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venerdì 24 marzo 2017

Incontri nella Siria dei 6 anni di guerra: (2) La cura dei piccoli sfollati


Intervista a suor Lydia delle Suore del Perpetuo Soccorso, direttrice dell'Asilo 'alAmal' di Marmarita (Valle dei Cristiani).


D: Suor Lidia, ci racconti un po' del vostro lavoro qui nell'Asilo alAmal..
  “Anzitutto, siamo felicissime di ricevervi qui tra di noi nel nostro piccolo convento di suore del Perpetuo Soccorso.
All'inizio avevamo soltanto tre sezioni per un numero complessivo di 80 bambini prima della guerra, ma dopo la guerra sono diventati 90 e via via sono aumentati fino agli attuali 400.
Alla fine, abbiamo dovuto aprire anche un nido per i piccolini al di sotto dei tre anni, per aiutare le mamme che lavorano e non hanno nessuno che custodisca i loro bambini: la loro situazione ci ha interpellato proprio perché la nostra vocazione è di testimoniare Cristo presente dentro la vita delle persone, a fianco dei bisognosi, ed è proprio questo ciò che essi si aspettano da noi.
 Abbiamo perciò ingrandito il nostro edificio e così adesso abbiamo 10 classi di bambini dai tre anni ai sei anni e anche un nido frequentato da 30 bebè da tre mesi a tre anni, dopodiché vengono indirizzati alle classi della scuola materna.
 Quando terminano la scuola materna presso di noi, i bambini passano direttamente alla scuola elementare che è qui di fianco e ed è molto ben equipaggiata perché prima della guerra era stata costruita e resa pienamente funzionale dalla principessa del Qatar che si era sposata ed aveva voluto proprio costruire la scuola qui in Marmarita, in accordo con il governo siriano che in quel tempo era in amicizia con il Qatar."
D: Come sono questi bambini? Avete incontrato problemi?
  "Sono bambini che hanno molto sofferto le conseguenze della guerra. Lo si percepisce dalla violenza dei loro comportamenti: per mesi se non per anni hanno sentito bombardamenti nelle loro città di provenienza cioè Aleppo, Homs, Damasco... Molto spesso questi bambini si picchiano perché hanno visto queste scene di violenza intorno a loro e alla televisione. Per questo preferiamo che vengano in un ambiente educativo come il nostro piuttosto che restare magari con i nonni.
Si dicono tra loro brutte parole, quelle che vedono alla televisione, dove le scene presentano ogni giorno lo Stato islamico nella sua brutalità.
  Alcuni bambini talvolta presentano problemi e alcuni non partecipano a niente, in questi casi possiamo fare ricorso anche ad uno psichiatra per i casi più difficili; poi ci sono altri casi di difficoltà nella pronuncia e quindi le insegnanti ricorrono a specialisti, logopedisti nei percorsi di ortofonia; abbiamo anche bambini con alcune malattie gravi per esempio un paio malati di cancro. Nel nido abbiamo un piccolo che ha una forma di poliomielite, ma da quando sta da noi è molto migliorato perché comincia a fare qualche passo se viene sorretto, a pronunciare qualche parola e ad aprirsi agli altri senza restare in disparte dal gruppo.
  Un'altra ragione per cui è meglio che i bimbi vengano da noi è il problema del riscaldamento, perché nella nostra zona fa molto freddo e le case sono pochissimo riscaldate perché il gasolio è molto caro e poche famiglie possono permetterselo, sicché ci sono sempre molti bambini malati, con la febbre, e i genitori ci chiedono aiuto, per questo diciamo loro: 'mandateli qui, non teneteli a casa al freddo'. Qui da noi sono in un ambiente più caldo e ai bambini malati diamo anche le medicine, quindi è un servizio che facciamo anche alle famiglie."
D: Qual è adesso qui la situazione della gente?
  "Qui nella nostra regione non c'è Daech ma c'è un "Daech" diverso e similmente crudele, quello economico: per esempio il mazut (carburante tipo gasolio) scarseggia e il prezzo d'acquisto regolare di 37.000 Lire siriane per 100 lt. è enormemente caro. L'elettricità viene fornita per un'ora e poi sospesa per sette ore, dunque in realtà abbiamo solo quattro ore di elettricità in un giorno. Si va avanti perciò con il generatore, che serve per riscaldamento e per l'energia ma mantenerlo è molto costoso.
  Al momento non abbiamo famiglie che sono rientrate in Aleppo o in Homs; invece qualcuno purtroppo ha cominciato ad andarsene, soprattutto in Australia.
Un grande problema è rappresentato dal servizio militare, perché si stanno reclutando tutti i giovani in età di leva e mentre sono ancora studenti universitari si affaccia la prospettiva dell'essere chiamati alle armi, perché sono risparmiati soltanto quelli che stanno frequentando l'università con buoni risultati; per cui molti cercano di sfuggire riparando all'estero, soprattutto andando in Libano. Questo comporta che qui restano soprattutto dei bambini e dei vecchi, ma la maggior parte delle famiglie sta preparando i documenti per ottenere il visto per l'emigrazione."

D: C'è qualcos'altro che le preme di raccontarci o di chiederci?
  "Anzitutto vi ringraziamo moltissimo per essere stati accanto a noi con l'aiuto che ci avete fatto giungere dall'Italia costantemente e che ci ha dato la possibilità di riscaldare gli ambienti che accolgono questi bambini. Voi ci aiutate a compiere la nostra missione, perché anche se noi siamo delle religiose non basta dare la parola di Dio, ma come ha detto Gesù: 'date loro del pane da mangiare'.
 Non potete immaginare la gioia che ci avete regalato a Natale, finanziando il dono delle giacche calde, ed i dolci e i doni distribuiti nella festa: i genitori non finivano di ringraziare! E' stato un dono di grande valore! Anche avere incaricato un laboratorio di Aleppo di confezionare le giacchette, è stata un'occasione per dare lavoro ad alcune famiglie. Adesso le famiglie sono così impoverite che spesso non hanno i soldi per comperare i vestiti, allora abbiamo suggerito a quei genitori disponibili a cui i bambini non vanno più bene i vestiti di portarli a noi per poterli passare ad altri bambini che ne hanno bisogno.
Anche le famiglie che avete aiutato a portare avanti il loro piccolo negozio vi sono tanto grate. Sono quattro famiglie di Marmarita e due famiglie di un altro villaggio. Naturalmente abbiamo aiutato con molta discrezione, perché non era possibile aiutare tutti.
  Oggi è il giorno della vaccinazione antipolio, che abbiamo deciso di fare all'interno stesso dell'Istituto per sollevare le famiglie da questo onere e dalla spesa di dover portare con il taxi i bambini al dispensario. A questo scopo ci siamo accordate con il ministero della salute perché il personale del dispensario si spostasse qui da noi.
  Tra i progetti che abbiamo per il prossimo futuro c'è quello di acquistare un nuovo generatore elettrico perché quello attuale è molto usurato e spesso si ferma.
  Un altro progetto è quello di fare una piccola copertura dalla strada all'ingresso della scuola perché i bambini non facciano un lungo percorso sotto la pioggia.

  Adesso stiamo organizzando la festa della Pasqua e le attività che continueremo nei mesi estivi, perchè noi offriamo ai bimbi anche la colonia estiva. Le nostre educatrici hanno fatto l'università e comprendono molto bene i bisogni anche psicologici dei bambini, oltre ad essere qualificate dal punto di vista cristiano e a dare quindi anche un insegnamento religioso.
  Le nostre attività comprendono, oltre quelle di apprendimento, anche canti, danze e un corso di lingua francese che noi impartiamo perfino alle classi dei più piccoli”.
E infatti concludiamo commossi la nostra visita nelle classi distribuendo caramelle italiane mentre i bambini, educatissimi e con grande entusiasmo, ci cantano Alouette ed allegre canzoncine in francese.

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