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martedì 12 marzo 2019

Lettera di Aleppo n. 35 dai Maristi Blu: veramente arrabbiati!


Da diversi mesi non ci sono più combattimenti in Siria. Tutti i commentatori ritengono che la guerra sia finita e che lo Stato siriano l'abbia vinta. Isis (lo stato islamico) è stato sconfitto e resta solo una piccola sacca di territorio sotto il suo controllo all'estremo est della Siria. Lo Stato siriano controlla ora il 70 % del territorio di cui quasi tutte le grandi città.
Eppure la pace non è all'orizzonte.
Da un lato, tutti i gruppi armati ribelli sono ora raggruppati nella provincia di Idlib. Al Nusra, ramo di Al Qaeda, riconosciuta come gruppo terroristico da parte delle Nazioni Unite e della comunità internazionale, sta eliminando con le armi o fagocitando tutti gli altri gruppi, islamici come lei. Da mesi l'esercito siriano vuole lanciare un'offensiva per liberare quest'ultima provincia dalle mani dei terroristi, di cui 30.000 sono stranieri, ma le potenze occidentali, con l'intermediazione della Russia e della Turchia, lo impediscono; ragione invocata: rischio di crisi umanitaria grave; la ragione vera, per ammissione stessa di alcuni leader occidentali: che cosa fare di tutti questi terroristi stranieri che vorrebbero fuggire verso l'Europa se partisse l'offensiva, e potrebbero poi terrorizzare gli europei dopo aver seminato il terrore in Siria? Siamo ARRABBIATI di fronte a un tale cinismo.
D' altra parte, un'altra guerra si svolge sul nostro territorio, quella che oppone la Turchia e la milizia curda. La prima ha invaso il nord-Ovest della Siria con il pretesto di combattere i terroristi curdi provocando l'esodo di 140.000 persone dalla regione di Afrin. La seconda, sostenuta dall'esercito americano, ha approfittato della guerra in Siria per prendere il controllo della Regione Nord-Orientale della Siria al fine di creare una regione autonoma. La Turchia, ovviamente, non ci sente da questo orecchio e non vuole affatto una regione autonoma curda in Siria che incoraggi i curdi della Turchia a fare lo stesso.
Infine, gli americani, che hanno stabilito illegalmente 2 basi militari in un paese sovrano, vorrebbero ritirarsi secondo la decisione del Presidente Trump. Ma la sua amministrazione e il congresso non sono d'accordo e stanno cercando di sabotare questa decisione. Per fare una buona figura, il ministro degli esteri degli Stati Uniti ha dichiarato che gli americani si ritireranno solo se la Turchia darà garanzie di non attaccare i curdi. Questo ha messo in collera Erdogan che vuole fare la guerra ai curdi come vuole.
Esempio di questo guazzabuglio: la città siriana Menbij è occupata dalle milizie curde, pattugliata da unità americane, sorvegliata da truppe turche installate a 5 km a nord e dall'esercito siriano a 15 km a sud.
Certo che siamo ARRABBIATI: contro la presenza degli Stati Uniti e della Turchia installati illegalmente in un paese sovrano, contro questa guerra turco-curda che impedisce l'instaurazione della pace tanto desiderata dai siriani, contro il cinismo dei governi che impediscono la liberazione di Idlib per non dover risolvere il problema dei loro cittadini terroristi. Scusate, cari amici e amiche per questa introduzione che è abbastanza lunga quando l'avrei voluta breve. Ma dovevo spiegare perchè, ora che la guerra iniziale è quasi finita, non abbiamo ancora la pace. Ora sapete che le grandi potenze mondiali e regionali fanno la politica (e la guerra) secondo i loro interessi senza preoccuparsi dei paesi che invadono e dell'interesse dei loro popoli. Siamo ARRABBIATI e, allo stesso tempo, impazienti di vedere gli invasori tornarsene a casa loro.
Questo stato di "né guerra né pace" impedisce la ricostruzione del paese, i potenziali investitori vogliono investire solo una volta che la pace sia stata instaurata. Di conseguenza, l'economia è ferma, la povertà e la disoccupazione sono impressionanti, il costo della vita raggiunge picchi vertiginosi e la gente continua a soffrire. I ricchi hanno esaurito i loro risparmi, la classe media è stata dissanguata e i poveri sono diventati ancora più poveri. Siamo ARRABBIATI con le sanzioni imposte dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti contro la Siria, che non fanno altro che aggravare la situazione umanitaria senza avere alcun impatto sulla fine delle ostilità e sull'instaurazione della Pace.
L' esodo dei siriani, soprattutto i cristiani, continua, anche più che durante le ore buie della guerra. Il Nunzio Apostolico in Siria, Monsignor Zenari, ha annunciato, durante un congresso in Ungheria, che i cristiani rappresentano solo il 2 % della popolazione, vale a dire mezzo milione per una popolazione di 23 milioni di cittadini. Lo sapevamo, ma è la prima volta che questa cifra viene annunciata in pubblico. La mia città, Aleppo, che contava tra i 150.000 e i 200.000 cristiani nel 2011 prima della guerra, ora ne conta solo tra 25.000 e 30.000. la Siria, culla del cristianesimo, si spopola dei suoi cristiani. Negli anni precedenti, i siriani fuggivano a causa della guerra, dei suoi rischi e delle sue sofferenze e anche per garantire un futuro stabile e migliore ai loro figli. Dopo la fine delle ostilità però continuano ad andarsene, sia per evitare che vengano arruolati nell'esercito come riservisti mentre sono già padri di famiglia, sia a causa della crisi economica e delle sue conseguenze: la disoccupazione e la povertà.
Durante i duri anni della guerra, i nostri programmi di soccorso miravano a nutrire, vestire, curare e alloggiare gli sfollati e le famiglie in necessità. Insieme ad altre associazioni locali abbiamo contribuito alla sopravvivenza della popolazione, sostenuti in questo da organizzazioni e associazioni internazionali. Adesso, riteniamo che la priorità sia fornire lavoro alle persone per aiutarle a vivere dignitosamente del frutto del loro lavoro e diventare indipendenti dagli aiuti ricevuti per 7 anni. E poi, se uno ha un buon sostentamento pensa meno a lasciare il paese. Per questo noi, i Maristi blu, abbiamo creato, più di 2 anni fa, il programma dei micro-progetti. Abbiamo già organizzato 12 sessioni di apprendimento durante le quali insegniamo, in 48 ore, distribuite su 3 settimane, a 20 giovani (e meno giovani) adulti "come creare il proprio business" e finanziamo i migliori progetti, quelli che riteniamo fattibili, redditizi e sostenibili. In 2 anni abbiamo finanziato un centinaio di micro-progetti e, in tal modo, aiutato circa 200 famiglie che possono vivere dignitosamente.
Purtroppo, le nostre risorse sono diminuite di molto. Con la fine dei combattimenti, le donazioni private sono diminuite notevolmente. E le associazioni di beneficenza internazionali rifiutano, per la maggior parte, di finanziare programmi di sviluppo e alcune propongono di finanziare ancora programmi di soccorso. Come se si volesse che la gente rimanga nel bisogno, nell'accattonaggio e nella dipendenza piuttosto che ritrovare la dignità e la speranza. Che dire delle associazioni cristiane? Molte hanno adottato lo stesso atteggiamento: sì all'aiuto alimentare, all'assistenza medica, al restauro delle case e delle chiese, alla pastorale. No, ai progetti di sviluppo, ai progetti che danno lavoro alle persone. Eppure papa Francesco ha esortato più di una volta i cristiani della Siria a non lasciare la terra dei loro antenati, la terra delle loro radici cristiane. Ma l'esodo continua; presto saremo rimasti solo una manciata per riempire belle chiese restaurate ma vuote. E voi vorreste che noi non fossimo ARRABBIATI?! Ci battiamo ogni giorno contro queste politiche assurde e ingiuste ma forse un giorno anche noi incroceremo le braccia e andremo a raggiungere le folle in esilio!!!
Noi proseguiamo con gli altri progetti sempre con lo stesso entusiasmo, amore e solidarietà con i più poveri e gli sfollati. Come sapete, abbiamo la responsabilità delle 125 famiglie curde sfollate, cacciate da Afrin dai turchi e installate in un campo di tende in totale isolamento, il campo Shahba. Questo campo è situato a 3 km dalle linee del fronte in una regione circondata dai gruppi ribelli armati. Oltre alla distribuzione regolare degli alimenti e dei prodotti sanitari, dei fornelli a gas, dei thermos, delle coperte ecc., le nostre squadre si occupano dei bambini piccoli, dei più grandi, degli e delle adolescenti e delle donne per dare, per quanto possibile, l'istruzione, l'educazione e lo sviluppo umano.
Il nostro nuovo progetto "Bamboo" si occupa degli adolescenti di Aleppo che hanno sofferto per la guerra. Attraverso attività educative e un monitoraggio personale fornito dai membri del nostro Progetto di Seminario di supporto psicologico, stiamo cercando di curare le ferite della guerra ed aiutarli a trovare un equilibrio e uno sviluppo. I nostri altri progetti educativi, "Imparare a crescere" e "Voglio imparare" perseguono l'educazione dei bambini dai 3 ai 6 anni di famiglie sfollate o indigenti.  "La goccia di latte" distribuisce latte a 3.000 bambini ogni mese, con tuttavia molte difficoltà per trovare sul mercato il latte speciale per lattanti. Continuiamo ad aiutare 300 famiglie sfollate ad alloggiare pagando i loro affitti e ad aiutare i malati nel bisogno di farsi trattare e/o operare. Le nostre sessioni di Sviluppo della donna sono apprezzate dalle partecipanti. Il nostro progetto Heartmade per il riciclaggio dei vestiti va di bene in meglio.
Recentemente abbiamo ricevuto la visita del fratello Juan Carlos, il provinciale della provincia mediterranea dei Fratelli Maristi da cui dipende la comunità di Aleppo, accompagnato da Koki, un responsabile marista laico e impegnato. Hanno vissuto con noi 4 giornate molto intense, hanno condiviso tutte le nostre attività, hanno apprezzato la nostra missione e il nostro spirito e ci hanno offerto il loro apporto e il loro supporto e quello di tutti i Maristi della provincia.
Abbiamo appena aperto un account su Instagram: maristesbleus. Potete tramite le foto seguire e condividere in solidarietà i nostri vari programmi.
Il nostro libro "le lettere di Aleppo" non sta andando come il pane, ma si vende abbastanza bene. Racconta il nostro vissuto e la nostra testimonianza durante gli anni di guerra e racconta la nostra risposta, attraverso la nostra associazione Maristi blu, alla sofferenza, alla miseria e alle sofferenze dei nostri connazionali. Invitiamo i nostri amici a procurarselo a diffonderlo intorno. Lo potete fare direttamente presso l'editore Harmattan o ordinarlo presso la vostra libreria o online. [ N.D.T.: la nostra amica Maria Antonietta Carta sta lavorando alla versione italiana del libro e speriamo che esso sarà pubblicato in Italia entro l'anno. Contiamo ugualmente sul vostro aiuto alla diffusione].  
Presto sarà il 15 marzo 2019: saranno già 8 anni dall'inizio di questa guerra iniqua, assurda e atroce che ha distrutto il nostro Paese, ha ucciso 400.000 persone, ha spinto all'esilio un milione di cittadini , ha fatto 4 milioni di profughi nei paesi vicini e 8 milioni di sfollati interni che non vivono più nella loro casa.
ARRABBIATI, sì, lo siamo! Ma manteniamo comunque la speranza di vedere la guerra finire e la Speranza di vedere la Pace finalmente instaurata.
Aleppo, 18 febbraio 2019
Nabil Antaki, per i Maristi Blu
trad. Italiana di Gb.P.

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