Lettera da Aleppo n. 31 (24 settembre 2017)
Né
Guerra né Pace. È
così che posso definire la situazione attuale in Siria in questo
settembre 2017, sei anni e mezzo dopo gli eventi che hanno causato la
morte di più di 350.000 persone, distrutto gran parte del Paese,
sfollato un terzo della popolazione, spinto all'esilio oltre 3
milioni di persone e distrutto i sogni e il futuro dei giovani e di
più generazioni di Siriani.
Attualmente,
tutte le parti (governo siriano e poteri mondiali) hanno un solo
obiettivo: sradicare Daech in Siria dopo averlo sconfitto in Iraq.
Gli ultimi bastioni di Daech sono due città a Est: Raqqa, la
capitale del sedicente Stato Islamico in Siria e Deir El Zor dove
metà della città, la sua gente e la sua guarnigione furono
circondati dai jihadisti per oltre 3 anni e riforniti dell'essenziale
con ponti aerei. La prima è stata per metà liberata dalle truppe
kurde sostenute dagli Stati Uniti. La seconda è sul punto di
esserlo; l'esercito siriano, nonostante le pesanti perdite, è
riuscito a liberare la città e villaggi nella provincia di Deir El
Zor e ha rotto l'assedio della città raggiungendo gli abitanti
circondati. I Siriani delle altre città siriane hanno prematuramente
manifestato la loro gioia per la liberazione di Deir El Zor, che
però non lo è ancora del tutto. Tuttavia, quando Daech sarà
definitivamente battuto in queste due città e nei villaggi
circostanti, sarà la sua fine in Siria.
Nel
resto della Siria, non è "né guerra né pace". Sotto
l'egida della Russia e della Turchia e dell'Iran, ad Astana dove si
sono svolti negoziati per molti mesi, sono stati conclusi diversi
accordi per l'evacuazione dei ribelli dalle enclaves da loro occupate
in varie regioni e permesso il loro trasporto nella provincia di
Idlib, bastione di Al Nosra. Inoltre, diversi accordi di
de-escalation hanno consentito di fermare i combattimenti e congelare
la situazione in varie regioni: Damasco, Homs, Idlib ...
I
Siriani, pur felicitandosi per la cessazione dei combattimenti qua e
là, prendono atto che il congelamento della situazione non durerà e
porterà a un caos prolungato, alla divisione o alla suddivisione in
aree di influenza, se il congelamento non è accompagnato da
importanti progressi nei negoziati per raggiungere un accordo
politico definitivo del conflitto.
Quello
che ci rende un po' ottimisti è che la maggior parte dei governi
arabi, occidentali e turco, che fin dall'inizio hanno sostenuto,
finanziato e addirittura armato i ribelli, per la maggior parte
terroristi, finalmente hanno capito che il governo siriano non sarà
rovesciato dalle armi come pensavano e desideravano, e che una
soluzione politica può esistere solo confermando al potere il
presidente , largamente sostenuto dalla popolazione, dall'esercito
siriano e dall'alleato russo. Da qui le mutate dichiarazioni di
alcuni leaders del mondo occidentale indicanti la loro priorità a
combattere Daech e il terrorismo (cosa sempre ripetuta dal governo
siriano da 6 anni a questa parte) e non la caduta del regime.
Ad
Aleppo, dalla fine del 2016 (data dell'evacuazione degli ultimi
terroristi verso Idlib e della liberazione della città), la
situazione a tutti i livelli è notevolmente migliorata. Come prima
del luglio 2012, non esistono più una Aleppo Est e una Aleppo Ovest,
ma una sola città: l'Aleppo multimillenaria. Alcune parti di Aleppo,
quelle più occidentali, continuano purtroppo a ricevere proiettili
di mortaio quotidianamente lanciati dai ribelli installati a 10 km
dalla città sul lato di Idlib.
Ma
la stragrande maggioranza dei quartieri è sicura e gli Aleppini
possono circolare e vivere senza la paura di un obice o del
proiettile di un cecchino. Uno straniero che avesse seguito gli
avvenimenti e il martirio di Aleppo, se venisse a trovarci adesso,
sarebbe stupito dalla densità del traffico, dall'illuminazione degli
incroci, dai bar affollati, dalle strade prima chiuse e ora riaperte
al traffico, dai giardini pubblici pieni di bambini che giocano,
dagli autobus per il trasporto scolastico in funzione, dai
marciapiedi liberati delle migliaia di bancarelle che funzionavano
come negozi e per la riapertura di molti negozi chiusi durante la
guerra. L'acqua corrente ci viene nuovamente fornita almeno due
giorni alla settimana e l'elettricità è fornita 12 o 15 ore al
giorno.
Tuttavia, il quadro non è poi così roseo. Questa situazione "né di
guerra né di pace" non incoraggia le centinaia di migliaia di
Aleppini, rifugiati o sfollati, a tornare. L'Organizzazione
Internazionale per la Migrazione (IOM) ha affermato di recente che
600.000 persone, la maggior parte della provincia di Aleppo, sono
tornate nelle loro case. Questo numero deve essere un po' sfumato
perché la maggior parte di queste persone erano sfollati interni che
si erano trasferiti in un'altra zona della città o in un'altra città
siriana. Questa situazione non aiuta nemmeno la ricostruzione -perché
ricostruire se non c'è pace?- nè la ripresa economica, perchè gli
investitori restano in attesa. Il costo della vita e la
disoccupazione sono ancora molto alti e perciò la povertà. La
maggioranza delle famiglie degli Aleppini ha ancora bisogno di aiuto
per sopravvivere.
(foto Pierre Le Corf) |
Di
fronte a questa situazione e a questi nuovi sviluppi, noi Maristi Blu
vogliamo favorire la ricostruzione, concentrarci sullo sviluppo umano
e lavorare per ricostruire il futuro dei Siriani e della Siria.
Dall'inizio del conflitto, nei momenti peggiori della guerra di
Aleppo, quando i programmi di soccorso assorbivano le nostre risorse
umane e materiali, abbiamo mantenuto i nostri progetti educativi e ne
abbiamo iniziato di nuovi. E ora, pur continuando i nostri progetti
di soccorso, abbiamo deciso di rafforzare i nostri programmi di
sviluppo umano. Crediamo fermamente che far crescere l'umano
contribuisca ad implementare la pace e a preparare il futuro.
Tuttavia, non intendiamo fermare i nostri programmi di soccorso, la
gente ne ha ancora bisogno.
In
quest'ottica abbiamo iniziato un nuovo progetto che abbiamo chiamato
JOB, Job per lavoro in inglese e Job (Giobbe) per il profeta famoso
per la sua pazienza, qualità necessaria per il successo del nostro
progetto. Esso implica l'individuazione di posti di lavoro per i
nostri giovani, favorire la creazione di piccoli progetti e
incoraggiare la formazione professionale; ciò per rendere le
famiglie finanziariamente indipendenti dagli aiuti ricevuti ormai da
più di 5 anni e che un giorno dovranno naturalmente finire, per
incoraggiare i giovani a rimanere nel paese e, infine, per
partecipare alla ricostruzione della Siria. Un team di volontari è
responsabile del progetto. Redige gli elenchi delle offerte e delle
richieste di impiego e fa in modo che offerta e richiesta
s'incontrino. Aiuta i giovani a immaginare e a realizzare i propri
progetti di lavoro e li supporta finanziariamente. Forma altri
giovani ai mestieri, inviandoli a nostre spese a centri di
apprendistato e infine crea dei workshop di produzione per creare
posti di lavoro garantendo la redditività dell'impresa. In questa
ottica inizieremo presto una bottega di riciclaggio di abiti usati
che fornirà lavoro a una dozzina di donne.
Il
nostro centro di istruzione per adulti, M.I.T., inaugurato alla fine
del 2013, ha celebrato i suoi 4 anni di esistenza due settimane fa
con un incontro a cui abbiamo invitato tutti i responsabili delle
associazioni caritative e per lo sviluppo di Aleppo. In 4 anni
abbiamo organizzato 77 workshop di 3 giorni ciascuno con 1404 persone
guidate da 28 istruttori. Inoltre, abbiamo organizzato due sessioni
di 100 ore per insegnare a 35 giovani adulti "come avviare il
tuo progetto". Abbiamo sostenuto finanziariamente i 6 migliori
progetti in termini di fattibilità e creazione di posti di lavoro.
Continueremo queste lunghe sessioni sullo stesso tema per dare al
maggior numero possibile di giovani la possibilità di imparare a
creare la propria attività e, quando necessario, li finanzieremo.
In
collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo
(UNDP), apriremo un laboratorio di abbigliamento per bebè e bambini
che fornirà lavoro a 24 persone, laboratorio guidato da un Marista
Blu. Per due mesi, su richiesta dell'UNDP, condurremo anche tre
progetti con l'obiettivo di rinnovare i legami, spesso problematici e
tesi e talvolta spezzati dalla guerra, tra le varie parti della
popolazione di Aleppo, per guarire le ferite e per riparare il
tessuto sociale della Siria di domani.
Tutti
gli altri progetti educativi continuano. I due progetti per i bambini
dai 3 ai 6 anni "Imparare a crescere" e "Voglio
imparare" riprendono le loro attività con i bambini il 2
ottobre, dopo che le 24 insegnanti hanno trascorso tutta l'estate
creando i nostri programmi educativi. La squadra di "Skill
School" per gli adolescenti ha lavorato duramente per preparare
il programma per l'anno. "Taglio e cucito" continua con le
mogli, le madri e le figlie, "Lotta contro l'analfabetismo",
"Speranza" e "Douroub" riprenderanno presto le
loro attività.
Stiamo
provando con tutti questi programmi ad emancipare le persone,
preparare il loro futuro e dare loro strumenti per avere un'attività
professionale che permetterà loro di vivere.
I
nostri programmi di soccorso continuano. Riteniamo, dopo una profonda
riflessione e un dialogo all'interno del nostro team, che sia sempre
necessaria l'assistenza alla popolazione e che il momento per ridurre
il volume del nostro aiuto o per fermarlo non sia ancora arrivato.
Soprattutto perché molte delle nostre famiglie sono di nuovo senza
risorse, perchè il marito è stato richiamato a servire la patria
come riservista.
Continuiamo a distribuire pacchi alimentari e sanitari ogni mese a circa 1000 famiglie. Aiutiamo le famiglie sfollate a pagare l'affitto delle loro case, distribuiamo l'acqua a chi ne ha bisogno. All'inizio dell'anno scolastico, abbiamo dato a tutti i bambini delle nostre famiglie buoni per l'acquisto di materiale scolastico. Il nostro programma "Goccia di latte" è al suo 29°mese di distribuzione del latte ai bambini di età inferiore ai 10 anni.
Continuiamo a distribuire pacchi alimentari e sanitari ogni mese a circa 1000 famiglie. Aiutiamo le famiglie sfollate a pagare l'affitto delle loro case, distribuiamo l'acqua a chi ne ha bisogno. All'inizio dell'anno scolastico, abbiamo dato a tutti i bambini delle nostre famiglie buoni per l'acquisto di materiale scolastico. Il nostro programma "Goccia di latte" è al suo 29°mese di distribuzione del latte ai bambini di età inferiore ai 10 anni.
Per
quanto riguarda i nostri due programmi medici, siamo lieti di
annunciare che il progetto "Civili Feriti di Guerra" è,
grazie a Dio, rallentato per la diminuzione dei feriti dopo la
liberazione di Aleppo. Viceversa, il nostro programma medico per
aiutare i malati finanziariamente incapaci di prendersi cura di se
stessi o di farsi operare si amplia moltissimo, visto il numero delle
persone in grande difficoltà.
[ N.D.R.: A questo proposito, ricordiamo ai lettori italiani che il progetto 'Aiutiamo Mahmoud' promosso dai Maristi di Aleppo ha ottenuto tramite la trasmissione Tv LE IENE pieno successo: il piccolo Mahmoud ha le sue due gambette nuove e un ortopedico gli fa riabilitazione per le protesi 3 giorni alla settimana; da ottobre anche Mahmoud al mattino potrà partecipare al progetto dei Maristi Blu 'Voglio imparare' ed inserirsi in un percorso scolastico]
[ N.D.R.: A questo proposito, ricordiamo ai lettori italiani che il progetto 'Aiutiamo Mahmoud' promosso dai Maristi di Aleppo ha ottenuto tramite la trasmissione Tv LE IENE pieno successo: il piccolo Mahmoud ha le sue due gambette nuove e un ortopedico gli fa riabilitazione per le protesi 3 giorni alla settimana; da ottobre anche Mahmoud al mattino potrà partecipare al progetto dei Maristi Blu 'Voglio imparare' ed inserirsi in un percorso scolastico]
In
estate abbiamo organizzato nel nostro Centro un club estivo dove le
famiglie e i loro figli sono venuti nei pomeriggi per rilassarsi,
giocare e trascorrere momenti piacevoli sorseggiando un caffè o una
bibita con i loro amici.
Negli
ultimi 6 anni abbiamo attraversato periodi diversi che abbiamo dovuto
gestire con mezzi differenti. La situazione attuale di "Né
guerra né pace" è una delle più difficili, perché le nostre
risposte alla situazione non sono scontate. E' un momento che
richiede a noi riflessione e adattamento costante alle nuove
esigenze, e alle famiglie beneficiarie una rieducazione alla pace
tanto desiderata. Vogliamo seminare la Speranza tra le persone e
vederla espandersi nella fiducia, nella serenità e nell'amore.
I
Fratelli Maristi, nostri partner in seno ai Maristi Blu, il cui
carisma e spiritualità condividiamo, in Colombia stanno tenendo
attualmente il loro 22° Capitolo Generale, durante il quale i
fratelli partecipanti definiranno gli orientamenti della
congregazione per gli anni a venire ed eleggeranno la nuova
dirigenza. La scelta di tenere il Capitolo in Colombia, al posto di
tenerlo presso la casa generalizia di Roma dove si è sempre fatto, è
significativa della volontà della congregazione di aprirsi verso
"nuovi orizzonti" e di sottolineare la pace che si sta
preparando in quel Paese, vittima di una guerra che dura da decenni.
Anche
noi, i Maristi Blu, sogniamo di andare verso nuovi orizzonti, verso
un nuovo inizio di un tempo da costruire, da realizzare nella
convivenza, la concordia, la cittadinanza responsabile e la Pace.
"Né
guerra né pace" era il titolo di questa lettera
da Aleppo n. 31. Che la n. 32 tra 3 mesi vi possa dire: Nessuna
guerra ma una pace vera.
Aleppo,
24 settembre 2017
Nabil
Antaki, per i Maristi Blu
( trad. dal francese : Gb.P.)
Chi desidera inviare donazioni può contattare: https://www.facebook.com/MaristesAlep
( trad. dal francese : Gb.P.)
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