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lunedì 12 marzo 2018

Siria, i tesori perduti

I mosaici della Chiesa dei Santi Martiri (completata nel 442) in Taybet Al-Imam, Hama, nella Siria centro-settentrionale.

Si tratta di una delle più estese pavimentazioni a mosaico di una chiesa tra quelle scoperte in Siria (600 m²).

di Claude Zerez

La Siria fu una delle terre d'elezione per il misticismo dei primi secoli del cristianesimo. Vi si sono scoperti molti mosaici che coprivano il pavimento delle chiese, ora in rovina. La rappresentazione a mosaico di scene della Bibbia era considerato uno dei modi migliori per catechizzare. 
I mosaici siriani rivelano la complessità dell'interazione tra i due mondi: il temporale e lo spirituale. Con una spontaneità espressiva, il mosaico orientale si distingue dal rigore dei canoni bizantini e si libera da essi. È una catechesi visiva offerta ai catecumeni e alle assemblee in preghiera. Possiamo ammirare diverse scene altamente istruttive sulla storia della Salvezza e sulla storia della chiesa locale.

Questa sequenza rappresenta l'arrivo alla chiesa delle reliquie dei martiri, trasportate da due muli in un reliquiario di pietra.


















Quest'altra sequenza, situata nella parte orientale del mosaico, rappresenta il "Paradiso" promesso da Dio ai "fedeli credenti".
 È il luogo della pace eterna, simboleggiato dalle due città di Gerusalemme e di Betlemme, come raccontato e descritto nel libro dell'Apocalisse e nel Vangelo. Betlemme simboleggia la natività e Gerusalemme simboleggia la morte e la risurrezione del nostro Salvatore Gesù Cristo.

Le iscrizioni in greco (qui sotto), menzionano i fiumi del paradiso Ghéon, Phison, il Tigri e l'Eufrate. È "l'acqua viva della vita eterna" che scorre, placa la nostra sete e abbevera la nostra fede cristiana. Questa "Si comunica, si diffonde e si propaga" attraverso la carità fraterna e la testimonianza. 
L'Aquila simboleggia il Cristo glorificato ed eterno appollaiato in cima al "Monte del Paradiso".




Al centro del pavimento è rappresentato "l'Agnello di Dio" che toglie i peccati del mondo, sotto una lanterna che fa luce attorno a sè. 





La fenice, simbolo mutuato dalla mitologia egizia e fenicia, vive in "diversi secoli", muore e diventa cenere. È annientata e si trasforma in cenere prima di rinascere dalle sue stesse ceneri. La sua rinascita, in bellezza e luminosità, evoca la risurrezione di Cristo. Il passaggio dalla morte terrena alla vita celeste ed eterna si attualizza in ogni battezzato che riceve il Corpo e il Sangue di Cristo (il Calice del Preziosissimo Sangue in mezzo alla Croce). Attraverso questa Comunione e questa partecipazione alla vita, alla morte e alla risurrezione di Cristo, il battezzato entra nella vita eterna.


Troviamo qui  il simbolo del pesce.  ICTHUS - ΙΧΘΥΣ; parola greca che significa pesce. All'inizio del cristianesimo, questo simbolo era usato dai cristiani per riconoscersi. ICTHUS è composto dalle iniziali delle cinque parole greche: "Iesous Christos Theou Uios Soter" = "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore". 



Mosaico che raffigura la chiesa di S. Simeone lo Stilita siriano che è rappresentata in forma di croce.

È scandaloso vedere oggi questi preziosi mosaici distrutti e rasi al suolo dalle bande armate. 
Allo stesso modo, le nostre lacrime scorrono mentre la grande Basilica di San Simeone del sesto secolo diventa un campo di addestramento per le donne jihadiste. 
Nè possiamo dimenticare il tempio di Ain Dara del secondo millennio a.C. bombardato ultimamente dai turchi.
Claude ZEREZ, 06-Marzo-2018