Da: Avvenire 23 dicembre 2012
Dalle Sorelle Trappiste in Siria...
Lui nasce anche in Siria
Arriva Natale. Anche in Siria, ad Aleppo, a Homs.
Nel nostro villaggio. Si può, quest’anno, con questa guerra fratricida, dirci
buon Natale? Sì, più che mai. Non solo si può, ma è urgente. Prima di tutto
perché ciò di cui facciamo memoria è la venuta di Dio fra gli uomini. Aldilà di
ogni nostra vicenda umana, per quanto tragica sia, questa è la cosa inaudita:
Dio è l’ImanuEl, il Dio con noi.
Questo ci riguarda da vicino, ora.
Non celebriamo il Natale come una favola o un buon
proposito, per dirci quanto sarebbe bello volersi tutti bene. Non lo celebriamo
per dimenticare i nostri morti, per avere almeno per qualche ora il cuore
leggero. Celebriamo il Natale perché guardando quel Bambino in un presepe non
dimentichiamo che proprio Lui è l’Uomo risorto che è disceso in tutti i nostri
inferni. Per liberare tutti i morti senza luce. Per redimerli, e quanto bisogno
di redenzione abbiamo, tutti! Chi uccide e chi è stato ucciso, chi odia, chi
soffre, chi dispera, chi sfrutta, chi non riesce a perdonare, chi fa il furbo,
chi vive solo in superficie.
Celebriamo il Natale perché è già Pasqua, un
passaggio, l’unica via di uscita dalle nostre schiavitù, perché non c’è altra
luce vera, nel mondo, non altra salvezza. Il dolore non va perduto, risorge in
vita nuova. È questa, la Pace sulla terra.
È Natale, in Siria, e non riguarda solo i
cristiani. Perché anche i nostri fratelli musulmani ricordano il Natale di
Gesù. È nel loro Libro sacro, e se anche non lo riconoscono come Dio, lo
venerano come profeta. E proclamano la verginità di sua Madre. Siamo strani,
noi figli di Abramo. Così vicini, così separati.
Si è posata una stella, è discesa.
Mentre costruiamo stazioni spaziali, inviamo sonde
a esplorare l’universo, lanciamo in orbita la nostra vita su twitter, sfuggiamo
sempre di più questo orizzonte basso in cui paure, guerre civili, inflazioni,
corruzione, intolleranza, catastrofi naturali sembrano soffocarci, Qualcuno ci
viene incontro. Egli che fin dall’inizio della creazione si libra più alto di
ogni nostra possibile speranza, è sceso e di nuovo discende in mezzo a noi.
Possiamo invocare una No Fly Zone, una qualche barriera per difenderci. Ma non è
necessario: Egli è inerme. Non ci disturberà, se non lo vogliamo.
Ma sarebbe bello se quest’anno ci procurassimo un
Bambinello.
Anche Piccolo, anche di plastica, non importa. Ma
bello, perché Dio è bellezza. E poi, nel segreto della nostra stanza, lontano
dalla vergogna del mondo, che ci vuole forti e sicuri di noi stessi, nel
silenzio, nel mezzo della notte, appoggiassimo la fronte ai suoi piedi. Forse
ne avremmo un tepore, una pace, che da tempo non conosciamo. Se questa follia
che la fede cristiana proclama, un Dio fatto carne, provassimo una volta a
guardarla da vicino, a considerarla senza pregiudizi o idee scontate...
Forse viaggeremmo anni-luce...
Cantano gli angeli. Cantano, e forse anche
piangono. Perché lo sanno bene, loro: il mondo non si divide mai in buoni e
cattivi. E se noi non possiamo proprio fare a meno di schierarci, almeno
dobbiamo sapere che da qualunque parte guardiamo, piangendo i nostri morti, dall’altra
parte ci sono altrettanti morti e pianti. Dobbiamo essere coscienti che da
tutti i lati dell’umano ci sono speranze, ragioni, odii, sofferenza, coraggio,
ingiustizie, e infine amore.
Magari amore 'sbagliato': ma se c’è un uomo non può
esserci altro se non questo impasto di grandezza e meschinità di cui tutti
siamo fatti.
Gli Angeli però, dall’alto, ci vedono anche belli,
fatti a immagine del Dio Altissimo, fatti per l’Amore 'giusto'.
Cantano, dunque, aldilà di ogni lacrima, la loro
speranza: «Gloria nei cieli, e pace sulla terra agli uomini che Egli ama».
E allora felice anno nuovo.
Che il 2013 porti a noi, in Oriente, la pace, la riconciliazione, il dialogo,
il perdono reciproco. Che a voi porti stabilità, serenità, lavoro. Che a tutti
porti una fede che nutra e trasfiguri la vita.
Le sorelle trappiste
Eu sou brasileira, neta de um sírio-libanês, isto é nascido no líbano de família síria. Dói em mim, católica, neta de um druso, toda esta querra. Agradeço que compartilhem conosco a verdade sobre essa realidade: é Natal porque, sobretudo, já aconteceu a páscoa do Senhor Jesus!!!! Cristo é vivo entre nós! Glória a Deus, Glória!e paz na terra aos homens e mulheres do seu agrado.
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