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sabato 9 luglio 2016

Lettera da Aleppo, a ferro e fuoco

8 luglio '16: 24 civili morti tra cui 12 bambini e più di 140 feriti, per i missili lanciati dai miliziani jihadisti sulle zone governative della città.
Lettera dei Maristi di Aleppo 

La guerra ci invade.
Si siede a tavola con noi, entra nei nostri cuori e spiriti. Si invita nel nostro quotidiano e lo trasforma…
C’è la guerra
Ci annuncia la sofferenza e la morte. Ci annuncia che bisogna odiare, distruggere ponti e relazioni…
C’è la guerra
I suoi motori funzionano a pieno regime, i suoi tamburi hanno un suono forte
Viene a trasformare le nostre notti in un lampo e il calore dei nostri giorni in una fornace…
C’è la guerra
Sporca le nostre mani…
Obbliga tanti ragazzi che erano innocenti a prendere le armi, sparare, bombardare, uccidere e sopprimere l’altro…
C’è la guerra
Si è messa alla guida di marchingegni infernali
Viaggia verso destini di morte
Non si ferma
Vomita la morte e continua a marciare blaterando.
C’è la guerra
Raduna i giovani in camionette, stretti come scatole di sardine, ammucchiati, bruciati dalla voglia di uccidere. Non arriverà loro l’eco delle lacrime delle madri, delle urla dei bambini…
Giocheranno a fare gli eroi
Alcuni festeggeranno nelle ambulanze
Altri faranno festa coricati sulle rovine della non vita.
C’è la guerra.
Viene a dirci: «Non vi lascio, vi amo tanto, ho voglia di voi. Vi invito al mio banchetto, non perdete l’appuntamento.»
Ecco l’indirizzo: Aleppo, via della Vergogna, palazzo della Miseria, piano della Sofferenza.
La guerra è il nostro quotidiano.
Noi rifiutiamo di partecipare al suo banchetto. Scegliamo la vita. Scegliamo l’altro, nella sua miseria e nella sua volontà di vivere e sopravvivere.
Per ogni bambino, ogni donna e ogni uomo, per tutti coloro che soffrono a causa di questa guerra, scegliamo di tendere la nostra mano, costruire un ponte, abbattere un muro di vergogna e di esclusione. Scegliamo di dare, di darci. Scegliamo di essere strumento del dono di Dio. Scegliamo il sentiero che porta alla vita.

Mohammed è un bambino del progetto «Voglio imparare». Dalla fine dell’anno scolastico, lavora. Come tutti i giorni mi ha appena chiamato per avere nostre notizie. 
 Mercoledì 1 giugno 2016 (giornata mondiale di preghiera per i bambini siriani), ho scritto per lui il messaggio che segue.
«Ci hai appena rinfrancati, alla fonte della pace: “Buongiorno, vorrei parlare con frère George!”. Non dimenticherò mai la tua voce. Mi chiamavi per chiedere notizie, per sapere se stavamo bene. In realtà, avrei dovuto farlo io piuttosto. Chiamarti e chiederti: «Come avete passato la notte? Siete stati in cantina? Per caso è caduto un colpo di mortaio vicino alla vostra casa? Come stanno Omar e Doha? Hanno dormito? E tu, piccolo amico di dieci anni, come stai? Hai avuto di che mangiare oggi? Sei andato a prendere l’acqua per lavarvi e pulire la casa? Quanti bidoni hai portato? E il pane, chi è andato a cercarlo? E poi come fate per il gas?
So che stai lavorando. Non mi scandalizzo per questo. So che lavorando, tu e tuo fratello, aiutate la mamma. Lavorare tanto. Più di dieci ore al giorno. Da quando è finito il progetto educativo, tu lavori…Non oso dire niente. Per provvedere ai bisogni minimi della famiglia, dovete lavorare. Il tuo sorriso rimane. Illumini la nostra vita. Vieni a dirci la felicità del mondo. Vieni a rinfrancarci alla fonte della pace.
Buongiorno Mohammad, voglio annunciarti la buona novella: oggi sei presente nella preghiera di tanti amici. Non solo tu, ma tutti i bambini della Siria. Penso a Georges, il piccolo che è stato appena battezzato, a Elias che è stato ucciso da un mortaio, a Hussein che è andato via, lontano dall’inferno di Aleppo. Penso a Israa che era tanto triste quando ha dovuto lasciare la scuola materna dei maristi. Penso ai bambini che tutti i giorni vengono a mangiare da noi, a Moufid, sua mamma mi ha appena confidato che il piccolo ha una fobia che lo paralizza, penso agli uni o agli altri bambini epilettici e a tanti altri i cui genitori vengono a chiedere aiuto…Mohammed, tu e tanti altri, siete il centro del mondo. Molte persone nel mondo stanno pregando per voi in questo momento.
E noi i Maristi, che sogniamo con te un mondo di pace e giustizia, vogliamo dirtelo: per te continueremo il cammino della solidarietà; per te costruiremo un mondo senza guerre, faremo il possibile perché la tua vita sia un canto alla pace!»
Per lui, per i suoi genitori e per tante famiglie, queste scelte si traducono nei nostri diversi progetti.
I panieri alimentari sono regolarmente distribuiti. Ogni famiglia riceve anche un paniere sanitario e 4.000 lire che coprono l’abbonamento per un mese a un generatore di elettricità. All’inizio dell’estate ogni membro delle famiglie che seguiamo ha ricevuto un paio di calzature nuove.
Il progetto «civili feriti di guerra» ha potuto salvare in quest’ultimo mese molte persone colpite dai proiettili di mortaio piovuti in abbondanza.
Malgrado le difficoltà di approvvigionamento riguardo al latte, soprattutto quello per i bambini di meno di un anno, siamo riusciti ad assicurarlo regolarmente ai destinatari del programma «goccia di latte».
Molte famiglie vengono a chiederci un sostegno per trovare una casa in affitto, quando sono obbligate a lasciare il quartiere diventato troppo rischioso.
La città ha subito diverse penurie idriche. Le nostre quattro camionette percorrono i quartieri e distribuiscono periodicamente 500 litri per ogni appartamento.
Dopo un periodo di sosta per il mese del ramadan, il progetto «Mit» lancia un nuovo programma di formazione per i mesi di luglio e agosto.



I bambini di «Voglio imparare» hanno trascorso una settimana di vacanze in colonia. Per la prima volta.
I giovani adolescenti hanno ripreso le attività nel quadro del progetto «Skill School». Una possibilità di «sognare ed essere creativi».

Il 6 giugno abbiamo inaugurato il nostro nuovo Spazio-Estate dove tutti i pomeriggi un centinaio di famiglie viene da noi, a rinfrancarsi. I bambini usano il campo da giochi che abbiamo appena risistemato, gli adulti si ritrovano per respirare un po’ d’aria fresca, prendere un caffè e soprattutto stare in un luogo sicuro.


Voglio terminare con le parole di Frère Emili, il nostro superiore generale, il quale rivolto ai ragazzi della «Skill School» ha detto: 
«Voi, ragazzi, siete chiamati ad ascoltare i vostri cuori per scoprire quale sia il vostro sogno… Avete bisogno di momenti di silenzio. Non lasciate che i signori della guerra rubino i vostri sogni!»
Aleppo,  27 giugno 2016,

Frère Georges SABE
per i Maristi blu