Dall'Omelia della Messa a Bruxelles con i famigliari
Jan, Godfried e Erika van der Lugt, cugini e amici di Abouna Frans van der Lugt
Con amore, e affetto, e simpatia e
amicizia , o Dio nostro Padre, noi famigliari ravviviamo questa fiamma
nella memoria della nostra santa vittima Frans, che è per noi un
segno di pazienza e speranza nella tua Risurrezione .
Frans è la luce di tutti i musulmani e
i cristiani siriani ...
Frans è diventato la luce della pazienza
e dell' umanesimo di HOMS ......
Fratelli e sorelle.
Siamo qui per commemorare la partenza
presso i santi nel regno di Dio , di nostro fratello e amico abouna
Frans, vera vittima e vero testimone della luce del nostro Signore
Gesù Cristo, risorto dai morti.
Le due letture scelte ( Isaia 50 , 4-7
) ( Mc 16, 1-8 ) dai cugini di abouna Frans ci fanno capire che il
Signore ci ha dato in primo luogo un autentico missionario in Siria ,
e in secondo luogo un vero e proprio testimone della luce di Gesù
risorto dai morti per la Siria.
La missione di Frans in Siria era come
un re pieno di umanità che ha invitato gli altri a umanizzare la
società attraverso l'amore, il dialogo, la pazienza ; Frans va
controcorrente rispetto delle solite aspettative degli uomini .... :
non prende lo stile dei capi che si impongono; la sua umiltà , il
suo amore , la sua pazienza sono le sue uniche fonti, quelle di un
missionario servitore totalmente disarmato di autorità.
Abouna Frans, santa vittima del
tentativo di umanizzare la società attraverso il lavoro di gruppo,
per il bene di ognuno.
Santa vittima a causa dell' invito alla
riconciliazione e al dialogo siriano.
Santa vittima per proteggere i civili
sue pecore di tutte le religioni e confessioni che non portano armi.
Santa vittima che non ha nascosto il
suo volto di pazienza .. dolcezza .. umanità verso il popolo siriano
, davanti alla violenza estrema dei suoi carnefici .
Bustan Al-Diwan era il suo convento,
che è diventato il suo Golgota e alla fine divenne il suo regno nel
mondo dei santi.
Santa vittima che ha preparato il
calendario delle celebrazioni della Settimana Santa per i suoi
abitanti ..... ed era egli stesso l'Agnello vittima della settimana
santa a Homs per la pace in Siria.
"Padre , perdona loro perché non
sanno quello che fanno ."
Pasqua è la celebrazione del passaggio
. … Passaggi , ce ne sono molti nella nostra vita ....... Il passaggio di Frans in Siria è stato
per me, per il nostro popolo siriano una Pasqua, il suo passaggio in
Siria dalla morte alla vita nella risurrezione con il nostro Cristo
risorto, una luce di verità e di amore e di pace con una pazienza
illimitata, ....
Nonostante la disgrazia , la guerra, la
violenza, a Homs la nostra santa vittima ha riconosciuto la presenza
di Cristo Risorto accanto a sé e ai suoi compatrioti siriani con
quella pazienza e speranza mentre oggi il mondo intero ha difficoltà
a riconoscere la presenza di Cristo ....
Frans
tu sei una palma per la Siria
Tu sei un vero agnello per la pace in
Siria
Tu hai vissuto la tua vera Pasqua con
Cristo Risorto senza la nostra presenza ......
Tu sei il vero testimone della
risurrezione
Questa è la tua PASQUA
Con pazienza ... tu hai rotolato la
pietra... Con la tua umanità hai rotolato la pietra .. Con la tua
fede hai rotolato la pietra
Sei testimonianza alla verità. Tu ci
dici oggi e domani ....:" Non abbiate paura voi che state
cercando Gesù di Nazareth .. , di Homs, di Siria, del mondo intero,
il Crocifisso , perché egli è risorto, Egli è accanto a me, un giovane
uomo vestito di bianco che vi ama ... ".
Sì, per favore, Frans dì al giovane
uomo vestito di bianco accanto a te : i siriani e le persone di tutto
il mondo, di ogni razza e colore hanno bisogno di lui per la pace.
Amen
GRAZIE infine per l'intervento di
Abouna Michel Naaman in diretta da HOMS durante la Messa, per
telefono .. che ha così commosso la famiglia di Abouna Frans.
Abouna Pierre
Piccole Note, 4 maggio
Antouan Hanna
Papa Francesco, 2 maggio 2014, omelia in S. Marta: "ho pianto quando ho visto sui media" la notizia di "cristiani crocifissi in un certo Paese non cristiano. Anche oggi c'è questa gente che, in nome di Dio, uccide, perseguita. E anche oggi vediamo tanti che, "come gli apostoli", sono "lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù". Questa "è la terza icona di oggi. La gioia della testimonianza".
Piccole Note, 4 maggio
Antouan Hanna. Nell’omelia della messa del 2 maggio,
Papa Francesco ha detto di aver pianto alle immagini dei due poveretti
crocifissi in Siria dai miliziani anti-Assad. Così si è saputo anche in Italia
quanto è accaduto in questa Pasqua cruenta in quel lontano Paese martoriato da
un conflitto infinito.
Invano cercherete sui giornali italiani articoli sulla
terribile vicenda: qualche breve cenno in qualche articolo, nulla più. È che in
questa guerra ragioni di propaganda impediscono di dare conto dei crimini dei
ribelli anti-Assad, mentre vengono enfatizzati, se non inventati, quelli di
Assad, spesso attribuendo ai militari governativi le nefandezze dei cosiddetti
ribelli (vedi la strage attuata con le armi chimiche a Goutha).
Nulla di nuovo:
da quando è iniziata questa guerra venti di disinformazione spirano sulla
Siria, a volte anche al di là delle intenzioni dei singoli giornalisti. Nessuno
deve disturbare il manovratore, nel caso specifico Al Qaeda e suoi derivati, in
un Paese dove si sta giocando una partita geopolitica che ha come posta il
controllo del Medio Oriente. Partita che passa per l’eliminazione di Assad dal
potere.
Ma quelle
immagini strazianti le abbiamo viste lo stesso, ché grazie a Dio non tutti sono
piegati al vento della propaganda e sono circolate lo stesso nel mondo. E ci
hanno fatto una pena infinita, come a tanti altri prima di noi, come al Papa,
che ne ha parlato nella sua omelia. Immagini che dicono tanto, in particolare
del volto satanico di questa guerra, che nulla ha a che vedere con la religione
islamica che rende onore ad Allah misericordioso, quel nome che è caro anche ai
cristiani orientali, perché è quello di Dio Padre di Gesù Cristo (il profeta
Issah per l’islam) nella loro lingua. Loro, i qaedisti, o jhadisti che dir si voglia,
sono solo forsennati mandati al macello, e zelanti macellai, imbottiti di droga
e di una folle ideologia islamista di natura settaria fabbricata in qualche
laboratorio, null’altro. Che ammazzano quanti non si adeguano ai loro progetti,
meglio ai progetti geopolitici di chi li paga, li addestra e gli fornisce le
armi. Un compito che eseguono con metodo e ferocia.
Ma al di là: restano quelle due croci, ai quali sono
stati appesi, in questo tempo di Pasqua (significativo anche questo), due
poveretti. Di uno non abbiamo notizie, l’altro, invece si chiamava Antouan
Hanna, di Raqqa: nome comune, nome che nessuno forse ricorderà mai nelle sue
preghiere e che probabilmente non sarà mai dichiarato santo o martire dalla
Chiesa cattolica. Ma non ha importanza nell’economia delle cose del Signore.
Antouan era cristiano, come ci ha fatto sapere l’amico siriano che ci ha comunicato il suo nome. Non sappiamo perché è stato ucciso, ma le modalità del
suo omicidio non lasciano molto spazio alla fantasia: Antouan ha condiviso lo
stesso supplizio di nostro Signore.
Che interceda per noi dal Suo Paradiso, lui
che è stato ucciso in un luogo così vicino all’inferno e che però, nei
misteriosi disegni del Signore, è più vicino al cielo, come dimostra anche
questo assassinio, di tanti altri luoghi della cristianità.
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