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venerdì 22 marzo 2013

Damasco: morte nei luoghi sacri

Nessuno deve sostenere Bashar al-Assad , altrimenti ... è la morte?


Un nuovo  sanguinoso attentato a Damasco : un attentatore suicida si è fatto esplodere  durante la lezione di religione coranica dello Sheikh Mohammad Said al-Bouti  nella Moschea  Al-Iman , uccidendo 42 fedeli e ferendo 84 studenti.  
Membro di una grande tribù curda situata a cavallo tra Siria, Turchia e Iraq, il signor Bouti, nato nel 1929, è stato un dottore di ricerca in Studi islamici di Al-Azhar del Cairo.
Questo uomo fragile era famoso in Siria: scienziato, uomo di cultura e storico sostenitore del governo, era noto ai siriani per le sue prediche diffuse ogni venerdì dalle emittenti televisive siriane.

Non era alawita, non era sciita: era il simbolo della realtà della Siria  multiculturale e multireligiosa,  tollerante e aperta.
Era odiato dall'opposizione per aver detto: " La maggior parte delle persone che vengono alle preghiere del Venerdì e poi escono a manifestare contro il governo non sanno nulla di preghiera". Tanto che lo sheikh Qaradawi aveva emesso di recente una fatwa  contro al-Bouti.
Il terrorismo puro e semplice, le bombe e gli attacchi sanguinosi contro i civili e le minoranze, e perfino contro i luoghi di culto, è diventato la scelta degli  jihadisti.


La stampa occidentale dichiara: "Questo è un altro duro colpo per il potere del presidente Bashar al-Assad, perché il religioso era un sostegno sunnita di calibro...".
Dunque oramai è sufficiente non passare dalla parte dei “democratici anti- Assad” per diventare un bersaglio?.

E intanto Monsignor Audo denuncia: “ 30.000 Cristiani, sui 160.000 che contava prima del conflitto, hanno già lasciato Aleppo”.



La Siria dove l’informazione è una merce rara e la verità un nemico.


di  Patrizio Ricci


- Ansa: Siria: “Ucciso anche dignitario religioso filo-Assad."
- Androkronos: ” attentato a Damasco colpito il regime”,
- Rainews24.it: “Attentato a Damasco, colpito il regime



Un attentatore suicida si è fatto esplodere durante una lezione di religione coranica all’interno della moschea Al-Iman di Damasco. Come al solito, la lettura del fatto è falsa e spregiudicata. Per l’informazione l’omicidio è ‘un colpo contro il regime’. Quindi, secondo il giudizio predominante di univoco sostegno all’opposizione armata (per la maggior parte formata, appunto da Jiahdisti), un fatto positivo.
L’imam Sheikh Mohammad Said al-Bouti che Repubblica riporta come ” famoso per sermoni anti-jihadisti”, era considerato “conciliante” verso Assad : è bastato questo per farlo saltare in aria, insieme a 42 fedeli . In realtà Al-Bouti, figura di spicco del mondo islamico, era noto per le sue posizioni moderate e pacifiste.
Il giudizio contenuto nel riportare la notizia è grottesco, la descrizione degli avvenimenti appare viziata dal significato che si vuol imporre .
Dall’inizio della rivolta, sul campo di battaglia sono cambiate molte cose, ma questo evidentemente è un particolare trascurabile per i media. Il pensiero è diventato immutabile anche di fronte ad avvenimenti di segno contrario.
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