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sabato 2 settembre 2017

100 milioni di dollari all'anno il ricavo dell'ISIS per il contrabbando di antichi reperti dall'Iraq e dalla Siria

Un artefatto distrutto in un museo, dove i militanti dello Stato islamico nel 2015 si sono filmati mentre distruggevano statue e sculture inestimabili durante la battaglia contro i militanti a Mosul, in Iraq, l'11 marzo.

di Callum Paton
I jihadisti dello Stato islamico (ISIS) ricavano annualmente fino a 100 milioni di dollari trafficando le antichità rubate dall'Iraq e dalla Siria e vendendole sul mercato nero. Il Wall Street Journal ha riferito che, mentre non è stato possibile calcolare una cifra precisa sull'ammontare delle entrate generate per l'ISIS dal commercio degli artefatti, un funzionario francese della sicurezza non nominato, ipotizza che sia di circa 100 milioni di dollari. Le stime provenienti da altre fonti variano da poche decine di milioni in su.
Il commercio di oggetti rubati dall'Iraq e dai siti storici della Siria è diventato importante per l'ISIS, in quanto il territorio da esso controllato, e come conseguenza la sua capacità di contare sui ricavi petroliferi, diminuisce. "L'ISIS sta intensificando questa linea di traffico per compensare la perdita dei ricavi petroliferi", ha dichiarato a un quotidiano un funzionario francese della sicurezza. Per molti affaristi siriani e contrabbandieri, provati dalla "guerra civile" di sei anni, la vendita di antichità è diventata una necessità. Un cosiddetto intermediario, Muhammad Hajj Al-Hassan, ha descritto come l'ISIS abbia invaso la sua casa in Siria e quasi lo abbia giustiziato sospettando la sua simpatia per l'esercito siriano libero (FSA). In seguito, con riluttanza, ha iniziato a commercializzare artefatti per l'ISIS destinati ad acquirenti europei, su richiesta di Abu Laith Al-Dairi, capo del gruppo che si occupa di questi reperti antichi.
L'importanza che l'ISIS pone sul commercio delle antichità si riflette nell'utilizzo di jihadisti stranieri da parte del gruppo per gestire le sue operazioni. Il quadro dei combattenti internazionali è considerato più fedele rispetto alle controparti locali. I locali sono autorizzati da ISIS a scavare nei siti archeologici per estrarre i reperti. I permessi erano inizialmente gratuiti, ma ora il gruppo impone circa il 20 per cento del valore di ogni oggetto estratto. ISIS chiede che tutti gli oggetti scoperti siano rivenduti direttamente al gruppo militante stesso; poi raggiunge i concessionari.
Hassan descrive come abbia recentemente venduto due Bibbie antiche per 11.800 dollari ad un acquirente russo in una città nel sud della Turchia. Le Bibbie provenienti dalla Siria orientale sono state poi estradate dalla Turchia, nascoste in un camion pieno di verdure. Hassan ha percepito una commissione del 25 per cento per mediare la vendita. Il resto dei profitti è stato dato al commerciante che ha trasportato le Bibbie in Turchia.
Un altro intermediario ha descritto come abbia pagato 1.000 dollari a una donna siriana che trasportava una statua di bronzo romana sul confine tra la Siria e la Turchia. Il reperto proveniva da Raqqa e potrebbe essere un falso.
Nel mese di luglio, l'Hobby Lobby di Oklahoma City è stato multato di 3 milioni di dollari per il suo acquisto illegale di manufatti ritenuti rubati nel 2010 e contrabbandati dall'Iraq. "Nel dicembre 2010 infatti, Hobby Lobby ha concluso un accordo per l'acquisto di oltre 5.500 manufatti, composti da tavolette e mattoni cuneiformi, sigilli a bolla di argilla e sigilli cilindrici, per 1,6 milioni di dollari", ha dichiarato al momento il Dipartimento di Giustizia. "L'acquisizione degli artefatti era piena di bandiere rosse (segnalazioni di rischio)".
   trad Gb.P.
https://steemit.com/politics/@sarahabed/isis-makes-up-to-usd100-million-a-year-smuggling-ancient-artifacts-from-iraq-and-syria

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