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domenica 17 novembre 2019

Prepararsi al Natale tra le bombe a Idlib


Negli ultimi mesi i venti di guerra hanno ripreso a soffiare violentemente nella Siria settentrionale: a nord ovest l’esercito di Damasco combatte l’ultima resistenza jihadista, mentre da inizio ottobre i turchi hanno invaso l’area curda a nord est. E nonostante le roboanti notizie dal sapore di propaganda che annunciano importanti conquiste sul piano diplomatico o il successo di operazioni quali l’uccisione di Abu Bakr Al-Baghdadi Califfo dell’ISIS, nelle provincie del Nord regna il caos.
Inutile dire – lo abbiamo ripetuto molte volte – che chi paga le salatissime conseguenze di questa tragedia durata nove anni è la gente comune che fatica a sopravvivere per la guerra dove si combatte ancora e per una pace che non offre molto altro oltre alle macerie e alla fame, nei luoghi dove le bombe non cadono più.
Per questo la testimonianza arrivata in questi giorni di uno degli ultimi due religiosi cristiani rimasti a Knaye e Yacoubieh, due villaggi della provincia di Idlib nel nord est della Siria, ci colpisce particolarmente:
“Siamo un piccolo battello in un mare di calunnie. Non usciamo quasi mai, perché c’è il rischio di venire derubati o essere addirittura rapiti. Subiamo violenze di continuo e continuamente siamo perseguitati e calunniati. Gesù dice ‘Beati voi quando vi perseguiteranno e diranno ogni male contro di voi’ e questa per noi è davvero una consolazione e una certezza in mezzo a tutta la violenza. Le bombe continuano a cadere intorno a noi, in questo scontro senza fine tra le forze governative e i jihadisti rimasti. Recentemente hanno messo in carcere tre membri della comunità con accuse false e non sappiamo se saranno sottoposti ad un giusto processo o se ci chiederanno grosse somme per il riscatto. Perché sotto il controllo jihadista, regna l’anarchia.
Nonostante questo, a breve inizieremo alcune attività per prepararci al Natale, la festa dell’unica speranza che ci sostiene. Coi bambini abbiamo iniziato a preparare dei presepi da regalare a ciascuna delle 250 famiglie della comunità, mentre con i ragazzi prepareremo un concerto per il giorno dopo Natale. Non possiamo mostrare nulla all’esterno, non possiamo esporre decorazioni, ma ogni casa avrà il suo presepe e ognuno di noi si preparerà nel suo cuore alla festa. Oltre alle attività in parrocchia, daremo a ogni famiglia un pacco alimentare più sostanzioso di quelli che già distribuiamo e un piccolo contributo economico di aiuto. Questo è stato possibile grazie al vostro aiuto, perché non possiamo ricevere altro sostegno al momento. Il vostro aiuto e le vostre preghiere ci permettono di sopravvivere in questa tragedia senza fine”.
È fondamentale per noi continuare a sostenere i due francescani e le comunità di Knaye e Yacoubieh, che non ricevono nessun altro tipo di sostegno e sono nella tribolazione.
   A questo link per il tuo dono:
https://campaign.proterrasancta.org/natale-knaye-yacoubieh/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=nataleaknayeb&utm_term=10novembre2019&utm_content=it

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