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giovedì 31 gennaio 2013

"Il nostro cuore sanguina...." : lettera dalla Siria


Lettera di Suor Annunciata Dordoni agli amici di Lodi, pubblicata su
" Il Cittadino" S A B A T O, 2 6  G E N N A I O  2 0 1 3


Carissimi ….,

a voi, agli amici, ai Lavoratori credenti: buon anno!
E come vorrei che anche in questa Terra fosse un anno di ritorno alla pace!
È sempre più frequente che gente anche sconosciuta, ci fermi per strada per parlare con noi (la mia superiora parla l’arabo), per dirci che sono contro la guerra, che vogliono e sperano che tutto torni come prima, senza divisioni, rivogliono pace e libertà!
E sempre più c’è in noi la convinzione che il popolo siriano sta subendo cose atroci per un disegno di potenze esterne alla Siria, e che gli oppositori pacifici a questo regime non riescono ad avere voce e peso, non sono presi in considerazione dall’Occidente, mentre il governo siriano con loro è pronto al dialogo.

Mercoledì 2 gennaio con la mia superiora ci siamo recate a Tartous, che è una grande città portuale, dovevamo recarci in Vescovado per dei documenti. Arrivate a questo vescovado Maronita, non riuscivamo ad entrare, i cancelli erano assiepati da una folla di bambini, uomini e donne, sia cristiani che musulmani. Siamo salite da padre Mikhail, il quale ci ha spiegato che vengono ad iscriversi nelle liste dei rifugiati per avere un minimo di aiuto.
Così padre Mikhail, che è diventato monsignore di recente ed è vicario del Vescovo, ha iniziato a raccontarci un po’ cosa sta accadendo a Tartous, città finora tranquilla, difesa dall’esercito e dai cittadini stessi.
Il vescovado riesce per ora ad assistere 500 famiglie di rifugiati con alimentari e soldi, e inoltre a inviare aiuti ad Aleppo alle suore Salesiane che assistono, come possono, chi è rimasto in quella città e non può scappare. A Tartous arriva gente fuggita da Aleppo, Damasco, Daraa, Idleb, Homs, in città è raddoppiata la popolazione, negli alberghi sono stati alloggiati donne e bambini profughi, ma molti sono per strada, non hanno un tetto!

Per Natale amici ci hanno mandato offerte, così abbiamo comperato qualche quintale di farina, riso, zucchero, scatolame, olio, condimento e altri generi alimentari per 40 famiglie povere del nostro villaggio e dei nostri vicini musulmani. Ci hanno segnalato in uno di questi villaggi, una vedova di guerra con tre bimbi piccoli, sola, anche il padre è morto.
Il villaggio fa una colletta settimanale per farle avere il minimo indispensabile, ora cercherò qualche famiglia italiana che adotti questa poveretta!
Ecco carissimi, vi ho descritto la situazione di questa parte di Siria, e vi chiedo se è possibile far pervenire degli aiuti al Vescovado, sarebbe molto bella una collaborazione con padre Mikhail per aiutarlo a sfamare qualcuno in più.

Carissimi, il mio coraggio sta tutto nel chiedervi di fare… quello che potete, ma vi assicuro che ad essere qui il cuore sanguina continuamente nel vedere queste persone che sono prima di tutto siriani e poi cristiani, musulmani, eccetera, e che invece i ribelli vogliono lacerare come accaduto in Iraq, Egitto, Libia, togliendo loro la libertà di credere in ciò in cui credono!
Per noi monache è consolante che quando ci fermano per strada o qualcuno viene al monastero, ci ringraziano di essere qui a pregare, e sempre dicono: «Pregate per la Siria»!
 È questa la nostra forza, nella fede che Dio ascolti le preghiere di chi lo invoca per la pace!
Carissimi, vi ringrazio di cuore, vi abbraccio, e pregate anche voi per la Siria!

Suor Annunciata


Chiediamo la preghiera di tutti i cristiani del mondo, per riavere la pace in Siria


Distrutta una chiesa in Mesopotamia. L’Arcivescovo: “Con la guerra tutti perdono”

Deir al-Zour: la Chiesa  distrutta


Agenzia Fides 31/1/2013
Hassakè – La chiesa siro-ortodossa di Santa Maria e la scuola cristiana di Al-Wahda sono state distrutte a Deir Ezzor, cittadina della Mesopotamia, al centro di scontri che hanno causato un esodo della popolazione civile. Lo riferisce a Fides l’Arcivescovo siro-ortodosso Eustathius Matta Roham, Metropolita di “Jazirah ed Eufrate”, spiegando che “è un giorno molto triste per me e per tutta la comunità”. Le due strutture sono state colpite e distrutte nel fuoco incrociato fra esercito regolare e gruppi ribelli. La Mesopotomia, notano fonti locali di Fides, sta vivendo “una lenta agonia”, e tutta la popolazione civile (arabi, cristiani, curdi, e altri gruppi) sta pagando un prezzo altissimo. L’Arcivescovo Matta Roham nota a Fides: “Questa guerra feroce è prima di tutto una guerra contro la nostra civiltà. E’ un conflitto dove tutti perdono, nella distruzione del nostro amato paese. Se i ribelli o il regime pensano di vincere, alla fine, credo ci ritroveremo solo un paese in rovina, con migliaia di orfani, vedove, poveri e soprattutto destabilizzato dall’inimicizia nella società”. 
L’Arcivescovo si rivolge a quanti stanno combattendo: “Chi ricostruirà tutto quanto abbiamo costruito in decenni di duro lavoro? E quanto tempo ci vorrà? Chi ricucirà le relazioni sociali deteriorate? Chiediamo la preghiera di tutti cristiani del mondo, per riavere la pace in Siria”. 

http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40904&lan=ita


 Marcia di solidarietà per i sequestrati in Mesopotamia

 Una marcia di solidarietà con le vittime dei sequestri; un corteo per sensibilizzare l’opinione pubblica verso il fenomeno dei rapimenti; una “assemblea di speranza” che ha visto riunite tutte le componenti della società: cristiani, musulmani, curdi, associazioni e Ong, leder delle chiese e capi della moschee, funzionari pubblici.

Agenzia Fides 28/1/2013 – Come appreso dall’Agenzia Fides, l’iniziativa, tenutasi giovedì 24 gennaio ad Hassake, capoluogo della Mesopotamia, dove la popolazione civile è ridotta allo stremo (vedi Fides 17/1/2013), scuote l’area della Siria orientale. Nella regione si vive un precario equilibrio fra le forze di opposizione (fra le quali milizie islamiste), le forze curde, l’esercito regolare siriano, in lotta fra loro.
A fare le spese del conflitto permanente è la popolazione che è dunque scesa in piazza – oltre tremila presenti al corteo – con striscioni e slogan per chiedere un “un futuro di pace e di speranza per la Mesopotamia”. I partecipanti, che hanno dato vita alla “Associazione di solidarietà con le famiglie delle persone rapite”, hanno marciato dal quartier generale della Chiesa ortodossa siriana al Palazzo di Giustizia della città, esprimendo la loro sofferenza e le loro rivendicazioni. E’ stato presentato un memorandum al Procuratore della Repubblica, chiedendogli di svolgere i suoi compiti e chiedendo al governo locale di assicurare la protezione ai cittadini innocenti.
“Il sequestro di persona è diventato un fenomeno quotidiano per le strade di questa città. I rapitori non esitano a commettere crimini alla luce del giorno. Circa tre settimane fa, tre uomini armati, a volto scoperto, hanno fermato un taxi e rapito un ragazzo di 10 anni, Saeed Afram Aho, mentre stava andando alla scuola elementare” spiega a Fides l’Arcivescovo siro-ortodosso Eustathius Matta Roham, Metropolita di “Jazirah ed Eufrate”.
“Circa sei mesi fa i sequestri di persone hanno iniziato a moltiplicarsi, opera di alcune bande”. Oggi le vittime sono 43, appartengono e tutte le componenti della società (cristiani, musulmani, yazidy, curdi e arabi), sono di età e ceto sociale diversi: bambini, studenti, medici, ingegneri, commercianti e gente comune. L’Arcivescovo racconta a Fides “i momenti molto difficili, la paura e il dolore delle famiglie” anche perché i rapitori, nota, “utilizzano forme di tortura verso vittime innocenti, in spregio alle virtù umane, morali e religiose, per ottenere un forte riscatto”. Un bambino, Bashar, è stato lasciato per due giorni senza cibo e acqua in una cella sotterranea, in una fattoria lontana dalla città. “Oggi – spiega – molte famiglie cristiane sono fuggite, cercando salvezza nei paesi vicini e in Occidente”.
Mons. Matta Roham ha preso parte alla marcia con gli altri due Vescovi della città, il Vescovo siro-cattolico Jacques Behnan Hindo e il Vescovo Mar Afrem Natanaele, della Chiesa assira. In questo periodo di forte crisi, i tre Presuli si incontrano regolarmente per discutere questioni di interesse sociale e religioso.

http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40877&lan=ita


INIZIATIVA DI PREGHIERA DI "AED : Aide à l'Eglise en Détresse"

VEGLIA DI PREGHIERA PER I CRISTIANI SIRIANI
Mercoledì 6 febbraio 2013, dalle 20.00 alle 22.00.
63 rue de Caumartin Paris IX°

Prière, chants, témoignages, intercession, adoration, Messe à l'intention des chrétiens de Syrie
 Avec le témoignage du père Ziad Hilal, curé de la paroisse Saint-Sauveur à Homs
 En présence de Marc Fromager, directeur de l'Aide à l'Eglise en Détresse (AED), de Monseigneur George Assadourian, curé de la cathédrale Sainte-Croix des Arméniens Catholiques de Paris et du Père Elie Wardé, curé de la paroisse syriaque Saint Ephrem de Paris.
Paroisse Saint-Louis d'Antin,  63 rue de Caumartin et 4, rue du Havre,  Paris IX°
 Métro Havre Caumartin - Métro St Lazare