurtrière que nous ayons vécu ; les obus tombaient toutes les minutes sans relâche. L'armée patriotique syrienne a donné ordre de ne pas laisser les maisons, de peur que les bandes armées n'occupent les immeubles. Ces dernières annoncent aux minarets des mosquées qu'Alep doit choisir : Se rendre ou être entièrement détruite [Ce sont les démocrates qui parlent ainsi ; ceux qui nous sont promis par certaines puissances]. Malgré tout, nous croyons que Notre Seigneur Jésus est avec nous. Il ne peut être avec ces barbares, pour l'essentiel, étrangers qui nous assènent des obus toutes les minutes.
Menaces extrêmes sur les Chrétiens d'Alep qui sont désarmés.
Alep - Jeudi 27 Septembre 2012 (19h40) - Nous venons d'apprendre par un témoin direct que des criminels "masqués" membres de l'Armée Syrienne "Libre" et appuyée des Salafites ont enlevé 15 chrétiens dans le quartier de Sulaimanieh ; il les ont abattus de sang froid puis les ont jetés sur la chaussée, à titre d'exemple pour les chrétiens d'Alep.
Combats très féroces à Alep ; tous les quartiers chrétiens bombardés et menacés par l'ASL.
 Alep - Jeudi 27 Septembre 2012 (19h) - Depuis 16h. des dizaines d'obus tombent sur tous les quartiers chrétiens d'Alep en particulier sur Sulaimanieh et Azizieh, Midan...
 L'Armée Syrienne "Libre" (ASL) a déclaré que le compte à rebours était à zéro et que l'heure fatidique était arrivée pour la destruction d'Alep.
 Des centaines d'hommes armés, sans autre idéal que le meurtre, se rapprochent des quartiers chrétiens en provenance des localités d'Idlib et de la banlieue alépine; ils essayent d'aider la dite Armée Syrienne "Libre". L'ASL tente d'assiéger Alep mais l'armée, avec ses hélicoptères, bombarde les hordes armées.
Les familles chrétiennes se regroupent, forcées de traverser les voies jonchées de cadavres. Notre correspondant nous informe que 23 personnes de sa famille l'ont rejoint dans sa maison. Les médecins coupent leur téléphones portables, car l'ASL recherche les chirurgiens pour les obliger, par la force, à les accompagner pour aller soigner les blessés. La situation est gravissime. En dépit de cela, la foi en la Providence Divine résiste.
Au coeur de la violence, des gestes de courage et d'humanité
samedi 29 septembre 2012 Alep :
Au milieu de la violence et de la désorganisation, des haines et des mensonges, des pleurs et des désespérances, Alep offre toujours à ses habitants des gestes d’espoir.







Un obus tombe le 27 Septembre dans l’appartement d’une famille chrétienne, belle, paisible, en pleine jeunesse. Nous vous parlons de Raymond, de Marie et de Joelle leur fille ; ils ont un petit garçon qui est sorti pour acheter des sucreries ; durant ces quelques minutes d’absence du petit, un obus les frappe dans leur appartement. Ils sont atteints. Marie l’épouse et Joëlle leur fille tombent et ne se relèvent pas ; elles décèdent sur le coup. Raymond grièvement blessé doit être immédiatement emmené à l’hôpital. Qui va le faire ? Ce sont leurs voisins musulmans qui se dévouent.
Au premier hôpital visité, le Médecin-Chef refuse de recevoir le blessé. Scandale ! mais sans réfléchir, les ambulanciers de circonstances repartent avec le blessé pour « l’hôpital national ». A l’arrivée une dizaine de volontaires se précipitent pour donner leur sang afin de sauver le malheureux ; aucun chirurgien n’ose apparaître à l’exception d’un seul qui se propose d’intervenir en catimini [car les chirurgiens craignent d’être saisis de force pour soigner les combattants]. A Alep, le système d’assurances sociales ne fonctionnant plus, ce sont les mêmes voisins, ambulanciers et musulmans qui prennent sur eux les frais de médicaments. Ils ne s’arrêtent pas à ce geste puisqu’ils repartent en direction du premier hôpital pour y faire mettre le chirurgien indigne à la porte.
Cet autre récit concerne un homme, qui a fait parti des services secrets. A présent, il est reconverti dans la production de pain ; il en fabrique pour aider. Il en produit une trentaine de kilo par jour ; il y a lieu de dire que le pain étant très prisé, il faut parfois attendre entre 5 et 8 heures pour acheter un kilo de cette denrée. Un voisin musulman lui achète sa production pour la faire distribuer gratuitement aux pauvres chrétiens. 
Laisser nous vous relater ce fait. En l'absence du Croissant rouge, paralysé, une petit équipe composé d'un moine-prêtre et d’un Imam accompagnés de jeunes garçons et filles volontaires traversent sous le feu, les quartiers de « Midan » et « Sulaimanieh » pour aller aider, sauver, et rendre visite aux détenus des prisons ou pour porter à manger à ceux qui ne veulent pas laisser leur maison par crainte de vols.
On ne vous a pas encore parlé du Frère Georges Sabeh, un Frère Mariste qui a ouvert son couvent pour recevoir les familles réfugiées provenant des quartiers chrétiens. On ne vous a pas mentionné le Couvent des Jésuites, Saint Vartan ou celui des Franciscains et même encore les Mosquées qui sont ouvertes à tous pauvres dans le besoin. Le bon samaritain de l’Evangile avait-il fait la distinction entre la religion, l’ethnie ou la couleur ?
Toujours fidèles, toujours nobles et fiers, les bédouins de Deir Hafer qui se trouvent dans le rif-Est d’Alep, n’hésitent pas à traverser plusieurs barrages de l’ASL, en risquant leur vie, pour venir porter blé, légumes, olives et moutons aux réfugiés chrétiens.
Nous devons une pensée particulière à tous ces soldats de l’armée syrienne tombés en portant secours aux civils. 
Mais enfin seriez-vous autant touché que votre rapporteur par cette invitation de l’Imam de la Mosquée du quartier qui a invité un chrétien à donner son témoignage sur la Vierge mais aussi sur l’Islam tel que perçu par un chrétien ? Oui. Cette rencontre aura lieu lundi prochain 1er Octobre 2012 à la Mosquée même, à Alep.
Témoignage et exemple du dialogue des civilisations et des religions qui est vécu ici en Syrie, de manière profonde et qui forme la particularité de ce pays. Si le Liban est un message de convivialité islamo-chrétienne, la Syrie est un modèle de dialogue authentique et profond entre l’islam et le christianisme.

Alep : périls et consolations.
vendredi 21 septembre 2012
Durant les sept semaines écoulées, Halab [Alep], une des cités les plus anciennes de notre histoire, est restée sans communications. Quelle misère ce fut....Le peuple et les autorités étaient persuadés que la ville serait pacifiée en une semaine car nul ne s'attendait à voir surgir autant d’éléments armés et autant de truands étrangers. On avance le chiffre de 60.000, dont 80% seraient venus d’autres pays et un grand nombre se reconnaissant salafistes de la mouvance d'al-Qaïda.
Si au début de la bataille, qui porte son nom, la majorité de la population d’Alep avait montré de la sympathie à l'égard du régime, une petite partie, dans certains quartiers, ne s'était pas privée de soutenir l’Armée Syrienne « libre ». Mais aujourd’hui, ceux-là même qui avaient espéré dans la "démocratie" promise,  regrettent amèrement leur choix initial car ils ont pu voir de leurs yeux les crimes et les destructions occasionnés par ces bandes armées. Comment ont-ils pu espérer à l'avènement d'une démocratie au bout du fusil promise, avec l'appui de leurs parrains, par ces éléments armés plus formés à détruire qu'à construire : "Oui, la fin ne justifie pas les moyens"; la démocratie ne peut supporter tant de crimes et de destructions commis en son nom.
Sur le terrain, l’ASL avait réussi à pénétrer le quartier des services de sécurité à Alep. Les habitants de la ville ont alors assisté à des batailles presque confraternelles ; que d’argent déversé aux "rebelles" de l’ASL pour que leurs bandes tuent leurs "collègues" de la sécurité ?
Dans les premières semaines de la bataille, l’ASL avait pu également profiter de la présence d'observateurs de l'ONU pour pénétrer les vieux quartiers, pensant que l'armée syrienne ne pourrait les en déloger de peur de porter atteinte aux bâtiments et aux familles de ces quartiers.
Actuellement, la bataille fait rage, mais cette fois les unités d’élite de l’armée syrienne sont venues renforcer les troupes déjà présentes sur place.
On estime qu’à la caserne de Hanano, l’Armée Syrienne « Libre » a perdu plus que 2000 hommes mais curieusement elle semble continuellement alimentée en effectifs.
La plupart des églises du quartier de Jdeideh ont été bombardées et saccagées par les bandes armées. La brutalité de ces dernières, n’empêche pas l’armée syrienne de progresser sur le terrain toutefois la progression est très lente.
Lorsque l’ASL est entrée dans le quartier à majorité chrétienne de Midan, de nombreuses familles ont pris peur et sont allées se réfugier auprès de proches dans d’autres parties de la ville ou encore dans des villages proches d’Alep, Qnaeh et Ya’coubieh. En revanche, les familles aisées ont pour la plupart quitté le pays en direction du Liban, de la Jordanie ou même de l’Europe. Dans l’ensemble, on estime à 35% les chrétiens qui ont quitté la vile d’Alep.
Les sorties d'Alep ne sont plus possibles ; la route de l’aéroport est contrôlée par l’ASL qui n’hésite pas à enlever les jeunes gens dans le but de les incorporer à leur troupe ou pour obtenir des rançons en échange de leur liberté.
Pour les chrétiens, rester sur place comporte des risques :
économiques dus à l’absence de travail ; les usines étant fermées faute d’activité.
d'être contraints de vendre les quelques biens de famille restants afin de continuer à vivre.
d'être pris en otage par les salafistes déambulant dans les rues avec leur drapeau noir et déclarant ouvertement « il n’y a pas de place pour les alaouites et les chrétiens ».
 le risque de dhimitude à l’égal de ce qui s’est produit dans d’autres pays ; l’Egypte n’y est-elle pas en voie ?
Quant aux lignes de front, elles n’ont pas beaucoup bougé. Les positions des belligérants sont plutôt stables et pour les deux protagonistes, la bataille d'Alep demeure décisive du sort de la Syrie ; cela explique la détermination des deux parties. Le bruit court que l’ASL se cramponne à Alep car elle aurait reçu des instructions du Qatar et d’Arabie-Saoudite de ne quitter la ville qu’une fois celle-ci détruite.
Désormais, chrétiens et musulmans, sont forcés d’espérer la victoire de l’armée syrienne dans cette bataille d'Alep car bien peu de citoyens se reconnaissent dans ces bandes armées.
Alep, il faut le dire, est coupé du reste du monde. Bien peu de marchandises rentrent dans la ville qui jusqu’à peu était un des nerfs commerciaux de la Syrie.
[Ici, notre correspondant a du interrompre son témoignage car l’heure de la coupure d’électricité était arrivée. Il a renvoyé la suite le lendemain.]
Cela fait bientôt deux mois que nous sommes sans « Mazout ». Les stations d'essence ont été fermées par l'armée syrienne pour dégager les routes et raréfier l’approvisionnement des bandes armées. Le gaz nous vient d’autres villes ; il est vendu au marché-noir. Le prix de la bouteille est passé de 300 livres (€3,44) à 5500 livres syriennes (€53). Quant à l’essence, son prix se situe à 300 livres (€3,44) alors qu’il était il y a quelques mois à 50 livres syriennes (€0,57).
Au cours des dernières semaines, nous avons connu une coupure d’électricité qui a duré une semaine et des interruptions dans la distribution de l'eau durant de longues heures quotidiennement, en raison du bombardement par l’ASL des centres de distribution
En dépit de cette tourmente et des francs-tireurs postés au haut des immeubles, les églises sont pleines de fidèles. Même les plus récalcitrants d'autrefois se déplacent pour la « Maison de Dieu », pour appeler le secours du Très-Haut. A l’entrée des églises se tiennent désormais des « comités populaires en armes » ; ils sont soutenus et financés par l’armée et leur rôle est de protéger la population. Malheureusement beaucoup d’entre-eux ont été abattus par les éléments armées de l’ASL.
Quant aux écoles d’Alep, près de 20 % ont été détruites alors que 60% des bâtiments scolaires sont occupés par les refugies qui proviennent des quartiers détruits ; il faut dire que même les écoles privées sont menacées par l'Armée Syrienne « libre »; aussi la reprise scolaire n’a-t-elle pas eu lieu à Alep.
L’Université est également close. Les examens de l’année dernière ne se sont pas tenus et les cours de cette année ne sont pas près de reprendre.
A Hanano, les bureaux du recrutement pour le service militaire ont été détruits. Les banques sont dans l’incapacité d’ouvrir leurs portes en raison des menaces constantes émanant des bandes armées à l’affut des mauvais coups. La police est inexistante, le non-respect du code de la route est indescriptible. Des milliers de maisons sont construites de manière illégale, un peu partout dans le pays.
Les familles sont divisées et nous assistons à des situations dramatiques puisque dans une même famille des membres se rangent avec le régime, d’autres avec l’ASL. Les frères s’entretuent parfois et font sauter la maison de l’autre, des autres. A Midan comme à Salah-Eddine, les agents de l'ASL se font les serviteurs des bandes de voleurs qui leur donnent 100.000 livres syriennes (€1200) pour vider un immeuble pour leur compte. Les magasins aussi sont vidés. Un souk de receleurs a vu le jour ; il est communément appelé « al-Souk el Haramiyyeh ». On y vend des machines domestiques, réfrigérateurs, télévisions et autres équipements…à des prix très modiques.
Toutes ces violences n’ont pas nécessairement affecté les relations islamo-chrétiennes. Celles-ci demeurent normales entre les familles ; toutefois les salafistes sèment la terreur. Au contraire et paradoxalement, les familles se sont rapprochées ; tous les soirs, on les voit se réunir sur les terrasses des immeubles partageant la soirée jusqu’à une heure avancée de la nuit.
C’est ainsi que dans notre immeuble, une quinzaine de familles chrétiennes, musulmanes, kurdes, alaouites, arméniennes, passent la soirée ensemble ; elles partagent le pain et plus généralement le repas du soir, s’entraidant pour les funérailles de l’un ou de l’autre et allant jusqu’à prier ensemble chacun à sa manière selon ce que lui enseigne sa religion.
On reconnait là, la Syrie de la tolérance que nous avons toujours connue. Ces moments multiconfessionnels sont une vraie consolation.
Chrétiens et musulmans ensemble, nous voici unis à aider les familles réfugiées qui sont entassées dans les classes des écoles à se pourvoir en nourriture ; les soldats de l’armée syrienne y sont bien accueillis ; ils sont reçus et reçoivent une aide morale des familles.
Des médecins chrétiens et musulmans, solidaires au milieu de ce drame, donnent leur temps et se dévouent gratuitement.
Peut-on terminer ce message au monde, soucieux de justice et de compassion sans évoquer la visite de Benoit XVI au Liban ; peut-on passer sous silence ses messages (espérance, foi et attachement à la terre) en direction de la Syrie qui ont mis du baume dans le cœur des chrétiens et des musulmans.





Homs - 13-14 Septembre 2012 - Les "Brigades Al-Farouk" ont incendié, dans la nuit du 13-14 Septembre 2012, l'évêché syrien catholique et son Eglise qui se trouvent dans le quartier d'al Hamidiyeh à Homs.