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martedì 11 settembre 2012

Il coraggio di Benedetto XVI sostiene le Chiese del Medio oriente e la Primavera araba

di Samir Khalil Samir
da Asia News -11/09/2012
Pur con le tensioni nella vicina Siria e i venti di guerra fra Israele e Iran, il viaggio in Libano non è stato rimandato. Cristiani e musulmani lo aspettano. L'Esortazione apostolica deve favorire il rapporto fra clero e laici, l'ecumenismo, l'amicizia fra cristiani e musulmani, l'impegno per i poveri, l'educazione. Il Libano possibile modello per la Primavera araba: cittadinanza comune fra cristiani e musulmani, libertà di coscienza (e di convertirsi da una religione all'altra), oltre gli eccessi del permissivismo occidentale e del fondamentalismo islamico.
Beirut (AsiaNews) Tutto il Libano si prepara ad accogliere la visita di Benedetto XVI (14-16 settembre). Si preparano anzitutto i cristiani con incontri diocesani e nazionali fra giovani, coppie, famiglie, ecc. Il Paese brulica di bandiere libanesi e vaticane; lungo tutta l'autostrada che percorre la costa vi sono immagini del pontefice con frasi significative; cartelloni luminosi. Anche nella stampa, tutti i giorni, vi sono articoli di preparazione.

Tutti aspettano la sua parola di pace e di riconciliazione, anche se la situazione in Siria, a pochi passi da qui, è molto tesa. Nonostante ciò il governo sta facendo di tutto per garantire la sicurezza. Il fatto che il viaggio avvenga, che non sia stato rimandato o cancellato, è un elemento importante. Tanti ancora non ci credono, ma io lo confermo e dico: Questo venire di Benedetto XVI è già la prova che il papa sa del pericolo, ma non lo teme. E se dovesse succedere qualcosa - Dio non voglia - significa: Io condivido le vostre preoccupazioni e inquietudini.

In effetti, il pontefice e la Chiesa al Sinodo sul Medio oriente hanno sottolineato che i cristiani di questa regione non devono abbandonare questi luoghi perché "abbiamo una missione qui". Ma se al primo rischio, il papa avesse cancellato il viaggio, sarebbe stata una contro-testimonianza. Invece il papa sembra affermare: La vostra situazione è difficile e lo sappiamo. Ma vogliamo aiutarvi e confermarvi che la vostra presenza è importante. Questo viaggio è un messaggio già per il fatto stesso che avviene.

Anche i musulmani attendono il papa

Vi sono parole di benvenuto al papa anche dalle personalità musulmane. I musulmani non sono indifferenti. La figura del papa e di questo in particolare, è sempre stata una figura pacifica, costruttiva, che predica la comprensione e la riconciliazione, la pace fra musulmani e cristiani. Il Libano poi, è un Paese piccolo e debole ed è contento di essere messo per alcuni giorni sotto i riflettori del mondo.

D'altra parte il Libano è anche il Paese arabo dove c'è più intesa fra cristiani e musulmani. Il fatto che il papa per dire qualcosa al Medio oriente scelga il Libano, significa che questo Paese ha anche una missione. E i musulmani libanesi sono consci di questo. Di fronte a problemi quali la libertà religiosa, la libertà di coscienza, il rapporto con la modernità e l'occidente, essi hanno una posizione molto più moderata e aperta di tutti gli altri musulmani della regione.

In questo settore essi hanno una funzione trainante perchè sostenitori della convivenza. Tale posizione non è neppure facile perché anche in Libano i conflitti possono sorgere per un nonnulla. Vi sono provocazioni che vengono dall'estero: i problemi della Siria, la tensione con l'Iran, i fondamentalisti dalla Giordania o dall'Arabia saudita o del Qatar; i profughi dall'Iraq...

Eppure la comunità libanese mantiene la sua posizione. In questi ultimi anni, poi, i conflitti sono più fra musulmani, fra moderati - la stragrande maggioranza - e le tendenze salafite pur presenti in Libano. E la risposta è sempre per una moderazione, non a favore dell'estremismo. Ieri, durante una gita speleologica a Jaita, nel Metn, abbiamo visto centinaia di famiglie musulmane in visita. Anche loro simpatizzano per la venuta del papa.
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