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martedì 18 giugno 2013

Caro Papa, noi vogliamo essere uno di quei segni di speranza!

da Aleppo- lettera  n ° 11 

"Mamma, quando potremo tornare a casa? ". Fouad, un piccolino di quattro anni,  lancia questa domanda a sua madre, poco prima di dire buona notte ...
E Lina, la mamma, passerà  tutta la notte piangendo e ponendosi la stessa domanda? Ma a chi rivolgerla ? Chi può o osa dare una risposta? Chi può indicare una data? Eppure tra gli sfollati, le voci corrono in modo rapido e vano. "Ci hanno detto due giorni ... Ci è stato detto in una settimana ... Presto ...". Un PRESTO che diventa  un mese, e poi un altro mese, e chissà quanti altri?

 Nell’ accompagnare le famiglie sfollate,  noi  "Maristi Blu", continuiamo ad ascoltare con il cuore le loro proteste, le loro preoccupazioni, le loro sofferenze ... e non abbiamo altra risposta che la compassione . Siamo presenti . Ascoltiamo . Cerchiamo di rendere la loro vita quanto accettabile possibile . Restiamo disponibili ...
Nel momento in cui scrivo questa undicesima lettera , sono ormai passati due mesi e mezzo da quando  le famiglie hanno lasciato le loro case nel quartiere di "Jabal el Sayde" .
Le 300 famiglie che sosteniamo con il “Cesto della montagna” (Jabal el Sallet) sono disperse nella città ...  Alcuni alloggiano  qui tra i Maristi, altri con i parenti ,  e alcuni  vagano da una casa all'altra. Penso a quella particolare famiglia di sette persone che ancora non ha trovato una casa per riorganizzarsi ...: Papà dorme in un posto, la madre con alcuni bambini presso un parente, una zia con gli altri bambini in altre parti ... No, la guerra non è solamente  una questione di bombe, omicidi ... E’ una macchina  che distrugge la persona e la famiglia . E isola,  separa, non crea legami.
 Aleppo, si sveglia e si addormenta  sotto i colpi delle esplosioni, le colonne di fumo, tutti  segni che dicono che la guerra è lì, vicino, vicino ...

Sul fronte della sicurezza, il mese scorso è stato caratterizzato dal rapimento dei due Vescovi ortodossi che stavano viaggiando per negoziare il rilascio di due sacerdoti , pure loro rapiti circa 3 mesi fa. 40 giorni dopo, non abbiamo notizie di loro. I sequestri  creano una situazione di paura e ansia tra molte persone che si vedono costrette a lasciare il Paese ...
Durante l’Angelus del 2 giugno 2013, Papa Francesco ha espresso la sua "profonda preoccupazione" per il conflitto siriano e le vittime in ostaggio. Ha fatto appello a "l'umanità dei rapitori" in modo da liberare i rapiti.

 Sul fronte economico, il potere d'acquisto continua a diminuire. I prezzi sono lievitati  e moltiplicati  per due o tre. Cibo e beni di prima necessità sono inaccessibili a molte persone. I dipendenti si rendono conto che il loro reddito ha perso molto del suo valore. Un chilo di pane è passato in pochi mesi da 15 lire siriane a 90 e anche 100 lire al chilo.
 L'elettricità è severamente razionata: 2-4 ore al giorno. L'acqua è fornita al momento. Benzina, gas e petrolio sono prodotti rari e molto costosi. Alcuni farmaci sono scarsi. Un focolaio di epatite si è diffuso. E con l'estate che si avvicina, si teme l'insorgenza di malattie come il colera o la leishmaniosi.
 Le persone sono ormai tristemente rassegnate ...

Le famiglie che vivono presso i Maristi godono sempre dell'ospitalità e dell'assistenza medica e psicologica necessaria. Riteniamo che dopo due mesi di sfollamento, il bisogno di sicurezza e di speranza per il futuro è enorme.
Con queste 80 persone, si è venuto ad aggiungere un gruppo di giovani ragazze del Baccalaureato  (conclusione formale della istruzione secondaria). In effetti, queste ragazze provengono da una zona della città in cui non è possibile presentarsi agli esami. Le abbiamo accolte e forniamo loro alloggio, pasti, e  le migliori condizioni per preparare e presentarsi  agli esami .

Le 300 famiglie di sfollati in Jabal el Saydeh hanno ricevuto questo mese 3 sostanziosi aiuti: un cesto di materiale igienico, vestiti e paniere alimentare e scarpe nuove.
 Inoltre, distribuiamo un paniere alimentare ricco a 75 famiglie che sosteniamo da lungo tempo.
 Ogni Lunedi, una dozzina di famiglie di sfollati che alloggiano presso le scuole in Jabal el Sayde  e sono sparsi in città, vengono a ricevere cibo e materiale per l’ igiene  su misura per le loro esigenze. Sono particolarmente grati per il latte e pannolini ...


 Qui dai Maristi Blu, ci stiamo preparando per le attività estive per 50  adolescenti . Si tratta di un programma di attività" SKILL SCHOOL" che  permette ai giovani di incontrarsi e sviluppare le proprie capacità. Un fratello e alcuni giovani animano questo progetto.

 I responsabili del progetto "Imparare per crescere"  prevedono di continuare la loro attività per tutta l'estate. Anche in questo caso, sono 40 bambini di età prescolare a beneficiare di questo progetto.

 Chiudo con le parole del Papa all'Angelus del 2 giugno.
"Questa guerra travagliata porta con sé conseguenze tragiche: la morte, la distruzione, danni economici e ambientali significativi, ma anche la piaga dei rapimenti", ha detto nel fare appello a "l'umanità dei rapitori di rilasciare loro le vittime. "
Assicurando  la sua "preghiera" e "solidarietà" per i rapiti e alle loro famiglie, ha incoraggiato la folla a "pregare sempre per la nostra amata Siria," dove la gente "vuole la pace nella giustizia e nella comprensione. "
Il Papa, però, ha concluso con una nota positiva: "Ci sono tante situazioni di conflitto nel mondo, ma ci sono anche molti segni di speranza."

Noi, Maristi Blu, attraverso la nostra azione, vogliamo essere uno di quei segni.

 Frère Georges SABE . Per i Maristi Blu
 7 giugno 2013


GRANDI VOCI DI PACE PER LA SIRIA

LETTERA DEL PAPA A CAMERON 


All’Onorevole David Cameron, MP

Primo Ministro
Sono lieto di rispondere alla sua cortese lettera del 5 giugno 2013, con cui ha voluto informarmi sull’agenda del Suo Governo per la Presidenza Britannica del G8 nell’anno 2013 e sul prossimo Summit, previsto Lough Erne, nei giorni 17 e 18 giugno 2013, intitolato “A G8 meeting that goes back to first principles”.
Affinché tale tema abbia il suo più ampio e profondo significato, occorre assicurare ad ogni attività politica ed economica nazionale ed internazionale un riferimento all’uomo. Infatti, dette attività devono, da una parte, consentire la massima espressione della libertà e della creatività individuale e collettiva e, dall’altra, promuovere e garantire che esse si esercitino sempre responsabilmente e nel senso della solidarietà, con una particolare attenzione ai più poveri.
Le priorità che la Presidenza britannica ha fissato per il Summit di Lough Erne riguardano soprattutto il libero commercio internazionale, il fisco, la trasparenza dei governi e degli agenti economici. Non manca, comunque, un’attenzione fondamentale all’uomo, concretizzata nella proposta di un’azione concertata del Gruppo per eliminare definitivamente il flagello della fame e per garantire la sicurezza alimentare.
Parimenti, è segno di attenzione per la persona umana il fatto che uno dei temi centrali dell’agenda sia la protezione delle donne e dei bambini dalla violenza sessuale in situazioni di conflitto, anche se occorre non dimenticare che il contesto indispensabile per lo sviluppo di tutte le accennate azioni politiche è quello della pace internazionale.
Purtroppo, la preoccupazione per le gravi crisi internazionali non manca mai nelle delibere del G8, e quest’anno non si potrà non considerare con attenzione la situazione nel Medio Oriente e, particolarmente, in Siria. Per quest’ultima auspico che il Summit contribuisca ad ottenere un cessate il fuoco immediato e duraturo, e a portare tutte le parti in conflitto al tavolo dei negoziati. La pace esige una lungimirante rinuncia ad alcune pretese, per costruire insieme una pace più equa e giusta. Inoltre, la pace è un requisito indispensabile per la protezione delle donne, dei bambini e delle altre vittime innocenti, e per cominciare a debellare la fame, specialmente tra le vittime della guerra.
.....
Dal Vaticano, 15 giugno 2013

ROACO: 86ª ASSEMBLEA. IL CUSTODE P. PIZZABALLA : "quando due elefanti litigano chi soffre è l’erba”


Si è aperta oggi (fino al 20 giugno) l’86ª Assemblea della Roaco (Riunione Opere Aiuto Chiese Orientali), sul tema “La situazione dei Cristiani e delle Chiese in Egitto, Iraq, Siria e in Terra Santa”. A preoccupare in modo particolare i partecipanti all’assemblea, tra cui il Patriarca copto-cattolico, Ibrahim Isaac Sidrak, e quello caldeo di Baghdad, Raphael I Sako, è certamente la difficile situazione in Siria, sulla quale riferirà il Nunzio apostolico a Damasco, monsignor Mario Zenari. Interpellato dal Sir il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa conferma che nel corso dei lavori si cercherà “di trovare forme concrete e soprattutto coordinate di aiuto per la popolazione cristiana siriana”.
“In Siria – aggiunge il Custode che è costantemente in contatto con i suoi frati nel Paese – la situazione varia di zona in zona. Alla Roaco ascolteremo la testimonianza di padre Hanna che viene dai villaggi del nord che sono sotto i ribelli. Una certa quiete che si registra, almeno in apparenza, adesso potrebbe preludere a chissà quale ennesima tempesta. Sulla Siria sarà interessante capire che cosa si dirà al G8 in Irlanda. Speriamo che non emergano volontà di armare le due parti in conflitto. La Siria è diventata un campo di battaglia in cui si scontrano forze internazionali e non solo locali e in cui a pagare il prezzo più alto è il popolo inerme. 
C’è un detto africano – conclude padre Pizzaballa – che dice che quando due elefanti litigano chi soffre è l’erba”. Ai lavori della Roaco si parlerà anche di Terra Santa, con la presenza del Delegato apostolico a Gerusalemme, mons. Giuseppe Lazzarotto. Giovedì 20 giugno Papa Francesco riceverà in udienza i membri della Roaco.

http://www.agensir.eu/ita/viewArticolo.jsp?id=0&url=http%3A%2F%2Fwww.agensir.it%2Fpls%2Fsir%2Fv4_s2doc_b.rss%3Fid_oggetto%3D264183%23264183&stit=Quotidiano|ROACO%3A+86%26%23170%3B+ASSEMBLEA.+P.+PIZZABALLA+%28CUSTODE%29%2C+%22AIUTO+COORDINATO+PER+LA+SIRIA%22

L'arcivescovo di Aleppo al G8: "c'è bisogno di dialogo e non di armi"



“Non abbiamo notizie dei nostri due confratelli vescovi e nemmeno dei due sacerdoti. Il tempo trascorre e non sappiamo più cosa pensare”. A smorzare un certo ottimismo che si era diffuso nei giorni scorsi sulla sorte dei due prelati ortodossi rapiti il 22 aprile in Siria è mons. Jean-Clement Jeanbart, arcivescovo greco melkita di Aleppo. “Non abbiamo più notizie di Boulos al-Yazigi, arcivescovo greco ortodosso di Aleppo e Iskenderun e di Youhanna Ibrahim, metropolita siro-ortodosso di Aleppo - riferisce all'agenzia Sir - non sappiamo come evolverà la situazione, se le trattative vanno avanti, e lo stesso vale per i due sacerdoti da mesi nelle mani dei rapitori. Ad Aleppo la situazione sembra, almeno in apparenza più tranquilla, ma nessuno sa cosa si prepara per tutti noi”. Da mons. Jeanbart una “certa speranza” potrebbe arrivare dal G8 a Lough Erne, in Irlanda del Nord dominato dal dossier Siria. Sul martoriato Paese mediorientale è arrivato anche l’appello di Papa Francesco, che ha scritto una lettera al premier David Cameron, padrone di casa del Summit, “auspicando un cessate il fuoco” e la ripresa dei negoziati. “Speriamo - dice l’arcivescovo melkita facendo proprio l’appello del Pontefice - che dal G8 si possa sapere qualcosa di più sul futuro del nostro Paese soprattutto in chiave di soluzioni pacifiche. L’appello del Papa ci conforta e ci dona forza di credere in un futuro non di morte. La soluzione negoziale è l’unica praticabile. - ribadisce mons. Jeanbart - Al G8 dico che abbiamo bisogno di dialogo e non di armi. Dovesse permanere una situazione come quella attuale a rischio non sarebbe solo la Siria ma tutta la regione, e con essa la libertà, la convivenza e la tutela delle minoranze”. 

Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/06/18/Siria.%20L'arcivescovo%20di%20Aleppo%20al%20G8%3A%20%22c'%C3%A8%20bisogno%20di%20dialogo%20e%20no/it1-702497
del sito Radio Vaticana