tag:blogger.com,1999:blog-49577154067787290442024-03-17T18:04:22.001+01:00Ora pro SiriaOra Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.comBlogger1764125tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-84300499617145350412024-03-14T18:00:00.002+01:002024-03-14T18:00:00.133+01:00Il 15 marzo la Siria entra nel suo 14° anno di guerra: intervista al nunzio Zenari<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW1UJbaabsk7i9eZ76z01BSqSJ9e636A3hoQPALvR8vBoETHQ2vE_DWrro5gGTQ311tEE842RbRycgAxvFT-4L7tyaRMKIcgwA7nQ6Z0FYGOARCWMSAnUOiwBFpNPg_5brY-ptAtkblIbnLW-LoUdw9yB5W8GJSyfhWOR1q4064sfGYRXZUJnBMgz0zJZX/s500/90%20%25%20dei%20siriani%20sotto%20la%20linea%20della%20povert%C3%A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="261" data-original-width="500" height="167" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW1UJbaabsk7i9eZ76z01BSqSJ9e636A3hoQPALvR8vBoETHQ2vE_DWrro5gGTQ311tEE842RbRycgAxvFT-4L7tyaRMKIcgwA7nQ6Z0FYGOARCWMSAnUOiwBFpNPg_5brY-ptAtkblIbnLW-LoUdw9yB5W8GJSyfhWOR1q4064sfGYRXZUJnBMgz0zJZX/s320/90%20%25%20dei%20siriani%20sotto%20la%20linea%20della%20povert%C3%A0.jpg" width="320" /></a></div><br /><p>di <b>Daniele Rocchi</b>- <b>SIR</b></p><p><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Georgia, serif; font-size: 21px;">“Il prossimo 15 marzo la Siria entrerà nel suo 14° anno di guerra. Punto e a capo. Che altro dire: è una guerra interna, non contro altri Stati, ma che deve fare i conti con altri Paesi che vi si sono inseriti. Oggi in territorio siriano si muovono 5 eserciti stranieri, tra i più potenti al mondo, alle volte in collisione tra loro e ciascuno con il proprio interesse da difendere. Che cosa dobbiamo aspettarci, allora? Lo ripeto sempre: bisogna smettere. Tutto il resto, poi, verrà da sé”.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #222222; font-family: Georgia, serif; font-size: 21px; margin-bottom: 18px; margin-top: 0px;">A parlare al Sir è il card. <strong style="box-sizing: inherit;">Mario Zenari</strong>, dal 2009 nunzio apostolico in Siria, dopo essere stato in Sri Lanka e Costa d’Avorio, Paesi anch’essi segnati da guerre civili. E dipinge un quadro realistico della situazione lo stesso riportato, ad inizio febbraio, da <span style="box-sizing: inherit;">Martin Griffiths</span>, Sottosegretario generale Onu per gli Affari umanitari e coordinatore degli aiuti d’emergenza: “La situazione in Siria è peggiorata – afferma il nunzio – 16,7 milioni di persone necessitano ora di assistenza umanitaria. Parliamo di quasi tre quarti della popolazione, il numero più alto di persone bisognose dall’inizio della crisi. Un aumento del 9% rispetto all’anno precedente. La povertà la vediamo e la tocchiamo con mano ogni giorno. La gente fa fatica a mangiare. Non parliamo poi del campo sanitario: la popolazione non ha medicine. Tutto questo spinge la gente ad emigrare. Statistiche delle Nazioni Unite dicono che ogni giorno lasciano la Siria circa 500 persone. Chi emigra non sono gli anziani ma i giovani e le persone più formate come ingegneri e medici per esempio”. Sarà un caso, rivela il cardinale, “ma la lingua più studiata oggi in Siria è il tedesco, specie tra gli studenti di medicina, perché ancora prima della laurea, chi conosce il tedesco ha la possibilità di trovare lavoro in Germania. La fuga dei cervelli è un’altra bomba che sta colpendo la Siria”.</p><p></p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #222222; font-family: Georgia, serif; font-size: 21px; margin-bottom: 18px; margin-top: 0px;"><cite style="box-sizing: inherit; color: #f5a623; display: block; font-family: abril-display, Georgia, serif; font-size: 20px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 32px; margin: 0px 0px 16px; padding: 10px 0px;">“La coperta si fa ogni giorno più corta. I cinque pani e i due pesci anziché moltiplicarsi diminuiscono anche per i riflessi della guerra a Gaza”.</cite></p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #222222; font-family: Georgia, serif; font-size: 21px; margin-bottom: 18px; margin-top: 0px;"><strong style="box-sizing: inherit;">Quali conseguenze sta avendo in Siria il conflitto di Gaza?</strong><br style="box-sizing: inherit;" />È un incendio divampato alle porte della Siria che provoca raid aerei israeliani. Mai come in questi ultimi tempi abbiamo visto così tanti attacchi aerei, anche in pieno giorno contro obiettivi militari. Neanche durante gli anni di guerra avevamo i mortai che cadevano qui nel centro della Siria. Prima accadeva di notte, ora anche di giorno e vicino alle ambasciate al centro di Damasco. Sul fronte militare la situazione è complicata. Il Governo non vuole scottarsi le dita con questo incendio anche perché non ha la forza di tenere a bada questi 5 eserciti stranieri che operano sul suo territorio.</p><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZs0-CRfnMYG_qLlu42f46_bXSLut9CsdoEvl3Kx-F1xjPhgq3umh2qsZjI3u4IcxXpPIqtAPyFoJ9ijZlqcEtj_S9dTG8lWUHhI9ZvSbQQPte9HCULFo3f8dRPfcOURm1BPA9fc6gyY3ociZf4E8ZhGvuySgpzRQaOGaE0m1QbK2xm4CgtIsd14qyPs9J/s1117/suore%20reparto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="838" data-original-width="1117" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZs0-CRfnMYG_qLlu42f46_bXSLut9CsdoEvl3Kx-F1xjPhgq3umh2qsZjI3u4IcxXpPIqtAPyFoJ9ijZlqcEtj_S9dTG8lWUHhI9ZvSbQQPte9HCULFo3f8dRPfcOURm1BPA9fc6gyY3ociZf4E8ZhGvuySgpzRQaOGaE0m1QbK2xm4CgtIsd14qyPs9J/s320/suore%20reparto.jpg" width="320" /></a></div><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #222222; font-family: Georgia, serif; font-size: 21px; margin-bottom: 18px; margin-top: 0px;"><strong style="box-sizing: inherit;">A proposito di sanità, lei ha promosso, sei anni fa, il progetto ‘Ospedali aperti’ per offrire cure a siriani poveri e malati. Il progetto è gestito sul terreno dall’ong italiana Avsi che coordina le cure nell’Ospedale Italiano e in quello Francese a Damasco, e nell’Ospedale St. Louis ad Aleppo. Quali sono i risultati raggiunti fino ad oggi?</strong><br style="box-sizing: inherit;" />Oltre ai tre ospedali cattolici, il progetto si è ampliato con 5 ambulatori dove i malati possono ricevere cure adeguate ad alcune patologie comuni non gravi. Sono dispensari molto utili alla popolazione e prevediamo di aprirne altri. Gli ultimi dati riferiti al febbraio scorso parlano di circa 141mila malati poveri assistiti in questi sei anni. Appartengono tutti a diverse etnie, fedi e denominazioni. Nelle nostre strutture non facciamo nessuna distinzione. Il settore sanitario in Siria è tra i più colpiti, tantissima gente è malata. Abbiamo attivato anche le parrocchie per assistere i malati più anziani. Un fatto comprensibile visto che tanti giovani sono partiti lasciando i loro anziani qui.</p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #222222; font-family: Georgia, serif; font-size: 21px; margin-bottom: 18px; margin-top: 0px;"><strong style="box-sizing: inherit;"> A maggio, a Bruxelles, è prevista l’ottava Conferenza sul futuro della Siria. Cosa ci si può attendere, visto che la comunità internazionale in questi anni non ha fatto molto per sviluppare un serio processo negoziale?</strong></p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #222222; font-family: Georgia, serif; font-size: 21px; margin-bottom: 18px; margin-top: 0px;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAxh6iTWOw7IsdEkwOeFflnw81p_3ErMmYb9Lj81asaeWR45xwLFM42kBbr-kf7ryeOjv_13mOTv8yNTsyBx4Nu81TBElT99EA5ozJRYHzsJ3vyyth6DNTSwFbSQlipu4ZHnFUOSJQ-UiN2LRXPRGKPdVMyKeEcrv6viKPt4S2F6k27HncW-IgX4-_Mpgc/s846/unnamed.jpg" imageanchor="1" style="background-color: transparent; clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="846" data-original-width="600" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAxh6iTWOw7IsdEkwOeFflnw81p_3ErMmYb9Lj81asaeWR45xwLFM42kBbr-kf7ryeOjv_13mOTv8yNTsyBx4Nu81TBElT99EA5ozJRYHzsJ3vyyth6DNTSwFbSQlipu4ZHnFUOSJQ-UiN2LRXPRGKPdVMyKeEcrv6viKPt4S2F6k27HncW-IgX4-_Mpgc/w142-h200/unnamed.jpg" width="142" /></a>La crisi siriana non si risolve con le elemosine. Occorre la soluzione politica che è stata dimenticata. Quella di Bruxelles è una conferenza di Paesi donatori. Si parla di miliardi, 4, 5, una volta si è arrivati anche a 7. Ringraziamo tutta la comunità internazionale per questo aiuto, e tutti i benefattori che si ricordano della Siria e contribuiscono anche ai progetti delle Chiese. Siamo riconoscenti, ma così non si va da nessuna parte. Ripeto la coperta è sempre più corta: moltiplicare gli aiuti umanitari non basta, serve sbloccare il processo politico in conformità con la Risoluzione Onu 2254 (2015) del Consiglio di Sicurezza che chiede di ‘soddisfare le legittime aspirazioni del popolo siriano, ripristinare la sovranità, l’unità, l’indipendenza e l’integrità territoriale del Paese e creare le condizioni necessarie per il ritorno volontario dei rifugiati in sicurezza e dignità’.</p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #222222; font-family: Georgia, serif; margin-bottom: 18px; margin-top: 0px;"><strong style="box-sizing: inherit; font-size: 21px;"></strong></p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #222222; font-family: Georgia, serif; font-size: 21px; margin-bottom: 18px; margin-top: 0px; text-align: left;"><strong style="box-sizing: inherit; font-size: 21px;"><strong style="box-sizing: inherit;">Ha senso parlare di ricostruzione in un quadro come questo che sta descrivendo?</strong></strong></p><span style="font-size: medium;">Non sto dipingendo un quadro nero ma realistico, che conta oltre mezzo milione di civili morti, tra questi 29mila sono bambini. Circa la metà della popolazione prebellica rimane sfollata all’interno o all’esterno della Siria. Per la ricostruzione è tutto bloccato. Immagini una macedonia dove dentro ci può stare di tutto, anche frutti ammalorati o avvelenati come la corruzione che imperversa, le sanzioni internazionali, i conflitti sparsi nella regione. Aggiungiamoci anche l’oblio, della Siria non parla più nessuno. Il terremoto del 6 febbraio dell’anno scorso aveva risvegliato un po’ di attenzione ma è stato un fuoco di paglia. Ripeto: non bisogna disperare ma questa è la realtà. </span><p></p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #222222; font-family: Georgia, serif; font-size: 21px; margin-bottom: 18px; margin-top: 0px;"><strong style="box-sizing: inherit;">In questa situazione come vive la comunità cristiana?</strong><br style="box-sizing: inherit;" />Le difficoltà non vengono tanto dai casi di persecuzione in ‘odium fidei’ subite durante l’occupazione dello Stato Islamico quanto dal fatto che in questo tipo di conflitti le minoranze sono l’anello più debole della catena. Basti pensare che i 2/3 dei cristiani sono emigrati. Questo esodo sta arrecando gravi danni alla società siriana che viene così a perdere una tradizione millenaria nel campo delle scuole, della sanità, della formazione. Tuttavia abbiamo ancora tre parrocchie nella Valle dell’Oronte (Governatorato di Idlib) controllata dai ribelli islamisti di Hayat Tahrir al-Sham (ex Al Nusra). Come Nunziatura cerchiamo di dare tutto quello che possiamo e coordinare per spartire al meglio questi 5 pani e due pesci. Come si possono sfamare 17 milioni di persone? L’11 marzo ha preso il via il Ramadan e tutta la gente qui, cristiani e non cristiani da 14 anni vivono una ‘Quaresima’ forzata, a causa della mancanza di cibo, medicine, beni primari. La gente ormai non spera più, non ha fiducia. Quando poi muoiono i bambini muore anche la speranza nel futuro.</p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #222222; font-family: Georgia, serif; margin-bottom: 18px; margin-top: 0px;"></p><div class="separator" style="clear: both; font-size: 21px; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6fjDuqP_8kTzBCf3_k9jy0dte3ZnhLXvlPsnshNoi8EvngSkyID412DxjtcJIoj_1yHxnZNX2huBjZZ5d9eghLjkD6yjLyvGMzCRLaH4aG7ZyJOFEqgCDRucNaNrRabWFma3IbKh9OmgTDCYjQ8WHaVsSNfBuYDxRLgg-wzv87T5xDZhqUcrddTM7cqAo/s403/santa%20Tekla%20speco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="302" data-original-width="403" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6fjDuqP_8kTzBCf3_k9jy0dte3ZnhLXvlPsnshNoi8EvngSkyID412DxjtcJIoj_1yHxnZNX2huBjZZ5d9eghLjkD6yjLyvGMzCRLaH4aG7ZyJOFEqgCDRucNaNrRabWFma3IbKh9OmgTDCYjQ8WHaVsSNfBuYDxRLgg-wzv87T5xDZhqUcrddTM7cqAo/s320/santa%20Tekla%20speco.jpg" width="320" /></a></div><strong style="box-sizing: inherit;"><span style="font-size: medium;">Non vede una luce di speranza?</span></strong><br style="box-sizing: inherit;" /><span style="font-size: medium;">L’anno prossimo, nel 2025, celebreremo il Giubileo, che ha per tema “Pellegrini di speranza”. Voglio sperare che la Chiesa viva in comunione anche con tanta gente che non ha più speranza. Non lasciamo morire la speranza e quando il 15 marzo la Siria entrerà nel suo 14° anno di guerra facciamo che possa vedere una luce alla fine del tunnel. Non dimentichiamo la Siria.</span><p></p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #222222; font-family: Georgia, serif; font-size: 21px; margin-bottom: 18px; margin-top: 0px;"><a href="https://www.agensir.it/mondo/2024/03/12/guerra-in-siria-card-zenari-nunzio-la-crisi-siriana-non-si-risolve-con-le-elemosine-serve-soluzione-politica-che-e-stata-dimenticata/">https://www.agensir.it/mondo/2024/03/12/guerra-in-siria-card-zenari-nunzio-la-crisi-siriana-non-si-risolve-con-le-elemosine-serve-soluzione-politica-che-e-stata-dimenticata/</a></p>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-35551587502007571882024-03-11T22:14:00.001+01:002024-03-11T22:17:00.692+01:00Intervista a Jean Francois Thiry ad Aleppo<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIZo6cw8QgevUn4gaCeEjp0CrTwTNkLgwlEqxffc-6qy-7kmZ-ShEcWsNh1SBc6x2BZUdzbvbbmTryK1aLrnLbglnQR4w2rxwy3JuF22vBTj813cQKVbcRnJmDrXq53rrIiSJQ0XYZirMHEgP9Cy04rjW8Km49zRZl7_3UUM7L4_nRum-m53wvJYQHBdfD/s600/siria_terremoto-3.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIZo6cw8QgevUn4gaCeEjp0CrTwTNkLgwlEqxffc-6qy-7kmZ-ShEcWsNh1SBc6x2BZUdzbvbbmTryK1aLrnLbglnQR4w2rxwy3JuF22vBTj813cQKVbcRnJmDrXq53rrIiSJQ0XYZirMHEgP9Cy04rjW8Km49zRZl7_3UUM7L4_nRum-m53wvJYQHBdfD/s320/siria_terremoto-3.png" width="320" /></a></div><p><span face=""Open Sans", sans-serif" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d1d1b; font-size: 18px; font-weight: 700;"><a href="https://www.proterrasancta.org/it/siria-intervista-a-jean-francois/">Associazione Pro Terra Sancta</a></span></p> <span face=""Open Sans", sans-serif" style="background-color: white; color: #1d1d1b; font-size: 18px;">“La situazione è difficile. Noi non risolviamo i problemi della Siria, ma stiamo accanto alle persone. E questo è un importante segno di speranza per tutti”. </span><p></p><p><b style="color: #1d1d1b; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px;">Jean Francois Thiry</b><span face=""Open Sans", sans-serif" style="background-color: white; color: #1d1d1b; font-size: 18px;"> vive ad Aleppo da alcuni mesi per coordinare i progetti di Pro Terra Sancta. In occasione dell’anniversario della guerra che ha devastato la Siria, lo abbiamo intervistato per comprendere la situazione attuale in questa nazione spesso trascurata dai media.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d1d1b; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Jean Francois, rispetto alla crisi umanitaria, c’è stata una ripresa nell’arco degli ultimi mesi da quando sei lì, o la situazione è peggiorata?</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d1d1b; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;">In questi mesi ho incontrato una sola persona che desidera rimanere qui e contribuire al suo paese. Si tratta di un individuo impegnato nell’ambito educativo che ha deciso di non abbandonare la sua terra. Tutti gli altri parlano solo di fuggire e lamentano il peggioramento delle condizioni economiche. Non credo di poter fornire segnali positivi. È vero che si notano alcune attività commerciali riaperte, ma ciò è dovuto principalmente agli sforzi delle chiese locali che si adoperano per sostenere i cristiani. Tuttavia, la situazione macroeconomica è tragicamente precaria, con l’aumento dei prezzi del gas e la mancanza dei servizi essenziali. Risulta estremamente difficile individuare segni di ripresa.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d1d1b; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Qual è l’importanza del lavoro delle chiese se manca la speranza?</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d1d1b; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;">Prima di tutto, il ruolo della Chiesa consiste nel rimanere al fianco della popolazione, soprattutto dei cristiani locali, fornendo loro supporto e non abbandonandoli, soprattutto gli anziani che non possono lasciare il Paese. In secondo luogo, il lavoro delle chiese favorisce la coesione tra le varie comunità religiose. Sebbene si parli di un’ottima intesa tra cristiani e musulmani, bisogna comprendere che ci sono ancora profonde divisioni e risentimenti legati alla storia e alla guerra. Perciò, il nostro impegno rappresenta un gesto di carità che spezza il ciclo dell’odio e del male. Lavoriamo con entrambe le comunità, sia cristiane che musulmane, per promuovere l’apertura e la collaborazione reciproca.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d1d1b; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Il lavoro di Pro Terra Sancta è un segno di speranza?</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d1d1b; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;">I nostri sforzi si concentrano su due fronti: da un lato, sosteniamo la sopravvivenza dei cristiani ad Aleppo, fornendo loro supporto materiale e riparando danni alle abitazioni. Dall’altro, promuoviamo l’interazione e la solidarietà tra le comunità cristiane e musulmane, cercando di superare le barriere culturali e di comprendere reciprocamente le difficoltà che ognuna affronta. È importante mostrare ai cristiani la situazione delle famiglie musulmane, anch’esse gravemente colpite dalla guerra. Questo ci aiuta a consolidare il senso di fratellanza e solidarietà tra le diverse fedi.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d1d1b; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Qual è la percezione della popolazione riguardo a questa guerra interminabile?</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d1d1b; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;">Attualmente, molti ritengono che la guerra sia terminata, ma in realtà le sanzioni economiche impediscono la pace effettiva. Inoltre, vi è una diffusa corruzione interna che ostacola la ricostruzione e il progresso del Paese. La Siria è frammentata, con diverse aree sotto il controllo del governo di Assad, dei curdi o dei turchi. Questa situazione contribuisce ad alimentare l’instabilità e l’incertezza.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d1d1b; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Cosa ti ha spinto ad andare lì e com’è vivere ad Aleppo?</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d1d1b; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;">Nel 2017 ho visitato Damasco e ho incontrato i cristiani siriani, rimanendo colpito dalla loro fede incondizionata. Ho visto persone disposte a sacrificare la propria vita per la loro fede. Da allora, ho nutrito il desiderio di fare qualcosa per sostenere questa comunità. Vivere ad Aleppo è un’esperienza intensa e impegnativa. Mi concentro sull’essere presente e condividere la vita con la popolazione locale. Nonostante le difficoltà, sono stato accolto con affetto e gratitudine, il che mi spinge a continuare il mio lavoro con rinnovato impegno e speranza. Sento una grossa responsabilità anche perché ci sono tante persone che donano per la Siria e vorrei che il loro aiuto arrivi e vada veramente a rispondere ai bisogni che ci sono. Sono veramente molto grato, perché penso che in Europa cominciamo a capire l’importanza che ci sia la comunità cristiana qui, proprio dove san Paolo si è convertito.</p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><b>Un appello ad aiutare chi
piange e chi muore per la follia della guerra</b></span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d1d1b; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgP1huvh7dxV4vJAOFGmlR-Lnk5qIumuHgQg1xNr48-RzpwOjzuPD0EN2A-wSZbCj976vJGuHpabrtKYd-97vmlPodj2PB2JXXY2dF6eDwjQk9wojv2MJpVkPS_-co_NZHLCvNIxHKsSO1oJ_dMvrg9OBdXzP8lgjUStK8_kCIfCp1J3tbWLCIYNXYlNPq2" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="281" data-original-width="500" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgP1huvh7dxV4vJAOFGmlR-Lnk5qIumuHgQg1xNr48-RzpwOjzuPD0EN2A-wSZbCj976vJGuHpabrtKYd-97vmlPodj2PB2JXXY2dF6eDwjQk9wojv2MJpVkPS_-co_NZHLCvNIxHKsSO1oJ_dMvrg9OBdXzP8lgjUStK8_kCIfCp1J3tbWLCIYNXYlNPq2" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Lettera
del Dicastero per le Chiese Orientali ai vescovi di tutto il mondo</b></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>L'annuale
Colletta per la Terra Santa</b></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span style="font-size: small;"><a href="https://www.osservatoreromano.va/it/news/2024-03/quo-057/un-appello-ad-aiutare-chi-piange-e-chi-muore-per-la-follia-della.html">Osservatore Romano</a>, 8
marzo 2024</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span style="font-size: small;">«Grazie a nome di chi
piange e di chi muore per la follia della guerra. Grazie soprattutto
a nome di chi ha perso i suoi bambini o li vede orribilmente
mutilati. Aiutateci ad aiutarli!». Lo scrivono il <b>cardinale Claudio
Gugerotti e padre Michel Jalakh</b> — dell’ordine antoniano maronita,
proprio oggi nominato arcivescovo —, rispettivamente prefetto e
segretario del Dicastero per le Chiese orientali, nella lettera
inviata ai vescovi di tutto il mondo in occasione dell’annuale
colletta del Venerdì santo per la Terra Santa. Eccone il testo.</span></p><p><span style="font-size: 13pt;"><i>«E ora i nostri piedi si
fermano alle tue porte, Gerusalemme». Come avremmo voluto che le
parole del salmo 122 fossero la descrizione di ciò che accade ai
nostri giorni! E invece tanti pellegrini restano lontani dalla città
dei loro sogni, mentre gli abitanti della Terra Santa continuano a
soffrire e a morire. In tutto il mondo risuona il rombo delle armi
portatrici di morte. E non si vede tregua, anche se Dio ci ha
assicurato che «Ogni calzatura di soldato nella mischia e ogni
mantello macchiato di sangue sarà bruciato, sarà esca del fuoco».
Questa è la profezia di Isaia (9, 4). Abbiamo visto e vediamo uomini
in armi spargere sangue e uccidere la vita stessa. Eppure nel
versetto successivo Isaia annunciava che «un bimbo ci è stato
donato... il Principe della pace». Per noi Cristiani quel bimbo è
Gesù, il Cristo, il Dio fatto uomo, il Dio con noi.</i></span></p><p style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;"><span style="font-size: 13pt;"><i>Papa
Francesco non ha mai cessato di manifestare la propria vicinanza a
tutti coloro che sono stati coinvolti nel conflitto in Terra Santa e
di gridare, agli uomini e alle donne di buona volontà, la propria
esortazione a operare per la pace e a rispettare la sacralità di
ogni persona umana. Anche di recente così si è espresso: «Sono
vicino a tutti coloro che soffrono, Palestinesi e Israeliani. Li
abbraccio in questo momento buio. E prego tanto per loro. Le armi si
fermino, non porteranno mai la pace, e il conflitto non si allarghi!
Basta! Basta, fratelli, basta!» (Angelus, 12 novembre 2023).</i></span></p><p style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; padding: 0cm;"><span style="font-size: 13pt;"><i>Il
pellegrinaggio a Gerusalemme ha una storia antica quanto il
cristianesimo, e non solo per i Cattolici. Questo è reso ancora oggi
possibile dall’opera generosa dei Francescani della Custodia di
Terra Santa e dalle Chiese Orientali ivi presenti. Essi mantengono e
animano i santuari, segni della memoria dei passi e delle azioni di
Gesù, testimoni materiali di un Dio che assunse la materia per
salvare noi, fango animato dal soffio dello Spirito. Per la loro
dedizione in quei luoghi si continua a pregare incessantemente per il
mondo intero.</i></span></p><p style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;"><span style="font-size: 13pt;"><i>Fin
dalle sue origini la Chiesa ha coltivato ininterrottamente e con
passione la solidarietà con la Chiesa di Gerusalemme. In epoca
tardo-medievale e moderna, più volte i Sommi Pontefici intervennero
per promuovere e regolamentare la colletta a favore del Luoghi Santi.
L’ultima volta fu riformata dal santo Papa Paolo VI nel
1974 attraverso l'Esortazione Apostolica Nobis in Animo. Anche
Papa Francesco ha spesso sottolineato l’importanza di questo gesto
ecclesiale.</i></span></p><p style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;"><span style="font-size: 13pt;"><i>Cari
fratelli e sorelle, non si tratta di una pia tradizione per pochi.
Ovunque nella Chiesa Cattolica si fa obbligo ai fedeli di offrire il
loro aiuto nella cosiddetta Colletta Pontificia per la Terra
Santa che si raccoglie il Venerdì Santo o, per alcune aree, in
un altro giorno dell’anno. Lo faremo anche quest’anno, sperando
in una vostra particolare generosità.</i></span></p><p style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; padding: 0cm;"><span style="font-size: 13pt;"><i>E
sapete perché? Perché, oltre alla custodia dei Luoghi Santi che
hanno visto Gesù, ci sono, ancora viventi e operanti pur fra mille
tragedie e difficoltà spesso causate dall’egoismo dei grandi della
terra, i cristiani della Terra Santa. Molti nella storia sono morti
martiri per non veder recise le radici della loro antichissima
cristianità. Le loro Chiese sono parte integrante della storia e
della cultura d’Oriente.</i></span></p><p style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; padding: 0cm;"><span style="font-size: 13pt;"><i>Ma
oggi molti di loro non ce la fanno più e abbandonano i luoghi dove i
loro padri e le loro madri hanno pregato e testimoniato il Vangelo.
Lasciano tutto e fuggono perché non vedono speranza. E lupi rapaci
si dividono le loro spoglie.</i></span></p><p style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;"><span style="font-size: 13pt;"><i>I
cristiani di Iraq, Siria, Libano e di tante altre terre si rivolgono
a noi e ci chiedono: «Aiutateci a diffondere ancora in Oriente il
buon profumo di Cristo» (2 Cor 2, 15).</i></span></p><p style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; padding: 0cm;"><span style="font-size: 13pt;"><i>Io
mi rivolgo a voi perché il loro grido non resti inascoltato e il
Santo Padre possa sostenere le Chiese locali a trovare nuove vie,
occasioni di abitazione, di lavoro, di formazione scolastica e
professionale, perché rimangano e non si perdano nel mondo
sconosciuto di un Occidente, così diverso dal loro sentire e dal
loro modo di testimoniare la fede. Se partiranno, se a Gerusalemme e
in Palestina lasceranno i loro piccoli commerci destinati ai
pellegrini che non vi si recano più, l’Oriente perderà parte
della sua anima, forse per sempre.</i></span></p><p style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; padding: 0cm;"><span style="font-size: 13pt;"><i>Fate
che sentano il cuore solidale della Chiesa!</i></span></p><p style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; padding: 0cm;"><span style="font-size: 13pt;"><i>Alle
Chiese locali, ai Francescani, ai tanti volontari della carità, veri
figli della pace, testimoni del Principe della pace, esprimo il
grazie di Papa Francesco, come pure a tutti voi, per la vostra
preghiera e il vostro contributo per la Terra Santa e per tutti
coloro che vi abitano.</i></span></p><p style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; padding: 0cm;"><span style="font-size: 13pt;"><i>Il
Signore vi benedica e vi ricompensi. Grazie anche a ciascuno dei
Vescovi che terranno a cuore questa santa iniziativa.</i></span></p><p style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; padding: 0cm;"><span style="font-size: 13pt;"><i>Grazie
a nome di chi piange e di chi muore per la follia della guerra.
Grazie soprattutto a nome di chi ha perso i suoi bambini o li vede
orribilmente mutilati. Aiutateci ad aiutarli!</i></span></p><p style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; padding: 0cm;"><span style="font-size: 13pt;"><i>Il
Signore vi benedica di una larga benedizione e consolazione.</i></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMkrkW1A4Bdd-th7jdFVmEZ8bDsHZXaKVKmMkP_5-55JS13iC8IWGq0-cId-ABmeMbFlMQzncLzhbTJAB6LoW5I2taPotCBKPxLc-kWAHgEer7VjP6n8UPkFoKZkcUW-OOkezhaSJMTvhH4_NwzDLi9bzLpVoitTH7aN-TY0Uk0e9HZ9euctDhpy30XnjG/s480/portare%20la%20croce.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="309" data-original-width="480" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMkrkW1A4Bdd-th7jdFVmEZ8bDsHZXaKVKmMkP_5-55JS13iC8IWGq0-cId-ABmeMbFlMQzncLzhbTJAB6LoW5I2taPotCBKPxLc-kWAHgEer7VjP6n8UPkFoKZkcUW-OOkezhaSJMTvhH4_NwzDLi9bzLpVoitTH7aN-TY0Uk0e9HZ9euctDhpy30XnjG/s320/portare%20la%20croce.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;"></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><b><span style="font-size: small;">Per mantenere un
legame con i cristiani del Medio Oriente </span></b></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><b><span style="font-size: small;"> </span><span style="text-align: center;">Iniziativa voluta dai
Pontefici</span></b></p><p></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;"></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">La “Colletta per la
Terra Santa” nasce dalla volontà dei Pontefici di mantenere forte
il legame tra tutti i Cristiani del mondo e i Luoghi Santi. È la
fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge
intorno ai Luoghi Santi e lo strumento che la Chiesa si è data per
mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente. Nei
tempi più recenti, Papa Paolo vi, attraverso l’Esortazione
apostolica Nobis in Animo (25 marzo 1974), diede una spinta decisiva
in favore della Terra Santa, da Lui visitata nello storico
pellegrinaggio del 1964. </span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">La Custodia Francescana
attraverso la Colletta può sostenere e portare avanti l’importante
missione a cui è chiamata: custodire i Luoghi Santi, le pietre della
memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra
Santa, attraverso tante attività di solidarietà, come ad esempio il
mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali,
sanitarie e sociali. </span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">I territori che
beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla
Colletta sono: Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro,
Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">…<span style="font-size: small;">..</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">In Siria la situazione è
molto più grave, vista la condizione precaria in cui versava il
Paese già prima del terremoto. Il Dicastero, in collaborazione con
la nunziatura apostolica in Siria, ha fatto un appello per sostenere
la popolazione colpita dal terremoto. Il Comitato di Emergenza della
Chiesa in Siria ha preparato un progetto a sostegno delle famiglie in
difficoltà per affrontare l’inverno nel miglior modo possibile. Le
regioni che ne beneficeranno sono quelle di Aleppo e Lattakia. I
beneficiari totali del progetto sono circa 7.000 persone e il budget
totale è di un milione di us$ per una durata di 9-12
mesi. Il Dicastero, su richiesta del rappresentante pontificio in
Siria, ha finora trasferito seicentomila us$ a questo scopo. </span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Lo scoppio della guerra in
Gaza, dopo gli avvenimenti del 7 ottobre scorso, ha paralizzato la
Terra Santa. La mancanza di pellegrini e turisti ha messo in
difficoltà migliaia di famiglie. Il Dicastero sta seguendo lo
sviluppo della situazione, dimostrando la propria vicinanza
attraverso la delegazione apostolica a Gerusalemme, il Patriarcato
Latino e la Custodia di Terra Santa. Il Santo Padre ha l’intenzione
di realizzare un progetto con finalità umanitarie in Gaza o
Cisgiordania che possa aiutare la popolazione a riprendere una vita
più dignitosa e che possa creare opportunità di lavoro, a guerra
finita. Questo progetto potrebbe essere realizzato con le offerte dei
fedeli di tutto il mondo che partecipano alla Colletta per la Terra
Santa. </span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><b>COME DONARE: </b></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><a href="https://www.collettavenerdisanto.it/sostienici/">https://www.collettavenerdisanto.it/sostienici/</a><br /></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><a href="https://www.proterrasancta.org/it/come-sostenerci/#offline">https://www.proterrasancta.org/it/come-sostenerci/#offline</a><br /></p><p></p></div>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-53709447388379176942024-03-07T19:30:00.001+01:002024-03-07T19:30:00.131+01:00Sulla via della Croce<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhF3BFz09sTlDQbfZR2v_dJ1k51FLXf7jUH8PkrYpvrtaOEHEv3bUHLHlvH2YatP24f78v40P8JeuQ79ya5b6y3YlxG2QGAguQd89lmzsP8u9tVhqUp4lWOsNFKEluTFZm-oZ0ZdsQQBDS3pvPcd_ksdo_NiZs2IQF9oIUl3x7EUDMOQFgyJgkGsBA10ZIx/s2048/via_crucis_24_mar_23-29.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1152" data-original-width="2048" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhF3BFz09sTlDQbfZR2v_dJ1k51FLXf7jUH8PkrYpvrtaOEHEv3bUHLHlvH2YatP24f78v40P8JeuQ79ya5b6y3YlxG2QGAguQd89lmzsP8u9tVhqUp4lWOsNFKEluTFZm-oZ0ZdsQQBDS3pvPcd_ksdo_NiZs2IQF9oIUl3x7EUDMOQFgyJgkGsBA10ZIx/s320/via_crucis_24_mar_23-29.jpg" width="320" /></a></div> <br /><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://www.osservatoreromano.va/it/news/2024-03/quo-052/un-ingiusta-condanna.html">OSSERVATORE ROMANO</a> </span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">di padre Francesco Patton </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La
strada che a Gerusalemme sale dal Santuario della Flagellazione fino
al Santo Sepolcro è chiamata la Via Dolorosa. È la strada che il
Signore Gesù ha percorso dal luogo in cui è stato condannato a
morte fino al luogo in cui è stato crocifisso, è morto, fu sepolto
ed è risorto. Noi percorriamo questa stessa strada ogni venerdì
dell’anno, ma in modo particolarmente solenne nei venerdì di
Quaresima. Lo facciamo in mezzo al disinteresse dei passanti e alle
grida dei venditori, passando in mezzo alle pattuglie che presidiano
le vie della Città Vecchia e sfiorando chi forse nasconde, pronto a
colpire, un coltello tra le pieghe della veste; fra lo strepito degli
altoparlanti e gli sputi di chi crede di render gloria a Dio
disprezzando i suoi simili: proprio come nell’unico Venerdì Santo
della storia dell’umanità e di questa città. </span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><div class="separator" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiz_NszsZJeC7rEdjBur8FTtE49b1FqBY1Vcfl8WB0_vW-hMiG9dIjnG1RYKLHGKM4hUIUw8Trygcg1jwSw1AMbOLkumxdRgoNrdohXD8YQwBNDz_zs_KVYzAVhzAhu-a0hQynbdyjDMDCxWxkE2LwDoTHt1qf59l3y2r1HMB6KR_QEFUuHsv7JZ6u3Hv4f" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1152" data-original-width="2048" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiz_NszsZJeC7rEdjBur8FTtE49b1FqBY1Vcfl8WB0_vW-hMiG9dIjnG1RYKLHGKM4hUIUw8Trygcg1jwSw1AMbOLkumxdRgoNrdohXD8YQwBNDz_zs_KVYzAVhzAhu-a0hQynbdyjDMDCxWxkE2LwDoTHt1qf59l3y2r1HMB6KR_QEFUuHsv7JZ6u3Hv4f" width="320" /></a></div><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Qualche
pio pellegrino si irrita per questo, qualcun altro si lamenta che è
impossibile provare devozione. Eppure, questa è la Via Crucis più
autentica e realistica che possiamo sperimentare: seguire Gesù
Cristo non nel silenzio asettico di una chiesa ma in mezzo al rumore
della vita quotidiana, non circondati da gente devota ma da persone
che hanno ormai perso per strada la nozione del Dio misericordioso e
fedele. Per me non c’è Via Crucis più bella e più autentica di
questa, che mi educa a seguire le orme di Cristo nella vita di tutti
i giorni, in mezzo alle distrazioni e alla confusione, tra
l’indifferenza e il disprezzo, perché così è la vita di ogni
cristiano gettato in questo mondo come testimone della luce che
brilla nelle tenebre e dell’amore che prevale sul male.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questa
Via Crucis rumorosa e confusionaria è la metafora della vita
cristiana e vorrei davvero riuscire in ogni occasione e ogni giorno a
portare la mia croce e seguire Gesù Cristo sulla strada che sale
fino al Calvario, e discende fino all’abisso della morte, per
vedere spalancarsi, ma soltanto alla fine, le porte del Paradiso. </span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEioKaGqT07oR6qU8McK0e2G4EabKi6uDbdGvOLzi3y7s6D-XZOSEE96LKTpDNSw99AqrSV-cN4dxo5xCUAxsWyYeLxUijg2QQknFhG-yrwVXxUbvKnoMtszRkWv9ucyoHMFsq_4vgrgt-RkIgcBiRNE1cxYz_gJmp9iMgLtvt6Fh04Q-12Rjzqear-HaUni" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1151" data-original-width="2048" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEioKaGqT07oR6qU8McK0e2G4EabKi6uDbdGvOLzi3y7s6D-XZOSEE96LKTpDNSw99AqrSV-cN4dxo5xCUAxsWyYeLxUijg2QQknFhG-yrwVXxUbvKnoMtszRkWv9ucyoHMFsq_4vgrgt-RkIgcBiRNE1cxYz_gJmp9iMgLtvt6Fh04Q-12Rjzqear-HaUni" width="320" /></a></div></div><br /><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Negli
incontri fatti in questi anni con i giovani cristiani della Terra
Santa è quasi sempre emersa una domanda: «Perché, anziché
andarcene via, dovremmo rimanere qui in questa terra dove sembra che
per noi non ci sia alcun futuro?». Mentre i pellegrini pensano che
sia una grazia il poter venire in Terra Santa e il potersi fermare a
lungo, magari per tutta la vita, per molti cristiani che ci vivono
l’essere nati in Terra Santa sembra quasi una condanna, perché
devono spesso sopportare una doppia discriminazione: quella di essere
palestinesi e quella di essere cristiani. </span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Negli
ultimi cinquant’anni le comunità cristiane del Medio Oriente (i
cui membri sono i discendenti delle prime comunità cristiane, quelle
dalle quali anche noi abbiamo ricevuto il dono del Vangelo) hanno
visto ridursi progressivamente il numero dei loro membri a causa di
guerre che hanno condannato molti a lasciare il proprio paese per
cercare un futuro altrove: è successo in Palestina, poi in Libano,
in Iraq, in Siria, in Egitto e ora di nuovo in Israele e in
Palestina.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Anche
in questo caso, come nell’ora della condanna di Gesù, c’è chi
se ne lava le mani. Non il povero Pilato trovatosi un giorno
costretto a prendere una decisione e a emettere un giudizio che era
al di là delle sue capacità. Oggi Pilato non è un individuo, ma un
soggetto collettivo che ha il volto degli organismi internazionali
paralizzati nella loro stessa struttura, dei potentati economici
anonimi eppure capaci di condannare all’estinzione intere
popolazioni in nome del profitto, di un sistema comunicativo che di
nuovo si chiede con cinismo «Cos’è la verità?», senza però
cercare la risposta a questa domanda decisiva.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Eppure
anche oggi trovarsi al posto di Gesù nel subire un’ingiusta
condanna non è una fatalità o una maledizione, è la chiamata a
seguire le sue orme, a prolungare nella storia la sua testimonianza
alla Verità, per la salvezza del mondo.</span></p>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-55179958069660234592024-03-02T15:36:00.005+01:002024-03-02T15:36:55.878+01:00I Patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme rilasciano una dichiarazione sui recenti attacchi contro la folla radunata per ricevere aiuti umanitari<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjOezLh6xHGBgZYr4BqBHnfqf-ZYqw475MArbOz61tOWHdhsnWpjE54Mn4WJjdpjAV3Y6TiCaCMpzhQpRRP4Zm_aWhrvjJUhOmL1bvpbJ63fJ-OS068zaOkA_LfwLtx4HeTvpbl1mEWYwvez-ueQtpptAx0uioSwMXks_pNlt-AVry4U-BedZsgtSpZ49UB" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="780" data-original-width="1170" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjOezLh6xHGBgZYr4BqBHnfqf-ZYqw475MArbOz61tOWHdhsnWpjE54Mn4WJjdpjAV3Y6TiCaCMpzhQpRRP4Zm_aWhrvjJUhOmL1bvpbJ63fJ-OS068zaOkA_LfwLtx4HeTvpbl1mEWYwvez-ueQtpptAx0uioSwMXks_pNlt-AVry4U-BedZsgtSpZ49UB" width="320" /></a></div><p></p><p>Patriarcato Latino di Gerusalemme, 1 marzo 2024</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #660000; font-size: 13pt;"><i>Nelle
prime ore del mattino di giovedì 29 febbraio, secondo testimonianze
oculari, le forze israeliane nel sud-ovest della città di Gaza hanno
aperto il fuoco su folle di civili che cercavano di ricevere sacchi
di farina per sfamare le loro famiglie affamate. La carneficina che
ne è seguita ha causato la morte di più di cento gazawi e altre
centinaia di feriti gravi. I medici presenti sul posto e gli ospedali
ricoveranti hanno riferito che la maggior parte di loro è stata
uccisa o ferita da colpi di arma da fuoco, mentre alcuni sono stati
vittime dopo essere stati calpestati dalla folla in preda al panico o
colpiti dai camion dei soccorsi che fuggivano dalla orribile scena. </i></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #660000; font-size: 13pt;"><i>Sebbene
i portavoce del governo abbiano inizialmente cercato di negare il
coinvolgimento dei soldati in questo incidente, il Ministro della
Sicurezza Nazionale israeliano non solo ha elogiato i combattenti
dell'IDF per aver agito in modo "eccellente", ma ha anche
tentato di incolpare le vittime della loro stessa fine, accusandole
di aver cercato di fare del male a soldati pesantemente armati. Ha
poi attaccato la consegna di aiuti umanitari a Gaza, sostenendo che
dovrebbe cessare. </i></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #660000; font-size: 13pt;"><i>Questo
desiderio dichiarato è già diventato una dura realtà per il mezzo
milione di persone rimaste a Gaza Città, dove le consegne di aiuti
si sono quasi fermate a causa delle pesanti restrizioni all'ingresso
e della mancanza di scorta di sicurezza per i convogli.</i></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"> <span style="color: #660000; font-size: 13pt;"><i>I
funzionari umanitari hanno avvertito così spesso della carestia
indotta dall'assedio nel nord di Gaza che i governi stranieri di
buona volontà sono stati costretti come ultima risorsa a condurre
lanci aerei umanitari. Tuttavia, questi offrono solo una minima parte
del soccorso necessario per una popolazione civile residua superiore
a quella di Tel Aviv, la seconda più grande città di Israele. </i></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><i><span style="color: #660000;"><span style="font-size: 13pt;">All'indomani
degli orribili eventi di ieri e del loro crudele contesto, Noi, i
Patriarchi </span><span style="font-size: 13pt;">e
i capi delle Chiese di Gerusalemme, condanniamo questo attacco
sconsiderato contro civili innocenti e chiediamo che le parti in
guerra raggiungano un cessate il fuoco immediato e prolungato che
consenta la rapida distribuzione dei soccorsi in tutta la Striscia di
Gaza e l'attuazione di un rilascio negoziato di coloro che sono
detenuti come prigionieri e prigioniere. </span></span></i></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #660000; font-size: 13pt;"><i>Nell'esprimere
queste suppliche a nome di tutti gli innocenti che soffrono a causa
della guerra, noi trasmettiamo le nostre speciali preghiere di
sostegno alle comunità cristiane di Gaza sotto la nostra cura
pastorale. Tra queste, gli oltre 800 cristiani che si sono rifugiati
nelle chiese di San Porfirio e della Sacra Famiglia a Gaza City da
quasi cinque mesi. Allo stesso modo estendiamo le stesse espressioni
di solidarietà all'intrepido personale e ai volontari dell'Ospedale
Ahli, gestito dagli anglicani, e ai pazienti che servono. </i></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #660000; font-size: 13pt;"><i>Nel
lanciare questo appello, la nostra speranza finale è che la fine
delle ostilità, il rilascio dei prigionieri e la cura degli oppressi
aprano un orizzonte per serie discussioni diplomatiche che portino
finalmente a una soluzione giusta e duratura qui nella terra in cui
nostro Signore Gesù Cristo ha preso per primo la sua croce in nostro
favore. Possa Dio concedere a tutti noi la sua grazia mentre
cerchiamo di realizzare questa visione pasquale piena di speranza.</i></span></p><p>
</p><p style="margin-bottom: 0cm;"> <span style="color: #660000; font-size: 13pt;"><b><i>I
Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme</i></b></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #660000; font-size: 13pt;"><b></b></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #660000; font-size: 13pt;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEji6g40xQeu3BL7YbbGGDYbQ-ZDhB3PtT0MYjZ5HGaPrCoWFu-AbMWiajsXVguk_f0ES6X1_v1VSU-VnX5nkujERpANX2JBI6pZsCp4ef5dvtJM56maNAmANkCffAMm3_8_ht9frlv0xbseJb7_O-GA6xeuKWx22HKeOcT1LjpQ3aRlDjdr7acwSqpS3bDw/s1755/hoc-statement-on-the-recent-attack-on-crowds-gathering-to-receive-humanitarian-aid-page-0001.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1755" data-original-width="1242" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEji6g40xQeu3BL7YbbGGDYbQ-ZDhB3PtT0MYjZ5HGaPrCoWFu-AbMWiajsXVguk_f0ES6X1_v1VSU-VnX5nkujERpANX2JBI6pZsCp4ef5dvtJM56maNAmANkCffAMm3_8_ht9frlv0xbseJb7_O-GA6xeuKWx22HKeOcT1LjpQ3aRlDjdr7acwSqpS3bDw/w226-h320/hoc-statement-on-the-recent-attack-on-crowds-gathering-to-receive-humanitarian-aid-page-0001.jpg" width="226" /></a></b></span></div><p></p><p><a href="https://lpj.org/en/news/hoc-statement-on-the-recent-attack-on-crowds-gathering-to-receive">https://lpj.org/en/news/hoc-statement-on-the-recent-attack-on-crowds-gathering-to-receive</a><br /></p>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-45936484811288500112024-02-29T10:00:00.005+01:002024-02-29T10:00:00.139+01:00La regina siriana che sfidò Roma<p><br /></p> <div style="text-align: center;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/QjQyKkFKw08?si=zeJa59Ylc7aWnC2I" title="YouTube video player" width="560"></iframe></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: left;"><div><i>"La regina Zenobia di Palmira (240-274 d.C. circa) si trovò ad affrontare un vuoto di potere dopo la morte del marito e la disintegrazione del potere romano nel Vicino Oriente. Per garantire la stabilità della regione, creò un impero palmireno che inglobò la maggior parte del Vicino Oriente romano, dall'Anatolia all'Egitto. Zenobia era una monarca colta che incoraggiava i movimenti intellettuali a corte e governava i sudditi multilingue e multietnici con equità e tolleranza. Tuttavia, dopo aver governato solo per un breve periodo, questa dinamica monarca femminile cadde di fronte a un impero romano risorgente."</i></div><div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgkOcwZ3PdBw-Ha7XMWfaZ642HKFGjG7yOd2s3paWGa9DgqC4l9l0CH8ajXRIYpESxQ9NBvVNN0284Ze3MTSLbukIjJQVVu9e0NdNxK3qzm6sS6Q3WCSnvl41qRXb5Dt2pdfgXTF1flgRHEGFFfopiNrks2o-h7tAldiJbzdY2jTw9hTEDyMQaCd4rHy8w1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="600" data-original-width="806" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgkOcwZ3PdBw-Ha7XMWfaZ642HKFGjG7yOd2s3paWGa9DgqC4l9l0CH8ajXRIYpESxQ9NBvVNN0284Ze3MTSLbukIjJQVVu9e0NdNxK3qzm6sS6Q3WCSnvl41qRXb5Dt2pdfgXTF1flgRHEGFFfopiNrks2o-h7tAldiJbzdY2jTw9hTEDyMQaCd4rHy8w1" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="text-align: left;"><i>Rovine di Palmira, Siria</i></span></td></tr></tbody></table></div><div><br /></div><div><div><span style="font-size: medium;">Palmira era un'antica città semitica, la cui popolazione era composta da elementi amorrei, aramei e arabi. La lingua locale era un dialetto dell'aramaico, anche se il greco era ampiamente parlato. La cultura greco-romana esercitò una grande influenza, soprattutto nell'arte e nell'architettura, accanto alle influenze locali semitiche e mesopotamiche. Gran parte della ricchezza di Palmira, che era notoriamente ricca, derivava dalle carovane commerciali che si muovevano lungo la Via della Seta. Palmira controllava il percorso desertico della Via della Seta e i suoi mercanti erano attivi fino all'Afghanistan e al Golfo Persico.</span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">Nel I secolo d.C., Palmira entrò a far parte della provincia romana di Siria, anche se ricevette una scarsa sorveglianza romana. Sotto la dinastia dei Severi (193-235 d.C.), Palmira passò da città-stato a monarchia. I Severi favorirono Palmira, concedendole privilegi, una guarnigione romana e persino visite imperiali. Allo stesso tempo, i conflitti tra Roma e le dinastie persiane dei Parti e dei Sassanidi costrinsero Palmira a investire nelle proprie difese e ad assumere un ruolo militare più attivo.</span></div></div><div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiP1oBM7dSTEBdmwGEG9ZtljicG_gF1ZYaYPrMrg3kMgPz91brircAOoZzXXfHpXkELYfoMWCQI6QALdHMWgNrr1oT_ERP8XrGQOCR5hFeag602uCV_CrK077TgDRW9CkrAlr2ubatYFUQWvqO3f5L6e4Cif_1ZLqCTbB1mLUvSmlMYuCe3jGPQz7Re6Wtm" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="800" data-original-width="616" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiP1oBM7dSTEBdmwGEG9ZtljicG_gF1ZYaYPrMrg3kMgPz91brircAOoZzXXfHpXkELYfoMWCQI6QALdHMWgNrr1oT_ERP8XrGQOCR5hFeag602uCV_CrK077TgDRW9CkrAlr2ubatYFUQWvqO3f5L6e4Cif_1ZLqCTbB1mLUvSmlMYuCe3jGPQz7Re6Wtm" width="185" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Rilievo funerario palmireno raffigurante un fratello e una sorella, 114 d.C., Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo<br /></i><br /><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">Si sa poco della prima parte della vita di Zenobia e molto di ciò che è riportato nelle fonti è poco attendibile. Zenobia nacque da una nobile famiglia palmirena intorno al 240 d.C. e, come si addiceva al suo status, ricevette un'ampia istruzione che le permise di parlare correntemente non solo l'aramaico, ma anche l'egiziano, il greco e il latino. Poiché non era raro che le famiglie nobili di Palmira si sposassero tra loro, è probabile che fosse una lontana parente della famiglia regnante. Da giovane, secondo le fonti, il suo hobby preferito era la caccia.</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">Al di là di questo, molto di ciò che sappiamo sulle origini di Zenobia e sulla sua infanzia deriva da testimonianze linguistiche, numismatiche ed epigrafiche. Il nome Zenobia si traduce dal greco come "colei la cui vita deriva dal greco". Il suo nome nativo palmireno era Bat-Zabbai, ovvero "figlia di Zabbai", che potrebbe essere stato reso come Zenobia in ossequio ai suoi sudditi di lingua greca. Possedeva anche un gentilicium romano, o cognome, che era Septimia. Un'iscrizione si riferisce a lei come Septimia Bat-Zabbai, figlia di Antioco. Poiché Antioco non era un nome comune tra i palmireni, si è ipotizzato che si tratti di un riferimento ad antenati reali o immaginari appartenenti alle dinastie seleucide o tolemaica.</span></div><div style="text-align: left;"><div><span style="font-size: medium;">All'età di quattordici anni, Zenobia si sposò con Odaenato, signore di Palmira, e divenne la sua seconda moglie. Odaenato fu eletto signore dal consiglio cittadino per rafforzare l'esercito e difendere le rotte commerciali di Palmira dall'invasione persiana. Si ritiene che Zenobia abbia accompagnato Odaenato in molte delle sue campagne militari, il che avrebbe sollevato il morale delle truppe e le avrebbe permesso di acquisire sia influenza politica che esperienza militare. Entrambe le cose le sarebbero state utili in seguito nella sua carriera.</span></div><div><span style="font-size: medium;">Non è chiaro quanti figli abbia avuto Odaenato dalla prima moglie; si conosce solo un figlio, Hairan I, che divenne co-regnante. Si sa invece che Zenobia e Odaenato ebbero almeno due figli: Vaballathus e Hairan II. È possibile che abbiano avuto altri due figli di nome Herennianus e Timolaus, ma è probabile che si tratti di confusioni o di vere e proprie invenzioni.</span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">Odaenato era un fedele vassallo di Roma e, quando fu chiamato, mobilitò le sue forze per assistere l'imperatore romano Valeriano nel tentativo di contrastare l'invasione persiana sassanide di Shapur I nel 260 d.C.. La battaglia che ne risultò fu un disastro per i Romani e Valeriano fu catturato; sarebbe morto in prigionia. Odaenato ebbe un successo ben maggiore. Nel 260 d.C. espulse i Persiani dal territorio romano, sedò una ribellione in Oriente per conto dell'imperatore romano Gallieno nel 261 d.C. e lanciò un'invasione che lo portò alle mura della capitale persiana nel 262 d.C.. Per i suoi sforzi, Odaenato ottenne molti titoli e un'ampia autorità sulle province romane dell'est e si fece incoronare Re di Palmira e Re dei Re, un titolo tradizionale persiano.</span></div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhl6_a6fIi6zraFduHj1JMyCndiReB-I86sILkc7YU1dC-9nkdP3M7wfjOOBqjmG4Jt6YiU_W7S-ryTKInEwSgb0etqUoCGO71q4RfcbU8W9a8NL7VJDlyi1Li79EDD5Hyrik_F_F1u0IMEUgUUKDH_U88Qe1Xfv7_f77YRsk1KxODOv-rQXKuapaUopr3s" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="509" data-original-width="800" height="204" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhl6_a6fIi6zraFduHj1JMyCndiReB-I86sILkc7YU1dC-9nkdP3M7wfjOOBqjmG4Jt6YiU_W7S-ryTKInEwSgb0etqUoCGO71q4RfcbU8W9a8NL7VJDlyi1Li79EDD5Hyrik_F_F1u0IMEUgUUKDH_U88Qe1Xfv7_f77YRsk1KxODOv-rQXKuapaUopr3s" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Rilievo di Shapur I che riceve la resa di Filippo e la cattura di Valeriano, Naqš-e Rustam, 260-72 d.C.</i><br /><br /><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">Poiché Roma era squassata da guerre civili, usurpazioni, invasioni e declino economico, c'era poco da fare se non cercare di gestire Odaenato e mantenere la sua posizione subordinata. Odaenato assicurò la pace e la stabilità in almeno una parte dell'impero, fino al 266 d.C.. Mentre tornava da una campagna in Anatolia, lui e Hairan I furono assassinati. Alcuni hanno ipotizzato il coinvolgimento di Zenobia, ma molte erano le motivazioni per assassinare Odaenato, sia da Romani che da Persiani.</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: center;"><b><i><span style="font-size: medium;">Zenobia conquista l'Oriente</span></i></b></div><div style="text-align: left;"><div><span style="font-size: medium;">Con l'assassinio di Odaenato, Zenobia divenne reggente di Palmira per conto del figlio Vaballathus. Zenobia si mosse rapidamente per consolidare il potere in tutto l'Oriente, con grande disappunto dei funzionari romani. Con i Romani distratti da ulteriori invasioni in Europa, Zenobia, nel 270 d.C., si mosse per schiacciare i suoi rivali. La Siria fu facilmente sottomessa, insieme alla Mesopotamia settentrionale e alla Giudea. Il governatore romano dell'Arabia affrontò i palmireni, ma fu ucciso in battaglia. L'Egitto oppose maggiore resistenza, ma fu anch'esso conquistato; una campagna poco documentata portò l'Anatolia centrale sotto il controllo di Zenobia. </span></div><div><span style="font-size: medium;">Zenobia e i palmireni, tuttavia, si guardarono bene dal spingersi troppo oltre, continuando a presentare Vaballathus come un subordinato dell'imperatore romano. Il suo obiettivo era apparentemente quello di far riconoscere Vaballathus come partner imperiale nella metà orientale dell'impero. L'esistenza di un accordo formale tra Roma e Palmira non è chiara. È possibile che il successore di Gallieno, Claudio Gotico, abbia raggiunto una sorta di accordo, ma egli morì nel 270 d.C. e gli succedette Aureliano. Zenobia coniò monete con le immagini di Aureliano come imperatore e Vaballathus come re, il che suggerisce una sorta di accordo. Tuttavia, Aureliano aveva bisogno di spedizioni di grano dall'Egitto per far fronte alla crisi di Roma in Europa; quindi, da parte sua, qualsiasi accordo poteva essere solo un espediente per guadagnare tempo.</span></div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhVIRNjqAF-IkkxsyFdcD97s9-8b24Hz_85yV5BFw-5Y95kjSQv-p9tG1dDJgd35VGPVSLt4G_EhLtXttQJ8c63Nj75seihoYTtWJ28PLIl3FPzsChaw8EBJBMYWaQ-d-55A-orYLdEGsHnDvOeyjHJpKrqaURYRMg4zNwcVJkHvaDH_TvWIjqEAOhjONOr" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1024" data-original-width="850" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhVIRNjqAF-IkkxsyFdcD97s9-8b24Hz_85yV5BFw-5Y95kjSQv-p9tG1dDJgd35VGPVSLt4G_EhLtXttQJ8c63Nj75seihoYTtWJ28PLIl3FPzsChaw8EBJBMYWaQ-d-55A-orYLdEGsHnDvOeyjHJpKrqaURYRMg4zNwcVJkHvaDH_TvWIjqEAOhjONOr=w265-h320" width="265" /></a></div><div><br /></div><div><span style="font-size: medium;">Zenobia governò l'Impero palmireno principalmente dalla città di Antiochia, dove si presentava come monarca siriana, regina ellenistica e imperatrice romana. Nonostante la natura multilingue, multietnica e multiculturale del suo impero, Zenobia fu in grado di ottenere un ampio sostegno. Zenobia lasciò in gran parte il sistema amministrativo romano, ma nominò i propri governatori, aprendo così il suo governo alla nobiltà orientale. </span></div><div><span style="font-size: medium;">In Egitto, Zenobia intraprese un programma di costruzione e restauro. I Colossi di Memnon, che nei secoli precedenti dovevano "cantare", furono messi a tacere quando Zenobia riparò le loro crepe. </span></div><div><span style="font-size: medium;">Aderente alle divinità semitiche di Palmira, Zenobia tollerava e accoglieva un'ampia varietà di minoranze religiose. Tra queste, i cristiani e gli ebrei, i cui diritti, luoghi di culto e clero erano trattati con rispetto. Poiché molte religioni minoritarie dovevano affrontare la persecuzione da parte dei Romani e dei Sassanidi, tali politiche contribuirono a far guadagnare a Zenobia un maggior numero di consensi. Inoltre, trasformò Palmira e la sua corte in un centro di studi che attirò molti studiosi di fama. In questo periodo, gli studiosi siriani sostenevano che la cultura greca ed ellenistica fosse stata adattata dall'Egitto e dal Vicino Oriente. La corte palmirena utilizzò questa interpretazione per presentare Odaenato e la sua famiglia come legittimi sovrani dell'Impero romano, facendo risalire la loro rivendicazione a Filippo l'Arabo, che era stato imperatore dal 244-49 d.C..</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjxA1cIdw80uJ7cuEt9c833GUT5eYOHToII686557l8IOJ8GGHl9rlV4oP69Vj1KRHG-heLelDtfscVCyxqh_yu390vra8ynpavgkXE4tNe0BymTCbnxhgdzsPNzGxaBJlekzPh2YR-goYJjc6onkm0VMmTs5rH6lRFkpBUyWqPJnj_IEqh8gHPvC6c66s_" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="512" data-original-width="622" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjxA1cIdw80uJ7cuEt9c833GUT5eYOHToII686557l8IOJ8GGHl9rlV4oP69Vj1KRHG-heLelDtfscVCyxqh_yu390vra8ynpavgkXE4tNe0BymTCbnxhgdzsPNzGxaBJlekzPh2YR-goYJjc6onkm0VMmTs5rH6lRFkpBUyWqPJnj_IEqh8gHPvC6c66s_" width="292" /></a></div><i>Triade palmirena: Baalshamin, signore dei cieli, accompagnato alla sua destra dal dio della Luna Aglibol e dal dio del Sole Malakbel (Yarhibol). Rilievo cultuale, in pietra calcarea, prima metà del I secolo d.C., rinvenuto nei pressi di Bir Wereb, nello Wadi Miyah, su una delle vie per Palmira. La stele reca iscrizioni religiose incise dai passanti.</i></div><div><i><br /></i></div><div><span style="font-size: medium;">Nel 272 d.C. Roma era sotto la guida di Aureliano, che si impegnò a riaffermare l'autorità romana. Zenobia, che aveva adottato sempre più titoli imperiali, per tutta risposta si staccò formalmente da Roma. La duplice invasione di Aureliano riconquistò rapidamente l'Anatolia centrale e l'Egitto, mentre i Palmireni si ritirarono in Siria. Dopo essere stata sconfitta in battaglia, Zenobia si rifugiò a Palmira, che Aureliano e i Romani assediarono. Zenobia tentò di uscire di nascosto dalla città e di fuggire in Persia, dove sperava di stringere un'alleanza e di costituire un nuovo esercito. Tuttavia, fu presto catturata e Palmira si arrese.</span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><div style="text-align: center;"><b><span style="font-size: medium;">La morte di Zenobia</span></b></div><div><span style="font-size: medium;">Zenobia, suo figlio Vaballathus e i suoi funzionari di corte furono portati nella città siriana di Emesa (oggi Homs) dove furono processati. Condannati per tradimento e vari altri crimini, la maggior parte dei sostenitori di Zenobia fu giustiziata. Lei e Vaballathus furono risparmiati perché Aureliano voleva esporli durante il suo trionfo a Roma. Durante il viaggio verso Roma, Aureliano la fece umiliare pubblicamente in tutto l'Oriente e, sebbene abbia partecipato al suo trionfo, il suo destino finale è incerto. Alcuni sostengono che morì di fame o che fu decapitata. L'ipotesi più probabile è che le sia stato concesso di ritirarsi in una villa italiana. I suoi discendenti sembrano essersi assimilati alla nobiltà romana e compaiono per tutto il IV e V secolo. </span></div><div><span style="font-size: medium;">Oggi Zenobia è un eroe nazionale della Siria e una figura popolare del cinema, della letteratura e dell'arte.</span></div><div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj--fFQad_LPaMhJ7dvgc-vGQHVrGgH4h2DlgF9YUxl7lNaFDR3-Z4f_QfS3ZTBxO5pUWqB8FJ4c7ns--Q7NWOh8AOgNYAHanzl2cq-GiRA8Utba1CVEJuvPJ1_IFn_Ibgj8QdFDhM364ibWpON7xWSTz12bDn3bORKvEoKDFhtKRyPKU6oGnw8S1Sxj7tn" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="360" data-original-width="480" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj--fFQad_LPaMhJ7dvgc-vGQHVrGgH4h2DlgF9YUxl7lNaFDR3-Z4f_QfS3ZTBxO5pUWqB8FJ4c7ns--Q7NWOh8AOgNYAHanzl2cq-GiRA8Utba1CVEJuvPJ1_IFn_Ibgj8QdFDhM364ibWpON7xWSTz12bDn3bORKvEoKDFhtKRyPKU6oGnw8S1Sxj7tn" width="320" /></a></div></div><div><br /></div><div><div><span style="font-size: medium;">Per centinaia di anni, la ricchezza di Palmira è stata una testimonianza della sua grandezza e i suoi leader hanno dimostrato il loro acume politico facendo da intermediari tra i potenti imperi Romano e dei Parti. Di conseguenza, i palmireni costruirono una cultura eclettica e sofisticata come quella dei loro contemporanei, ma alla fine la leadership di Palmira sopravvalutò il proprio potere e la grandezza della città si sgretolò rapidamente.</span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">Sebbene il mondo antico fosse per lo più un luogo patriarcale, non poche donne salirono alla ribalta e furono in grado di esercitare il potere politico. Hatshepsut (1479-1458 a.C.) fu sovrana del potente Nuovo Regno d'Egitto e quasi 1.500 anni dopo la più famosa Cleopatra VII (51-30 a.C.) fu la reggente della Valle del Nilo. Molte altre donne a Babilonia, in Assiria, in Grecia e a Roma svolsero ruoli importanti come reggenti per i loro giovani figli e, occasionalmente, come vero potere dietro il trono. </span></div><div><span style="font-size: medium;">Tra queste governanti, una delle donne più significative della tarda antichità fu Zenobia, che per pochi anni, alla fine del III secolo d.C., governò la ricca città mercantile di Palmira. Durante il suo periodo di governo, Zenobia estese i confini di Palmira dalla sua posizione molto circoscritta nel deserto siriano a un vero e proprio impero che comprendeva gran parte del Levante, l'Egitto e parte dell'Anatolia. Nonostante vivesse in un mondo di uomini, Zenobia riuscì a raggiungere il potere e a sfidare l'imperatore romano Aureliano (270-275) grazie a una combinazione di intelligenza, astuzia e fortuna.</span></div><div><span style="font-size: medium;">L'impatto immediato di Zenobia fu la sua sfida diretta alle autorità politiche di Roma e della Persia. Prima di Zenobia, Palmira aveva un discreto grado di autonomia, ma era essenzialmente uno Stato cliente dei Romani. La stabilità e la ricchezza di Palmira dipendevano anche dalle varie dinastie che governavano la Persia: i Persiani potevano attaccare Palmira dal deserto a est oppure potevano semplicemente bloccare le rotte commerciali, distruggendo così la ricchezza della città-stato. Zenobia cercò di affermare Palmira come una potenza a sé stante, in modo da non essere più una pedina nelle continue guerre tra Roma e la Persia. Agli occhi di Zenobia, Palmira era un vero e proprio stato paritario dei Romani e dei Persiani e doveva avere un posto paritario al tavolo geopolitico quando si trattava di diplomazia e commercio. Palmira poteva essere solo una città-stato, ma la sua influenza era ben nota e superava di gran lunga le sue dimensioni fisiche. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">Zenobia imparò in fretta e, sebbene alla fine abbia perso nel suo tentativo di costruire un impero che rivaleggiasse con Roma in Occidente e con la Persia in Oriente, influenzò il corso della storia e lasciò un'eredità storica e letteraria su diverse culture per molti secoli. Anche dopo la sconfitta dei Romani, la sua influenza crebbe grazie alla sua personalità e alle sue gesta divenute leggendarie. Zenobia divenne un modello per scrittori e artisti islamici, ebrei e occidentali che trovarono ispirazione nel coraggio di una donna che sfidò la struttura del potere. Per questi uomini e donne successivi, Zenobia rappresentava qualcosa di innato e viscerale dentro tutte le persone, buone e cattive, e anche se questi scrittori e artisti non sempre ritraevano la leggendaria Zenobia in modo positivo, di solito portavano rispetto alla regina guerriera.</span></div><div><br /></div></div></div><div><span style="color: #cc0000; font-size: medium;">Ringraziamo l'amico <span face=""Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; font-weight: inherit;">Riad Matqualoon per la segnalazione dell'interessante articolo</span></span></div></div></td></tr></tbody></table></div></td></tr></tbody></table></div></div>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-43138148006085981892024-02-27T17:35:00.001+01:002024-02-27T17:35:47.768+01:00I POVERI DEL LIBANO<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-c2zJBaItUCcluPCL4AqELgOZFlJOqQmybj4I3XMI9VOzS1wBXthc3JjnWEAtxXaZHQ-8XOtABrosQAcrvzqpk25ljPzkQZ6VOV4vCQ5lDgx6t5USanJwuBATa8H2b5OJF9kbjDtd2rV0RR2qHxX0_aSd2wpCyaXuLieosgJ1dRm7ksa30SFlxOqG2Kn5/s1280/padre%20Damiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-c2zJBaItUCcluPCL4AqELgOZFlJOqQmybj4I3XMI9VOzS1wBXthc3JjnWEAtxXaZHQ-8XOtABrosQAcrvzqpk25ljPzkQZ6VOV4vCQ5lDgx6t5USanJwuBATa8H2b5OJF9kbjDtd2rV0RR2qHxX0_aSd2wpCyaXuLieosgJ1dRm7ksa30SFlxOqG2Kn5/s320/padre%20Damiano.jpg" width="240" /></a></div> <span style="color: #990000;"><span style="background-color: white; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;">Notiziario di un gruppo di volontari di “Oui pour la vie”, un’associazione di volontariato con sede a Damour in Libano, </span><span style="background-color: white; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;"><a style="cursor: pointer; font-family: inherit;" tabindex="-1"></a></span><span style="background-color: white; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;">legalmente riconosciuta impegnata in favore dei più poveri di ogni appartenenza religiosa e provenienza</span><span style="background-color: white; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;"><a class="x1i10hfl xjbqb8w x1ejq31n xd10rxx x1sy0etr x17r0tee x972fbf xcfux6l x1qhh985 xm0m39n x9f619 x1ypdohk xt0psk2 xe8uvvx xdj266r x11i5rnm xat24cr x1mh8g0r xexx8yu x4uap5 x18d9i69 xkhd6sd x16tdsg8 x1hl2dhg xggy1nq x1a2a7pz xt0b8zv x1fey0fg" href="http://www.ouipourlavielb.com/?fbclid=IwAR0f4SgZlbBCJIb_OVTUkTcWUqAYrhWTkqU3A5yo0BYVoYq03PGwxwKgqtU" rel="nofollow noreferrer" role="link" style="-webkit-tap-highlight-color: transparent; background-color: transparent; border-style: none; border-width: 0px; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: inherit; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-align: inherit; text-decoration-line: none; touch-action: manipulation;" tabindex="0" target="_blank"> </a>.</span></span><p></p><p><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;">Da padre Damiano Puccini, marzo 2024</span></p><div dir="auto" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;">L’escalation della guerra in Medio Oriente già ha contagiato il Libano, causando vittime e feriti tra gli abitanti della regione, compresi i bambini, nonché distruzioni massicce in diverse località. La guerra in corso alla frontiera ha fatto salire la tensione con il rischio di un nuovo conflitto, che nessuno vuole, perché il rischio è di diventare come Gaza. Sono circa 120.000 i libanesi del Sud costretti per questo a lasciare le loro case. A Damour li aiutiamo con cucina e medicine.</div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;">Tutti preghiamo insieme per la PACE!</div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;">La popolazione ha paura per il proprio futuro. Il Libano è segnato da una gravissima crisi politica, sociale ed economica con le famiglie sul lastrico, la guerra tra poveri, i rifugiati siriani e la nascita di nuovi bisognosi, quel ceto abbiente che ha perso tutto. </div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;">Una delle priorità per i libanesi è curarsi. Oggi, in Libano, si muore per non poter andare in ospedale. La svalutazione della lira libanese e l’inflazione hanno ridotto il potere di acquisto delle famiglie che, con i salari attuali, non riescono più a fare fronte ai loro bisogni primari. Tanti studenti hanno smesso di studiare. I loro genitori non riescono a pagare le rette, nemmeno quelle delle scuole pubbliche.</div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;">La nostra associazione “<a href="http://www.ouipourlavielb.com/default.html">Oui pour la Vie”</a> continua ancora con la “cucina” di Damour, l’ambulatorio per i test sanitari e per AIDS – droga e alcool, il centro di ascolto per le medicine e la scuola per bisognosi di ogni appartenenza religiosa e provenienza. </div><div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;">Abbiamo ricevuto in donazione nel mese di gennaio ’24 un appartamento nella periferia di Beirut da adibire a succursale “Oui pour la Vie” rispetto alla sede principale di Damour, dove poter distribuire il cibo, proporre assistenza sanitaria realizzando un centro di screening, che faccia test gratuiti per le malattie sessualmente trasmissibili (come l'AIDS, la sifilide, la gonorrea, la clamidia), e prevenire l’aborto volontario, favorendo una cultura di rispetto della vita. Tutto questo sarà proposto sia a livello personale che di gruppo, grazie alla collaborazione con professionisti, per coloro che sono affetti da queste malattie. </div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;">Questa è un’attività che svolgiamo fin dagli inizi e per la quale “Oui pour la Vie” è stata riconosciuta legalmente e si impegna in collaborazione con altre associazioni anche al di fuori del Libano. </div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;">I nostri volontari hanno tutte le autorizzazioni per occuparsi legalmente di questi malati, che sono veramente considerati “gli ultimi degli ultimi” anche per i mille pregiudizi che subiscono, a partire dalle loro famiglie. In queste aree il target sono generalmente ragazzi e ragazze di età inferiore ai 18 anni. </div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;">Ringraziamo di cuore la famiglia che si è resa strumento della Provvidenza, in questo momento difficile per il Libano. Sono a carico nostro le spese legali per il passaggio di proprietà e l’aggiunta di una toilette, imbiancatura: totale 20.000 euro.</div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;">Festeggiamo inoltre, a febbraio, 9 anni di apertura della nostra cucina di Damour. Ancora grazie alla Provvidenza di Dio e a tutti coloro che ne sono strumenti.</div></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjVY7VyDBafP_dNGtSR-qFw056veStgHm0boC9RvXJ9uh5lclXRlDLc9fI_sdRvTv2paIC59_091C9LPdloOHGFK3blvmgbBOD5-AjFXi7ZztP3ZSWUkuegirNw8_Ni5x-3Bta0Ln09moRRUjeZHlwatWbfoFrd-R5Gq1oXIyISVKFmpX4OCm38XMJeeLQL" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1280" data-original-width="960" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjVY7VyDBafP_dNGtSR-qFw056veStgHm0boC9RvXJ9uh5lclXRlDLc9fI_sdRvTv2paIC59_091C9LPdloOHGFK3blvmgbBOD5-AjFXi7ZztP3ZSWUkuegirNw8_Ni5x-3Bta0Ln09moRRUjeZHlwatWbfoFrd-R5Gq1oXIyISVKFmpX4OCm38XMJeeLQL" width="180" /></a></div><div dir="auto"><i>Per testimonianze in Italia tel 333/5473721 pdamianolibano@gmail.com </i></div><div dir="auto"><i>Per inviare offerte: Bonifico sul conto: Oui pour la Vie, presso Unicredit Cascina (PI). IBAN: IT94Q0200870951000105404518; (BIC-Swift: UNCRITM1G05 se richiesto). Indicate nella causale del bonifico il vostro email / telefono cell e avvisateci dell’offerta scrivendo a info@ouipourlavielb.com. Grazie.</i></div><div dir="auto"><i>P. Damiano Puccini.</i></div></div>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-46595671634389865742024-02-20T19:59:00.008+01:002024-02-20T20:49:15.585+01:00Ricordi: Latakia 1981<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhi8MJiy6UtNQHe4584k-5ejLVMj-g7U1z0QLmbhF425A6tnwY5qb5mqxCEMjX1Nh-fRgTwsSnfTzgYgKRiRGVmOAbPmRkMXAjZkzIphksGE7LoXmEfLmmSQm6s97BktX-9klX463NsfySxtwzpCt9O09JGvCuHJ1ITuGgABe4u6x9CiyU3Xinv_psa-bL3/s960/disegno%202.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhi8MJiy6UtNQHe4584k-5ejLVMj-g7U1z0QLmbhF425A6tnwY5qb5mqxCEMjX1Nh-fRgTwsSnfTzgYgKRiRGVmOAbPmRkMXAjZkzIphksGE7LoXmEfLmmSQm6s97BktX-9klX463NsfySxtwzpCt9O09JGvCuHJ1ITuGgABe4u6x9CiyU3Xinv_psa-bL3/s320/disegno%202.png" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div> <span style="color: #990000; font-size: medium;">Una pagina del mio diario scritta
quando in Siria era in atto la sedizione dei Fratelli Musulmani,
ovvero l’intento imperiale della sporca guerra per procura che,
purtroppo, si sarebbe concretizzata pienamente a partire dal 2011.</span><p></p><p align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: -0.25cm; orphans: 0; widows: 0;"><span lang="it-IT"><span style="font-size: medium;">di <b>Maria Antonietta Carta</b></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><a name="Bookmark"></a>
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">Sono
le due o le tre dopo la mezzanotte. In soggiorno regna un silenzio
deserto e io sul divano guardo, inerte, un’altra delle mie notti
senza sonno. Notti insopportabili in cui si sta conficcando, infida,
la rassegnazione. Non voglio che la mia anima si raggeli. Mi alzo.
Metto sul piatto del giradischi la sinfonia Jupiter. Torno al divano.
Le terzine in do maggiore cominciano a disperdere il silenzio.
Creature fantastiche riempiono lo spazio intorno a me. Arrivano gli
archi e mi scuotono la mente. Adesso la musica si fa serena di una
serenità a tratti malinconica. Un racconto leggero, suasivo,
carezzevole. Ma ecco spirali e spirali di suoni solenni. Il racconto
diventa mito, e mi rapisce. Il ritorno del do maggiore mi sorprende.
La musica finisce, riappare il silenzio e mi trova colma di stupore.
La mia famiglia dorme oltre la parete.</span></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">Odo
degli spari. “Qualcuno sta colorando l’asfalto col suo sangue” penso.</span></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">La
sublime musica di Mozart è svanita lasciandomi ancora più sola e
inerme. Vorrei dissolvermi nel pulviscolo che copre le cose
trascorse. Il canto dei muezzin inonda la città. Nell’oscurità
della notte si sta insinuando la luce del giorno nascente.</span></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">Le
salmodie che riempiono quest’alba ancora deserta mi riconducono al
mio primo risveglio in Siria. A Damasco. Ripenso a quella mia prima
alba damascena, anch’essa salutata dalle salmodie che si spandevano
nell'aria dai minareti della città. </span></span></span>
</p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">Il
brusco risveglio, un sussulto e le orecchie e la mente invase da una
preghiera corale allora a me ignota. Durante il viaggio da Damasco a
Latakia, nel pomeriggio di quello stesso giorno, avevo visto un
numero incredibile di carri armati tutti in fila uno dietro l’altro
sulla sottile striscia di asfalto che taglia la steppa alle spalle
del riarso Anti-Libano. Ne contai a decine e decine e mi era
difficile crederli veri. Non mi sentivo particolarmente turbata o
spaventata.</span></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">Forse
li percepivo, ancora straniera inconsapevole o già misteriosamente
disillusa, come il destino ineluttabile di questa terra martoriata.
“Arrivano dalla Russia. Sono sbarcati al porto di Latakia” disse
l’autista del taxi. Ciò che mi fece capire di essere arrivata
davvero in un altro mondo furono invece i bordi della strada vergini
di cartelloni pubblicitari. È trascorso un anno da allora.</span></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">Una
vita. Ieri, mentre preparavo il pranzo, due aerei hanno volato
ringhiosi-minacciosi sopra il tetto. Sopra la mia testa. Pochi attimi
dopo un’esplosione fortissima. Il palazzo ha tremato. “La guerra”
ho pensato. Poi un urlo fuori dalla porta. Sono andata a vedere e
c’era la mia dirimpettaia, incinta di otto mesi, che correva verso
le scale con le braccia attorno al figlio dentro la pancia. Sul
pianerottolo stava rigido l’altro figlio di tre anni, come la mia
bambina, abbandonato dalla disperazione della madre. Gli ho preso la
mano e tutti e tre siamo scesi in cantina.</span></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">‘’<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">Non
avere paura, madame, erano aerei spia israeliani, uno è caduto qui vicino abbattuto dalla contraerea.” mi ha detto un uomo. Con
gentilezza. Ho ritrovato la vicina all’entrata del palazzo e
insieme siamo risalite fino al quinto piano. Abbiamo bevuto un caffè
nella mia cucina mentre i due piccoli giocavano - Tu non hai mai
vissuto nella guerra. - mi ha detto.</span></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">-
No, sono nata nel 1948. La guerra in Europa era già finita. Faccio
un altro caffè?</span></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">-
Si grazie. Io sono nata nel 1949. E c’era la guerra. Finita una ne
è nata un’altra. Qui la guerra non va mai via. Ogni tanto si
nasconde dentro il ventre della terra e quando meno te lo aspetti
riappare a tradimento.</span></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">È
spuntata l’alba, ma il sole appena sorto illumina e accende già il
crepuscolo mattutino. Ripenso alle albe primaverili in Sardegna. Con
il sole sopra l’orizzonte e qualche ombra notturna ancora intorno
al suo alone rosato, esse indugiavano a lungo sull'orlo del mare
prima di cedere il posto al giorno. La città si risveglia. Fra poco
si sveglierà anche mio marito e mi dirà: ‘’Già alzata? Hai
fatto il caffè?’’</span></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">Suo
padre, Abdallah, quando era giovane, aveva un piccolo battello e
commerciava tra la Siria e la Palestina. Poi il battello, che si
chiamava Farah (Letizia), fu distrutto da una tempesta. Come la
Palestina.</span></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">Mi
affaccio al balcone e saluto il sole, che ha già inondato la città.</span></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">Il
sole insostenibile sulla mia vita nuova. Dovrò abituarmi a vivere in
questo Paese così pieno di luce, ma rabbuiato dalla guerra.
Costretto dalla guerra ad affamarsi per comprare bombe e cannoni. Mi
torna in mente la Guerra dei Sei Giorni. Anche allora l’estate
stava rinascendo. Il tempo era ancora fresco, ma già pieno di
fragranze e colori nel mio paese di montagna con gli orti di
ciliegie, albicocche, gelsi e pesche che cominciavano a maturare e il
rigoglioso sottobosco dei castagneti e il mare azzurro azzurro in
lontananza che si mischiava con il cielo. Vicino alla stazione
ferroviaria, i prati ancora teneri ci invitavano a marinare la
scuola. Frequentavo il liceo allora.</span></span></span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">Mi
torna in mente la mattina del 5 Giugno 1967. L’ora di greco. Con i
miei compagni le avevamo tentate tutte per evitare l’interrogazione. </span></span></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 13pt;">Invano.
La professoressa, inesorabile, puntava i nostri nomi nel registro
spalancato sulla cattedra quando la preside entrò in classe e disse:
‘’Ragazzi, è successa una cosa gravissima. In Medio Oriente è
scoppiata la guerra.’’ Si parlò del Medio Oriente e alcuni di
noi scamparono l’interrogazione. Com’era lontano allora il Medio
Oriente! Sono soltanto le sette di un mattino di prima estate. Non un
mattino fresco e soave come quelli della mia giovinezza ma un mattino
troppo intenso.</span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 13pt;"><span lang="it-IT">Forse,
il ricordo</span><span lang="it-IT"> di quei mattini lontani se ne
andrà col prossimo scirocco.</span></span></span></p><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"></span></span><p></p>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-36797838553315597772024-02-14T23:00:00.001+01:002024-02-15T11:46:10.339+01:00La Quaresima nello sguardo dei patriarchi del Medio Oriente<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggvuLzTLaWfGDlq5o0AfvJ69x3rCi6qc6tbOXGPKReilGT6I7ETxd_0JoBg6Nv4kILSHMdVEQSUprTPW41UEX1i7VHbg_vUZh9lWgkkQlFixnJ_nyaIiY4IQ-55TYJEfTc-DOHo49FgdqCuI8r5_nkuSiCIrqjbqj5aQ6ESlhz_NWIwHh-eWkF0GCVYkii/s720/IMG-20240213-WA0002.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="719" data-original-width="720" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggvuLzTLaWfGDlq5o0AfvJ69x3rCi6qc6tbOXGPKReilGT6I7ETxd_0JoBg6Nv4kILSHMdVEQSUprTPW41UEX1i7VHbg_vUZh9lWgkkQlFixnJ_nyaIiY4IQ-55TYJEfTc-DOHo49FgdqCuI8r5_nkuSiCIrqjbqj5aQ6ESlhz_NWIwHh-eWkF0GCVYkii/s320/IMG-20240213-WA0002.jpg" width="320" /></a></div><br /> <span style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;">In un mondo sempre più “avvolto nelle tenebre” della guerra, delle violenze confessionali, dell’egoismo il tempo di digiuno e preghiera che precede la Pasqua indica alle nostre vite “un nuovo orizzonte” ed invita a “lasciare che lo Spirito Santo ci cambi dall’interno”. È il monito lanciato dal <b>card. Louis Raphael Sako</b>, patriarca di Baghdad dei caldei, in occasione della lettera pastorale per il tempo di Quaresima che inizia oggi e inviata per conoscenza ad </span><em style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;">AsiaNews</em><span style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;">. Il porporato sottolinea come oggi, dalla Terra Santa all’Ucraina, la situazione sembra essere “eccezionalmente più complicata” e in peggioramento “soprattutto nella nostra regione. A causa dell’abbandono dei valori umani e religiosi, il nostro mondo - avverte - è in uno stato di caos, squilibrio, instabilità”. Sono “divisioni interne per potere e denaro” accompagnate da “interventi esterni per interessi politici ed economici” che finiscono per alimentare “guerre devastanti”.</span><p></p><p><span style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;">Di fronte a una escalation che colpisce cuori e menti, crea turbamento e alimenta ansia e paura, che rischia di trasformarsi in conflitto globale, il periodo di Quaresima diventa occasione di preghiera e di riflessione: “Il digiuno - ricorda il card. Sako - non è solo digiuno dal cibo, ma anche dal peccato. È un tempo di conversione e pentimento” ed è “tempo dell’applicazione pratica del comandamento dell’amore e della misericordia”. “Dobbiamo tornare alla nostra autenticità, dare un esempio meraviglioso alle nostre parrocchie, famiglie e società, convertendoci e affrontando con decisione - conclude - i comportamenti malvagi, prima che avvenga il disastro” per “raggiungere la pace” in un “mondo avvolto nelle tenebre”. </span></p><p><span style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;"><b> Mons. Paolo Martinelli</b>, vicario apostolico dell’Arabia meridionale (Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen), sottolinea come la Quaresima sia “un cammino di speranza perché Dio vuole la nostra salvezza e ci offre il suo abbondante perdono e la sua misericordia”. Nel messaggio ai fedeli il prelato richiama quello di papa Francesco, con la riflessione sul “deserto” attraverso il quale “Dio ci conduce alla libertà”. “Vi invito a meditarlo” esorta mons. Martinelli, perché “l’immagine del deserto ci è familiare. Siamo chiamati a passare dalla schiavitù del peccato alla Libertà di essere figli di Dio: alla conversione, a un profondo cambiamento di vita”. Infine, il prelato invita a vivere questo tempo di preparazione alla Pasqua “dedicando più tempo alla preghiera, al digiuno e all’elemosina. Il digiuno (non solo dal cibo ma da tante cose inutili che ci rendono vittime del consumismo) ci aiuta a liberarci dai vizi e dagli idoli. L’elemosina ci spinge alla carità e all’amore verso gli altri. Troviamo occasioni - conclude - per aiutare qualcuno in difficoltà. Dio ama chi dona con gioia” e che “il cammino quaresimale vi porti frutti di gioia e di autentica Libertà”.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGWvFgrH4xolmZ5QecIX249pty-KcHXRwBX_pFTX0BFEfV7ZJhBNo4cwRM5PDZ1iWv0UKpSa9UWrQSh0gSGqfrWsiyfE-jKXhxiyUn6AhxrJwTFPmMYUbblt7vVSAGohtmTsQ4zz485NScIkU_ryhDN3_5RKzxY-Q1GQbDiu4yNH60bxpyJ8C0FpIeM1a3/s1081/quaresima%201.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1081" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGWvFgrH4xolmZ5QecIX249pty-KcHXRwBX_pFTX0BFEfV7ZJhBNo4cwRM5PDZ1iWv0UKpSa9UWrQSh0gSGqfrWsiyfE-jKXhxiyUn6AhxrJwTFPmMYUbblt7vVSAGohtmTsQ4zz485NScIkU_ryhDN3_5RKzxY-Q1GQbDiu4yNH60bxpyJ8C0FpIeM1a3/s320/quaresima%201.jpg" width="320" /></a></div><span style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;"> Un invito al digiuno e alla riconciliazione è espresso dal <b>patriarca maronita</b> <b>Beshara Raï</b>: nel messaggio per la Quaresima ispirato alle parole del profeta Gioele e intitolato “Ritornate a Dio con tutto il cuore” egli invita a tendere “una mano in aiuto fisico, spirituale e morale” attraverso uno “spirito di pentimento e di austerità”. Per il porporato il dovere più importante della Chiesa, dei suoi pastori, figli e figlie, è quello di “dare l’esempio nel vivere la riconciliazione” tra loro e con le persone che formano la comunità “soprattutto nei casi di abuso e di male”. “La riconciliazione nasce - spiega - dalla misericordia che impariamo da Dio” il quale è “ricco di misericordia”.</span><div><span style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;">A seguire, il patriarca Raï richiama la situazione della società libanese in generale e quella politica del Paese dei cedri che soffre “di divisioni, conflitti, odio e malizia” il cui prezzo è pagato “dal popolo libanese a tutti i livelli: sociale, politico, costituzionale, finanziario e di riforma”. Per questo è “dovere di tutti noi, insieme a tutte le persone di buona volontà, lavorare per porre fine alle differenze, rimuoverne le cause, rafforzare il rispetto reciproco e ripristinare la fiducia perduta tra le componenti della nazione”. “Viviamo così il tempo della Grande Quaresima, conosciuto come tempo della riconciliazione, a partire dalla famiglia, passando per la società, fino ad arrivare ai partiti e ai gruppi politici. Una volta raggiunte la riconciliazione e la fiducia, potremo cooperare - conclude il porporato - per ricostruire lo Stato e le sue istituzioni, rilanciare la sua economia, stimolare il suo commercio e rilanciare le sue banche e l’attività finanziaria”.</span></div><div><span style="color: #202020; font-family: Open Sans, sans-serif;"><br /></span></div><div><span style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;"> Per il patriarca siro-cattolico di Antiochia <b>Ignatius Joseph III Younan</b>, il tempo di digiuno diventa “un processo di pentimento attraverso lo Spirito Santo”. Il tempo della Quaresima, spiega il primate nel suo messaggio, è “un cammino di pentimento, cioè un ritorno spirituale pieno di rimorso a Dio, attraverso lo Spirito Santo” durante il quale “ascoltiamo le sue parole vivificanti” perché “la sua luce risplenda nella nostra vita”. Intitolato “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto” con riferimento all’evangelista Luca, il testo richiama lo Spirito Santo che ha condotto Gesù “nel deserto perché digiunasse 40 giorni tentato dal diavolo” finendo “con la meravigliosa vittoria sul tentatore”. “Lo Spirito guida la Chiesa nel tempo, ci accompagna e guida i nostri passi nel deserto di questo mondo, soprattutto nel tempo della Quaresima, affinché possiamo sperimentare - conclude il patriarca - con Cristo la nostra carenza e debolezza, e il nostro bisogno di pentimento e di rinnovamento”.</span><span style="color: #202020; font-family: Open Sans, sans-serif;"><br /></span></div><div><span style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;"><br /></span></div><div><span style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;">FONTE: <a href="https://www.asianews.it/notizie-it/Chiese-in-Medio-oriente:-oltre-le-%E2%80%98tenebre%E2%80%99-della-guerra,-Quaresima-tempo-di-misericordia-60145.html">asianews.it</a><br /></span></div>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-25690355860769333792024-02-12T07:30:00.001+01:002024-02-12T07:30:00.129+01:00Medio oriente: chi viola il diritto internazionale?<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvjQYZiEe0PRtF8SoNZG36ff1Jt-X03DAhzUwcWNKj5_-DqUGt_QkBVrxWYxAfWAoUSYzoauGH66m0shyphenhyphenDdQASGsQ2fzTF-csjNTV0JcCq0jxnAmaZ1jryuC7bWbPvlRQzAMm5-RdmHthyphenhyphen3puk8h5M4yKQ8SCp_5sZEAh2VDh4y-VA_rbRckx87OxGAyfC/s800/base%20USA%20in%20Siria.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvjQYZiEe0PRtF8SoNZG36ff1Jt-X03DAhzUwcWNKj5_-DqUGt_QkBVrxWYxAfWAoUSYzoauGH66m0shyphenhyphenDdQASGsQ2fzTF-csjNTV0JcCq0jxnAmaZ1jryuC7bWbPvlRQzAMm5-RdmHthyphenhyphen3puk8h5M4yKQ8SCp_5sZEAh2VDh4y-VA_rbRckx87OxGAyfC/s320/base%20USA%20in%20Siria.jpg" width="320" /></a></div><span style="background-color: white; color: #064890; font-family: "Open Sans", sans-serif;">di <b>Alessandro Orsini</b></span><p></p><p><span style="color: #064890; font-family: Open Sans, sans-serif;">....... </span><span style="background-color: white; color: #064890; font-family: "Open Sans", sans-serif;">Una delle questioni più importanti della politica internazionale, mai dibattute in Italia, è la presenza di una base americana in Siria, <b>la base di al-Tanf,</b> governatorato di Homs, sull’autostrada strategica M2 Damasco-Baghdad, dove tre soldati americani sono stati uccisi alcuni giorni fa scatenando i bombardamenti di Biden contro vari Paesi mediorientali. </span></p><p><span style="background-color: white; color: #064890; font-family: "Open Sans", sans-serif;">La base di al-Tanf è illegale. Il governo siriano ha chiesto infinite volte alla Casa Bianca di abbandonare quel territorio. Anche Russia, Cina e Iran hanno denunciato che al-Tanf viola il diritto internazionale. La Casa Bianca ha risposto che serve a combattere contro l’Isis. In realtà la base è stata utilizzata soprattutto per sostenere i ribelli che cercano di rovesciare il presidente siriano per sostituirlo con un presidente filo-americano. Si chiama regime change ed è un’azione illegale.</span></p><p><span style="background-color: white; color: #064890; font-family: "Open Sans", sans-serif;"> “Timber Sycamore” è il nome dell’operazione segreta della Cia per rovesciare il regime siriano con la forza e sostituirlo con un regime filo-americano. “Timber Sycamore”, lanciata nel 2012, è stata rivelata dalla stampa americana nel 2016. Una delle ragioni principali per cui l’immane tragedia della guerra civile in Siria non ha fine è che è alimentata illegalmente dagli Stati Uniti. La base di al-Tanf svolge svariate funzioni illegali, tra cui quella di bombardare illegalmente il territorio siriano.</span></p><p><span style="background-color: white; color: #064890; font-family: "Open Sans", sans-serif;"> La Casa Bianca ha cambiato molte volte la giustificazione della sua presenza illegale in Siria. Nel 2019, John Bolton, l’allora National Security Advisor di Trump, disse che la base di al-Tanf serviva a contrastare l’Iran, ovvero a promuovere la politica di potenza degli Stati Uniti in Medio Oriente. La Casa Bianca ha giustificato la base di al-Tanf, cioè la violazione del diritto internazionale, prima con l’Isis, poi con l’Iran, infine con il petrolio. </span></p><p><span style="background-color: white; color: #064890; font-family: "Open Sans", sans-serif;"> Le dichiarazioni più imbarazzanti su al-Tanf sono state infatti rilasciate da Trump, il quale dichiarò che i soldati americani sono in Siria soltanto per sfruttare il petrolio di quel Paese. La notizia fu riportata dal Guardian in un articolo intitolato: “Trump contraddice i propri consiglieri e dice che le truppe americane sono in Siria solo per il petrolio” (13 novembre 2019). Pochi giorni prima, il Washington Post, commentando la dichiarazione di Trump, aveva spiegato che la presenza americana in Siria era illegale in un articolo intitolato: “Trump continua a parlare di prendere il petrolio del Medio Oriente. Sarebbe illegale”. </span></p><p><span style="background-color: white; color: #064890; font-family: "Open Sans", sans-serif;">Il Washington Post parlava di “furto” e di “crimine di guerra” da parte della Casa Bianca in questo brano adamantino: “Prendere il petrolio siriano potrebbe costituire un saccheggio – un furto durante la guerra – vietato dall’articolo 33 della Quarta Convenzione di Ginevra e dalle leggi e consuetudini della guerra terrestre dell’Aia del 1907. […]. Il divieto ha solide basi nelle leggi di guerra e nella giustizia penale internazionale, nonché nel codice federale degli Stati Uniti, anche come sanzione per lo sfruttamento illegale di risorse naturali come il petrolio proveniente da zone di guerra” (5 novembre 2019).</span></p><p><span style="background-color: white; color: #064890; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px;">.....</span></p>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-79367028500119456602024-02-07T17:00:00.001+01:002024-02-07T17:00:00.130+01:00Non cali il silenzio<p> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4Ll0Cjg-fPWMC1rupYcFov-K02yqIlofBUnbxkCwCarK0OlsTU6rueUBcFIOi2F3t3UP0hnrv_ptDwsmei02CmBz6msT0zMwPzgOSJJAh51ZITUo4F3-DR-CcMjNhlczNR_GLaROBjAb_QZr6gLUTHdxizJsBQ_jYorq6IwqZQUlSlHaww0eRhtxJ8XF3/s725/CENTRO%20ALEPPO.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="528" data-original-width="725" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4Ll0Cjg-fPWMC1rupYcFov-K02yqIlofBUnbxkCwCarK0OlsTU6rueUBcFIOi2F3t3UP0hnrv_ptDwsmei02CmBz6msT0zMwPzgOSJJAh51ZITUo4F3-DR-CcMjNhlczNR_GLaROBjAb_QZr6gLUTHdxizJsBQ_jYorq6IwqZQUlSlHaww0eRhtxJ8XF3/s320/CENTRO%20ALEPPO.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un anno fa il terribile terremoto che rase al suolo il sud della Turchia e il nord-ovest della Siria, con un bilancio di quasi 60.000 vittime.</td></tr></tbody></table></p><div><br /></div><a href="https://www.osservatoreromano.va/it/news/2024-02/quo-030/non-cali-il-silenzio.html">L'Osservatore Romano</a>, 6 febbraio 2024<div><br /><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: Lora, serif; margin: 0px 0px 20px; padding: 0px; text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;">«È importante che non cali il silenzio sulla tragedia». È l’appello del vescovo <b>Paolo Bizzeti</b>, vicario apostolico dell’Anatolia e presidente di Caritas Turchia, a un anno esatto dal terremoto che il 6 febbraio 2023 rase praticamente al suolo il sud della Turchia e il nord-ovest della Siria. Attraverso Caritas internationalis, in una nota, monsignor Bizzeti parla delle «conseguenze» che ancora oggi la popolazione vive: «Purtroppo non siamo fuori dall’emergenza: il numero degli sfollati è alto e la ricostruzione richiederà del tempo e l’aiuto di tutti», dice.</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: Lora, serif; margin: 0px 0px 20px; padding: 0px; text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;">Nello spazio di sessantacinque secondi, 53.537 vite — secondo gli ultimi dati pubblicati dalle autorità di Ankara — vennero inghiottite dai cumuli di cemento degli edifici crollati su sé stessi, accartocciati, polverizzati. Ad esse vanno aggiunti i 6.000 morti registrati nella vicina Siria, Paese già insanguinato da oltre un decennio di guerra, dove una stima precisa dei danni è difficile da concretizzare ancora oggi. Un’unica certezza: quasi 60.000 vittime totali.</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: Lora, serif; margin: 0px 0px 20px; padding: 0px; text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;">La «peggiore catastrofe della storia moderna», titolarono allora i giornali turchi. Undici province della Turchia vennero colpite. Più di 100.000 edifici crollati, 2,3 milioni danneggiati, 700.000 persone vivono tutt’oggi nei container, gente di Antakya, Gaziantep, Kahramanmaraş, solo per citare alcune delle città maggiormente danneggiate.</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: Lora, serif; margin: 0px 0px 20px; padding: 0px; text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;">Secondo Save the Children, in Turchia un bambino su tre di quelli che hanno perso la casa per la violenza delle scosse — dopo la prima di magnitudo 7.8 del 6 febbraio, ne seguirono centinaia di altre — vive ancora in rifugi temporanei. Con essi, le loro famiglie. Per tutti i terremotati, la risposta all’emergenza della rete Caritas si è inizialmente concentrata sulla distribuzione di aiuti alimentari e kit igienici e sulla fornitura di alloggi. Si è poi estesa — spiega il comunicato di Caritas internationalis — al miglioramento delle condizioni di vita degli sfollati e ad attrezzature per gli alloggi temporanei, come ventilatori, frigoriferi, stufe. Stessa sollecitudine anche in Siria.</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: Lora, serif; margin: 0px 0px 20px; padding: 0px; text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;">Lì, in base a dati dell’Onu, circa 265.000 persone sono state private delle loro case dal terremoto: 43.000 vivono ancora in rifugi. Centinaia i bambini rimasti orfani. Tra loro anche la piccola Aya, nata proprio il 6 febbraio e trovata viva tra i resti di un palazzo a nord-ovest di Aleppo, ancora attaccata al cordone ombelicale della mamma, morta per il crollo. Lo zio Khalil al-Sawadi, che ne è il tutore e la chiama Aafraa in memoria della madre scomparsa, in questi giorni ha mostrato alla stampa internazionale la foto che lo ritrae mentre, un anno fa, portava in salvo la piccola. Oggi Aya-Aafraa compie un anno. Di vita e, nonostante tutto, di speranza. (<i style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; margin: 0px; padding: 0px;">giada aquilino</i>)</span></p><h1 class="article__title" style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-size: 42px; letter-spacing: -0.7px; line-height: 46px; margin: 0px 0px 25px; padding: 0px 30px; width: 748px;">Siria, un anno dopo il terremoto: ad Aleppo la gente ha ancora paura</h1><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: Lora, serif; font-size: 16px; margin: 0px 0px 20px; padding: 0px; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7Wi-9GfTbrCjbAYX199bl9EwlPxRCujElLaqE3slx_YhHrZpyUIrRx6_7nvjn7xqMHRI8oVMjx47LGcTR4djDKPtJqzVYl5DYGAM0pIgyW00YnhE_f7WrTbBfdIJqQZ_wugGtylLLIHrp3t35NmD9BYio-z3bVpGEdUttrUEatGWlhMrv7OSXHMC4rKTt/s2048/distruz%20Aleppo%20storica.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1366" data-original-width="2048" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7Wi-9GfTbrCjbAYX199bl9EwlPxRCujElLaqE3slx_YhHrZpyUIrRx6_7nvjn7xqMHRI8oVMjx47LGcTR4djDKPtJqzVYl5DYGAM0pIgyW00YnhE_f7WrTbBfdIJqQZ_wugGtylLLIHrp3t35NmD9BYio-z3bVpGEdUttrUEatGWlhMrv7OSXHMC4rKTt/s320/distruz%20Aleppo%20storica.jpg" width="320" /></a></div><p></p><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 19px;">La testimonianza del religioso marista Georges Sabé, che lancia un appello alla comunità internazionale: siamo un popolo ridotto alla miseria, ci aiuti a ritrovare la dignità</span><br /><p><a href="https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2024-02/siria-un-anno-terremoto-aleppo-comunita-internazionale-aiuti.html">VATICAN NEWS</a> , 6 febbraio 2024</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="font-size: x-small;">Era la notte tra il 5 e il 6 febbraio 2023 quando un violento terremoto di magnitudo 7,5 devastava la Turchia sudorientale e la Siria nordoccidentale. Numerose le scosse nei giorni successivi, che hanno causato, in totale, quasi 60 mila morti. Si è trattato del peggior disastro naturale per la regione dal sisma del 1999 a Izmit. In Siria, Paese già provato da tredici anni di guerra, dove hanno perso la vita 6 mila persone, a un anno di distanza il timore per l’arrivo di nuove devastanti scosse non abbandona gli abitanti delle regioni colpite, ora alle prese con una crisi economica senza precedenti che ha generato tanta povertà. A tutto ciò si aggiunge lo stop, dall’1 gennaio, dell’invio degli aiuti alimentari del Programma alimentare delle Nazioni Unite, che ha sfamato quasi 5,6 milioni di siriani.</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="font-size: x-small;">Ai media vaticani il religioso marista <span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Georges Sabé</span>, che vive ad Aleppo, una delle città del nordovest della Siria più colpite dal terremoto, racconta il suo sforzo quotidiano per ridare speranza alla gente e nell'intervista rilasciata chiede alle organizzazioni internazionali di non “abbandonare una popolazione sofferente”.</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-size: x-small;">Che aspetto ha Aleppo oggi?</span></span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="font-size: x-small;">Ogni giorno vedo edifici in parte distrutti, in totale insicurezza, eppure, se un piano non è in rovina, spesso è abitato. In linea di principio, la gente non dovrebbe risiedere lì. Ma c'è chi, a causa della povertà, della miseria, perché quella era la propria casa, decide di viverci. Ci sono state persone che si sono spostate, tra le 500 e le 600 famiglie hanno dovuto cambiare luogo di residenza. La città non è ancora stata ricostruita, né la parte più colpita dalla guerra, né quella distrutta dal terremoto.</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-size: x-small;">Al di là dei danni materiali, a un anno dal terremoto si notano conseguenze psicologiche tra i residenti ?</span></span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="font-size: x-small;">La parte peggiore di tutto questo è la paura. La paura si è insinuata in tante persone, sia tra i bambini, sia tra gli adulti, tra i giovani, tra i meno giovani... C'è gente che ha dormito per un po' vestita perché aveva paura. Ci sono bambini che fino a ora hanno avuto grandi difficoltà a separarsi dai genitori, sia di notte, ma per alcuni anche di giorno. C’è molto da fare: dobbiamo ricostruire gli edifici ma anche il sentimento di sicurezza di molte persone. Non dobbiamo dimenticare inoltre che questo trauma si fonde con l’esperienza della guerra, con tutte le sue conseguenze.</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-size: x-small;">E tra le conseguenze della guerra c’è pure la crisi economica che ha colpito la Siria. Che ricadute ha nella sua vita quotidiana?</span></span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="font-size: x-small;">Ultimamente abbiamo, in parte, dimenticato il sisma, perché stiamo vivendo un terribile terremoto economico. Siamo ancora soggetti a sanzioni (internazionali, <i style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; margin: 0px; padding: 0px;">ndr</i>). Queste sanzioni, anche se si sostiene che non colpiscono la popolazione, si riflettono nella nostra vita quotidiana. Ad esempio, siamo in pieno inverno e abbiamo solo due ore di elettricità al giorno. Ciò significa che siamo costantemente alla ricerca di modi per riscaldarci.</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-size: x-small;">Al momento del terremoto avete ricevuto aiuto da alcune Ong e organizzazioni internazionali, in particolare dalle Nazioni Unite. Oggi com'è la situazione?</span></span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="font-size: x-small;">L'aiuto che è arrivato è stato molto limitato e da allora si è interrotto. La Siria, prima del 6 febbraio 2023, era già stata dimenticata dalle Ong, ma gli aiuti continuavano comunque. Dall’1 gennaio 2024, l’Agenzia per gli aiuti alimentari delle Nazioni Unite, il Programma alimentare mondiale, ha sospeso tutti gli aiuti. Il motivo è che ci sono altri luoghi di intervento. Personalmente, credo che, sotto questo profilo, non abbiamo il diritto di abbandonare una popolazione che soffre. Che diritto abbiamo oggi di accettare che una popolazione viva nella povertà e nella miseria? Faccio un appello: occorre vivere con dignità. Non siamo mendicanti, ma abbiamo sofferto tante difficoltà, tanti problemi, tante disgrazie e l’umanità deve aiutarci a rimetterci in piedi, non ridurci all’accattonaggio.</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-size: x-small;">Lei parlava di ricostruzione di un senso di sicurezza per gli abitanti di Aleppo. Come si può ritrovare la speranza in questa situazione?</span></span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="font-size: x-small;">Dobbiamo credere che la speranza è possibile. Nonostante un orizzonte chiuso, dobbiamo credere personalmente, comunitariamente, a livello di Chiesa, che la speranza è possibile e che il Signore non ci abbandona. Da questa speranza dobbiamo andare incontro agli altri, per servirli il più possibile e per fornire loro, sempre per quanto possibile, l'aiuto di cui hanno bisogno. La nostra fede ci aiuta ad andare avanti. Il Signore ha promesso di non dimenticarci, nemmeno in mezzo alla tempesta, come i discepoli sorpresi da una tempesta in mare aperto. Il Signore sembra dormire, ma è lì per calmare i nostri cuori e calmare le nostre menti. Questo è il principio su cui, attualmente, come maristi e maristi blu, stiamo lavorando per continuare a seminare speranza nel concreto, nel reale: con cesti alimentari, con sostegno psicologico, con l'educazione, con lo sviluppo umano, con gli aiuti per agli affitti.</span></p><p></p></div>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-41066007984763623352024-02-06T19:05:00.003+01:002024-02-07T09:36:46.986+01:00Lettera dai Fratelli Maristi di Aleppo: tristezza e tragedia <p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht28gB3TgVx3A6-7-7VW52L23ZbYUyzDRfSVbYsX22jfJdoze3Df3m_x_KmUuEdbaFwLxQqwk69JDZW-dbyirnj14XN_KbodYv30LzUOkCALaGiXVLfpgTXa_AyoMiZNgA5pHK2w22kewHMVVF4QosOHRPM_WqU5PBovRcQfLzWwBV54JQw9kwFFKsNFAd/s1152/Maristi%20paniere%20Natale.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="864" data-original-width="1152" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht28gB3TgVx3A6-7-7VW52L23ZbYUyzDRfSVbYsX22jfJdoze3Df3m_x_KmUuEdbaFwLxQqwk69JDZW-dbyirnj14XN_KbodYv30LzUOkCALaGiXVLfpgTXa_AyoMiZNgA5pHK2w22kewHMVVF4QosOHRPM_WqU5PBovRcQfLzWwBV54JQw9kwFFKsNFAd/s320/Maristi%20paniere%20Natale.jpg" width="320" /></a></div><div><br /></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: center;">Lettera da Aleppo n° 48, 5 febbraio 2024 <i>(a un anno dal terribile terremoto)</i> </div></span><p></p><p>Traduzione di fratel<b> <span face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="background-color: white; color: #444444; font-size: small;">Giorgio Banaudi</span></b></p><p style="margin-bottom: 0cm;">Cari amici,</p><p style="margin-bottom: 0cm;">I Maristi blu sono in lutto: la nostra
volontaria più anziana, Marguerite També, è morta improvvisamente
pochi giorni fa, mercoledì 31 gennaio.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhea9LqFbNQCLn06pnRamP5aKJVUFlvEwXt0w48RzZZUTHQJu_gFs8NrdIIlsIJ7P4WHoISbQOEW73jH8XPaju2Djmh0KDd5XmM0V8Zfclxqflm72sKjg4896uz5sfGNViPrTtli1tvhVbwzpyaV_AUkhUWdHvHeNIffqhtBUXydCjzISH0iHbq3QYq7X0v/s2048/Marguerite.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhea9LqFbNQCLn06pnRamP5aKJVUFlvEwXt0w48RzZZUTHQJu_gFs8NrdIIlsIJ7P4WHoISbQOEW73jH8XPaju2Djmh0KDd5XmM0V8Zfclxqflm72sKjg4896uz5sfGNViPrTtli1tvhVbwzpyaV_AUkhUWdHvHeNIffqhtBUXydCjzISH0iHbq3QYq7X0v/s320/Marguerite.jpg" width="240" /></a></div><span style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;">All'età di 92 anni, Margot era ancora
molto attiva, veniva ogni giorno nella nostra sede presso la comunità
dei Fratelli, gestiva il progetto "Sviluppo delle donne",
riordinava e distribuiva gli abiti usati che ricevevamo, ascoltava i
nostri volontari e condivideva con loro la sua vita e la sua
esperienza. Margot è stata con noi fin dagli inizi, nel 1986, in
questo cammino di solidarietà insieme con i più svantaggiati.
Lascerà un grande vuoto nei nostri cuori e nella vita di tantissime
persone qui ad Aleppo.</div></span></div></div><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"> Ho esitato a lungo prima di scrivere
questa lettera. Mi sembrava quasi indecoroso parlarvi della nostra
situazione ad Aleppo mentre poco lontano da noi si sta consumando una
terribile tragedia, una delle peggiori della storia.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Decine di migliaia di bombe sganciate
su una piccola area con la più alta densità di popolazione al
mondo; decine di migliaia di vittime civili (27.000 i morti finora),
la maggior parte dei quali sono bambini e donne; non c'è famiglia
che non abbia perso uno o più membri; quasi due milioni di sfollati
su una popolazione di poco più di 2.200.000 abitanti, la maggior
parte dei quali vivevano già praticamente come profughi; la maggior
parte degli ospedali e delle strutture mediche è stata resa
inutilizzabile; le medicine, l'acqua, l'elettricità e il cibo
vengono forniti col contagocce; i palestinesi di Gaza stanno
soffrendo come mai nessuno prima.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">E tutto questo continua, nonostante la
condanna dei governi del mondo, nonostante le incessanti richieste
del Segretario Generale delle Nazioni Unite, dell'UNICEF, dell'OMS,
di Medici senza frontiere e di Human Right Watch di fermare questi
atti di guerra e lasciar passare gli aiuti umanitari.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">L'unico aspetto positivo di questa
tragedia è che ha riportato in primo piano la questione palestinese
e che tutti i governi, soprattutto le grandi potenze, tornano
finalmente a parlare della soluzione dei due Stati, mentre, pur
essendo convinti che questa sia l'unica soluzione possibile, da 20
anni non hanno fatto nulla per metterla in pratica, permettendo anzi
che la colonizzazione dei territori palestinesi occupati continuasse
e impedendo di fatto la creazione di uno Stato palestinese autonomo.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Qui ad Aleppo, tutti sono solidali con
i palestinesi e, a dir poco, disgustati dalle atrocità commesse
contro di loro. Le conversazioni degli aleppini, i messaggi su
WhatsApp, i post su Facebook sono tutti incentrati su questa
tragedia.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Non solo: anche la situazione economica
e la vita quotidiana in Siria, e in particolare ad Aleppo, sono
argomenti di discussione quotidiana, perché le cose qui vanno di
male in peggio.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">I prezzi aumentano ogni giorno di pari
passo con il crollo della valuta nazionale; il costo della vita, già
insopportabile, continua a salire a livelli mai visti, con il
risultato che il 90% delle famiglie vive sotto la soglia della
povertà e non riesce ad arrivare a fine mese. Lo Stato, non avendo
più a disposizione risorse finanziarie, non sovvenziona più come un
tempo i prodotti essenziali come pane, benzina e gasolio per il
riscaldamento, contribuendo così all'aumento dell'inflazione.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">E pensare che prima del 2011 il Paese
era prospero e la povertà molto rara.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Le riserve sono ormai quasi esaurite;
molti prodotti sono razionati; l'elettricità viene erogata solo per
2 ore al giorno. La gente soffre; basti pensare a questo freddo
inverno, con temperature di 4-5 gradi, senza nessuna possibilità di
riscaldamento!</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Durante gli anni della guerra, la vita
ad Aleppo era pericolosa. Negli ultimi 6 anni è diventata ancora più
difficile, addirittura intollerabile. Il movimento migratorio sta
crescendo, soprattutto di recente, grazie soprattutto alle nuove
opportunità offerte dal governo canadese. Alcuni dei principali
referenti dei Maristi Blu sono già partiti, altri sono in attesa del
visto per emigrare.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Cosa possiamo dire a coloro che,
disperati e senza più speranza, vengono a chiederci consiglio su una
possibile partenza o a coloro che, ottenuto il visto, vengono a
salutarci? Se non augurare loro buona fortuna.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Di fronte a tutte le sofferenze patite
dalla popolazione di Aleppo, noi Maristi Blu riteniamo che il nostro
contributo per alleviarle sia ancora più urgente che mai.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Vi faccio qualche esempio:</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Il nostro programma "Goccia di
latte” fornisce a 2.100 bambini il fabbisogno mensile di latte. Il
prezzo di una razione mensile di latte per bambini (720.000 LS) è
più costoso dello stipendio mensile attribuito al papà (che è di
circa 400.000 LS).</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Di recente abbiamo ricevuto una grande
donazione in natura da un'associazione francese: pannolini per
neonati. Il prezzo mensile dei pannolini per un bambino (200.000 LS
prodotti qui localmente) è la metà dello stipendio del papà! Il
nostro progetto "Pannolini per i bèbè” aiuta circa 600
famiglie al mese.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Il nostro progetto "LED", che
consiste nell'installazione di una batteria, di un inverter e di luci
a LED nelle case di oltre 200 anziani o di famiglie numerose, ha
permesso loro di non vivere più al buio dopo il tramonto. La maggior
parte delle persone non dispone dei soldi per pagare un modesto
abbonamento mensile a un generatore privato (400.000 LS al mese), che
fornirebbe un po' di elettricità per accendere almeno qualche
lampadina.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">I "Cestini alimentari" che
distribuiamo a 1.100 famiglie ogni mese, sono proprio ciò di cui
hanno più bisogno. Il prezzo (400.000 LS) di ogni cesto permette
così a molte famiglie di sopravvivere; il 56% delle famiglie siriane
è considerato a rischio dal punto di vista alimentare, stando alle
agenzie delle Nazioni Unite.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Infine, per concludere questa
carrellata di esempi, il nostro programma "Sostegno scolastico"
contribuisce alle spese scolastiche, di trasporto e di assistenza per
più di cento alunni e studenti.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Tutti gli altri progetti proseguono
normalmente.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">I nostri programmi educativi, in
sintesi: "Voglio imparare” per l'istruzione e l'educazione di
120 bambini dai 3 ai 6 anni, "Piccoli Semi" per il sostegno
psicosociale di 450 bambini e adolescenti, "Taglio e cucito"
per l'insegnamento del cucito a 20 partecipanti per ogni sessione che
dura circa 3 mesi.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">I nostri programmi di assistenza:
"Affitto" per aiutare 120 famiglie sfollate a trovare un
alloggio, "Aiuto medico” per curare circa 150 malati ogni
mese, "Pane condiviso " per fornire un pasto caldo
quotidiano a 260 anziani che non hanno più nessuno ad Aleppo. </p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgBIBne8jT3BpRgxcsS0iPBeroSo5C_LLEilG5QEsQme3Qyt_ML_KHo5p_zTusqVc71wFAZCOwcheRxuTswtdl6JxliiI9aYF5sr8rWj96w7LH0MMYvPH-B9We1THaB5Y19P38R75sQx2pUUUPqpWqp90N42Yc25VfbwyO8QzU9GG7TWCHMydDxaN0kq9Pg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="885" data-original-width="1920" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgBIBne8jT3BpRgxcsS0iPBeroSo5C_LLEilG5QEsQme3Qyt_ML_KHo5p_zTusqVc71wFAZCOwcheRxuTswtdl6JxliiI9aYF5sr8rWj96w7LH0MMYvPH-B9We1THaB5Y19P38R75sQx2pUUUPqpWqp90N42Yc25VfbwyO8QzU9GG7TWCHMydDxaN0kq9Pg" width="320" /></a></div><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;">Infine i nostri programmi di sviluppo:
MIT", il nostro centro di formazione per adulti, con 2 sessioni
di 12 ore al mese; il programma "Microprogetti", che
insegna alle persone a creare e avviare progetti personali e finanzia
una cinquantina di progetti all'anno; "Formazione
professionale", con 2 moduli per 20 apprendisti ciascuno, che
imparano un mestiere nell'arco di 2 anni; il progetto "Sviluppo
delle donne", con sessioni della durata di 3 mesi ciascuna; e
infine, ma non meno importante, "Heartmade (fatto col cuore)",
che, grazie alle sue 16 sarte, crea capi di abbigliamento unici per
le donne, a partire da scarti di tessuto.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Quest'anno, più che negli anni
precedenti, stiamo facendo del nostro meglio per formare i membri dei
Maristi Blu, in particolare i responsabili dei progetti.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxk2xntCcHaAYTXqUSctQby_hMEkN-qvQ6RLbR6WVlRIkYd02EliZYS75dNIKpCuPX0yrYVQyqttxa50JkKIODSXA7fgDlyPVNBnbmb4BQWwaVYU5kHG2MKsSqzyBuH7SG4qGXf22EcGu9lHUmwGxWRxkpyIWCWL_18PkmPsD3VnSvAMH2hw7GUif884Vn/s1280/formazione%20maristi.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="1280" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxk2xntCcHaAYTXqUSctQby_hMEkN-qvQ6RLbR6WVlRIkYd02EliZYS75dNIKpCuPX0yrYVQyqttxa50JkKIODSXA7fgDlyPVNBnbmb4BQWwaVYU5kHG2MKsSqzyBuH7SG4qGXf22EcGu9lHUmwGxWRxkpyIWCWL_18PkmPsD3VnSvAMH2hw7GUif884Vn/s320/formazione%20maristi.jpg" width="320" /></a></div>Per i nuovi volontari stiamo
organizzando corsi formativi: un ciclo di tre sessioni di formazione:
i Maristi – i Maristi Blu - la Solidarietà.<p></p><p style="margin-bottom: 0cm;">Per i volontari più esperti, formazione sul campo attraverso la condivisione delle attività di altri progetti. </p><p style="margin-bottom: 0cm;">Per i direttori dei progetti: da un
lato, incontri regolari per riflettere insieme sull'impatto dei
progetti sui volontari e sui beneficiari, sulla conformità dei
nostri valori con le nostre azioni, sullo stato attuale dei Maristi
Blu e sul loro futuro; dall'altro, sessioni di formazione, su base
locale o con la presenza dei Maristi del Libano o della Spagna;
l'ultima sessione di formazione di 3 giorni completi si è appena
conclusa con la partecipazione di tutti i direttori dei progetti,
sotto la direzione di 2 formatori libanesi dell'associazione Waznat.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Stiamo facendo del nostro meglio, entro
i limiti delle nostre capacità umane e materiali, per aiutare,
alleviare, educare, formare, sviluppare e seminare un po' di speranza
in un ambiente di sofferenza che incoraggia solo il pessimismo e la
disperazione.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Infine, vi chiediamo, cari amici, di
pregare per:</p><ul>
<li><p style="margin-bottom: 0cm;">Noi, Maristi Blu, affinché Dio ci
aiuti a continuare la nostra missione;</p>
</li><li><p style="margin-bottom: 0cm;">Per i siriani che soffrono e che
non vedono alcuna luce all'orizzonte o alla fine del tunnel;</p>
</li><li><p style="margin-bottom: 0cm;">Per la popolazione di Gaza,
affinché la carneficina si fermi;</p>
</li><li><p style="margin-bottom: 0cm;">Per tutti i palestinesi, affinché
i loro diritti siano finalmente riconosciuti, l'occupazione finisca
e possano vivere nel loro Stato.</p>
</li><li><p style="margin-bottom: 0cm;">Per l'intera regione mediorientale
che, come una polveriera, potrebbe esplodere in qualsiasi momento.</p></li></ul><p style="margin-bottom: 0cm;">Aleppo, 5 febbraio 2024</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Per i Maristi Blu – Dr. Nabil Antaki</p>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-25024334482536813602024-02-03T14:55:00.002+01:002024-02-03T21:12:50.704+01:00Gli USA bombardano la Siria<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjl-tB402cxmsBO5E8FEfQ0r9YgpqtVAhWkzA92oxlGiMpvXgjsPgVRH6aBXjUcHFU3libBrldrcKVO2DK8Wv-W3fIV_l2iNdzPlc6-PW8mP43C85dCXqX849z4vXbFvhEemxXWxn3rf-a_lXpQu_BBqcm0SPnQp7KnLjY5RL7g93klJJSiP7JPVg-zVsMl" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1152" data-original-width="2048" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjl-tB402cxmsBO5E8FEfQ0r9YgpqtVAhWkzA92oxlGiMpvXgjsPgVRH6aBXjUcHFU3libBrldrcKVO2DK8Wv-W3fIV_l2iNdzPlc6-PW8mP43C85dCXqX849z4vXbFvhEemxXWxn3rf-a_lXpQu_BBqcm0SPnQp7KnLjY5RL7g93klJJSiP7JPVg-zVsMl" width="320" /></a></div><p></p><p><b>Serie di post di <a href="https://twitter.com/ejmalrai">Elijah Magnier </a></b></p><p><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;">Gli USA hanno effettuato attacchi aerei su </span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"> obiettivi iraniani collegati all'IRGC (l'Iran ha negato di avere qualsiasi posizione collegata alle sue forze) nei distretti di Al Bukamal, Deir ez-Zor, confini orientali di </span><span class="r-18u37iz" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f1419; flex-direction: row; font-size: 19px; white-space: pre-wrap;">Syria</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"> e </span><span class="r-18u37iz" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f1419; flex-direction: row; font-size: 19px; white-space: pre-wrap;">Iraq (suggerendo all'opinione pubblica: '</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;">dopo un tempestivo avviso che ha consentito l'evacuazione della maggior parte delle posizioni'). I bombardieri pesanti B-1B dell'USAF, i caccia F-15E e gli A-10 Warthog hanno utilizzato 125 armi a guida di precisione contro 85 bersagli senza risultati strategici. </span></p><p><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"> L'attacco USA</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"> della scorsa notte ha preso di mira la forza di sicurezza ufficiale irachena, Hashd al-Sha'bi, posizionata ad al-Anbar, uccidendo 3 ufficiali e due civili.</span></span></p><p><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;">I bombardamenti statunitensi non hanno intimidito le forze della Resistenza in Siria, che hanno reagito alla posizione americana nel nord-est del paese con un messaggio provocatorio. Gli alleati di </span><span class="r-18u37iz" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f1419; flex-direction: row; font-size: 19px; white-space: pre-wrap;">Gaza</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"> continuano a fare affari come al solito, sperando che Joe Biden</span><span face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f1419; font-size: 19px; white-space: pre-wrap;"> venga ulteriormente trascinato nel pantano del Medio Oriente e mostri come il paese più forte del mondo stia combattendo una guerra impossibile da vincere contro piccoli attori non statali.</span></p><p><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;">Il comportamento bellicoso degli Stati Uniti metterà ulteriormente a repentaglio il dispiegamento americano in Iraq. </span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;">La Resistenza Irachena ha affermato di aver lanciato droni e attacchi missilistici contro la base USA </span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;">di Ayn al-Assad. L</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;">a Resistenza ha bombardato la base di al-Harir </span><span class="r-18u37iz" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f1419; flex-direction: row; font-size: 19px; white-space: pre-wrap;">USA</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"> in </span><span class="r-18u37iz" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f1419; flex-direction: row; font-size: 19px; white-space: pre-wrap;">Kurdistan</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"> , Iraq.</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"> </span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;">La base militare USA</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"> di al-Tanf, al confine tra Iraq e Siria, è stata attaccata da droni.</span></p><p><span face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f1419; font-size: 19px; white-space: pre-wrap;">Il governo iracheno condanna gli attacchi aerei statunitensi e li descrive come una “violazione della sovranità”, avvertendo di “conseguenze disastrose”.</span></p><p><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;">L'attacco USA ha ucciso 16 iracheni e 7 siriani con 120 missili lanciati contro 2 paesi sovrani, </span><span class="r-18u37iz" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f1419; flex-direction: row; font-size: 19px; white-space: pre-wrap;">Iraq</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"> e </span><span class="r-18u37iz" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f1419; flex-direction: row; font-size: 19px; white-space: pre-wrap;">Syria</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"> , che gli americani occupano di prepotenza. Nessuna vittima iraniana nei bombardamenti: l'azione sarà lungi dall’impedire alla Resistenza di rispondere agli Stati Uniti, di sostenere </span><span class="r-18u37iz" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f1419; flex-direction: row; font-size: 19px; white-space: pre-wrap;">Gaza</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"> e bombardare </span><span class="r-18u37iz" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f1419; flex-direction: row; font-size: 19px; white-space: pre-wrap;">Israele.</span></p><p><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"><span class="r-18u37iz" style="flex-direction: row;">Iran</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"> , </span><span class="r-18u37iz" style="flex-direction: row;">Iraq</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"> e </span><span class="r-18u37iz" style="flex-direction: row;">Russia</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"> condannano le</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"> violazioni USA contro 2 paesi sovrani e chiedono una riunione d'emergenza delle Nazioni Unite</span></span></span><span face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f1419; font-size: 19px; white-space: pre-wrap;"> , che gli Stati Uniti invocherebbero ai sensi dell'articolo 51 per "autodifesa". L'Iraq ha confermato che non c'era stato alcun coordinamento preventivo, un passo necessario poiché gli americani sono presenti come ospiti e non come aggressori. </span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;">Il parlamento iracheno chiede una sessione d'emergenza per adottare misure contro l'aggressione americana sul territorio iracheno, in particolare contro le forze di sicurezza di frontiera incaricate di monitorare e contrastare </span><span class="r-18u37iz" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f1419; flex-direction: row; font-size: 19px; white-space: pre-wrap;">ISIS</span><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"> le incursioni nel paese.</span></p><p><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"><a href="https://thecradle.co/articles/isis-exploits-us-strikes-to-attack-iraqi-forces-in-anbar">L'ISIS ha colto l'occasione per attaccare</a> le posizioni di Hasd al-Shabi e altri villaggi di al-Anbar contemporaneamente ai bombardamenti statunitensi.</span><br /></span></span></p><p><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"><br /></span></span></span></p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 1.4em; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 15px; outline: none medium; padding: 0px; text-align: center;"><span style="box-sizing: inherit; font-size: 19.6px; margin: 0px; outline: none medium; padding: 0px; vertical-align: inherit;"><i><b>Dichiarazione del Ministero della Difesa siriano</b>: </i></span></p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 1.4em; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 15px; outline: none medium; padding: 0px;"><span style="box-sizing: inherit; font-size: 19.6px; margin: 0px; outline: none medium; padding: 0px; vertical-align: inherit;"><i>"Le forze di occupazione statunitensi hanno lanciato questa mattina una palese aggressione aerea su una serie di siti e città nella regione orientale della Siria, vicino al confine siriano-iracheno. Questa aggressione ha provocato il martirio di numerosi civili e militari, nonché il ferimento di altre persone, e hanno causato ingenti danni a proprietà pubbliche e private.</i></span></p><p><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"><i><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"></span></i></span></span></p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 1.4em; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 15px; outline: none medium; padding: 0px;"><span style="box-sizing: inherit; font-size: 19.6px; margin: 0px; outline: none medium; padding: 0px; vertical-align: inherit;"><i><span style="box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: none medium; padding: 0px; vertical-align: inherit;">L’area presa di mira dagli attacchi statunitensi nella Siria orientale è la stessa area in cui l’Esercito arabo siriano sta combattendo i resti dell’organizzazione terroristica ISIS. </span><span style="box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: none medium; padding: 0px; vertical-align: inherit;">Ciò conferma che gli Stati Uniti e le loro forze militari sono coinvolte e allineate con questa organizzazione, lavorando per rilanciarla come braccio sul campo in Siria e Iraq con tutti i mezzi sporchi.</span></i></span></p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 1.4em; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 15px; outline: none medium; padding: 0px;"><span style="box-sizing: inherit; font-size: 19.6px; margin: 0px; outline: none medium; padding: 0px; vertical-align: inherit;"><i><span style="box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: none medium; padding: 0px; vertical-align: inherit;">L’aggressione delle forze di occupazione statunitensi questa mattina non ha altra giustificazione se non il tentativo di indebolire le capacità dell’Esercito arabo siriano e dei suoi alleati nella lotta al terrorismo. </span><span style="box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: none medium; padding: 0px; vertical-align: inherit;">Tuttavia, l’Esercito, che è stato in grado di sconfiggere varie organizzazioni terroristiche nel corso degli anni, continuerà a mantenere la sua fermezza e il suo principio di difesa della Siria e del suo popolo, colpendo tutte le organizzazioni, non importa quanto i loro sponsor e sostenitori cerchino di ostacolare questo obiettivo.</span></i></span></p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 1.4em; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 15px; outline: none medium; padding: 0px;"><span style="box-sizing: inherit; font-size: 19.6px; margin: 0px; outline: none medium; padding: 0px; vertical-align: inherit;"><i><span style="box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: none medium; padding: 0px; vertical-align: inherit;"></span></i></span></p><p style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 1.4em; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 15px; outline: none medium; padding: 0px;"><span style="box-sizing: inherit; font-size: 19.6px; margin: 0px; outline: none medium; padding: 0px; vertical-align: inherit;"><i>L’occupazione delle forze statunitensi in alcune parti del territorio siriano non può continuare, e il Comando Generale dell’Esercito e delle Forze Armate afferma il proprio impegno a continuare la guerra contro il terrorismo fino alla sua completa eliminazione e la propria determinazione a liberare l’intero territorio siriano da ogni terrorismo e occupazione."</i></span></p><p><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"><br /></span></span></span></p><p><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" face="TwitterChirp, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-size: 19px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset; white-space: pre-wrap;"><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;"><span class="css-1qaijid r-bcqeeo r-qvutc0 r-poiln3" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-overflow: unset;">ULTERIORI INFORMAZIONI QUI: <a href="https://www.vietatoparlare.it/gli-usa-bombardano-in-siria-e-in-iraq/">https://www.vietatoparlare.it/gli-usa-bombardano-in-siria-e-in-iraq/</a></span></span></span></p>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-13333948709125321432024-01-31T21:42:00.000+01:002024-01-31T21:42:34.464+01:00Gli Stati Uniti non si ritireranno dalla Siria<p></p><div style="text-align: center;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/Dg3MqlJPPqw?si=p271zwrtnhelcMaj" title="YouTube video player" width="560"></iframe></div><div style="text-align: center;"> <i>Il Ministero della Cultura della Siria chiede di proteggere le antichità di Afrin che le forze turche e le fazioni dell'SNA appoggiate dai turchi stanno assaltando e distruggendo. </i></div><p></p><p>di<b> Emma Jamal</b> - <span style="background-color: whitesmoke; color: #222222; font-family: bodyar; font-size: 20px; font-weight: 700; text-align: justify;"><a href="https://npasyria.com/en/110675/">Syria (North Press)</a></span></p><p>Il vice segretario di Stato americano ad interim Victoria Nuland ha dichiarato martedì che il suo Paese non intende ritirare le forze militari dalla Siria.</p><p>"Gli Stati Uniti non si ritireranno dalla Siria", ha dichiarato Nuland alla CNN Turk. Secondo la funzionaria, la decisione del ritiro non è ancora stata presa.</p><p>Il 28 gennaio, <a href="https://www.piccolenote.it/mondo/liraq-in-attesa-delle-bombe-usa">la Resistenza islamica in Iraq</a> ha rivendicato la responsabilità dell'attacco a una base statunitense in Giordania, vicino al confine con la Siria, che ha causato l'uccisione di tre soldati americani e il ferimento di altri 34.</p><p>Dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas, nell'ottobre 2023, <a href="https://www.mondialisation.ca/lirak-est-il-le-veritable-objectif-des-etats-unis?doing_wp_cron=1706733595.8228330612182617187500">le basi statunitensi</a> in Siria e Iraq sono state prese di mira dalle milizie sostenute dall'Iran e quasi tutti gli attacchi sono stati rivendicati dalla Resistenza islamica in Iraq.</p> Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-79195051811799322222024-01-18T11:00:00.001+01:002024-01-18T11:00:00.132+01:00La mostra sul Monastero di Azer visitabile a Milano<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgezSEM_xsnr_dOYYTQe2eacWQNHbRc0tkN3cBRN0uCMdqyXRTUpJ-tzpm42JDMAt1dvgPHP8d2HuXM75m0ooafhshNXJ5_5UjmQXx6kw5sthzCDrLlkh1IEsod1wbaFo2bnQv7L0ChOrhaotakON-Z8FBctKsk4S5lwUcA77rkqnQA_MaxRyhJV6iSyek1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2976" data-original-width="3968" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgezSEM_xsnr_dOYYTQe2eacWQNHbRc0tkN3cBRN0uCMdqyXRTUpJ-tzpm42JDMAt1dvgPHP8d2HuXM75m0ooafhshNXJ5_5UjmQXx6kw5sthzCDrLlkh1IEsod1wbaFo2bnQv7L0ChOrhaotakON-Z8FBctKsk4S5lwUcA77rkqnQA_MaxRyhJV6iSyek1" width="320" /></a></div> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div>TEMPI, 17 gennaio 2024<p></p><p><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px;">L’</span><span style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">associazione Charles Péguy</span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px;"> porta a Milano la mostra, presentata la scorsa estate al Meeting di Rimini, <b>“Azer. L’impronta di Dio. Un monastero nel cuore della Siria”</b>. </span></p><p><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px;">La mostra sarà esposta presso la sala espositiva <b>Monastero San Benedetto, in Via Felice Bellotti, 10 , Milano, dal 20 al 28 gennaio 2024</b>, e vuole essere un evento a livello cittadino.</span></p><p><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px;">Attraverso video, interviste, testi e foto questa mostra racconta lo stupore per la straordinaria vicenda di alcune suore trappiste del </span><a href="https://www.tempi.it/il-monastero-di-azer-l-unico-spreco-che-serve-alla-siria-e-a-noi/" rel="noopener" style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #e42f17; font-family: "Roboto Slab", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;" target="_blank"><span style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">monastero di Azer</span></a><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px;">, in Siria, paese di vicende drammatiche, in una zona abitata da popolazioni islamiche sciite e sunnite con l’eccezione di </span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px;">due piccoli villaggi cristiani: il luogo, quasi al confine Nord del Libano, è anche assai prossimo alle sconvolgenti azioni belliche in Palestina.</span></p><p><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px;">Nel marzo 2011 lo scoppio della guerra ha provocato devastazioni enormi, massacri senza fine e l’esodo di milioni di persone; dal marzo 2020 è giunta l’epidemia Covid-19; quindi, nel settembre 2022 un contagio di colera; infine, nel febbraio 2023, il terremoto.</span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px;"> </span></p><p><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px;">In questo lungo e drammatico periodo le monache hanno posto un seme di vita nuova, rimanendo con una presenza orante, laboriosa, gratuita: un germe vivente, di pace che Dio ha posto, in un tempo e in un luogo di guerre dilanianti. Un seme, una testimonianza anche per noi: chiamati noi stessi a generare per grazia di Dio cellule di vita nuova, oggi, qui…</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25em; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;">L’incontro di presentazione della Mostra sarà: <span style="font-family: inherit; font-size: inherit; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: 700;">Venerdì 19 gennaio 2024 ore 21.00 - </span>Auditorium CMC Largo Corsia dei Servi, 4 - Milano</p><p style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25em; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_mDPBJUaRWAAU4XmPLOOIG2sjZ8eXs6ZmhPXXOKtTWw0M2zB4GMjjC9uySS0XWwmmjx_8cA7LQ7CBlmXtV0pODGbJao6cbUxmPPG9t2OxRvAio0i_cYKypS1M29kbklPBuvEdF5_KNUs_t0B8rzivp8jTcY2WX93FcLYM0VJ64NY0L1EZf6dvld9Qz2xc/s3968/IMG_20230821_132212.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3968" data-original-width="2976" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_mDPBJUaRWAAU4XmPLOOIG2sjZ8eXs6ZmhPXXOKtTWw0M2zB4GMjjC9uySS0XWwmmjx_8cA7LQ7CBlmXtV0pODGbJao6cbUxmPPG9t2OxRvAio0i_cYKypS1M29kbklPBuvEdF5_KNUs_t0B8rzivp8jTcY2WX93FcLYM0VJ64NY0L1EZf6dvld9Qz2xc/s320/IMG_20230821_132212.jpg" width="240" /></a><br /></p><p style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25em; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;">QUI il link alla presentazione della Mostra al Meeting di Rimini e al dialogo di alcuni amici con suor Marta: <a href="https://oraprosiria.blogspot.com/2023/08/non-dimenticare-la-siria-dal-meeting.html">https://oraprosiria.blogspot.com/2023/08/non-dimenticare-la-siria-dal-meeting.html</a></p>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-66485408602753573982024-01-15T22:38:00.000+01:002024-01-15T22:38:04.337+01:00Card. Pizzaballa: reciprocità e riconciliazione per la Terra Santa<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN33do6NAwmputPXXUAGxbWa3sQ0TOC7PPVqUFMROSgcX-nlvUmVSB5v-SSDAc0dS2ezASO-J4kUayTRLC3LFT_Y-Cjfh0Zl6p3sxMEoxl8Lbooz9Yd2Sf0et8GEtm_uSinveMfW1P0jkBR8QP5ZkC2WI5xhoLkRHlDoX8-fnUe-4iOllLQO_pLhmxj934/s480/Gerusalemme%20citt%C3%A0%20di%20pace.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN33do6NAwmputPXXUAGxbWa3sQ0TOC7PPVqUFMROSgcX-nlvUmVSB5v-SSDAc0dS2ezASO-J4kUayTRLC3LFT_Y-Cjfh0Zl6p3sxMEoxl8Lbooz9Yd2Sf0et8GEtm_uSinveMfW1P0jkBR8QP5ZkC2WI5xhoLkRHlDoX8-fnUe-4iOllLQO_pLhmxj934/s320/Gerusalemme%20citt%C3%A0%20di%20pace.jpg" width="320" /></a></div><p></p><p style="text-align: center;"><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; text-align: left;">"È nelle scuole e nelle università che si deve cominciare a rieducare la gente alla pace e alla non-violenza, cioè a credere, a conoscersi e a stimarsi, e anzitutto a incontrarsi, cosa che purtroppo non avviene né nelle scuole arabe né in quelle ebraiche, se non in rari casi". Così è intervenuto il </span><b style="color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; text-align: left;">cardinale Pierbattista Pizzaballa</b><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; text-align: left;">, Patriarca latino di Gerusalemme, invitato oggi, 15 gennaio, come ospite d'onore all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica, presso il Policlinico Gemelli di Roma. </span></p><p><a href="https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2024-01/inaugurazione-anno-accademico-universita-gemelli-pizzaballa.html">Vatican News,</a> 15 gennaio 2024</p><h2 style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-weight: 500; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px;">La Chiesa non perda la sua dimensione profetica</h2><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 0px;">Il cardinale Pizzaballa parla dell'impatto che la sanguinosa guerra in corso sta avendo sulla popolazione. "Come uscire dal fango di questa guerra, da questo orribile pantano in cui più si entra e più pare impossibile uscire?". È la domanda cruciale che si pone e pone ai presenti il porporato, con il tono di grande parresia che contraddistingue sempre il suo parlare. Precisa che <i style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; margin: 0px; padding: 0px;">“pace”</i> sembra essere oggi una parola "lontana, utopica e vuota di contenuto, se non oggetto di strumentalizzazione senza fine". Così, è necessaria una parola chiara di speranza che si deve attingere dalle Scritture e da una dimensione profetica della Chiesa. "Se la Chiesa perde tale dimensione - rimarca - parla semplicemente di ciò che la gente vuol sentire". Afferma che è questo un rischio ricorrente, soprattutto in Medio Oriente: il rischio di seguire la corrente, anziché orientarla. </p><h2 style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-weight: 500; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px;">Tempi lunghi per guarire dalla lacerazione della guerra </h2><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 0px;">Il Patriarca di Gerusalemme lamenta poi che "i tempi di una guarigione saranno necessariamente lunghi e avranno bisogno di percorsi complessi", esortando a crederci davvero nella pace. "Si dovrà prendere atto - sottolinea - che le parole giustizia, verità, riconciliazione e perdono non potranno essere (come forse è stato fino ad oggi) solo auspici, ma dovranno trovare contesti realmente vissuti, con una interpretazione condivisa, e tornare ad essere espressioni credibili e desiderate, senza le quali sarà difficile pensare ad un futuro diverso". La questione problematica è che "ciascuno vede se stesso come vittima, la sola vittima, di questa guerra atroce. Vuole e chiede empatia per la propria situazione, e spesso percepisce nell’esprimere sentimenti di comprensione verso altri da sé, un tradimento o almeno un mancato ascolto della propria sofferenza. Una situazione in tutti i sensi lacerante". </p><h2 style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-weight: 500; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px;">Una pace credibile chiede una purificazione della memoria</h2><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 0px;">Pizzaballa ribadisce la responsabilità di ciascuno, in questo contesto di grande disorientamento, nel dare coraggio per costruire prospettive di vita. "Laddove tutto sembra rinchiudersi in odio e dolore, è chiamato ad aprire orizzonti". Essere profeti, in ogni ambito, non vuol dire essere visionari, ma credenti, cioè "avere la fede che si deve fare il possibile per investire nello sviluppo, per sostenere un pensiero positivo e illuminato, per evitare manipolazioni religiose e anzi promuovere un discorso su Dio che apra alla vita e all’incontro". <i style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; margin: 0px; padding: 0px;">Reciprocità e riconciliazione</i>. Sono queste le direttrici su cui perseverare per la Terra Santa, tenuto conto - dice Pizzaballa - che le ferite non possono essere semplicemente cancellate o ignorate con una pace che sia semplicemente “assenza di guerra”. Con una nota di carattere psicologica, ricorda che le ferite, se non sono curate, assunte, elaborate, condivise, continueranno a produrre dolore anche dopo anni o addirittura secoli, creando vittimismo e di rabbia. </p><h2 style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-weight: 500; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px;">Un linguaggio privo di umanità ferisce più delle bombe</h2><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 0px;">Si sofferma ampiamente, il cardinale, sulla necessità di un linguaggio che aiuti nella costruzione della pace, ripetendo che non di banale accessorio si tratta. Richiamando ancora la necessità di parresia e chiarezza nel parlare, precisa inoltre che "bisogna, non solo dire quello che si pensa, ma anche pensare a quello che si dice, di avere la coscienza che, soprattutto in queste circostanze così sensibili, le parole hanno un peso determinante". Quanti hanno una responsabilità pubblica hanno il dovere di orientare le loro rispettive comunità con un linguaggio appropriato, che limiti "la deriva di odio e sfiducia che spesso nei media dilagano con facilità", osserva Pizzaballa. Insiste sulla necessità di "preservare il senso di umanità", soprattutto nell'uso dei social. Attribuisce a un linguaggio "violento, aggressivo, carico di odio e di disprezzo, di rifiuto e di esclusione", una forte responsabilità e uno degli strumenti principali di questa e troppe altre guerre. Fa anche esempi: definire l’altro come 'animale', è anch’essa una forma di violenza che apre o forse addirittura può giustificare scelte di violenza in molti altri contesti e forme. "Sono espressioni che forse feriscono più ancora degli eccidi e delle bombe". Facendo riferimento a come si raccontano le due parti nel conflitto israelo-palestinese, il porporato si addentra nella questione relativa a quelle che sono state e continuano ad essere "narrative indipendenti l’una dall’altra, che non si sono mai incontrate realmente. E ora - spiega - questo è diventato esplosivamente evidente in questi ultimi mesi. È necessario quindi il coraggio di un linguaggio non esclusivo", soprattutto nei luoghi di formazione culturale, professionale e spirituale. </p><h2 style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-weight: 500; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px;">Il conflitto spirituale</h2><h2 style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-weight: 500; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px;"><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-size: small;">Sua Beatitudine approfondisce le modalità attraverso cui guerra in Medio Oriente intacca inevitabilmente la vita spirituale degli abitanti della Terra Santa. E si chiede qual è stato il ruolo delle fedi e delle religioni. Il cardinale Pizzaballa constata che "con poche eccezioni, non si sono sentite in questi mesi da parte della leadership religiosa discorsi, riflessioni, preghiere diverse da qualsiasi altro leader politico o sociale". Condivide l’impressione che ciascuno si esprima esclusivamente all’interno della prospettiva della propria comunità. Ebrei con ebrei, musulmani con musulmani, cristiani con cristiani, e così via. E racconta che "in questi mesi è stato ed è ancora pressoché impossibile, ad esempio avere incontri di carattere interreligioso, almeno a livello pubblico". Lamenta che "rapporti di carattere interreligioso che sembravano consolidati sembrano oggi spazzati via da un pericoloso sentimento si sfiducia. Ciascuno si sente tradito dall’altro, non compreso, non difeso, non sostenuto". Esorta a questo proposito che la fede non può adagiarsi: da un lato deve essere di conforto, dall'altra "elemento di disturbo". </span></p></h2><h2 style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-weight: 500; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px;">La guerra è uno spartiacque nel dialogo interreligioso</h2><h2 style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-weight: 500; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px;"><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-size: small;">Il rapporto tra cristiani, musulmani ed ebrei non potrà essere mai più come è stato finora. Ne è convinto Pizzaballa che osserva come il mondo ebraico non si sia sentito sostenuto da parte dei cristiani e lo ha espresso in maniera chiara. "I cristiani a loro volta, divisi come sempre su tutto, incapaci di una parola comune, si sono distinti se non divisi sul sostegno ad una parte o all’altra, oppure incerti e disorientati. I musulmani si sentono attaccati, e ritenuti conniventi con gli eccidi commessi il 7 ottobre… insomma - conclude - dopo anni di dialogo interreligioso, ci siamo ritrovati a non intenderci l’un l’altro. È per me, personalmente, un grande dolore, ma anche una grande lezione". Da qui il dialogo dovrà ripensarsi, spiega: non più solo tra appartenenti alla cultura occidentale, come è stato fino ad oggi, ma "dovrà tenere in conto le varie sensibilità, i vari approcci culturali non solo europei, ma innanzitutto locali. È molto più difficile, ma da lì si dovrà ripartire. E si dovrà farlo, non per bisogno o necessità, ma per amore".</span></p></h2><h2 style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-weight: 500; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px;">La Chiesa evidenzi le ingiustizie, senza strumentalizzazioni</h2><h2 style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-weight: 500; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px;"><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-size: small;">La presenza del cardinale Pizzaballa all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica serve oggi a ribadire l'urgenza di educare alla speranza e alla pace, proprio perché la scuola e le università hanno un ruolo chiave in questo. "In un ambiente segnato da lacerazioni e contrasti, possiamo diventare, come Chiesa, luogo ed esperienza della pace possibile", afferma infine il porporato. "Se abbiamo poca possibilità di sedere ai tavoli internazionali - sostiene - abbiamo però il dovere di edificare comunità riconciliate e ospitali, aperte e disponibili all’incontro, autentici spazi di fraternità condivisa e di dialogo sincero". Le sue parole richiamano un ecumenismo che non sia "di facciata o di comodo", ma "vissuto, fatto d’incontri, di collaborazione, di reciproco sostegno e di sofferenza condivisa". Su un aspetto non trascurabile si sofferma ancora nel suo intervento: la Chiesa non può ridursi ad “agente politico” o a partito o fazione, non si può esporre insomma a facili strumentalizzazioni. Contestualmente non può tacere, scandisce Pizzaballa, "di fronte alle ingiustizie o rinchiudersi nell’angelismo o nel disimpegno". Il cardinale si congeda esprimendo tutto il disagio vissuto sulle proprie spalle proprio perché 'conteso' da una parte o dall'altra. Raccomanda, allora, che "prendere posizione non può significare diventare parte di uno scontro, ma deve sempre tradursi in parole e azioni a favore di quanti soffrono e non in condanne contro qualcuno".</span></p></h2>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-91685975487038082752024-01-13T18:45:00.003+01:002024-01-13T19:31:28.411+01:00For Aleppo<div style="text-align: center;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/5ZcYbiPRLs8?si=VR6GnINC0mjET4yC" title="YouTube video player" width="560"></iframe></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;"><div><b>Questo pezzo è dedicato alla città di Aleppo e al suo passato, presente e futuro</b>.</div><div><br /></div><div>I musicisti che hanno suonato alla School of Public Policy della Central European University sono stati:</div><div>Anastasia Razvalyaeva - arpa, Albert Márkos - violoncello, Tijana Stanković - violino, Zsuzsanna Tóth - flauto, Zoltán Bordás - riq, Adam Hosman - tabla egiziana.</div><div><br /></div><div>Composto da Gábor Berkó</div><div>Prodotto da Adam Hosman</div><div><br /></div><div><span face="Roboto, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f0f0f; font-weight: 700; text-align: start;"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=5ZcYbiPRLs8">Department of Public Policy at CEU</a></span></div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi-7A6bzrMKeQwwFZKqJ65nFIS2gAYm0nC9bibZ1O49dsVFO_8PLlmqrTqZth_0_6G4oF3pAAAEJEhV40mGJowCTawE25IwQPvHgbTeDTtqrMI-eNOjemcMDDkn4Ma-EvYcw-_fhPqpr-SNVAf7RcUAy-Mh98NSwca1H0xbUAd4bGc1reClll09AGcr2xRN" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1365" data-original-width="2048" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi-7A6bzrMKeQwwFZKqJ65nFIS2gAYm0nC9bibZ1O49dsVFO_8PLlmqrTqZth_0_6G4oF3pAAAEJEhV40mGJowCTawE25IwQPvHgbTeDTtqrMI-eNOjemcMDDkn4Ma-EvYcw-_fhPqpr-SNVAf7RcUAy-Mh98NSwca1H0xbUAd4bGc1reClll09AGcr2xRN" width="320" /></a></div></div><div><br /></div><div><b><span style="font-size: medium;"><br /></span></b></div><div><b><span style="font-size: medium;">Pierre le Corf da Aleppo</span></b>: "E se alla fine bastasse amare? Bravi e grazie a tutti coloro che ogni giorno regalano un po' di magia e di amore per chi ne è privo, qui e ovunque voi siate.</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgshL1y3byPc0Q6Pj3MnlMdFVaRmBhW0BYmneJUOVw93hJltYwXqCuyaiIA7NdEgQXmHcOFq_J49S55hHHDezcxgDz53zrINdhkZOMTPXSZ1xSxI9oG3g5uY99Sm9l3cBcOmhYJpt2uNT3E1D1WPBTn87vhSTQNPUW_Apwhp9T3iogZ5lfC08LOalq8MYZT" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="" data-original-height="1365" data-original-width="2048" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgshL1y3byPc0Q6Pj3MnlMdFVaRmBhW0BYmneJUOVw93hJltYwXqCuyaiIA7NdEgQXmHcOFq_J49S55hHHDezcxgDz53zrINdhkZOMTPXSZ1xSxI9oG3g5uY99Sm9l3cBcOmhYJpt2uNT3E1D1WPBTn87vhSTQNPUW_Apwhp9T3iogZ5lfC08LOalq8MYZT" width="200" /></a></div>Da Aleppo, mani e cuori. Al di là della guerra, delle sanzioni ecc. nel mondo ci sono cose peggiori del "coronavirus"... credo che più persone stiano lentamente morendo ogni giorno per stanchezza mentale, solitudine, mancanza di sostegno, mancanza di speranza... il vuoto si instaura se l'amore e il contatto non persistono... e la morte si nutre del vuoto. </div><div>Con amore, dunque"</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg7EI0DVsfrMibHvGr6icPkfvNoNHevZPQ42epuMAVLwWqJHdjtXTyNw8GhLGoGf8Uhg3LuCY9XUGcaQ2qUkABl3qd5BWL3AnlEn5fjMSxO8uq7TTu3-ITGwCk1Xcu6QXqUBwcyLEudglUfWi1bGFDN5sY8ze7baYpWHNrMOd0RVqXgg5zbXVHl4dF4lJZd" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1800" data-original-width="1200" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg7EI0DVsfrMibHvGr6icPkfvNoNHevZPQ42epuMAVLwWqJHdjtXTyNw8GhLGoGf8Uhg3LuCY9XUGcaQ2qUkABl3qd5BWL3AnlEn5fjMSxO8uq7TTu3-ITGwCk1Xcu6QXqUBwcyLEudglUfWi1bGFDN5sY8ze7baYpWHNrMOd0RVqXgg5zbXVHl4dF4lJZd" width="160" /></a></div><br /><br /></div><div><br /></div></div> Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-25603458237178571272024-01-03T11:44:00.001+01:002024-01-04T21:56:44.387+01:00Mons Jacques Mourad: il mondo sta lasciando morire il popolo siriano<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIdqBlJCgpslbYcpeqraIVVdkDbOnwEgNNXRygkdhm77Y9OJc4kzeeta3cMDfcEDla8Y0m0tapdCZafxDwEu2_WUolKhezQvCih6Yr9LaLVQpJDkvownb6z6DFOlRDwbsR9_f2__G9FA4djN1AN6yU6U3ChUzSH63Of63zbtWfnNKYoCW2C2NM1T_khs3A/s403/Aleppo%20bambini%20coda%20cibo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="403" data-original-width="403" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIdqBlJCgpslbYcpeqraIVVdkDbOnwEgNNXRygkdhm77Y9OJc4kzeeta3cMDfcEDla8Y0m0tapdCZafxDwEu2_WUolKhezQvCih6Yr9LaLVQpJDkvownb6z6DFOlRDwbsR9_f2__G9FA4djN1AN6yU6U3ChUzSH63Of63zbtWfnNKYoCW2C2NM1T_khs3A/s320/Aleppo%20bambini%20coda%20cibo.jpg" width="320" /></a></div> <span face=""Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif" style="background-color: white; color: #373737; font-size: 19px;">L’arcivescovo di Homs lancia un drammatico appello dopo l’interruzione, a partire dal primo gennaio, del piano di aiuti del Programma alimentare mondiale: "Le famiglie siriane mangiano una volta al giorno, hanno dimenticato cosa sia il riscaldamento, cosa sia l’acqua calda, cosa sia una società. E si vive nell’oscurità, senza luce”</span><p></p><p><a href="https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2024-01/jacques-mourad-homs-siria-guerra-sanzioni-wfp-onu.html">Vatican News</a> , 2 gennaio 2024</p><p><span face=""Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif" style="background-color: white; color: #373737; font-size: 16px;">Sei mesi fa lo avevano dimezzato, dal primo gennaio è del tutto soppresso. Il piano di aiuti del Programma alimentare mondiale - l’agenzia Onu incaricata dell’assistenza alimentare nel mondo – alla Siria è stato interrotto. Più di cinque milioni di persone dipendevano dalla consegna di alimenti e di generi di prima necessità, in un Paese prossimo al 13.mo anno di guerra (marzo 2024) e ulteriormente fiaccato, nel febbraio 2023, da un drammatico terremoto nelle zone al confine con la Turchia. All’origine della decisione, spiega il Pam, vi sarebbe l’assenza di fondi, messi a rischio dall’epidemia di Covid, dalla guerra in Ucraina e ora anche da quella a Gaza, che avrebbero azzerato il budget a disposizione. E ora la stima di chi versa in gravi condizioni di insicurezza alimentare supera i 12milioni di persone.</span></p><h2 style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-weight: 500; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px;">Decisione terribile e ingiusta</h2><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">“Il popolo siriano è condannato a morire senza poter dire nulla”, è la drammatica constatazione di <span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">monsignor Jacques Mourad</span>, da un anno arcivescovo di Homs, terza città, per estensione, della Siria. “E’ una decisione terribile e ingiusta”, continua l’arcivescovo, che si chiede perché mai si sia arrivati a questo. “Per noi è come se il mondo dicesse al popolo siriano ‘sei condannato a morire, senza alzare la voce, senza dire nulla’. E per che cosa? Che colpa ha il popolo siriano?”. </p><h2 style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-weight: 500; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px;">La Chiesa non può coprire tutti i bisogni</h2><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">Le sue parole sono accorate, pensando alla sofferenza che in tutti questi anni il popolo ha subito e che ancora subirà, generata da una guerra che non sembra dover finire e che continua a infrangere qualsiasi speranza. “Questa decisione - prosegue il presule - è stata presa per gettare il popolo siriano nella disperazione completa, per spegnere ogni luce che poteva restare accesa grazie alla nostra fede e grazie alla speranza. Ma in questa situazione noi veramente siamo finiti”. Organizzazioni non governative e Chiesa cattolica, in questi anni, hanno davvero operato miracoli in Siria, supportando la popolazione in ogni modo. Oggi, di fronte all’interruzione degli aiuti umanitari, che ormai servivano quasi i 2/3 della popolazione, ci si chiede se ci sia ancora una speranza che possa impedire alle persone di morire di fame. “La Chiesa, così come le organizzazioni non governative, non possono coprire tutto il bisogno del popolo siriano - continua mons. Mourad - la loro capacità di finanziamento è limitata. Inoltre, far arrivare il denaro in Siria è impossibile a causa delle sanzioni imposte da Stati Uniti e Onu, e quindi come facciamo? Come può il popolo siriano vivere? Già tante famiglie siriane mangiano una volta al giorno, solo una volta al giorno. Abbiamo dimenticato che cosa significhi scaldare, perché non possiamo comprare il diesel o la legna, abbiamo dimenticato cosa sia l'acqua calda, abbiamo dimenticato cosa sia una società. E viviamo nell'oscurità totale, le città in Siria sono senza luce, certamente i quartieri ricchi che contano solo il 5% della popolazione non sono rappresentativi della situazione del popolo siriano”. </p><h2 style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl"; font-weight: 500; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px;">I siriani così sono condannati a morte</h2><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">Per monsignor Mourad l’unica soluzione è rappresentata, oltre che dalla Chiesa cattolica, dall’Unione europea, la sua speranza è che l’Ue prenda una posizione chiara, dettata da “una sensibilità umana e sincera”. L’appello dell’arcivescovo di Homs è straziante. “Perché si vuole far morire questo popolo?” è la domanda atroce che viene posta al mondo: “Non è possibile che tutto il mondo abbandoni il popolo siriano, che cosa abbiamo fatto di male per essere condannati a morire?”.</p>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-52783596442501718852023-12-31T18:00:00.001+01:002023-12-31T18:00:55.636+01:00"Il Signore rivolga a te il Suo volto e ti conceda pace"<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLDRUlkOA2F9QopW7ZGL0cnV4kxH0_aaTZS0z66wTIKCsyn1_IqJv9o-4HBgTNi8Zy5CYkjfDiaqiKtxkkS0XnKzfYprG_1gWZ2ZO4hCSAZgzt72nBoYv6JDBKTQscsYaSC3MyUriGLO07trFqqHymoxI64RN9dCVcKZ5D-lvRy9SKve6aOe1F9IqLaGgd/s960/Gesu%20pace.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="790" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLDRUlkOA2F9QopW7ZGL0cnV4kxH0_aaTZS0z66wTIKCsyn1_IqJv9o-4HBgTNi8Zy5CYkjfDiaqiKtxkkS0XnKzfYprG_1gWZ2ZO4hCSAZgzt72nBoYv6JDBKTQscsYaSC3MyUriGLO07trFqqHymoxI64RN9dCVcKZ5D-lvRy9SKve6aOe1F9IqLaGgd/s320/Gesu%20pace.jpg" width="263" /></a></div> <p></p><p><span style="background-color: white; color: var(--primary-text);"><span style="font-family: helvetica;">Omelia di don Giacomo Tantardini</span></span></p><p><i style="background-color: white; color: var(--primary-text);"><span style="font-family: verdana;">"Dalla sua pienezza, dalla pienezza di Dio, in questo bambino, il figlio di Maria, dalla sua pienezza, dalla pienezza della sua carne, attraverso la sua carne noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia. Grazia su grazia ha ricevuto sua madre, grazia su grazia ha ricevuto Giuseppe sposo di Maria, grazia su grazia hanno ricevuto i pastori.</span></i></p><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;">E oggi la chiesa nelle liturgie di Natale si ferma soprattutto a guardare i pastori, a guardare coloro che all’annuncio dell’angelo sono andati: ”andiamo a vedere, andiamo fino a Betlemme” si dicono “a vedere l’avvenimento che ci è stato annunciato”.</span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;">Andarono e videro Maria e Giuseppe e un bambino. Ed erano pieni di stupore, tant’è vero, tant’è vero che tutti erano stupiti delle cose che dicevano i pastori; e solo, solo lo stupore si comunica al cuore come stupore.</span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;">Che cosa hanno ricevuto da questo bambino quei pastori, che cosa hanno ricevuto da questo piccolo che, malgrado mentre lo vedevano piangeva come tutti i bambini mentre lo guardavano sua madre Maria lo stava allattando.</span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;">Che cosa hanno ricevuto?</span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.9375rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><span style="font-family: inherit;"><i><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgVTmyi3H5YCBbhknliJYNyfcMncuBYY4EsyJltwKCZWQMV472AfYKqaAvL1YWaZkM9IOZ575iDqSHWxNsSF0V6ZrVri9wAn_xL1j04ZL8VUuMr7R_WF8Z00_nHb9hfqOeO6eUJUs7nQpyQlaoY5Qbr4GZX4efig--becYnBhwuIXvSLz05O4gXCgrvitvj" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="865" data-original-width="1080" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgVTmyi3H5YCBbhknliJYNyfcMncuBYY4EsyJltwKCZWQMV472AfYKqaAvL1YWaZkM9IOZ575iDqSHWxNsSF0V6ZrVri9wAn_xL1j04ZL8VUuMr7R_WF8Z00_nHb9hfqOeO6eUJUs7nQpyQlaoY5Qbr4GZX4efig--becYnBhwuIXvSLz05O4gXCgrvitvj" width="300" /></a></div><br /></i></span></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;">Paolo, quando descrive i peccati degli uomini dopo una lunga serie di tutti i peccati, finisce con queste due frasi che di tutti i peccati sono i più grandi: senza cuore, senza misericordia.</span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;">Così questi pastori hanno ricevuto un cuore, il loro cuore ferito, il loro cuore come il cuore di ogni uomo ferito, il loro cuore che a poco a poco diventa di pietra, hanno ricevuto un cuore di carne, guardando questo bambino, questo bambino; il loro cuore è ritornato come il cuore di quando si è bambini, hanno ricevuto un cuore, hanno ricevuto un cuore di carne, hanno ricevuto misericordia.</span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;">A chi è senza cuore a chi è senza misericordia lo sguardo di questo bambino, il guardare a questo bambino, questo bambino che piange o sorride o dorme o viene allattato, questo bambino ridona il cuore, questo bambino ridona misericordia.</span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;">Il Vangelo non dice, come invece diranno i Magi, non dice che lo hanno adorato, non dice che lo hanno riconosciuto come Dio, dice soltanto che il loro cuore si è stupito, dice soltanto che il loro cuore si è commosso. </span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJS7Ry6TymS5Natu7-5uMoQKOpgwT2-J29GNyYQdifPa1W_u-YYYxb2EEGLLqLw9lezS_WpWXH9JH-MJsIK9VRxbcVAI84RWGG2dUILvukt3Gz_XD0ekLnd6BIR7cUqEaTRaA7XptVfpg5jXMjGOfxCKRft5I36Y8qrW_IryhNfMBKWKHDtapWxlb96Wxu/s696/disastro%20di%20Gaza.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="459" data-original-width="696" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJS7Ry6TymS5Natu7-5uMoQKOpgwT2-J29GNyYQdifPa1W_u-YYYxb2EEGLLqLw9lezS_WpWXH9JH-MJsIK9VRxbcVAI84RWGG2dUILvukt3Gz_XD0ekLnd6BIR7cUqEaTRaA7XptVfpg5jXMjGOfxCKRft5I36Y8qrW_IryhNfMBKWKHDtapWxlb96Wxu/w200-h132/disastro%20di%20Gaza.jpg" width="200" /></a></div> Ma solo, solo colui che ha creato il cuore può ricreare il cuore in persone ormai, ormai che tanti anni, tanti anni hanno logorato il cuore. Solo colui che è il creatore lo può ricreare, lo può rendere come bambino, anzi più puro, più limpido, più commosso, più stupito del cuore di un bambino. </span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;"> Solo colui che ha creato il cuore può donare la misericordia, può abbracciare il cuore. Solo colui che è dolce quando dona come dice Sant’Agostino “dulcis pater” dolce è il padre quando dona, “dulcis oh pater” ma è più dolce il padre quando ricrea. </span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;">Come abbiamo questa sera ancora una volta detto nella preghiera della messa: colui che mirabilmente ha creato il cuore è più mirabile quando lo fa ritornare bambino in noi, in noi che siamo vecchi, quando lo fa ritornare bambino, quando a chi non ha misericordia e non usa misericordia dona misericordia . </span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;"> Per questo, per questo, per questo stupore, per questo cuore rinnovato e ridato, per questa misericordia che mi abbraccia più dolcemente che non la dolcezza di una mamma che abbraccia il bambino, per questa misericordia hanno riconosciuto che Dio, nessuno lo ha mai visto, ma il figlio unigenito che è Dio e che è nel seno del Padre, Lui facendosi bambino, Lui lo ha fatto vedere."</span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;"><br /></span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><i><span style="font-family: verdana;"></span></i></span></div><div class="x1e56ztr" style="background-color: white; color: #050505; margin-bottom: 8px;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="color: var(--primary-text); line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; word-break: break-word;"><span style="border: 0px none; box-sizing: border-box; color: #214482; font-family: "Open Sans"; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-align: center;"><em style="border: 0px none; box-sizing: border-box; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="border: 0px none; box-sizing: border-box; font-family: "book antiqua", palatino, serif; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;">Nella preghiera per la Pace</span><span style="border: 0px none; box-sizing: border-box; font-family: "book antiqua", palatino, serif; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;"> auguriamo</span><span style="border: 0px none; box-sizing: border-box; font-family: "book antiqua", palatino, serif; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;"> agli amici di Ora pro Siria un Anno di vera Pace</span></span></b></em></span></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgcmVJ3xF4sHw4DVUhr1PHjJRp9Qk_vP4DzPwhtoHwbUuZDAqMPOpzLu9oSkZ8v8AQHGSgBp8HoeyxZcB2oIO2L5euk9Mb-dibRLcFKMmDazkVnQ9FwayCLq-TccJQ7OIcbPEAmteMYRekr4fQjz6HcTJiMXUkVQEBTdoza_PDDT_tzpPWPymrjZNZhf4vF" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="575" data-original-width="982" height="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgcmVJ3xF4sHw4DVUhr1PHjJRp9Qk_vP4DzPwhtoHwbUuZDAqMPOpzLu9oSkZ8v8AQHGSgBp8HoeyxZcB2oIO2L5euk9Mb-dibRLcFKMmDazkVnQ9FwayCLq-TccJQ7OIcbPEAmteMYRekr4fQjz6HcTJiMXUkVQEBTdoza_PDDT_tzpPWPymrjZNZhf4vF" width="320" /></a></div></div>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-34041318430336550412023-12-23T21:49:00.001+01:002023-12-23T21:53:58.052+01:00 “Proprio in un mondo così il Signore stesso è nato per darci speranza”<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhV1eR3wG4fod0Pz7YdHbHwaZ1tXt6Fds2eSE0tyqAiIpQo3bMjD3jqqfgljBkGTL78ujbfnwkGRCpACJvmg-MUqQRcGIqoTxkXu48nVuJk8HkXBgXnMHKN1CHpBlgFFC85LTOa8wIuMD7lN2tBfnxK_P0ASAFDjQgbmCtLK0gXsaTxpZP1vbErerS5v23/s2048/grotta%20nativit%C3%A0.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1152" data-original-width="2048" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhV1eR3wG4fod0Pz7YdHbHwaZ1tXt6Fds2eSE0tyqAiIpQo3bMjD3jqqfgljBkGTL78ujbfnwkGRCpACJvmg-MUqQRcGIqoTxkXu48nVuJk8HkXBgXnMHKN1CHpBlgFFC85LTOa8wIuMD7lN2tBfnxK_P0ASAFDjQgbmCtLK0gXsaTxpZP1vbErerS5v23/s320/grotta%20nativit%C3%A0.jpeg" width="320" /></a></div><p></p><p><span face="Museo Sans Cyrl, Verdana, sans-serif" style="color: #373737;"><span style="background-color: white; font-size: 16px;"><b><a href="https://custodia.org/en/news/christmas-message-patriarchs-and-heads-churches-jerusalem">Custodia Terrae Sanctae</a></b></span></span></p><p><span face=""Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif" style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; font-size: 16px; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="color: #990000;"><span face="Rubik, sans-serif" style="background-color: #f2f4f7; font-weight: 400;">Pubblichiamo di seguito </span><span face="Rubik, sans-serif" style="background-color: #f2f4f7; box-sizing: border-box;">il messaggio di Natale </span><span face="Rubik, sans-serif" style="background-color: #f2f4f7; box-sizing: border-box;">dei Patriarchi e dei Capi delle Chiese di Gerusalemme.</span></span></span></p><p><span face=""Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif" style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-size: 16px; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;"><span face="Rubik, sans-serif" style="background-color: #f2f4f7; box-sizing: border-box; color: black;"></span></span></p><div class="simple-text" style="background-color: #f2f4f7; box-sizing: border-box; font-family: Rubik, sans-serif; font-size: 16px;"><div class="tinytext" style="box-sizing: border-box; font-size: 1rem; line-height: 1.6;"><p style="box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem;"><em style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Poiché un bambino ci è nato, ci è stato dato un figlio; </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">e il governo sarà sulle sue spalle, e il suo nome sarà chiamato “Consigliere meraviglioso, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace”. </span></span></em><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">(Isaia 9:6)</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Noi, Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, trasmettiamo i nostri auguri di Natale ai fedeli di tutto il mondo nel nome di nostro Signore Gesù Cristo, il Principe della pace, nato qui a Betlemme più di duemila anni fa</span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"> .</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Nell'estendere questi saluti, siamo ben consapevoli che lo facciamo </span><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">in un periodo di grande calamità nella terra natale di nostro Signore</span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"> . </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Negli ultimi due mesi e mezzo, la violenza della guerra ha portato a sofferenze inimmaginabili letteralmente per milioni di persone nella nostra amata Terra Santa. </span></span><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">I suoi orrori continui hanno portato miseria e dolore inconsolabile a innumerevoli famiglie in tutta la nostra regione, evocando grida empatiche di angoscia da tutti i angoli della terra</span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"> . </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Per coloro che si trovano in circostanze così terribili, la speranza sembra lontana e irraggiungibile.</span></span></p><p style="box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Eppure è in un mondo simile che nostro Signore stesso è nato per darci speranza. </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Qui dobbiamo ricordare che durante il primo Natale la situazione non era molto lontana da quella odierna. </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Così la Beata Vergine Maria e San Giuseppe ebbero difficoltà a trovare un luogo dove far nascere il loro figlio. </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">C'è stata l'uccisione di bambini. </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">C'era un'occupazione militare. </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">E c'era la Sacra Famiglia che veniva sfollata come rifugiata. </span></span><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Esteriormente, non c’era motivo di festeggiare se non la nascita del Signore Gesù</span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"> .</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Tuttavia, in mezzo a tanto peccato e dolore, l’Angelo apparve ai pastori annunciando un messaggio di speranza e di gioia per tutto il mondo: “Non temete, perché ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà tutte le persone. </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Poiché oggi è nato per voi nella città di Davide un Salvatore, che è Cristo il Signore” (Luca 2:10–11).</span></span></p><p style="box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Nell'Incarnazione di Cristo, l'Onnipotente è venuto a noi come Emmanuele, </span><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">“Dio con noi”</span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"> (Matteo 1:23), per salvarci, redimerci e trasformarci. </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Questo doveva adempiere le parole del profeta Isaia: “Il Signore mi ha consacrato con l'unzione. </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">. </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">. </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">per portare la buona notizia agli oppressi, per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà ai catturati e la liberazione ai prigionieri; </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">per proclamare l'anno di grazia dell'Eterno» (Isaia 61:1–2a; Luca 4:18–19).</span></span></p><p style="box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Questo è il messaggio divino di speranza e di pace che il Natale di Cristo ispira in noi, anche in mezzo alla sofferenza. </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Perché Cristo stesso è nato e vissuto in mezzo a grandi sofferenze</span></span></span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"> . </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Egli, infatti, ha sofferto per noi, fino alla morte di croce, affinché la luce della speranza risplendesse nel mondo, vincendo le tenebre (Gv 1,5).</span></span></p><p style="box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">È in questo spirito natalizio che </span><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">noi, Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, denunciamo tutte le azioni violente e chiediamo la loro fine</span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"> . </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Allo stesso modo invitiamo le persone di questa terra e di tutto il mondo a cercare le grazie di Dio affinché possiamo imparare a camminare insieme sui sentieri della giustizia, della misericordia e della pace. </span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">Infine, invitiamo i fedeli e tutti coloro che sono di buona volontà a lavorare instancabilmente per il sollievo degli afflitti e per una pace giusta e duratura in questa terra che è ugualmente sacra alle tre Fedi monoteiste.</span></span></p><p style="box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem;"><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;">In questo modo, </span><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">infatti, rinascerà la speranza del Natale, a cominciare da Betlemme e estendendosi da Gerusalemme fino ai confini della terra</span><span style="box-sizing: border-box; vertical-align: inherit;"> – realizzando così le consolanti parole di Zaccaria, secondo cui «un'aurora dall'alto sorgerà su di noi per dare luce a coloro che giacciono nelle tenebre e nell’ombra di morte, guidando i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1,78-79).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">— I Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;"><br /></span></p><p style="box-sizing: border-box; margin: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg27phaYo2O6CVPbY07X3IgwcIChx7m4zm1pLnBa8nzb8jvMfmwMzoB7FxoIAZYgn0bAOEr6TSRd7zLM4d34dT1XsYL_YBsOPzmYdAowsmoa-DSS4-JQ8FUwGhTTxmITmPZT1ysttZNlcVuBJj_oBLu8GtIsptDEWucB7FswXvJFpJmxiQnFmsbF9DQHuhe" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="525" data-original-width="1110" height="151" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg27phaYo2O6CVPbY07X3IgwcIChx7m4zm1pLnBa8nzb8jvMfmwMzoB7FxoIAZYgn0bAOEr6TSRd7zLM4d34dT1XsYL_YBsOPzmYdAowsmoa-DSS4-JQ8FUwGhTTxmITmPZT1ysttZNlcVuBJj_oBLu8GtIsptDEWucB7FswXvJFpJmxiQnFmsbF9DQHuhe" width="320" /></a></div><br /><p></p><p style="box-sizing: border-box; font-size: 16px; margin: 0px 0px 1rem;"><em style="box-sizing: border-box;">For to us a child is born, to us a son is given; and the government will be upon his shoulder, and his name will be called “Wonderful Counselor, Mighty God, Everlasting Father, Prince of Peace.”</em> (Isaiah 9:6)</p><p style="box-sizing: border-box; font-size: 16px; margin: 0px 0px 1rem;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">We, the Patriarchs and Heads of the Churches in Jerusalem, convey our Christmas greetings to the faithful around the world in the name of our Lord Jesus Christ, the Prince of Peace, born here in Bethlehem more than two-thousand years ago</span>.</p><p style="box-sizing: border-box; font-size: 16px; margin: 0px 0px 1rem;">In extending these greetings, we are well aware that we do so <span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">during a time of great calamity in the land of our Lord’s birth</span>. For over the past two-and-a-half months, the violence of warfare has led to unimaginable suffering for literally millions in our beloved Holy Land. <span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Its ongoing horrors have brought misery and inconsolable sorrow to countless families throughout our region, evoking empathetic cries of anguish from all quarters of the earth</span>. For those caught in the midst of such dire circumstances, hope seems distant and beyond reach.</p><p style="box-sizing: border-box; font-size: 16px; margin: 0px 0px 1rem;">Yet it was into such a world that our Lord himself was born in order to give us hope. Here, we must remember that during the first Christmas, the situation was not far removed from that of today. Thus the Blessed Virgin Mary and St. Joseph had difficulty finding a place for their son’s birth. There was the killing of children. There was military occupation. And there was the Holy Family becoming displaced as refugees. <span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Outwardly, there was no reason for celebration other than the birth of the Lord Jesus</span>.</p><p style="box-sizing: border-box; font-size: 16px; margin: 0px 0px 1rem;">Nevertheless, in the midst of such sin and sorrow, the Angel appeared to the shepherds announcing a message of hope and joy for all the world: “Fear not: for, behold, I bring you good tidings of great joy, which shall be to all people. For unto you is born this day in the city of David a Savior, who is Christ the Lord” (Luke 2:10–11).</p><p style="box-sizing: border-box; font-size: 16px; margin: 0px 0px 1rem;">In Christ’s Incarnation, the Almighty came to us as Immanuel, <span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">“God with us”</span> (Matthew 1:23), in order to save, redeem, and transform us. This was to fulfill the words of the Prophet Isaiah: “The LORD has anointed me . . . to bring good news to the oppressed, to bind up the brokenhearted, to proclaim liberty to the captives, and release to the prisoners; to proclaim the year of the LORD’s favor” (Isaiah 61:1–2a; Luke 4:18–19).</p><p style="box-sizing: border-box; font-size: 16px; margin: 0px 0px 1rem;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">This is the divine message of hope and peace that Christ’s Nativity inspires within us, even in the midst of suffering. For Christ himself was born and lived amid great suffering</span>. Indeed, he suffered for our sake, even unto death upon a cross, in order that the light of hope would shine into the world, overcoming the darkness (John 1:5).</p><p style="box-sizing: border-box; font-size: 16px; margin: 0px 0px 1rem;">It is in this spirit of Christmas that <span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">We, the Patriarchs and Heads of the Churches in Jerusalem, denounce all violent actions and call for their end</span>. We likewise call upon the people of this land and around the globe to seek the graces of God so that we might learn to walk with each other in the paths of justice, mercy, and peace. Finally, we bid the faithful and all those of goodwill to work tirelessly for the relief of the afflicted and towards a just and lasting peace in this land that is equally sacred to the three Monotheistic Faiths.</p><p style="box-sizing: border-box; font-size: 16px; margin: 0px 0px 1rem;">In these ways, <span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">the hope of Christmas will indeed be born once again, beginning in Bethlehem and extending from Jerusalem to the ends of the earth</span> — thus realizing the comforting words of Zechariah, that “the dawn from on high will break upon us to give light to those who sit in darkness and the shadow of death, guiding our feet into the way of peace” (Luke 1:78–79).</p><p style="box-sizing: border-box; margin: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;"></span></p><p style="box-sizing: border-box; font-size: 16px; margin: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">— The Patriarchs and Heads of the Churches in Jerusalem</span></p><p style="box-sizing: border-box; font-size: 16px; margin: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;"><br /></span></p></div></div>
<iframe height="360" src="https://cmc-terrasanta.org/embed/it/media/terra-santa-news/32377/la-luce-brilla-nelle-tenebre---natale-2023" width="640"></iframe>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-57847479126521954542023-12-19T23:03:00.000+01:002023-12-19T23:03:25.736+01:00Natale in Siria, dove i Maristi portano la gioia ai bambini che conoscono solo la guerra<p> <br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhun3fHnjzMt4f7JDkRHOwVc2_b-Z-W2EMfFC1vUCRm5d12Zf70xloR3PMpiB9awpecTcjdNABdmpfb8vhX386DV_qcF9-0vcA4gpoq9S2W_O1Pz0U43zhs9_sqbzwDdp_m6ASYZalZkUAUUhuk419waa3MRPnbgyyZjUwYK1IbXvq7pbeMgRdYtW7pdXIx/s960/maristi%20augurio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="558" data-original-width="960" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhun3fHnjzMt4f7JDkRHOwVc2_b-Z-W2EMfFC1vUCRm5d12Zf70xloR3PMpiB9awpecTcjdNABdmpfb8vhX386DV_qcF9-0vcA4gpoq9S2W_O1Pz0U43zhs9_sqbzwDdp_m6ASYZalZkUAUUhuk419waa3MRPnbgyyZjUwYK1IbXvq7pbeMgRdYtW7pdXIx/s320/maristi%20augurio.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b><a href="https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2023-12/siria-maristi-natale-bambini-guerra-terremoto.html">Vatican News.</a></b> 19 dicembre 2023</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px;">Dal 2011 e dall’inizio della guerra in Siria sono nati più di 6 milioni di bambini, che hanno conosciuto solo violenza e guerra. Ancora oggi, un numero tra i due e i tre milioni di loro non va a scuola. Più di otto milioni di bambini necessitano di assistenza umanitaria. Secondo l’Unicef, i minori in Siria sono tra quelli più vulnerabili al mondo. Alla guerra, che ha ucciso circa 500 mila persone, si è aggiunto il mortale terremoto del 6 febbraio 2023 ad Aleppo. È in questo contesto che le famiglie cristiane siriane, stremate, si preparano a celebrare il Natale. Il 22 dicembre i Fratelli Maristi faranno una distribuzione speciale a 1.100 famiglie: una gallina, un chilo di arance, un chilo di mele e 30 uova. Potrebbe sembrare un dono banale, ma per le famiglie che riceveranno questa offerta è la garanzia di un pasto completo nel periodo natalizio. Ad Aleppo, il fratello marista </span><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Georges Sabé</span><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px;"> festeggerà il 25 dicembre con gli scout e i loro genitori e si impegnerà a portare un po’ di gioia ai bambini, in mezzo alle tante difficoltà della vita quotidiana.</span></div><p></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Fratello Georges, ci avviciniamo al Natale e in questa occasione abbiamo voluto puntare i nostri riflettori sulla Siria e più in particolare sui bambini. Dopo dodici anni di conflitto sono almeno 6 milioni i bambini, secondo l’Unicef, nati dopo il 2011 e che hanno conosciuto solo la guerra...</span></p><div class="separator" style="clear: both;"><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">Purtroppo i bambini di cui parliamo oggi sono tutti figli della guerra. Sia che abbiano vissuto la guerra direttamente, sia che ne abbiano vissuto le conseguenze attraverso la violenza, le paure, tutto ciò che riguarda la vita quotidiana, l’insegnamento, l’essere costretti a spostarsi e tutto ciò che riguarda la visione del futuro. Se parlo di bambini, devo parlare di bambini che, oltre alla guerra, soffrono ancora le conseguenze delle sanzioni economiche e che, quasi un anno fa, hanno subito anche il terremoto. C’è una paura radicata nel cuore dei nostri figli, rinnovata dal sisma e che ha suscitato una sensazione di instabilità, come se già i diversi spostamenti non bastassero. Il terremoto ha detto concretamente a ogni bambino che è ancora minacciato. C’è la minaccia della guerra, ma c’è anche la minaccia dei rischi naturali.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Che trauma lascia tutto questo ai bambini?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">Devo prima parlare della violenza. Purtroppo serve un’educazione molto forte con cui far capire ai bambini due cose importanti: il rispetto per l’altro, per chi è diverso da me e portare loro un segno di speranza. Quando parlo di rispetto, intendo che dobbiamo insegnare ai nostri figli a risolvere i conflitti in modo non violento. È molto facile per loro avere in mano giocattoli che sembrano armi. Pensano di risolvere un conflitto con un altro bambino picchiandolo, anche usando questo giocattolo e fingendo di ucciderlo. Giocano a combattere e a morire. Questa è la guerra... È un trauma che risiede nel profondo di ogni bambino. L’altro tema importante è la questione della stabilità e dello sradicamento. I nostri figli sono stati spesso sfollati. Molti di loro sanno anche che il loro futuro potrebbe non essere in Siria, che i loro fratelli, i membri di altre famiglie o compagni, hanno lasciato il Paese e sono andati altrove. C’è questa sensazione di un orizzonte chiuso, dove non esiste la speranza, un orizzonte in cui il bambino non sa cosa diventerà. Questo è molto grave e destabilizzante per lo sviluppo della personalità del bambino. E ha un impatto anche sui suoi studi e sulla sua visione del futuro.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Quali strutture sono ancora in piedi, dopo la guerra, dopo il terremoto, in grado oggi di insegnare tutti questi valori? Ne ha citati alcuni ma ci sono anche i valori della pace e della riconciliazione. Dove si può insegnare questo oggi in Siria?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">È una situazione terribile perché molte scuole sono state distrutte durante la guerra e poi a causa del terremoto, che ha rappresentato un'altra minaccia per questi bambini. Al di là della struttura in pietra, è necessario creare spazi sicuri per i bambini, spazi che diano loro un po' di gioia, uno spazio dove possano giocare, stare comodi e sicuri. Questo è l’obiettivo che le diverse congregazioni religiose cercano di offrire ai bambini cristiani e ai bambini musulmani. Dobbiamo lavorare sull'educazione, sull'educazione alla pace, per evitare che in futuro si arrivi nuovamente a una guerra che distrugge l'uomo come distrugge la pietra.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Ci avviciniamo alla Natività. Ha parlato di spazi da creare o di spazi dove i bambini possano sentirsi protetti e al sicuro. Come pensa di festeggiare il Natale con i bambini ad Aleppo?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">Vi faccio un esempio molto concreto: con i nostri piccoli scout celebreremo la notte e la vigilia di Natale con genitori e figli in un momento di gioia, di festa, di famiglia. Pregheremo insieme, saremo in comunione insieme e, d'altra parte, celebreremo con gioia. Conto sulla preghiera che ci aiuta e ci dà la forza in questo tempo di Avvento e di Natale per mantenere questa speranza nonostante tutto e per portare un po' di gioia nella vita di ogni bambino.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Ci avete descritto una situazione che resta estremamente delicata, complicata, difficile. Come trova, in questo contesto, le parole giuste per portare un po' di gioia ai bambini? Cosa dice loro?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">Devo ammettere che a volte non ho le parole... Ma devo anche riconoscere che a volte, dalla mia preghiera, posso dire una parola di speranza ascoltandoli, invitandoli ad uscire incontro all'altro, per capire che ci sono altre miserie, terribili e molto più dure ad esempio per gli anziani, ma anche per le famiglie e per gli altri bambini. Li invito ad andare incontro ai più poveri, a coloro che hanno fame, a coloro che sono soli. Dico anche loro di smetterla di lamentarsi sempre di essere figlio della guerra e di suggerire loro di essere un bambino che incontra i più abbandonati, i più dimenticati, e di vivere un momento di festa.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg_V477osWpFS4Gye0js1wdeXlbWmk91bQN1cCuEbX0E-bKP0XnvO_gbtO6snrQjQkPrUeOyqQfU8ekzyKKrsTXX6l4Qz0H_QkBkzQDz2quEvnIfAsB0MLEdPdzIewP73dT6MaTlsuGpgzSdmDs-n1tcn4Gr9RDRgvmP2o-mNXQn6oE5jG8hqet41QbZaZY" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="742" data-original-width="525" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg_V477osWpFS4Gye0js1wdeXlbWmk91bQN1cCuEbX0E-bKP0XnvO_gbtO6snrQjQkPrUeOyqQfU8ekzyKKrsTXX6l4Qz0H_QkBkzQDz2quEvnIfAsB0MLEdPdzIewP73dT6MaTlsuGpgzSdmDs-n1tcn4Gr9RDRgvmP2o-mNXQn6oE5jG8hqet41QbZaZY=w227-h320" width="227" /></a></div><br /><br /><p></p></div>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-31036524668350500412023-11-21T19:47:00.004+01:002023-11-21T19:47:55.333+01:00Giornata Pro Orantibus, le trappiste in Siria: la vita è più forte di qualunque morte<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0POJieQU0urTNN2tWul2Wkri-w-pdIqoejfOBuBOsPTiMkkyoTsiV5SrgJ0r-GBL7qEMbqzzRzE-voasU51nFjOXalY1qRtmZwYhNZliloTT9LymKLf0ZF__FVXkYuVSBqYLSvFbG4RPvC6mofF1HWWPq6aVv8BMHAXIpsefDnbTpKslykWQ-VQVwVvik/s1599/sorge%20il%20monastero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1599" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0POJieQU0urTNN2tWul2Wkri-w-pdIqoejfOBuBOsPTiMkkyoTsiV5SrgJ0r-GBL7qEMbqzzRzE-voasU51nFjOXalY1qRtmZwYhNZliloTT9LymKLf0ZF__FVXkYuVSBqYLSvFbG4RPvC6mofF1HWWPq6aVv8BMHAXIpsefDnbTpKslykWQ-VQVwVvik/s320/sorge%20il%20monastero.jpg" width="320" /></a></div><br /> Vatican News, 21 novembre 2023<p></p><p><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px;">Hanno scelto di vivere ad Azeir, un piccolo villaggio rurale di circa 400 abitanti a due passi da Talkalakh, in Siria, per testimoniare che è possibile coltivare la speranza lì dove la guerra ha seminato morte e distruzione. Cinque monache trappiste hanno deciso di proseguire qui la missione che i loro “fratelli” cistercensi hanno iniziato in Algeria, a Tibhirine. Una presenza evangelica in terra musulmana pagata con il sangue, quella dei sette religiosi uccisi nel 1996. Ma un’eredità, la pacifica convivenza sperimentata con i fedeli dell’islam, che l’ordine contemplativo dei Cistercensi della Stretta Osservanza (OCSO) ha voluto far fruttificare. Per questo nel 2005, alcune claustrali del monastero di Nostra Signora di Valserena, in Toscana, hanno dato vita a una nuova comunità monastica nel Medio Oriente.</span></p><p><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px;">Quella delle trappiste italiane, che attualmente vivono nella foresteria del loro monastero ancora in costruzione, è una testimonianza preziosa che giunge nella Giornata Pro Orantibus, istituita da Pio XII nel 1953 e celebrata nella festa liturgica della Presentazione di Maria Vergine al Tempio. Una ricorrenza che invita a pregare per tutti i contemplativi e ai quali è dedicata la Messa che il cardinale João Braz de Aviz, prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, presiederà il 3 dicembre, a Roma, alle 11, nella Basilica dei Santi Quattro Coronati.</span></p><p><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Suor Marta Luisa Fagnani</span><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px;">, superiora del monastero Nostra Signora Fonte della Pace, racconta a </span><i style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">Vatican News – Radio Vaticana</i><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px;"> del lavoro svolto nella piccola comunità siriana di Azeir, dove la gente – sia musulmana che cristiana – bussa per ricevere aiuti o semplicemente trovare “un posto sereno”. Lì, a due passi dal confine con il Libano, quello delle trappiste è un esempio di dialogo, di mutuo aiuto e di accoglienza.</span></p><p><span style="background-color: #434c52; color: white; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; letter-spacing: -0.7px;">Ascolta l'intervista a suor Marta Luisa Fagnani</span></p><p><span style="background-color: white; font-size: 16px;"><span style="color: #373737; font-family: Museo Sans Cyrl, Verdana, sans-serif;"><a href="https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2023/11/20/18/137477908_F137477908.mp3">https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2023/11/20/18/137477908_F137477908.mp3</a></span></span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Suor Marta, come siete arrivate in Siria?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">Il nostro arrivo in Siria ha origine dall’esperienza dei nostri fratelli in Algeria, i monaci di Tibhirine. Dopo la loro morte il nostro ordine si è interrogato su cosa raccogliere della loro testimonianza, fondamentalmente un’esperienza di vita monastica dentro un contesto di minoranza cristiana. Da lì è nata una riflessione in tutto l’ordine cistercense e anche il desiderio di monaci e monache di raccogliere questa eredità dentro un cammino, che è stato molto lungo. Poco a poco, la nostra comunità in Italia di Valserena ha capito che c’era una chiamata e abbiamo formato un primo gruppo. Abbiamo avuto dei contatti per la Siria, siamo venute a visitare il Paese e abbiamo trovato una grande accoglienza e apertura; alla fine, siamo arrivate a decidere di provare a iniziare una fondazione monastica. Così siamo partite nel 2005.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Qual è stato il primo impatto con il territorio?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">Come dicevo, abbiamo trovato una grandissima accoglienza. La Siria, prima della guerra, era un Paese in crescita, molto aperto, dove da secoli convivono tradizioni religiose ed etnie diverse. Quindi un Paese ricco di storia, di cultura, molto accogliente ed ospitale. Questo ha incoraggiato l’idea di cominciare un’esperienza.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">E adesso, a che punto è il monastero?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">Abbiamo iniziato le prime costruzioni nel 2008, dopo aver vissuto cinque anni mezzo ad Aleppo, poi ci siamo trasferite ad Azer, in campagna, con l’idea di cominciare a edificare il monastero. Ma nel 2011 è scoppiata la guerra. Quindi stiamo ancora vivendo nella foresteria. In questi anni, con le pietre del terreno, abbiamo costruito una decina di piccole abitazioni con gli operai del posto per ospitare persone, ma il monastero vero e proprio abbiamo cominciato a costruirlo da un anno e mezzo.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><br /></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Che tipo di relazioni sono nate con la gente del posto?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiRP7MIybd1vBlXkOdTnGTOF18PRhZHxncsW_Ymw9sd7aNokFJl58XIWH0XBgrfdx_TxBxzVnuHw0AxTtgPLpxm-Xc4G4xoBOvV6UYyZHztQaK3oGYiOFxs1E8j00NRaRxW7PpjU1zcu1joc8-AHyjBNas6Qfd1dBC5Axn1KBmcRqno06YIJtKKCKvJ5uZy" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiRP7MIybd1vBlXkOdTnGTOF18PRhZHxncsW_Ymw9sd7aNokFJl58XIWH0XBgrfdx_TxBxzVnuHw0AxTtgPLpxm-Xc4G4xoBOvV6UYyZHztQaK3oGYiOFxs1E8j00NRaRxW7PpjU1zcu1joc8-AHyjBNas6Qfd1dBC5Axn1KBmcRqno06YIJtKKCKvJ5uZy" width="320" /></a></div>Direi molto buone. Abbiamo avuto prima l’esperienza della vita in città, vivendo in un appartamento vicino a delle scuole che ci hanno aiutato ad inserirci. Abbiamo, quindi, imparato a conoscere le comunità cristiane presenti, la vita della gente. Da subito ci siamo sentite a casa e abbiamo anche ritrovato la nostra storia e le nostre radici, perché la Siria è il luogo dove la vita monastica è nata. Ci siamo trasferite poi in campagna e anche qui le relazioni con la gente sono molto buone, sia con cristiani che con musulmani. Il fatto di essere potute rimanere nonostante la guerra sicuramente ha cementato ancora di più il rapporto con le persone, vivendo quello che loro stessi vivevano. In questi ultimi anni la situazione si è un po’ normalizzata e le persone cominciano a venire numerose per dei ritiri da noi. Abbiamo contatti con diversi gruppi cristiani da Aleppo, Damasco, Homs, e anche i nostri vicini musulmani vengono, perché il posto è bello. Cerchiamo di curare la natura, l’ambiente, qui c’è un clima di serenità.<p></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">E in particolare con i musulmani, come sono i vostri rapporti?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">C’è molta naturalezza, molto rispetto. Siamo in un piccolo villaggio cristiano e intorno ci sono villaggi musulmani; anche durante la guerra, abbiamo cercato di dare lavoro ad operai cristiani e musulmani, sia sunniti che alawiti. Ci sono anche diversi musulmani che vengono da noi per un incontro personale, ma anche semplicemente per amicizia. È un ambiente misto e la vita quotidiana, i contatti per la spesa, le visite mediche, avvengono in un contesto in cui si vive insieme. Direi quindi che è un rapporto quotidiano basato non su grandi discorsi, ma su un rispetto reciproco. Certo, la guerra ha rotto un po’ questo equilibrio, perché certe situazioni sono state molto pesanti, ma di fondo, in Siria, c’è grande apertura verso l'altro. E noi lo sperimentiamo ancora oggi, nonostante le ferite.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjzx6sKGV2DwHAuWLC-y5gAMLkiAQPVd0j9JA9WIxtL9qtDNjwwmmK7gim5J0gqa_wWPAo6fuZtp8ROsQDhZQFKzFkJ-cJfzkIuNk_D_HDR_I17CmiyUeCfgx1cGRyBXL_hfZ1GjwVbfdArK6BBFJ2tNFzn8AHS-Ipf7mhAubxV-YcLw5pfaX5V420LNnFd" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjzx6sKGV2DwHAuWLC-y5gAMLkiAQPVd0j9JA9WIxtL9qtDNjwwmmK7gim5J0gqa_wWPAo6fuZtp8ROsQDhZQFKzFkJ-cJfzkIuNk_D_HDR_I17CmiyUeCfgx1cGRyBXL_hfZ1GjwVbfdArK6BBFJ2tNFzn8AHS-Ipf7mhAubxV-YcLw5pfaX5V420LNnFd" width="320" /></a></div><br /><p></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Chi viene a bussare alla porta della vostra comunità?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">Gente con tante situazioni di bisogno. Anche se noi vogliamo rimanere una comunità contemplativa, cerchiamo di aiutare come possiamo tutti, senza differenza, cristiani e musulmani. C’è gente che ha necessità di aiuti materiali o gente che ha bisogno di serenità, che viene semplicemente per trovare un ambiente bello; c’è chi ha bisogno di confrontarsi su domande circa la guerra, la distruzione, il senso di quello che sta attraversando la Chiesa in questo momento. Poco a poco sta crescendo anche un desiderio di una relazione con Cristo che dia veramente senso e risposta alle domande più difficili.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Quale testimonianza volete dare?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">Innanzitutto vivere la vita monastica così com’è, ma soprattutto una testimonianza di speranza e prossimità. Stare semplicemente qui, con le nostre fragilità, con la nostra povertà in tante cose (la lingua, l’inculturazione, eccetera), significa scegliere di rimanere, invece in molti la tentazione di andare via è sempre più forte. Allora noi vogliamo rimanere con la speranza di costruire: dove tutto si distrugge vogliamo cercare di trovare un senso alle cose e testimoniare semplicemente la forza di una vita che comunque è più forte di qualunque situazione di morte che ci sia attorno. Tutto questo in nome di Cristo. È chiaro che possiamo vivere tutto questo perché il Signore è il primo che resta con noi. Quindi non ci basiamo sulle nostre forze umane, ma su una speranza che ha una radice più profonda, la fede.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><br /></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Da quando siete arrivate, ci sono stati dei momenti particolarmente difficili che avete vissuto?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">Sicuramente la guerra. Per almeno 3-4 anni, quello in cui ci troviamo è stato un territorio di passaggio di bande jihadiste, di ribelli contro il governo, di scontri fra l’esercito e i ribelli, quindi la popolazione ha vissuto questi combattimenti, e noi con loro. Non è stato facile, anche a causa di tutte le problematicità che si sono aggiunte: la difficoltà a procurarsi le cose necessarie, la corrente elettrica che manca, le insicurezze per il futuro. E anche l’essere pronte da un momento all’altro a lasciare tutto. Siamo rimaste tre anni con la valigia pronta e il passaporto. Ma era la stessa precarietà che vivevano tutti. Ringraziamo Dio di averla potuta vivere con la nostra gente. Allo stesso tempo, siamo state anche molto aiutate e protette. Adesso la fatica più grossa è quella di vedere la nostra gente partire, perché le condizioni di vita sono molto dure e questo rattrista, è pesante da vedere.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Quella della Siria viene definita una tragedia dimenticata, quali sono le necessità più grandi lì dove siete voi?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">È vero che è una tragedia dimenticata: dieci/undici anni di guerra hanno distrutto il Paese, l’hanno impoverito. Dopo il terremoto - una tragedia nella tragedia - per assurdo qualcuno ha detto: “Meno male che c’è stato il terremoto perché ci sono accorti ancora di noi”. Gli aiuti sono stati infatti generosissimi e c’è stata grande vicinanza verso il Paese; allo stesso tempo c’è stata un’emorragia incredibile di persone. E molti continuano ancora a lasciare il Paese: professionisti, medici e ingegneri, tecnici, manodopera specializzata, giovani. La Siria oggi è un Paese che manca sempre di più di risorse, di potenziale umano, oltre a essere una nazione che ha una povertà strutturale. Si pensi pure alle sanzioni internazionali che non si è mai riusciti a mitigare nonostante i tantissimi appelli. Il bisogno fondamentale è di poter creare un minimo di vita, di commercio, di lavoro che permetta una vita sostenibile, che aiuti a non emigrare, che consenta alle persone di restare con una speranza di vita dignitosa.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjT4jXGdtloDCDkCy1gcE_eaxsdNUGyapBaTbIfl3GoYMNCKRAZUgX_BcDK6tX0FVr8n7hlxo0IiI0ya1WoSULu5yND8qp5jxSTWUAJWEE9tbTdmYyxZNb5mL3v7wEvBeoKyi1i53TTZDtQlizJGPHC6etJK0MsxXcS17xNWVDa-vqZmkH6gcdsm5_1E6w0" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjT4jXGdtloDCDkCy1gcE_eaxsdNUGyapBaTbIfl3GoYMNCKRAZUgX_BcDK6tX0FVr8n7hlxo0IiI0ya1WoSULu5yND8qp5jxSTWUAJWEE9tbTdmYyxZNb5mL3v7wEvBeoKyi1i53TTZDtQlizJGPHC6etJK0MsxXcS17xNWVDa-vqZmkH6gcdsm5_1E6w0" width="320" /></a></div><br /><p></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); box-sizing: border-box; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">Voi monache di cosa avete bisogno in particolare?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;">Noi possiamo solo ringraziare il Signore di tutto ciò che abbiamo, perché ogni giorno riceviamo qualcosa. Certo, vorremmo terminare il nostro monastero, perché pensiamo che sia un segno importante e abbiamo bisogno anche di essere sostenute per sostenere a nostra volta le persone attorno a noi. Abbiamo bisogno, soprattutto che la Siria non sia dimenticata. Vuol dire, prima di tutto, mantenere un’informazione corretta, quindi conoscere la realtà e non dimenticarla. Spero poi che con il tempo e con una situazione politica generale del Medio Oriente più favorevole si possono riprendere anche le visite, che sono anche un segno di speranza.</p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><a href="https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2023-11/giornata-orantibus-trappiste-siria-tibhirine-guerra-speranza.html">https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2023-11/giornata-orantibus-trappiste-siria-tibhirine-guerra-speranza.html</a><br /></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 30px 0px 0px;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjFobp4ZgcnICUN-ZMgiLdzfi0ipw6L0UIJncjmMyaqDbgvXzVVJGhsddq_GgrPDHczPzlRQDdPFjACXZI-PcmBRNsV8yAue8wIhBd_78D9D9XZbFD6l3FcvqoavIqMpwzwKOr80bZV8vvCUrmAYbvAnKYdOr4tZVxUSQmgNAceKz_0EaOBOwXFhKg_G7d5" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjFobp4ZgcnICUN-ZMgiLdzfi0ipw6L0UIJncjmMyaqDbgvXzVVJGhsddq_GgrPDHczPzlRQDdPFjACXZI-PcmBRNsV8yAue8wIhBd_78D9D9XZbFD6l3FcvqoavIqMpwzwKOr80bZV8vvCUrmAYbvAnKYdOr4tZVxUSQmgNAceKz_0EaOBOwXFhKg_G7d5" width="180" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;"><i>'Cuori e mani per la vita' : Ci sono donne del villaggio di Azer con bambini piccoli che hanno bisogno di lavorare. Hanno imparato il macramé e lavorando da casa e presso il monastero , con la piccola entrata dei braccialetti, molto più dignitosa del ricevere un’offerta, contribuiscono al salario familiare. Cercano i modelli, si consultano. I braccialetti sono disponibili per l'acquisto in Italia : per sostenere il progetto delle Monache Trappiste a favore delle donne siriane rivolgersi alla mail: oraprosiria@gmail.com</i></span></td></tr></tbody></table><br /></p>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-43610544038830245592023-11-18T17:25:00.000+01:002023-11-18T17:25:52.004+01:00Lettera dalla Siria di padre Daniel<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1hOsGBmLSO7LABY4tSLoiEJ-it_qA-Om8pUsiiLgbrywXcAeHjHjkjXOQlyUfp6bYr9H0M6YHEg801h2Btytd8Wqd2NiMX6nrJcf_IxLIDau4c9Urxq-XAzXEoZy3v7aJVrBT_ZlJxYHk4lmCFnUILF3VG5PMoHFN8zbIkeyfJNzfq5xR7pbTWNgLXr0c/s1920/padre%20Daniel%20al%20lavoro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1920" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1hOsGBmLSO7LABY4tSLoiEJ-it_qA-Om8pUsiiLgbrywXcAeHjHjkjXOQlyUfp6bYr9H0M6YHEg801h2Btytd8Wqd2NiMX6nrJcf_IxLIDau4c9Urxq-XAzXEoZy3v7aJVrBT_ZlJxYHk4lmCFnUILF3VG5PMoHFN8zbIkeyfJNzfq5xR7pbTWNgLXr0c/s320/padre%20Daniel%20al%20lavoro.jpg" width="320" /></a></div> <br /><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana; font-size: small;"><i></i></span></p><blockquote><span style="font-family: verdana; font-size: small;"><i>(
Facendo seguito alle catechesi settimanali che padre Daniel invia
agli amici dal monastero Mar Yakub nel deserto siriano a nord di
Damasco)</i></span></blockquote><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Qara,
17 novembre 2023</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Cari
amici,</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #373737;"> <span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;">della
dignità della nostra umanità abbiamo finora considerato due qualità
importanti. </span></span></span><strong><span style="color: #373737;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Siamo
creati a immagine di Dio</span></span></strong><strong><span style="color: #373737;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></strong><span style="color: #373737;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">e
portiamo nel profondo di noi un desiderio insaziabile per la felicità
perfetta che possiamo ottenere solo in Dio e </span></span><strong><span style="color: #373737;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">quindi
alla fine desideriamo Dio. </span></span></strong><span style="color: #373737;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Queste
sono le due radici prime e vivificanti della nostra umanità, che
possono ispirare anche tutta la nostra vita. Li abbiamo spiegati in
dettaglio e fornito alcuni approfondimenti.</span></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Prima
di discutere la terza caratteristica, vorrei soffermarmi ancora. Sono
gli avvenimenti attuali che mi costringono a farlo. A <b>Gaza</b>
è in corso un massacro senza precedenti, con masse di uomini, donne
e bambini uccisi, non accidentalmente ma deliberatamente. Bambini,
ospedali, ambulanze vengono incessantemente bombardati. E
questo orrore continua.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE3FwuMmJ4mG7wnN7Xs_qsB2QnXQaf2lsaRM2Kkv0rcykeeIFS-yyfW86ZTDFpJ0X94i9mWHDwDVzah-9KFGV7GdkTpAu-NP4W4d6rIuyY_hoSIG0G0x900OSjsQwNnER_BAXyN-CpRB7-r4OrX68Xr1BMSH2xPff5NNKYgJ-mZxK8f1jwCGRpktIEUDTf/s696/disastro%20di%20Gaza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="459" data-original-width="696" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE3FwuMmJ4mG7wnN7Xs_qsB2QnXQaf2lsaRM2Kkv0rcykeeIFS-yyfW86ZTDFpJ0X94i9mWHDwDVzah-9KFGV7GdkTpAu-NP4W4d6rIuyY_hoSIG0G0x900OSjsQwNnER_BAXyN-CpRB7-r4OrX68Xr1BMSH2xPff5NNKYgJ-mZxK8f1jwCGRpktIEUDTf/s320/disastro%20di%20Gaza.jpg" width="320" /></a></div><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="color: #373737;">Alcuni
ritengono che sia la guerra in Ucraina che questa follia in
Israele-Palestina siano parte di un importante cambiamento negli
eventi mondiali. Fino a poco tempo fa, il mondo era governato in modo
“unipolare”. Un’unica potenza mondiale (USA, Israele, insieme
all’Occidente collettivo) potrebbe dominare il mondo intero secondo
le proprie regole, indipendenti dal diritto e dalla giustizia
internazionali. Di conseguenza, gli altri paesi erano essenzialmente
solo vassalli o colonie. Nel frattempo, però, sono emerse altre
potenze mondiali, che hanno creato un mondo “multipolare”
(Russia, Cina, India, mondo islamico, e forse africano,
sudamericano). L'obiettivo è rispettare la sovranità degli altri
paesi e concludere accordi per il benessere reciproco. La guerra in
Ucraina contro la Russia e il tentativo di sterminio del popolo
palestinese sarebbero allora un tentativo disperato, fallito in
anticipo, del vecchio dominio mondiale “unipolare”, che vuole
sopravvivere. </span></span></span>
</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="color: #373737;">Comunque
sia, diamo ora una considerazione religiosa all’evento
israelo-palestinese.</span></span></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><strong><span style="color: #373737;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><u><b>Il
popolo palestinese, la pupilla degli occhi di Dio</b></u></span></span></span></strong></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">I
leader politici ebrei di oggi vogliono giustificare la lotta in
Israele da una prospettiva biblica. Il popolo ebraico è quindi
la pupilla degli occhi di Dio che avrebbe il diritto di sterminare i
propri nemici (Amalek nella Bibbia) fino all'ultimo uomo, donna e
bambino. </span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="color: #373737;">Tuttavia,
i cristiani dovrebbero leggere l'Antico Testamento a partire dal
Nuovo Testamento e comprendere il Nuovo Testamento sullo sfondo
dell'Antico. Gesù Cristo ha portato un rinnovamento profondo e
definitivo. Egli è il compimento, l'approfondimento, l'ampliamento
della rivelazione di Dio. Egli stesso è la pienezza della Parola di
Dio. Dalla sua morte e risurrezione, ogni luogo della terra è uguale
a Betlemme, Nazareth, Golgota e Gerusalemme. Non c'è più differenza
tra la chiamata di un ebreo o di un gentile. Ogni popolo è in Cristo
"il popolo eletto di Dio" e la sua "pupilla degli
occhi". Allo stesso modo, Gesù ha rivelato il giusto
significato del matrimonio tra uomo e donna, adempiendo e
trascendendo la Legge di Mosè. Ogni popolo della terra e ogni essere
umano è invitato ad assumersi la propria responsabilità per essere
salvato, cioè attraverso la fede in Gesù Cristo. </span></span></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #373737;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Gesù
pianse su Gerusalemme perché non riconosceva Lui, il suo Messia e la
sua salvezza e perché i leader religiosi rifiutavano il loro compito
di essere “ </span></span><em><span style="color: #373737;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">luce
delle nazioni ” in Cristo. </span></span></em><span style="color: #373737; font-family: Arial, sans-serif;">Predisse
anche la rovina di questa onoratissima città e del suo santissimo
tempio. I leader religiosi ebrei risposero con derisione. Erano
sicuri della loro gloria divina e dell'inviolabilità dei loro luoghi
santi. Tuttavia, Gerusalemme e il tempio furono terribilmente
distrutti nell'anno 70 e la popolazione massacrata. Rimase un trauma
per il popolo ebraico. Gran parte del popolo ebraico non ha
imparato la lezione da questo.</span><span> </span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><span style="color: #373737; font-family: Arial, sans-serif;">Paolo,
autentico ebreo circonciso, inveì contro coloro che ancora cercano
la salvezza nella circoncisione invece che nella fede soltanto in
Gesù. Anche gli altri apostoli capirono che Dio ha scelto
tutti i popoli, le razze e le lingue in Cristo perché fossero la
pupilla dei Suoi occhi e popolo amato per condividere tutte le
promesse una volta fatte al popolo ebraico. Per questo nel Primo
Concilio di Gerusalemme si è deciso che la circoncisione e la Legge
di Mosè non sono più necessarie. La fede in Gesù è necessaria e
sufficiente per partecipare alla salvezza di Dio. Il popolo
palestinese e tutte le altre nazioni sono in Cristo allo stesso modo
del popolo ebraico, popolo eletto da Dio.</span><span> </span></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #373737;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Come
finirà questa terribile guerra? Anche su questo Gesù ci dà un
indizio: <i>chiunque maneggia la spada, di spada morirà</i> (Matteo 26:52).
Ciò vale per tutti i partiti, ma ovviamente soprattutto per quelli
la cui “spada” è una prepotente superpotenza militare dotata
delle più sofisticate armi di distruzione e armi atomiche per
sterminare deliberatamente uomini, donne e bambini con un orrore
senza precedenti. Gli israeliani credono che ciò garantisca la loro
sicurezza. Vediamo che in realtà è vero il contrario. Con la loro
eccessiva violenza mettono se stessi e tutti i loro concittadini in
tutto il mondo in grave pericolo. Israele può sopravvivere solo se
rinuncia a ogni violenza, persegue la giustizia e riconosce Cristo.
Nel 1948, i nuovi residenti ebrei furono accolti con ospitalità nei
villaggi palestinesi, ma ne approfittarono per registrare
meticolosamente tutti i dettagli importanti dei villaggi e
successivamente per razziarli uno per uno. Israele può sopravvivere
nella giustizia e nell'amore solo se riconosce anche il popolo
palestinese come la pupilla degli occhi di Dio e vuole vivere insieme
a lui in pace, come chiedono espressamente molti ebrei pii e
ortodossi. La parola di Gesù vale ora in modo speciale per il popolo
palestinese: “ </span></span><em><span style="color: #373737;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Tutto
ciò che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli,
l'avete fatto a me </span></span></em><span style="color: #373737; font-family: Arial, sans-serif;">”
(Mt 25,40).</span><span> </span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><strong><span style="color: #373737;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><i></i></span></span></span></strong></p><blockquote><span style="color: #373737;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><i style="font-weight: bold;">Preghiamo
per il popolo ebraico affinché riconosca Gesù Cristo, il suo più
grande Rabbino, come il suo Messia, il Figlio di Dio e il Salvatore
del mondo. Preghiamo affinché i musulmani accettino Gesù, il
Signore morto e risorto, come loro unico Salvatore. Preghiamo
per tutti gli uomini, di qualunque fede, affinché, vivendo con
coscienza sincera, scoprano e riconoscano Gesù Cristo come loro
Salvatore. Preghiamo per i cristiani affinché diventiamo degni
seguaci di Gesù Cristo e annunciatori della sua salvezza.</i> </span></span></span></blockquote>
<p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span><u><b><span style="color: #373737;">In
Siria oggi</span></b></u></span></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Dodici
anni fa siamo arrivati in Siria, un Paese di grande prosperità e
sicurezza, con una popolazione che viveva in armonia. La vita era
molto economica. La Siria produceva il 20% di cibo in più del
necessario. Aveva abbondanza di gas e petrolio. Quasi nessuna porta
d'ingresso di una casa era chiusa a chiave. Poi vennero gli Stati
Uniti e l’Occidente collettivo, che si autodefinirono “amici
della Siria”. Hanno creato gruppi terroristici che hanno addestrato
e pagato e hanno invaso la Siria, apparentemente per liberare la
popolazione dai terroristi. Hanno rubato i raccolti, il petrolio e il
gas. E continuano a farlo. Sempre più persone soffrono la fame e il
freddo. Adesso non abbiamo più nemmeno il gas per preparare il
pranzo. Ci accontentiamo di una stufa a legna.</span> </p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Tuttavia,
non possiamo non condividere un'altra storia che scalda il cuore.
Questa settimana, tre di noi si sono recati da un otorino. La sala
d'attesa era affollata. I testi calligrafici del Corano erano
incollati ovunque sul muro. Alla fine siamo riusciti a entrare.
Quando ha saputo che eravamo di Mar Yakub, ha tirato fuori il suo
smartphone e ci ha mostrato la linea su cui si trovano tutti i
monasteri della Siria. Pieno di entusiasmo, ci ha raccontato dei
monasteri che aveva già visitato. Poi ha iniziato l'esame, che ha
svolto con molta attenzione. Dalle domande che poneva di volta in
volta, abbiamo capito che sapeva esattamente cosa c'era di malato. È
stata una lunga indagine. Tutti hanno ricevuto le prescrizioni o le
diagnosi necessarie e uno è stato sollevato dalla sua sordità
temporanea. Mentre volevamo pagare, ci ha raggiunto per salutarci,
con un ampio sorriso. Ha detto di conoscere Madre Agnes-Mariam e ci
ha detto chiaramente che non voleva soldi! </span>
</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">In
verità, vi dico che questo musulmano è molto vicino al Regno di
Dio.<br /></span><br />
</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="color: #373737;"><i>P.
Daniel, Monastero di San Giacomo in Siria, Qara, 17.11.2023</i></span></span></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;">
</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><a href="http://www.maryakub.net/" target="_blank"><span style="color: #1f9fe4;"><span style="text-decoration-line: none;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">www.maryakub.net</span></span></span></a><span style="color: #373737;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
<br /></span></span><br />
</p>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-18147943472330729802023-11-13T22:58:00.001+01:002023-11-13T22:58:43.590+01:00Padre Karakash: Siria una tragedia dimenticata. La gente soffre fame e miseria<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgggng50XThxSUxSlCd6iQ9GXGZECUvcJiufpVXkPhSIx8gMy-Nt7pbMjM2ZvdM2PDMTbnKxWRSJtkPiMSADC5VQCL7wD3A7KySQJoOXGC9E2Vfr4M5hTt7RyGPT9qc5e0fH88pZWscVdaGzMCyb7NluGbS906cr2leQGfehdONntvaUFmOAq0wGQ1NfaU4/s960/Aleppo%206.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="540" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgggng50XThxSUxSlCd6iQ9GXGZECUvcJiufpVXkPhSIx8gMy-Nt7pbMjM2ZvdM2PDMTbnKxWRSJtkPiMSADC5VQCL7wD3A7KySQJoOXGC9E2Vfr4M5hTt7RyGPT9qc5e0fH88pZWscVdaGzMCyb7NluGbS906cr2leQGfehdONntvaUFmOAq0wGQ1NfaU4/s320/Aleppo%206.jpg" width="180" /></a></div> <p></p><p><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 19px;"><br /></span></p><p><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 19px;"><b>Alla XVI Giornata delle Associazioni di Terra Santa (Roma 11 novembre 2023), uno speciale focus sulla Siria con il parroco della parrocchia San Francesco di Aleppo</b></span></p><p><span style="color: #373737; font-family: Museo Sans Cyrl, Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 19px;"><br /></span></span></p><p><span style="color: #373737; font-family: Museo Sans Cyrl, Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 19px;">da <a href="http://www.vaticannews.cn/it/chiesa/news/2023-11/siria-aleppo-tragedia-dimenticata-guerra-giornata-terra-santa.html">Vatican News</a><br /></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px;"> </span><span style="font-size: x-small;"><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif;">Le conseguenze della guerra sono peggiori della guerra stessa e la Siria oggi, dopo la guerra iniziata nel 2011 e il terremoto di quest’anno, è una tragedia dimenticata. C’è miseria, fame e soprattutto disperazione, perché all’orizzonte non si intravedono soluzioni politiche. Gli stipendi arrivano appena a 15 o 20 dollari al mese, ma in tanti non hanno entrate perché hanno perso il lavoro e per sopravvivere sono costretti a vendere tutto quello che hanno in casa: il frigo, la lavatrice, le sedie. A descrivere la drammatica realtà ad Aleppo è </span><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-weight: bolder; margin: 0px; padding: 0px;">fra Bahjat Karakash</span><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif;">, parroco della parrocchia San Francesco, intervenuto a Roma, all’Antonianum, alla XVI Giornata delle associazioni di volontariato che sostengono progetti in Terra Santa. “La carità più grande da fare è la carità politica, riuscire a trovare una soluzione significa ridare un po' di speranza. Questa è la sfida più grande”.</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl";"><span style="font-size: x-small;"><u>Ridare dignità alle persone</u></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-size: x-small;"><span style="background-color: white; color: #373737;"><span style="font-family: Museo Sans Cyrl;"> </span></span><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif;">Fra Bahjat, francescano della Custodia di Terra Santa, in Siria ci è nato, ha sognato, pensato e lavorato perché il suo Paese fosse risanato, poi ha cambiato prospettiva. “Ho capito che bisogna interessarsi delle persone e non delle soluzioni in modo globale e anonimo - racconta - occorre aiutare la gente a vivere meglio dal punto di vista materiale, ma soprattutto dignitosamente. Perché è molto facile aiutare materialmente, è molto più difficile, invece, ridare dignità alle persone”. Al fianco dei siriani oggi ci sono solo famiglie religiose ed organizzazioni non governative, si vive di carità. I frati minori ad Aleppo, alla Mensa dei poveri, sfamano ogni giorno 1300 persone, cristiani e musulmani, nei giorni del terremoto a sedersi a tavola erano in 6mila. Si dovrebbe investire per il futuro del Paese, sostenendo l’educazione dei bambini e dei giovani, afferma il parroco di San Francesco, per far fronte al lavoro minorile e allo sfruttamento dei bambini da parte di organizzazioni criminali. Andrebbero aiutati pure i giovani universitari, perché non riescono a pagarsi le rette, molti, inoltre, non hanno neppure i soldi per prendere i mezzi pubblici e andare a lezione. Sono tantissimi quelli che vogliono partire, lasciare la loro terra, alla ricerca di un futuro migliore.</span></span></div><p></p><div class="separator" style="clear: both;"><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: "Museo Sans Cyrl";"><span style="font-size: x-small;"><u>Il supporto dei francescani</u></span></span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-size: x-small;"> I religiosi francescani si adoperano in vari modi per prestare aiuto. Offrono un supporto psicologico ai bambini, sia cristiani che musulmani, con l’ausilio di psicologi e psicoterapeuti, coinvolgono i più piccoli in varie attività. Al Centro Tau, nato per il catechismo e l’educazione cristiana, oggi si ritrovano circa 1200 bambini e giovani e per gli anziani c’è il Centro Simeone ed Anna. I cristiani oggi in Siria sono appena il 2% della popolazione, ma il Paese ha ancora “un bagaglio di valori cristiani e religiosi” e per fra Bahjat “far leva su questi valori aiuterebbe a risollevare il popolo e la nazione”. Tuttavia, la diminuzione dei cristiani, “che sono mediatori culturali tra l’occidente e l’oriente, presenza provocatoria di pace, dialogo ed educazione” mette a rischio un’intera società.</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;"><br /></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjKrc0gtTV5e77B8imrHbIke-WnWQmD2vGWqYF5LhWtF6l_WMszhzAoMpWA8AaGHIPkrXZ9wqyStdVR4et8G32O9fsqEktpE2xZb835Md6qdITINYyt41sq997xo2-KmpJJkbMetXj3YNbfYv9a_D_oQ5NSv1x5-fOlGux-X8KC6XY3rgnlNFHPfXlMOvDq" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="422" data-original-width="750" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjKrc0gtTV5e77B8imrHbIke-WnWQmD2vGWqYF5LhWtF6l_WMszhzAoMpWA8AaGHIPkrXZ9wqyStdVR4et8G32O9fsqEktpE2xZb835Md6qdITINYyt41sq997xo2-KmpJJkbMetXj3YNbfYv9a_D_oQ5NSv1x5-fOlGux-X8KC6XY3rgnlNFHPfXlMOvDq" width="320" /></a></div><br /><br /><p></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 0px; text-align: center;"><b>Intervista di Vatican News a fra Bahjat</b></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span>Fra
Bahjat Karakash, qual è la situazione adesso ad Aleppo?</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span><i>La
situazione è una tragedia purtroppo dimenticata, soprattutto dopo il
terremoto. Molte persone hanno perso il lavoro, molte famiglie hanno
avuto la casa danneggiata e questo si aggiunge a una tragedia previa,
quella della guerra, della crisi economica, per cui è una situazione
molto critica.</i></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span>Quali
sfide dovete affrontare voi religiosi?</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span><i>La
prima sfida da affrontare è quella di dare speranza. Non è facile,
perché non c'è all'orizzonte una soluzione a livello politico. La
nostra risposta è rimboccarci le maniche e aiutare la gente a vivere
con dignità e dare anche un messaggio spirituale, cioè quello del
Vangelo e della speranza.</i></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span>Che
cosa si può fare dall'estero?</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span><i>Anzitutto
informarsi sulla situazione siriana, sapere che è una tragedia
ancora non finita, diffondere le notizie, interessarsi, cercare di
venire, se è possibile, a vedere la situazione in Siria. Tutto ciò
oltre all'aiuto materiale, alla carità e alla preghiera che
sicuramente ci sostiene</i>.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span>Quali
sono le maggiori emergenze?</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span><i>È
molto difficile stabilire priorità, perché tutti i fronti sono
un’emergenza, da quella educativa a quella sanitaria a quella
economica. Davvero quella siriana è una realtà molto precaria, che
avrebbe bisogno di sostegno su tutti i fronti.</i></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span>Come
vede il futuro della Siria?</span></p><p style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-color: white; box-sizing: border-box; color: #373737; font-family: "Museo Sans Cyrl", Verdana, sans-serif; margin: 0px; padding: 0px;">
</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span><i>Se
dovessi contare su qualcosa conterei sulla società, sulla gente che
ancora conserva valori spirituali e religiosi, valori umani capaci di
rimettere in piedi queste forze per il futuro del Paese. Ma tutto
questo sicuramente avrebbe bisogno di una cornice a livello
istituzionale e questo non è possibile nella situazione attuale.
Bisogna aiutare i siriani a sedersi a un tavolo, a dialogare e a
trovare anche una forma di aiuto perché il Paese rinasca.</i></span></p></div>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-34339703190981027362023-11-06T19:21:00.000+01:002023-11-06T19:21:01.431+01:00Il vicario apostolico di Aleppo mons Jallouf: "il dramma di Gaza ‘peggiore’ di Aleppo"<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqum7ZIKKQKdy1qsdDp0C4Z1ZJ-wAmStLOl5c4jpi11IsV0ZFlCTnMJjnTTSmSe0k_sZd1VF1KAFXiMreut-QsiyH07VJM9GGCcJAbSQggqmrLsTF9bzm5mTyDPBa4laRP3MGBgpl9E_V5u6VT8q6wLZ7RZlNBndNcoqGgEiq_qX4NGz9g3bZuUIwIdWIU/s809/GAZA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="809" data-original-width="809" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqum7ZIKKQKdy1qsdDp0C4Z1ZJ-wAmStLOl5c4jpi11IsV0ZFlCTnMJjnTTSmSe0k_sZd1VF1KAFXiMreut-QsiyH07VJM9GGCcJAbSQggqmrLsTF9bzm5mTyDPBa4laRP3MGBgpl9E_V5u6VT8q6wLZ7RZlNBndNcoqGgEiq_qX4NGz9g3bZuUIwIdWIU/s320/GAZA.jpg" width="320" /></a></div><a href="https://www.asianews.it/notizie-it/Mons.-Jallouf:-il-dramma-di-Gaza-peggiore-di-Aleppo-per-vittime-civili-59481.html"><span style="font-size: medium;"> Asia News</span></a><br /><p></p><p style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;"> Dalla prospettiva siriana la guerra fra Israele e Hamas a Gaza è fonte di profonda preoccupazione perché “può alimentare nuovi conflitti” ed è forte il rischio che contribuisca a “infiammare l’intera regione mediorientale”. È quanto spiega <a href="https://www.asianews.it/notizie-it/Il-nuovo-vicario-di-Aleppo-Jallouf:-'Ricostruire-una-comunit%C3%A0-insanguinata-da-guerra-e-terremoto'-58716.html" style="background-color: transparent; color: black; font-weight: bold; overflow-wrap: break-word; text-decoration-line: none;">mons. Hanna Jallouf</a>, francescano, dai primi di luglio vicario apostolico di Aleppo, secondo cui “in Siria e Libano si respira già un clima di forte paura”. Se l’esercito dello Stato ebraico attacca anche da nord “allora sarà elevata la possibilità di un allargamento del conflitto” che finirà per “incendiare tutto il Medio oriente”. E allora, confessa con timore ad <em>AsiaNews</em>, sarà “Terza guerra mondiale, ma speriamo davvero di no”. In questo quadro critico, “il governo di Damasco è ancora in balia delle sue miserie: vediamo di spegnere prima il fuoco dentro la nostra casa” evitando di farsi coinvolgere in altri conflitti perché sono ancora molti “i problemi interni”.</p><p style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;">Il conflitto a Gaza è “un dramma che fa sanguinare il cuore” sottolinea il vicario, perché “vediamo gente che soffre e muore, anche sotto le macerie”. Per anni la metropoli del nord della Siria, un tempo capitale economica e commerciale del Paese, è stata epicentro della guerra e ha vissuto sulla propria pelle le devastazioni. Tuttavia “nemmeno noi abbiamo sperimentato un dramma simile o abbiamo assistito a omicidi così terribili, in special modo per i bambini e le donne”. “Quello che si vede a Gaza - prosegue - è peggio di quello che ha vissuto Aleppo, di ciò cui abbiamo assistito a Idlib: non siamo mai arrivati a questi livelli, soprattutto per le vittime civili”. </p><p style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;">In questi giorni il prelato ha contattato più volte, personalmente, una religiosa delle <a href="https://www.agensir.it/quotidiano/2023/11/4/striscia-di-gaza-suor-nabila-bombardata-la-scuola-del-patriarcato-latino/">Suore del Rosario</a> rimaste nella Striscia per servire i fedeli e collaborare all’accoglienza degli sfollati nella parrocchia cattolica della Sacra Famiglia. “Ho parlato con sr. Maria - racconta - che mi ha mostrato e raccontato gli orrori e l’enormità dell’emergenza, delle persone che stanno negli ospedali o hanno trovato rifugio in chiesa. Grazie a lei ho visto le persone al buio, senza nulla, chiuse dentro a un recinto come pecore, povera gente che vive in miseria, nella paura. Un qualcosa di veramente orribile, speriamo che il Signore dia loro un po’ di calore, di misericordia, di perdono e che possa infine arrivare una pace vera e giusta”. </p><p style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;">Su mille cristiani rimasti nella Striscia, almeno 5/600 sono ospitati dalla parrocchia dall’inizio dell’operazione miliare israeliana a Gaza, anche perché “è l’unico posto dove possono rimanere perché le loro case sono andate distrutte” riferisce il vicario di Aleppo. “Vi è poi la fatica quotidiana - prosegue - di trovare cibo, un po’ di pace per tutti. Per i fabbisogni di ogni giorno cercano di arrangiarsi alla meglio, ma i viveri si stanno esaurendo e gli aiuti non arrivano”. </p><p style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;">Il timore è che il conflitto possa incendiare la piazza musulmana e coinvolgere altri movimenti e gruppi oltre ad Hamas. E sempre in queste ore si registra la nota degli Emirati Arabi Uniti (Eau), che parlano di “rischio generale” di una “ricaduta” a livello “regionale” della guerra come già aveva paventato il <a href="https://www.asianews.it/notizie-it/Vicario-d%E2%80%99Arabia:-Casa-Abramitica-modello-positivo%E2%80%99-per-una-Terra-Santa-in-guerra-59473.html" style="background-color: transparent; color: black; font-weight: bold; overflow-wrap: break-word; text-decoration-line: none;">vicario d’Arabia</a>. Dall’osservatorio siriano, mons. Jallouf afferma che per ora il mondo islamico “si mantiene sotto controllo” anche se nel nord del Paese persistono scontri interni fra fazioni rivali e con l’esercito governativo. I riflettori sono puntati su Gaza, e il conflitto siriano come la guerra in Ucraina “sembrano dimenticati” anche se in più di una occasione caccia e droni israeliani hanno colpito di recente Aleppo e Damasco, in particolare aeroporti e centri dei miliziani, che hanno risposto agli attacchi.</p><p style="background-color: white; color: #202020; font-family: "Open Sans", sans-serif;">Al dramma della guerra la Chiesa siriana risponde con la preghiera e il digiuno che “avevo proclamato per tre giorni prima ancora che lo facesse papa Francesco” racconta il vicario, “chiedendo al Signore di proteggere un popolo che soffre”. In Siria come in Libano, in Terra Santa “o in Iraq dove anche lì si sta consumando un disastro” contro i cristiani. Infine, il prelato [francescano e legato nel profondo alla Terra Santa] ricorda che “l’unica cosa che possiamo fare ora è fermare questa tragedia e vivere veramente il valore della pace che Dio ci ha donato, la pace per la quale san Francesco tanto ha fatto. Come il santo di Assisi ha saputo ammansire il lupo - conclude - speriamo che oggi si possano rendere mansueti i lupi che vogliono alimentare il conflitto”. </p>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4957715406778729044.post-50785109794397838172023-10-27T11:25:00.001+02:002023-10-28T16:13:16.569+02:00Dai Fratelli Maristi, lettera da Aleppo n. 47<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrb3qPHmNXEwU7cvsR6kvCkMZZVlMvH2KxWF96p35iX7X8AVB7ilM2bhWuz7saMtuZu-TCwOMzICPMOsMK-mMM71tSdP-UPx38zBSj99hb52NwoOym6onyFeAeWyAtdduciWODR12WyjzyMt2CNugam1-p-bmV7FeVXMqvP0rma4QijeHXNLA2jePRKvcc/s1280/inizio%20maristi.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrb3qPHmNXEwU7cvsR6kvCkMZZVlMvH2KxWF96p35iX7X8AVB7ilM2bhWuz7saMtuZu-TCwOMzICPMOsMK-mMM71tSdP-UPx38zBSj99hb52NwoOym6onyFeAeWyAtdduciWODR12WyjzyMt2CNugam1-p-bmV7FeVXMqvP0rma4QijeHXNLA2jePRKvcc/s320/inizio%20maristi.jpg" width="320" /></a></div> <br /><p></p><p></p><p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: small;">Aleppo, 22
ottobre 2023</span></span></p>
<p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><a name="Bookmark"></a><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: small;">Traduzione
dal francese di <b>Maria Antonietta Carta</b></span></span></p>
<p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: small;"><b>KHALAS!</b></span></span></p><p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Cari
amici, riceverete questa lettera in un momento assolutamente critico
per l’intero Medio Oriente. Da due settimane assistiamo a un’ondata
di violenza inaudita; una violenza che rischia di dilagare.
Dall’estero, molti amici ci chiedono: “Che impatto ha questa
guerra nella vostra vita quotidiana ad Aleppo? » Cosa rispondere?
Oggi all'alba, l'aeroporto di Aleppo e quello di Damasco sono stati
bombardati per l'ennesima volta. </span>
</p><p></p><p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Khalas!
Khalas è un'esclamazione che significa basta. Basta! basta così!
Basta essere costantemente attaccati, minacciati, terrorizzati.
Quanto durerà tutto ciò? </span>
</p><p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Su
invito del Patriarca latino, questa settimana abbiamo dedicato una
giornata al digiuno, alla riflessione e alla preghiera per la pace.
Durante uno degli incontri per condividere la situazione in cui
viviamo e le ripercussioni degli eventi di Gaza sulle nostre vite, un
insegnante ha detto: “Mi chiedo seriamente perché avere figli, se
è per fargli sperimentare ciò che stiamo vivendo oggi ". </span>
</p><p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Molti
altri hanno raccontato la loro spossatezza. Khalas! siamo stufi, non
vogliamo ascoltare più queste notizie; non vogliamo più assistere a
scene di violenza, sangue, morte, esplosioni, distruzione! Non ne
possiamo più. </span>
</p><p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
</p><p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">I
media che riportano le notizie in modo veritiero e obiettivo sono
rari. </span>
</p><p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Un
altro insegnante dà una risposta rivelatrice dello stato d'animo: “
Voglio che ci sia una guerra mondiale e che la si faccia finita.
E morirò se necessario! » Sull'impatto di quanto stiamo vivendo e
su una possibile decisione di emigrare, rispondono sì all’unanimità.
“Vogliamo lasciare tutta la regione”.</span></p><p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Questo
è un esempio del sentimento di un intero popolo che ha vissuto la
guerra, il Covid 19, le sanzioni economiche, il terremoto e, da
alcuni giorni, ancora l’intensificazione della violenza.
Attualmente, siamo in una situazione di attesa e di attenta
osservazione di ciò che accade nella regione e nel Paese. Se ci
concentriamo a parlare della congiuntura regionale è perché non è
circoscritta a questa regione, ma tocca i valori e i diritti umani
universali. Il mondo continua ad avere doppi standard. Le vittime
sono trasformate in carnefici che bisogna annientare, far scomparire
dalla faccia della terra, bruciare nell’inferno delle bombe o
espellere in massa. </span>
</p><p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Come
seminare la speranza in una società indebolita? Una società che
diventa sempre più povera; che fatica a sopravvivere; che non ha più
la forza di alzarsi. Lo scorso 15 settembre, ho scritto nel mio
diario: “ Le 6 del mattino… Non so perché stanotte non sono
riuscito a dormire bene. Molte immagini irrompono nella mia mente,
riflettendo le persone e le situazioni che ho potuto osservare da
quando abbiamo ripreso le attività, il 4 settembre. Il mio pensiero
va agli anziani che, anche ieri sera, hanno sofferto gli effetti
dell’ondata di caldo senza alcun mezzo per rinfrescarsi perché
abbiamo soltanto 2 ore di elettricità ogni 24 ore. Continuiamo a
subire le sanzioni. Siamo puniti. Le sanzioni gravano pesantemente
sulla nostra vita quotidiana. Siamo costretti a sopportare la
svalutazione galoppante della valuta </span></span></span><span face="Arial, sans-serif">locale.
Tutto rincara da un giorno all'altro. Penso a tutti i genitori i cui
figli iniziano un nuovo anno scolastico. I materiali didattici sono
così costosi che possono rappresentare, per un figlio unico, più
della metà dello stipendio annuo dei genitori. Il mio pensiero va
anche ai giovani. Sì, tutti quei giovani che hanno in testa una sola
idea: lasciare il Paese per andare non importa dove non importa come,
appena possibile.</span></p>
<p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Speranza
e preoccupazione sono i sentimenti dominanti. Da un lato studiare per
ottenere un diploma e dall'altro cosa fare dopo? Cercare di lasciare
il Paese o prestare il servizio militare obbligatorio. Molti giovani
dicono di essere “perduti” e hanno bisogno di sostegno
psicologico per una scelta ponderata. Cosa fare? Che consiglio dare?
Dove trovare le risorse necessarie per emigrare o iniziare un proprio
progetto. Una gioventù in crisi, smarrita, alla ricerca di un futuro
lontano dalla guerra e dalla povertà. Non è per niente semplice. Ed
è molto difficile ottenere il passaporto, ma ancora più un visto. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">In
questi giorni i media ci hanno mostrato le immagini dell’ondata di
migranti piombati a Lampedusa dove in una notte sono approdate più
di 7.000 persone. Siamo consapevoli di questa tragedia umanitaria? I
media utilizzano come simbolo del volto umanitario, l'immagine di un
soldato che cerca di rassicurare una bambina. Come possiamo dire ai
“grandi” di questo mondo che viviamo su un altro pianeta? Il
pianeta delle sanzioni. È disumano, imperdonabile, rivoltante. Noi
non accettiamo che il mondo sia indifferente. Ci rifiutiamo di essere
trattati da miserabili. Vogliamo recuperare la nostra dignità di
uomini e donne di questo ventunesimo secolo. Vogliamo essere
reintrodotti nella comunità internazionale. </span></span></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Noi Maristi Blu non ci </span></span></span><span face="Arial, sans-serif">arrendiamo.
Cerchiamo ovunque modi per sostenere i più indigenti. Quest’anno
abbiamo accolto più di 40 nuovi bambini nel progetto educativo
“Voglio imparare”. I 120 bambini coinvolti provengono da vari
ambienti svantaggiati in cui la povertà diventa miseria. Insegnanti
e educatori hanno beneficiato di numerose sessioni di formazione
didattica nel mese di settembre. Dal 2 ottobre, le voci dei bambini,
i loro sorrisi, la loro gioia riempiono le aule e il cortile. Seeds,
il nostro progetto di sostegno psicologico, è cresciuto, accogliendo
di più bambini piccoli nel programma “Bamboo” e più donne nel
programma “Ghosn = Branch”, destinato esclusivamente al supporto
psicologia femminile. Il progetto “Pane Condiviso” fornisce un
pasto caldo quotidiano oltre 250 anziani. Il numero dei beneficiati
ultraottantenni continua a crescere. Poiché la corrente elettrica è
fornita solo per due o tre ore al giorno, abbiamo installato batterie
e lampade a LED affinché tutti questi anziani non rimangano
nell'oscurità dopo il tramonto e la televisione aiuti a spezzare la
loro solitudine. Per gli anziani allettati distribuiamo pannolini in
quantità sufficiente. Recentemente abbiamo organizzato un'uscita per
tutti i beneficiati del “Pane Condiviso” che potevano muoversi. È
stata una giornata indimenticabile, piena di canti tradizionali,
danze e ricordi. I volontari della cucina avevano preparato un pasto
tradizionale (Hrissé). Prima di andar via, qualcuno ha detto: “Oggi
ho potuto mangiare con grande gioia perché non ero solo”. </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEisegsbSGHrVLj4DirG5p_DNDXbpF9Niv1TQ4fZtX_nUQe7f8gLhf6tXPqJhOSLouz7-vV8ageo9DSvaLfIUJdwFvQtBtpN5-uHf_dclu4waCzpZ1VdCBW6iCkQSy7BGWfAdx3UnNSpBhlpGOAJy9Qk241QNy2oPZa7ZCBYEQHhdbnSWtOJ1JNeo_D6pH3H" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEisegsbSGHrVLj4DirG5p_DNDXbpF9Niv1TQ4fZtX_nUQe7f8gLhf6tXPqJhOSLouz7-vV8ageo9DSvaLfIUJdwFvQtBtpN5-uHf_dclu4waCzpZ1VdCBW6iCkQSy7BGWfAdx3UnNSpBhlpGOAJy9Qk241QNy2oPZa7ZCBYEQHhdbnSWtOJ1JNeo_D6pH3H" width="320" /></a></div>
<p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Nella
nostra ultima lettera abbiamo parlato dello “Zelzal (terremoto)”
con la sua quota di distruzione e di paura, ma l'altra faccia del
terremoto è stata la grande generosità degli amici e delle
Organizzazioni internazionali. Il loro aiuto ci ha permesso di
continuare la distribuzione mensile a 1100 famiglie di un Cesto colmo
di generi alimentari. </span>
</p>
<p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Dopo
il terremoto abbiamo avviato un nuovo progetto di aiuto per
l'acquisto e distribuzione di mobili ed elettrodomestici alle
famiglie che li avevano persi. Una signora, ricevendo il cesto, ci
disse piangendo commossa che da diversi giorni non aveva una goccia
di olio d'oliva in casa. Il prezzo dell'olio d'oliva (essenziale per
i Siriani) è aumentato al punto da non essere alla portata della
maggior parte della popolazione. Con il passare dei giorni, vediamo
l’estrema povertà in cui versano tante famiglie. Fino a quando
potremo soddisfare i bisogni di una popolazione che per l’82% vive
al di sotto della soglia di povertà? </span>
</p>
<p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Con
la conclusione dei corsi 1 e 2 del progetto “Formazione
Professionale”, stiamo per lanciare 2 nuovi corsi
contemporaneamente. In ogni corso, 20 giovani apprendisti
impareranno un mestiere durante 2 anni lavorando presso un
professionista. E dopo la formazione professionale, continuiamo ad
aiutare e sostenere i giovani adulti a lanciare il proprio progetto
attraverso i Microprogetti. </span>
</p>
<p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Anche
le sessioni di formazione del MIT sono molto popolari.</span> <span face="Arial, sans-serif">Per
una sessione di 24 partecipanti, abbiamo una lista di oltre 130
candidati.</span></p><p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbBQaTYVaL-AxbqasLeWt3pzFwdNLRKye4K8fklsX1_mD6G80SRpQcob5wOdD0gsVuP9uVmMcBbT1KwVrgBVCdJEuIf4lUzVos6ExETIPyemszhjdMPFY1cO4CRLAHZ9jcApVP74dOeI6EwWzgmenGecXQ3CSoEcLxgsf2y4zGca7arZK0rXIcQFjTkFFy/s2048/seeds.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1243" data-original-width="2048" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbBQaTYVaL-AxbqasLeWt3pzFwdNLRKye4K8fklsX1_mD6G80SRpQcob5wOdD0gsVuP9uVmMcBbT1KwVrgBVCdJEuIf4lUzVos6ExETIPyemszhjdMPFY1cO4CRLAHZ9jcApVP74dOeI6EwWzgmenGecXQ3CSoEcLxgsf2y4zGca7arZK0rXIcQFjTkFFy/s320/seeds.jpg" width="320" /></a></div><span style="text-align: left;">Il
programma “Sviluppo delle donne” offre a 60 donne, divise in due
gruppi, due sessioni di allenamento a settimana. Anche qui, come in
tutti i nostri progetti, la lista d’attesa è molto lunga. “Taglio
e cucito ” ha celebrato un Giornata per tutte le donne che hanno
seguito le sessioni dall’inizio del progetto nel 2017. Più di
cento donne hanno risposto all'invito e hanno trascorso mezza giornata con
gare e momenti di condivisione.</span></div></div><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Il
progetto ‘’Aiuto medico’’ è molto apprezzato in questi tempi
difficili. Ogni giorno, decine di persone ricevono assistenza </span></span></span><span face="Arial, sans-serif">per
cure e interventi chirurgici o farmaci. Questo aiuto sta diventando
sempre più necessario di fronte al continuo aumento dei prezzi delle
cure mediche e dei farmaci. Siamo riusciti a distribuire pannolini
per bambini.</span></p>
<p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">“<span face="Arial, sans-serif">Goccia
di latte” rimane un progetto molto importante per i bambini sotto
gli 8 anni. Per i neonati, il fabbisogno mensile è di 6-8 lattine di
latte speciale che costa più dello stipendio mensile dei genitori.
Heartmade continua, sviluppa la sua attività e moltiplica i prodotti
da realizzare con l’autofinanziamento. Venti donne trovano lavoro
creando, con avanzi di tessuti, abiti da donna. “Hope” continua
ad attrarre molte persone che vogliono imparare la lingua inglese.
Tutti i beneficiari sono molto interessati allo studiarla e a seguire
i 3 livelli per migliorare il proprio CV. </span>
</p>
<p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Continua
il progetto “Affitta” a sostegno delle famiglie in grande
difficoltà per pagare l’affitto, dato l’aumento vertiginoso dei
prezzi. </span>
</p>
<p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span face="Arial, sans-serif"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhboW1_P4m6CZvLDTtgqK4qKV6MOywEh69U5gYbu9cNQS9PyuWsTfSwgfgfjyTaAbdqFHmJsHZV4XJ_OUHQAoEjwsbCFWUtFOkfoSVQGiPBd4xkgjScVnQuFs4FFXgtpp6cEWS9-Qetj3e0rC1tLTWhYCZ2a8xuSkBa4fQgIPwUou15Eye2OaaOvycb7z4j" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1365" data-original-width="2048" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhboW1_P4m6CZvLDTtgqK4qKV6MOywEh69U5gYbu9cNQS9PyuWsTfSwgfgfjyTaAbdqFHmJsHZV4XJ_OUHQAoEjwsbCFWUtFOkfoSVQGiPBd4xkgjScVnQuFs4FFXgtpp6cEWS9-Qetj3e0rC1tLTWhYCZ2a8xuSkBa4fQgIPwUou15Eye2OaaOvycb7z4j" width="320" /></a></span></div><span face="Arial, sans-serif">Il
progetto “Sostegno alla scuola” aiuta i genitori di bambini e
giovani a pagare scolarizzazione o sessioni in centri specializzati.
Un bambino di dodici anni, accompagnato dalla madre, venne a chiedere
aiuto per riprendere gli studi, spiegando che avrebbe dovuto
abbandonare la scuola per andare a lavorare e aiutare la famiglia
perché il padre era gravemente malato. Crediamo che, come lui, altri
meritino un futuro migliore. </span><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Per
concludere, riflettiamo insieme sulle parole del Santo Padre nel
corso del sua viaggio a Marsiglia, lo scorso 23 settembre: “…In
effetti, il vero male sociale non è tanto l’aumento dei problemi
quanto il calo del sostegno.’’ Chi oggi è vicino ai giovani
abbandonati a se stessi, facili prede della delinquenza e della
prostituzione? Chi è vicino a persone </span></span></span><span face="Arial, sans-serif">schiavizzate
dal lavoro che dovrebbe renderle più libere? Chi si prende cura
delle famiglie spaventate, che temono il futuro o di metterne al
mondo altri figli? Chi ascolta i gemiti degli anziani soli che,
invece di essere valorizzati, sono parcheggiati nell’attesa,
falsamente degna, di una morte dolce ma in realtà più salata delle
acque del mare? Chi pensa ai bambini non ancora nati, respinti in
nome di un falso diritto al progresso, che è al contrario una
regressione dell'individuo?</span></p>
<p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Chi
guarda con compassione oltre i suoi confini per ascoltare le grida di
dolore che salgono dal Nord Africa e dal Medio Oriente? Quante
persone vivono sprofondate nella violenza e soffrono l’ingiustizia
e la persecuzione! </span>
</p>
<p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Cari
amici, insieme a voi uomini e donne di buona volontà, non vogliamo
abbassare le braccia e rassegnarci. Voi siete la nostra voce, il
nostro grido, la nostra speranza. Contiamo su di voi per cambiare
insieme il mondo affinché sia più giusto, più dignitoso, più
umano.</span></p>
<p lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Arial, sans-serif">Domenica
22 ottobre 2023, Fratello <b>Georges Sabe</b></span></p>Ora Pro Siriahttp://www.blogger.com/profile/07252027008403320095noreply@blogger.com0