Giovedì 17 aprile '14, anno in cui Pasqua ortodossa e cattolica coincidono, i fenomeni che nell'articolo vengono raccontati sono ripresi per la prima volta dopo un intervallo di dieci anni. Myrna è caduta in estasi, ha essudato olio e ha avuto una visione di Cristo che le ha trasmesso il seguente messaggio:
«Le ferite che hanno sanguinato su questa terra sono le stesse che sono nel mio corpo, perché la causa e l’attore sono gli stessi; ma siate lieti, perché il loro destino sarà lo stesso di Giuda».
Message de Jésus Christ, le Jeudi Saint 17/4/2014:
"Les blessures qui ont saigné sur cette terre, sont celles-là mêmes qui sont dans Mon Corps, parce que la cause et l'auteur sont le même. Mais ayez confiance, leur sort est le même que celui de Judas."
Siria. Il prodigio pasquale di Soufanieh e il monito divino:
«Di’ ai miei figli che è a loro che domando l’unità»
TEMPI, 19 Aprile, 2014
di Rodolfo Casadei
L’immaginetta della Madonna di Kazan, la cornice, il centrino di seta contro cui è appoggiata, la stessa coppa del calice trasparente che li contiene: tutto è giallognolo, consunto, viscoso. Come l’olio purissimo d’oliva che per otto anni di seguito fra il 1982 e il 1990, con un’interruzione di un anno fra il 1985 e il 1986, è trasudato dal santino. E per più tempo ancora dalle mani, dal collo, dal volto e persino dagli occhi di Myrna, la veggente. Colei alla quale fra il 15 dicembre 1982 e il 24 marzo 1983 è apparsa cinque volte la Vergine Maria lasciando messaggi. L’allora neo-sposa diciottenne sul cui corpo – le mani, i piedi, un fianco – per cinque volte si sono manifestate le stimmate negli anni seguenti. Nella cui mente, durante 36 episodi di estasi, si sono presentate visioni della Vergine Maria e di Gesù che le hanno parlato e lasciato altri messaggi. E che adesso insieme al marito è qui davanti a me, nel vestibolo di casa sua a Damasco, nel piccolo quartiere di Soufanieh, trasformato in uno spazio per la preghiera e il raccoglimento aperto a tutti, con icone alle pareti, inginocchiatoi e una specie di fioriera in ferro battuto ripiena di sabbia e candele votive accese.
Negli ultimi tre anni c’è stato un piccolo cambiamento: dentro al tabernacolo incassato in una parete che contiene il calice e l’icona, all’interno di una scatolina rettangolare di vetro collocata ai piedi del calice, ci sono cinque o sei proiettili di arma automatica. Sono le pallottole piovute dentro la casa di Nicolas e Myrna a causa dei combattimenti in città. Senza ferire nessuno.
«Non avrei mai immaginato che il mio paese si sarebbe trovato in una situazione come questa», commenta triste lei, che oggi è una donna di 50 anni con due figli maggiorenni. «Tanta gente mi dice: “Prega Dio che ti mandi di nuovo apparizioni e visioni, che ci dica la sua parola su quello che sta succedendo”. Io rispondo: “Dio sta soffrendo con noi, e questa forse è una grande opportunità che ci sta offrendo”. Perché è vero, in questi trentadue anni ci ha mandato tanti segni, ma noi non abbiamo fatto nulla per l’unità. Adesso è il momento che i cristiani finalmente si riuniscano. In forza dell’ultimo segno: i cristiani d’Oriente sono tutti in pericolo, un grande pericolo minaccia la loro stessa esistenza».
Due sono le caratteristiche salienti delle apparizioni e degli altri
fenomeni di Soufanieh, che si sono protratti dal 1982 fino al 1990, con una
“coda” fra il 2001 e il 2004: la prima è che la Madonna e Cristo hanno parlato
in lingua araba, e la seconda è che il contenuto più forte dei loro messaggi ha
riguardato l’unità fra i cristiani e la natura peccaminosa della loro disunità.
Il messaggio dell’ultima apparizione della Vergine recitava: «Fondate una chiesa. Non ho detto: costruite una chiesa. La Chiesa che Gesù ha adottato è Una, perché Gesù è Uno. La Chiesa è il Regno di Dio sulla terra. Chi l’ha divisa ha peccato, e chi si è rallegrato della sua divisione ha peccato. Gesù l’ha edificata, ed essa era piccola; quando è diventata grande, si è divisa. E chi l’ha divisa non ha l’amore dentro di sé. Riunificatevi. Come sono belli i miei figli inginocchiati, in preghiera! Non siate divisi, come lo sono i grandi. Voi insegnerete alle generazioni le parole Unità, Amore e Fede».
Mentre l’ultimo dei messaggi trasmessi durante le visioni estatiche, il
26 novembre 1990, si apriva così: «Non temere, figlia mia, se ti dico che
questa è l’ultima volta che mi vedi, fino a quando la festa di Pasqua non sarà
unificata». E poi le ultimissime parole: «Noi siamo con te e con chiunque
desideri che la festa di Pasqua sia unificata».
Quest’anno, per pura coincidenza, le date della celebrazione della Pasqua coincidono: ortodossi e cattolici in tutto il mondo, Siria e Medio Oriente compresi, festeggeranno nello stesso giorno, il 20 aprile. I calcoli del calendario giuliano, utilizzato dagli ortodossi calcedoniani, quest’anno coincidono con quelli del calendario gregoriano utilizzato da cattolici, protestanti e molti ortodossi non calcedoniani (per esempio: gli armeni apostolici). In Terra Santa, dal 2012 i cattolici hanno deciso di festeggiare la Pasqua secondo il calendario giuliano, cioè nello stesso giorno degli ortodossi. In Siria questo non è ancora avvenuto.
La prima volta in cui le stimmate si manifestarono sul corpo di Myrna fu
il 25 novembre 1983. Alle 16.30 si aprirono nei palmi delle mani, sui piedi e
al fianco sinistro, e si richiusero alle undici della sera. Il fenomeno si
ripresentò altre quattro volte, sempre il Giovedì santo nel 1984, 1987, 1990 e
2001. Sempre e soltanto anni nei quali la Pasqua giuliana e la Pasqua
gregoriana coincidevano di data.
Anche i fenomeni di essudazione dell’olio dall’iconcina, iniziati il 27
novembre 1982 e terminati nel 1990, sono stati più copiosi negli anni in cui la
celebrazione della Pasqua era unitaria. L’olio filtrava abbondante dal corpo di
Myrna (mani, collo, piedi, bocca, stomaco) anche quando viaggiava all’estero a
testimoniare la sua storia, e addirittura dagli occhi (causando vivi bruciori)
quando stava per entrare negli stati di estasi durante i quali le sarebbe
apparso Cristo. I messaggi di Gesù in tali occasioni erano veri e propri
moniti.
Quello del 14 agosto 1988, ricevuto a Los Angeles, dice così: «Ho detto:
la Chiesa è il Regno dei Cieli sulla terra. Chi l’ha divisa ha peccato, e chi
si è rallegrato della divisione ha peccato. Pertanto mi risulta più facile che
un non credente creda nel mio nome, che non coloro che pretendono di avere la
fede e l’amore e giurano nel mio nome». E il 7 settembre dello stesso anno:
«Di’ ai miei figli che è a loro che domando l’unità e che non la voglio da
coloro che recitano una commedia fingendo di lavorare per l’unità».
http://www.tempi.it/siria-il-prodigio-pasquale-di-soufanieh-
e-il-monito-divino-di-ai-miei-figli-che-e-a-loro-che-domando-l-unita#.U1Kvjvl_uXs
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