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mercoledì 17 settembre 2025

Il Sionismo ieri e oggi - Ideologia, politica, religione. Seconda parte

 

DI GIOVANNI LAZZARETTI - SECONDA PARTE 

ONE HOPE – UNA SPERANZA, O UNA SOLA SPERANZA

È un piano denominato “One Hope”, “Una speranza” o “L’unica speranza”.

Qui lo trovate in inglese  https://hashiloach.org.il/israels-decisive-plan/

Qui in italiano   https://www.terrasanta.net/2024/09/documenti-una-speranza/

Il piano è stato reso pubblico nel 2017 da Bezalel Smotrich, esponente dell’estrema destra religiosa sionista.  Allora era “solo” il vicepresidente della Knesset, adesso è ministro delle finanze. È lungo, sono 65.000 caratteri.

Innanzitutto vediamo come l’autore definisce il suo Piano.

«Si tratta di una soluzione globale, di quelle che non ignorano le difficoltà ma che sono accompagnate da una vera fede. Fede nel Dio d’Israele, nella giustezza della nostra causa e nella nostra esclusiva appartenenza alla Terra d’Israele; fede nella nostra forza di resistere agli argomenti che potrebbero minare la nostra convinzione; fede nella nostra capacità di mettere in campo l’eroismo necessario per vincere questa lotta epocale.»

Poi fa il suo atto di fede.

«Sono un credente. Credo nel Santo, Benedetto Egli sia, nel Suo amore per il Popolo ebraico e nella Sua Provvidenza su di esso. Credo nella Torah che ha predetto l’esilio e promesso la redenzione. Credo nelle parole dei profeti che hanno assistito alla distruzione e, non di meno, nella nuova costruzione che ha preso forma sotto i nostri occhi. Credo che lo Stato di Israele sia l’inizio della nostra redenzione, il compimento delle profezie della Torah e delle visioni dei Profeti.»

Tuttavia, dice Smotrich, il documento non ha nulla di basato sulla fede.

Saltando l’impostazione generale e la parte descrittiva, vediamo i punti operativi del documento.

  • Dichiarazione di sovranità su Giudea e Samaria (Cisgiordania), creazione di città e infrastrutture, invito agli ebrei ad abitarvi.

  • Gli arabi di Giudea e Samaria che lo vorranno avranno una nuova speranza di un futuro buono e una vita privata soddisfacente sotto le ali dello Stato ebraico.

  • Avranno il diritto di votare per il sistema che gestisce la loro vita quotidiana. L’autogoverno degli arabi di Giudea e Samaria sarà diviso in sei regioni governative municipali in cui i rappresentanti saranno eletti in elezioni democratiche.

  • Gli arabi di Giudea e Samaria non potranno votare per la Knesset israeliana in una prima fase. Ciò preserverà la maggioranza ebraica nelle decisioni all’interno dello Stato di Israele.

  • Questo accordo graduale non trasforma lo Stato di Israele in uno “Stato di apartheid”; al massimo, è una componente mancante nel paniere delle libertà, o se vogliamo, un deficit nella democrazia.

  • Non c’è distanza tra il primo ministro Benjamin Netanyahu e il piano che avete davanti. Netanyahu definisce l’entità nazionale araba che ci si sforza di stabilire in Giudea e Samaria come uno “stato-meno”, e ciò rispecchia il fatto che, giustamente, non ha alcuna intenzione di consentire a quell’entità statale di avere un esercito e controllare lo spazio aereo, terrestre, marittimo e informatico.

  • La seconda opzione è pensata per quegli arabi in Giudea e Samaria che avranno difficoltà a rinunciare alle ambizioni nazionali. Coloro che non possono rimanere qui come individui che hanno lasciato le loro aspirazioni nazionali alle spalle sono invitati a realizzarle in uno dei tanti paesi arabi circostanti, o a cercare una vita migliore altrove.

  • Probabilmente ci sarà tra la popolazione araba chi avrà qualche difficoltà a fare la pace o a venire a patti con la fine del conflitto e che sceglierà di continuare la lotta armata contro lo Stato di Israele. Troveranno un IDF (Forze di Difesa Israeliane) determinato a sconfiggerli con l’aiuto di Dio.

  • L’IDF, grazie a Dio, è un esercito forte e astuto, con la volontà e la capacità di sconfiggere i terroristi in un breve lasso di tempo: uccidendo coloro che devono essere uccisi, confiscando le armi fino all’ultimo proiettile e ripristinando la sicurezza dei cittadini di Israele.

  • Il nostro nuovo piano deve essere accompagnato da una serie di misure volte a migliorare il bilancio demografico.

  • Il rafforzamento di Israele e la vittoria nel conflitto renderanno più facile l’assorbimento degli immigrati, aumenteranno la crescita demografica ebraica e incoraggeranno parte della popolazione araba a emigrare in altri Paesi.

ISRAELE ALLA VIGILIA DELLA GUERRA DI GAZA

Siamo di fatto arrivati alle soglie della guerra di Gaza.

In Israele convivono diverse anime.

Ci sono i sionisti socialisti e sostanzialmente atei che hanno governato nello scorso millennio. Restano ancorati alla soluzione a “due popoli, due Stati”.

Ma, quando si va a vedere cosa possono concedere, di fatto parlano di uno Stato palestinese senza controllo aereo, senza controllo marittimo, senza controllo terrestre, senza esercito, senza controllo informatico.   Una sorta di Stato-municipalità che controlla solo la piccola amministrazione e la polizia locale. Di fatto un Bantustan, come c’erano in Sudafrica.

Poi ci sono i sionisti di destra, eredi di Žabotinskij attraverso il filo diretto di Benzion Netanyahu. A parole mantengono l’idea dei due Stati, di fatto menano all’inverosimile. Le guerre di Gaza di questo millennio sono tutte sotto la loro gestione.

Poi ci sono gli ultraortodossi. E oggi spero di aver fatto capire che vanno chiamati ultraortodossi sionisti. Sono quelli di Smotrich, che parlano di uno Stato solo, ebraico, e descrivono esplicitamente la realizzazione di una sorta di Bantustan per arabi felici.

Ci sono però anche gli ultraortodossi non sionisti. I Neturei Karta desiderano la cessazione dello Stato d’Israele come eresia religiosa. Un rappresentante dei Neturei Karta fu anche ministro in un governo Arafat. Pensano anche loro a un solo Stato, ma uno Stato arabo, nel quale gli ebrei avevano sempre vissuto senza far del male e senza ricevere del male.

Ci sono anche socialisti e pacifisti antisionisti, come Ilan Pappé autore del libro citato prima.

Poi ci sono anche gli arabi di cittadinanza israeliana, per un attimo arrivarono anche in un effimero governo.

Infine i cristiani. Erano il 10% nel 1917, sono adesso circa il 2%; a Gerusalemme erano il 21,6% nel 1917.

LA GUERRA DI GAZA

La guerra di Gaza è come la guerra d’Ucraina. Come quella non inizia il 22 febbraio 2022, così questa non è iniziata il 7 ottobre 2023.

Il percorso che porta all’atto eclatante che resta “storico” si perde indietro nel tempo, almeno a 100 anni prima, al tempo degli acquisti dei villaggi da parte delle associazioni sioniste, comperando da mega-proprietari non residenti.

Da lì è un continuo succedersi di colpi dati e colpi restituiti.   Se prima i colpi dati e restituiti erano colpi tra Stati, adesso sono guerre interne in cui la popolazione civile va al massacro in proporzioni inimmaginabili.

Le proporzioni che utilizza ormai lo Stato ebraico sono di 100 per 1. Nell’operazione “Piombo Fuso” del dicembre 2008 – gennaio 2009 ci furono 13 morti israeliani e 1.300 morti palestinesi.  Adesso è un po’ la stessa cosa: 1.400 morti israeliani (di cui una certa percentuale uccisi da “fuoco amico”) daranno 140.000 morti palestinesi. Wikipedia oggi ne dà 118.000, ma non ha importanza. Nessuno è in grado di guardare sotto le macerie di una città distrutta.

E soprattutto abbiamo una popolazione di 2 milioni di persone che beve acqua sporca, vive tra topi e con fogne a cielo aperto, vive tra cadaveri insepolti, mangia cibo avariato (quando mangia), non ha ospedali né medicine, ha perso tutti i terreni agricoli. Un popolo di affamati e di ammalati.

Ho scaricato il rapporto di Forensic Architecture che ha realizzato una statistica accurata su tutti gli attacchi avvenuti a Gaza dal 7 ottobre 2023 all’ottobre 2024: dove, quando, mirati a cosa.

Le mappe sono molto chiare, e possono essere guardate anche in forma interattiva.  Ne descrivo una sola: come Israele ha rimodellato il territorio di Gaza.

«Israele ha costruito un nuovo sistema di controllo spaziale a Gaza, rimodellando il territorio, distruggendo terreni agricoli ed edifici per creare infrastrutture per una presenza militare permanente.»

Vediamo come.

  • È stata ampliata la zona cuscinetto attorno al muro di separazione, dai 300 metri l’hanno portata a 1 km. Questa zona cuscinetto ha comportato la distruzione completa di 55 km2 di territorio.

  • È stato creato il corridoio di Netzarim che spacca Gaza in due tronconi. Sono 35 km2.

  • È stato creato il corridoio di Philadelphi (di fatto un rafforzamento del confine tra Egitto e Gaza) per 10,8 km2.

  • E infine sono state create 13 strade militari che si innestano in Gaza a raggiera. Fanno 62 km2 di suolo “azzerato”.

Le zone sono in parte sovrapposte, per cui il totale di territorio spianato fa 131,7 kmq (36% di Gaza).

Noi vediamo in TV le bare nere, per le nostre emozioni. Inutile cercare di immaginare quanti morti sono stati “spianati” sotto questo 36% di territorio azzerato, per i quali le bare non ci saranno.

Le altre questioni analizzate dal rapporto sono le seguenti.

  • Lo sfollamento forzato e ripetuto di civili e una valutazione delle “misure umanitarie” messe in atto da Israele.

  • La distruzione di campi, frutteti, serre, infrastrutture agricole e idriche.

  • La distruzione delle infrastrutture mediche, con attacchi sistematici contro ospedali e operatori sanitari.

  • La distruzione delle infrastrutture civili: prendere di mira servizi pubblici, strade, scuole, comprese quelle che fungono da rifugi, edifici religiosi, edifici governativi.

  • Il bersagliamento sistematico delle infrastrutture e del personale necessari per il trasporto e la distribuzione degli aiuti umanitari e la preparazione del cibo.

Se non volete chiamarlo “genocidio”, dategli un altro nome.

Purché si capisca che la realtà è questa.

BIDEN E TRUMP

Cosa c’è da aspettarsi nel cambio tra Biden e Trump?

Sostanzialmente un peggioramento della situazione.

Ricordiamoci che Trump ha già fatto una serie di azioni, nel vecchio mandato e in quello attuale.

  • Ha spostato l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, il che significa dire ai Palestinesi «non vi resta che piangere».

  • Ha riconosciuto la sovranità di Israele sul Golan.

  • Ha fatto gli Accordi di Abramo, che possono sembrare una bella cosa, ma vanno visti nell’altra ottica, quella di Israele che vuole demolire “l’asse del male” iraniano.

  • Ha fatto la sparata della deportazione degli abitanti di Gaza, per costruire la riviera del Mediterraneo.

  • Ha sbloccato la consegna a Israele delle bombe da 2.000 libbre, foglia di fico del governo Biden che non le consegnava.

Nel frattempo la Siria è caduta, e per uno Stato privo di confini come Israele è tutta manna.

Biden aveva 12 ebrei al governo, Trump ha gli ebrei in casa. La figlia Ivanka è convertita all’ebraismo ed moglie di Jared Kushner, imprenditore immobiliare ebreo.

Le parole sul “lavoro da finire” a Gaza, sui palestinesi da spostare, e su Gaza riviera del Mediterraneo sono più o meno le parole di Kushner del marzo 2024.

SIONISMO E RELIGIONE

Spero di aver dato spunti su tutte le 3 voci del titolo: ideologia, politica, religione.

Religione: in Terra Santa si combattono due religioni.

Due religioni con moltissimi punti in comune.

  • Un Dio unico, non Trino.

  • L’assenza della confessione: il battersi il petto per una colpa personale non esiste.

  • La convinzione che “Dio è con noi”.

  • La non conoscenza del diritto naturale.

  • La convinzione quindi che si possono liberamente uccidere civili, donne e bambini, purché siano “altri”.

  • La convinzione che il nemico sia un intero popolo, negando quindi che ci sia una responsabilità personale.

  • La convinzione di una superiorità morale.

Questa della superiorità morale la descrivo con le parole di un gruppo ultraortodosso, entusiasta di Trump.

«La missione del gruppo Israel365 è quella di rafforzare Israele e il suo status unico di leader spirituale e morale dell'umanità promuovendo il significato biblico e spirituale di Israele e costruendo ponti con coloro che condividono i nostri valori basati sulla fede.»

***

Non esistono solo analogie, esistono anche differenze.

Ad esempio gli ebrei hanno un’ossessione razziale.

Puoi essere un convertito all’ebraismo, e questa è una cosa.  Ma essere discendente ebreo per parte di madre è una cosa diversa.

La pratica dell’utero in affitto è legale dal 1996 con limitazioni, e praticamente libera oggi. Vincolo: se la madre “sociale” è ebrea, la gestante deve essere ebrea.

Interessante il ragionamento di un articolo: «se anche gli ultraortodossi hanno votato la legge, significa che i loro rabbini hanno trovato la quadra». Quindi non un catechismo a indicare la strada, ma i rabbini che pescano dal mare di testi talmudici un quadro che autorizzi l’azione politica.

Fecondazione artificiale senza vincoli, anche col prelievo dello sperma di soldati morti, per fecondare donne ebree disponibili.

Il tasso di natalità viene spinto per motivi razziali (ossia per non essere superati dagli arabi come numero) e non per motivi sociali (a tutti gli Stati servono almeno 2,1 figli per donna per sopravvivere).

***

A titolo di curiosità, questo è il bugiardino di un integratore prostatico.

Certificazioni.

KOSHER – Questa certificazione attribuisce l’idoneità di XYZ a essere consumato secondo le regole alimentari della religione ebraica.

HALAL – Questa certificazione attesta che XYZ è conforme alla dottrina islamica secondo le regole definite dalla Sharia.

Anche in questo le due religioni sono sovrapponibili.

E quindi, sia ringraziato Gesù Cristo che ha dichiarato puri tutti gli alimenti.

SIONISMO E POLITICA

Su Sionismo e politica ho detto molto.

Il Sionismo è movimento politico armato, agisce politicamente, e ha in mano una pericolosissima catena operativa così composta.

Nazionalismo ebraico + cresus “obbligato” verso il nazionalista ebraico + media dipendenti dai cresus + politica USA dipendente dai cresus e dai media + Israele eternamente sovvenzionato dagli USA.

Se ci aggiungete la “protezione” dell’olocausto, che rende mediaticamente accettabile qualunque azione israeliana, il quadro politico è completo.

IL SIONISMO È IDEOLOGIA

Il Sionismo è ideologia.

  • Il Sionismo voleva un luogo in cui l’antisemitismo fosse assente per definizione. Ha invece creato il luogo dove l’antisemitismo è al massimo livello sulla terra.

  • Il Sionismo voleva un luogo per la sicurezza ebraica. Ha invece creato il luogo più pericoloso al mondo per un ebreo.

Questo è il dato di fatto.

L’ideologia sionista ha creato il luogo della guerra permanente.  Ma, essendo ideologia, resta fermo nelle sue posizioni, e «tanto peggio per i fatti».

Torniamo un attimo al testo di Smotrich, Una Speranza.

Quel testo ha delle parti che condivido certamente.

  • È impossibile la soluzione a due Stati.

  • La democrazia non è solo mettere una scheda nell’urna.

Quello che difetta sono le conclusioni di Smotrich.

  • È impossibile la soluzione a due Stati, e quindi ci deve essere solo lo Stato sionista.

  • La democrazia non è solo mettere una scheda nell’urna, e quindi gli arabi debbono accontentarsi di vivere bene sotto l’ala di Israele, senza votare.

Le mie conclusioni sono diverse.

  • È impossibile la soluzione a due Stati, e quindi ci deve essere uno Stato unico, non sionista.

  • La democrazia non è solo mettere una scheda nell’urna, ma è fondata sul diritto naturale.

Nessuno potrà spostare gli ebrei dalla terra. Ma è invece possibile togliere l’ideologia sionista dalla mente degli ebrei. Ebrei non sionisti e palestinesi non islamisti potrebbero allora convivere.

Ciò che sta facendo adesso Israele a Gaza non può essere detta la “soluzione finale” perché avrebbe un suono hitleriano, ma è la “soluzione conclusiva” nell’ottica di Netanyahu e dei suoi alleati ultraortodossi.

«Verso la vittoria assoluta», come dice Netanyahu.

«Basta gestire il conflitto! Qui bisogna vincerlo», come dice Smotrich.

Gli immigrati che comprarono la terra 100 anni fa vanno a sterminare gli abitanti che stavano sulla terra.   Convinti poi di una loro “superiorità morale”, fanno riecheggiare ancora la vecchia ideologia di Nordau, Žabotinskij & soci di portare i confini dell’Europa “liberale” fino all’Eufrate (quante volte abbiamo sentito la frase «Israele, unico baluardo democratico in Medio Oriente»?).

Israeliani e Palestinesi non conoscono il diritto naturale, non conoscono il concetto di guerra giusta, possono andare avanti solo fino allo sterminio.

Tutti gli israeliani e tutti i palestinesi sono così?  No, è ovvio. Nel complesso mondo delle scritture talmudiche puoi tirare fuori i Neturei Karta come gli Smotrich.  Sono ebrei ultraortodossi entrambi, anche se sembra inverosimile.

E anche nel mondo arabo accade più o meno la stessa cosa: le persone miti non hanno visibilità mediatica.

SOLUZIONI?

Ci sono soluzioni?

La soluzione dei “due Stati” pacificamente affiancati è un’utopia, dopo oltre 100 anni di violenza. Anche perché il secondo Stato sarebbe di fatto un Bantustan.

L’unica soluzione che immagino è una Palestina unica, con presenza ebraica, islamica e cristiana.  Un moderno Stato “tollerante”, dove non dovrebbe esistere il «Noi, voi», ma dove una Costituzione condivisa dovrebbe tutelare tutti.   Un sogno che solo la preghiera può realizzare.

Ripeto i capisaldi dell’ideologia sionista.

  • Veniamo a portare la nostra superiorità morale.

  • La Terra è nostra, anche quando non c’eravamo.

  • Il nemico è colui che abita la Terra.

  • Il nemico ha tre scelte: morire, vivere nel benessere sotto l’ala ebraica senza partecipare alle scelte, emigrare.

  • Ciò che pensano i gentili non interessa agli ebrei (idea precisata da Žabotinskij nel suo libro e ripresa da Smotrich).

  • E questa è comunque democrazia.

  • Dio è con noi (ma questo lo dice l’ultraortodosso Smotrich, l’ateo Žabotinskij non cita Dio).

Noi siamo cattolici, e abbiamo parole diverse.

«Se non esiste nessuna verità ultima che guidi e orienti l'azione politica, [...] una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia». La frase di San Giovanni Paolo II è perfettamente applicabile allo Stato d’Israele.

La verità ultima è la dignità di ogni essere umano, qualunque cosa abbia fatto.

  • Non si può affermare, come fece l’ex ministro Gallant, «niente elettricità, niente acqua, niente gas, stiamo combattendo contro animali e dobbiamo agire di conseguenza».

  • Non si può evocare l’atomica su Gaza come fece il ministro della cultura israeliano Amichai Eliyahu.

  • Non si può affermare, come fece la parlamentare May Golan alla Knesset, «Sono personalmente orgogliosa delle macerie di Gaza e che ogni bambino palestinese, anche tra 80 anni, saprà raccontare ai suoi nipoti cosa hanno fatto gli ebrei».

Solo quando le due ideologie che si scontrano in Palestina si riconosceranno ENTRAMBE COLPEVOLI, forse ci sarà la pace.

Ma per riconoscersi colpevoli bisogna vedere qualcosa che ti sta sopra e che ti giudica.  Se continui a pensare, come fanno Sionisti e Islamisti, che “Dio è con noi” la soluzione non la trovi di sicuro.

Insomma, sto descrivendo la speranza più folle: che Sionisti e Islamisti diventino un po’ cristiani.

Giovanni Lazzaretti

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