Mentre a Parigi e negli USA si incoraggia, invece che dialogo e soluzione politica, l'opposizione intransigente ....
Les conseils révolutionnaires syriens reçus à Paris
Paris a voulu faire une démonstration de soutien politique à l’opposition syrienne. Le Quai d’Orsay a accueilli, mercredi 17 octobre, une réunion de soutien aux conseils révolutionnaires civils qui administrent les zones dites "libérées" par l’opposition"
http://www.france24.com/fr/20121017-France-syrie-rebellion-revolote-revolutionnaires-liberte-aide-humanitaire-fabius
The Obama administration took a small step in this direction last summer by authorizing the Syrian Support Group to help the rebels. Leaders of the group fanned out inside Syria looking for army defectors who could establish new military councils to coordinate the flow of weapons and money. Closer links with the rebels have helped fill the intelligence gap.
The funding situation has improved slightly this month. About two weeks ago, Saudi Arabia and Qatar are said to have created a small “Gulf Fund” to be disbursed by the military councils. The commanders will be paid $150 for each named fighter (including the serial number of his weapon). Col. Abdul-Jabbar Akidi in Aleppo is receiving about $2.5 million under this program; Col. Afif Suleiman in Idlib is getting about $4.5 million. The U.S. should consider adding money for nonlethal assistance, including training, communications and intelligence.
The Free Syrian Army has a long shopping list. It claims “minimum” needs for 1,000 rocket-propelled grenades to attack tanks, 500 SAM-7 surface-to-air missiles to destroy Syrian helicopters and jets, 750 machine guns, 50,000 gas masks, 250 vehicles. Commanders claimed they are forming special units that would operate the anti-aircraft missiles, perhaps under supervision by contractors from the Gulf countries.
David Ignatius (The Daily Star :: Lebanon News :: http://www.dailystar.com.lb) http://www.dailystar.com.lb/Opinion/Columnist/2012/Oct-20/192102-a-war-chest-for-syrias-opposition.ashx#ixzz29qMAKaxh
“Vivere da cristiani nell’inferno di Aleppo”: la testimonianza di un sacerdote
i ribelli si impadroniscono delle residenze civili |
Agenzia Fides 19/10/2012 - Aleppo – I cristiani di Aleppo sono vittime di morte e distruzione per i combattimenti che, da mesi, stanno interessando la città. I quartieri cristiani, negli ultimi tempi, sono stati colpiti dalle forze dei ribelli che combattono contro l’esercito regolare e questo ha causato un esodo di civili. Lo dice in un accorato messaggio inviato all’Agenzia Fides un sacerdote greco cattolico di Aleppo, a cui Fides preferisce garantire l’anonimato per ragioni di sicurezza.
Il messaggio, titolato “Vivere da cristiani nell’inferno di Aleppo”, spiega: “Da molto tempo i cristiani di Aleppo vivono in quartieri molto vicini tra loro: Sulaymaniyah, Aziziyah, Villas,Telefon Hawaii, Al Jabiriyah, Al Maydan, Al Surian, Al Tilal. Queste aree sono attualmente sotto il controllo dell'esercito regolare siriano, mentre aree vicine sono occupate dall’opposizione armata. Per questo i nostri quartieri sono quotidianamente oggetto di bombardamenti e dei tiri dei cecchini fra i ribelli. I bombardamenti sono a volte ciechi, senza uno scopo, e questo causa forti danni alle case, o vittime innocenti come i passanti”. Il sacerdote elenca a Fides le ultime vittime nella comunità: “I nostri ultimi martiri sono Fadi Samir Haddad, Elias Abdel Nour, Nichan Vartanian, Vartan Karbedjian, Maria Fahmeh e il piccolo Joëlle Fahmeh, tutte vittime innocenti”. Passa poi in rassegna i danni alle strutture: “E’ stato colpito l’Arcivescovado greco cattolico a Tilal, con forti danni e il ferimento di p.Imad Daher. Colpi di mortaio hanno danneggiato la chiesa di San Michele Arcangelo e un importante monastero delle suore a Aziziyya; un edificio pastorale della comunità greco-cattolica, chiamato “La Speranza” è stato colpito, uccidendo tre persone e causando decine di feriti fra i civili”. Anche il convento dei padri francescani a Sulaymaniyah è stato colpito e in parte è inagibile.
Intanto, prosegue il testo, “bombe continuano a cadere sul quartiere di Almidan, a maggioranza armena, lanciate da gruppi dell’opposizione armata che è posizionata a Bustan el-Bacha: hanno ucciso diverse persone, ne hanno ferite molte e hanno distrutto molte case”. Alcuni gruppi, nella frastagliata opposizione, dove si annidano anche gruppi jiahadisti, “sparano sulle case e sugli edifici cristiani, per costringere gli occupanti a fuggire per poi prenderne possesso” conclude il testo. (PA)
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40125&lan=ita
Commissione Onu: Centinaia di jihadisti in territorio siriano
17/10/2012 ASIA NEWS
Gruppi legati ad Al Qaeda ricevono armi da Arabia saudita e Qatar e rischiano di "radicalizzare" il conflitto. Per l'Onu la loro presenza è "pericolosa" perché "non combattono per la democrazia e la libertà, ma per una loro agenda". I tentativi di Brahimi per una tregua durante la festa di Eid al-Adha. A Damasco si attende la delegazione vaticana, voluta dal Papa per esprimere la vicinanza della Chiesa ai cristiani siriani e alla popolazione. L'unica via è "una soluzione politica".
Ginevra (AsiaNews) - In Siria vi sono centinaia di "islamisti radicali o jihadisti", molto pericolosi, che combattono contro Assad per i loro progetti e non in funzione della democrazia nel Paese. Lo afferma Paulo Sergio Pinheiro, a capo di una Commissione Onu per la verifica sugli abusi dei diritti umani in Siria. Nel primo rapporto dopo un mese di verifiche, egli afferma che vi è "una crescita drammatica di tensioni confessionali" causati da combattenti stranieri. Essi - sottolinea Pinheiro - non sono un grande esercito, ma "non combattono per la democrazia e la libertà, ma per una loro agenda".
Da tempo diverse fonti mettevano in guardia la comunità internazionale sulla presenza in Siria di centinaia di combattenti islamici vicini ad al Qaeda, provenienti da diverse parti del mondo islamico: Iraq, Libia, Egitto, Afghanistan, Cecenia, Ucraina, Mali e Somalia.
Anche il governo di Damasco ha spesso accusato "gruppi terroristi" presenti fra le file del Free Syrian Army, responsabili di molti attentati sanguinari. Secondo il governo ve ne sono almeno migliaia.
Pinheiro ha fatto notare che la presenza di jihadisti "può contribuire alla radicalizzazione... e questa presenza è particolarmente pericolosa" nel conflitto.
Le preoccupazioni dell'Onu avvengono proprio mentre Lakhdar Brahimi, l'inviato Onu per il processo di pace, sta tentando di varare una tregua che coinvolga tutte le parti in lotta e i loro sponsor. La tregua dovrebbe avvenire per la festa di Eid al-Adha, che si celebra alla fine di ottobre. Il timore è che i gruppi jihadisti non rispondano all'appello e continuino a lottare.
Nella comunità internazionale si è pure cauti dopo le rivelazioni del New York Times, secondo cui, molte delle armi che Arabia saudita e Qatar inviano ai ribelli, cadono nelle mani dei jihadisti.
Parlando durante la sessione del Sinodo in corso in Vaticano, il card. Bertone ha spiegato che lo scopo della visita della delegazione è di esprimere la "fraterna solidarietà" del papa e della Chiesa a tutta la popolazione siriana, "con una offerta personale dei Padri Sinodali, oltre che dalla Santa Sede", come pure la vicinanza spirituale "ai nostri fratelli e sorelle cristiani" e "i nostri incoraggiamenti a quanti sono impegnati nella ricerca di un accordo rispettoso dei diritti e dei doveri di tutti, con una particolare attenzione a quanto previsto dal diritto umanitario". "Non possiamo - ha proseguito il porporato - essere semplici spettatori di una tragedia come quella che si sta consumando in Siria".
Per il Segretario di Stato "la soluzione della crisi non può essere che politica" e deve tener conto delle "immani sofferenze della popolazione" e della "sorte degli sfollati" e del "futuro di quella nazione".
http://www.asianews.it/notizie-it/Commissione-Onu:-Centinaia-di-jihadisti-in-territorio-siriano-26111.html
Damasco -
Rapito il Parroco di Katana
Martedì 16 ottobre 2012 (Aleppo) - 12:05 - La situazione ad Aleppo è sempre molto grave. I combattimenti tra l'armata siriana e l'Esercito Syriano
"Libero" sono incessanti. La popolazione è terrorizzata dal possibile uso, da parte dell'ESL, di armi
anti-aeree sofisticate che sono state loro fornite dai Paesi che li sostengono. I
civili continuano a cadere.
I Vescovi preparano una celebrazione ecuménica per la memoria e il riposo dell'anima dei
martiri cristiani; i rapimenti e i furti si moltiplicano; ancora peggio per le
persone che non hanno più nè tetto nè cibo da mendicare.
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