posizione geografica (e causa) dei luoghi contesi |
Alla fine la tregua è stata rotta. Non da un gruppo ribelle né dai qaidisti “riciclati” di Jabhat Fatah al-Sham, ovvero gli ex miliziani (ora diventati “jihadisti buoni”) di Al Nusra. A rompere la fragile tregua siriana sono stati i caccia della coalizione a guida Usa che hanno bombardato le postazioni dell’esercito siriano nei pressi di Deir el-Zor, uccidendo almeno 80 militari e ferendone più di cento. Soldati che si trovavano lì per fronteggiare i terroristi del sedicente Stato islamico che, dopo lo strike, si sono sentiti liberi di avanzare e che sono stati fermati dai militari siriani rimasti in piedi.
Ovviamente è partito subito il gran can can delle accuse: Russia e Siria hanno affermato che, per l’ennesima volta, gli Usa hanno aiutato i terroristi e Washington ha ribattuto che si è trattato di un semplice errore. Questa la cronaca, passata poi in secondo piano a causa della bomba esplosa a New York che ha provocato il ferimento di 29 persone.
Ma c’è un aspetto più interessante, che avevamo trattato la scorsa settimana, e che val la pena riprendere.L’accordo sulla Siria siglato da John Kerry e Sergej Lavrov non è andato giù ad Ashton Carter, segretario della Difesa degli Stati Uniti. Secondo la ricostruzione fornita dal New York Times, Carter avrebbe esercitato una forte pressione su Barack Obama affinché non appoggiasse i piani di pace di Kerry. Il presidente se ne sarebbe fregato delle voci del Pentagono, rendendo così possibile la pur fragile tregua che ha retto fino a ieri sera.
Da
Washington hanno fatto sapere che il bombardamento contro l’esercito
siriano è stato del tutto accidentale. Può essere. Del resto, la
coalizione a guida Usa che combatte contro il sedicente Stato
islamico in Siria non ha mai dato prova di grande precisione
militare. Anzi, gli Usa hanno più volte paracadutato armi ai
terroristi dell’Isis. Gli stessi caccia americani che hanno colpito
i militari siriani non sono stati in grado di colpire i miliziani
dell’Isis che scappavano da Mambij per dirigersi ad Al Bab oppure a
Raqqa. Se li sono fatti passare sotto il naso.
Lo strike
di ieri potrebbe essere un errore. Può darsi. Anche se tutto ciò
contraddice la propaganda sulle bombe americane, le uniche che –
secondo i media – non colpiscono mai i civili e non provocano
effetti collaterali. Le faide tra Pentagono e Kerry
suggeriscono inoltre che la partita che si sta svolgendo in
America è molto più ampia rispetto a quanto possiamo pensare e che
gli Usa si trovano davanti ad un bivio. Da che parte voglia davvero
andare resta però un mistero. Forse, le prossime presidenziali ci
aiuteranno a capirlo.
AGGIORNAMENTO: dai Fratelli Maristi di Aleppo
I
siriani sono unanimemente indignati per il raid statunitense che ha
ucciso più di 60 tra i giovani soldati dell'esercito siriano. Sono
tutti figli di famiglie siriane che stanno facendo il servizio
militare.
Nessuno
qui crede nella versione ufficiale americana che dice che è un
errore umano. Riteniamo che l'intervento diretto degli Stati Uniti
dopo quello della Turchia di due settimane fa complica notevolmente
la situazione e rende ancora più difficile una soluzione politica.
Gli
Aleppini sono tuttavia ancora un po' fiduciosi, perché la tregua ad
Aleppo è abbastanza ben rispettata da 6 giorni, fatta eccezione per
alcune violazioni occasionali.
Questo
porta un po' di speranza alla gente, mentre oggi e domani ci sarà
l'inizio della scuola.
Nabil Antaki
Nabil Antaki