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mercoledì 15 ottobre 2014

Contro la sopraffazione Isis risvegliare la coscienza dell'Europa (e dell'Italia) cristiana


All'interno della Cattedrale di Bayeux, è allestita una mostra fotografica di Laurent Van der Stockt sulla guerra siriana: « Je veux montrer que ces morts sont des gens comme nous ».   http://blogs.mediapart.fr/blog/michel-puech/091014/les-syriens-du-photographe-laurent-van-der-stockt-en-la-cathedrale-de-bayeux

Intervista a Samaan Daoud, partendo da una affermazione decisamente forte del prelato caldeo Amel Nona, arcivescovo di Mosul. Una affermazione che induce alla riflessione.

di Giuseppe Marasti
da  ECONOMIA ITALIANA

«Le nostre sofferenze di oggi sono il preludio di quelle che subirete anche voi europei e cristiani occidentali nel prossimo futuro. I vostri princìpi liberali e democratici qui non valgono nulla... L'Islam non dice che gli uomini sono tutti uguali. I vostri valori non sono i loro valori. Se non lo capite in tempo, diventerete vittime del nemico che avete accolto in casa vostra». Cosa ne pensa al riguardo?
«Io non condivido pienamente quello che ha detto il vescovo. Direi che è necessario spiegare che c'è un Islam che crede nelle libertà e nel rispetto e un Islam damasceno (siriano) che ha sempre rispettato gli altri. Senza trascurare che c'è un Islam fanatico, quello che io chiamo "Islam Politico"».

L'Italia con Mare Nostrum ha "salvato" quest'anno oltre 130.000 persone. Ma cosa significa ha "salvato"?
«Purtroppo nelle guerre galleggiano la povertà e la malavita. Per cui tanti siriani e non siriani cercano di scappare verso l'Europa, sperando di trovare la salvezza».

Non c'è alcun controllo su chi entra. Potrebbero esserci anche "tagliagole" dell'Isis...
«Certo. La prova è chiara, così come sappiamo che non pochi europei musulmani di seconda generazione sono partiti per combattere con l’Isis. Allora chi ci dice che tra i nuovi arrivi non ci possano essere dei fanatici wahabiti?».

Non le pare che si stia assistendo incredibilmente a una invasione programmata, che l'Italia tra l'altro non è più in grado di sopportare?
«Certo. In primis sappiamo che l'Islam si espande grazie al ventre delle loro donne. Inoltre i musulmani sfruttano il fatto che in Europa c'è libertà di culto, mantenendo le loro strette osservanze religiose grazie alle leggi europee, come il niqab (versione araba del velo integrale)».

Non ritiene che siamo gestiti da politici e burocrati del tutto incapaci, che non riescono a pensare prima di agire?
«Secondo me i politici italiani stanno dimostrando scarsa sensibilità e una scarsa coscienza, avendo perso buona parte dei valori cristiani. Non a caso tanti politici attaccano la Chiesa e la sua moralità».

Come vede il futuro, anche sotto il profilo economico e religioso, dell'Italia e dell'Europa più in generale?
«Non sono esperto di economia, ma parlo di fatti. Prima che la Libia venisse attaccata, l'Italia comprava il 25% del petrolio libico, ora ne acquista circa il 14%. Prima che iniziasse la guerra civile in Siria, l'Italia era il primo partner europeo. Ora invece i rapporti si sono azzerati. Ed è quanto sta succedendo con la Russia. Secondo me l'Italia da un po' di tempo non ha più una politica chiara o indipendente».

Della situazione siriana se ne parla sicuramente meno del dovuto. Fonti bene informate raccontano di non poche stragi di cristiani e di numerose chiese distrutte. Come giustifica l'assenza dell'Occidente?
«1) Perché l'Occidente rincorre i propri interessi, che identifica nell'  "Islam Politico". Idem per la Turchia, dove comandano di fatto i fratelli musulmani, il Qatar e l'Arabia Saudita. Si vede molto bene questa grande alleanza economica e politica.
2) L'Europa ha perso la sua identità Cristiana. Per questo poco importa se i cristiani in Oriente vengono massacrati. Per il Vecchio Continente c'è ora solo il "Dio Denaro"».

La nascita del fantomatico Stato Islamico gestito da terroristi spietati da chi è finanziato? E in quale misura?
«L'Isis è stato creato nel 2004 da Abu Musab al-Zarqawi, di ideologia qaedista, quando gli Stati Uniti hanno invaso l'Iraq. Nel 2012, dopo che gli Stati Uniti si erano ritirati dall'Iraq lasciando un grande vuoto, l'Isis lo ha subito riempito. E così sono entrati in Siria dal confine iracheno, con l'aiuto dei turchi e di altri gruppi islamisti che combattevano sul terreno siriano (Fronte di al-Nusra, Fronte Islamico, Free Syrian Army). In questo modo sono riusciti a prendere la provincia di Raqqa, ma subito dopo questa "organizzazione" ha cacciato via tutti gli altri gruppi ed è rimasta sola nella zona nord-est. Osservando tale scenario, ci si rende conto che l'Isis è stato aiutato anche dagli europei (in modo diretto o indiretto), con il beneplacito dell'America. D'altra parte l'Isis serviva agli occidentali nella guerra contro il governo di Damasco, in quanto dotata di "soldati" disposti a morire per una ideologia. Organizzazione che ha attratto peraltro sunniti da diverse parti del mondo. Non a caso in Siria ci sono jihadisti che provengono da 80 Paesi. Senza trascurare un altro tassello importante: sia l'Isis che altri gruppi islamisti sono finanziati da tutti (Europa, America, Qatar, Arabia Saudita...)».

Chi è che fornisce le armi a questi terroristi?
«La risposta è stata data dagli stessi politici europei, quando Francia, Londra e Stati Uniti hanno detto che bisognava aiutare i ribelli moderati dando loro armi non letali. C'è da ritenere che buona parte del danaro dato a questi moderati sia finito tra le mani dei jihadisti fanatici! Ma di moderati, sin dall'inizio, ce n'erano davvero?».

Mosul ed Arbil sono due cittadine irachene. Com'è la situazione ora?
«La situazione è sempre critica, si vive con la paura. I colpi di mortaio colpiscono i luoghi cristiani perché sono considerati a favore del governo di Assad. Noi cristiani viviamo in pace e stiamo bene con questo governo, possiamo esercitare la nostra fede senza problemi e viviamo in piena libertà religiosa. Ritengo che l'Islam non creda nella democrazia, così come l'Occidente non sembra intenzionato a supportare la democrazia in Siria. In buona sostanza, si vuole dominare il nostro Paese con sistemi musulmani, facendogli indossare un abito che si chiama libertà e democrazia. Per cui al primo vento, come abbiamo visto, l'abito è caduto e ci siamo dovuti confrontare con fanatici che tagliano teste e mangiano cuori».

La Chiesa cosa dovrebbe o potrebbe fare per aiutare i cristiani così ferocemente perseguitati, solo perché tali?
«Purtroppo la Chiesa si sente incapace di raffrontarsi con l'insensibilità politica in atto. Sarebbe quindi opportuno spiegare al popolo cristiano che questa guerra non è contro il "cattivo" Assad e il suo popolo, ma è una guerra contro il "diavolo" che vuole distruggere la Chiesa sia in Medio Oriente che in Europa. "Diavolo" che sta indossando l'abito dell'Islam. Mentre voi europei state subendo la perdita dei valori, soprattutto quelli inerenti la famiglia».

C'è già chi pensa anche alla legge del "contrappasso". Lei in casi estremi sarebbe d'accordo nell'applicarla?
«Io sono contro la possibilità di armare i cristiani in Medio Oriente. In Siria siamo pieni di armi. Armare i cristiani vuol dire farli uccidere tutti, in quanto sarebbe una grossa provocazione contro i musulmani e quindi si favorirebbe altro sangue».

Come si potrebbe fermare questo genocidio, che non ha proprio alcuna ragione?
«1) Prosciugare i fondi a questi gruppi di fanatici. Poi la Turchia deve chiudere il suo confine dal quale arrivano gran parte degli aiuti.
2) Obbligare i Paesi fanatici, come Arabia Saudita e Qatar, a non mandare uomini e quattrini in Siria.
 3) Fare una grossa operazione militare guidata dall'esercito arabo siriano a fronte di una collaborazione mondiale.
4) Muoversi su una politica del perdono e della riconciliazione tra tutti siriani.
5) Puntare su una nuova educazione sociale nella quale tutti i siriani siano uguali e rispettosi della legge.
6) È infine necessario studiare una nuova normativa che permetta al cristiano di essere un cittadino alla pari di un musulmano».

http://m.economiaitaliana.it/it/articolo.php/Samaan-Daoud-la-mia-ricetta-su-un-Islam-piu-liberale-e-contro-la-sopraffazione-Isis?LT=PRIMA&ID=13760