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martedì 23 aprile 2013

La preghiera del Papa per la liberazione dei vescovi ortodossi rapiti in Siria

nel pomeriggio si era diffusa la notizia della liberazione dei due Vescovi, purtroppo non confermata !


2013-04-23 Radio Vaticana
“Il rapimento dei due Metropoliti di Aleppo, rispettivamente della Chiesa siro-ortodossa, Mar Gregorios Ibrahim, e di quella greco-ortodossa di Antiochia, Paul Yazigi, e l’uccisione del loro autista, mentre compivano una missione umanitaria, è una drammatica conferma della tragica situazione in cui vivono la popolazione della Siria e le sue comunità cristiane”: è quanto afferma in una dichiarazione il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi.
Il Santo Padre Francesco – prosegue il portavoce vaticano - è stato informato di questo nuovo gravissimo fatto, che si aggiunge al crescere della violenza negli ultimi giorni e a un’emergenza umanitaria di proporzioni vastissime, segue gli eventi con partecipazione profonda e intensa preghiera per la salute e la liberazione dei due vescovi rapiti e perché, con l’impegno di tutti, il popolo siriano possa finalmente vedere risposte efficaci al dramma umanitario e sorgere all’orizzonte speranze reali di pace e di riconciliazione”.
http://www.news.va/it/news/la-preghiera-del-papa-per-la-liberazione-dei-vesco


La guer­ra si­ria­na con­ti­nua a sfor­na­re or­ro­ri. 


Ieri sono stati ra­pi­ti due ve­sco­vi or­to­dos­si di Alep­po: Bulos Ya­zi­gi e Yu­han­na Ibra­him. Sono stati fer­ma­ti men­tre tor­na­va­no nella città dalla quale si erano al­lon­ta­na­ti per una mis­sio­ne uma­ni­ta­ria. L’au­to sulla quale viag­gia­va­no è stata fer­ma­ta. Una banda di ar­ma­ti, dopo aver uc­ci­so sul posto un dia­co­no che era alla guida, ha pre­le­va­to i due pre­su­li.

A se­que­strar­li sono state forze an­ti­go­ver­na­ti­ve: forse per que­sto nes­sun gior­na­le ita­lia­no ha ri­por­ta­to la no­ti­zia, dal mo­men­to che, pur­trop­po, la guer­ra di pro­pa­gan­da che ac­com­pa­gna il con­flit­to tende a met­te­re in evi­den­za solo la cro­na­ca nera at­tri­bui­bi­le al re­gi­me piut­to­sto che quel­la scrit­ta a piene mani dai co­sid­det­ti ri­bel­li.

Il cri­mi­ne segna un salto di qua­li­tà nel con­flit­to: è la prima volta che le ge­rar­chie ec­cle­sia­sti­che sono toc­ca­te a que­sto li­vel­lo. E rende sem­pre più evi­den­te ciò che da tempo de­nun­cia la mi­no­ran­za cri­stia­na si­ria­na (e non solo: basta pen­sa­re ai nu­me­ro­si ap­pel­li di papa Fran­ce­sco), ov­ve­ro che la Chie­sa è nel mi­ri­no delle forze an­ti­go­ver­na­ti­ve: an­zi­tut­to per­ché la sua pre­sen­za è un pre­si­dio con­tro il di­la­ga­re del ter­ro­re (con­for­to nella tri­bo­la­zio­ne), men­tre pro­prio la paura è una delle armi sulle quali conta chi vuole ab­bat­te­re un re­gi­me che an­co­ra gode del so­ste­gno po­po­la­re; inol­tre per­ché la Chie­sa si è con­trad­di­stin­ta nel de­nun­cia­re gli or­ro­ri della guer­ra, in par­ti­co­la­re quel­li che ac­com­pa­gna­no l’a­van­za­re delle forze an­ti­go­ver­na­ti­ve, apren­do spi­ra­gli nella cor­ti­na fu­mo­ge­na che la pro­pa­gan­da ha steso sul con­flit­to.
 In­fi­ne, e non ul­ti­ma ra­gio­ne, per­ché da tempo gli uo­mi­ni di Chie­sa della re­gio­ne si con­su­ma­no nel ri­cer­ca­re vie di pace, lad­do­ve l’u­ni­co in­te­res­se delle forze ester­ne che ali­men­ta­no la guer­ra è per­se­gui­re, a ogni costo, i fini geo­stra­te­gi­ci sta­bi­li­ti ab ini­tio. 
Così il se­que­stro ha anche il sa­po­re di in­ti­mi­da­zio­ne ri­vol­ta alle chie­se si­ria­ne e non solo: un in­vi­to, non molto cor­te­se, al si­len­zio.
Mesi fa, sem­pre ad Alep­po, erano stati ra­pi­ti due sa­cer­do­ti, dei quali non si ha an­co­ra al­cu­na no­ti­zia. Cosa che fa ipo­tiz­za­re il peg­gio: se fos­se­ro stati solo se­que­stra­ti ci sa­reb­be­ro state delle ri­ven­di­ca­zio­ni o delle pro­po­ste per trat­ta­ti­ve. Ma la spe­ran­za è l’ul­ti­ma a mo­ri­re.

Ieri il ve­sco­vo Vin­cen­zo Pa­glia ha an­nun­cia­to che la causa di bea­ti­fi­ca­zio­ne del ve­sco­vo sal­va­do­re­gno Oscar Ar­nul­fo Ro­me­ro si è fi­nal­men­te sbloc­ca­ta dopo de­cen­ni di stal­lo: si deve ac­cla­rar­ne il mar­ti­rio. Ro­me­ro, voce di quel­li che non hanno voce, fu uc­ci­so sul­l’al­ta­re, al mo­men­to della con­sa­cra­zio­ne, du­ran­te gli anni della dit­ta­tu­ra mi­li­ta­re in Sal­va­dor.
Dai mar­ti­ri di ieri a quel­li di oggi. Papa Fran­ce­sco di re­cen­te ha detto che que­sto è il se­co­lo dei mar­ti­ri. E par­la­va anche della Siria che oggi è un po’ di cuore della cri­stia­ni­tà.

http://www.piccolenote.it/8821/rapiti-due-vescovi-ad-aleppo

Nonostante il silenzio stampa, Aleppo è sempre in guerra.

23 aprile. San Giorgio Martire

Meno si parla di un paese in guerra, più è necessaria una maggiore vigilanza. Cosa succede, allora, ad Aleppo? Una tregua? Una Pace?
Niente affatto.
Nelle zone cristiane, la minaccia continua a pesare fortemente. I cecchini di stanza sulla "collina della Vergine", anche chiamato  quartiere di Sheikh el-Maksoud, non abbassano la guardia.
L'esercito arabo siriano avrebbe ripreso più di un terzo della collina, ma non ha potuto evitare i furti dalle proprietà private da parte dei ribelli delle ASL e Forsat Al-Nosra (il movimento vassallo di Al-Qaeda) che li hanno poi venduti a buon mercato alle bande di ladri che a loro volta rivendono al "Souk al-haramiyyeh" (souk dei ladri) .
Così per le auto rubate, che vengono subito portate nelle città di Afrin e Azaz situate a 30 km da Aleppo, o meglio sono esportate in Turchia.
I rapimenti continuano;  un commerciante cristiano J. Malek ha potuto essere rilasciato a fronte di un grande riscatto, mentre la voce circa i due sacerdoti rapiti diverse settimane fa, è molto preoccupante. Sarebbero stati ammazzati?
Si dice che l'esercito arabo siriano aprirà da qui a pochi giorni l'aeroporto di Aleppo. Il recupero di Sfireh e delle periferie di Aleppo Est, gli permetterebbe un ritorno in questa zona.
Sembra sia in corso l’attuazione dell'assedio della città di Aleppo, da parte dell'esercito arabo siriano, soprattutto della città vecchia dove sono concentrate le bande di miliziani con le loro armi.
Il nostro quotidiano è  po’ migliorato. Benchè i cristiani seppelliscano sempre i loro morti in un terreno temporaneo, offerto dal governatore e situato vicino al convento delle carmelitane (i ribelli controllano i cimiteri cristiani), ora riceviamo elettricità sei ore il giorno e l'acqua viene erogata per tre ore al giorno.

  Grazie ad una iniziativa dei Padri Gesuiti e con il patrocinio della città di Aleppo, molti movimenti laici, scout, la Mezzaluna rossa, l’unione degli studenti (al-chabibet Thawrat) e altri volontari si mobilitano per la pulizia della città allo scopo di rimuovere tonnellate di rifiuti ivi accatastati. Senza questo lavoro, le epidemie minacciano, soprattutto con l'avvicinarsi dell'estate.
Un altro segno che può essere percepito in modo positivo sta nel fatto che molti profughi partiti per Turchia, Libano e Giordania, cercano di tornare indietro per scappare dagli scandali che hanno dovuto subire nel paese ospitante: ragazze vendute per matrimoni forzati , trattamenti inumani, la mancanza di cibo e di medicine.
L'economia siriana è ancora una economia di guerra. Il dollaro supera £ 123 siriane, mentre l'euro è al cambio di 155 lire siriane. Il grammo di oro ha raggiunto £ 5200.


Con questa  "molto relativa calma," cominciamo a vedere quali potrebbero essere i problemi del dopoguerra. Come fare senza tribunale , senza registri personali e di negozi, senza documentazione  di pensione,  con centinaia di migliaia di bambini che hanno perso la scuola?  Ma dalla guerra non siamo ancora fuori. Bombe e cecchini continuano. Gli universitari non vanno più all'Università a causa di questi.
Accaniti fin dall'inizio del confronto, i ribelli non sanno più come distruggere la Siria: hanno trovato una nuova arma, la droga che danno ai giovani.  Addirittura avrebbero diffuso un prodotto eccitante che dà allucinazioni ai suoi consumatori per incoraggiarli ad aderire al movimento di "ribellione".
Infine, vorremmo poter dispensare il lettore da questo rosario di disgrazie di cui soffre il nostro paese e la sua società, ma ahimè, possiamo ancora aggiungere l'immissione sul mercato di prodotti alimentari intossicati di origine turca:  diversi decessi sono stati riportati a causa del consumo di olio di arachidi, di araq o di latte in polvere contraffatto, venduto con il nome di "Nestle".

E come in ogni guerra, il traffico di organi diventa un fatto banale.

Speriamo che il prossimo scritto dia conto di un miglioramento più significativo. Nel frattempo, abbiamo ancora bisogno del vostro sostegno .

Le Veilleur de Ninive