Un video che ha avuto cinque milioni di visualizzazioni in
tutto il mondo. Un ragazzino che salva la vita a un’altra bambina sotto il
fuoco implacabile di un cecchino dell’esercito regolare di Damasco. La voce
fuori campo, in arabo, che urla, quando il bambino colpito si rialza dopo esser
stato colpito, “Dio è grande”, “è vivo”. Il fanciullo per giorni è assurto a
eroe della resistenza siriana contro Assad.
Era un falso, ed è stato girato a Malta dal regista
norvegese Lars Klevberg ed è costato 33 mila euro. A rivelarlo gli stessi
autori.
Solo un piccolo esempio della grande disinformazione che
attanaglia il conflitto siriano (e altri in Medio Oriente e nel mondo arabo).
Il video appare di ottima fattura ed era impossibile per un
osservatore normale intuirne la falsità. Un po’ come tante immagini apparse in
questi anni su web e giornali riguardanti questa guerra feroce, che hanno
contribuito a creare l’alone di mostro sanguinario intorno alla figura di Assad
(fino a cinque anni fa era ricevuto in pompa magna da molte cancellerie
occidentali).
Grazie a questa disinformazione si alimenta una guerra che
uccide bambini veri, quelli che ogni giorno vanno a scuola sotto le bombe della
resistenza siriana, alias Al Nusra, alias IS, alias esercito siriano libero
(che di libero ha solo la sigla) sotto gli occhi compiacenti e conniventi delle
petromonarchie del Golfo e dei governi occidentali.
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