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martedì 15 giugno 2021

Il Monastero delle Trappiste in Siria, un’oasi dentro il deserto

Presentiamo un bell'aggiornamento della vita delle Sorelle in Siria, tratto da una cronaca inviata alla casa-madre italiana, la Trappa di Valserena.


Nonostante questi tempi difficili per tutti, la vita ad Azer continua, ed è sempre vivace e in crescita l’accoglienza al monastero di persone e gruppi per ritiri e giornate di preghiera. Vengono un po’ da tutta la Siria (compatibilmente con la disponibilità di benzina), in particolare dalla parrocchia latina di Lattakie. Pur essendo a due ore di strada, i Francescani che reggono la parrocchia portano volentieri da noi i loro fedeli, assicurandoci così ogni tanto anche la Messa e le confessioni. Siamo particolarmente grate per aver avuto la presenza di un altro sacerdote francescano, che è invece ad Aleppo, durante il Triduo e la veglia pasquale. Abbiamo ospiti anche da Homs e da Damasco, grazie a Dio Azer si trova un po’ al centro della Siria… 

Sempre numerose sono anche le richieste di partecipare alla nostra preghiera da parte di religiose e religiosi, sacerdoti e consacrati. Il nostro Vescovo, Mons. George Abou Khazen, ci conferma nella bontà di questo sforzo “che offre la possibilità di un’oasi dentro il deserto”, e ci permette di testimoniare la tradizione benedettina dell’accoglienza, che cerchiamo di vivere come meglio possiamo, ( per noi che siamo poche è un lavoro impegnativo, ma che viviamo con gioia e aiutandoci reciprocamente) . 

Forse può stupire che il monastero in questi tempi di Covid non abbia chiuso agli ospiti, ma in generale in Siria non c’è stata una vera chiusura della vita pubblica, e neppure delle chiese, se non per brevi periodi o in modo molto parziale. In Siria il virus ovviamente è arrivato, ed ha fatto molte vittime. Ma dopo un primo periodo di allarme, l’anno passato, la gente si è abituata a convivere anche con questo rischio, che alla fine è uno fra i tanti. Come può un padre di famiglia che guadagna 50000 lire al mese, spenderne 200 al giorno per ogni componente della famiglia, per comprare delle mascherine? Cioè diciamo almeno mille lire se ha tre figli? Come può la gente non lavorare, se già non sa come portare a casa da mangiare? 

Da parte nostra, abbiamo esercitato un po’ di prudenza e per il resto abbiamo avuto dosi industriali di vitamine dai nostri agrumi; Adriana ci affumica di eucaliptus i polmoni; Marita ci distribuisce tisana di rosmarino come antibiotico tutte le mattine… e soprattutto siamo convinte che Maria e san Giuseppe abbiano steso un velo di misericordia sulla nostra comunità. Perchè accogliamo la gente normalmente, da qualunque parte della Siria venga. Non osserviamo particolari distanze, e non utilizziamo la mascherina, anche quando andiamo fuori per delle spese, come del resto la maggior parte dei siriani, almeno nelle campagne. 


La situazione della Siria si è fatta molto grave, quasi più che durante la guerra vera e propria (che tra l’altro non è ancora veramente finita…). L’impoverimento è generale, l’inflazione alle stelle (la lira siriana è scambiata a 3000 rispetto al dollaro, quando durante gli anni più duri si era arrivati al massimo a 600/650). Un litro di olio di semi, si compra a 20000 lire, un chilo di lenticchie a 4000 e uno di farina a 1500! I poveri sono sempre più poveri, ed ora il ceto medio non ce la fa a garantire tutti i pasti… Le mafie imperversano, e guadagnano, ma nel Paese mancano benzina, gas, gasolio, a volte anche farina e quindi pane, medicine, pezzi di ricambio. Manca il potere di acquisto, e quindi non c’è mercato e diminuisce il lavoro… Partono i pochi medici rimasti. Partono i giovani, soprattutto i cristiani. Partono famiglie intere. Un altro esempio: le scuole ora sono chiuse, ma non per il virus, ma perché studenti e insegnanti non trovano benzina per andare a scuola, e non c’è gasolio per dare corrente e luce. 

Purtroppo gli avvenimenti di geopolitica non promettono nulla di buono: prima l’attentato al porto di Beirut, che ha colpito pesantemente tutta l’economia regionale; poi l’inasprimento del confronto con Russia e su altri fronti; la richiesta di nuovi corridoi umanitari in Siria (cioè canali per fare entrare ancora armi...) e così via… E le sanzioni internazionali che soffocano la vita.

Ci sono state le elezioni, che non commentiamo perché troppe parole sono già state spese un po’ inutilmente: la vera aspettativa è “il dopo”, è vedere se e come cambierà qualcosa in questi mesi…. E ciò dipenderà molto, come sempre, da cosa decideranno i paesi “altri” rispetto alla Siria. 

Nel frattempo la speranza è una vera sfida, una virtù da chiedere al Signore, per tutti. 

 Sperare vuol dire anche che… abbiamo piantato molti melograni e mandorli, un modo di poter guadagnare qualcosa dalla terra. E che continuiamo a cercare sbocchi sul mercato, in Europa, per il sapone di Aleppo, che Valserena ci sta aiutando a mettere in regola per le normative commerciali, per guadagnarci da vivere.

Sperare vuol  dire che stiamo imparando a fare l’aceto in casa, che coltiviamo fagioli e legumi in quantità, e facciamo il formaggio da sole… perchè costa tantissimo! e a volte non si trova neppure… stiamo cercando di sfruttare quanto la natura ci dona, per noi e per gli altri. Tanti ormai ci chiedono l’aloe per curarsi, e probabilmente dovremo produrre per noi e per loro la medicina naturale.

Sperare vuol dire… avere il monastero pieno di braccialetti, che qualche donna del villaggio confeziona lavorando a casa, col nostro aiuto, e che speriamo prima o poi di vendere… 

Con gli aiuti che ci vengono dall’Italia e dai benefattori, cerchiamo, come possiamo, di garantire un po’ di lavoro almeno a qualcuno; di aiutare chi è nella necessità per cure mediche, per interventi urgenti che non possono pagare; di aiutare i giovani per pagare i trasporti o le tasse scolastiche, perché non lascino il paese. Le necessità sono sempre tante, ed anche se vorremmo inventarci qualche forma di lavoro per aiutare, la mancanza di mercato blocca un po’ le iniziative. (…)

potete acquistare il sapone di Aleppo delle Trappiste a questo indirizzo: https://www.prodottivalserena.com/prodotto/sapone-di-aleppo/ 

Anche i Padri Francescani di Aleppo, con l’aiuto della bella stagione e delle giornate più lunghe, stanno adottando il monastero, e avremo la gioia di ospitare la loro settimana di ritiro in ottobre, potendo partecipare con loro alle meditazioni che si faranno e celebrando insieme la festa di San Francesco !

Da loro, stiamo per ricevere in dono – con molta gratitudine!- le campane per la chiesa del nostro monastero, che speriamo proprio di poter finalmente costruire.

Affidiamo alla vostra preghiera la costruzione della chiesa, così necessaria per noi e gli ospiti, che la sollecitano giacchè la nostra attuale cappellina è davvero minuscola: segno di speranza per gli uomini ma anche di gloria per Dio, senza il quale non avremmo né respiro, né vita, né esistenza alcuna … 

  Le Sorelle di Azer 


Per donazioni ai progetti delle Monache Trappiste della Siria : https://www.nostrasignoradellapace.it/progetti/siria/