La situazione di Aleppo e della Siria nelle parole di fra ibrahim a R. Vaticana:
"Siamo
proprio nel mirino del caos, perché non si trova una via d’uscita
diplomatica e neanche militare."
D.
– Cosa blocca la pace?
R.
– La mancanza di un accordo internazionale. Come diceva il Papa, è
una guerra mondiale a pezzi in Medio Oriente, è più che una guerra
civile. Quindi, per arrivare a una pace bisogna arrivare a un accordo
ed è quello che ci manca oggi.
D.
– Che interessi si confrontano, in Siria?
R.
– Prima di tutto, l’interesse economico, che è molto importante,
perché ci sono questi grandissimi pozzi di petrolio e di gas. Ma
oltre a questo e legato all’elemento economico c’è la posizione
geografica della Siria e il passaggio del gas: è la fonte di quel
passaggio del gas che è argomento di discussione tra diversi Paesi.
Poi, c’è l’elemento religioso: dal mio personale punto di vista
è soltanto secondario. Il primo è l’elemento economico e legato a
questo c’è un altro elemento imponente, che è quello del dominio,
del potere: chi dovrà controllare tutto il Medio Oriente …
D.
– Qual è la situazione sul campo?
R.
– Sempre secondo il mio punto di vista, la Siria si trova divisa,
oggi; divisa in diverse grandi parti. C’è a ovest la forza
dell’esercito regolare, ma poi anche la parte della Russia, mentre
nel nordest c’è la presenza di curdi e la presenza, anche,
dell’Isis. Noi ad Aleppo, con la nostra posizione siamo al centro,
nell’occhio del ciclone, a una distanza di 70 km dalla frontiera
turca, lunga oltre 240 km, da dove passa oggi il 55% di questi gruppi
militari.
D.
– La Turchia, quindi, lascia passare questi gruppi paramilitari?
R.
– Non sappiamo se con intenzione o se ha la difficoltà che ha
dichiarato in passato di controllare tutta questa lunga frontiera. Ma
il dato di fatto è che il 95% di questi gruppi militari organizzati,
armati fino ai denti passano di là ogni volta che l’esercito
regolare vuole fare qualche mossa.
D.
– Chi sono questi gruppi paramilitiari? Chi li arma?
R.
– E’ quella la domanda fa, oggi, a tutto il mondo e insiste molto
su questo elemento. Perché un “mostro” – o diversi “mostri”
di decine di migliaia di persone addestrate e organizzata e armate –
un mostro simile non può essere creato senza un padre e una madre. E
la domanda dell’origine è proprio questa. Oggi tantissimi Paesi
fanno la guerra in delega: alcuni di questi Paesi fanno la delega a
questi gruppi armati.
D.
– Aleppo in che situazione è, in questo momento?
R.
– La città è divisa: da una parte, nella parte est, ci sono
questi gruppi militari e dall’altra parte noi, come comunità
cristiane, viviamo nella parte ovest con le diverse altre comunità,
sia quella sunnita sia quella sciita, sia quella dei curdi, come
abbiamo vissuto una volta. E questa parte ovest è controllata
dall’esercito regolare, però è praticamente circondata da questi
gruppi di militari che di continuo lanciano i missili sulla
popolazione: sulle chiese, sulle moschee, sugli ospedali, sulle
scuole e sulle abitazioni della povera gente e sulle strade.
D.
– Chi ha interesse a cancellare la Siria?
R.
– Direi che ci sono tante parti che hanno interesse. Posso dire
soltanto che chi ha interesse di continuare questa guerra è in
numero maggiore di chi ha interesse a fare la pace. Sono stati spesi
miliardi e miliardi per far avanzare questa guerra. E quelli che
hanno interesse in questa guerra, sono in numero maggiore di quelli
che hanno interesse a far pace.
D.
– Colpisce tutto il popolo siriano, non soltanto la popolazione
cristiana…
R.
– Certamente. Tante volte ci sentiamo bersaglio per esempio dei
colpi di missili come popolo. Qualche volta, però, sentiamo un odio
mirato contro i cristiani.
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